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Dissertations / Theses on the topic 'Linea cellulare'

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CROCE, NICOLETTA. "Modulazione dell'espressione di BDNF nella linea cellulare umana di glioblastoma da parte della paroxetina." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2010. http://hdl.handle.net/2108/1232.

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Abstract:
Brain-derived Neurotrophic factor (BDNF) è la neurotrofina più espressa nel sistema nervoso dei mammiferi. Esso è stato estesamente studiato, così come altre neurotrofine come il Fattore di Crescita del Nervo (NGF), poiché è in stretta relazione con lo sviluppo neuronale e la sua plasticità, in particolar modo nei cambiamenti a lungo termine e nella sua morfologia. Durante lo sviluppo BDNF supporta la sopravvivenza ed il differenziamento delle popolazioni neuronali del sistema nervoso centrale e periferico ed inoltre prende parte alla crescita ed alla morfologia assonale, agendo anche come modulatore del dolore. Il ruolo di questa proteina nella plasticità sinaptica è stata collegata all’osservazione di una regolazione reciproca tra la sua espressione e la plasticità sinaptica. Il gene BDNF si estende per circa 70 kb all’interno del cromosoma 11p4. Esso mostra una grande complessità a causa dell’uso di promotori alternativi, di meccanismi di splicing alternativo e della presenza di siti di poliadenilazione. Per quanto riguarda la sua espressione, BDNF mostra una diffusa presenza nel sistema nervoso degli adulti, con il più alto livello di mRNA e proteina nell’ippocampo, amigdala, corteccia cerebrale e ipotalamo. Studi recenti hanno suggerito che BDNF è coinvolto in un ampio numero di malattie nell’uomo. Infatti è stato associato a differenze nell’esito di test di intelligenza ed altre funzioni cognitive, influenzando la personalità e la memoria ed essendo relazionabile a malattie neurodegenerative come la schizofrenia, l’Alzheimer, disordini bipolari e depressione. In particolare, diversi studi hanno evidenziato una stretta correlazione tra i livelli di BDNF e la depressione, suggerendo che questa malattia potrebbe essere causata da una diminuzione dei livelli di questa proteina nel cervello. È stato anche notato che gli effetti negativi sull’umore potrebbero essere contrastati inibendo il riassorbimento dei neurotrasmettitori come la serotonina, che sono capaci di aumentare l’espressione di BDNF. Infatti l’inibizione del loro riassorbimento dagli assoni provocano l’accumulo di queste molecole nello spazio sinaptico, avendo così più tempo di agire sui neuroni e sulle cellule gliali. Gli SSRI (Selective-Serotonine Reuptake Inhibitors) inibiscono selettivamente ed estesamente il riassorbimento della serotonina, determinando un incremento della neurotrasmissione serotonergica. Comunque, l’efficacia di questi antidepressivi non può essere solamente spiegata tramite la loro azione sul sistema monoaminergico, perciò il motivo di azione dei farmaci antidepressivi rimane largamente sconosciuto, in particolar modo gli adattamenti molecolari e cellulari che giustificano la loro azione terapeutica. È stato scoperto che gli antidepressivi sono anche capaci di agire sulle cellule gliali di ratto ed è possibile che una riduzione di queste cellule e della loro azione di supporto ai neuroni è coinvolta nella fisiopatologia di differenti malattie psichiatriche. Per investigare gli effetti della paroxetina sull’espressione di BDNF e sul rilascio di questa proteina da parte di cellule non neuronali, sono state usate linee cellulari di glioblastoma-astrocitoma, U-87 MG. Esse sono state trattate con paroxetina ad una concentrazione di 7 μM per differenti intervalli di tempo (6, 12, 24, 48 ore). L’espressione dell’mRNA e del miR-30a-5p è stata analizzata attraverso una retrotrascrizione e una PCR Real Time. È stata anche studiata la concentrazione di BDNF nelle cellule e nel terreno di crescita attraverso un saggio ELISA, per determinare la sintesi della proteina ed il suo rilascio a seguito del trattamento con paroxetina. È stato osservato che l’espressione dell’mRNA di BDNF è significativamente aumentata durante le prime 6 ore di trattamento con paroxetina rispetto alle cellule non trattate. Nelle cellule trattate questa overespressione conduce ad un picco di produzione a 12 ore di incubazione ed, in particolare, nella sua secrezione nel mezzo cellulare dopo 24 ore, mentre nelle cellule non trattate questo rilascio è stato notato solo dopo 48 ore. L’espressione del miR-30a-5p, che controlla la traduzione di BDNF, raggiunge un picco a 12 ore. Questi risultati conducono all’ipotesi che il trattamento di questa linea cellulare non neuronale con paroxetina aumenta l’espressione di BDNF, manifestatasi in una maggiore sintesi e rilascio di proteina. Queste cellule non sono capaci di produrre serotonina o altri neurotrasmettitori poichè esse sono cellule non neuronali. La paroxetina sembra agire su queste cellule in modo simile ai neuroni, per questo si potrebbe supporre che tale effetto sia dovuto all’utilizzo di una via alternativa indipendente dal sistema neuronale monoaminergico. L’aumentata e prolungata induzione di BDNF attraverso gli antidepressivi potrebbe promuovere la sopravvivenza neuronale e proteggere i neuroni, così come le cellule della glia, dagli effetti dannosi dello stress. Ciò potrebbe contribuire a spiegare l’azione terapeutica degli antidepressivi suggerendo nuove strategie per l’intervento farmacologico.
Brain-derived neurotrophic factor (BDNF) is the most widely expressed neurotrophin in the mammalian nervous system. It has been widely studied, like other neurotrophins such as nerve growth factor, because it is in close relationship with neuronal development and plasticity, in particular with long-lasting changes in synaptic relations and morphology. During development BDNF supports the survival and the differentiation of neuronal populations of the peripheral and central nervous systems and takes part in axonal growth and, also acting as a central modulator of pain. The role of this protein in synaptic plasticity has been linked to the observation of a reciprocal regulation between BDNF expression and synaptic activity. The human BDNF gene spans ~70 kb within the 11p14 chromosome. It displays a great complexity due to alternative promoters usage, alternative splicing mechanisms and the presence of alternative polyadenylation sites. Concerning its expression, BDNF displays a widespread distribution pattern in the nervous systems of adults, with the highest levels of mRNA and protein in the hippocampus, amygdala, cerebral cortex and hypothalamus. Recent studies have suggested that BDNF is involved in a number of traits and human disorders. In fact it has been associated with differences in performance of intelligence tests and other cognitive functions, influencing personality and memory and being related to neurodegenerative diseases such as, Alzheimer’s disease, bipolar disorders and depression. In particular, many studies have highlighted a tight connection between BDNF levels and depression, suggesting that this disease could be caused by a decrease of the protein in the brain. It has been noticed that negative effects on mood could be lowered by inhibiting the reuptake of neurotransmitters, such as serotonin, that are able to increase the expression of BDNF. In fact, the inhibition of reuptake from axons causes these molecules to accumulate into the synaptic space thus having more time to act on neurons and glial cells. The SSRIs (selective serotonin reuptake inhibitors) selectively and powerfully inhibit serotonin reuptake resulting in a potentiation of serotonergic neurotransmission. However, the efficacy of these antidepressants cannot be only explained by their actions on the monoaminergic system and hence the mechanism of action of antidepressant drugs remain largely unknown, in particular the molecular and cellular adaptations that underlie the therapeutic action of these drugs. It has been found that antidepressants are also able to act on glial cells in rat models and it is possible that a reduction of these cells and their neuron-supporting action is involved in the pathophysiology of different psychiatric deseases. To investigate the effects of paroxetine on BDNF expression and on the release of protein in non-neural cells, we used a human glioblastoma-astrocytoma cell line, U-87 MG. Cultured cells were treated with the antidepressant at the final concentration of 7 µM for different time lengths (6, 12, 24, 48 hours). Expression of BDNF mRNA and miR-30-5p were analyzed by reverse transcription Real-Time PCR. We also studied BDNF concentration in the cultured cells and the medium through Enzyme-Linked Immunosorbent Assay, in order to detect protein synthesis and release induced by treatment. We observed that BDNF mRNA expression was significantly increased in the first 6 hours of paroxetine treatment with respect to non treated cells. In treated cells, this overexpression led to an increase in protein production after 12 hours of incubation and, in particular, in the release of BDNF protein in the culture medium already after 24 hours, while in non treated cells we observed BDNF protein in medium only after 48 hours. miR expression reaches a peak at 12 hours. Our results suggested that paroxetine treatment in this non-neuronal cell line increases BDNF expression, resulting in greater protein synthesis and release. These cells are not able to produce serotonin or other neurotransmitters because they are non-neuronal cells. Paroxentine seems to affect these non-neuronal cells in a similar manner to neuronal cells, but one would suspect that the effect occurs via an alternative pathway, independent from the neuronal monoaminergic system. The enhanced and prolonged induction of BDNF by antidepressants could promote neuronal survival, and protect neurons, such as glial cells, from the damaging effects of stress. This could contribute to explain therapeutic action of antidepressants suggesting new strategies of pharmacological intervention.
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CARIA, PAOLA. "Isolamento e caratterizzazione biologico-molecolare di cellule tumorali simil-staminali da una linea cellulare derivata da un carcinoma papillare tiroideo." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2012. http://hdl.handle.net/11584/266064.

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Abstract:
Recent reports have shown that tumor growth is supported by a specific subpopulation of stem cells, known as cancer stem cells (CSCs) or tumor-initiating cells. This cells have stem-like features, such as self renewal,multipotency, high migration capacity, drug resistance and aberrant differentiation. CSCs have been detected in several kind of tumors and in cancer cell lines grown as non-adherent spheres in serum–free medium under intense stimulation whit growth factors. Presence of cancer stem-like cells in thyroid differentiated carcinoma has not yet fully investigated and the literature on such issue is still limited. The objective of this study was to identify and characterize CSCs from a cancer cell line from papillary thyroid carcinoma (B-CPAP) and a cell line, derived from human thyroid follicular cells (N-THY-ORI 3-1), as control. Thyrospheres from B-CPAP cells could be propagated up to ten generations, whereas those from N-THY-ORI 3-1 lasted only for four generations. The “stemness” profile was evaluated by functional assays and RT-PCR. B-CPAP sphere forming efficiency (SFE) and self renewal increased exponentially at every generation with maximum value at the 8th. By contrast, N-THY-ORI 3-1 SFE and self renewal progressively decreased along generations. RT-PCR showed mRNA expression of stem cell markers (Oct 4, Nanog, ABCG2) and early and thyroid late differentiation markers (PAX8, TTF1, Tg) in B-CPAP thyrosphere. In particular, ABCG2 expression significantly increased in thyrospheres at 9th generation. On the contrary, PAX8, TTF1 and Tg showed a decrease in thyrosphere along the generation of spheres, while p63 maintained the same expression in all samples. Thyrospheres from non tumorigenic cell line were positive for mRNA expression of stem cell markers (Oct4, Nanog, ABCG2,) and PAX8. In this cell line, Nanog and ABCG2 mRNA expression increased along the generations. To isolate stem-like cells in tumor and normal thyrospheres, we used the fluorescent dye PKH26. The single cells suspensions from thyrospheres were then FACS sorted. According to fluorescent intensity we selected two populations: the brightest fluorescent cells (PKH26 high), which constitute the putative stem cell population and the dimmest fluorescent cells (PKH26 low), which represent proliferating and differentiated cells. Both populations were able to form sphere, but only PKH26 high formed secondary spheres. The molecular analysis showed a higher stem cell marker mRNA expression in PKH26 high compare to PKH26 low cells. On the contrary TTF-1, PAX8 and Tg mRNA were more expressed in PKH26 low cells. Take together, our data show, for the first time, that B-CPAP and N-THY-ORI 3-cell lines contain cells with features and properties of stem cell.
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Sammarini, Giulia <1989&gt. "Alterazione di pathway epigenetici come meccanismo di resistenza ad Imatinib in una linea cellulare di CML." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amsdottorato.unibo.it/8550/1/Tesi%20Dottorato_Sammarini.pdf.

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Abstract:
La CML è una patologia mieloproliferativa risultante dall’espansione policlonale di cellule staminali Il trattamento d’elezione è imatinib (IM). Nonostante il successo di IM nel giro di 18-24 mesi, circa il 30% dei pazienti sviluppa resistenza secondaria. Lo scopo del mio progetto è stato quello di indagare i possibili meccanismi genetici ed epigenetici (come la deregolazione dei miRNA e la metilazione aberrante del DNA) per determinare in che modo possano contribuire all’insorgenza di resistenza. Sono state allestite culture cellulari di K562 resistenti ad IM (da 0,05 fino a 3 µM). I miRNA sono stati analizzati per identificare un profilo caratteristico del processo di resistenza, mentre per gli mRNA sono state ricercate alterazioni nell’espressione dei geni addetti al trasporto dei farmaci. Per quanto riguarda il DNA, è stato valutato come variano i livelli di metilazione durante il processo di acquisizione della resistenza analizzando oltre 850.000 siti CpG. Dall’analisi dell’espressione dei trasportatori dei farmaci, è emerso che geni della famiglia dei trasportatori ABC sono sovraespressi nelle cellule resistenti. Per quanto riguarda i miRNA, è emerso che 6 miRNA sono significativamente deregolati: miR-193b-3p, miR-486-5p, miR-512-3p, miR-517a-3p, miR-365a-3p, miR-372-3p. Questi modulano geni appartenenti al pathway di segnalazione di ErbB e PI3K/Akt, coinvolti nei processi di vitalità cellulare, apoptosi, metabolismo e tumorigenesi. Per quanto riguarda la metilazione è stato osservato che, con l’incremento della dose somministrata, il numero di geni metilati aumenta notevolmente e, che in particolare, i geni PTPRF, TP73, ARHGEF10, FHDC1, DUSP6, PLD6 e MIR548H4 sono significativamente ipermetilati nelle cellule resistenti. Conclusioni. Data la recente attenzione rivolta verso il ruolo dei meccanismi epigenetici nell’insorgenza di resistenza, è possibile che un profiling genetico ed epigenetico, che tenga conto di come interagiscono fra loro i trasportatori di efflusso, i miRNA e la metilazione del DNA, possa rappresentare una svolta per la terapia mirata.
CML is a myeloproliferative disorder resulting from polyclonal stem cell expansion. The standard treatment is imatinib (IM). Despite the success of IM, within 18-24 months about 30% of patients develop secondary resistance. The aim of my project was to investigate possible genetic and epigenetic mechanisms (as the deregulation of miRNAs and aberrant DNA methylation), to determine how they can contribute to the resistance mechanism. Cell cultures of K562 resistant to IM (0.05 -3 μM) were set up. MiRNA, RNA and DNA were isolated. The miRNAs were analysed with a preformed tool to identify a profiling of the resistance process, while for mRNA alterations in the expression of the genes involved in the transport of drugs were sought. Regarding DNA, we analysed how methylation levels vary during the development of resistance by analyzing over 850,000 CpG sites. From the analysis of the drug transporters, it has emerged that many of the superfamily genes of the ABC transporters are overexpressed in the cells that have acquired resistance. Among these, worthy of note are ABCG2, ABCA3 and ABCC1. Comparing the miRNA expressions to the different concentrations with untreated, we observed that 6 miRNAs are significantly deregulated: miR-193b-3p, miR-486-5p, miR-512-3p, miR-517a-3p, miR-365a -3p, miR-372-3p. These miRNAs modulate genes belonging to the ErbB signaling pathway, involved in the processes of modulation of cell viability, apoptosis, and tumorigenesis mechanism. Regarding methylation, it has been observed that the number of methylated genes increases considerably and the PTPRF, TP73, ARHGEF10, FHDC1, DUSP6, PLD6 and MIR548H4 genes are significantly hypermethylated in resistant cells. Given the recent attention to the role of epigenetic mechanisms in the onset of resistance, it is possible that a genetic and epigenetic profiling, which takes into account how the efflux transporters, miRNAs and DNA methylation interact, can represent a carried out for target therapy.
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MONGUZZI, ERIKA. "EFFETTO DELLA GLIADINA SUL BILANCIO OSSIDATIVO E DANNO AL DNA NELLA LINEA CELLULARE CACO-2 E IN PAZIENTI CELIACI." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2017. http://hdl.handle.net/2434/490822.

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Abstract:
In recent years a significant increase of gluten-related disorders (GRDs) has been observed. Two factors seem at the basis of this increase. The first set would be related to the diffusion of serological tests. The second set of data associated with the increased prevalence of CD and GRDs could be related to an increase in the global consumption of wheat in recent decades; Cereals that contain gluten are widely consumed and current wheat varieties have a higher content in gluten compared to the past due to changes directed by both technology and nutritional reasons. In the past, classification of GRDs was very simple, because CD and Dermatitis Herpetiformis (DH) were the only known diseases with a well-documented role of gluten in their pathogenesis. Increasing complexity in the nomenclature and clinical presentation of GRDs has led to the development of a consensus document by a panel of experts on new classification including: CD, Non-Coeliac Gluten Sensitivity (NCGS), Wheat Allergy (WA) DH, and gluten ataxia (GA) although there can show considerable overlap in the clinical presentation. Each gluten-related disorder exhibits a specific pathophysiological response to gluten ingestion. Gluten is the main structural protein complex of wheat with equivalent toxic proteins found in other cereals, including rye and barley. The toxic protein fractions of gluten include gliadins and glutenins, with gliadins containing monomeric proteins and glutenins containing aggregated proteins. In wheat allergy (WA) and celiac disease (CD) the reaction to gluten is mediated by T-cell activation in the gastrointestinal mucosa. However, in WA it is the cross-linking of immunoglobulin (Ig)E by repeat sequences in gluten peptides (for example, serine-glutamine-glutamine -glutamine-(glutamine-) proline-proline-phenylalanine) that triggers the release of chemical mediators, such as histamine, from basophils and mast cells. Whereas in CD it is characterized as a chronic duodenal inflammation in which the increased secretion of inflammatory cytokines may in turn derange intestinal permeability and produce large amounts of reactive oxygen species (ROS), altering the redox state at the cellular level. Oxidative stress has been defined as the imbalance between the production of ROS and the antioxidant defenses of the cells in favor of the oxidants, leading to potential damage. ROS are produced during the cellular metabolic processes; if the production of ROS overwhelms a cell’s antioxidant (AO) capability, a condition known as oxidative stress occurs. The impairment of redox equilibrium proved to cause severe damage in proteins, lipids and DNA. In the last decade several studies showed that gluten exposure reflects in an intracellular oxidative imbalance, characterized by: increased levels of lipid peroxidation products (4-hydroxy-2(E)-nonenal (4-HNE)), increased oxidized (GSSG)/reduced (GSH) glutathione ratio and decreased number of protein-bound sulfhydryl groups. Finally, ROS can induce the formation of oxidative DNA lesion products (8-oxodG), which is considered as a mutagenicity marker. Oxidative damage can lead to single or double-strand breaks, point and frameshift mutations and chromosome abnormalities. There is considerable circumstantial evidence that oxidative DNA damage may play an important role not only in carcinogenesis, being used as a predictive marker of cancer development, but also in aging. Nowadays, studies concerning oxidative damage on DNA have not been developed with regard to CD. The aim of this study was to investigate a possible gliadin-induced genotoxic damage and its correlation with oxidative stress in vitro and in vivo. The in vitro models consist of Caco-2 cell line of heterogeneous human epithelial colorectal adenocarcinoma cells generally used for this type of study. Whereas the in vivo model has been used serum and duodenal biopsies of patients. For this study the Caco-2 cells have been exposed for maximum 24h to increasing concentrations (250µg/mL‒1000µg/mL) of digested gliadin (PT gliadin). Starting from a 500µg/mL dose (with a 12-hour contact time), an increase of reactive oxygen species (ROS) (DCFDA probe) was observed. The alkaline Comet assay showed DNA damage at a concentration of 1000 g/mL after 24h, characterized by a significant increase of DNA in the tail. Furthermore, the enzyme-modified Comet assay showed oxidative damage mainly with endonuclease-III, calculated as ∆ tail moment after 24h treatment at 1000µg/mL. Moreover, immunohistochemistry ɣ-H2AX detection (focal phosphorylation of histone H2AX at serine 139 to generate ɣ-H2AX in response to double-strand breaks) demonstrated an increase of the number of foci at 500µg/mL and 1000 µg/mL as genotoxic signature. The transglutaminase type 2 (TG2) activity was evaluated by western blot and ELISA method. The results show an increase of the enzyme expression in the chromatin and cytoskeleton at different doses (250, 500, and 1000µg/mL) compatible with apoptosis, as confirmed by annexin V (cytofluorometric staining method). Has been observed an increase of apoptotic cells starting from a 250 µg/ml dose. The oxidative stress has been evaluated through the analysis of biomarkers into the serum of patients: naïve celiac disease (nCD), celiac patient responders, undergoing to gluten free diet at least 12 months (CD-GDF), refractory celiac patient non responders, undergoing to gluten free diet at least 12 months (RCD) and healthy subjects (CTRL). The results demonstrated that Total Antioxidant Capacity (TAC) appeared to be significantly decreased in patients RCD respect to CD-GDF (p<0.05) and to CTRL (p<0.001). Plasmatic concentrations of TBARS, assessed as marker of lipid peroxidation and protein carbonyls (PC), assessed as marker of protein oxidation, were found significantly increased in RCD respect to CD-GDF, while the plasma levels of CD-GDF resulted similar to CTRL in both plasma biomarkers. Whereas the genotoxic damage was confirmed in vivo at the duodenal biopsy of celiac patients by means of H2AX e 8-OHG immunohistochemistry. In conclusion digested gliadin induces an increase of ROS production in Caco-2 cells with an alteration of the cellular redox state. Moreover, the high concentration of ROS induces DNA damage and the stimulation of the apoptotic process. This mechanism seems present also in vivo as demonstrated by the findings from CD patients.
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PERRONE, DONATELLA. "Le cancer stem cells nei tumori della regione testa-collo: studio in vitro ed in vivo della linea cellulare HEP2." Doctoral thesis, Università di Foggia, 2014. http://hdl.handle.net/11369/331740.

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Abstract:
Abstract Recenti evidenze scientifiche hanno proposto un nuovo modello di tumorigenesi, secondo il quale l’origine di un tumore dipende da un accumulo sequenziale e stocastico di mutazioni all’interno di una popolazione cellulare eterogenea costituente uno specifico tessuto. Benché le cellule tumorali spesso esibiscono un largo numero di mutazioni, solo una piccola sottopopolazione risulta cruciale per lo sviluppo ed il mantenimento del tumore. Studi condotti a tale riguardo hanno evidenziato che il cancro origina e viene mantenuto da cellule che posseggono caratteristiche di staminalità, ossia capacità di auto-rinnovamento e di differenziazione. Questa sottopopolazione di cellule cancerose è stata definita come “cellule staminali tumorali” (o cancer stem cells, CSCs) e ad oggi è ritenuta principale responsabile della progressione neoplastica e possibile causa dell’eterogeneità del tumore. Le CSCs rappresentano, dunque, un modello utile per studiare i meccanismi alla base dell’oncogenesi, prerequisito fondamentale per perseguire l’obiettivo ultimo di individuazione di nuovi target molecolari specifici per terapie topiche nel trattamento dei tumori HNSCC. In quest‘ottica è risultato interessante affrontare uno studio volto all’identificazione e alla caratterizzazione molecolare e fenotipica delle cellule staminali cancerose nel tumore della regione testa-collo (Head and neck squamous cell carcinoma, HNSCC). Tale ricerca è stata condotta a carico delle Hep-2, una linea cellulare continua e ben differenziata di carcinoma laringeo umano. Mediante uno specifico protocollo di crescita, la coltura cellulare di Hep-2 è stata arricchita in cancer stem cells. Successivamente, il potenziale tumorigenico delle Hep-2 arricchite in CSCs è stato valutato mediante analisi in vivo.
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DUGNANI, ERICA. "Identificazione e validazione di potenziali marcatori biologici nell’adenocarcinoma duttale del pancreas." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10281/76153.

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Abstract:
Introduzione. L’adenocarcinoma duttale (PDAC) rappresenta circa l’85% delle neoplasie maligne pancreatiche. È un tipo di neoplasia molto aggressiva e ha prognosi infausta. Il PDAC è una malattia con una elevata mortalità, spesso diagnosticata in uno stadio avanzato per il quale esistono poche e inefficaci terapie. L’alta incidenza di ricadute locali unita alla precoce metastatizzazione sono le caratteristiche cliniche più tipiche di questo tumore. Inoltre la nota resistenza del tumore alla chemio e alla radioterapia limita l’efficacia di questi approcci terapeutici. Scopo. Identificare e validare nuovi marcatori biologici associati a caratteristiche di aggressività dell’adenocarcinoma pancreatico al fine di utilizzarli per comprendere proprietà biologiche del tumore stesso o in clinica per una corretta valutazione prognostica. Metodi e risultati. Abbiamo studiato n=17 linee cellulari umane immortalizzate di PDAC per alcune caratteristiche di aggressività cellulare: per la clonogenicità e la chemioresistenza alla gemcitabina in vitro e, in vivo, per la capacità di crescita in topi immunocompromessi (CD1-nude). Tutte le 17 linee cellulari sono state caratterizzate per l’espressione di classi di marcatori molecolari: recettori delle chemochine (CCR1-CCR10; CXCR1-CXCR6; CX3CR1; XCR1) e putativi marcatori staminali tumorali (ESA+CD24+CD44+; CD133+, CXCR4+) mediante citometria a flusso, secrezione di fattori solubili (n=48) tramite la tecnologia luminex e l’espressione di geni (n=11) coinvolti nello sviluppo pancreatico con Real Time PCR. Usando l’analisi statistica inter-linea (regressione lineare o di cox) abbiamo cercato una correlazione tra i fenotipi biologici e le caratteristiche di malignità cellulare individuando nuovi marcatori. Questi marcatori sono stati validati su tessuti tumorali primari in casistiche di pazienti affetti da PDAC: l’espressione del marcatore identificato è stata correlata con l’esisto clinico della neoplasia. In una prima analisi inter-linea n=35 fattori sono risultati statisticamente associati ad una o più caratteristiche di aggressività. È seguita una classificazione per priorità che, avvalendosi della sola correlazione con la tumorigenicità in vivo, ha ridotto a n=20 i fattori di rischio da validare. Abbiamo quindi approfondito lo studio su 4 marcatori molecolari di sviluppo pancreatico (ISL1, PDX1, PAX6, KRT19), sui fenotipi staminali e su 2 recettori delle chemochine (CCR5, CXCR3). L’espressione genica dell’mRNA di ISL1, PDX1, PAX6 e KRT19 è stata valutata in sezioni criostatiche di n=42 resezioni chirurgiche di pazienti affetti da PDAC. Non sono emerse correlazioni significative tra l’espressione di questi fattori e la sopravvivenza globale. Tuttavia alti livelli dell’mRNA di KRT19 predicono una progressione più precoce e di tipo metastatico. Più elevati livelli di PDX1 e PAX6 sono associati con una più alta probabilità di recidiva locale. Inoltre combinando i marcatori è stato individuato un fenotipo più aggressivo correlato con una minor sopravvivenza: si tratta dei pazienti che esprimono ad elevati livelli sia PDX1 che KRT19. La nostra strategia di screening ha mostrato essere fattori di rischio per lo sviluppo tumorale nel topo, non i classici fenotipi staminali descritti in letteratura (ESA+/CD24+/CD44+, CD133+, CD133+/CXCR4+) ma la combinazione ESA+/CD24-/CD44+ e la sola espressione di CXCR4 ed ESA: tuttavia la validazione clinica, condotta su una coorte di 39 pazienti affetti da adenocarcinoma duttale, non ha confermato che questi marcatori, né i classici già descritti, correlino in maniera statisticamente significativa con la sopravvivenza o con la progressione nel tempo e nemmeno con il sito di recidiva. Il fenotipo ESA+/CD24+/CD44- è invece risultato un fattore di rischio prognostico indipendente sia per la sopravvivenza (HR=4,166 p=0,001) che per la progressione (HR=2,208 p=0,019). CCR5 e CXCR3 sono risultati espressi su tessuti tumorali processati a fresco (n=6) ed analizzati in citometria a flusso a fronte di una negatività del pancreas di donatori d’organo (n=10). Essi sono espressi rispettivamente nell’11,9% e nel 17,6% delle cellule CA19.9+ del tumore, mentre solo nello 0,4% e il 0,34% nel tessuto sano. L’aumentata espressione di CCR5 e CXCR3 sembra essere una caratteristica tipica del PDAC. Conclusioni. La nostra strategia ha identificato marcatori biologici capaci di distinguere differenti comportamenti clinici del tumore in termini di progressione e sede di recidiva. La differente espressione di questi predittori potrebbe essere la causa di differenze biologiche che hanno un effetto sui meccanismi di progressione e diffusione tumorale. Al fine di confermare i nostri risultati stiamo realizzando un tissue microarray di resezioni chirurgiche di pazienti affetti da adenocarcinoma duttale. Inoltre in futuro il modello statistico sviluppato potrà essere applicato per testare ogni nuovo potenziale marcatore; caratterizzata la sua espressione sulle linee cellulari, si procederà con l’analisi inter-linea per verificare se sia un potenziale indicatore di aggressività in vitro o in vivo nel modello murino; quindi si potrà confermare il suo reale ruolo diagnostico, prognostico o predittivo in ambito clinico.
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SCATURRO, Anna Lisa. "Sintesi, caratterizzazione e nuove strategie formulative per la somministrazione di nuovi derivati dopaminici nella terapia della malattia di Parkinson." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2014. http://hdl.handle.net/10447/91186.

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AMARU', JESSICA. "Fisiopatologia dei recettori della somatostatina nei tumori ipofisari GH-secernenti." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2021. http://hdl.handle.net/11567/1046906.

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Abstract:
First-generation somatostatin receptor ligands (fg-SRLs), such as octreotide (OCT), represent the first-line medical therapy in acromegaly. Fg-SRLs show a preferential binding affinity for somatostatin receptor subtype-2 (SST2), while the second-generation ligand, pasireotide (PAS), has high affinity for multiple SSTs (SST5 > SST2 > SST3 > SST1). Whether PAS acts via SST2 in somatotroph tumors, or through other SSTs (e.g., SST5), is a matter of debate. In this light, the combined treatment OCT+PAS could result in additive/synergistic effects. We evaluated the efficacy of OCT and PAS (alone and in combination) on growth hormone (GH) secretion in primary cultures from human somatotroph tumors, as well as on cell proliferation, intracellular signaling and receptor trafficking in the rat GH4C1 cell line. The results confirmed the superimposable efficacy of OCT and PAS in reducing GH secretion (primary cultures), cell proliferation, cAMP accumulation and intracellular [Ca2+] increase (GH4C1 cells), without any additive effect observed for OCT+PAS. In GH4C1 cells, co-incubation with a SST2-selective antagonist reversed the inhibitory effect of OCT and PAS on cell proliferation and cAMP accumulation, while both compounds resulted in a robust internalization of SST2 (but not SST5). In conclusion, OCT and PAS seem to act mainly through SST2 in somatotroph tumor cells in vitro, without inducing any additive/synergistic effect when tested in combination.
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Dempsey, Benjamin. "Thermal properties of linear cellular alloys." Thesis, Georgia Institute of Technology, 2002. http://hdl.handle.net/1853/17968.

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Hayes, Alethea M. "Compression behavior of linear cellular steel." Thesis, Georgia Institute of Technology, 2001. http://hdl.handle.net/1853/32857.

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Giuliante, Rachela. "Caratterizzazione di cellule staminali tumorali ottenute da linee cellulari di carcinoma della laringe e di carcinoma della vescica." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2016. http://hdl.handle.net/11566/243113.

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Abstract:
Secondo la teoria delle cellule staminali tumorali, lo sviluppo del tumore sarebbe sostenuto dalla presenza di una distinta sottopopolazione di cellule tumorali, denominate cancer stem cells (CSCs), dotate della capacità di autorigenerarsi e di una spiccata resistenza agli agenti chemioterapici. Nel presente studio, è stato messo a punto un protocollo di crescita volto all’arricchimento in CSCs, mediante formazione di sfere, delle linee cellulari Hep-2 (carcinoma della laringe), T24 (carcinoma della vescica), MG63 (osteosarcoma), CaCo-2 (carcinoma del colon-retto) e A549 (carcinoma polmonare). Successivamente è stata effettuata un caratterizzazione molecolare e fenotipica delle popolazioni arricchite in CSCs, mediante rispettivamente l’analisi di espressione di markers di staminalità e la valutazione in vivo del potenziale tumorigenico. Inoltre, a carico delle CSCs e delle cellule di controllo, sono stati analizzati i livelli dell’enzima nicotinamide N-metiltrasferasi (NNMT). L’analisi immunocitochimica e mediante Real-Time PCR hanno evidenziato elevati livelli di espressione dei markers di staminalità nelle popolazioni cellulari arricchite in CSCs rispetto ai controlli. In seguito all’inoculo in topi atimici delle cellule relative alla linea Hep-2, la popolazione arricchita in CSCs dava luogo a masse tumorali di dimensioni maggiori rispetto a quelle originatesi dalle cellule di controllo, evidenza che suggerisce la spiccata capacità da parte delle CSCs di indurre la formazione in vivo di tumori. Le analisi condotte a carico dell’NNMT mostrano un’overespressione dell’enzima nelle popolazioni arricchite in CSCs rispetto ai controlli. In considerazione dell’importante ruolo svolto dalle CSCs nello sviluppo di recidive e nella diffusione metastatica, i risultati riportati in questo lavoro potrebbero contribuire allo sviluppo di nuove strategie terapeutiche per il trattamento del cancro e suggeriscono il significativo coinvolgimento dell’NNMT nel metabolismo della cellula neoplastica.
According to cancer stem cells theory, tumor development would be maintained by a distinct subpopulation of tumor cells, termed cancer stem cells (CSCs), that have the ability to self-renew and to resist to chemotherapeutic agents. In the present study, we setup a culture system to enrich CSCs from Hep-2 (laryngeal cancer), T24 (bladder cancer), MG63 (osteosarcoma), CaCo-2 (colorectal cancer) and A549 (lung cancer) cancer cell lines, through sphere formation. We further performed molecular and phenotypic characterization of CSC-enriched cell populations, by exploring the expression levels of stem markers and in vivo evaluating their tumorigenic potential, respectively. Moreover, we investigated the expression levels of the enzyme nicotinamide N-methyltransferase (NNMT) in CSCs and parental cells. Real-Time PCR and immunocytochemistry revealed that CSC-enriched populations showed increased expression levels of stem markers compared with controls. After subcutaneous injection of Hep-2 cells into immunocompromised mice, CSC-enriched population yielded tumors of a much larger size compared with those generated by parental cells, suggesting the strong ability of CSCs to form tumors in vivo. NNMT expression analysis revealed enzyme upregulation in CSC-enriched populations compared to parental counterpart. Considering the fundamental role of CSCs in tumor relapse and onset of metastases, findings reported in this work could contribute to the development of new therapeutic strategies for cancer treatment and suggest an important involvement of NNMT in cancer cell metabolism.
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Dow, R. A. "Algebraic methods for finite linear cellular automata." Thesis, Queen Mary, University of London, 1996. http://qmro.qmul.ac.uk/xmlui/handle/123456789/1647.

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Abstract:
Cellular automata are a simple class of extended dynamical systems which have been much studied in recent years. Linear cellular automata are the class of cellular automata most amenable to algebraic analytic treatments, algebraic techniques are used to study finite linear cellular automata and also finite linear cellular automata with external inputs. General results are developed for state alphabet a finite commutative ring and a notion of qualitative dynamical similarity is introduced for those systems consisting of a fixed linear cellular automata rule but with distinct time independent inputs. Sufficient conditions for qualitative dynamical similarity are obtained in the general case. Exact results are obtained for the case of state alphabet a finite field, including new results for finite linear cellular automata without inputs and a complete description of the behaviour of the corresponding system with time independent inputs. Necessary and sufficient conditions for qualitative dynamical similarity in this case are given. Results for the hitherto untreated case of state alphabet the integers modulo pk, p prime and k>1, are obtained from those for the finite field case by the technique of idempotent lifting. These two cases suffice for the treatment of the general case of st, ),t e alphabet the integers modulo any positive integer m>1, in particular a necessary and sufficient condition for qualitatively similar dynamics in the presence of time independent inputs is given for this case. The extension of the results for time independent inputs to the case of periodic and eventually periodic inputs is treated and the generalisation of the techniques developed to higher dimensional linear cellular automata is discussed.
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13

Totty, Jennifer L. "Linear cellular copper in bending, compression and shear." Thesis, Georgia Institute of Technology, 2003. http://hdl.handle.net/1853/16913.

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14

Karlberg, Filip. "Non-linear behaviour of nanofibrillar cellulose foams." Thesis, KTH, Hållfasthetslära (Avd.), 2016. http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:kth:diva-199396.

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Abstract:
Nanofibrillar cellulose (NFC) is a cellulose-based material that can be used to create porous foams. The material has several advantages over various synthetic polymers that can be used to create foams as NFC is both abundant and biodegradable. Both the microstructure of the NFC foam and the material properties of the NFC affect the foam’s mechanical properties, with the material properties being difficult to extract experimentally due to difficulties associated with performing micro-scale experiments. This work has been aimed at investigating whether it is possible to indirectly determine the material properties by using X-ray microtomography to reconstruct the microstructure of an NFC foam for use in finite element (FE) simulations. Through the use of different thresholding levels, multiple foam structures with similar geometries but different porosities can be obtained. These were then be used to obtain the macroscopic material properties through FE simulations of the uniaxial compression response of these geometries. The data from these simulations used to fit a power law relation equivalent to the classical scaling laws for foams. The relation was then used to determine the yield stress and Young’s modulus of the NFC material in the cell walls by extrapolating it to the known porosity of a foam used in a previous laboratory experiment and the measured material properties of this foam.
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Baines, Steven John. "Linear multi-user detection in DS-CDMA cellular systems." Thesis, University of York, 1998. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.263690.

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Renna, Cristiano <1983&gt. "Effetti dell'inibizione di Tanchirasi in linee cellulari di Medulloblastoma umano." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5547/1/Renna_Cristiano_Tesi.pdf.

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Abstract:
Tanchirasi (TNKS) è un membro della superfamiglia delle PARP (Poli ADP-Ribosio Polimerasi). TNKS è coinvolta nella stabilizzazione della subunità catalitca del complesso proteico DNA-PK (protein chinasi DNA-dipendente), la DNA-PKcs. Questa proteina è fondamentale per il corretto funzionamento del meccanismo di riparo del DNA chiamato "Saldatura Non Omologa delle Estremità" (NHEJ). La deplezione di TNKS induce una degradazione della DNA-PKcs e una maggiore sensibilità alle radiazioni ionizzanti (RI). TNKS è inoltre un regolatore negativo di axina e di conseguenza un attivatore del pathway di WNT; l'inibizione quindi di TNKS induce anche una inibizione del pathway di WNT. Alterazioni in questo signalling si riscontrano frequentemente nel Medulloblastoma (MB), il tumore cerebrale embrionale più comune dell'infanzia. La radioterapia post-operatoria risulta essere molto efficacia in questa neoplasia, ma causa gravi effetti collaterali e un terzo dei pazienti presenta radioresistenza intrinseca. Un'importante sfida per la ricerca è quindi l'aumento della radiosensibilità tumorale. In questo lavoro, abbiamo studiato gli effetti dell'inibizione farmacologica di TNKS in linee cellulari di MB umano, mediante la small molecule XAV939, potente e specifico inibitore di TNKS. Il trattamento con XAV939 induce una consistente inibizione della capacità proliferativa e clonogenica, non correlata ad un aumento della mortalità cellulare, indicando una bassa tossicità legata alla molecola. Il co-trattamento di XAV939 e RI (γ-ray, dose 2 Gy) causa una ulteriore inibizione della proliferazione cellulare e della capacità di formare colonie. Abbiamo inoltre constatato, mediante Neutral Comet Assay, una minore efficacia nel riparo del DNA in cellule irradiate trattate con XAV939, indicando un effettivo aumento della radiosensibilità in cellule di MB trattate con l'inibitore di TNKS. L'aumentata mortalità cellulare in cellule tumorali trattate con XAV939 e RI ha confermato la nostra ipotesi. Il nostro studio in vitro indica come TNKS possa essere un utile target terapeutico per rendere più efficace l'attuale terapia contro il MB.
Tankyrase (TNKS) is a member of the poly-ADP-ribose polymerase (PARP) family. TNKS is involving in the stabilization of the “non-homologous end-joining” (NHEJ) proteins complex, referred as “DNA-dependent protein kinase” (DNA-PK). TNKS depletion resulted in degradation of catalytic subunit of DNA-PK (DNA-PKcs) causing increased sensitivity to ionizing radiation (IR). Moreover, TNKS interacts with Axin, stimulating its degradation and arising in a WNT/β-catenin pathway activation; thus, a TNKS protein reduction induces a WNT pathway inhibition. Alterations in this pathway often occur in Medulloblastoma (MB), the most common pediatric malignant brain tumor. Furthermore, post-operative radiotherapy is very effective for MB, but survivors have severe long-terms side effects and radiotherapy response sometimes is limited by intrinsic radioresistance. Hence, an important challenge is to improve radio-sensitivity. In this study we showed the consequences of pharmacological TNKS inhibition on human MB cell lines using the small molecule XAV939, a potent and specific TNKS-PARP activity inhibitor. XAV939 treatment on MB cell lines resulted in a consistent proliferative and clonogenic capability decrease, not related to cell mortality increase, showing the low toxicity of the small molecule. The co-administration of XAV939 and IR (γ-ray, dose 2 Gy) induced a massive inhibition of the clonogenic and proliferative capacity compared to controls. Moreover, we observed, by Neutral Comet Assay, a minor efficacy of the DNA repair in XAV939 and IR treated cells related to IR treated cells, indicating an enhanced MB cells radiosensitivity mediated by TNKS inhibition. The cell mortality increase in XAV939 and IR treated cells, compared to controls, confirmed our thesis. Our in vitro results suggested TNKS as a possible therapeutic target to improve current therapy in MB.
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Renna, Cristiano <1983&gt. "Effetti dell'inibizione di Tanchirasi in linee cellulari di Medulloblastoma umano." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5547/.

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Abstract:
Tanchirasi (TNKS) è un membro della superfamiglia delle PARP (Poli ADP-Ribosio Polimerasi). TNKS è coinvolta nella stabilizzazione della subunità catalitca del complesso proteico DNA-PK (protein chinasi DNA-dipendente), la DNA-PKcs. Questa proteina è fondamentale per il corretto funzionamento del meccanismo di riparo del DNA chiamato "Saldatura Non Omologa delle Estremità" (NHEJ). La deplezione di TNKS induce una degradazione della DNA-PKcs e una maggiore sensibilità alle radiazioni ionizzanti (RI). TNKS è inoltre un regolatore negativo di axina e di conseguenza un attivatore del pathway di WNT; l'inibizione quindi di TNKS induce anche una inibizione del pathway di WNT. Alterazioni in questo signalling si riscontrano frequentemente nel Medulloblastoma (MB), il tumore cerebrale embrionale più comune dell'infanzia. La radioterapia post-operatoria risulta essere molto efficacia in questa neoplasia, ma causa gravi effetti collaterali e un terzo dei pazienti presenta radioresistenza intrinseca. Un'importante sfida per la ricerca è quindi l'aumento della radiosensibilità tumorale. In questo lavoro, abbiamo studiato gli effetti dell'inibizione farmacologica di TNKS in linee cellulari di MB umano, mediante la small molecule XAV939, potente e specifico inibitore di TNKS. Il trattamento con XAV939 induce una consistente inibizione della capacità proliferativa e clonogenica, non correlata ad un aumento della mortalità cellulare, indicando una bassa tossicità legata alla molecola. Il co-trattamento di XAV939 e RI (γ-ray, dose 2 Gy) causa una ulteriore inibizione della proliferazione cellulare e della capacità di formare colonie. Abbiamo inoltre constatato, mediante Neutral Comet Assay, una minore efficacia nel riparo del DNA in cellule irradiate trattate con XAV939, indicando un effettivo aumento della radiosensibilità in cellule di MB trattate con l'inibitore di TNKS. L'aumentata mortalità cellulare in cellule tumorali trattate con XAV939 e RI ha confermato la nostra ipotesi. Il nostro studio in vitro indica come TNKS possa essere un utile target terapeutico per rendere più efficace l'attuale terapia contro il MB.
Tankyrase (TNKS) is a member of the poly-ADP-ribose polymerase (PARP) family. TNKS is involving in the stabilization of the “non-homologous end-joining” (NHEJ) proteins complex, referred as “DNA-dependent protein kinase” (DNA-PK). TNKS depletion resulted in degradation of catalytic subunit of DNA-PK (DNA-PKcs) causing increased sensitivity to ionizing radiation (IR). Moreover, TNKS interacts with Axin, stimulating its degradation and arising in a WNT/β-catenin pathway activation; thus, a TNKS protein reduction induces a WNT pathway inhibition. Alterations in this pathway often occur in Medulloblastoma (MB), the most common pediatric malignant brain tumor. Furthermore, post-operative radiotherapy is very effective for MB, but survivors have severe long-terms side effects and radiotherapy response sometimes is limited by intrinsic radioresistance. Hence, an important challenge is to improve radio-sensitivity. In this study we showed the consequences of pharmacological TNKS inhibition on human MB cell lines using the small molecule XAV939, a potent and specific TNKS-PARP activity inhibitor. XAV939 treatment on MB cell lines resulted in a consistent proliferative and clonogenic capability decrease, not related to cell mortality increase, showing the low toxicity of the small molecule. The co-administration of XAV939 and IR (γ-ray, dose 2 Gy) induced a massive inhibition of the clonogenic and proliferative capacity compared to controls. Moreover, we observed, by Neutral Comet Assay, a minor efficacy of the DNA repair in XAV939 and IR treated cells related to IR treated cells, indicating an enhanced MB cells radiosensitivity mediated by TNKS inhibition. The cell mortality increase in XAV939 and IR treated cells, compared to controls, confirmed our thesis. Our in vitro results suggested TNKS as a possible therapeutic target to improve current therapy in MB.
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Mansell, Adrian Richard. "Linear transmitter design for flexible mobile transceivers." Thesis, University of Bristol, 1997. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.361137.

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Bajic, Mirko M. "Design of dynamic cellular manufacturing systems." Title page, abstract and contents only, 2001. http://web4.library.adelaide.edu.au/theses/09PH/09phb165.pdf.

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Abstract:
Bibliography: leaves 172-184. An analytical approach to the integrated problems of designing the dynamic cellular manufacturing systems layout concurrently with its material flow (handling) requirements, in such a manner that minimises the material handling within the system. The proposed strategy encourages the design of a dynamic layout to identify simultaneously the machine groups, economical machine distribution, and intracell and intercell layouts.
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O'Neill, Ciaran Francis. "Cellular mechanisms of sensitivity and resistance to platinum agents." Thesis, Institute of Cancer Research (University Of London), 1999. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.324883.

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Chiechi, Antonella <1979&gt. "Caratterizzazione di linee cellulari da pazienti con sarcomi delle parti molli." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2141/1/chiechi_antonella_tesi.pdf.

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Chiechi, Antonella <1979&gt. "Caratterizzazione di linee cellulari da pazienti con sarcomi delle parti molli." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2141/.

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Milota, Tomáš. "Studie efektivnosti využití pracovišť ve vybraném provozu." Master's thesis, Vysoké učení technické v Brně. Fakulta podnikatelská, 2017. http://www.nusl.cz/ntk/nusl-318338.

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Abstract:
This thesis deals with the analysis of data obtained by observing and measuring workplaces of assembly lines with a focus on the efficiency of their utilization, through selected elements of industrial engineering, which the reader can get acquainted with in the theoretical part of the thesis. In this thesis the line productivity during the shifts is analyzed, an ideal line balancing condition is defined and suggestion for changing the time of line consumption norm according to the measured line cycle time is made. According to the complex analyzes of the workplaces, suggestions are concluded and an economic appreciation of these proposals is also elaborated. The author of this thesis finds the main benefit of this work in increasing of the productivity of the analyzed line in the case of implementation of solution designs.
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Kenney-Herbert, Emma Mary. "Molecular and cellular characterisation of human glioblastoma tumour-initiating cell lines." Thesis, University of Cambridge, 2010. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.608958.

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MROZEK, MARIE AGNES. "Effetti “in vitro” dell’Apigenina sulla proliferazione di linee cellulari di Rabdomiosarcoma e Osteosarcoma." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/208552.

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Abstract:
I sarcomi comprendono un eterogeneo gruppo di tumori mesenchimali. Si presentano generalmente come una massa asintomatica che può insorgere in qualsiasi parte del corpo, in particolare le estremità, il tronco e il retroperitoneo. Possono essere raggruppati in due gruppi principali: sarcoma dei tessuti molli e sarcoma primario dell’osso. Il più comune sarcoma dei tessuti molli dell’infanzia e dell’adolescenza è rappresentato dal Rabdomiosarcoma, che è un tumore mesenchimale appartenente alla categoria dei “tumori a piccole cellule rotonde dell’infanzia”. Mentre il più comune tumore solido primario dell’osso nel periodo dell’adolescenza è rappresentato dall’Osteosarcoma, composto da cellule mesenchimali maligne, fusiformi che producono matrice osteoide o osso immaturo. Non sono ancora chiari i meccanismi e le molecole coinvolti nello sviluppo dei Rabdomiosarcomi e Osteosarcomi. E’ stata riscontrata una certa tendenza alla familiarità in associazione a malattie di origine genetica come la neurofibromatosi di tipo 1, la sindrome di Gardner, la sindrome di Li-Fraumeni. Diversi studi hanno dimostrato che anche alterazioni genetiche, date da amplificazione di oncogeni maggiormente implicati nello sviluppo dei sarcomi come c-myc, membri della famiglia di ras e i recettori ErbB, sono implicate nello sviluppo di sarcomi. In linea generale è possibile affermare che le possibilità di sopravvivenza a 5 anni si riducono nettamente e progressivamente con l’avanzare dello stadio della malattia. Infatti con una diagnosi tempestiva la sopravvivenza supera il 90 % dei casi, mentre non supera il 15 % nelle forme che hanno già dato metastasi. Il trattamento dei Rabdomiosarcomi e degli Osteosarcomi comprende una combinazione di diversi approcci terapeutici rappresentati dalla chirurgia e radioterapia, da sole o in combinazione tra loro, e dalla chemioterapia, utilizzata sempre in combinazione con le precedenti, con terapie adiuvanti e neoadiuvanti che utilizzano diverse combinazione di agenti chemioterapici. L’analisi dell’effetto di nuovi composti con attività antitumorale sulle cellule di Osteosarcoma e Rabdomiosarcoma, potrebbe portare all’identificazione di nuovi agenti da utilizzare in combinazione con le terapie tradizionali. A tal proposito, diversi studi epidemiologici hanno dimostrato che una elevata assunzione di flavonoidi, presenti nelle piante, riduce il rischio di insorgenza di malattie cronico-degenerative, tra cui quelle tumorali. Tra i flavonoidi studiati, l’apigenina, appartenente alla famiglia dei flavoni, ha destato negli ultimi anni un particolare interesse per i suoi effetti biologici sulle cellule tumorali rispetto alla loro controparte normale e per la sua bassa tossicità. In questo lavoro è stato valutato l’effetto dell’apigenina sulla proliferazione di cellule tumorali di Rabdomiosarcoma (RD18 e RH4) e di Osteosarcoma (SAOS). Le cellule sono state infatti trattate con l’apigenina e sono state valutate per la sopravvivenza cellulare, la variazione della popolazione nelle diverse fasi del ciclo cellulare, la modificazione dell’espressione dei recettori ErbB, in particolare EGFR, e dei geni implicati nelle vie di trasduzione del segnale attivate dai recettori stessi, come le MAP chinasi ERK1 ed ERK2 e AKT, implicati nello sviluppo dei sarcomi. L’effetto antitumorale in vitro dimostrato dall’apigenina, indica la necessità di effettuare studi pre-clinici su modelli animali e suggerisce la possibilità di utilizzare l’apigenina come un potenziale agente chemiopreventivo e antitumorale.
Sarcomas are a heterogeneous group of mesenchymal neoplasms. They appear commonly as an asymptomatic mass originating anywhere in the body, expecially in the extremity, in the trunk and in the retroperitoneum. Sarcomas can be grouped into two general categories: soft tissue sarcoma and primary bone sarcoma. The most common soft tissue sarcoma of childhood and adolescence is the Rhabdomyosarcoma, which is a mesenchymal tumor belonging to “small round cell tumors of childhood” category. The most common primary bone sarcoma in adolescence is represented by the Osteosarcoma, composed of spindle cells producing osteoid matrix or immature bone. Mechanisms and molecules involved in Rhabdomyosarcoma and Osteosarcoma development are not yet elucidated. It has been found a familiar tendency in association with some genetic sindrome such as Neurofibromatosis type 1, Gardner syndrome, Li-Fraumeni syndrome. Several studies have demonstred that also genetic alterations such as oncogenes amplification (e.g. c-myc, members of the ras family and ErbB receptors) are associated with an increase risk of sarcomas development. In general we can say that a 5- years survival chance decrease sharply and progressively with stage disease. In fact, with a well-timed diagnosis the survival rate rises to 90% of cases, indeed it does not exceed 15% of cases in the presence of metastasis. Rhabdomyosarcoma and Osteosarcoma treatment comprise a combination of several terapeutic approachs including surgery and the radiotherapy, alone or in combination, and the chemotherapy, which utilizes several combinations of chemotherapeutics agents. Analysis of the effects of new compounds with antitumor activity in Osteosarcoma and Rhabdomyosarcoma tumors cells, could lead to identify new agents to be utilized in combination with traditional therapies. Several epidemiologic studies have demonstrated the importance of flavonoids, which are present in plants. In fact, enhancing flavonoid intake decrease the risk of insurgence of chronics-degeneratives disease. Among flavonids we have studied apigenin, because of its low toxicity and its demonstrated biological effects on tumoral cells. In this work we have evaluated the apigenin effect on Rhabdomyosarcoma tumorals cells (RD18, RH4) and Osteosarcoma tumorals cells (SAOS) proliferation. Cells have been treated with apigenin and we have studied cellular survival, the cellular population change in different phases of cellular cycle and the modulation of ErbB receptors, in particular EGFR. We have also evaluated the different expression of genes involved in signal transduction pathways, such as mitogen-activated protein kinase (MAPK) ERK1 and ERK2 and AKT, implicated in sarcomas development. The antitumor effect demonstrated by apigenin “in vitro” indicates the necessity of preclinical studies on animal models and suggests that apigenin may represent a chemopreventive and antitumor agent.
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Landron, Orlando. "Microwave multipath resolution in microcellular channels." Thesis, This resource online, 1992. http://scholar.lib.vt.edu/theses/available/etd-03032009-040639/.

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Knapp, Bettina, and Lars Kaderali. "Reconstruction of Cellular Signal Transduction Networks Using Perturbation Assays and Linear Programming." Saechsische Landesbibliothek- Staats- und Universitaetsbibliothek Dresden, 2014. http://nbn-resolving.de/urn:nbn:de:bsz:14-qucosa-127239.

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Abstract:
Perturbation experiments for example using RNA interference (RNAi) offer an attractive way to elucidate gene function in a high throughput fashion. The placement of hit genes in their functional context and the inference of underlying networks from such data, however, are challenging tasks. One of the problems in network inference is the exponential number of possible network topologies for a given number of genes. Here, we introduce a novel mathematical approach to address this question. We formulate network inference as a linear optimization problem, which can be solved efficiently even for large-scale systems. We use simulated data to evaluate our approach, and show improved performance in particular on larger networks over state-of-the art methods. We achieve increased sensitivity and specificity, as well as a significant reduction in computing time. Furthermore, we show superior performance on noisy data. We then apply our approach to study the intracellular signaling of human primary nave CD4+ T-cells, as well as ErbB signaling in trastuzumab resistant breast cancer cells. In both cases, our approach recovers known interactions and points to additional relevant processes. In ErbB signaling, our results predict an important role of negative and positive feedback in controlling the cell cycle progression.
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Knapp, Bettina, and Lars Kaderali. "Reconstruction of Cellular Signal Transduction Networks Using Perturbation Assays and Linear Programming." Public Library of Science, 2013. https://tud.qucosa.de/id/qucosa%3A27289.

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Abstract:
Perturbation experiments for example using RNA interference (RNAi) offer an attractive way to elucidate gene function in a high throughput fashion. The placement of hit genes in their functional context and the inference of underlying networks from such data, however, are challenging tasks. One of the problems in network inference is the exponential number of possible network topologies for a given number of genes. Here, we introduce a novel mathematical approach to address this question. We formulate network inference as a linear optimization problem, which can be solved efficiently even for large-scale systems. We use simulated data to evaluate our approach, and show improved performance in particular on larger networks over state-of-the art methods. We achieve increased sensitivity and specificity, as well as a significant reduction in computing time. Furthermore, we show superior performance on noisy data. We then apply our approach to study the intracellular signaling of human primary nave CD4+ T-cells, as well as ErbB signaling in trastuzumab resistant breast cancer cells. In both cases, our approach recovers known interactions and points to additional relevant processes. In ErbB signaling, our results predict an important role of negative and positive feedback in controlling the cell cycle progression.
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Skarmoutsou, Evangelia. "Notch1 e TGF-beta1 nell'espressione di FOXP3 in linee cellulari umane di melanoma." Thesis, Università degli Studi di Catania, 2011. http://hdl.handle.net/10761/197.

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Abstract:
Il melanoma e' un tumore altamente aggressivo e altamente resistente alla chemio e radioterapia, quindi una migliore conoscenza dei meccanismi molecolari coinvolti nella proliferazione delle cellule di melanoma potra' permettere lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche. Le cellule tumorali hanno sviluppato dei meccanismi immuno-inibitori e tolerogenici, i quali sono stati per lungo tempo considerati esclusivi di sottopopolazioni linfocitarie T. Il fattore di trascrizione forkhead FOXP3, un fattore chiave nella funzione delle cellule T regolatorie, viene espresso anche dalle cellule tumorali. I pathway del Notch e del TGFbeta regolano insieme l'espressione di FOXP3. Il Notch viene attivato tramite due tagli enzimatici sequenziali, uno dei quali e' catalizzato dal complesso della gamma-secretasi. Lo scopo di questo lavoro e' quello di determinare se il "cross-talk" tra le due vie rappresenta un evento fondamentale per l'induzione di FOXP3 nelle linee cellulari di melanoma umano A375 e A2058. L'espressione di FOXP3, analizzata tramite RT-PCR, western blotting e immunocitochimica, e' stata modulata per mezzo di trattamenti delle cellule con un inibitore della gamma-secretasi e con TGF-beta1. I risultati di questo studio mostrano che FOXP3 e' espresso, sia come trascritto che come proteina, nelle linee cellulari prese in esame. Inoltre, il trattamento con l'inibitore, con o senza l'aggiunta di TGF-beta1, causa una downregulation dell'mRNA e della proteina di Foxp3. Tale decremento risulta piu pronunciato nelle cellule mantenute in assenza di TGF-beta1. Il trattamento con TGF-beta1 induce un aumento del livello d'espressione del Notch, suggerendo cosi' la presenza di un'azione sinergica dei pathaway del TGF-beta1 e del Notch. Questo studio suggerisce che nelle cellule di melanoma A375 e A2058, il FOXP3 viene principalmente modulato dal pathway del Notch. La risposta immunitaria antitumorale dell'ospite potrebbe essere incrementata da approcci farmacologici, mirati ad inibire il pathway del Notch per mezzo degli inibitori della gamma-secretasi.
Melanoma represents the most aggressive, increasing and lethal skin malignancy. Chemo- and radiation therapy are of limited efficacy for melanoma treatment. Understanding of molecular mechanisms involved in melanoma cell proliferation will undoubtly allow the development of new therapeutic approaches. Tumor cells have adopted inhibitory mechanisms originally thought to be restricted to lymphocyte subpopulations. The forkhead transcription factor FOXP3, a specific key player in regulatory T cells function, is also expressed by cancer cells. It is known that Notch and TGF-beta signalling pathways cooperatively regulate FOXP3 expression. Notch is activated through two sequential enzymatic cleavage events, one of which is catalyzed by gamma-secretase complex. This study was to determine whether the cross-talk between the TGF-beta1 and Notch1 signalling is a required pathway for the induction of FOXP3 expression in melanoma cell lines A375 and A2058. FOXP3 expression, analyzed by RT-PCR, western blotting and immunocytochemistry, was modulated by treatment with a gamma-secretase inhibitor and TGF-beta1. Results show that FOXP3 is expressed both at the transcript and protein level by cancer cell lines under study. Furthermore, inhibitor treatment, with or withoutTGF-beta1, caused a decreased expression of mRNA and the levels of mature protein of Foxp3. However, such a decreased expression was more pronounced without TGF-beta1. This study suggests that FOXP3 may be modulated by Notch signaling in melanoma cell lines. Notch inhibition, as by a gamma-secretase inhibitoir treatment, could increase an effective anti-tumour immune response by decreasing FOXP3 expression.
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Saqar, Wedad Ali. "Characterization of Small Conductance Calcium-Activated Potassium Channels in a Human Lens Epithelium Cell Line (B3)." Wright State University / OhioLINK, 2014. http://rave.ohiolink.edu/etdc/view?acc_num=wright1401279427.

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Mehta, Kalpita Deepak. "Commercialization of Transiently Transfected Cell Lines for High Throughput Drug Screening and Profiling Applications." Case Western Reserve University School of Graduate Studies / OhioLINK, 2010. http://rave.ohiolink.edu/etdc/view?acc_num=case1269628794.

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Yousuf, Ghadah Khaled. "The Effect of Violacein Extracted from Chromobacterium violaceum on Growth of Breast, Colon, Lung, and, Prostate Cancer Cell Lines." Thesis, Tennessee State University, 2017. http://pqdtopen.proquest.com/#viewpdf?dispub=10243226.

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Abstract:

Chromobacterium violaceum (CV) produces a violet color pigment known as Violacein. It has been reported that violacein has anticancer activity. This compound is produced by CV a gram-negative facultatively anaerobic bacterium found in soil and water environmental samples. The purpose of this study was to determine the effect of purified violacein on select cancer cell lines. Violacein used in this study was purified from CV strain (14N23), a strain isolated from environmental samples collected in the Tennessee Copper Basin. The previous reports used a crude extract preparation of violacein; thus, it was of interest to determine the effect of the pure compound on cancer cell growth was similar to that of the crude extracts. The compound purified following the method of Mehta, et al. was exposed to cancer cells and cell death assessed using the Alamar Blue procedure. It was found that violacein had no effect on A549, BT549, and PC3 cancer cell growth; however, there was a significant effect on Colo-320 cancer cells. It was concluded that further studies are required to assess the effect of violacein on enzymes and proteins involved in the cancer cell apoptotic pathways. Such studies will explain why cancer cell death was observed in certain cancer cells and not others.

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Vieceli, Dalla Sega Francesco <1979&gt. "ROS generate dalle NAD(P)H ossidasi nella segnalazione redox in linee cellulari leucemiche." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3870/1/VieceliDallaSega_Francesco_tesi.pdf.

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Abstract:
Discovery of the Nox family has led to the concept that ROS are “intentionally” generated and are biologically functional in various cell types. Over the last decades, ROS have been shown to be involved in several physiological and pathological processes and ROS producing enzymes have been suggested as a target for drug development. The mechanism involved in the prosurvival effect of cytokines on the human acute myeloid leukaemia cell lines M07e and B1647 is investigated. A decrease in intracellular reactive oxygen species (ROS) content, glucose transport activity and cell survival was observed in the presence of inhibitors of plasma membrane ROS sources, such as DPI and apocynin, and by small interference RNA for NOX2 in M07e cells. Furthermore, Nox generated ROS are required to sustain B1647 cell viability and proliferation; in fact, antioxidants such as EUK-134 or Nox inhibitors and siRNA direct cells to apoptotic cell death, suggesting that manipulation of cellular NOX2 and NOX4 could affect survival of leukemic cells. Moreover, hydrogen peroxide has been long thought to be freely diffusible but recent evidence suggest that specific mammalian aquaporin homologues (AQP8) possess the capacity to channel H2O2 across membrane. In this thesis is shown that inhibition of aquaporins diminishes intracellular ROS accumulation either when H2O2 is produced by Nox enzymes or when is added exogenously to the medium. These data suggest that specific inhibition of Nox enzymes and AQP8 could be an interesting novel anti-leukemic strategy.
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Vieceli, Dalla Sega Francesco <1979&gt. "ROS generate dalle NAD(P)H ossidasi nella segnalazione redox in linee cellulari leucemiche." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3870/.

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Abstract:
Discovery of the Nox family has led to the concept that ROS are “intentionally” generated and are biologically functional in various cell types. Over the last decades, ROS have been shown to be involved in several physiological and pathological processes and ROS producing enzymes have been suggested as a target for drug development. The mechanism involved in the prosurvival effect of cytokines on the human acute myeloid leukaemia cell lines M07e and B1647 is investigated. A decrease in intracellular reactive oxygen species (ROS) content, glucose transport activity and cell survival was observed in the presence of inhibitors of plasma membrane ROS sources, such as DPI and apocynin, and by small interference RNA for NOX2 in M07e cells. Furthermore, Nox generated ROS are required to sustain B1647 cell viability and proliferation; in fact, antioxidants such as EUK-134 or Nox inhibitors and siRNA direct cells to apoptotic cell death, suggesting that manipulation of cellular NOX2 and NOX4 could affect survival of leukemic cells. Moreover, hydrogen peroxide has been long thought to be freely diffusible but recent evidence suggest that specific mammalian aquaporin homologues (AQP8) possess the capacity to channel H2O2 across membrane. In this thesis is shown that inhibition of aquaporins diminishes intracellular ROS accumulation either when H2O2 is produced by Nox enzymes or when is added exogenously to the medium. These data suggest that specific inhibition of Nox enzymes and AQP8 could be an interesting novel anti-leukemic strategy.
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ZERBINATI, Carlotta. "Cellular activity of microRNAs dysregulated in breast cancer." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2014. http://hdl.handle.net/11392/2388950.

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Abstract:
Breast cancer is one of the major health problems worldwide and it is the second cause of cancer-related in women. Patients often develop resistance to the current therapies. For this reason, the identification of new specific clinical molecular markers and pharmacologic targets in cancer research is an ongoing challenge. Over the last years, microRNAs (miRNAs) have become one of the main subjects of study in the area of cancer genomics. They negatively regulate gene expression post-transcriptional by inhibiting translation and causing degradation of target mRNA. More than a thousand miRNAs exist in the human genome and each one can potentially regulate hundreds of mRNAs. By regulating the expression of target genes, miRNAs can have a tumor suppressor or oncogenic role. Therefore, miRNAs can play an important role in all the phases of cancer, like as initiation, progression, growth, apoptosis, invasion and metastasis. In a previous study based on miRNA profiling, in different solid tumors, comprised breast cancer, and normal tissues, several miRNA were reported to be over- or down-regulated in solid tumors in comparison to normal tissues (Volinia et al. Genome Res. 2010). In other scientific reports other miRNAs were positively or negatively correlated with tumor progression (Volinia S. and Croce CM. PNAS 2013). Starting from these literature data, we decided to analyze the in vitro effect of the administration of this tumor-related miRNAs in order to verify their effect on the viability and transcriptional regulation in breast cancer cell line, in order to gain experimental evidences on their actual involvement in the tumor illness. Firstly, we have chosen 10 different cell lines of breast cancer origin (MCF-7, MDA-MB-231, MDA-MB-468, MDA-MB-361, SKBR3, T47D, BT474, ZR75.1, MDA-MB-453, HBL-100) and on 2 cell lines of breast normal epithelium (MCF10A and 184A1). Genomic analysis revealed presence of a complex panel of cancer-related mutations, and the cell lines were different in term of cell growth. We checked also the miRNA levels inside cell lines. Two groups of primary solid tumor-related (23 miRNAs: hsa-miR-126*, hsa-let-7d*, hsa-miR-326, hsa-miR-320c, hsa-miR-302a, hsa-miR-222, hsa-miR-218, hsa-miR-210, hsa-miR-206, hsa-miR-203, hsa-miR-202, hsa-miR-181a, hsa-miR-142, hsa-miR-145, hsa-miR-143, hsa-miR-138, hsa-miR-130b, hsa-miR-126, hsa-miR-99a, hsa-miR-28-5p, hsa-miR-33b, hsa-miR-26b, hsa-miR-21) or progression-related (15 miRNAs: hsa-miR-9, hsa-miR-10a, hsa-miR-25, hsa-miR-27, hsa-miR-30a, hsa-miR-93, hsa-miR-103, hsa-miR-148b, hsa-miR-151, hsa-miR-301a, hsa-miR-328, hsa-miR-484, hsa-miR-615, hsa-miR-874, hsa-miR-1307) miRNAs were transiently transfected into cells, and viability was assessed. We were able to experimentally identify two groups of miRNAs which were able to significantly increase or decrease cell viability. The miRNAs that showed to increase cellular viability in five out twelve cell lines were: miR-130b, miR-138, miR-210, miR-148b and miR-1307. On the other hand, miR-93, miR-126 and miR-145 displayed a significant inhibitory effect on cell viability in five out twelve cell lines. These miRNAs were further investigated for their capacity to affect cell migration, cell invasion, and genome profiling. The main outcome of our work has been the identification from a wide list of cancer-related miRNAs of few of them involved in the in vitro regulation of cell growth and invasion. As a first attempt to identify target genes commonly regulated in vivo and in vitro, we have bioinformatically identified, in a first not exhaustive screening, PTEN and DICER1 genes, which in vivo and in vitro negatively correlated with miR-210 and miR-130b, respectively.
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MARCHETTI, SARA. "A CASE STUDY ON COMBUSTION-DERIVED PARTICLES: EVALUATION OF THE BIOLOGICAL EFFECTS ON HUMAN PULMONARY CELL LINES." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2020. http://hdl.handle.net/10281/261925.

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Abstract:
L'inquinamento atmosferico è una considerevole minaccia, sia per l’ambiente che per la salute. È stato classificato come cancerogeno per l'uomo (gruppo 1) e contribuisce notevolmente all’aumento di morbilità, mortalità e all'esacerbazione delle malattie respiratorie e cardiovascolari. L'inquinamento atmosferico può essere generato sia da fonti naturali che antropogeniche. Tra le fonti antropogeniche i principali contribuenti sono le particelle emesse dalla combustione di biomassa e motori a diesel. Numerosi studi sperimentali ed epidemiologici sono stati condotti su queste particelle, considerate tra le principali responsabili degli effetti avversi sulla salute dopo l'esposizione al particolato (PM). Questi studi descrivono gli effetti tossicologici delle particelle riportando risposte diverse in funzione di specifici endpoint biologici studiati in sistemi in vitro e in vivo. Le proprietà del PM possono infatti variare in base a diversi parametri, tra cui le fonti di emissione. Infatti, in base alle fonti di emissione le particelle possono mostrare diverse proprietà fisico-chimiche, come dimensioni, forma, superficie, solubilità e composizione chimica. Tutte queste proprietà possono influenzare in maniera significativa la riposta biologica e quindi l'impatto finale sulla salute umana. Tuttavia, la nostra conoscenza delle diverse risposte biologiche e dei meccanismi molecolari innescati da particelle con proprietà fisico-chimiche variabili è ancora scarsa. Nella presente tesi sono state studiate le proprietà citotossiche, genotossiche e cancerogene delle particelle raccolte durante la combustione di diverse fonti di biomassa e diesel (CDP): - particelle di biomassa raccolte dall'emissione di un sistema di riscaldamento funzionante rispettivamente con pellet, carbone o legno; - particelle ultrafini di diesel (DEP) campionate direttamente da un motore leggero Euro IV senza filtro antiparticolato. Nella prima parte del lavoro, è stata prestata attenzione alle particelle raccolte dalla combustione della biomassa. È stato studiato il ruolo possibilmente svolto dalle particelle, raccolte durante la combustione di differenti biomasse in condizioni identiche nella stessa stufa (comunemente utilizzata), su diversi processi tossicologici e cancerogeni. Per esplorare ulteriormente il ruolo relativo del nucleo carbonioso delle particelle, rispetto ai composti chimici adsorbiti su di esso, nella risposta delle cellule epiteliali polmonari sono state testate anche le rispettive frazioni organiche e le rimanenti particelle lavate. Per valutare gli effetti della biomassa dopo esposizione acuta e prolungata sono state utilizzate due diverse linee cellulari: cellule epiteliali alveolari A549 (Capitoli 1 e 2) e cellule epiteliali bronchiali HBEC-3KT (Capitolo 3). Nella seconda parte del lavoro (capitolo 4), sono stati descritti gli effetti biologici indotti dalle particelle derivanti dalla combustione di diesel (DEP) focalizzandosi sugli effetti prodotti a livello respiratorio e vascolare. È stato studiato anche uno dei possibili meccanismi molecolari coinvolti nell’insorgenza degli effetti cardiovascolari indotti dal DEP. In conclusione, la presente tesi sottolinea il ruolo centrale della composizione chimica delle particelle nella manifestazione di importanti effetti sulla salute. I risultati ottenuti dimostrano che le particelle provenienti da diverse fonti di emissione e da carburanti possono influire in modo diverso sulla salute umana, sia a livello respiratorio che a livello cardiovascolare, in base alla loro composizione chimica. Pertanto, sono necessarie strategie avanzate per ridurre l'impatto biologico innescato dall'emissione di motori diesel e sistemi di riscaldamento a biomassa e per prevenire effetti dannosi sulla salute.
Airborne pollution is a noteworthy environmental and health threat. It has been classified as carcinogenic to humans (Group 1) and greatly contributes to increased morbidity, mortality and respiratory and cardiovascular diseases exacerbation. Air pollution can be generated both by natural and anthropogenic sources. Among anthropogenic sources the main contributors are diesel exhaust and biomass-derived particles. Several experimental and epidemiological studies have been performed on traffic-related and biomass burning-derived particles as chief contributors to the adverse health effects reported after exposure to particulate matter (PM). These studies describe the particle toxicological effects reporting different responses on the biological endpoints investigated on in vitro and in vivo systems. PM properties indeed may vary depending on several parameters, including emission sources. According to the different emission sources, particles can show different physico-chemical properties, such as size, shape, surface area, solubility and chemical composition. All these properties might seriously affect the biological reactivity and thus the final impact on human health. Nevertheless, our knowledge on the different biological responses and molecular mechanisms triggered by particles with variable physico-chemical properties is still poor. In the present thesis, the cytotoxic, genotoxic and pro-carcinogenic properties of particles collected during combustion of different biomass and diesel sources (CDPs) have been investigated: - biomass particles collected from the emission of a heating system operating with pellet, charcoal or wood respectively; - diesel exhaust ultrafine particles (DEP) directly sampled from a Euro IV vehicle run over a chassis dyno. In the first part of the work, attention was given to particles collected from biomass combustion. The role possibly played by biomass particles collected during the combustion of different fuels under identical conditions in the same stove (commonly used) on different toxicological and pro-carcinogenesis processes was investigated. To further explore the relative role of the particle core versus particle-adsorbed compounds in the lung epithelial cells response, the respective organic fractions and the remaining washed particles were also tested. Two different cell lines were used to assess biomass effects after acute and prolonged exposure: A549 alveolar epithelial cells (Chapters 1 and 2) and HBEC-3KT bronchial epithelial cells (Chapter 3). In the second part of the work (Chapter 4), the biological effects induced by diesel combustion particles (DEP) were described, focusing on their health hazard at both respiratory and vascular levels. Moreover, a possible molecular mechanism leading to cardiovascular effects induced by DEP has been explored. In conclusion, the present thesis points out the central role of the particle chemical composition in generating significant adverse outcomes. These results demonstrated that particles from different emission sources and fuels may differently affect human health at respiratory and cardiovascular levels according to their composition. Thus, advanced strategies are needed to reduce the biological impact triggered by the emission of diesel engine and biomass-propelled heating systems and prevent harmful health effects.
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Faidutti, Marco <1993&gt. "Scelte sulla lunghezza della linea di prodotto in risposta all’intensità competitiva: il caso del settore dei telefoni cellulari." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15829.

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Abstract:
Questo elaborato ha come obiettivo quello di analizzare le strategie utilizzate dalle aziende in merito alla gestione delle proprie linee di prodotto, con particolare riferimento alla lunghezza della gamma, per rispondere all’ambiente competitivo nel quale sono inserite. Il settore sul quale si focalizza la tesi è quello della telefonia. Si vuole inoltre andare ad analizzare l’impatto che può avere l’intensità competitiva, rappresentata da diversi indicatori come per esempio il numero di aziende operanti nel settore, sulla lunghezza della linea di prodotto delle aziende. Tramite la creazione di un esteso database, comprendente tutti i brand di telefonia (dalla A alla I) che hanno immesso sul mercato prodotti dall’anno 2012 al 2018, si è voluto analizzare le differenti scelte strategiche ed economiche effettuate dalle imprese, in un settore (quello dei dispositivi telefonici) che ha subito notevoli cambiamenti e innovazioni tecnologiche negli ultimi anni. Con la successiva analisi statistica si è voluto comprendere il tipo di relazione che lega la variabile indipendente (ovvero l’intensità competitiva), con quella dipendente (la lunghezza della linea di prodotti) per verificare, per esempio, se all'aumentare dell'intensità competitiva, le imprese scelgano di introdurre più o meno prodotti all’interno della loro gamma. L’elaborazione di un database che includa i dati storici comprendenti più anni, ha permesso di indagare su come le aziende decidano di reagire, in termini di estensione della linea, ad un mercato che anno dopo anno evolve e si innova con prodotti sempre più performanti e completi. I risultati ottenuti mostrano come ci sia una relazione causale non lineare tra le differenti variabili proposte nell’analisi, che dimostra come inizialmente le aziende, all’aumentare dell’intensità competitiva, scelgano di rispondere con l’inserimento di nuovi prodotti nella gamma; questo però avviene solo fino ad un certo livello, superato il quale le strategie cambiano e i dispositivi introdotti diminuiscono, diventando più performanti.
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Rinehart, Janet Emilea. "Development of HeLa cell lines that differentiate human rhinoviruses using the major cellular receptor /." The Ohio State University, 1993. http://rave.ohiolink.edu/etdc/view?acc_num=osu148784410597496.

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RAMIREZ, MORALES RAFAEL IGNACIO. "Molecular and cellular effects of mycophenolic acid: study on prostate cancer derived cell lines." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/1064.

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Abstract:
L'acido micofenolico (MPA) è una micotossina nota per la sue proprietà antibiotiche, anti-neoplastiche, immunosoppressorie, antivirali, antimicotiche, e anti-psoriasi. L'MPA è un inibitore reversibile non competitivo dell'IMPDH, l'enzima chiave nella biosintesi delle purine. Con la riduzione della riserva di nucleosidi, l'MPA inibisce efficacemente la sintesi di RNA e di DNA. L'assenza di divisione del DNA è il meccanismo principale attraverso cui l'acido micofenolico provoca l'arresto del ciclo cellulare. E' stato recentemente dimostrato che l'MPA induce la ridifferenziazione di vari tipi di cellule neoplastiche, tra cui alcune linee cellulari derivate da adenocarcinoma prostatico. L'obiettivo della nostra ricerca è quello di determinare gli effetti dell'MPA su delle linee cellulari derivate da adenocarcinoma prostatico. L'obiettivo a lungo termine è quello di creare un modello in vitro per lo studio delle escrezioni prostatiche, in particolare dei prostasomi. Per raggiungere questo obiettivo abbiamo cercato delle prove a lungo e breve termine dell'azione dell'MPA sia a livello citologico che genetico. Abbiamo anche valutato se tali modifiche venisero mantenute anche dopo la sospensione del trattamento farmacologico. Abbiamo osservato diversi gradi di ridifferenziazione sulla base di criteri morfologici, fisiologici e molecolari. In particolare, l'MPA ha indotto l'espressione di diversi marcatori molecolari per la differenziazione e la funzione epiteliale, cioè di MME, DPP IV e PSA. Inoltre, abbiamo rilevato la trascrizione del Recettore Androgeno (AR) in un tipo cellulare in cui l'espressione era precedentemente assente, evento che indica la rimozione della repressione trascrizionale del gene. Livelli iniziali di HPRT sembrano essere un indicatore della sensibilità delle cellule agli effetti inibitori IMPDH. E' noto che l'esaurimento dei livelli intracellulari di GTP, causato dall'inibizione dell'attività IMPDH da parte dell'MPA, regola l'espressione di IMPDH. Noi mostriamo che nelle cellule prostatiche le isoforme sono regolate autonomamente. Il nostro lavoro dimostra che l'MPA induce una ridifferenziazione parziale sia fenotipica che funzionale delle linee cellulari derivate dal cancro alla prostata da noi studiate. Inoltre abbiamo ottenuto prove che evidenziano che le modifiche citologiche e molecolari, dovute al ridifferenziazione indotta da MPA, vengono mantenute anche in assenza del farmaco.
Mycophenolic Acid (MPA) is a mycotoxin well studied for its antibiotic, anti-neoplastic, immunosuppressant, antiinflammatory, antiviral, antipsoriasis and antifungal properties. MPA is a uncompetitive reversible inhibitor of IMPDH, the pivotal enzyme in purine biosynthesis. By reducing the nucleoside pool, MPA effectively inhibits Ribonucleic Acid (RNA) and Deoxyribonucleic Acid (DNA) synthesis, the main mechanism by which it achieves cell cycle arrest. MPA has been recently shown to induce redifferentiation of various neoplastic cell types, including Prostate Cancer derived cell lines. The goal of our research is to determine the effects of MPA on Prostate Cancer derived cell lines. The long term objective is to establish an in vitro model for the study of prostate derived exosomes, the prostasome. To meet this objective we sought evidence of long and short term effects of MPA both on cytological and genetic levels. We also assesed if these modifications were maintained beyond the pharmacological challenge. We observed varying degrees of redifferentiation, based on the morphological, physiological and molecular criteria. In particular, MPA induced expression of various molecular markers for epithelial differentiation and function, namely MME, DPP IV and PSA. Additionally, we detected transcription of the AR in a cell type where expression was previously absent, indicating the lift of the transcriptional repression of the gene. Initial levels of HPRT seem to be an indicator of cell sensibility to IMPDH inhibitors. The depletion of the GTP pool—caused by the inhibition of IMPDH activity by MPA—is known to regulate the expression of IMPDH. We show that the isoforms are regulated independently. Our work shows that MPA induces partial phenotypical and functional redifferentiation of the Prostate Cancer derived cell lines studied. We show cytological and molecular evidence that MPA induced redifferentiation can be in part sustained after the pharmacological challenge in the absence of the drug.
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Privitera, Giovanna. "Studio di nuovi approcci farmacologici in grado di inibire l'attivazione dei recettori del fattore di crescita epidermico (EGF) in linee cellulari di carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC)." Doctoral thesis, Università di Catania, 2013. http://hdl.handle.net/10761/1436.

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Abstract:
Il carcinoma del polmone rappresenta attualmente la neoplasia più frequentemente diagnosticata e costituisce la principale causa di morte per tumore solido al mondo. E una malattia multifattoriale che riconosce nella cancerogenesi cause ambientali e cause genetiche. L istotipo più frequente è il carcinoma non a piccole cellule (NSCLC) che rappresenta circa il 75-80% delle diagnosi. Il principale approccio terapeutico consiste nella resezione chirurgica (eventualmente preceduta e/o seguita da chemioterapia) limitata però ai soli stadi iniziali. Studi precedenti hanno dimostrato che l iper-espressione o l attivazione costitutiva dei recettori del fattore di crescita epidermico (EGF) è coinvolta nella crescita dei carcinomi umani, incluso quello polmonare. In questo lavoro sperimentale è stato studiato l effetto del blocco di due recettori dell EGF, EGFR e HER-2, sulla proliferazione delle cellule A549 e NCI-H226 di carcinoma polmonare. Sono stati utilizzati, a tale scopo, cetuximab, anticorpo monoclonale diretto contro l EGFR e trastuzumab, anticorpo monoclonale diretto contro l HER-2, a diverse concentrazioni per 72 h. Mediante il saggio di proliferazione MTT (3,(4,5-dimethylthiazol-2)2,5 difeniltetrazolium bromide) è stato osservato il 91,4% di inibizione della proliferazione delle cellule A549 trattate con una combinazione di cetuximab e trastuzumab alla concentrazione di 40 ug/ml, mentre le cellule NCI-H226 hanno mostrato una resistenza allo stesso trattamento combinato. Sono state successivamente valutate le eventuali variazioni di espressione dei livelli di mRNA dei recettori EGFR e HER-2 di entrambe le linee cellulari. Nelle cellule A549 è stato osservato un significativo incremento dei livelli di mRNA di EGFR dopo 30 h dal trattamento farmacologico, spiegabile considerando il meccanismo di azione del cetuximab, che determina internalizzazione e degradazione del recettore in tempi brevi. A questa segue quindi nuova sintesi di proteine recettoriali. Questi livelli di mRNA diminuiscono dopo 48 h e 72 h dal trattamento per avvicinarsi poi ai valori normali. Un comportamento analogo è stato osservato nei livelli di mRNA del recettore HER-2, in cui l internalizzazione del recettore, conseguente all interazione con il trastuzumab, determina già a 18 h di trattamento un incremento dell espressione di tale recettore. Le cellule NCI-H226 hanno mostrato invece un aumento di circa 3,5 volte dei livelli di mRNA dell EGFR dopo 48 h dal trattamento e il mantenimento di alti livelli anche dopo 72 h. Il recettore HER-2 non sembra essere invece influenzato dal trattamento farmacologico e, almeno nei primi tempi della somministrazione, i livelli di mRNA non vengono alterati. Solo dopo 72 h di trattamento è stato osservato un aumento di tali livelli, che vengono circa raddoppiati, ad indicare un possibile coinvolgimento tardivo di tale recettore nella risposta al trattamento combinato. L iniziale scarso coinvolgimento del recettore HER-2 potrebbe quindi essere responsabile della resistenza delle cellule NCI-H226. E pertanto nostro obiettivo futuro prolungare il tempo di trattamento delle cellule NCI-H226 con cetuximab e trastuzumab allo scopo di valutare un effetto antiproliferativo più tardivo. La differenza di sensibilità al cetuximab e al trastuzumab, nelle due linee cellulari prese in esame, non dipende invece dal numero di copie del gene, in quanto, mediante la tecnica di ibridazione in situ fluorescente (FISH), abbiamo osservato lo stesso incremento del numero di copie dei geni EGFR e HER-2 e quindi una condizione di polisomia, in entrambe le linee cellulari. La strategia di agire su entrambi i recettori potrebbe quindi migliorare il trattamento del carcinoma polmonare, aumentare la sopravvivenza e ridurre gli effetti collaterali della terapia, garantendo così al paziente un sensibile miglioramento della qualità di vita.
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Daniels, Brodie Belinda. "The effect of human soluble FceRII on the RPMI 8866 B-Lymphoblastoid and the U937 Monocyte cell lines." Thesis, University of Port Elizabeth, 2003. http://hdl.handle.net/10948/322.

Full text
Abstract:
Due to the diverse functions of Fc eRII, such as its roles in cellular adhesion, growth and differentiation of B and T lymphocytes, rescue of B cells from apoptosis and release of cytotoxic mediators, it is clear why it is believed to be a central molecule in allergic response. Because of its important role in the regulation of IgE production, FceRII may be the primary cause of certain allergic conditions. This study attempted to express and purify a recombinant human soluble FceRII to test its effect on a B-lymphoblastoid (RPMI 8866) and a monocytic (U937) cell line. The protein was expressed in Escherichia coli inclusion bodies, before being refolded and purified in a single gel chromatography step. This pure protein was then tested for biological activity by testing its IgE binding func tion. Once proven functional, it was used to test its effect on the cell lines at three concentrations for its apoptotic rescue properties and its cytokine effects. The recombinant protein did not seem to have any significant effect on the apoptotic rescue of either cell line. While the recombinant sFceRII appeared to have a slight effect on the stimulation of IL-1ß and TNFa in the RPMI 8866 cells, there was no apparent effect on the production of NF?B. In U937 cells, the protein did not seem to have any effect on the stimulation of IL-1ß, TNFa or NF?B. However, the cytokine effects of the recombinant protein were tested on isolated PBMCs from a healthy individual and a hyper-IgE syndrome patient. The recombinant protein was able to stimulate the production of cytokines in both individuals’ PBMCs, proving that it has the same effect as the natural protein. The upregulation of these cytokines indicates that the recombinant protein is able to stimulate the immune system. Therefore, this recombinant soluble FceRII protein could possibly be used for immune therapy.
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Bennett, David William. "The design and performance of automatically-controlled feedforward amplifiers." Thesis, University of Bristol, 1995. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.296590.

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43

Salaroli, Roberta <1973&gt. "Ruolo di β-catenina nella risposta a radiazioni ionizzanti di linee cellulari di medulloblastoma umano." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/603/1/Salaroli_tesi.pdf.

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Salaroli, Roberta <1973&gt. "Ruolo di β-catenina nella risposta a radiazioni ionizzanti di linee cellulari di medulloblastoma umano." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/603/.

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Patel, M. "The charecterisation of the adenovirus 2-E1 genes that transform normal rat embryo fibroblasts to immortal cell lines." Thesis, University of Essex, 1987. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.381249.

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46

Wong, Mei-Po Mabel. "The calcium-dependence of cellular responses to histamine in a human astrocytoma cell line." Thesis, University of Cambridge, 1999. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.624361.

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Lee, Hui-kwan Rebecca, and 李曉鈞. "Differential effects of glial cell line-derived neurotrophic factor and neurturin on NG108-15 cells." Thesis, The University of Hong Kong (Pokfulam, Hong Kong), 2003. http://hub.hku.hk/bib/B27771362.

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Dias, Chrisanne Silvia. "Role of Stress-Induced Alternative Splicing of HDM2 in Human Tumor and Non-Tumorigenic Cell Lines." Ohio University / OhioLINK, 2006. http://rave.ohiolink.edu/etdc/view?acc_num=ohiou1164990015.

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Palladino, Giorgia. "Valutazione della localizzazione e della tossicità di nanoparticelle di silice fluorescenti su linee cellulari tumorali umane." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/11152/.

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Abstract:
Lo scopo di questa tesi è valutare l’attività di uptake delle cellule nei confronti di nanoparticelle di silice fluorescenti e il loro possibile effetto citotossico. Per verificare l’attività di uptake delle cellule abbiamo utilizzato 4 diverse linee cellulari tumorali umane e abbiamo studiato il comportamento delle nanoparticelle all’interno delle cellule grazie all’utilizzo del microscopio a fluorescenza, con cui abbiamo potuto valutare se le particelle sono in grado di penetrare nel nucleo, soprattutto ad alte concentrazioni o a lunghi tempi di incubazione. Per questa valutazione abbiamo effettuato incubazioni a concentrazioni crescenti di nanoparticelle e a tempi di incubazione sempre più lunghi. Inoltre, abbiamo coltivato le cellule sia in condizioni di crescita ottimali, addizionando il terreno con FBS, che in condizioni subottimali, senza l’aggiunta di FBS nel terreno, perché abbiamo ipotizzato che le proteine presenti nell’FBS potessero disporsi come una corona esternamente alle cellule, ostacolando l’uptake delle nanoparticelle. Infine, abbiamo valutato se le diverse linee cellulari avessero dei comportamenti diversi nei confronti dell’internalizzazione delle nanoparticelle. Per quanto riguarda la valutazione di un possibile effetto citotossico delle nanoparticelle, invece, abbiamo effettuato dei saggi di vitalità cellulare, anche in questo caso utilizzando 4 linee cellulari differenti. Come per l’analisi in microscopia, abbiamo effettuato l’incubazione a concentrazioni crescenti di nanoparticelle, a tempi di incubazione sempre più lunghi e in condizioni ottimali, aggiungendo FBS al terreno, o subottimali, senza FBS. Queste variazioni nelle condizioni di incubazione erano necessarie per capire se la vitalità cellulare potesse dipendere da un’alta concentrazione di nanoparticelle, da lunghi tempi di incubazione e dalla presenza o assenza di FBS e se l’effetto fosse diverso a seconda della linea cellulare sottoposta al trattamento.
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Caliceti, Cristiana <1981&gt. "Ruolo delle specie reattive dell'ossigeno e di caveole/raft lipidici nella biosegnalazione in linee cellulari umane." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3788/1/caliceti_cristiana__tesi.pdf.

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Abstract:
Membrane lipid rafts are detergent-resistant microdomains containing glycosphingolipids, cholesterol and glycosylphosphatidylinositol-linked proteins; they seem to be actively involved in many cellular processes including signal transduction, apoptosis, cell adhesion and migration. Lipid rafts may represent important functional platforms where redox signals are produced and transmitted in response to various agonists or stimuli. In addition, a new concept is emerging that could be used to define the interactions or amplification of both redox signalling and lipid raft-associated signalling. This concept is characterized by redox-mediated feed forward amplification in lipid platforms. It is proposed that lipid rafts are formed in response to various stimuli; for instance, NAD(P)H oxidase (Nox) subunits are aggregated or recruited in these platforms, increasing Nox activity. Superoxide and hydrogen peroxide generation could induce various regulatory activities, such as the induction of glucose transport activity and proliferation in leukaemia cells. The aim of our study is to probe: i) the involvement of lipid rafts in the modulation of the glucose transporter Glut1 in human acute leukemia cells; ii) the involvement of plasma membrane caveolae/lipid rafts in VEGF-mediated redox signaling via Nox activation in human leukemic cells; iii) the role of p66shc, an adaptor protein, in VEGF signaling and ROS production in endothelial cells (ECs); iv) the role of Sindecan-2, a transmembrane heparan sulphate proteoglycan, in VEGF signaling and physiological response in ECs and v) the antioxidant and pro-apoptotic activities of simple dietary phenolic acids, i. e. caffeic, syringic and protocatechuic acids in leukemia cells, characterized by a very high ROS content. Our results suggest that the role played by NAD(P)H oxidase-derived ROS in the regulation of glucose uptake, proliferation and migration of leukaemia and endothelial cells could likely occur through the control of lipid raft-associated signalling.
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