Journal articles on the topic 'Libertà fondamentali'

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1

Olivetti, Marco. "DIRITTI FONDAMENTALI E NUOVE TECNOLOGIE: una mappa del dibattito italiano." REI - REVISTA ESTUDOS INSTITUCIONAIS 6, no. 2 (September 23, 2020): 395–430. http://dx.doi.org/10.21783/rei.v6i2.468.

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Abstract:
La rivoluzione digitale ha inciso profondamente sui diritti fondamentali. Essa ha aperto nuove prospettive per l’esercizio di diritti fondamentali già riconosciuti. Ha fatto emergere nuovi diritti fondamentali e nuovi limiti e nuove minacce ad essi. La cultura giuridica italiana ha concettualizzato queste sfide attorno ad una serie di temi: la libertà informatica, il diritto fondamentale di accesso ad Internet, il diritto all’oblio, il diritto a non essere oggetto di una decisione amministrativa totalmente automatizzata, i nuovi problemi della libertà di espressione. La Camera dei deputati ha elaborato una “dichiarazione dei diritti su Internet”, senza efficacia normativa. E l’uso di Internet ha modificato profondamente il sistema politico. Questo saggio tenta un primo bilancio generale di questi problemi, che in generale sono ancora tutti aperti.
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Bavetta, Sebastiano. "Individual Liberty Betrayed: The Case of the ‘Freedom of Choice Literature’*." Journal of Public Finance and Public Choice 13, no. 1 (April 1, 1995): 35–49. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907540048.

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Abstract:
Abstract Questo lavoro rappresenta un tentativo di superare la ristrettezza etica del contesto utilitarista dell’economia del benessere considerando la libertà un principio morale intrinsecamente rilevante nella valutazione dei vari stati economici. L’analisi giunge a due conclusioni fondamentali: 1) benché lodevole nelle intenzioni, questo approccio non riesce a realizzare l’obiettivo che si propone, dal momento che il concetto di libertà che esso adotta (libertà come disponibilità delle scelte) è piuttosto un concetto di potere o controllo sulle risorse; 2) nonostante fallisca nell’affrontare il tema della libertà, questa letteratura ha il merito di fornire fondamenti più solidi al concetto di razionalità, concetto che necessita di ulteriore attenzione da parte di chi è interessato a costruire un’economia del benessere pluralista.
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Gambino, Silvio. "I diritti fondamentali fra ‘Carta dei diritti UE' e "costituzionalismo multilivello"." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 1 (August 2020): 47–85. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2020-001003.

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Abstract:
L'articolo esamina la protezione dei diritti fondamentali nella prospettiva del processo di in-tegrazione europea e delle sue relazioni con l'ordine costituzionale interno nel quadro del costituzionalismo multilivello. In tale contesto, recenti nuovi indirizzi della giurisprudenza costituzionale sottolineano come il giudice nazionale ordinario sia chiamato a occupare un ruolo di crescente importanza nei rapporti con il Giudice costituzionale e nel dialogo con il Giudice dell'Unione (CGUE). Tali indirizzi restituiscono una nuova centralità alla ‘dottrina dei controlimiti' rispetto alla dottrina della CGUE sul primato del diritto dell'Unione con riguardo alle disposizioni costituzionali in tema di principi e di diritti fondamentali. In tale prospettiva, il testo esamina sia il tema dei rapporti fra libertà fondamentali economiche e processo di integrazione europea sia solleva interrogativi sul livello di protezione giurisdi-zionale di tali libertà fondamentali fra costituzioni nazionali e diritto primario dell'Unione.
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Matalone, Gabriella. "Libertà fondamentali e restrizioni Covid: il caso spagnolo." Cultura e Diritti, no. 2 (2022): 181–91. http://dx.doi.org/10.12871/978883318109712.

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Chiappetta, Giovanna. "Allontanamento del minore dalla famiglia d'origine alla luce dell'art. 8 della CEDU." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 2 (December 2022): 71–83. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2022-002003.

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Abstract:
La materia dell'allontanamento del minore dalla famiglia di origine è complessa e delicata anche perché disciplinata da fonti eterogenee frutto della integrazione di almeno tre sistemi giuridici: nazionale, dell'Unione Europea e del più largo Consiglio d'Europa. La riflessione mira a cogliere l'evoluzione dell'istituto dell'adozione dei minori mediante l'interpretazione del diritto alla vita familiare ex art. 8 della Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell'uomo e delle Libertà fondamentali.
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Mangiameli, Agata Amato. "LA LIBERTA E I SUOI LIMITI. FRA PENSIERO MODERNO E DIRITTO." DELICTAE: Revista de Estudos Interdisciplinares sobre o Delito 5, no. 8 (April 26, 2020): 07. http://dx.doi.org/10.24861/2526-5180.v5i8.119.

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Abstract:
Nonostante le grandi conquiste della modernità, nonostante il suo evidente sforzo per collocare l’individuo al centro e il mondo in periferia, il discorso giuridico è nato e si è sviluppato sotto il segno dell’individualismo possessivo. La libertà di ogni individuo può essere legittimamente limitata solo dagli obblighi e dalle forme che sono necessari per assicurare agli altri la stessa libertà. La società consiste in una serie di relazioni mercantili e più in particolare è un’invenzione dell’uomo per la tutela della libertà individuale della propria persona e dei beni e, quindi, per il mantenimento di relazioni di scambio disciplinate tra gli individui, considerati come proprietari di sé stessi. Entrambe le pretese dell’epoca moderna – il diritto è solo diritto privato/il diritto è solo diritto pubblico – non riescono a dare conto delle infinite sfumature di cui si compone la giuridicità. Per questo motivo, l’odierna giustificazione della obbligatorietà delle norme deve essere in grado di integrare le fondamentali acquisizioni del moderno con quei principi essenziali del vivere civile – come, ad esempio, la solidarietà – che la stessa modernità ha messo tra parentesi e rinnegato. Parole-chiave
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Foulquier, Norbert, and Jean-Charles Rotoullié. "Numérique et tourisme: la réglementation française sur les locations meublées de tourisme." RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no. 22 (November 2018): 32–44. http://dx.doi.org/10.3280/dt2018-022002.

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Abstract:
Il recente intervento delle autorità pubbliche nella regolamentazione della locazione di appartamenti ammobiliati ad uso turistico in Francia ha portato, soprattutto nella città di Parigi, ad una significativa contrazione dell'offerta abitativa. L'articolo presenta un'analisi delle componenti giuridiche, economiche e sociali del fenomeno, a partire dalle due leggi fondamentali n. 2014-366 del 24 marzo 2014, denominata "loi ALUR", e n. 2016-1321 del 7 ottobre 2016, evidenziandone i possibili effetti sui diritti di proprietà e sulla libertà di commercio e industria, nonché sul mercato turistico
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Belardinelli, Sergio. "La dimensione socio-culturale della “procreazione medicalmente assistita”." Medicina e Morale 53, no. 1 (February 28, 2004): 65–75. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2004.653.

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Abstract:
Prendendo lo spunto dalla recente legge italiana sulla “procreazione medicalmente assistita” recentemente approvata dal Parlamento italiano, l’autore muove una serie di considerazioni che possono essere sintetizzate in due punti fondamentali. Anzitutto l’affermazione della dimensione sociale della procreazione, cioè il riconoscimento della necessità di riscoprire nella procreazione, più che una faccenda da relegare alla sfera dell’intimo, un forte significato relazionale (rapporto genitori-figli; rapporto famiglia-società). Il secondo punto argomentato dall’autore è l’idea per cui la salvaguardia delle condizioni naturali della procreazione riveste per l’umana libertà un’importanza decisiva.
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9

Dammacco, Gaetano. "Riflessioni sul diritto di satira e i suoi limiti." Studia z Prawa Wyznaniowego 23 (December 30, 2020): 101–21. http://dx.doi.org/10.31743/spw.10355.

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Abstract:
La satira è un paradigma estremo della libertà di espressione, ma esistono incertezze sulla sua definizione concettuale e sulla relativa disciplina giuridica. Lo sviluppo della comunicazione ha prodotto numerose figure letterarie simili tra loro come la cronaca (una registrazione impersonale e non interpretativa di fatti accaduti), la critica (analisi soggettiva e giudizio relativi a fatti accaduti) e la satira (critica sarcastica di personaggi, comportamenti, modi di fare individuali con scopo di denuncia sociale). Gli elementi che caratterizzano la satira, sviluppatisi nel corso dei secoli, sono sostanzialmente due: attenzione alle contraddizioni (della politica, della società, della religione, della cultura) e intento moralistico per promuovere un cambiamento sociale. La satira religiosa colpisce il potere ecclesiastico e le sue contraddizioni, ma colpisce anche i simboli religiosi e i contenuti delle religioni. Ne conseguono differenti conseguenze giuridiche. Quando colpisce il patrimonio di fede dei credenti essa non è accettabile. La satira religiosa genera una specie di conflitto tra differenti valori costituzionali, e cioè tra il diritto alla libera espressione del pensiero e il diritto alla reputazione e alla tutela del sentimento religioso. Il diritto di satira in generale è riconosciuto dagli ordinamenti giuridici (sia internazionali, sia nazionali) come diritto soggettivo di rilevanza costituzionale, che deriva dalla libertà di espressione e di pensiero. Pensiero, coscienza e religione – per esempio nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea – sono omologhi (come beni giuridici o valori etici). Pertanto pensiero, coscienza e religione non possono essere in contrapposizione tra loro. Notevoli incertezze esistono sulla disciplina giuridica del diritto di satira, che non può mai offendere i diritti fondamentali della persona, la sua dignità, la sua reputazione. La Carta di Nizza ha favorito un orientamento, che considera il diritto di libera espressione nella sua forma più ampia ed espansiva. È tuttavia sempre stato affermato il valore prevalente dei diritti umani fondamentali, che non possono essere offesi dall’esercizio del diritto di satira. Negli ordinamenti giuridici nazionali, la forza del diritto di satira consiste nel riconoscimento del suo rango costituzionale, ma anche nei limiti che deve avere. La giurisprudenza ha elaborato i vincoli “formali”, tra i quali i più importanti sono il limite della continenza e della funzionalità.
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Adamo, Ugo. "Il fine vita nella giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 2 (January 2019): 177–206. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2018-002008.

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Viglianisi Ferraro, Angelo. "L’art. 1 del Primo Protocollo alla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e la sua “turbolenta” applicazione in Italia." Revista Justiça do Direito 34, no. 1 (April 30, 2020): 106–30. http://dx.doi.org/10.5335/rjd.v34i1.11067.

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Abstract:
L’articolo si concentra sulla tutela in Italia del diritto di proprietà, sancito nell’art. 1 del Primo Protocollo Addizionale alla Convenzione europea per la protezione dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU) e reso effettivo dalla Corte europea dei diritti dell’uomo (che ha il potere di ritenere gli Stati responsabili di un mancato rispetto dei diritti contenuti nella Convenzione). L’Italia è stata più volte condannata dalla Corte di Strasburgo per le continue violazioni dell’art. 1 del Primo Protocollo Addizionale alla Convenzione europea. Al fine di garantire una reale efficacia del sistema CEDU, è necessario rafforzare e rendere effettiva a livello nazionale l’applicazione dei diritti proclamati nella Convenzione.
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Repetto, Giorgio. "LA CIVILIZZAZIONE. L’ESPANSIONE DEI DIRITTI NEGLI ANNI ‘60 E ‘70." Il Politico 251, no. 2 (March 3, 2020): 52–76. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2019.236.

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Abstract:
Sia nell'attività legislativa che nelle decisioni giudiziarie relative alla valorizzazione dei diritti fondamentali, gli anni 1960-1979 coincidono con una fase di grandi innovazioni. Nonostante le fragili maggioranze parlamentari, in quel periodo vengono emanate una lunga serie di disposizioni legislative di ampio respiro nel campo delle libertà civili e dei diritti sociali: lavoratori, donne, malati mentali e altre minoranze trascurate godono di diritti individuali e beneficiano dell'istituzione di un assetto istituzionale più coerente dei servizi pubblici in molti settori. Il saggio indaga queste evoluzioni muovendo dall'analisi di cinque diversi cluster di diritti (lavoratori, famiglia, procedura penale, diritto alla salute e riforme settoriali) e cerca di evidenziare sia le luci che le ombre di tale processo di riforma.
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Carrasco de Paula, Ignazio. "L'enciclica "Veritatis Splendor": prospettive per l'etica medica." Medicina e Morale 43, no. 3 (June 30, 1994): 431–41. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1994.1012.

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Abstract:
L'articolo intende mettere di rilievo il doppio rapporto esistente tra l'enciclica Veritatis Splendor e l'Etica Medica. Da una parte, il recente documento pontificio si presenta come una riflessione sui fondamenti della morale cattolica, motivata dalla necessità di superare alcune interpretazioni errate (principalmente il consequenzialismo e il proporzionalismo ), le quali vorrebbero "calcolare" il bene e il male morale in base alle conseguenze o alla proporzione tra gli effetti buoni e cattivi che risultano da un determinato comportamento umano. Non è affatto un caso che queste ipotesi - che usano parametri vicini al modello utilitaristico dei "costi-benefici" - siano sorte in parte per tentare di risolvere problemi sollevati nell'ambito bioetico. Dall'altra parte, l'enciclica, riproponendo i concetti fondamentali dell'insegnamento etico cristiano, quali il rapporto fra legge e libertà, fra coscienza e verità, fra morale e fede, indica le basi teoretiche per una bioetica degna dell'uomo: il riaggancio alla metafisica e all'antropologia, il riconoscimento della legge naturale come criterio normativo razionale valido per tutti, il superamento del relativismo inerente all'etica del consenso o dell'interesse soggettivo mediante la comprensione del ruolo degli "assoluti" morali e della centralità della dignità della persona. L'Etica Medica, proponendosi il bene del paziente, deve fare attenzione a che esso corrisponda al bene della persona, altrimenti non consentirà un vero progresso morale.
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Mancini, Elena. "Diritto alla salute, equità e governance delle malattie neglette e della povertà / Right to health, equity and governance of neglected diseases and poverty." Medicina e Morale 65, no. 4 (October 6, 2016): 477–93. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2016.444.

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Abstract:
L’articolo esamina la salute quale diritto umano fondamentale nelle principali Carte internazionali. Sarà in particolare ricostruito il percorso storico-concettuale che ha portato al riconoscimento della natura complessa e inclusiva del diritto alla salute. Il fallimento delle politiche sanitarie mirate a sconfiggere singole malattie - come avvenuto nel caso della malaria - ha imposto una maggiore attenzione verso i determinanti sociali della salute, dando origine ad un processo che ha portato a concepire la salute quale problema di equità internazionale la cui soluzione richiede la realizzazione di condizioni sociali, economiche e ambientali e la promozione di libertà umane fondamentali. Il diritto a godere del più alto livello di salute ricomprende oltre al diritto all’accesso a cure mediche e a farmaci di qualità, anche la disponibilità di misure igieniche, di corrette informazioni sanitarie e la protezione di libertà fondamentali quali la libertà dall’esclusione sociale e il possesso di titoli per l’accesso concreto alle cure essenziali primarie. Viene proposta una interpretazione dei diversi modelli di giustizia sanitaria elaborati per l’individuazione delle priorità nella utilizzazione delle risorse sanitarie, nella pianificazione degli interventi anche a livello internazionale e per la valutazione dei risultati da questi conseguiti in termini di equità e di protezione dei diritti umani. Sono esaminati gli indicatori e i parametri utilizzati per monitorare la progressiva realizzazione del diritto alla salute e l’efficacia degli interventi internazionali nel promuovere l’accesso universale alle cure con particolare attenzione alle strategie di contrasto delle malattie neglette e della povertà. In particolare viene illustrato il modello delle libertà sostanziali quali “capacitazioni” teorizzato da Amartya Sen e sviluppato da Martha Nussbaum nelle sue possibili applicazioni nell’ambito dell’accesso universale alle cure e delle possibili linee di azione della solidarietà internazionale.----------The aim of this article is to study health as a fundamental right in the main International Charters. We want to underline the historical and conceptual way that led to the recognition of the complex and inclusive nature of right to health. The failure of some sanitary policies supposed to defeat some illnesses – as it happened for malaria fever – obliged to give a better attention towards the social and economic determinants of health and consider the process that led to a new meaning of health: health as a problem of international equity. To realize this goal, is necessary, first of all, to understand social, economic and environmental conditions and to promote fundamental human freedoms. The right to enjoy a good level of health means not only to have the right to access to medical treatments or to high qualities medicines, but also to have a high level of sanitary measures and a correct sanitary information and to enjoy the right of freedom in order to avoid social exclusion and to obtain the access to primaries health treatment. In this article there is a proposal to help a better interpretation of the different models of justice in health care which are supposed to define equity in allocating main resources that are necessary to the international planning of the interventions. The results reached by international health policies are evaluated with regard to equity and protection of human rights. This proposal analyses the indicators and the parameters used to realize and control the progressive realization of the right to health and the impact of the international interventions used in order to promote a universal access to treatments; in particular it examines the strategies used against the neglected tropical diseases. In details it explains the model of substantial freedoms as capabilities, as it has been theorized by Amartya Sen and developed by Martha Nussbaum, used in their possible applications with regards to universal access to treatments and also to feasible international solidarity actions.
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Chiodi, Giovanni. "Prove di democrazia." LawArt 1, no. 1 (January 30, 2020): 82–138. http://dx.doi.org/10.17473/lawart-2020-1-5.

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Abstract:
Il saggio ricostruisce il profilo di Arturo Toscanini dal punto di vista dello stretto rapporto instauratosi, nella sua esperienza di artista, tra musica e lotta per le libertà, l’eguaglianza e i diritti dell’uomo. Il contributo intende da un lato analizzare le pratiche performative attraverso cui si manifestò il suo costante e coerente impegno attivo a favore dei valori della convivenza democratica, analizzando le prospettive di senso che orientarono le scelte di Arturo Toscanini sul palinsesto musicale e sui luoghi dove portarlo in scena. Da un altro versante, studiando in particolare i pensieri frammentari di Toscanini contro l’antisemitismo, le dittature, l’esercizio di potere sugli altri e la guerra, contenuti nel suo denso carteggio, l’indagine intende ricostruire nelle sue linee fondamentali la concezione toscaniniana di democrazia e di impegno civile dell’artista, nei difficili anni Venti e Trenta del Novecento, fino agli esiti successivi alla seconda guerra mondiale.
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Resta, Giorgio. "Autonomia privata e «libertà fondamentali» del Trattato UE: il problema del patto di non concorrenza nei rapporti di lavoro subordinato." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 151 (October 2016): 437–169. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2016-151003.

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Refolo, Pietro, Simona Giardina, and Antonio G. Spagnolo. "Ingiustizia epistemica tra medicina e società. Annotazioni in tempi di pandemia." Medicina e Morale 71, no. 1 (April 14, 2022): 55–68. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2022.1199.

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Abstract:
Provvisorietà di ogni forma di conoscenza e ineliminabilità del soggetto dal discorso scientifico rappresentano due acquisizioni fondamentali e – si potrebbe forse dire – oramai indiscutibili, del modo di concepire la scienza nella contemporaneità. La Medicina ha faticato non poco a metabolizzare questi passaggi. Se, in riferimento al secondo aspetto, sono oggi ravvisabili tentavi tangibili di superare la discriminazione epistemica di cui il paziente è stato da sempre vittima, in riferimento al primo aspetto, l’uso disinvolto del concetto di “evidenza”, così come una inesatta interpretazione dei risultati che la c.d. “Evidence-based medicine” (EBM) è in grado di garantire rischiano di far di risorgere i “miti” del verificazionismo e dell’oggettivismo nella scienza. In questo “gioco” di potenziamento e depotenziamento a cui è sottoposta la prospettiva del paziente, va da sé che si possano generare contraddizioni, le stesse alla base di alcune lacerazioni oggi presenti nella società, come quelle che stanno riguardano la limitazione delle libertà individuali, l’obbligo del green pass, l’obbligo del vaccino, ecc. Obiettivo del presente del contributo è quello di svolgere una breve disanima del ruolo delle evidenze e della prospettiva del paziente nell’epistemologia medica. Il fine ultimo è quello di provare ad offrire qualche suggerimento per superare alcune delle contraddizioni che si sono venute a determinare.
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Miklaszewicz, Przemyslaw, and Marek Safjan. "Horizontal Effect of the General Principles of EU Law in the Sphere of Private Law." European Review of Private Law 18, Issue 3 (June 1, 2010): 475–86. http://dx.doi.org/10.54648/erpl2010037.

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Abstract:
Abstract: This paper examines aspects of the substantive general principles of EU law concerning fundamental rights. The main issue is how fundamental rights and basic treaty freedoms may be invoked in the context of relations between individuals subject to EU law mechanisms. In this respect, direct and indirect horizontal effects of the general principles of EU law are discussed, and their relationship with basic treaty freedoms is taken into account. In particular, two models of resolving conflicts between treaty freedoms and fundamental rights are displayed, namely conflict resolution within the treaty system (Community method) and granting primacy to one of the protected values in the case of a genuine conflict between them. Furthermore, a question is raised whether a fundamental right resulting from specific ‘non-public regulation’, such as the internal rules adopted by football associations, could be effectively opposed to a treaty freedom. Finally, negative effects of the horizontal application of EU general principles are discussed. More specifically, it is argued that the extensive application of the principle of equality in the realm of private law creates a risk of infringing the very core of private autonomy and depriving individuals of the necessary freedom to shape their relations individually and in line with their subjective preferences. Résumé : Le présent article analyse les aspects des principes généraux de droit de l’Union européenne de nature matérielle, notamment ceux qui expriment les droits fondamentaux. La question principale est de savoir comment les droits fondamentaux et les libertés fondamentales consacrées par le traité peuvent être invoqués dans le contexte des relations entre les individus soumis au droit de l’Union européenne. À cet égard, les effets directs et indirects des principes généraux de droit de l’Union européenne sont discutés. En outre, le texte prend note des relations entre lesdits principes et les libertés fondamentales reconnues dans le traité. En particulier, deux modèles de résolution de conflits entre les libertés fondamentales garanties par le traité et les droits fondamentaux sont présentés, notamment la résolution des conflits au sein du système du traité (la méthode communautaire) et la technique qui consiste à accorder la primauté à une des valeurs protégées en conflit. Ensuite, la question est de savoir si un droit fondamental résultant d’une réglementation non publique, telle qu’adoptée par les associations de football, pourrait effectivement être opposé à une liberté fondamentale consacrée par le traité. De plus, les effets négatifs de l’application horizontale des principes généraux de l’Union européenne sont discutés. Plus particulièrement, il est soutenu que l’application extensive du principe d’égalité en droit privé crée un risque d’enfreindre le noyau dur de l’autonomie privée et de priver les particuliers d’une liberté nécessaire pour modeler individuellement leurs relations avec les autres suivant leurs préférences subjectives.
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Sgreccia, Elio. "Quando la fede si confronta con la legge nell’ambito delle biotecnologie umane." Medicina e Morale 51, no. 3 (June 30, 2002): 407–27. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2002.691.

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Abstract:
L’articolo analizza il rapporto tra istanze religiose e la legge civile, tenendo presente i possibili interventi della legge nel campo della genetica e della procreazione. Dopo aver argomentato che il dialogo tra fedi religiose e regimi democratici stia diventando sempre più urgente per evitare sia i fondamentalismi religiosi sia presunte neutralità morali delle democrazie liberali, l’autore afferma che il fatto religioso cristiano-cattolico ponga tre esigenze fondamentali per un corretto rapporto tra fede e legge: l’esigenza antropologica, cioè di una concezione dell’uomo esigitiva del rispetto della dignità di ogni persona umana; l’esigenza epistemologica, per cui la fede non deve opporsi alla ricerca scientifica e razionale, ma deve indicare il senso della ricerca stessa, nel quadro dei fini dell’uomo; il principio dell’accettazione del sistema democratico nel quale deve essere garantito per ogni uomo il diritto alla libertà-responsabilità in un clima di dialogo e persuasione. Infine, l’articolo si sofferma sugli orientamenti di carattere normativogiuridico sulla genetica e sulla procreazione artificiale che una visione centrata sulla dignità della persona umana richiede: 1. la protezione di individuo umano, cioè la tutela del diritto alla vita di ogni essere umano innocente; 2. il Principio di non discriminazione; 3. il divieto di ogni intervento genetico non terapeutico alterativo; 4. il divieto di brevettazione del genoma umano; 5. la promozione della ricerca in tema di terapia genetica; 6. la protezione degli individui che operano e sperimentano nei laboratori di biotecnologie sul DNA.
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Webster, Ted. "Prefazione." Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 11, S4 (March 2002): 17–19. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000472.

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Abstract:
L'esame generale sulla salute mentale delle popolazioni indigene effettuato dal dr. Alex Cohen si inserisce a pieno titolo tra gli sforzi dell'Organizzazione Mondiale della Sanità nel promuovere la salute mentale, prevenire i principali disturbi mentali e neurologici, assicurare l'offerta di cure appropriate particolarmente ai soggetti più vulnerabili e bisognosi di servizi sanitari.Presentando questo lavoro in un contesto più ampio può essere utile richiamare uno dei principi costitutivi dell'OMS, che “il godimento del più elevato standard di salute raggiungibile è uno dei diritti fondamentali di ogni essere umano senza distinzione di razza, religione, fede politica, condizione economica o sociale”. L'Organizzazione Mondiale della Sanità considera la salute come “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non meramente l'assenza di malattia o infermità”.Inoltre questo resoconto giunge a noi nel punto centrale dello svolgimento del programma International Decade of the World's Indigenuos People. Tale programma è patrocinato dall'Alto Commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite e dal Gruppo di Lavoro sulle Popolazioni Indigene (Working Group on Indigenous Populations-WGIP) che riferiscono i risultati raggiunti all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite attraverso la ECOSOC, la Commissione sui Diritti Umani e la sub-Commissione sulla Prevenzione della Discriminazione e Protezione dei Minori. Al WGIP è assegnato il compito di analizzare gli sviluppi riguardanti le attività di promozione e protezione dei diritti umani e fondamentalmente la libertà delle popolazioni indigene, ponendo particolare attenzione all'evoluzione degli standard relativi ai diritti di queste popolazioni. Al WGIP è stata richiesta la stesura della Dichiarazione sui diritti delle Popolazioni Indigene del mondo che al momento è in discussione e la cui conclusione è attesa nel corso del programma decennale.
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Guimdo, Bernard-Raymond. "Réflexion sur les assises juridiques de la liberté religieuse au Cameroun." Les Cahiers de droit 40, no. 4 (April 12, 2005): 791–819. http://dx.doi.org/10.7202/043578ar.

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Abstract:
La question de la liberté religieuse est aujourd'hui au coeur des droits fondamentaux. Parce qu'elle concerne l'individu et la collectivité, elle préoccupe aussi bien les États que la société internationale. Il ne s'agit plus seulement d'une question philosophique ou purement religieuse. Elle touche aussi, et davantage, le droit, qu'il soit national ou international. Il est ainsi possible de parler des assises juridiques de la liberté religieuse. Au Cameroun, ces assises juridiques sont nombreuses et variées. Quelles sont-elles et qu'engendrent-elles ? Autrement dit, qu'elle est la substance de ces fondements juridiques et quelle en est la portée ? Telles sont les interrogations fondamentales que le problème des assises juridiques de la liberté religieuse soulève. Dans ce pays, la substance des assises juridiques de cette liberté fondamentale est relative, d'une part, à son énonciation et, d'autre part, à sa protection. Les textes internationaux et nationaux en vigueur y énoncent la liberté religieuse en consacrant un droit à la liberté religieuse et en organisant ses modalités d'exercice. Ils protègent, avec la jurisprudence, les personnes et les communautés religieuses, tandis que les textes nationaux déterminent les mécanismes de protection des biens appartenant aux communautés religieuses. Par ailleurs, la portée de ces assises juridiques est ambivalente. D'abord, il se produit un relatif effritement du monopole des religions classiques, lequel se traduit par la prolifération des sectes et de nouveaux mouvements religieux de même que par la réémergence de la religion traditionnelle africaine. Ensuite, il y a une persistance des limitations à l'exercice de la liberté religieuse. Celles-ci sont de deux ordres: juridique et extrajuridique. Au total, les assises juridiques de la liberté religieuse sont, comme Janus, « biface » : elles favorisent en même temps qu'elles défavorisent son exercice.
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Musio, Alessio. "Differentemente. Per un’etica dell’accomodamento ragionevole / Differently. For a reasonable accommodation ethics." Medicina e Morale 67, no. 6 (January 25, 2019): 641–52. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2018.560.

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Abstract:
Nel testo della Convenzione Onu sui Diritti delle persone con disabilità (2007) l’espressione “accomodamento ragionevole” è decisiva. Se lo scopo è quello di promuovere «il pieno e uguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità» (così l’art. 1), la categoria di “accomodamento ragionevole” emerge sin da subito come il mezzo riflessivo di tale finalità. Scopo del presente saggio è riflettere sul significato etico dell’accomodamento ragionevole, alla luce di una riflessione sul rapporto tra uguaglianza e differenza umane. L’uguaglianza come equità, infatti, non ha nulla a che vedere con l’egualitarismo. L’ideale morale dell’uguaglianza richiede, al contrario, un’etica che sappia valutare il tema delle differenze, andando oltre il tema della sola diversità di genere (maschile/femminile), per pensare direttamente i temi della disabilità. Ne deriva la possibilità di rispondere a quell’indifferenza che nell’epoca delle tecno-scienze tende a diventare, da semplice fatto, una vera e propria cultura antitetica alle logiche della giustizia sociale e dell’amore. ---------- “Reasonable accommodation” is a fundamental term for The United Nations Convention on the Rights of Persons with Disabilities (2007). If the aim is to promote “the full and equal enjoyment of all human rights and fundamental freedoms by all persons with disabilities” (Article 1), the category of “reasonable accommodation” emerges immediately as the reflective means of this purpose. The aim of the present article is to reflect on the ethical meaning of reasonable accommodation, in the light of a reflection around the relationship between equality and human difference. In fact, equality as fairness, has nothing to do with egalitarianism. The moral ideal of equality requires, on the contrary, an ethic able to evaluate the topic of differences, going beyond the theme of gender diversity (male/female), in order to think directly about the issues of disability. The result is the possibility of responding to the indifference that in the age of techno-sciences tends to become, from a simple fact, a true antithetical culture to the logic of social justice and love.
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Poirier, Sylvain. "L'avortement et la liberté de conscience du médecin." Les Cahiers de droit 31, no. 1 (April 12, 2005): 287–305. http://dx.doi.org/10.7202/043008ar.

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Abstract:
Au Canada, le débat sur l'avortement, qui est en grande partie d'ordre moral et éthique, favorise pour la femme et par ricochet pour son médecin l'expression de croyances dictées par leurs consciences individuelles. Au Canada, la liberté de conscience constitue une liberté fondamentale. Par contre, l'exercice de cette liberté par le médecin est limité soit par les droits et libertés fondamentaux du patient ou encore par les droits des patients à recevoir des services de santé. Par ailleurs, en France, le législateur qui est intervenu afin de décriminaliser l'avortement a permis expressément, mais selon certaines conditions, aux professionnels de la santé de refuser de participer à une interruption volontaire de grossesse par le biais d'une objection de conscience. L'objet de cette étude porte donc sur l'avortement et l'objection de conscience du médecin à la lumière du droit tant canadien que québécois et français.
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Sarkozi, Nicolas. "La sécurité, première liberté fondamentale !" Journal du droit des jeunes 220, no. 10 (2002): 9. http://dx.doi.org/10.3917/jdj.220.0009.

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de Saint Pulgent, Maryvonne. "La liberté d’association : fondamentale mais pas absolue." Hors les murs N° 505, no. 4 (March 27, 2021): 39–41. http://dx.doi.org/10.3917/ehlm.505.0039.

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Bot, Oliver Le. "Une Innovation En Contentieux Administratif Français." Review of Business and Legal Sciences, no. 10 (July 12, 2017): 107. http://dx.doi.org/10.26537/rebules.v0i10.863.

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Abstract:
Introduction; Les raisons de son adoption; La philosophie du référé-liberté fondamentale; Première partie: Une procedure conçue pour des situations exceptionnelles; Section 1 - La mise en cause d'une «liberté fondamentale»; Section 2 - Des conditions d'octroi draconiennes; Seconde partie: Une protection juridictionnelle rapide et efficace; Section 1 - Une possibilité d'intervention immédiate; Section 2 - Un pouvoir de réaction efficace; Conclusion.
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BRISART, Robert. "Nature et liberté dans l'ontologie fondamental de Heidegger." Revue Philosophique de Louvain 88, no. 4 (November 1, 1990): 524–52. http://dx.doi.org/10.2143/rpl.88.4.556112.

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Samson, Mélanie, and Christian Brunelle. "La liberté d’expression au travail et l’obligation de loyauté du salarié : étude empirique de l’incidence des chartes." Les Cahiers de droit 48, no. 1-2 (April 12, 2005): 281–321. http://dx.doi.org/10.7202/043931ar.

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Abstract:
Au cours des dernières années, les salariés ont semblé plus nombreux à critiquer leur employeur sur la place publique. Faut-il voir dans l’augmentation du nombre de salariés dénonciateurs le signe d’une pénétration croissante du champ du droit du travail par la liberté d’expression, venue ainsi modifier l’étendue de l’obligation de loyauté du salarié ? En vue de répondre à cette question, les auteurs ont constitué un échantillon de décisions rendues à partir de 1976 — année de l’entrée en vigueur de la Charte des droits et libertés de la personne — jusqu’en 2006, décisions laissant voir le confit potentiel entre l’obligation de loyauté et la liberté d’expression de la personne salariée. Les décisions comprises dans l’échantillon ont fait l’objet d’un classement selon différents critères. Le texte qui suit expose les résultats de l’analyse. Il appert que la hausse notable du nombre de salariés dénonciateurs ne s’explique pas surtout par l’élévation de la liberté d’expression au rang de valeur constitutionnelle. D’une part, même depuis l’entrée en vigueur des chartes québécoise et canadienne, la jurisprudence demeure très stricte à l’endroit des salariés dénonciateurs. D’autre part, les salariés qui se voient reprocher un manquement à l’obligation de loyauté pour avoir critiqué publiquement leur employeur sont encore peu enclins à plaider leur liberté d’expression, tandis que les instances juridictionnelles qui ont à décider de leur sort se révèlent relativement peu portées à prendre en considération cette garantie fondamentale. Les auteurs considèrent que les plaideurs devraient mieux intégrer la garantie de la liberté d’expression à leur argumentation de façon à mettre en place les conditions nécessaires au développement d’une jurisprudence axée davantage sur les droits de la personne au travail et empreinte des valeurs fondamentales qui y sont sous-jacentes.
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Canivet, Guy. "Positions et composition dans la genèse d’une liberté fondamentale." Titre VII N° 7, no. 2 (December 14, 2021): 1–13. http://dx.doi.org/10.3917/tvii.007.0001.

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30

Acquaviva, Guido. "Libertà o dominio dei mari: Il caso della Santa Catarina." Anuario Español de Derecho Internacional 17 (August 16, 2018): 239–68. http://dx.doi.org/10.15581/010.17.28458.

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Abstract:
I. INTRODUZIONE.- 2. LA CATTURA DELLA SANTA CATARINA.- 3. IL GIUDIZIO DELLA SANTA CATARINA.- 4. ANTECEDENTI STORICI E DOTTRINALI- 5. LE OPERE DI GROZIO E FREITAS: I. I fondamenti della libertà di navigazione per Grozio; II. I poteri del pontefice per Grozio; III. La libertà di commercio per Grozio. IV. Freitas e la libertà di navigazione. V. I poteri del pontefice per Freitas.- 6. CONCLUSIONE
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Lusztig, Michael. "Charter Creep: Creeping Precommitment and the Threat to Liberal Republicanism." Canadian Journal of Political Science 43, no. 3 (September 2010): 689–709. http://dx.doi.org/10.1017/s0008423910000673.

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Abstract:
Abstract. At the heart of constitutionalism lies a fundamental flaw, what Stephen Holmes calls the paradox of democracy. On one hand precommitment—the constitutional entrenchment of certain fundamental rules and values—represents a restriction upon the ability of otherwise self-governing citizens to govern themselves. On the other, absent precommitment, self-governance becomes a precarious proposition. In this article I distinguish between “good” precommitment, whereby values to be protected are generally considered to be more prized than the short-term values that threaten them, and “bad,” precommitment to values in the absence of general and ordinal preferences. Specifically, I examine judicially mandated, creeping precommitment in the context of abortion and free speech rights in Canada.Résumé. Il y a au cœur du constitutionnalisme un défaut fondamental, ce que Stephen Holmes appelle le paradoxe de la démocratie. D'une part, le préengagement (precommitment) – la constitutionnalisation de certaines règles et valeurs morales fondamentales – représente une contrainte limitant la capacité des citoyens autrement autonomes à se gouverner eux-mêmes. D'autre part, sans cet engagement préalable, l'autonomie devient une proposition précaire. Dans cet article, je fais la distinction entre le «bon» préengagement, portant sur des valeurs morales à protéger qui sont généralement considérées comme étant plus précieuses que les valeurs à court terme qui les menacent, et le «mauvais» préengagement, portant sur des valeurs morales non tranchées par des préférences générales et ordinales. J'examinerai spécifiquement le préengagement rampant, judiciairement autorisé, dans le contexte des droits à l'avortement et à la liberté d'expression au Canada.
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Bourbon-Vincent, Marilyn. "Liberté d’aller et venir : un droit fondamental, une restriction encadrée." Soins Psychiatrie 38, no. 310 (May 2017): 17–20. http://dx.doi.org/10.1016/j.spsy.2017.03.004.

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Nsenda, Martin Milolo. "LA PROTECTION JUDICIAIRE DE LA LIBERTE DE MANIFESTATION EN REPUBLIQUE DEMOCRATIQUE DU CONGO." KAS African Law Study Library - Librairie Africaine d’Etudes Juridiques 5, no. 4 (2018): 578–90. http://dx.doi.org/10.5771/2363-6262-2018-4-578.

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Abstract:
La liberté de manifestions est l’un des droits fondamentaux reconnus aux citoyens congolais dans la constitution (article 26) et permet l’exercice d’autres droits tels que la liberté d’expression, le droit participer à la gestion de la chose publique. Elle constitue un moyen efficace de contrôle citoyen de l’action des institutions publiques et du respect de la constitution. L’application même de l’article 64 de la constitution qui consacre l’insurrection populaire pour protéger l’ordre constitutionnel, passe inéluctablement par la liberté de manifestions. Cependant, son exercice en République Démocratique du Congo (RDC) est tributaire de plusieurs restrictions dans la mesure où elle est hautement surveillée par les gouvernants. Les marches pacifiques sont régulièrement réprimées ou interdites en dépit du régime d’information consacré par la constitution (article 26 al.2). Il se pose dès la question de savoir comment le pouvoir judiciaire entant qu’institution protectrice par excellence des droits et libertés fondamentaux des citoyens, protège-elle la liberté de manifestions dans notre pays? De façon transversale, l’étude voudrait faire le bilan de la protection de la liberté de manifestions par le pouvoir judicaire en RDC.
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Chartier, Roger. "Législation du travail, liberté, peur et conflit." Relations industrielles 13, no. 3 (February 11, 2014): 254–312. http://dx.doi.org/10.7202/1022424ar.

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Abstract:
L'auteur décrit d'abord une série d'équivoques « secondaires » du régime légal de règlement des conflits d'intérêts dans la province de Québec hors les services publics. Il rattache ces ambiguïtés actuelles ou virtuelles à une équivoque « fondamentale », qui est l'écartèlement entre la liberté qui doit servir de base à une société démocratique et la peur qui suscite les lois restrictives. Pour éliminer la crainte et pour redonner à la démocratie industrielle toute sa vitalité, l'auteur s'efforce de situer le conflit social (surtout industriel) dans sa véritable perspective, en décrivant sa diversité et ses conséquences utiles fort nombreuses.
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Chartier, Roger. "Législation du travail, liberté, peur et conflit." Relations industrielles 13, no. 3 (February 11, 2014): 254–312. http://dx.doi.org/10.7202/1036580ar.

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Abstract:
Sommaire L'auteur décrit d'abord une série d'équivoques « secondaires » du régime légal de règlement des conflits d'intérêts dans la province de Québec hors les services publics. Il rattache ces ambiguïtés actuelles ou virtuelles à une équivoque « fondamentale », qui est l'écartèlement entre la liberté qui doit servir de base à une société démocratique et la peur qui suscite les lois restrictives. Pour éliminer la crainte et pour redonner à la démocratie industrielle toute sa vitalité, l'auteur s'efforce de situer le conflit social (surtout industriel) dans sa véritable perspective, en décrivant sa diversité et ses conséquences utiles fort nombreuses.
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Fairweather, Gordon. "The Rights of Religious Minorities." Les droits des minorités religieuses 27, no. 1 (April 12, 2005): 89–97. http://dx.doi.org/10.7202/042725ar.

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Abstract:
A travers l'évolution jurisprudentielle, l'auteur retrace la protection accordée au principe fondamental de la liberté de religion. Quel fut l'apport de la Charte canadienne des droits à cet égard ? La religion y fait l'objet de deux dispositions, soit l'article 2, et l'article 15 où est garanti le droit à l'égalité. La Charte se distingue des précédentes déclarations de droits en ce qu'elle insère la liberté de religion dans la Constitution du pays.
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Tully, James, and Jocelyn Maclure. "Liberté et dévoilement dans les sociétés multinationales." Globe 2, no. 2 (February 7, 2011): 13–36. http://dx.doi.org/10.7202/1000467ar.

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Abstract:
Les luttes pour la reconnaissance des identités nationales dans les sociétés multinationales et démocratiques subissent une réorientation fondamentale. Puisque les sociétés multinationales, après de longues et épuisantes luttes pour la reconnaissance, se sont avérées incapables de s’entendre sur des formes de reconnaissance constitutionnelle définitives, l’enjeu n'est plus d’établir des formes de reconnaissance permanentes (une question de justice), mais plutôt de s’assurer qu’une démocratie constitutionnelle demeure ouverte aux luttes pour et contre des formes spécifiques de reconnaissance (une question relative au droit des peuples à l’autodétermination). Cette réorientation est perceptible dans l’avis de la Cour suprême au sujet de la sécession du Québec. Réumé traduit de l’anglais par Jocelyn Maclure.
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Nascimbene, Bruno. "Lo spazio di libertŕ, sicurezza e giustizia a due anni dall'entrata in vigore del Trattato di Lisbona." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 4 (March 2012): 13–26. http://dx.doi.org/10.3280/diri2011-004002.

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Abstract:
1. La definizione di spazio di libertà, sicurezza e giustizia2. La comunitarizzazione e il Trattato di Lisbona. Le residue competenze degli Stati3. Le situazioni di compromesso politico: immigrazione, cooperazione giudiziaria penale, accordi di Schengen4. Lo spazio e la tutela dei diritti fondamentali5. Le realizzazioni compiute. Le azioni necessarie6. Il principio del mutuo riconoscimento. La sua rilevanza, in particolare, nella cooperazione giudiziaria penale e nella politica di immigrazione e asilo
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Blanchet, Philippe. "La censure de la langue : une atteinte fondamentale à la liberté d’expression." Mouvements 112, no. 4 (January 6, 2023): 87–98. http://dx.doi.org/10.3917/mouv.112.0087.

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40

Martens, Kurt. "Liberté et adhésion : état de vie et mission en droit canonique fondamental." L'Année canonique Tome LIV, no. 1 (January 1, 2012): 109–22. http://dx.doi.org/10.3917/cano.054.0109.

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Dyduch, Jan. "Potrójna misja Kościoła w świetle Konkordatu Polskiego z 1993 roku." Annales Canonici 7 (December 31, 2011): 87–99. http://dx.doi.org/10.15633/ac.0706.

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Abstract:
L’aggressiva campagna antiecclesiastica condotta in Polonia ha attaccato il fondamentale diritto della Chiesa a svolgere la sua missione, per es. il diritto ad insegnare la religione nella scuola. In questa situazione vale la pena di ricordare che il libero compimento della triplice missione della Chiesa è garantito dal Concordato Polacco del 1993. E il suo principio conduttore è la libertà religiosa, grazie al quale il concordato assicura lo svolgimento della missione ecclesiastica: profetica, santificatrice e pastorale.
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Bolagnos, Bernardo, Speranta Dumitru, Raul Magni Berton, Roberto Merrill, Bernard Reber, Geneviève Rousselière, and Daniel Weinstock. "À propos de The Practice of Liberal Pluralism de William Galston, un dialogue avec l’auteur, septembre, 2005." Les ateliers de l'éthique 1, no. 1 (April 19, 2018): 112–27. http://dx.doi.org/10.7202/1044703ar.

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Abstract:
La publication de The Practice of Liberal Pluralism est apparue comme un événement de première importance dans la réflexion contemporaine sur l’apport du pluralisme au libéralisme. La pensée de William Galston a connu une évolution : dans Liberal Purposes, l’accent est mis sur la critique du neutralisme et la position d’un libéralisme perfectionniste, tandis que Liberal Pluralism s’intéresse au contraire aux limites de l’intervention étatique. Cette évolution fait l’objet de nombreuses questions dans la discussion qui suit. The Practice of Liberal Pluralism opère une synthèse intéressante sur ce point. Galston se définit comme un libéral pluraliste dans la lignée de Berlin. Bien qu’il insiste sur le conflit tragique des valeurs, il minimise cet aspect dans les discussions qui suivent, et pose la possibilité consécutive d’avoir des devoirs prima facie (cf. la discussion sur sa négation du particularisme moral). Un des arguments centraux pour justifier le pluralisme des valeurs est qu’il rend le mieux compte de la complexité de notre univers moral (cf. la discussion sur le pluralisme et le sentiment de regret). Galston endosse également un pluralisme politique, lequel signifie que les sources d’autorité sont multiples. Le libéralisme de Galston est très tolérant à l’égard des pratiques communautaires non libérales. Cette tolérance est cependant assortie de la défense du « droit de sortie », notion qui apparaît donc comme fondamentale. Dans les discussions qui suivent, Galston propose la manière adéquate de comprendre l’exercice de ce droit de sortie (cf. les discussions sur les rapports entre liberté expressive, droit de sortie et autonomie).
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Bernatchez, Stéphane. "La signification du droit à la liberté d’expression au crépuscule de l’idéal." Les Cahiers de droit 53, no. 4 (November 16, 2012): 687–713. http://dx.doi.org/10.7202/1013003ar.

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Abstract:
Fondée sur le libéralisme politique, la liberté d’expression est souvent considérée comme la plus fondamentale des libertés en régime démocratique. Dans sa jurisprudence, la Cour suprême du Canada a réaffirmé ces fondements, en reprenant la métaphore du marché libre des idées et le principe de la neutralité de l’État. De plus, elle a accepté la limitation de la liberté d’expression en vertu de la théorie du préjudice. Le présent article tente de montrer les insuffisances d’une telle conceptualisation et défend la thèse que les débats juridiques relatifs au droit à la liberté d’expression relèvent plutôt de désaccords quant à la signification sociale de l’expression, substituant ainsi une approche pragmatiste à l’idéal libéral.
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Boulad-Ayoub, Josiane. "Un ègalitarisme radical ad usum delphini." Dialogue 24, no. 3 (1985): 523–34. http://dx.doi.org/10.1017/s0012217300040373.

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Abstract:
« L'égalité, parce que la liberté ne peut subsister sans elle … » réclamait Rousseau. Lorsqu'il pense la Révolution, tout philosophe politique voudrait tenir tous les bouts de la chaîne qui relie l'éthique au politique. L'ouvrage récent de Kai Nielsen, qui propose la thèse de l'égalitarisme radical comme nerf du processus d'institution de la cité juste, ne manque précisément pas de se confronter aux problèmes concomitants des relations entre égalité et liberté. Le philosophe albertain s'y montre comme à l'accoutumée cet humaniste sensible et généreux dont la « raison et la pratique » sont orientées par l'idéal égalitaire. Le credo (belief) fondamental auquel il nous dit souscrire: « the interests of every one matter and matter equally », serait pour Nielsen comme le postulat indispensable à la relance du contrat social démocratique. Etre un égalitariste radical signifierait, si j'ai bien compris les implications de son discours, que Ton s'engage dans la cause du bien, que l'on croit à l'homme socialiste, vertueux et perfectible de même qu'au renouvellement des rapports sociaux dans l'équité. C'est aussi et surtout soutenir la force émancipatoire de l'égalité civile, sociale et politique, ou, autrement dit, dans les termes de Nielsen, supputer que l'égalité des conditions, conçue tout ensemble «comme un but et comme un droit», une fois inscrite dans les structures, dans les institutions sociales, déterminera la véritable liberté, celle de tous et de chacun au sein des rapports intersubjectifs et sociaux. Enfin, c'est penser que ce concept d'égalité ainsi réévalué jouerale rôle de condition nécessaire et suffisante pour changer le moi, le monde et la vie. Equality and Liberty est un vivant plaidoyer en faveur de la dignite morale autant que de l'efficace socialiste d'un modèle politique, l'égalitarisme radical, tel que Nielsen se le représente.
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Remaud, Émilie, Morgan Bouguet, and Geneviève Marignac. "Entre responsabilité et liberté : la place fondamentale de l’éthique en temps de crise." Canadian Journal of Bioethics 5, no. 2 (2022): 143. http://dx.doi.org/10.7202/1089795ar.

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Colom, Jacques. "Ile Maurice. La liberté d'information à l'Île Maurice droit fondamental de second rang ?" Annuaire international de justice constitutionnelle 3, no. 1987 (1989): 353–58. http://dx.doi.org/10.3406/aijc.1989.1000.

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Bosset, Pierre. "Les mouvements racistes et la Charte des droits et libertés de la personne." Les Cahiers de droit 35, no. 3 (April 12, 2005): 583–625. http://dx.doi.org/10.7202/043295ar.

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Abstract:
Au Québec comme ailleurs, les dernières années ont vu naître et croître une « international raciste », nébuleuse d'organisations et de groupuscules qu'unit un refus profond du caractère pluraliste de nos sociétés modernes. L'émergence de mouvements structurés d'extrême droite, de tendance raciste, constitue peut-être la forme la plus exacerbée de cette pathologie politique. Condamnables sur le plan des principes, les activités de ces mouvements soulèvent un problème épineux. Jusqu'où peut-on militer en faveur d'un ordre politique incompatible avec les idéaux d'égalité, de liberté et de dignité sur lesquels se fonde toute société démocratique ? L'auteur explore les dimensions juridiques du problème, à la lumière du texte fondamental qu'est, en droit québécois, la Charte des droits et libertés de la personne. Il analyse, dans un premier temps, la portée des libertés d'opinion, d'expression, de réunion pacifique et d'association garanties par la Charte. Il montre que ces libertés doivent s'exercer dans le respect des valeurs démocratiques, de l’ordre public et du bien-être général, et tente d'en dégager des normes d'action applicables à certains secteurs (dont l'école et le milieu de travail). L'auteur analyse ensuite la portée normative du droit à l'égalité, dont il fait ressortir tant les potentialités sur le plan des recours disponibles que les limites inhérentes à la formulation actuelle de la Charte. À travers ce portrait à la fois descriptif et critique du droit positif québécois transparaît l'intérêt d'une approche de l’extrémisme raciste fondée sur la Charte, distincte dans ses ressorts fondamentaux d'un droit pénal parfois peu adapté à la réalité du phénomène.
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Radica, Gabrielle. "Constitution et lois fondamentales chez Rousseau." Revista de Filosofia Aurora 28, no. 43 (April 7, 2016): 19. http://dx.doi.org/10.7213/aurora.28.043.ds01.

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Abstract:
Pour examiner la pertinence du lien que ses lecteurs ont établi entre la pensée de Rousseau d’une part, et la théorie des droits de l’homme d’autre part, et dans la mesure où les occurrences de l’expression de « droits de l’homme » sont anecdotiques dans l’oeuvre du philosophe genevois, une question préjudicielle peut être posée, celle du constitutionnalisme de Rousseau. L’auteur conceptualise en effet la notion de constitution d’une part, celle de lois fondamentales de l’autre. Il est vrai que l’absolue priorité de la volonté générale et de la souveraineté populaire interdit qu’aucun texte positif puisse peser sur la vie politique et enchaîner la liberté collective, mais il n’en reste pas moins que dans les textes où Rousseau se penche sur la question de la durée de vie des corps politiques, il reconnaît la nécessité de protéger certaines lois contre l’instabilité législative, et accorde à ces dernières le nom de « lois fondamentales », en exigeant pour elles dans les Considérations sur le gouvernement de Pologne des conditions de modification plus solennelles et plus strictes que pour les autres lois. C’est bien reconnaître une hiérarchie des normes, que la thèse volontariste de la souveraineté populaire interdisait.
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Côté, André. "Le droit de piqueter, les briseurs de grève et les tribunaux de droit commun." Relations industrielles 29, no. 3 (April 12, 2005): 606–14. http://dx.doi.org/10.7202/028536ar.

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Abstract:
La Cour d'appel déclare que le piquetage n'est pas un droit fondamental au même titre que le droit d'association et le droit de grève. Ce n'est qu'un corollaire de la liberté d'expression ne justifiant pas des grévistes de tenter d'établir un blocus ni de restreindre l'accès à l'entreprise aux « briseurs de grève ». Cette décision pose le problème de la pertinence d'une intervention législative à ce niveau.
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Guarriello, Fausta. "I diritti di contrattazione collettiva in un'economia globalizzata." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 135 (September 2012): 341–59. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2012-135001.

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Abstract:
Il saggio esamina la tensione esistente tra il riconoscimento del diritto di contrattazione collettiva come diritto sociale fondamentale nelle fonti internazionali ed europee e gli effetti di destrutturazione dei sistemi contrattuali, ancora prevalentemente ancorati a livello nazionale, indotti dalla globalizzazione. L'assenza di effettive misure di sostegno alla contrattazione collettiva su scala sovranazionale, dove le decisioni economiche vengono prese, l'interpretazione restrittiva della Corte di giustizia, lesiva del principio di autonomia collettiva e di libertŕ sindacale, la subordinazione alle libertŕ economiche sottesa alla visione funzionalista delle istituzioni europee, rischiano di indebolire e snaturare il diritto di contrattazione collettiva anche all'interno dei sistemi nazionali, dove esso si č storicamente sviluppato.
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