Academic literature on the topic 'Limiti esterni'

Create a spot-on reference in APA, MLA, Chicago, Harvard, and other styles

Select a source type:

Consult the lists of relevant articles, books, theses, conference reports, and other scholarly sources on the topic 'Limiti esterni.'

Next to every source in the list of references, there is an 'Add to bibliography' button. Press on it, and we will generate automatically the bibliographic reference to the chosen work in the citation style you need: APA, MLA, Harvard, Chicago, Vancouver, etc.

You can also download the full text of the academic publication as pdf and read online its abstract whenever available in the metadata.

Journal articles on the topic "Limiti esterni"

1

Anna Manfredi, Rita. "Gioco nei limiti - Gioco dei limiti." PSICOTERAPIA PSICOANALITICA, no. 1 (June 2021): 56–71. http://dx.doi.org/10.3280/psp2021-001004.

Full text
Abstract:
L'autrice prende in esame il gioco nei limiti e sottolinea l'importanza del senso di libertà che il soggetto deve vivere e provare perché questa attività risulti ri-creativa e possa permettere la distinzione fra realtà interna e realtà esterna. Nello spazio intermedio che si crea l'Io raggiunge così una identità rappresentativa e sublimatoria. Il gioco dei limiti, invece, appare una attività che cerca, attraverso rischi esterni, di negare un vuoto profondo. Il gioco diventa un feticcio che viene usato per nascondere il "mancante" e che procura al soggetto una sensazione di estasi, di vitalità e una convinzione di eternità. Il gioco d'azzardo viene presentato attraverso un caso clinico. L'autrice utilizza tecniche non classiche dal punto di vista psicoanalitico al fine di relazionarsi con il paziente e aiutarlo a uscire dalla compulsione di ripetizione.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Pireddu, Mario. "Media literacy, coding e cittadinanza digitale: apprendere e costruire con le tecnologie." Revista Espaço Pedagógico 26, no. 2 (May 10, 2019): 338–51. http://dx.doi.org/10.5335/rep.v26i2.8704.

Full text
Abstract:
Il complesso rapporto tra educazione e tecnologia digitale può essere compreso se è chiaro il ruolo delletecnologie nell’ecosistema di rete che abitiamo. Le tecnologie non sono strumenti o aiuti esterni al corpo umano, ma agenti di trasformazione delle nostre strutture mentali e corporee. Il concetto di fluidità computazionale aiuta a superare i limiti delle teorie relative al pensiero computazionale: il coding può essere visto a tutti gli effetti come una forma di espressione e di padronanza di un linguaggio, secondo un approccio incentrato sulla progettazione, il pensiero critico e la creatività. Lo scopo delle attività di coding non è imparare abilità e concetti base dell’informatica, ma l’espressione di se stessi attraverso ambienti di sviluppo creativo. Padroneggiare il coding aiuta a sviluppare il proprio pensiero, a sviluppare la propria espressività e a sviluppare la propria identità. La fluidità computazionale ha a che fare non solo con la comprensione dei concetti computazionali e delle strategie di risoluzione dei problemi, ma anche con la capacità di saper creare e sapere come esprimersi con le tecnologie digitali per contribuire attivamente alla società verso una piena cittadinanza digitale.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Di Paolo, Nicola, and Umberto Buoncristiani. "I limiti della dialisi peritoneale." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, Suppl. 5 (February 20, 2014): S8—S10. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.954.

Full text
Abstract:
La dialisi peritoneale ha disatteso le aspettative dei nefrologi e di quella parte dell'industria che tanto ha investito in questo campo. Dopo 40 anni di studi, l'evidenza principale è stata quella della scarsa biocompatibilità della DP e dell'inaspettata potente reazione di difesa del peritoneo, che cerca in tutti i modi di difendersi da quella che ritiene una vera e propria aggressione esterna. Anche se molto è stato fatto per rendere più accettabile il trattamento, questo è ancora oggetto di frequenti complicazioni, che devono indirizzare il nefrologo a impiegare la DP solo dove esistono indicazioni assolute o controindicazioni alla dialisi extracorporea, tralasciando, per ora, la DP come trattamento di prima scelta.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Zanon, Vittorio. "Ubuntu, io sono perché noi siamo. Empowerment di gruppo per giovani nigeriane vittime di tratta." WELFARE E ERGONOMIA, no. 2 (January 2021): 98–112. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-002008.

Full text
Abstract:
Dal 2016 in Veneto ed in particolare a Verona si è registrato un enorme aumento di nigeria-ne vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale. Come servizio sociale del Comune di Verona, all'interno delle azioni del Progetto NAVe Network Antitratta per il Veneto è emersa l'esigenza di essere più efficaci negli interventi dei vari attori coinvolti nel progetto di aiuto alle ragazze per molte difficoltà nella creazione di relazioni interpersonali di fiducia, con conseguenti esiti fallimentari dei percorsi di assistenza, dovuti sia a limiti dei dispositivi di intervento sia alle sempre più complesse problematiche rilevate (scarsa motivazione, com-portamenti adolescenziali, esiti da traumi, aborti, atti autolesivi, tentati suicidi, ricoveri ospe-dalieri, allontanamenti, comportamenti a rischio e devianti, uso inconsapevole dei social net-work, ecc.). C'era l'esigenza di mettersi in discussione e modificare approcci e modalità di intervento, al fine di essere più efficaci nei percorsi di inclusione individuali, cambiare pro-spettiva e rimettere al centro le vere protagoniste dei percorsi di inclusione. Si è quindi scelto di fare un lavoro di gruppo tra minorenni e neomaggiorenni in carico al servizio sociale. Puntando su accettazione incondizionata e autodeterminazione delle perso-ne, si è avviato un percorso di empowerment di gruppo per accompagnare le giovani nige-riane vittime di tratta seguite in un percorso pedagogico antioppressivo di liberazione. Le attività sono condotte e facilitate da tre assistenti sociali, una mediatrice linguistico cultu-rale nigeriana e da una ragazza nigeriana con funzione di peer educator. Da settembre 2018 si sono organizzati incontri di 4-5 ore ogni sei settimane. Come scelta di conduzione delle attività si è scelto di non dare eccessiva strutturazione agli incontri e di utilizzare delle tecniche di animazione per facilitare un clima informale che age-volasse le relazioni e la libera espressione. L'obiettivo principale non è quello di trasmettere contenuti, ma di stimolare un processo di maturazione e consapevolezza del sé. Il messaggio esplicitato da subito era molto chiaro: «come sistema pubblico di assistenza siamo molto in difficoltà: abbiamo bisogno che siate voi stesse a farci capire come aiutarvi meglio». Le ra-gazze hanno così compreso il ruolo di partecipazione attiva richiesto; contemporaneamente la sfida per il servizio sociale ed i sistemi di accoglienza è stata quella di mettersi maggior-mente in gioco, per ridare fiducia alle ragazze e riconoscere loro competenze e capacità nell'autodeterminarsi. Da loro è inizialmente emersa una propensione a concentrarsi su temi legati al presente ed al futuro (la vita in comunità, la stabilizzazione nel territorio italiano, il lavoro, ecc.) ed una tendenza ad evitare tematiche più dolorose (il passato, il viaggio e l'esperienza di tratta, il rapporto con la Nigeria, ma anche in qualche modo il riconoscimento/consapevolezza di uno status di vittima che necessita di protezione). Si sono coinvolti negli incontri vari soggetti esterni soggetti della rete dei servizi, anche di tipo istituzionali (Questura, servizi specialistici sociosanitari, ecc.), affrontando alcune tematiche scelte dalle ragazze (le regole delle comunità, i documenti, la salute, le emozioni, le relazioni interpersonali, ecc.). Dopo un anno e mezzo, si individuano alcuni iniziali indicatori di esito: continuità della pre-senza e partecipazione attiva agli incontri, clima del gruppo, interazioni tra le ragazze all'interno e fuori dal gruppo, creazione di vicinanza e fiducia verso le istituzioni, tenuta dei percorsi di inclusione, maggiore attenzione, consapevolezza e disponibilità a mettersi mag-giormente in gioco, oltre ad un allargamento e coinvolgimento attivo da parte di servizi so-ciosanitari pubblici.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

De Robertis, Daniela. "Alcune note di confine tra psicoanalisi relazionale e fenomenologia dell'alteritŕ." RICERCA PSICOANALITICA, no. 3 (November 2010): 59–75. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2010-003005.

Full text
Abstract:
Incrementare il dialogo con la fenomenologia dell'alteritŕ potrebbe essere utile alla psicoanalisi per impostare piů criticamente il paradigma relazionale e contenere alcuni limiti e aporie che sono sopravvivenze del persistere di polaritŕ dicotomiche nel trattare il rapporto Sé-Altro, soggetto-oggetto, interno-esterno. Superando l'insidia ontologica e epistemologica dei dualismi, il pensiero d'intermediarietŕ, improntato alla nonduality, declina l'esperienza intersoggettiva non in termini contrapposti, ma complementari. Questa logica sincretica, che legge l'autonomia del soggetto come autonomia "relativa", garantisce la coerenza e la "realtŕ" del concetto di relazione.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

Di Palma, Francesco. "La storiografia tedesca sulla Ddr a venti anni dalla caduta del muro. Bilanci, prospettive, limiti." MONDO CONTEMPORANEO, no. 3 (April 2011): 119–35. http://dx.doi.org/10.3280/mon2010-003005.

Full text
Abstract:
Il testo qui pubblicato fornisce al lettore italiano un'introduzione critica agli sviluppi storiografici ed al dibattito politico ed intellettuale che lo studio della Ddr ha suscitato in Germania dalla fondazione dello Stato tedesco orientale nel 1949 fino ai nostri giorni. La sezione dedicata agli studi apparsi nella Ddr č volutamente contenuta. Ugualmente lo č quella in merito alle opere pubblicate in Germania occidentale negli anni della divisione, che risentivano inevitabilmente, a fronte di alcune pregevoli eccezioni, di pressioni ed influenze ideologiche. Il crollo dei regimi comunisti e la (ri-)apertura degli archivi alimentavano negli ultimi venti anni un vero e propriodi lavori dedicati alla Ddr. Il piů recentedi ricerca si sviluppa prevalentemente attorno a due tematiche specifiche. Sul fronte interno, una maggiore concentrazione sul rapporto partito-societŕ, con un occhio di riguardo per le dinamiche di rinnovo e "costruzione del consenso"; sul fronte esterno, una risorgenza delle analisi internazionali comparate, con l'obiettivo di radicare la storia della Ddr, ed in particolar modo l'attivitŕ politica e propagandistica della Sed, in un contesto transnazionale, comprendente anche i partiti comunisti del mondo occidentale.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

Mutinelli, Marco, and Sergio Mariotti. "L'evoluzione delle imprese multinazionali italiane e il ruolo del quarto capitalismo." ECONOMIA E POLITICA INDUSTRIALE, no. 1 (April 2009): 123–34. http://dx.doi.org/10.3280/poli2009-001008.

Full text
Abstract:
- The purpose of this article is to outline the evolution of Italian multinational firms during the 2001-2007 period. The descriptive statistics show that a selected group of medium-sized firms has outperformed the other Italian multinationals in terms of growth rate. The evidence is consistent with the hypothesis of the emergence in Italy of the so-called "fourth capitalism", as an alternative successful model to both the industrial districts and the large chandlerian corporations. Some limits of this structural evolution are also discussed. Keywords: foreign direct investments (FDIs), Italian multinational firms Parole chiave: investimenti diretti esteri (IDE), imprese multinazionali italiane Jel Classification: F23
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

Hodges, Richard, Sheila Gibson, and Andrew Hanasz. "Campo la Fontana: a late eighth-century triconch chapel and the Ponte Latrone at the entrance to the territory of San Vincenzo al Volturno." Papers of the British School at Rome 58 (November 1990): 273–97. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200011673.

Full text
Abstract:
CAMPO LA FONTANA: UNA TRICORA DEL TARDO VIII SECOLO D.C. E IL PONTE LATRONE ALL'INGRESSO DEL TERRITORIO DI SAN VINCENZO AL VOLTURNOUna tricora altomedievale è stata identificata da Franco Valente nel 1985 accanto al Ponte Latrone (una costruzione romana che attraversa il fiume Volturno presso Venafro). La tricora, che evidenzia numerose similarità con la Chiesa della Cripta a San Vincenzo al Volturno, presenta tre fasi principali. La prima è costituita da una cappella con corto nartece che porta a un abside ben costruita. La cappella aveva un'ampia porta, una piccola finestra strombata nel lobo dell'abside centrale e un tetto a cupola. La malta rinzaffata sui muri esterni e la costruzione stessa dell'abside riportano alla tecnica di lavorazione adottata a San Vincenzo nella fase 3c (ca 780–800 d.C). Nella seconda fase la cupola viene sostituita da un tetto voltato. Nel corso della terza, durante il XVIII e XIX secolo, il nartece fu ristrutturato per accogliere nel primo piano un fienile, mentre l'abside fu adattata a stalla. È probabile che questa cappella sorgesse al limite meridionale del territorio di San Vincenzo al Volturno.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
9

Kimenyi, Mwangi S. "The Causal Relationship Between Revenues and Expenditures: A Developing Country Case Study." Journal of Public Finance and Public Choice 8, no. 1 (April 1, 1990): 3–11. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907344875.

Full text
Abstract:
Abstract Sono le entrate che determinano il volume delle spese di uno Stato oppure la relazione causale va letta in senso inverso? Il quesito, su cui gli economisti esprimono visioni differenti, è di fondamentale importanza per individuare le variabili economiche su cui il policy maker deve agire per ridurre la presenza dello Stato nell’economia e la minor crescita di quest’ultima che ne consegue. Il problema è particolarmente delicato nei paesi in via di sviluppo e coinvolge il ruolo svolto dagli aiuti e dai prestiti esteri di cui tali paesi beneficiano: infatti, se sono le entrate la variabile indipendente, i prestiti esteri aumentando le dimensioni del settore pubblico, potrebbero limitare le capacità di crescita dell’economia del paese.Valendosi di strumenti econometrici, Kimenyi cerca di individuare la relazione esistente tra entrate e spese in un’economia in via di sviluppo scegliendo il Kenia come case study. Il test di causalità di Granger applicato ai dati delle variazioni delle entrate e delle spese effettuate dal governo del Kenia nel periodo 1963-1987 dimostra che entrambi i rapporti di causalità sono verosimili. La conclusione che si trae è che occorre limitare la spesa pubblica. La natura della maggior parte dei governi dei paesi del Terzo Mondo, però, rende utopistica l’ipotesi di imporre un equilibrio di bilancio ed un limite al ricorso al prestito estero tramite norme costituzionali: Kimenyi quindi suggerisce che prestiti ed aiuti siano canalizzati, per esempio, da banche private verso investitori privati nel paese ricevente.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
10

Lombardi, Mauro, and Nicolň Bellanca. "Le traiettorie reticolari dell'innovazione territoriale." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 122 (June 2011): 17–30. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-122002.

Full text
Abstract:
I sistemi socio-economici locali (Ssl) sono stati interpretati dalle tradizioni di studi risalenti a Marshall, Porter e Krugman principalmente considerando la prossimitŕ spaziale degli attori. Era l'ancoraggio territoriale a far lievitare forme peculiari di economie esterne, di vantaggi competitivi e di dinamiche endogene. Negli ultimi decenni, tuttavia, questi sistemi hanno attraversato cambiamenti multi-dimensionali a molteplice scala. Le nuove connotazioni strutturali - tra cui la prossimitŕ cognitiva, la, la complementaritŕ di contratti formali e accordi informali nelle collaborazioni tra imprese, le reti translocali - richiedono un differente quadro teorico e comportano diverse implicazioni di policy. Il quadro teorico pone al centro la co-evoluzione di tecnologie, modelli organizzativi, culture e istituzioni. Entro la molteplicitŕ di traiettorie rese possibili da tale co-evoluzione, ciascun Ssl è sia correlato ad un sistema socio-tecnico che ne limita le dinamiche di mutamento, sia inserito in percorsi lungo i quali puň accedere in modi discontinui ad orizzonti tecno-economici lontani. Le implicazioni di policy debbono pertanto riferirsi alle traiettorie innovative che l'attuale transizione socio-tecnica globale rende possibili ad uno specifico gruppo di Ssl, che è nel nostro caso la Toscana. Sul piano strategico operativo - considerando i limiti politici e civili della societŕ in oggetto - tentiamo di cogliere alcuni cruciali "colli di bottiglia" che bloccano la percezione e il perseguimento degli interessi collettivi di lungo periodo. Questi blocchi riguardano la miopia cosě degli imprenditori come delle istituzioni pubbliche nei riguardi del potenziale tecnico-scientifico effettivamente accessibile e dei percorsi evolutivi che converrebbe imboccare; l'inadeguatezza delle forme istituzionali entro cui vengono prodotti e gestiti i beni comuni o; la carenza di appropriati modi per capitalizzare le imprese innovative. Per ognuno di tali lock-in avanziamo proposte costruttive percorribili.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Dissertations / Theses on the topic "Limiti esterni"

1

BRIAMONTE, ANNAMARIA. "L'eccesso di potere del giudice amministrativo." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2021. http://hdl.handle.net/10281/329940.

Full text
Abstract:
L’indagine verte intorno alla figura dell’eccesso di potere del giudice amministrativo, che rappresenta uno dei motivi di giurisdizione sindacabili dinanzi alla Corte di Cassazione ai sensi dell’art. 111, comma 8, Cost. Ne viene scandagliata la matrice storica, che rinviene il suo fondamento nella legge sui conflitti del 1877, l’evoluzione normativa, l’elaborazione dogmatica nell’ambito del dibattito scientifico e della prassi giurisprudenziale sino ai più recenti sviluppi applicativi. Il fulcro dell’istituto, che si sostanzia nella fattispecie dello sconfinamento, da parte del giudice amministrativo, nelle prerogative attribuite al legislatore o all’amministrazione, viene esplorato nella sua essenza contenutistica: con riguardo al quadro dei rapporti tra giurisdizione e amministrazione, la disamina corre lungo i sentieri ermeneutici in cui si innestano i concetti di discrezionalità (anche tecnica), merito, sindacato di legittimità, sindacato di merito; rispetto all’ipotesi dell’invasione del potere legislativo - la cui analisi viene inserita in una sezione ad hoc, in considerazione delle peculiarità della figura - la riflessione ruota sostanzialmente intorno alla constatazione di un suo rilievo pressoché solamente teorico, in considerazione della ampia portata e della valenza sistemica riconosciuta (e da riconoscersi) all’interpretazione giudiziale, l’attività di creazione sic et simpliciter della norma costituendo una evenienza di difficile (se non rara) verificazione in concreto. L’invasione da parte del giudice amministrativo delle facoltà riconosciute all’amministrazione - che costituisce il campo di elezione del lavoro - viene indagata, oltre che da un punto di vista dogmatico, nella prospettiva del sindacato della Corte regolatrice della giurisdizione nelle varie declinazioni in cui la stessa è suscettibile di tradursi, nella cornice della giurisdizione generale di legittimità, di merito (con specifico riguardo al giudizio di ottemperanza) ed esclusiva del giudice amministrativo. Punto cruciale della trattazione è il tentativo di individuare una netta linea di confine tra l’eccesso di potere giurisdizionale e l’omonimo vizio inficiante l’atto amministrativo, pur nella consapevolezza di una loro matrice dogmatica comune. Una tale direzione di ricerca si rivela proficua in vista della maturazione dei risultati di un’indagine volta essenzialmente ad enucleare e valorizzare la funzione dell’eccesso di potere del giudice amministrativo nel contesto ordinamentale di riferimento, e, per tale via, il ruolo (di garanzia) della Corte di Cassazione nelle sue vesti di giudice dei conflitti.
The research is focused on the excess of power of the administrative judge, one of the reasons of jurisdiction that can be reviewed before the Court of Cassation according to Article 111, paragraph 8, of the Italian Constitution. The historical matrix, which finds its basis in the law on conflicts of 1877, its evolution across the legislation, its dogmatic elaboration within the scientific debate and its development by case law are explored, coming up to its most recent applications. The core of the figure, which corresponds to the trespassing by the court on the prerogatives belonging to the legislator or the administration, is explored in its essence. On the one hand, about the relationships between jurisdiction and administration, the analysis is structured around concepts such as discretion (also technical), merit, legitimacy review and merit review. On the other hand, with respect to the hypothesis of the encroaching on legislative power - whose analysis is included in an ad hoc section, considering the peculiarities of the hypothesis - the reflection essentially revolves around the acknowledgment of its almost purely theoretical importance, due to the broad meaning granted to the judicial interpretation of the norms which precludes the qualification of the activity of the judge as an exercise of normative creation. The trespassing by the administrative judge on the powers belonging to the administration - which constitutes the chosen field of the work - is investigated not only from a dogmatic point of view but also from the perspective of its concrete review by the Court of Cassation, in relation to all forms of the jurisdiction of the administrative judge: from the general jurisdiction of legitimacy to the merit jurisdiction (with specific regard to the judgment of compliance) and to the exclusive jurisdiction. The crucial point of the discussion is the attempt to identify a clear boundary between the excess of jurisdictional power and the homonymous flaw affecting the administrative act, being aware of their common dogmatic foundation. Such an interpretative key appears especially useful in relation to the objectives of a survey essentially aimed at identifying and enhancing the function of the excess of power of the administrative judge in the context of the Italian judicial system, and, in this way, the (guarantor) role of the Court of Cassation as judge of conflicts.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

MARSILI, TOMMASO. "POTERE DI RAPPRESENTANZA E RILEVANZA ESTERNA DEL PROCEDIMENTO DECISORIO NELLE SOCIETA' DI CAPITALI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1549.

Full text
Abstract:
La tesi concerne il potere di rappresentanza degli amministratori e la rilevanza esterna del procedimento decisorio nelle società di capitali. Dall’interpretazione della direttiva 2009/101/CE risulta un sistema che stabilisce l’opponibilità dei limiti legali e l’inopponibilità dei limiti convenzionali. Dalle limitazioni soggettive consentite dalla direttiva si ricava “per sottrazione” che il diritto europeo prevede una regola suppletiva secondo la quale il potere di rappresentanza spetta a ciascun amministratore disgiuntamente. Nel diritto interno, nel silenzio delle fonti convenzionali, la mancanza di un’espressa regola suppletiva determina l’operatività della regola suppletiva europea. La fonte del potere di rappresentanza ha natura legale ma le fonti convenzionali possono stabilire delle limitazioni soggettive opponibili ai terzi ex artt. 2383, comma 4°, e 2448 c.c. Ammessa la rilevanza esterna dei limiti legali ai poteri degli amministratori, accogliendo la tesi secondo cui nelle società di capitali la dissociazione tra potere gestorio e potere rappresentativo costituisce un elemento del modulo organizzativo legale dell’amministrazione pluripersonale, si sostiene che il mancato rispetto del procedimento decisorio sia opponibile ai terzi che la società provi essere stati a conoscenza o aver colpevolmente ignorato il vizio affettante un presupposto legale del procedimento collegiale richiesto dalla legge (art. 2388, comma 5, c.c.).
This thesis concerns the power of representation of the directors and the external relevance of the decisional process in italian companies. The Directive 2009/101/EC provides a system in which the legal limits can be invoked and the internal limits cannot be invoked with respect to third parties. From the subjective limitations allowed by the Directive is obtained "by subtraction" that European law provides a default rule, according to which every director has the power of representation separately. In domestic law, in the silence of the statute, the lack of an explicit rule determines the operation of the European default rule. The source of the power of representation has a legal nature, however the statute can determine subjective limitations that can be invoked with respect to third parties. Admitting the external relevance of legal limits on the powers of the directors and accepting the argument that in case of a board of directors the legal model provides that the decision-making power is dissociated from the power of representation, it is argued that the breach of the decisional process can be invoked if the company proves that the third party knew the lack of a legal condition of the process required by law or ignored it culpably.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Wang, Yingying, and 王瑩瑩. "Bacterial degradation of ortho-dimethyl phthalate ester and adaptationof escherichia coli K12 to carbon-limited growth." Thesis, The University of Hong Kong (Pokfulam, Hong Kong), 2004. http://hub.hku.hk/bib/B29514794.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Havet, Laurent. "Caractérisation tribologique de biolubrifriants." Compiègne, 1998. http://www.theses.fr/1998COMP1170.

Full text
Abstract:
La protection de l'environnement requiert l'emploi de lubrifiants acceptables pour le milieu, c'est à dire à écotoxicologie nulle à faible et à biodégradabilité élevée. Cette spécification devient impérative dans les industries agro-alimentaires ou les lubrifiants peuvent contaminer l'environnement (forêt, champs) et les aliments (grains, produits transformes). Afin de répondre à ce cahier des charges, de nouvelles molécules de type peresters de sorbitol ont été synthétisées. Outre une excellente biodégradabilité et une bonne tenue à l'oxydation, ces molécules appelées à lubrifier des éléments de machines, présentent un comportement tribologique intéressant. Leur aptitude lubrifiante a été évaluée avec un tribomètre pion-disque et comparée à celles de leurs concurrentes industrielles. Nous avons pu mettre en évidence le rôle de la structure du polyol et de la longueur des chaines d'acides gras dans la réduction du frottement limite et de l'usure. Un nombre croissant de fonctions esters, un polyol linéaire et des acides gras de longueur croissante permettent de diminuer le frottement limite, de réduire l'usure et d'améliorer le rodage. Le tribomètre pion-disque permet d'obtenir des courbes de STRIBECK présentant les 3 régimes de lubrification : régime limite, régime mixte et régime hydrodynamique. Un modèle de frottement mixte et hydrodynamique a été élaboré pour décrire les courbes de frottement obtenues avec la machine pion-disque. Le modèle utilise une définition statistique du contact entre deux surfaces rugueuses et suppose que le pion se comporte comme un patin incline en régime iso et piézovisqueux. Ce modèle présente une bonne corrélation avec les courbes expérimentales et permet de décrire le phénomène de dispersion du frottement en régime mixte.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Saleh, Jehad. "A Membrane Separation Process for Biodiesel Purification." Thesis, Université d'Ottawa / University of Ottawa, 2011. http://hdl.handle.net/10393/19730.

Full text
Abstract:
In the production of biodiesel via the transesterification of vegetable oils, purification to international standards is challenging. A key measure of biodiesel quality is the level of free glycerol in the biodiesel. In order to remove glycerol from fatty acid methyl ester (FAME or biodiesel), a membrane separation setup was tested. The main objective of this thesis was to develop a membrane process for the separation of free glycerol dispersed in FAME after completion of the transesterification reaction and to investigate the effect of different factors on glycerol removal. These factors included membrane pore size, pressure, temperature, and methanol, soap and water content. First, a study of the effect of different materials present in the transesterification reaction, such as water, soap, and methanol, on the final free glycerol separation was performed using a modified polyacrylonitrile (PAN) membrane, with 100 kD (ultrafiltration) molecular weight cut off for all runs at 25°C. Results showed low concentrations of water had a considerable effect in removing glycerol from the FAME. The mechanism of separation of free glycerol from FAME was due to the removal of an ultrafine dispersed glycerol-rich phase present in the untreated (or raw) FAME. The size of the droplets and the free glycerol separation both increased with increasing water content of the FAME. Next, three types of polymeric membranes in the ultrafiltration range with different molecular weight cut off, were tested at three fixed operating pressures and three operating temperatures (0, 5 and 25oC) to remove the free glycerol from a biodiesel reactor effluent. The ASTM standard for free glycerol concentration was met for the experiments performed at 25°C. The results of this study indicate that glycerol could be separated from raw FAME to meet ASTM and EN standards at methanol feed concentrations of up to 3 mass%. The process was demonstrated to rely on the formation of a dynamic polar layer on the membrane surface. Ceramic membranes of different pore sizes (0.05 µm (ultrafiltration (UF) range) and 0.2 µm (microfiltration (MF) range)) were used to treat raw FAME directly using the membrane separation set up at temperatures of 0, 5 and 25°C. The results were encouraging for the 0.05 µm pore size membrane at the highest temperature (25°C). The effect of temperature on glycerol removal was evident from its relation with the concentration factor (CF). Higher temperatures promoted the achievement of the appropriate CF value sooner for faster separation. Membrane pore size was also found to affect separation performance. A subsequent study revealed the effect of different variables on the size of the glycerol droplets using dynamic light scattering (DLS). A key parameter in the use of membrane separation technology is the size of the glycerol droplets and the influence of other components such as water, methanol and soaps on that droplet size. The effect of water, methanol, soap and glycerol on the size of suspended glycerol droplets in FAME was studied using a 3-level Box-Behnken experimental design technique. Standard statistical analysis techniques revealed the significant effect of water and glycerol on increasing droplet size while methanol and soap served to reduce the droplet size. Finally, a study on the effect of trans-membrane pressure (TMP) at different water concentrations in the FAME phase on glycerol removal using UF (0.03 µm pore size, polyethersulfone (PES)) and MF (0.1 and 0.22 µm pore sizes, PES) membranes at 25, 40 and 60°C was performed. Results showed that running at 25°C for the two membrane types produced the best results for glycerol removal and exceeded the ASTM and EN standards. An enhancement of glycerol removal was found by adding small amounts of water up to the maximum solubility limit in biodiesel. An increase in temperature resulted in an increase in the solubility of water in the FAME and less effective glycerol removal. Application of cake filtration theory and a gel layer model showed that the gel layer on the membrane surface is not compressible and the specific cake resistance and gel layer concentration decrease with increasing temperature. An approximate value for the limiting (steady-state) flux was reported and it was found that the highest fluxes were obtained at the lowest initial water concentrations at fixed temperatures. In conclusion, dispersed glycerol can be successfully removed from raw FAME (untreated FAME) using a membrane separation system to meet the ASTM biodiesel fuel standards. The addition of water close to the solubility limit to the FAME mixture enables the formation of larger glycerol droplets and makes the separation of these droplets straightforward.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

Silva, Neto Miguel Arcangelo da. "Constribui??o t?cnica de um sistema de emuls?o inversa a base de ?leos vegetais para fluidos de perfura??o." Universidade Federal do Rio Grande do Norte, 2002. http://repositorio.ufrn.br:8080/jspui/handle/123456789/15775.

Full text
Abstract:
Made available in DSpace on 2014-12-17T15:01:19Z (GMT). No. of bitstreams: 1 MiguelASN.pdf: 491289 bytes, checksum: be60500500779f6a3fd87b90108feb8c (MD5) Previous issue date: 2002-09-27
The developments in formulating drilling fluids to apply in petroleum fields are based on new technologies and environmental challenges, where the technical performance of a developed drilling fluid is used to produce a minimum environmental impact, showing great economy in costs. It is well known that the potential use of oil-based drilling fluids is limited because these fluids when discharged in the sea do not disperse as much as water-based ones and may form waterproof films in the seabed, having a profound effect on plants and animals living in this environment. The current works have been made in investigating fluids called pseudofluids, which are synthetic ester-based, n-paraffin-based and other fluids formed from inverse emulsion. In this research the principal parameters involved in inverse emulsion process were studied, in laboratory scale, using esters as main component. Others commercial drilling fluids were used as comparative samples, as well as samples from laboratory and field where these drilling fluids are being applied. Concentrations of emulsifier and organophilic clay, which are viscosity donor, were varied to verify the influence of these parameters, in different oil/water ratios (55/45, 60/40, 65/35, 70/30, and 75/25). The salt concentration (NaCl) is an indicative parameter of stability and activity of an esterbased fluid. In this research the salt concentration was varied in 10,000, 20,000, and 50,000 ppm of NaCl. Some rheological properties of the produced fluids were studied, such as: initial gel, plastic viscosity, yield point, and apparent viscosity. Through the obtained rheological measures, the existence of two systems could be verified: fluid and flocculated. It could be noticed that the systems were influenced, directly, by the oil/water ratio and emulsifier, organophilic clay and NaCl concentrations. This study showed the viability to use an ester obtained from a regional vegetable product baba?u coconut oil to obtain an efficient and environmental safe drilling fluid
O desenvolvimento atual e futuro, em campos de petr?leo, baseia-se em novas tecnologias e desafios ao meio ambiente, onde se utiliza principalmente a performance t?cnica de um fluido de perfura??o que produza o m?nimo impacto ambiental, mostrando ainda, uma ?tima economia nos custos desses desenvolvimentos. Sabe-se que o potencial de continuidade de fluidos de perfura??o a base de ?leo est? limitado e, por conseguinte, o avan?o ambiental tem sido na investiga??o de fluidos chamados pseudo-fluidos, ou seja, fluidos sint?ticos base ?ster, ?ster, n-parafina e outros fluidos de emuls?o inversa, os quais est?o em estudo. Neste trabalho estudou-se em n?vel de laborat?rio as principais vari?veis envolvidas no processo de emuls?o inversa usando ?steres como componente principal, utilizando-se amostras comparativas de outros fabricantes, como tamb?m amostras provenientes de laborat?rio e de campo onde est?o sendo utilizados estes fluidos de perfura??o. As concentra??es de emulsificante ou argila organof?lica, que ? doadora de viscosidade, foram variadas para verificar a influ?ncia destes par?metros a diferentes raz?es ?leo/?gua (55/45, 60/40, 65/35, 70/30 e 75/25), mantendo-se constante os demais componentes do fluido. A concentra??o do sal, que ? um par?metro indicador de estabilidade e da atividade em fluido a base ?ster, foi variada em 10.000, 20.000 e 50.000 ppm de NaCl. Algumas propriedades reol?gicas dos fluidos assim produzidos foram estudadas, tais como: gel inicial, viscosidade pl?stica, limite de escoamento e viscosidade aparente. A partir das medidas reol?gicas obtidas, p?de-se verificar a exist?ncia de dois sistemas: fluido e floculado. P?de-se perceber que os resultados obtidos foram influenciados diretamente pela raz?o ?leo/?gua e pelas concentra??es do emulsificante, da argila organof?lica e do NaCl. Este estudo consolidou importantes conhecimentos que abrir?o portas para o sucesso de novas pesquisas, tornando-se fundamental a viabiliza??o de coloc?-lo posteriormente no mercado de trabalho do Brasil
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

FORMICONI, Cristina. "LÈD: Il Lavoro È un Diritto. Nuove soluzioni all’auto-orientamento al lavoro e per il recruiting online delle persone con disabilità." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251119.

Full text
Abstract:
INTRODUZIONE: Il presente progetto di ricerca nasce all’interno di un Dottorato Eureka, sviluppato grazie al contributo della Regione Marche, dell’Università di Macerata e dell’azienda Jobmetoo by Jobdisabili srl, agenzia per il lavoro esclusivamente focalizzata sui lavoratori con disabilità o appartenenti alle categorie protette. Se trovare lavoro è già difficile per molti, per chi ha una disabilità diventa un percorso pieno di ostacoli. Nonostante, infatti, la legge 68/99 abbia una visione tra le più avanzate in Europa, l’Italia è stata ripresa dalla Corte Europea per non rispettare i propri doveri relativamente al collocamento mirato delle persone con disabilità. Tra chi ha una disabilità, la disoccupazione è fra il 50% e il 70% in Europa, con punte dell’80% in Italia. L’attuale strategia europea sulla disabilità 2010-2020 pone come obiettivi fondamentali la lotta alla discriminazione, le pari opportunità e l’inclusione attiva. Per la realizzazione di tali obiettivi assume un’importanza centrale l’orientamento permanente: esso si esercita in forme e modalità diverse a seconda dei bisogni, dei contesti e delle situazioni. La centralità di tutti gli interventi orientativi è il riconoscimento della capacità di autodeterminazione dell’essere umano, che va supportato nel trovare la massima possibilità di manifestarsi e realizzarsi. Ciò vale ancora di più per le persone con disabilità, in quanto risultano fondamentali tutte quelle azioni che consentono loro di raggiungere una consapevolezza delle proprie capacità/abilità accanto al riconoscimento delle caratteristiche della propria disabilità. L’orientamento assume così un valore permanente nella vita di ogni persona, garantendone lo sviluppo e il sostegno nei processi di scelta e di decisione con l’obiettivo di promuovere l’occupazione attiva, la crescita economica e l’inclusione sociale. Oggi giorno il frame work di riferimento concettuale nel campo della disabilità è l’International Classification of Functioning, Disability and Health (ICF), il quale ha portato a un vero e proprio rovesciamento del termine disabilità dal negativo al positivo: non si parla più di impedimenti, disabilità, handicap, ma di funzioni, strutture e attività. In quest’ottica, la disabilità non appare più come mera conseguenza delle condizioni fisiche dell’individuo, ma scaturisce dalla relazione fra l’individuo e le condizioni del mondo esterno. In termini di progetto di vita la sfida della persona con disabilità è quella di poter essere messa nelle condizioni di sperimentarsi come attore della propria esistenza, con il diritto di poter decidere e, quindi, di agire di conseguenza in funzione del proprio benessere e della qualità della propria vita, un una logica di autodeterminazione. OBIETTIVO: Sulla base del background e delle teorie di riferimento analizzate e delle necessità aziendali è stata elaborata la seguente domanda di ricerca: è possibile aumentare la consapevolezza negli/nelle studenti/esse e laureati/e con disabilità che si approcciano al mondo del lavoro, rispetto alle proprie abilità, competenze, risorse, oltre che alle limitazioni imposte dalla propria disabilità? L’obiettivo è quello di sostenere i processi di auto-riflessione sulla propria identità e di valorizzare il ruolo attivo della persona stessa nella sua autodeterminazione, con la finalità ultima di aumentare e migliorare il match tra le persone con disabilità e le imprese. L’auto-riflessione permetterà di facilitare il successivo contatto dialogico con esperti di orientamento e costituirà una competenza che il soggetto porterà comunque come valore aggiunto nel mondo del lavoro. METODI E ATTIVITÀ: Il paradigma teorico-metodologico adottato è un approccio costruttivista: peculiarità di questo metodo è che ciascuna componente della ricerca può essere riconsiderata o modificata nel corso della sua conduzione o come conseguenza di cambiamenti introdotti in qualche altra componente e pertanto il processo è caratterizzato da circolarità; la metodologia e gli strumenti non sono dunque assoggettati alla ricerca ma sono al servizio degli obiettivi di questa. Il primo passo del progetto di ricerca è stato quello di ricostruzione dello stato dell’arte, raccogliendo dati, attraverso la ricerca bibliografica e sitografica su: l’orientamento, la normativa vigente in tema di disabilità, i dati di occupazione/disoccupazione delle persone con disabilità e gli strumenti di accompagnamento al lavoro. A fronte di dati mancanti sul territorio italiano relativi alla carriera e ai fabbisogni lavorativi degli/delle studenti/esse e laureati/e con disabilità, nella prima fase del progetto di ricerca è stata avviata una raccolta dati su scala nazionale, relativa al monitoraggio di carriera degli studenti/laureati con disabilità e all’individuazione dei bisogni connessi al mondo del lavoro. Per la raccolta dati è stato sviluppato un questionario ed è stata richiesta la collaborazione a tutte le Università italiane. Sulla base dei dati ricavati dal questionario, della letteratura e delle indagini esistenti sulle professioni, nella fase successiva della ricerca si è proceduto alla strutturazione di un percorso di auto-orientamento, volto ad aumentare la consapevolezza nelle persone con disabilità delle proprie abilità e risorse, accanto a quella dei propri limiti. In particolare, il punto di partenza per la costruzione del percorso è stata l’Indagine Istat- Isfol sulle professioni (2012) e la teoria delle Intelligenze Multiple di H. Gardner (1983). Si è arrivati così alla strutturazione del percorso di auto-orientamento, composto da una serie di questionari attraverso i quali il candidato è chiamato ad auto-valutare le proprie conoscenze, le competenze, le condizioni di lavoro che gli richiedono più o meno sforzo e le intelligenze che lo caratterizzano, aggiungendo a questi anche una parte più narrativa dove il soggetto è invitato a raccontare i propri punti di forza, debolezza e le proprie aspirazioni in ambito professionale. Per sperimentare il percorso di auto-orientamento creato, nell’ultima fase della ricerca è stato predisposto uno studio pilota per la raccolta di alcuni primi dati qualitativi con target differenti, studenti/esse universitari/e e insegnanti di scuola superiore impegnati nel tema del sostegno e dell’orientamento, e utilizzando diversi strumenti (autopresentazioni, test multidimensionale autostima, focus group). CONCLUSIONI: I dati ottenuti dallo studio pilota, seppur non generalizzabili, in quanto provenienti da un campione esiguo, hanno evidenziato come il percorso di auto-orientamento attivi una riflessione sulla visione di sé nei diversi contesti e un cambiamento, in positivo o in negativo, nell’autostima e nella valutazione di sé in diverse aree, ad esempio nell’area delle relazioni interpersonali, del vissuto corporeo, dell’emotività ecc. Tali dati ci hanno permesso soprattutto di evidenziare punti di forza e debolezza del percorso creato e di apportare modifiche per una maggiore comprensione e adattabilità del prodotto stesso. Il valore del percorso orientativo è connesso al ruolo attivo di auto-valutatore giocato dal candidato con disabilità, affiancando a questa prima fase di autovalutazione un successivo confronto dialogico con un esperto, tale da permettere un ancoraggio alla realtà esterna, al contesto in cui il soggetto si trova a vivere. In questo senso, l’orientamento assume il valore di un processo continuo e articolato, che ha come scopo principale quello di sostenere la consapevolezza di sé e delle proprie potenzialità, agendo all’interno dell’area dello sviluppo prossimale della persona verso la realizzazione della propria identità personale, sociale e professionale.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

RECCHI, Simonetta. "THE ROLE OF HUMAN DIGNITY AS A VALUE TO PROMOTE ACTIVE AGEING IN THE ENTERPRISES." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251122.

Full text
Abstract:
Ogni azienda che si riconosca socialmente responsabile deve occuparsi dello sviluppo delle carriere dei propri dipendenti da due punti di vista: quello individuale e personale e quello professionale. La carriera all’interno di un’azienda coinvolge, infatti, la persona in quanto individuo con un proprio carattere e una precisa identità e la persona in quanto lavoratore con un bagaglio specifico di conoscenze e competenze. L’azienda ha, quindi, il compito di promuovere carriere professionalmente stimolanti che si sviluppino in linea con i suoi stessi valori, la sua visione e la sua missione. Nel panorama moderno, aziende che sviluppano la propria idea di business nel rispetto dei lavoratori proponendo loro un percorso di crescita, si mostrano senza dubbio lungimiranti. Un tale approccio, però, non basta a far sì che vengano definite socialmente responsabili. I fattori della Responsabilità Sociale d’Impresa sono infatti numerosi e, ad oggi, uno dei problemi principali da affrontare è quello del progressivo invecchiamento della popolazione. Dal momento che la forza lavoro mondiale sta invecchiando e che si sta rispondendo al problema spostando la linea del pensionamento, tutte le aziende sono obbligate a mantenere le persone il più a lungo possibile attive e motivate a lavoro. L’età è spesso visto come un fattore di diversità e di discriminazione, ma nello sviluppare la mia argomentazione, cercherò di dimostrare che una politica del lavoro che supporti l’idea dell’invecchiamento attivo può trasformare questo fattore da limite in opportunità. Il rispetto degli esseri umani, a prescindere dalle differenze legate all’età, dovrebbe essere uno dei valori fondanti di ogni impresa. Nel primo capitolo della tesi, svilupperò il tema della dignità umana così come è stato concepito a partire dalla filosofia greca fino alla modernità. La dignità intesa come valore ontologico, legato all’essenza dell’uomo, diventerà con Kant il fattore di uguaglianza tra tutti gli esseri viventi, la giustificazione del rispetto reciproco. Il concetto di dignità verrà, poi, definito nel secondo capitolo come il principale valore che deve ispirare l’azione sociale delle imprese, come l’elemento che garantisce il rispetto di ogni dipendente che prima ancora di essere un lavoratore è un essere umano. La dignità è ciò che rende l’essere umano degno di essere considerato un fine in se stesso piuttosto che un mezzo per il raggiungimento di un fine esterno. Nell’era della globalizzazione, dove il denaro è il valore principale, gli esseri umani rischiano di diventare un mezzo al servizio dell’economia. A questo punto, il rispetto della dignità deve divenire il fondamento di un ambiente di lavoro che promuove la crescita e la fioritura dell’essere umano. Nel secondo capitolo cercherò quindi di dimostrare come l’idea di dignità possa promuovere un management “umanistico” centrato sul rispetto dell’essere umano. Un’impresa socialmente responsabile può promuovere il rispetto di ogni lavoratore se fa propri i valori di dignità e uguaglianza. Attraverso la teoria dello Humanistic Management che veicola tali valori, il lavoro diventa un luogo in cui l’uomo può esprimere se stesso, la sua identità, le sue conoscenze e competenze. Inoltre, dal momento che la popolazione sta invecchiando, le aziende devono farsi carico della forza lavoro più anziana, come è emerso sopra. A questo punto, nel terzo capitolo, il concetto della Responsabilità Sociale d’Impresa sarà analizzato nel suo legame con i temi dell’invecchiamento attivo e della diversità sul posto di lavoro. Conosciamo diverse ragioni di differenza a lavoro: genere, cultura, etnia, competenze, ma qui ci concentreremo sul fattore età. È naturale che i lavoratori anziani abbiano un’idea di lavoro diversa da quella dei giovani e che le loro abilità siano differenti. Ma questa diversità non deve essere valutata come migliore o peggiore: essa dipende da fattori che analizzeremo e che l’impresa socialmente responsabile conosce e valorizza per creare un ambiente di lavoro stimolante e collaborativo, eliminando possibili conflitti intergenerazionali. Alcune delle teorie che permettono di raggiungere tali obiettivi sono il Diversity Management e l’Age Management: ogni impresa può promuovere pratiche per valorizzare gli anziani, permettendo loro di rimanere più a lungo attivi e proattivi a lavoro e di condividere le proprie conoscenze e competenze. L’ultimo capitolo della tesi si concentrerà su un caso di azienda italiana che ha sviluppato uno strumento di valorizzazione di collaboratori over 65. Sto parlando della Loccioni, presso cui ho svolto la ricerca applicata e che promuove il progetto Silverzone, un network di persone in pensione che hanno conosciuto l’azienda nel corso della loro carriera e che continuano a collaborare con essa ancora dopo il pensionamento. Per capire l’impatto qualitativo e quantitativo che il progetto ha sull’azienda, ho portato avanti un’analisi qualitativa dei dati ottenuti grazie a due tipi di questionari. Il primo ha visto il coinvolgimento dei 16 managers della Loccioni a cui sono state sottoposte le seguenti domande: 1. Chi sono i silver nella tua area di business? Quali i progetti in cui essi sono coinvolti? 2. Qual è il valore del loro supporto per l’azienda? E, allo stesso tempo, quali sono le difficoltà che possono incontrarsi durante queste collaborazioni? 3. Qual è la frequenza degli incontri con i silver? 4. Perché l’azienda ha bisogno di questo network? Successivamente, ho sottoposto un altro questionario agli 81 silver della rete. Di seguito i dettagli: 1. Qual è il tuo nome? 2. Dove sei nato? 3. Dove vivi? 4. Qual è stato il tuo percorso formativo? 5. Qual è stata la tua carriera professionale? 6. Come e con chi è avvenuto il primo contatto Loccioni? 7. Come sei venuto a conoscenza del progetto Silverzone? 8. Con quali dei collaboratori Loccioni stai lavorando? 9. In quali progetti sei coinvolto? 10. Potresti descrivere il progetto in tre parole? 11. Che significato ha per te fare parte di questa rete? 12. Nella tua opinione, come deve essere il Silver? 13. Che tipo di relazioni hai con i collaboratori Loccioni? 14. Quali dimensioni umane (dono, relazione, comunità, rispetto) e professionali (innovazione, tecnologia, rete) emergono lavorando in questo progetto? Il progetto Silverzone è sicuramente una buona pratica di Age Management per mantenere più a lungo attivi i lavoratori over 65. I progetti in cui i Silver sono coinvolti hanno un importante impatto economico sull’impresa, in termini di investimento ma anche di guadagno. Ad ogni modo, qui la necessità di fare profitto, stando a quanto è emerso dai risultati delle interviste, è subordinata al più alto valore del rispetto dei bisogni umani che diventa garante di un posto di lavoro comfortable, dove si riesce a stringere relazioni piacevoli, collaborative e produttive.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Books on the topic "Limiti esterni"

1

Nielsen, Elsa. Toxicological evaluation and limit values for DEHP and phthalates, other than DEHP. Copenhagen: Ministry of Environmental Protection Agency, 1996.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Dolfi, Anna, ed. Non finito. Opera interrotta e modernità. Florence: Firenze University Press, 2015. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-729-6.

Full text
Abstract:
Non finito, opera interrotta… difficile trovare una definizione, circoscrivere il tema, distinguere il caso dall’intenzionalità. Certo pochi ‘generi’ e/o declinazioni hanno come il non finito bisogno di ciò che è esterno all’opera e che in qualche modo la completa, collocandola in posizione privilegiata per la sintonia con la nostra inquieta modernità. Non stupisce che in letteratura siano naturaliter ‘sospesi’ – oltre a ciò che è stato brutalmente interrotto – gli epistolari, i diari, le cronache della malattia e della sofferenza; né che l’incompiutezza accompagni gli scritti che rinviano a grumi irrisolti, traumi nascosti, taciute malinconie. Dettata da scelta o da gradi distinti di incapacità, la tentazione del non finito, del non finire, insegue, incalza, illude… Ce ne parlano le scritture del privato, gli abbozzi, i progetti, le carte che testimoniano il cammino necessario all’opera per arrivare alla sua forma. Questo libro, ricco e suggestivo, ideato e curato da Anna Dolfi, inscritto – come il suo oggetto – all’insegna dell’incompiuto, del non finibile, si interroga su alcuni dei tanti esempi possibili, lungo un arco diacronico che va alla letteratura alle arti figurative, al teatro, al cinema: da Leonardo a Blake, da Ariosto a Stendhal, da Dossi a Gadda, da Kafka a Borges, dalla Sarraute alla Morante, dagli sconosciuti scriventi affetti da ‘cancroregina’ all’ultimo Pirandello messo in scena da Tiezzi, fino al Fellini dell’impossibile Mastorna ... Al centro del volume una sezione con le pagine del dattiloscritto ed i quaderni di appunti inediti di/per La scelta di Giuseppe Dessí conduce ai limiti dello spazio bianco, là dove la chambre claire fissa con pochi, rarefatti segni, quanto si cela oltre la scrittura.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Book chapters on the topic "Limiti esterni"

1

Seco, Josi M., Emilio Quiqoa, and Ricardo Riguera. "Assignment of the Absolute Configuration of Monofunctional Compounds by Single Derivatization." In The Assignment of the Absolute Configuration by NMR using Chiral Derivatizing Agents. Oxford University Press, 2015. http://dx.doi.org/10.1093/oso/9780199996803.003.0007.

Full text
Abstract:
The procedures shown in Chapter 3 allow the determination of the absolute configuration of several classes of compounds (Chapter 1, Figure 1.18), but they require the preparation of two derivatives and the comparison of their NMR spectra. Alternative methods have been developed for secondary alcohols and α-chiral primary amines. These are particularly suited for those cases where the amount of the available sample is low, and they require the preparation of only a single derivative [41–43, 55–56, 165]. There are three different approaches to using only a single derivatization to perform the assignment of those substrates [13, 165]. The first two are based on a controlled conformational change that is produced either by modification of the probe temperature [41, 165] or by selective complexation [42, 55, 56, 165]. The third one is based on the differences observed between the chemical shifts of the free alcohol and those of the 9-AMA ester derivative [43, 165]. In general, these single-derivatization procedures are limited to 1H NMR. Because the shift differences observed in 13C NMR are quite small, they produce insignificant Δδ values, and therefore the signs are not sufficiently accurate to produce a safe assignment [72]. Explanations and examples of applications are presented in the remainder of this chapter. For the assignment of secondary alcohols, a simple approach based on the use of a single MPA ester has proven to work very well [41, 165]. It is based on the controlled shift of the conformational equilibrium between the two main conformers (sp/ap) that were described in Chapter 1 for the MPA esters of secondary alcohols [36, 37]. Thus, for the assignment, it is only necessary to prepare either the (R)- or the (S)-MPA ester and then to compare the chemical shifts of L1/L2 in the spectra taken at room temperature and at a lower temperature [41]. Figure 4.2 presents a summary of the procedure and the graphical model expressing the ΔδT1T2 correlation between the sign and the stereochemistry for the assignment of secondary alcohols derivatized as (R)- or as (S)-MPA esters.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Rebelo Gomes, Lígia, Cláudia Silva, and Catarina D. Simões. "Demystifying Emulsifiers as Additives through Molecular Gastronomy: A Contribution to Rise Consumer’s Sovereignty." In Food Additives [Working Title]. IntechOpen, 2021. http://dx.doi.org/10.5772/intechopen.96743.

Full text
Abstract:
According to the Food and Agriculture Organisation of the United Nations, one third of food produced annually for human consumption results in food losses or wastage, which is environmentally degrading, economically unviable, ethically incorrect, and does not contribute to sustainable development. The use of additives can help prevent the waste of food that is still fit for consumption in a world where about 16% of the world’s population goes hungry. Food additives may overcome the problem of limited supply of natural ingredients, increase the shelf life of foods and simplify the complex cooking procedures. To raise the consumer’s knowledge about food additives, this work presents and explain in a simple manner some physical/chemical properties of emulsifiers, namely fatty acids esters and sucrose esters of fatty acids. Moreover, this work reviews and illustrates, recurring to recipes of molecular gastronomy, how these additives are used in food preparation to achieve and maintain certain desirable characteristics, how they contribute to obtain a better result in final preparation, and how they can be used in modern cuisine. Preparations coming from the discipline of molecular gastronomy have been chosen since they are based on laboratory related procedures and only use few ingredients, including an additive.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Stubbs, Brianna J., and Peter Hespel. "Intermittent Exogenous Ketosis for Athletic Performance, Recovery, and Adaptation." In Ketogenic Diet and Metabolic Therapies, edited by Susan A. Masino, Detlev Boison, Dominic P. D’Agostino, Eric H. Kossoff, and Jong M. Rho, 518–40. Oxford University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.1093/med/9780197501207.003.0040.

Full text
Abstract:
Sports nutrition science seeks to determine optimal dietary protocols for athletes pushing the limits of human physiology in power, endurance, and skill. Traditionally, dietary interventions aimed to stimulate performance have focused on strategic intake of carbohydrates, protein, and fat. However, recent development of oral ketone supplements has increased the popularity of intermitted exogenous ketosis (IEK) as a potential nutritional strategy to stimulate training adaptation and performance in athletes. Several physiologic mechanisms are implicated in acute modulation of exercise performance by IEK. These include use of ketone bodies as an alternative substrate for oxidative ATP production in contracting muscles and ketone-mediated inhibition of glycolytic flux. The latter could lead to glycogen sparing, which may increase endurance; on the other hand, glycolytic inhibition in conjunction with ketoacidosis could be ergolytic in short maximal exercise bouts. Furthermore, preliminary evidence suggests that acute and chronic post-exercise ketosis may stimulate recovery from training. Acute IEK could stimulate muscle protein synthesis and glycogen repletion, and chronic ketone ester intake blunted overreaching symptoms during short-term endurance training overload. This protection could be attributed to improved autonomic neural balance, appetite and stress hormone regulation, and possibly attenuation of exercise-induced inflammation and oxidative stress. Such effects could conceivably either down- or upregulate training adaptation. However, research to date describing both acute and chronic exogenous ketosis in exercise and training is limited and inconclusive. Further studies are required to elucidate the specific contexts and mechanisms whereby IEK could maximally benefit athletes.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Umar, Muhammad. "Occurrence and Treatment of Micropollutants in Landfill Leachate." In Waste Management, 1492–508. IGI Global, 2020. http://dx.doi.org/10.4018/978-1-7998-1210-4.ch068.

Full text
Abstract:
Micropollutants have emerged as a new challenge to the scientific community over the past decade. This chapter discusses the occurrence of various micropollutants in landfill leachate. Phthalic acid esters (PAEs) are one of the most investigated compounds in landfill leachate and are therefore given special focus in this chapter. The potential treatment options for these micropollutants are discussed with relevance to the estrogenicity potential of micropollutants. The potential of leaching of micropollutants from landfill sites is discussed to emphasize on the requirements of appropriate liners to avoid such exposure to the surrounding environment. Biological treatment in particular membrane bioreactors have been successfully used to remove some of the micropollutants. Advanced oxidation processes such Fenton and photo-Fenton have limited application reported in literature whereas other physic-chemical processes such as coagulation and adsorption have been demonstrated to be effective in the removal of micropollutants.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Taber, Douglass F. "The Vanderwal Synthesis of Echinopine B." In Organic Synthesis. Oxford University Press, 2015. http://dx.doi.org/10.1093/oso/9780190200794.003.0099.

Full text
Abstract:
Intramolecular cyclopropanation has long been a powerful strategy for stereoselective polycarbocyclic construction. For many years, this was limited to diazo carbonyl insertion. More recently, alternative strategies for intramolecular cyclopropane construction have been developed. The power of such an approach is illustrated by the total synthesis of echinopine B 3 reported (Angew. Chem. Int. Ed. 2012, 51, 7572) by Christopher D. Vanderwal of the University of California, Irvine. The starting material for the synthesis was the commercial keto ester 4. Enol ether formation followed by cyclopropanation set the stage for fragmentation to the enone 7. The cyclopentannulation reagent 9 was prepared in two steps from butynol 8. Following the precedent of Heathcock (J. Am. Chem. Soc. 1983, 105, 2354), conjugate addition proceeded with significant diastereocontrol to give the ketone 10. Exposure of the derived tosylate to less than one equivalent of lithium diisopropylamide gave clean cyclization to the bicyclic ketone 11. It is a measure of the brevity of this approach that the cyclization of 10 to 11 was reported on a 5-gram scale. Relatively little is known about conformational preference around seven-membered rings. Methylenation of 12 followed by reduction of the ester delivered the aldehyde 13. Epimerization of the aldehyde with methanolic K2CO3 gave a 4:1 mixture, with the new aldehyde dominating. Inclusion of the Ohira reagent 13 in the same pot with 11 gave the alkyne 15, also as an ~4:1 mixture of diastereomers. Alkylation with MOM-Cl then completed the assembly of 1. Warming of 1 with a catalytic amount of PtCl2 led to the cyclopropane 2. This reaction apparently proceeded through a series of steps leading to a Pt carbene that then underwent β-hydride elimination to give the enol ether. On oxidation, the enol ether was smoothly converted to the methyl ester, echinopine B 3 In this synthesis, the targeted natural product included a cyclopropane. Fused cyclopropanes are also versatile precursors to other polycyclic ring systems. Future developments in intramolecular cyclopropane construction will open efficient new strategies for polyalicyclic synthesis.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

Mashuni and M. Jahiding. "The Biomass Waste Pyrolysis for Biopesticide Application." In Recent Perspectives in Pyrolysis Research. IntechOpen, 2022. http://dx.doi.org/10.5772/intechopen.100223.

Full text
Abstract:
The pyrolysis method has been used in various fields and has attracted the attention of many researchers so that this method can be applied to treat biomass waste. Pyrolysis of biomass occurs through heating a substance with limited oxygen so that the decomposition of complex compounds such as lignocellulose into simpler compounds occurs. The heat energy of the pyrolysis process encourages the oxidation of biomass so that complex carbon molecules break down into carbon and bio-oil. Pyrolysis of biomass for coconut shells, cashew nut shells, and cocoa pod husk was carried out at a temperature of 400–600°C with a flow rate of 6–7°C/min. The content of bio-oil compounds from its biomass based on the analysis of gas chromatography–mass spectroscopy obtained phenolic acid, pyrimidine derivatives, amines, carbamate acids, furans, esters derivatives, pyridine, ketones, furans, and aldehydes that can be used as active compounds for biopesticides.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

G. Zenkevich, Igor. "Features and New Examples of Gas Chromatographic Separation of Thermally Unstable Analytes." In Recent Advances in Gas Chromatography [Working Title]. IntechOpen, 2020. http://dx.doi.org/10.5772/intechopen.94229.

Full text
Abstract:
The processes of thermal decomposition of analytes in gas chromatographic (GC) columns are classified and two new examples of them are considered in details. First of them is monomolecular decomposition of monoalkyl esters of benzene-1, 2-dicarboxylic (phthalic) acid (monoalkyl phthalates). This process has the analogy in chemical reactions in solutions and it may be responsible for the toxicity of phthalates. The second example is decomposition of non-substituted hydrazones of both aliphatic and aromatic carbonyl compounds. The analytes of the second sub-group present the first example of bimolecular (second order) decomposition in a GC column: two molecules of hydrazones form stable azines and hydrazine. Besides that this process presents the particular interest, because it is accompanied by secondary chemical reactions not in an injector, but within GC column, when a by-product of decomposition is involved into secondary interaction with other constituents of the samples. It was confirmed, that visual images of all these decomposition processes on the chromatograms are rather identical and coincide with the manifestations of interconversion of isomers or tautomers. The most often expressed features of chromatographic profiles in such cases are the presence of peaks of an initial analyte and a product of its decomposition or isomerization, connected with more or less expressed diffused “plateau” or “train” between them. The decomposition processes during sample preparation prior to chromatographic separation or in the heated injector of GC instrument are not accompanied by such features. Despite of the rather “exotic” character of the examples considered, the knowledge of them seems to be useful for better revealing the analogous situations in chromatographic practice. Thermal instability of analytes is the principal restriction of GC separation of reactive compounds and we cannot eliminate it for objective reasons. However, in some cases we can evaluate the temperature limits of chromatographic columns, which should not be exceeded during GC separation of instable compounds. The simplest (low boiling) homologs of thermally unstable compounds are often characterized by “normal” boiling point at atmospheric pressure (T b, °C) without decomposition, that means the possibility of their GC analysis unambiguously. Therefore, we can select such T b values as GC and/or GC–MS temperature limit (T lim) for other members of series of thermally unstable homologs. If GC separation is carried out not in isothermal, but in temperature programming conditions, so-called retention temperature (T R) of unstable analytes should not exceed the evaluated T lim value.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

Taber, Douglass F. "Enantioselective Synthesis of Alcohols and Amines: The Doi Synthesis of Apratoxin C." In Organic Synthesis. Oxford University Press, 2017. http://dx.doi.org/10.1093/oso/9780190646165.003.0034.

Full text
Abstract:
Hiromitsu Takayama of Chiba University used (Org. Lett. 2014, 16, 5000) the Itsuno-Corey protocol to reduce the enone 1 to the allylic alcohol 2. Peiming Gu of Ningxia University developed (Org. Lett. 2014, 16, 5339) a Cu catalyst that cyclized the pro­chiral 3 to 4 in high ee. Xiaoming Feng of Sichuan University effected (Org. Lett. 2014, 16, 3938) enantioselective Baeyer–Villiger oxidation of the racemic cyclopentanone 5, converting one enantiomer to the δ-lactone 6. The velocity of catalytic osmylation is often limited by slow turnover of the interme­diate osmate ester. Koichi Narasaka, then at the University of Tokyo, showed (Chem. Lett. 1988, 1721) that the efficiency of the transformation was improved by the addi­tion of stoichiometric phenyl boronic acid. Kilian Muñiz, now at ICIQ Tarragona, established (Chem. Eur. J. 2005, 11, 3951) that this acceleration also worked with Sharpless asymmetric dihydroxylation. D. Christopher Braddock of Imperial College London took advantage (Chem. Commun. 2014, 50, 13725) of these observations, converting myrcene 7 selectively to the cyclic boronate 8. Michael P. Doyle of the University of Maryland developed (J. Org. Chem. 2014, 79, 12185) a Rh catalyst for the ene reaction of 9 with 10 to give 11. Adriaan J. Minnaard of the University of Groningen devised (Chem. Eur. J. 2014, 20, 14250) a Cu cata­lyst that mediated the face selective addition of 13 to 12, establishing the oxygenated quaternary center of 14. Tomonori Misaki and Takashi Sugimura of the University of Hyogo used (Chem. Lett. 2014, 43, 1826) Michael addition of 15 to 16 to construct the oxygenated quaternary center of 17. Jon C. Antilla of the University of South Florida assembled (Chem. Commun. 2014, 50, 14187) the δ-lactone 20 by adding the diene 19 to the α-keto ester 18. Zhiyong Wang of the University of Science and Technology of China reported (Org. Lett. 2014, 16, 3564) related results. Jonathan A. Ellman of Yale University achieved (Angew. Chem. Int. Ed. 2014, 53, 11329) substantial enantioselectivity in the addition of thioacetic acid 22 to the nitroalkene 21 to give 23. Subhash P. Chavan of the National Chemistry Laboratory prepared (Tetrahedron Lett. 2014, 55, 5905) the allylic amine 25 by reduction of the aziridine 24.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
9

Rios, Raúl, Adriel Sosa, Luis Fernández, and Juan Ortega. "Azeotropy: A Limiting Factor in Separation Operations in Chemical Engineering - Analysis, Experimental Techniques, Modeling and Simulation on Binary Solutions of Ester-Alkane." In Laboratory Unit Operations and Experimental Methods in Chemical Engineering. InTech, 2018. http://dx.doi.org/10.5772/intechopen.75786.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
10

Bertha Ehis-Eriakha, Chioma, Stephen Eromosele Akemu, Simon Obgaji Otumala, and Chinyere Augusta Ajuzieogu. "Biotechnological Potentials of Microbe Assisted Eco-Recovery of Crude Oil Impacted Environment." In Crude Oil - New Technologies and Recent Approaches [Working Title]. IntechOpen, 2021. http://dx.doi.org/10.5772/intechopen.98808.

Full text
Abstract:
Globally, the environment is facing a very challenging situation with constant influx of crude oil and its derivatives due to rapid urbanization and industrialization. The release of this essential energy source has caused tremendous consequences on land, water, groundwater, air and biodiversity. Crude oil is a very complex and variable mixture of thousands of individual compounds that can be degraded with microbes with corresponding enzymatic systems harboring the genes. With advances in biotechnology, bioremediation has become one of the most rapidly developing fields of environmental restoration, utilizing microorganisms to reduce the concentration and toxicity of various chemical pollutants, such as petroleum hydrocarbons, polycyclic aromatic hydrocarbons, polychlorinated biphenyls, phthalate esters, nitroaromatic compounds and industrial solvents. Different remediation methods have been introduced and applied with varied degrees of success in terms of reduction in contamination concentration without considering ecotoxicity and restoration of biodiversity. Researchers have now developed methods that consider ecotoxicology, environmental sustainability and ecorestoration in remediation of crude oil impacted sites and they are categorized as biotechnological tools such as bioremediation. The approach involves a natural process of microorganisms with inherent genetic capabilities completely mineralizing/degrading contaminants into innocuous substances. Progressive advances in bioremediation such as the use of genetically engineered microbes have become an improved system for empowering microbes to degrade very complex recalcitrant substances through the modification of rate-limiting steps in the metabolic pathway of hydrocarbon degrading microbes to yield increase in mineralization rates or the development of completely new metabolic pathways incorporated into the bacterial strains for the degradation of highly persistent compounds. Other areas discussed in this chapter include the biosurfactant-enhanced bioremediation, microbial and plant bioremediation (phytoremediation), their mechanism of action and the environmental factors influencing the processes.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Conference papers on the topic "Limiti esterni"

1

Diévart, Pascal, Jing Gong, and Yiguang Ju. "A Comparative Study of the Kinetics of Ethyl and Methyl Esters in Diffusion Flame Extinction." In ASME 2013 Heat Transfer Summer Conference collocated with the ASME 2013 7th International Conference on Energy Sustainability and the ASME 2013 11th International Conference on Fuel Cell Science, Engineering and Technology. American Society of Mechanical Engineers, 2013. http://dx.doi.org/10.1115/ht2013-17086.

Full text
Abstract:
The rapid growth of eco-friendly biomass derived fuels in transportation requires a fundamental understanding of the uniqueness of their oxidation and combustion characteristics. This paper focuses on one specific class of biofuels, namely Fatty Acids Ethyl Esters (FAEE). A counterflow configuration was employed to measure the extinction limits of the diffusion flames of four ethyl esters (ethyl-butanoate, pentanoate, heptanoate, and nonanoate). The results were compared to that of methyl esters (Diévart et al., 2012, Proceedings of the Combustion Institute, 34). It was observed that both methyl esters and ethyl esters exhibit similar high temperature reactivity against extinction. The use of the transport-weighted enthalpy metric has revealed that all esters share similar chemical kinetics in the near extinction conditions of the present study. A previous detailed kinetic model has been extended to include the oxidation chemistry of ethyl esters, and used to interpret the experimental observations. Good agreement between the computed and experimental extinction limits was observed. The rates of consumption pathway analysis have shown that ethyl esters exclusively decomposed into ethylene and a carboxylic acid through an endothermic six-centered unimolecular decomposition reaction, while methyl esters oxidation preferentially progresses through H abstraction reactions. However, the growth of the radical pool was observed to be driven indifferently between ethyl and methyl esters, therefore resulting in similar global flame reactivity.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Willingham, Katherine, Ramkumar N. Parthasarathy, and Subramanyam Gollahalli. "Blowout Limits of Partially Premixed Methyl Ester and Jet-A Flames." In 13th International Energy Conversion Engineering Conference. Reston, Virginia: American Institute of Aeronautics and Astronautics, 2015. http://dx.doi.org/10.2514/6.2015-4012.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Grisanti, Maria, Ramkumar Parthasarathy, and Subramanyam Gollahalli. "Experimental Investigation of Flame Extinction Limits of Canola and Soy Methyl Ester." In 51st AIAA Aerospace Sciences Meeting including the New Horizons Forum and Aerospace Exposition. Reston, Virigina: American Institute of Aeronautics and Astronautics, 2013. http://dx.doi.org/10.2514/6.2013-737.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Kaminski, Martin. "MCPD and glycidyl esters - presentation of a modular analysis method for oils and fats as well as compound foods." In 2022 AOCS Annual Meeting & Expo. American Oil Chemists' Society (AOCS), 2022. http://dx.doi.org/10.21748/fplf3753.

Full text
Abstract:
3-Monochloropropane-1,2-diol (3-MCPD) esters (3-MCPDE) and glycidyl esters (GE) are processing contaminants mainly formed during the deodorization of refined vegetable and fish oils and pose a serious health risk due to their potential genotoxic and carcinogenic properties. In recent years, numerous standards have been published to analyze these contaminants by robust and accurate analytical methods in oils and fats (seven AOCS methods, four ISO standards), oil-based emulsions (one AOCS method), and infant formula (two AOAC first action methods). In addition, more and more additional food categories are coming into the focus of food safety and thus also of EU legislation. Therefore, a standardization group was established in Germany in 2019 with the aim to develop a method for the analysis of MCPD + GE in all relevant compound foods. This presentation will describe in detail how the method originally developed for compound foods can also be successfully used for the analysis of oils and fats. The method is based on slow basic ester cleavage followed by a cleanup and the detection by GC-MS/MS. Due to the modular design of the method for compound food, by simply omitting the extraction step, the method can be used for the analysis of oils and fats without further adaptations. The method meets all current performance requirements of the official food control in the EU. Limits of quantification are below 10 µg/kg for all three analytes. Laboratories using the method are thus able to analyse oils and fats as well as compound foods with a single established method, which significantly reduces the validation effort in the laboratory.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Bies, Nora Susanne, and Matthias Pahn. "Tensile strength of the bent portion of vinyl ester GFRP rebars." In IABSE Symposium, Prague 2022: Challenges for Existing and Oncoming Structures. Zurich, Switzerland: International Association for Bridge and Structural Engineering (IABSE), 2022. http://dx.doi.org/10.2749/prague.2022.1476.

Full text
Abstract:
<p>Glass-fibre reinforced polymer (GFRP) rebars are increasingly used in concrete as an alternative to conventional reinforcing steel, as corrosion issues can be excluded, and the application limits extended. Besides straight reinforcing bars bent rebars are used, e. g. as stirrups to absorb shear stresses. However, there is only a limited number of studies investigating the load bearing and deformation behaviour of bent fibre-reinforced polymer (FRP) bars.</p><p>This study aims to experimentally determine the tensile strength of bent vinyl ester GFRP rebars. The failure of bent GFRP rebars occurs primarily in the corners, as a substantial reduction in tensile strength is noticeable at the bent portion. Therefore, tests are performed on L-shaped bent GFRP bars embedded in concrete blocks and subjected to tensile pull-out forces. The GFRP bars examined consist of a matrix of vinyl ester resin and a nominal diameter of 12 mm. A total of six test specimens were examined, with three concrete blocks reinforced with reinforcing steel and three unreinforced in order to investigate the influence of a reinforcement on the failure mode of the test specimens. The results of this study provide a significant contribution to the load-bearing capacity of concrete components reinforced with GFRP bars and show the relevance of the bent portion or the load transfer of the stirrup in concrete.</p>
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

Attia, Ali M. A., Ahmed I. El-Seesy, Hesham M. El-Batsh, and Mohamed S. Shehata. "Effects of Alumina Nanoparticles Additives Into Jojoba Methyl Ester-Diesel Mixture on Diesel Engine Performance." In ASME 2014 International Mechanical Engineering Congress and Exposition. American Society of Mechanical Engineers, 2014. http://dx.doi.org/10.1115/imece2014-39988.

Full text
Abstract:
Currently, using biofuels to operate diesel engines gets a great attention to the extent that it could replace the limited conventional fossil fuels. These fuels have a closed life cycle (renewable) and they have a remarkable effect on the global greenhouse phenomena. Moreover, the use of non-edible vegetable oils is considered a good choice after a suitable chemical and/or thermal treatment to convert them into esters. The use of jojoba oil shows a promising alternative fuel for conventional diesel fuel even there were unfavorable effects including power reduction. The wide spread usage of nano additives to improve the combustion quality may be a good solution for these problems. This study represents an experimental investigation to examine the effect of nano additives on diesel engine performance at variable operating conditions of load and speed. In this work, alumina nano-particles are added to a mixture of jojoba methyl ester (biodiesel) and conventional diesel fuel at the most recommended value (20% biodiesel and 80% diesel fuel) with different doses from 10 up to 50 mg/l. The received mixture is homogenized with an ultrasonicator mixer. It is found that, the appropriate nano-additives dose corresponding to optimal engine performance is about 30 mg/l. At this dose, the overall BSFC is reduced by about 6%, engine thermal efficiency is increased up to 7%, and all engine emissions have been reduced (NOx about 70%, CO about 75 %, smoke opacity about 5%, and UHC about 55 %) compared with the corresponding values obtained when only a blended fuel of 20% biodiesel is used.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

Palianskikh, A. I., E. V. Andrievskaya, T. A. Fiodarava, and S. Y. Petrova. "TOPICAL QUESTIONS OF DETERMINATION OF ETHERS OF PARAHYDROXYBENZOIC ACID (PARABENS) IN FOOD." In SAKHAROV READINGS 2022: ENVIRONMENTAL PROBLEMS OF THE XXI CENTURY. International Sakharov Environmental Institute of Belarusian State University, 2022. http://dx.doi.org/10.46646/sakh-2022-1-269-272.

Full text
Abstract:
Parabens can have adverse effects on human health, and their use as food additives is strictly regulated worldwide. A method for the simultaneous determination of 11 preservatives (including para-hydroxybenzoic acid and 7 of its esters (parabens)) has been developed and validated in food products by high-performance liquid chromatography (HPLC). The method is characterized by simple sample preparation technique, low limits of quantitative determination (10 mg/kg) for each preservative and can be used by accredited laboratories of the Republic of Belarus to control the safety of food products.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

Pivetta, Lucas Delai, and Marcos Delai Pivetta. "DIFERENTES SUBSTRATOS NA PRODUÇÃO DE MUDAS DE ALFACE." In I Congresso Nacional de Ciências Agrárias On-line. Revista Multidisciplinar de Educação e Meio Ambiente, 2021. http://dx.doi.org/10.51189/rema/2012.

Full text
Abstract:
Introdução: A produção de mudas em bandejas multicelulares está sendo amplamente utilizado na multiplicação de hortaliças, dependendo do volume de substrato disponível favorecera o desenvolvimento do sistema radicular e parte aérea da muda, mas bandejas com a menor profundidade de células limitam o desenvolvimento das mudas, influenciando no potencial produtivo da muda. Objetivo: O objetivo deste trabalho foi determinar a composição de substrato na qual propicia o melhor desenvolvimento de sistema radicular tamanho de parte aérea e número de folhas da plântula de alface cultivado em casa de vegetação situada no campus da pontifícia universidade católica do Paraná campus Toledo. Materiais e métodos: O experimento foi realizado em casa de vegetação com irrigação diária, utilizado delineamento experimental com cinco tratamentos (T1 (100% comercial), T2 (50% comercial e 50% esterco de gado), T3 (40% comercial, 10% cama de aviário e 40% vermiculita), T4 (33,3% comercial, 16,6% cama de aviário, 33,3% fibra de coco e 16,6% esterco de ovinos), T5 (33,3% comercial, 33,3% cama de aviário e 33,3% vermiculita)), com cada um utilizando porcentagens diferentes de seis tipos de substratos diferentes (substrato comercial, vermiculita, esterco de gado, cama de aviário, fibra de coco e esterco de ovinos), sendo utilizado 64 células de bandejas de isopor por tratamento. Resultados: Quanto a número de folhas por plantas, não ouve diferença estatística nos tratamentos T5, T4, T3, T2 e T1 com a média dos tratamentos ficando em 3.22 folhas por plantas e obtendo um CV de 9.57%. Em comprimento de raiz os tratamentos T5 e T2 obtiveram os melhores resultados com 4,34 cm e 4,23 cm respectivamente e quanto a comprimento de parte aérea o tratamento T5 se sobressaio entre os tratamentos com 15,33 cm. Conclusão: Pode-se concluir que com a maior quantidade de adubos orgânicos e menor compactação do solo se obtém melhores condições de desenvolvimento para as plântulas de alface, com T5 apresentando melhores resultados a respeito de comprimento de parte aérea e sistema radicular quando se comparado aos outros tratamentos.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
9

Selim, Mohamed Y. E., M. S. Radwan, and H. E. Saleh. "Performance of Dual Fuel Engine Running on Jojoba Oil as Pilot Fuel and CNG or LPG." In ASME/JSME 2007 Thermal Engineering Heat Transfer Summer Conference collocated with the ASME 2007 InterPACK Conference. ASMEDC, 2007. http://dx.doi.org/10.1115/ht2007-32016.

Full text
Abstract:
The use of Jojoba Methyl Ester as a pilot fuel was investigated for almost the first time as a way to improve the performance of dual fuel engine running on natural gas or LPG at part load. The dual fuel engine used was Ricardo E6 variable compression diesel engine and it used either compressed natural gas (CNG) or liquefied petroleum gas (LPG) as the main fuel and Jojoba Methyl Ester as a pilot fuel. Diesel fuel was used as a reference fuel for the dual fuel engine results. During the experimental tests, the following have been measured: engine efficiency in terms of specific fuel consumption, brake power output, combustion noise in terms of maximum pressure rise rate and maximum pressure, exhaust emissions in terms of carbon monoxide and hydrocarbons, knocking limits in terms of maximum torque at onset of knocking, and cyclic data of 100 engine cycle in terms of maximum pressure and its pressure rise rate. The tests examined the following engine parameters: gaseous fuel type, engine speed and load, pilot fuel injection timing, pilot fuel mass and compression ratio. Results showed that using the Jojoba fuel with its improved properties has improved the dual fuel engine performance, reduced the combustion noise, extended knocking limits and reduced the cyclic variability of the combustion.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
10

Tang, Zhongping, Peng Jin, Dingwei Sun, Shaoming Zhang, and Weimin Liu. "Investigation of Some Base Oil as Biodegradable Water-Cooling Two-Stroke Engine Oil." In ASME 2006 Internal Combustion Engine Division Spring Technical Conference. ASMEDC, 2006. http://dx.doi.org/10.1115/ices2006-1328.

Full text
Abstract:
According to statistics, a large portion of used lubricants remain as potential hazards for the environment. Particularly, about 30 to 50% lubricant used in outboard marine engines is not burned completely and released into the water. As a result, consumers demand environmentally compatible lubricants due to concern about loss of mineral oil-based lubricants to the environment which can result in water contamination and pose a threat to animal and plant life. To prevent bioaccumulation of these materials in aquatic plants and animals, many agencies are considering regulations toward to biodegradable two-stroke outboard marine engines oil. Vegetable oils and ester oils are very suitable to develop “green lubricants”. Ester oils usually show excellent high temperature stability, low temperature fluidity, high viscosity index, very low volatility, good miscibility and biodegradability, but they are expensive and also produce many poisonous materials to environmental during produce process. Vegetable oils are biodegradable, nontoxic and renewable, moreover, their cost is reasonable compared to ester oils. Accordingly, vegetable oils are considered as potential candidates to replace conventional mineral oil-based lubricating oils, but the poor oxidative stability limits their utilization in large scale. Investigation of this work have found that proper percentage rapeseed oil can meet the requirements of biodegradable water-cooling two stroke engine oil, futhermore this two-cycle engine oil has good miscibility without need any miscibility-enhancing solvents. Research results indicate that two-cycle engine oil, which comprised rapeseed oil, ester oil and low viscosity hydrocracked oil as well as functional additives, exhibits good oxidative stability, easy biodegradability and good miscibility.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Reports on the topic "Limiti esterni"

1

Brichart, Thomas, Mahmoud Ould Metidji, Mario Silva, Sissel Opsahl Viig, and Tor Bjørnstad. Lanthanide-Complexed Esters for Single-Well SOR Measurements. University of Stavanger, November 2021. http://dx.doi.org/10.31265/usps.208.

Full text
Abstract:
The main objective has been to improve the prevailing single-well chemical tracer push-and-pull technique, SWCTT, for measurement of residual oil saturation (SOR) in defined pay zones in a single well test [1,2,3] after water injection on the following subjects: • Improvement in tracer detection limits by a factor > 1000 • On-site or even on-line detection of tracer signal in true time • Reduction in the needed amount of tracer by a factor of > 1000 • Reduced footprint on production platforms during tracer operation The intended audience and technology users are oil and service companies.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
We offer discounts on all premium plans for authors whose works are included in thematic literature selections. Contact us to get a unique promo code!

To the bibliography