Journal articles on the topic 'Libertà della scienza'

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Timio, Mario. "Malato e medico in dialisi: un approccio alla bioetica." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no. 4 (October 28, 2013): 329–31. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1068.

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Abstract:
Secondo la “legge di Hume” non esiste una goccia di etica che può derivare da una regola scientifica. Tale legge è applicabile ad ogni ambito della scienza, compresa la scienza nefrologica. In dialisi i problemi di bioetica sono molteplici, non ultimi l'inizio della terapia sostitutiva, la scelta del tipo di dialisi, l'autonomia del paziente, il costo della pratica e la sospensione del trattamento. Spesso i problemi clinici e bioetici possono comunque embricarsi. Per favorire la convergenza delle due componenti si fa riferimento ad alcuni punti nodali: 1) principio di verità; 2) principio del valore e della dignità dell'uomo; 3) principio della libertà; 4) problema del consenso informato, 5) principio di giustizia; 5) modelli bioetici che influenzano la pratica clinica. (Bioethics)
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da Empoli, Domenico. "A Science for Liberty: Public Finance According to Luigi Einaudi’s Thought." Journal of Public Finance and Public Choice 4, no. 3 (October 1, 1986): 195–201. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907117453.

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Abstract:
Abstract Durante gli Anni Trenta ha avuto luogo in Italia un vivace dibattito tra i cultori di scienza delle finanze sul problema se lo studio dell’attività finanziaria pubblica dovesse essere condotto solamente con metodologia economica, o se lo studioso dovesse anche far uso della metodologia giuridica, nonchè tener conto degli aspetti politici del fenomeno finanziario.La prima tesi era quella tradizionale, essendo la scienza delle finanze nata come disciplina economica. La seconda era piuttosto recente, dato che era stata formulata pochi anni prima da Benvenuto Griziotti, professore presso l’Università di Pavia dal 1920 al 1954.In difesa dell’impostazione economica tradizionale, Luigi Einaudi in diversi scritti espresse I’opinione che la metodologia economica nello studio del sistema fiscale fosse più rigorosa scientificamente di quella giuridica.Una lettera inedita di Einaudi all’economista americano E.R.A. Seligman, del 1937, spiega come questa sua posizione polemica avesse anche una base politica che Einaudi non aveva potuto presentare pubblicamente, date le restrizioni imposte dal regime dell’epoca. Lo studio dal punto di vista economico delle istituzioni fiscali, secondo Einaudi, garantisce una libertà di valutazione critica non consentita al giurista, che deve sempre fare riferimento all’ordinamento positive.
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Belozorovich, Anna. "Volpi, farfalle, uccelli e un cagnolino nero: il mimetismo e la sopravvivenza sotto il regime staliniano in Vesti bianche di Vladimir Dudincev." Altre Modernità, no. 26 (November 29, 2021): 145–64. http://dx.doi.org/10.54103/2035-7680/16802.

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Abstract:
L’articolo prende in esame Vesti bianche (Belye odeždy), il secondo romanzo di Vladimir Dudincev (1918-1998), figura tragica della letteratura sovietica. Dopo Non si vive di solo pane (1957), riscuote un enorme successo ma viene costretto al silenzio a causa dello scandalo politico che ne deriva. Vesti bianche, scritto nel 1966, ma pubblicato solo vent’anni più tardi (1987), è ambientato nel pieno del lysenkoismo, la violenta repressione nei confronti della comunità scientifica che ebbe luogo tra gli anni ’40 e ’50. I suoi protagonisti sono biologi: comprendere la natura, essere in dialogo con il mondo naturale, è la loro prerogativa per ottenere dei risultati. La riflessione scientifica è puntualmente accompagnata da quella filosofica. In una intensa discussione sul rapporto tra l’uomo e la Natura, i protagonisti si schierano su differenti posizioni e sembrano “indossare” figure animali quasi con valore totemico. Le possibili configurazioni della società umana, i rapporti professionali e le esperienze individuali vengono messe in relazione con il comportamento animale. Il carattere associato a questi animali riporta sia al loro comportamento in natura sia alla simbologia ad essi legata nella tradizione popolare russa. La ricerca della verità da parte degli uomini di scienza incontra la necessità di mascheramento, parola chiave della trama. Il mimetismo è vissuto come un inganno necessario, come per mantenere la varietà biologica nel mondo naturale, così per garantire la libertà del pensiero e della ricerca scientifica in un paese paralizzato dal regime.
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Refolo, Pietro, Simona Giardina, and Antonio G. Spagnolo. "Ingiustizia epistemica tra medicina e società. Annotazioni in tempi di pandemia." Medicina e Morale 71, no. 1 (April 14, 2022): 55–68. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2022.1199.

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Abstract:
Provvisorietà di ogni forma di conoscenza e ineliminabilità del soggetto dal discorso scientifico rappresentano due acquisizioni fondamentali e – si potrebbe forse dire – oramai indiscutibili, del modo di concepire la scienza nella contemporaneità. La Medicina ha faticato non poco a metabolizzare questi passaggi. Se, in riferimento al secondo aspetto, sono oggi ravvisabili tentavi tangibili di superare la discriminazione epistemica di cui il paziente è stato da sempre vittima, in riferimento al primo aspetto, l’uso disinvolto del concetto di “evidenza”, così come una inesatta interpretazione dei risultati che la c.d. “Evidence-based medicine” (EBM) è in grado di garantire rischiano di far di risorgere i “miti” del verificazionismo e dell’oggettivismo nella scienza. In questo “gioco” di potenziamento e depotenziamento a cui è sottoposta la prospettiva del paziente, va da sé che si possano generare contraddizioni, le stesse alla base di alcune lacerazioni oggi presenti nella società, come quelle che stanno riguardano la limitazione delle libertà individuali, l’obbligo del green pass, l’obbligo del vaccino, ecc. Obiettivo del presente del contributo è quello di svolgere una breve disanima del ruolo delle evidenze e della prospettiva del paziente nell’epistemologia medica. Il fine ultimo è quello di provare ad offrire qualche suggerimento per superare alcune delle contraddizioni che si sono venute a determinare.
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Ricci, Vittorio. "LA LIBERTÀ DELL’IDEA ASSOLUTA O PURA E DEL SUO CONCETTO: NOTE SUGLI ULTIMI DUE CAPOVERSI DELLA SCIENZA DELLA LOGICA." Problemata 12, no. 1 (August 2021): 120–42. http://dx.doi.org/10.7443/problemata.v12i1.57258.

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Cristin, Renato. "Verità e libertà come fundamenti del circolo fenomenologico." Investigaciones Fenomenológicas, no. 4-I (January 15, 2014): 93. http://dx.doi.org/10.5944/rif.4-i.2013.29740.

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Abstract:
Il tema principale del saggio è un’interpretazione del metodo fenomenologico che, focalizzando la questione dell’identità, ne mette in evidenza il lato trascendentale ed egologico. L’obiettivo è il recupero dell’idea di filosofia come scienza rigorosa e il conseguente ritorno alla centralità del soggetto fenomenologico-trascendentale.Viene introdotto il concetto di circolo fenome-nologico, con il quale si intende indicare la ricorsività della riduzione e la necessità di restare in essa, per mantenere il livello fenomenologico dell’esperienza e della conoscenza. Si tratta di una circolarità virtuosa, non solo perché è produttiva, ma anche perché procede attraverso una costante messa fra parentesi dei risultati e una continua riapertura degli orizzonti. Il circolo fenomenologico è un continuo campo di rimandi, caratteristico anche della correlazione noetico-noematica, tra l’io e il mondo, tra la libertà de-ll’atteggiamento e la verità dell’evidenza, un campo polarizzato i cui elementi si relazionano incessantemente e dal quale l’io esce con l’obiettivo però di farvi ritorno. L’io trascendentale dev’essere libero di compiere questo ritorno a se stesso, perché dentro di sé risiede la verità. Questa circolarità è dunque generatrice di libertà per quanto riguarda l’esercizio del metodo del “vedere fenomenologico”, e portatrice di verità per quanto riguarda l’esito del metodo stesso.Viene sottolineato come l’aspirazione fenomenologica a “vivere nella verità” sia uno sforzo per ricostituire quella verità fluente rappresentata dalla vita della soggettività nel terreno del mondo-della-vita. L’epoché, in quanto “totale rivolgimento esistenziale”, diventa il perno di uno stile di vita rivolto alla verità. Per la fenomenologia, vivere nella verità vuol dire vivere nella libertà, perché se la verità scaturisce dall’epoché, e se quest ’ultima si realizza come “sguardo veramente libero”, allora la verità non è solo legata alla libertà, ma ne è anche dipendente.Si sostiene qui che la soggettività fenomenologico-trascendentale rappresenta la chiave per una svolta rispetto alla situazione culturale attuale, nella quale il concetto di “io” è diventato uno dei principali bersagli critici. Viene mostrato come la soggettività sia collegata al metodo: infatti, annota Husserl in un manoscritto del 1924, “la soggettività è il mio tema, ed è un tema puro e in sé conchiuso, indipendente. Mos-trare che e come ciò sia possibile è il compito della descrizione del metodo della riduzione fenomenologica. Il “tema” di Husserl è dunque il suo compito filosofico e la sua missione esistenziale.Da qui si può interpretare anche la fenomenologia dell’intersoggettività sul piano storico-fattuale: la teoria fenomenologica dell’esperienza dell’estraneo non va confusa con i problemi della multiculturalità né tanto meno con le retoriche dell’alterità, ma è un’istanza che ripropone oggi l’antica questione della filosofia che si determina come ethos della theoria e quindi come “ragione pratica”, un’istanza che rimette al centro dell’attenzione quel fondamento che rischia di andare perduto nell’anonimato della tecnoscienza e nell’indistinto di una forma culturale globalizzata e globalizzante, un’istanza che richiama tutti noi a ritornare a ciò che Husserl chiamerebbe la costituzione originaria di senso della civiltà europea.El tema principal del paper es una interpretación del método fenomenológico que, enfocando la cuestión de la identidad, pone en evidencia su dimensión trascendental y egológica. El objetivo es el rescate de la idea husserliana de filosofía como ciencia rigurosa o estricta y el consiguiente regreso a la centralidad del sujeto fenomenológico-trascendental.Se introduce el concepto de círculo fenomenológico, que alude a la recursividad de la reducción y la necesidad de permanecer en ella, para mantener el nivel fenomenológico de la experiencia y del conocimiento. Se trata de una circularidad virtuosa, no sólo porque es productiva, sino porque avanza a través de una constante puesta entre paréntesis de los resultados y una continua reapertura de los horizontes. El círculo fenomenológico es un infinito campo de rebotes referenciales –propio en primer lugar de la correlación noético-noemática– entre el ego y el mundo, entre la libertad de la actitud y la verdad de la evidencia, un campo polarizado cuyas partes se relacionan incesantemente y del cual el ego sale (o se expone) pero con el objetivo de volver a entrar. El ego trascendental debe ser libre de cumplir este retorno a sí mismo, porque dentro de sí reside la verdad. Esta circularidad es entonces generadora de libertad por lo que se refiere al ejercicio del método del “mirar fenomenológico”, y portadora de verdad por lo que se refiere al resultado del método mismo.Se subraya la aspiración fenomenológica a “vivir en la verdad” como esfuerzo que se propone reconstruir esa verdad fluyente constituida por la vida de la subjetividad en el terreno del mundo de la vida. La epoché, en tanto “total transformación existencial”, se vuelve el perno de un estilo de vida orientado hacia a la verdad. Para la fenomenología, vivir en la verdad quiere decir vivir en la libertad, porque si la verdad surge de la epoché, y si esta última se realiza como “mirada verdaderamente libre”, entonces la verdad no está sólo ligada a la libertad, sino que resulta dependiente de ella.Se sostiene que la subjetividad fenomenológico-trascendental representa la clave para un viraje respecto de la situación cultural que prevalece en la actualidad, en la cual el concepto de “yo” se ha vuelto uno de los principales blancos de crítica. Se muestra aquí la radicalidad del nexo entre la subjetividad y el método. En un manuscrito de 1924 Husserl efectivamente anota: “la subjetividad es mi tema, y es un tema puro y en sí completo, independiente. Mostrar que ello es posible y de qué manera, es el cometido de la descripción del método de la reducción fenomenológica”. El “tema” de Husserl es por lo tanto su cometido filosófico y su misión existencial.A partir de aquí es posible interpretar también la fenomenología de la intersubjetividad a nivel histórico-fáctico: la teoría fenomenológica de la experiencia del extraño no debe ser confundida con los problemas de la multiculturalidad ni, menos aún, con las retóricas de la alteridad, sino que es una instancia que vuelve nuevamente actual la antigua cuestión de la filosofía que se determina como ethos de la theoria y por ende como “razón práctica”, una instancia que vuelve a poner al centro de nuestra atención ese fundamento que corría el riesgo de perderse en el anonimato de la tecnociencia y en lo indistinto de una forma cultural globalizada y globalizante, una instancia que reclama un retorno, de parte de todos nosotros, a lo que Husserl llamaría la constitu-ción originaria de sentido de la civilización europea.
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Rusconi, Gian Enrico. "QUALE «DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE»? LA CORTE FEDERALE NELLA POLITICA TEDESCA E IL PROBLEMA DELLA COSTITUZIONE EUROPEA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 27, no. 2 (August 1997): 273–306. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200024837.

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Abstract:
IntroduzioneLa Germania offre una interessante versione contemporanea dello «Stato costituzionale» o della «democrazia costituzionale» con le sue tipiche tensioni tra responsabilità politica parlamentare e giustizia costituzionale. Un esempio tanto più istruttivo in quanto si pone all'incrocio tra la tradizione tedesca dello «Stato di diritto» e la tendenza ad un «nuovo costituzionalismo» che suscita crescente attenzione nelle scienze politiche e giuridiche.Ma c'è di più. La centralità del ruolo della Germania in Europa fa sì che questa problematica si proietti sulla costruzione politico-costituzionale dell'Unione europea. L'istituzionalizzazione dell'Europa politica e la semplice ipotesi di una Costituzione europea rimettono in gioco i concetti classici di popolo, sovranità, statualità e legittimazione democratica e aggiornano i dilemmi del costituzionalismo e della Costituzione come statuto delle libertà, come contratto politico e come forma di governo. In questa ottica il progetto europeo acquista i tratti di una democrazia o Stato costituzionale tutto da esplorare, per il quale il modello tedesco diventa molto istruttivo.
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Caruso, Francesco Saverio. "Ghetti rurali e profughizzazione del lavoro bracciantile nell'orto d'Italia." MONDI MIGRANTI, no. 2 (July 2022): 37–52. http://dx.doi.org/10.3280/mm2022-002002.

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Abstract:
L'articolo espone i primi risultati di una ricerca svolta nel corso degli ultimi due an-ni nella provincia di Foggia sul ruolo attivo delle politiche di gestione e controllo delle migrazioni nella segregazione occupazionale del lavoro migrante in agricoltu-ra. Attraverso una ricostruzione quali-quantitativa, lo studio si sofferma su tre di-namiche sociali paradigmatiche del modello di sviluppo agroindustriale dominan-te, che si dispiegano nel caso studio in forma particolarmente significativa: in pri-mo luogo il fenomeno della profughizzazione del lavoro agricolo, frutto del rap-porto inversamente proporzionale tra la crescita della libertà di movimento della componente comunitaria e l'accentuazione della "stanzialità forzata" della com-ponente extracomunitaria più fragile; in secondo luogo la grigizzazione dei rappor-ti di lavoro in agricoltura, punto di equilibrio tra l'emersione formale e la giuridifi-cazione dello sfruttamento; in terzo luogo la centralità funzionale degli insedia-menti informali per il reclutamento di manodopera a basso costo per le attività stagionali della raccolta ortofrutticola. L'articolo pone in evidenza come queste dinamiche mostrino la fragilità implicita in un sistema agroalimentare fondato sul-lo sfruttamento intensivo non solo della terra ma anche della forza-lavoro.
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Giuliani, Livia. "Editoriale del Dossier “Libertà personale dell’imputato e misure cautelari restrittive della libertà individuale nel processo penale” – La libertà personale dell’imputato tra princìpi e prassi in attesa di una riforma organica della giustizia penale italiana." Revista Brasileira de Direito Processual Penal 7, no. 3 (October 31, 2021): 1559. http://dx.doi.org/10.22197/rbdpp.v7i3.648.

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Abstract:
Il saggio offre una sintesi del decorso evolutivo della disciplina delle misure cautelari personali alla luce dei diritti sanciti nella Carta costituzionale italiana e nelle Carte sovranazionali, ponendo in luce come il perimetro normativo già da tempo segnato al riguardo – ed oggi inserito nel contesto di un sistema multilivello – non abbia impedito prassi applicative discusse e cicliche fluttuazioni legislative. Pregevole nel suo impianto originario, sebbene perfettibile, la disciplina delle misure cautelari personali resta una normativa di settore, delineando un sottosistema fortemente sensibile agli equilibri del processo penale che non può trovare autonoma pacificazione senza una contestuale revisione del sistema penale e processuale. La congiuntura politico-economica eccezionale determinata dall’emergenza sanitaria induce a sperare che la legge delega di riforma della giustizia in corso di approvazione lasci infine apparire l’araba fenice di una efficienza del processo penale sconosciuta – a memoria di uomo vivente – al nostro ordinamento.
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Ruffino, Marco. "Individualizzazione della diseguaglianza sociale e politiche delle capacitazioni." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 120 (February 2011): 34–49. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-120003.

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Abstract:
L'articolo analizza in modo critico l'approccio dellenelle politiche di welfare attivo, viste in rapporto al "paradigma debole" della. Focalizzando l'attenzione sul rapporto fra capacitazione ed apprendimento, sonoevidenziati due tipi di rischi:) una maggiore individualizzazione della diseguaglianza, se le capacitazioni divengono un terreno di conflitto sociale, che riproduce, invece di correggere, iiniziali;) la riduzione della libertŕ sostantiva, se il diritto ad apprendere si trasforma nell'obbligo di adattamento. L'approccio delle capacitazioni resta indubbiamente essenziale, ma richiede di trovare un equilibrio fra responsabilitŕ personali e responsabilitŕ istituzionali. Alcune evidenze relative all'Europa ed all'Italia mostrano la necessitŕ di andare verso "istituzioni capacitanti", come condizione per utilizzare l'approccio per lo sviluppo di una effettiva libertŕ individuale di scelta.
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Ghezzi, Morris L. "Bioetica tra scienza e superstizione." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 2 (November 2010): 7–23. http://dx.doi.org/10.3280/sd2010-002001.

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Abstract:
Questo articolo tratta dei limiti che la bioetica deve imporre alle normative statali nella regolamentazione dei comportamenti da tenere in situazioni riguardanti il tema della vita e della morte dell'essere umano. Ovviamente per individuare tali limiti č necessario in via preliminare procedere alla definizione dei concetti di vita e di morte da un punto di vista sia filosofico, sia giuridico. Negli Stati democratici e laici la legge deve rispettare le libere scelte dei cittadini in materie che coinvolgono esclusivamente la dimensione individuale dell'essere umano. Pertanto, poiché la vita e la morte sono proprio dimensioni specificatamente soggettive ed individuali, di fronte alle quali la collettivitŕ deve fermarsi ad ascoltare l'opinione del diretto interessato, la legge piů che formulare imperativi, deve tracciare spazi di libera scelta entro i quali il singolo individuo possa trovare difesa per la realizzazione delle proprie ultime volontŕ. Nella cultura umana la distinzione tra naturale ed artificiale č priva di significato, poiché la creativitŕ culturale produce artificialitŕ, ma č naturale per l'essere umano. Dunque, non esistono parametri oggettivi per indicare scelte naturali in bioetica, ma ogni visione č possibile, ogni posizione etica č rispettabile. In materia bioetica non puň esistere eteronomia, ma solo autonomia del singolo individuo e ciň impone anche che la ricerca scientifica resti libera da qualsiasi vincolo di natura superstiziosa, religiosa o politica e trovi limiti esclusivamente nell'eguale libertŕ di scelta di tutti gli esseri umani.
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Marrone, Francesco. "Problemi della «scientia divina»: conoscenza, creazione, libertà." Quaestio 3 (January 2003): 504–13. http://dx.doi.org/10.1484/j.quaestio.2.300340.

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Musio, Alessio. "Differentemente. Per un’etica dell’accomodamento ragionevole / Differently. For a reasonable accommodation ethics." Medicina e Morale 67, no. 6 (January 25, 2019): 641–52. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2018.560.

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Abstract:
Nel testo della Convenzione Onu sui Diritti delle persone con disabilità (2007) l’espressione “accomodamento ragionevole” è decisiva. Se lo scopo è quello di promuovere «il pieno e uguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità» (così l’art. 1), la categoria di “accomodamento ragionevole” emerge sin da subito come il mezzo riflessivo di tale finalità. Scopo del presente saggio è riflettere sul significato etico dell’accomodamento ragionevole, alla luce di una riflessione sul rapporto tra uguaglianza e differenza umane. L’uguaglianza come equità, infatti, non ha nulla a che vedere con l’egualitarismo. L’ideale morale dell’uguaglianza richiede, al contrario, un’etica che sappia valutare il tema delle differenze, andando oltre il tema della sola diversità di genere (maschile/femminile), per pensare direttamente i temi della disabilità. Ne deriva la possibilità di rispondere a quell’indifferenza che nell’epoca delle tecno-scienze tende a diventare, da semplice fatto, una vera e propria cultura antitetica alle logiche della giustizia sociale e dell’amore. ---------- “Reasonable accommodation” is a fundamental term for The United Nations Convention on the Rights of Persons with Disabilities (2007). If the aim is to promote “the full and equal enjoyment of all human rights and fundamental freedoms by all persons with disabilities” (Article 1), the category of “reasonable accommodation” emerges immediately as the reflective means of this purpose. The aim of the present article is to reflect on the ethical meaning of reasonable accommodation, in the light of a reflection around the relationship between equality and human difference. In fact, equality as fairness, has nothing to do with egalitarianism. The moral ideal of equality requires, on the contrary, an ethic able to evaluate the topic of differences, going beyond the theme of gender diversity (male/female), in order to think directly about the issues of disability. The result is the possibility of responding to the indifference that in the age of techno-sciences tends to become, from a simple fact, a true antithetical culture to the logic of social justice and love.
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Leccese, Vito. "Il diritto sindacale al tempo della crisi. intervento eteronomo e profili di legittimitŕ costituzionale." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 136 (December 2012): 479–525. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2012-136001.

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Abstract:
Il saggio si occupa dei piů recenti interventi legislativi di riforma del diritto sindacale e del lavoro idonei a favorire l'arretramento delle tutele lavoristiche e lo spostamento dei luoghi della loro produzione (dalla legge al contratto; dal contratto nazionale a quello territoriale o aziendale). Nella prospettiva prescelta, l'autore si propone di verificare la coerenza di questi interventi con regole e principi costituzionali relativi alla libertŕ sindacale e al contratto collettivo. A questo fine, l'Autore presenta un'analisi della dottrina e giurisprudenza di riferimento e propone la rilettura di talune fondamentali sentenze della Corte prende le mosse dal rifiuto di ogni prospettiva di analisi che trascuri previsioni costituzionali ancora in vigore o le consideri obsolete.
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Sztychmiler, Ryszard. "Znaczenie osobowości kandydata do małżeństwa w świetle obowiązującego prawa kanonicznego." Prawo Kanoniczne 40, no. 1-2 (June 5, 1997): 201–17. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1997.40.1-2.09.

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Abstract:
Persona e personalita hanno nel diritto romano e nel diritto canonico i significati diversi. La Chiesa riconosce la personalita naturale di ogni uomo dalla sua concezione, ma personalita giuridica assegna dal battesimo. Nel diritto canonico possiamo distinguere la personalita naturale, canonica e richiesta. Mi sembra, che la Chiesa potrebbe assegnare il piu grosso significato della personalita Christiana. Gran valore della formazione della personalita matura nella Chiesa dimostrano le norme sulla educazione Christiana. La Chiesa richiede la maturità dalle persone, che prendono importanti decisioni oppure ufficii; protegge sopratutto ogni persona e la sua personalita. Nello diritto canonico matrimoniale si trovano le normae, che danno molta importanza della personalita del uomo. Esse si trovano non soltanto nel Codice di diritto canonico, ma anche nelle diverse norme dello stesso diritto canonico. E cosi il Legislatore ecclesiastico vuole l’adequata praparazione al matrimonio. Nello stesso tempo si preferisce i matrimonii di due persone cattoliche, invece altre esigenze si pone per i findanzati, dei quali soltanto uno appartiene alla Chiesa cattolica. Il significato della personalita del candidato al matrimonio si rivela tra l’altro nel stabilire gli impedimenti matrimoniali tali come: mancanza dell’età, impotenza sessuale e diversa religione. Nel capitolo sul consenso matrimoniale il Legislatore del Codice mette alcune esigenze, le quali prendono in considerezione la validita del matrimonio dai certi segni della personalita e atteggiamenti dei candidati al matrimonio. In alcuni canoni mette tali esigenze le quali possono essere compiute dalle persone mature nel senso psicologico: cioe sufficiente scienza, sufficiente uso di ragione, giudizio critico e la capadtà da adempire i obbligazioni matrimoniali essenziali. Soltanto gravi disturbi e mancanze fanno il matrimonio invalido. Se ci sono infatti tali casi, si puo nel corso del processo giudiziario andare a dichiarare il matrimonio invalido. Pero le prove dei disturbi della personalità о altri fatti negativi in questo ambito e molto defficile da dimostrare, ma possibile, sopratutto quando i disturbi e le mancanze sono gravi. Riassumendo il mio discorso sul tema dei significato della personalità nel diritto canonico matrimoniale si puo affermare che i gravi о esattamente definiti i disturbi della personalità о negativo orientamento al matrimonio, in generale fanno il matrimonio invalido. II Legislatore eclesiastico prottegge in tali situazioni la liberta della persona, la quale ha incontrato la persona toccata dai tali disturbi e negativo orientamento della volontà. Se i disturbi о mancanze non sono gravi, il Legislatore non entra con la norma di protezione, la quale darebbe per loro la liberta.
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Acquaviva, Guido. "Libertà o dominio dei mari: Il caso della Santa Catarina." Anuario Español de Derecho Internacional 17 (August 16, 2018): 239–68. http://dx.doi.org/10.15581/010.17.28458.

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Abstract:
I. INTRODUZIONE.- 2. LA CATTURA DELLA SANTA CATARINA.- 3. IL GIUDIZIO DELLA SANTA CATARINA.- 4. ANTECEDENTI STORICI E DOTTRINALI- 5. LE OPERE DI GROZIO E FREITAS: I. I fondamenti della libertà di navigazione per Grozio; II. I poteri del pontefice per Grozio; III. La libertà di commercio per Grozio. IV. Freitas e la libertà di navigazione. V. I poteri del pontefice per Freitas.- 6. CONCLUSIONE
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Arcidiacono, Caterina, and Salvatore Di Martino. "Psicologia della liberazione e psicologia critica di comunitŕ come conquista di felicita, libertŕ ed equitŕ." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 1 (July 2012): 67–80. http://dx.doi.org/10.3280/psc2012-001005.

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Abstract:
Il testo parte dai temi della psicologia della liberazione, individuandone la continuitŕ degli scopi e della metodologia nella psicologia critica di comunitŕ. Tale percorso apre la stra- da a una critica di quei modelli psicologici che centrano l'attenzione unicamente sul singolo, trascurando aspetti sociali, politici, culturali che con quest'ultimo sono interrelati. Da tale critica nasce una nuova declinazione del tema del benessere e della felicitŕ che si apre al confronto con le nuove scienze economiche, e relazionali conducendo alla costruzione di nuovi indicatori sociali di benessere attenti ai temi della partecipazione, e della giustizia sociale. Nello specifico vengono esplorati i temi della equitŕ e della libertŕ in relazione alla felicitŕ evidenziandone i reciproci rapporti.
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Panebianco, Angelo. "RIFORME CONTRO I PARTITI? UN COMMENTO." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 21, no. 3 (December 1991): 409–18. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200017834.

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Abstract:
IntroduzioneIl testo di Sartori serve bene, mi sembra, agli scopi che l'autore si è prefìsso. Offre sia agli studiosi che ai “pratici”, coloro che si affannano intorno al problema delle riforme istituzionali in Italia, una guida orientativa solidamente costruita e, inoltre, contrasta efficacemente il fiume di parole in libertà, le tante affermazioni infondate su questi temi, che affiggono tradizionalmente il dibattito italiano. Non potendo toccare, in questo breve commento a margine, tutti gli argomenti trattati da Sartori mi concentrerò su pochi aspetti: affronterò, in primo luogo, il problema degli obiettivi della eventuale riforma (che cosa ci si propone?); tratterò, in secondo luogo, il tema della riforma elettorale che, come dice Sartori, è comunque prioritario rispetto al resto; da ultimo, illustrerò il mio punto di dissenso — unico, in realtà, ma forse piuttosto importante per le conseguenze pratiche che porta con sé — dall'impostazione di Sartori.
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Costa, Paolo. "Le istituzioni dell'uomo, il diritto e l'economia. Una breve riflessione a partire dal pensiero di Giambattista Vico." ECONOMIA PUBBLICA, no. 1 (March 2021): 45–53. http://dx.doi.org/10.3280/ep2021-001003.

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Abstract:
Il rapporto tra istituzioni ed economia è spesso acriticamente rappresentato come rapporto tra Stato e mercato, tra autorità della legge e libertà della concorrenza. Gli intrecci storici e metodologici tra i fenomeni in questione e le relative scienze sono in realtà più profondi. Sembrano condurre, attraverso percorsi epistemici ora più percepibili ora più carsici, a comuni matrici antropologiche, già visibili ad esempio in un autore epocale quale Giambattista Vico.
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Guarriello, Fausta. "I diritti di contrattazione collettiva in un'economia globalizzata." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 135 (September 2012): 341–59. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2012-135001.

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Abstract:
Il saggio esamina la tensione esistente tra il riconoscimento del diritto di contrattazione collettiva come diritto sociale fondamentale nelle fonti internazionali ed europee e gli effetti di destrutturazione dei sistemi contrattuali, ancora prevalentemente ancorati a livello nazionale, indotti dalla globalizzazione. L'assenza di effettive misure di sostegno alla contrattazione collettiva su scala sovranazionale, dove le decisioni economiche vengono prese, l'interpretazione restrittiva della Corte di giustizia, lesiva del principio di autonomia collettiva e di libertŕ sindacale, la subordinazione alle libertŕ economiche sottesa alla visione funzionalista delle istituzioni europee, rischiano di indebolire e snaturare il diritto di contrattazione collettiva anche all'interno dei sistemi nazionali, dove esso si č storicamente sviluppato.
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Falsone, Maurizio. "Lavorare tramite piattaforme digitali: durata senza continuità." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 174 (September 2022): 247–74. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2022-174004.

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Abstract:
L'Autore esamina le rappresentazioni comuni del fenomeno del lavoro tramite piattaforme di-gitali ed osserva che gli aspetti inerenti alla fase pre-esecutiva dei rapporti, non riconducibili all'alternativa obbligo/libertà di lavorare, siano sottovalutati. Secondo l'Autore ciò incoraggia le interpretazioni che sottintendono la frammentazione del rapporto in una serie indeterminata di contratti, fino a mettere in crisi il presupposto contrattuale delle operazioni qualificatorie. Nel contributo, quindi, si propone di analizzare la causa concreta dei rapporti per ritrovare l'unitarietà negoziale del fenomeno facendo leva sul suo carattere durevole. Questo approccio induce l'autore a valorizzare, anche in sede di qualificazione tipologica, le situazioni di pote-re/soggezione che caratterizzano il lavoro tramite piattaforme e a sottolineare come esse richia-mino alla ribalta le interpretazioni dell'art. 2094 c.c. che ridimensionano il ruolo della presta-zione tipica a vantaggio di profili della fattispecie capaci di fotografare l'assetto negoziale com-plessivo. L'Autore conclude ritenendo che i rapporti in questione, almeno secondo i modelli oggi noti, non possono essere concepiti come una serie di contratti di lavoro indipendenti, né come co.co.co., ma che le altre ipotesi ricostruttive (subordinazione o etero-organizzazione) devono passare per un aggiornamento dell'interpretazione delle fattispecie astratte di riferimen-to.
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Giurintano, Claudia. "Rivoluzione, sovranità, libertà. L’aurora della modernità." Parliaments, Estates and Representation 38, no. 2 (January 30, 2018): 258–59. http://dx.doi.org/10.1080/02606755.2018.1430204.

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Tortarolo, Edoardo. "Il fantasma della libertà. Figure dello stato e forme del potere fra Sette e Novecento." Journal of Modern Italian Studies 16, no. 1 (January 2011): 141–43. http://dx.doi.org/10.1080/1354571x.2010.523563.

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Azzone, Giovanni Felice. "Le radici biologiche della libertà umana." Rendiconti Lincei 15, no. 1 (March 2004): 57–91. http://dx.doi.org/10.1007/bf02904498.

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Bentivogli, Marco. "Fiducia nel lavoro." QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no. 113 (July 2022): 145–65. http://dx.doi.org/10.3280/qua2021-113007.

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Abstract:
In "Laudato Sii" Papa Francesco afferma con grande forza che il lavoro digni-toso è quello "libero, creativo, partecipativo e solidale". Il presente saggio mostra quali caratteristiche deve assumere il lavoro e quali modalità organizzative sono più adatte alla sua promozione e valorizzazione nella prospettiva indicata dal Pontefice. In particolare, si individua nello smart working un modello in grado di favorire ed esaltare l'ingaggio cognitivo del lavoratore: fiducia, libertà, responsabi-lità e autonomia sono gli aspetti caratterizzanti del lavoro agile. Tale modello per-mette anche una migliore conciliazione dei tempi di vita e di cura della famiglia, una distribuzione più equilibrata dei carichi familiari e una maggiore partecipazio-ne delle donne al mercato del lavoro e alla vita civile e democratica. Il sindacato può essere un protagonista nel passaggio a forme organizzative in grado di valorizzare la centralità della persona: i capisaldi di una strategia orientata in questo senso sono la contrattazione territoriale e la formazione dei lavoratori.
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Merla, Lara. "Tre vie pop al mito di Babilonia oggi: tra diritto e letteratura." JURIS - Revista da Faculdade de Direito 29, no. 2 (April 24, 2020): 11–30. http://dx.doi.org/10.14295/juris.v29i2.9669.

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Abstract:
Il presente saggio esamina il ruolo di Babilonia nella musica pop, al fine di fare emergere tre aspetti cruciali del diritto, vale a dire i problemi dell’interpretazione dei testi e del raccordo tra la dimensione sociale e individuale dei concetti di autonomia e libertà. Vengono così considerate tre canzoni: The rivers of Babylon di Dowe e McNaughton (1970), resa poi popolare dal quartetto Boney M. nel 1978; Babylon System di Bob Marley (1979); e Babylon di David Gray (1999). Tra l’astratto stato di libertà, sia pure rivendicato a parole, dalla musica pop delle origini, e un presunto stato concreto di servitù all’establishment dello spettacolo e dell’industria musicale contemporanea, la tesi che si vuole sostenere è che, per una volta, “tertium datur”.
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Linz, Juan J. "PLURINAZIONALISMO E DEMOCRAZIA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 25, no. 1 (April 1995): 21–50. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200023327.

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Abstract:
IntroduzionePochi Stati sono Stati nazionali, e gran parte delle nazioni non sono destinate a raggiungere la condizione di Stato sovrano. Una trasformazione delle società plurinazionali in Stati nazionali «monocromatici» come quelli esistenti in passato è impossibile nel contesto di istituzioni liberaldemocratiche. La maggioranza delle cosiddette «nuove nazioni» sono in realtà Stati multinazionali o quantomeno multiculturali. Non solo i cittadini risiedono geograficamente in ambiti frammisti; le loro famiglie hanno un background eterogeneo e, dato non meno e forse più importante, hanno identità duali. Le istituzioni e i processi democratici devono riconoscere queste situazioni di fatto, questo tipo di pluralismo. In che misura, in uno Stato democratico, il pluralismo deve essere basato sulla rappresentanza e sui diritti di gruppo oppure sui diritti individuali? In che misura particolari soluzioni istituzionali rischiano di condurre ad un conflitto tra questi due principii ed approcci nel contesto della politica democratica? In che modo sarà protetta la libertà degli individui di scegliere la propria identità senza vedersi imporre identità inclusive? Questi sono problemi teorici e pratici sia per le democrazie contemporanee, sia per i paesi avviati verso la democrazia. Come potranno, gli Stati democratici multinazionali, guadagnarsi una legittimità sufficiente a rendere i processi decisionali democratici possibili e compatibili con il pluralismo nazionale e culturale? In particolare, come si potrà, in società di questo genere, rendere compatibile il federalismo con i diritti delle minoranze all'interno di unità territoriali, se in queste unità esistono maggioranze «nazionali»? Se non diamo soluzione a questi interrogativi, rischiamo di riprodurre in scala ridotta i problemi creati dai fondatori degli Stati nazionali in società multinazionali. Quali forme può assumere il pluralismo nazionale e culturale nelle società democratiche, e qual è il ruolo che le istituzioni e i processi democratici possono svolgere per rendere compatibili il pluralismo e la libertà individuale? Questi sono alcuni dei quesiti che dobbiamo sollevare e a cui dobbiamo dare risposta.
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Palacio Martín, Jorge del. "Popolo della Libertà: auge y caída de un partido conservador." Revista de Estudios Políticos, no. 189 (September 28, 2020): 167–96. http://dx.doi.org/10.18042/cepc/rep.189.06.

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Casas, Santiago. "Silvia SCATENA, La fatica della libertà. L'elaborazione della dichiarazione «Dignitatis humanae» sulla libertà religiosa del Vaticano II, Il Mulino («Tesi e ricerche di scienze religiose», 31), Bologna 2003, 602 pp." Anuario de Historia de la Iglesia 14 (April 18, 2018): 570–71. http://dx.doi.org/10.15581/007.14.23522.

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Obermájer, Ervin. "Párhuzamok a vértanúságba ágyazott hősiesség horizontján." Studia Theologica Transsylvaniensia 23, no. 1 (June 15, 2020): 167–75. http://dx.doi.org/10.52258/stthtr.2020.1.06.

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Abstract:
Se c’affrontiamo la realtà del secolo XXI., possiamo confermare, che l’archetipo dell’eroe non vive più nella quella forma in cui fu abituato nei secoli precedenti. Nello questo studio, l’autore desidera a presentarci l’evoluzione dell’immagine dell’eroismo attraverso tre vari campi della scienza umana. Analizzando il prototipo dell’eroe antico dal punto di vista della letteratura antica, riconosciamo un essere umano, il quale fu colpito dalla gloria terrena, la corona di alloro posta sulla testa dell’uomo e l’apprezzamento del popolo. Possiamo dire con massima certezza, che quest’immagine fu conservato attraverso dei secoli nella storia della maggior parte dei popoli. Nella storia del popolo ungherese (nel secolo XVII. e XX.) c’è un aspetto molto speciale dell’eroismo, in cui la battaglia dell’eroe contiene in più un additivo teologico-nazionale per cui l’eroe entra nel santuario del popolo, mostrandoci la sua battaglia soprannaturale per la fede in liberta nazionale. Alla fine, se ci pensiamo profondamente sul termine del martirio, ci rivela l’assioma, che il martirio autentico si trova nel cristianesimo, dove la battaglia dei fedeli è per lo scopo divino, per la gloria eterna. Questa battaglia, la gloria divina non è più egoista, ma guarda alla fede sublime e divina, e quest’aspetto fu coerente in ogni secolo della Chiesa, in Transilvania anche. Analizzando la vita dei Dieci Martiri di Transilvania, possiamo confermare che l’essenza della loro eroicità è identico di quella dei primi martiri della Chiesa primitiva, cioè l’idea del martirio cristiano è costantemente lo stesso.
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Dechezelles, Stéphanie. "Les « malgré nous » de la Casa delle Libertà." Politix 88, no. 4 (2009): 163. http://dx.doi.org/10.3917/pox.088.0163.

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Diamanti, Ilvo, and Elisa Lello. "The Casa delle Libertà: A House of Cards?" Modern Italy 10, no. 1 (May 2005): 9–35. http://dx.doi.org/10.1080/13532940500113326.

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Abstract:
SummaryThe Italian centre-right was ‘constructed’ by Silvio Berlusconi in the run-up to the 1994 general election, which marked the beginning of the Second Republic. It includes Forza Italia, the National Alliance, the Northern League and the Union of Christian Democrats (UDC), parties which are all very different in terms of their political identities, histories, geographies and social composition. The centre-right thus looks like a complex mosaic, whose pieces stay together only thanks to the role of the leader and his ‘personal party’, Forza Italia, and to the use of the media and political marketing to communicate with the electorate. These are the twin pillars of ‘the Berlusconi model’. This article contends that Berlusconi represents both a resource and a limit for the centre-right, as it is difficult for such a heterogeneous coalition to define a common identity and pursue coherent political projects and policies while relying so heavily on the role of the leader. This explains the cyclical alternation within the coalition of phases of integration and rapprochement with others of tension and open conflict. Since the coalition's election victory in 2001, it has found it difficult to meet the contrasting demands of its diverse electorate for neo-liberalism, devolution, major public works, infrastructure creation and tax cuts. This task has been made more problematic by the international instability and economic stagnation of recent years. This article puts forward the hypothesis that ‘the Berlusconi model’, which gave life to the centre-right, now appears to be worn out and will prove difficult to revive.
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Razzolini, Orsola. "Lavoro economicamente dipendente e requisiti quantitativi nei progetti di legge nazionali e nell'ordinamento spagnolo." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 132 (November 2011): 631–55. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2011-132004.

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Abstract:
Nell'ordinamento spagnolo e in tre progetti di legge nazionali, la nozione di lavoro economicamente dipendente descrive, in linea generale, la situazione in cui il lavoratore ricava una quota consistente del proprio reddito da un principale committente che diviene cosě la fonte primaria del suo sostentamento. Nel presente contributo, questa definizione di dipendenza economica viene messa in discussione sotto due profili. Anzitutto, l'inserzione del dato quantitativo nella struttura della fattispecie, lungi dal contribuire alla certezza del diritto, č fonte di incertezza; in secondo luogo, desta perplessitŕ sotto il profilo della tutela della libertŕ e della volontŕ contrattuale del committente, ripercuotendosi sul problema della qualificazione dei rapporti di lavoro. Lo spunto č l'occasione per svolgere qualche riflessione conclusiva sull'idoneitŕ del requisito quantitativo a giustificare l'introiezione di una logica redistributiva nel diritto privato.
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Bianchini, Daniela. "The italian law proposal against homophobia: a danger to the freedom of expression of thought, the educational freedom of families and the protection of minors." Colloquia Theologica Ottoniana 37 (2021): 21–40. http://dx.doi.org/10.18276/cto.2021.37-02.

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Sommaggio, Paolo. "La tutela della integrità mentale tra proprietà, beni comuni e libertà cognitiva." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 1 (October 2022): 98–128. http://dx.doi.org/10.3280/sd2022-001005.

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Dunja, Dogo. "Allegorie della libertŕ e tipologie del sacro nell'iconografia rivoluzionaria russa." PASSATO E PRESENTE, no. 85 (February 2012): 57–80. http://dx.doi.org/10.3280/pass2012-085004.

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Abstract:
Allegories of liberty and typologies of the sacred in the iconography of revolutionary Russia. Revolutionary iconography addresses a topic that crosses the field of studies of the Russian Revolution, whose scope in the past two decades has begun to investigate the cultural history of 1917, thanks to easier access to source materials that have re-emerged after the opening of the Russian archives. Above all, the essay attempts to reconstruct how three particular typologies (St. George, the Angel, Liberty) came into use in the Russian revolutionary symbolic system and underwent a metamorphosis, contributing to a phenomenon of syncretism. Such discourses can show how different political subjects – at times on opposing sides - employed a common imagery within a struggle for the conquest of the symbol.
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Alvino, Ilario. "Guida alla lettura della recente legge di riforma della democrazia sindacale in Francia: piena compatibilitŕ fra regolamentazione della contrattazione collettiva e principio del pluralismo sindacale." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 122 (July 2009): 365–81. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2009-122006.

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Abstract:
- The Author reviews the new French Law n. 2008-789, which introduces new considerable elements concerning the representativity of trade unions, the conditions of a regular collective bargaining, the establishment of specific structures of workers' representatives at the work place. On the one hand, the Author takes into consideration the differences between the Italian legal system and the French one, on the other hand, the reform process that brought into the introduction of new rules.Key words: France; Trade Union; Representativity; Collective bargaining; Freedom of association; Social dialogue.Parole chiave: Francia; sindacato; rappresentativitŕ; contratto collettivo; libertŕ sindacale; dialogo sociale.
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Corradini, Danilo, and Luigi Mondello. "The 20-Year Jubilee of the Interdivisional Group of Separation Science of the Italian Chemical Society." Separations 9, no. 5 (May 16, 2022): 123. http://dx.doi.org/10.3390/separations9050123.

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Abstract:
This paper illustrates the origin, mission, organization and main activities of the Interdivisional Group of Separation Science (Gruppo Interdivisionale di Scienza delle Separazioni, GISS) of the Italian Chemical Society in occasion of the twentieth anniversary of this organization, whose mission is to promote and disseminate knowledge on all aspects of separation science and to facilitate strong peer-to-peer relationships. GISS originates from a discussion group, also belonging to the Italian Chemical Society (SCI), having similar finality and the same promoter (the Italian pioneer of Chromatography Prof. Arnaldo Liberti), but less extended scientific interests than the GISS, since it was mainly focused on liquid and gas chromatography. The interests of the GISS span theoretical and practical aspects of separation science and cover all key topics requiring high-performance separation techniques to carry out advanced investigations and/or solve challenging analytical problems. The panoramic view of the GISS includes a synthetic review of the main activities carried out since its foundation, which comprises fast-track discussion meetings, participation, promotion and/or organization of national and international congresses, sponsorship of participation grants for young trainees and Ph.D. students, recognition of scientists who have made and continue to make an outstanding contribution to separation science, as well as young scientists who have evidenced their attitude to carry out significant studies in the field of separation science.
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Dall’aglio, Stefano. "Cecchi, Alessandro. In difesa della «dolce libertà». L’assedio di Firenze (1529–1530)." Renaissance and Reformation 42, no. 1 (2019): 376. http://dx.doi.org/10.7202/1064540ar.

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Morpurgo, Daniela. "Quale pianificazione per quale cittadinanza? Governo del territorio e pianificazione spaziale di fronte alla sfida della diversità religiosa." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 134 (August 2022): 126–50. http://dx.doi.org/10.3280/asur2022-134006.

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Abstract:
L'immigrazione, e la diversità che ne consegue, pone una nuova questione urbana. Guardando al contesto veneto, questo studio approfondisce le relazioni tra gover- no del territorio, pianificazione spaziale e diritti di cittadinanza, in particolare quello di libertà religiosa. La ricerca considera le strategie messe in atto dalle amministrazioni in risposta alla crescente domanda di spazi per il culto non cattolici e quindi discute il ruolo della pianificazione in tali processi di localizzazione.
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Giullari, Barbara, and Giulia Rossi. "Le diseguaglianze nei percorsi formativi e nelle transizioni al lavoro in provincia di Bologna: promuovere contesti capacitanti." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 120 (February 2011): 215–32. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-120011.

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Abstract:
Lo scopo del saggio č illustrare i risultati piů significativi di un'esperienza di ricerca progettata nell'ambito della definizione di politiche locali per la promozione dell'apprendimento per tutto l'arco della vita in un contesto locale, avente quale oggetto la qualitŕ dei processi formativi e di transizione tra scuola e lavoro. I dati mostrano che gli esiti dei percorsi di istruzione e le transizioni verso il mondo del lavoro sono indissolubilmente legati, dispiegandosi in spazi dai confini sfumati. Si tratta di spostare l'attenzione di indagine dalla inclusione formale nella scuola e nel lavoro verso la comprensione della qualitŕ di questa inclusione (in riferimento alla stratificazione del sistema educativo, all'insuccesso scolastico, ai processi di precarizzazione del mercato del lavoro, ecc.) e della multidimensionalitŕ che caratterizza il divenire di processi di capacitazione/incapacitazione per comprendere ile illa scuola prima e il lavoro poi promuovono la libertŕ di agire e di scegliere il cammino che si ha ragione di apprezzare.
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Frigerio, Luca. "La "Teoria fisiologica dell'anima" di Andrea Verga." STORIA IN LOMBARDIA, no. 2 (January 2022): 25–50. http://dx.doi.org/10.3280/sil2020-002002.

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Abstract:
A partire dalla metà dell'Ottocento in Italia si sviluppò una psichiatria nazionale, di matrice medico-scientifica, che rivendicò il monopolio medico-psichiatrico della malattia mentale, con l'obiettivo di emanciparla da ogni retaggio filosofico e teologico. Figura chiave di questa transizione fu il medico e psichiatra lombardo Andrea Verga. Il saggio analizza le lezioni che Verga tenne per la cattedra di Dottrina e Clinica delle alienazioni mentali nel biennio 1884-86, nelle quali delineò la "Teoria fisiologica dell'anima", in base alla quale «l'anima non è che la funzione dell'encefalo». Egli difese in primo luogo l'idea che fra il sistema nervoso e gli altri organi del corpo umano esistessero solo differenze quantitative: tale elemento rendeva possibile uno studio dell'anima come puro e semplice prodotto del funzionamento dell'organismo umano e, specialmente, come un oggetto di studi scientifici liberati da ogni ipoteca religiosa o metafisica. In secondo luogo, sostenne che fosse infondata l'idea che tale concezione dell'anima potesse minare il senso morale degli esseri umani e dunque danneggiare la società, perché l'agire morale umano sarebbe indipendente dalla convinzione che l'anima sia o meno immortale, che esista un Dio e che l'uomo disponga o meno del libero arbitrio.
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Colleoni, Matteo, and Simone Caiello. "Mobilità e identità multi-locali." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 127 (March 2022): 14–26. http://dx.doi.org/10.3280/sur2022-127002.

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Abstract:
Il saggio propone una riflessione sul multilocalismo alla luce dei risultati degli studi internazionali più recenti, con attenzione all'impatto di tale fenomeno sulle identità famigliari, dei migranti e dei lavoratori altamente mobili e alle dinamiche socio-territoriali a ciò collegate. Attenzione verrà anche posta alla lettura dell'impatto che eventi come la pandemia da Covid-19 hanno avuto sulla limitazione della libertà di movimento e sulla vita e identità dei soggetti multi-locali.
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Ranieri, Filippo. "Emanuele Cafagna, La libertà nel mondo. Etica e scienza dello Stato nei „Lineamenti di filosofia del diritto“ di Hegel." Zeitschrift der Savigny-Stiftung für Rechtsgeschichte: Germanistische Abteilung 118, no. 1 (August 1, 2001): 697–98. http://dx.doi.org/10.7767/zrgga.2001.118.1.697.

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Peyrou, Florencia. "L'organizzazione territoriale della libertŕ. Repubblicanesimo e federalismo nella Spagna del XIX secolo." MEMORIA E RICERCA, no. 34 (September 2010): 109–28. http://dx.doi.org/10.3280/mer2010-034007.

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Paolucci, Caterina. "From Democrazia Cristiana to Forza Italia and the Popolo della Libertà: Partisan change in Italy." Modern Italy 13, no. 4 (November 2008): 465–80. http://dx.doi.org/10.1080/13532940802367737.

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Abstract:
The general question underlying this article is how much have parties changed in Italy in the transition from the First to the Second Republic? The disintegration of the Christian Democrats (DC) in the early 1990s created a large opening on the centre-right of the political spectrum, which was promptly occupied by Forza Italia (FI). A totally new party organisationally speaking, FI, with its centralisation, its personalisation and its charismatic leadership, marked a clear break with all that the DC had represented in terms of its unrestricted pluralism based on strong factions. However, the franchise model adopted by Berlusconi's party, characterised by the co-existence of unity of command at the top, and differentiated and quasi-autonomous bodies locally, may facilitate the convergence of the parties representing the various interests and outlooks on the centre-right in the newrassemblementparty that is the PdL. Through the latter, and given the new systemic conditions, Italy may achieve a transformation in the nature of the centre from Christian Democratic to conservative, enabling it to integrate most of the political right as well.
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Barlucchi, M. Chiara. "QUALE SECESSIONE IN ITALIA?" Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 27, no. 2 (August 1997): 345–71. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200024850.

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Abstract:
IntroduzioneTra le molte osservazioni ripetute dalla televisione o scritte sui giornali a proposito del rito leghista del 15 settembre 1996, fra finta bonomia, preoccupazione terrorizzante, giudizi di insufficienza o ricorso al patetico, una è degna di rilievo: «la forza della Repubblica è la libertà; è inconcepibile reprimere le idee ma è rischioso non capirne il senso» (Colombo 1996).Sono state spese, difatti, molte parole per tentare di capire se si trattasse di un evento folkloristico o di una cosa seria con l'unico risultato di ammettere (in maniera più o meno esplicita) l'incapacità di decidere quale tra le due sia l'interpretazione adeguata e quando, eventualmente, la farsa smetta di essere tale.
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Soler, Carlos. "Silvia SCATENA, La fatica della libertà. L’elaborazione della dichiarazione «Dignitatis humanae» sulla libertà religiosa del Vaticano II, Società Ed. Il Mulino («Testi e ricerche di scienze religiose, nuova serie», 31), Bologna 2003, 601 pp., 16 x 23, ISBN 88-15-09661-2." Scripta Theologica 36, no. 3 (November 30, 2017): 995. http://dx.doi.org/10.15581/006.36.13802.

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Varesi, Pier Antonio. "Pluralismo e rappresentatività sindacale cinquant'anni dopo lo Statuto dei lavoratori. Proposte per una legislazione mirata di sostegno al sistema di relazioni sindacali." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 171 (December 2021): 459–98. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2021-171004.

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Abstract:
L'articolo affronta, a cinquant'anni dallo Statuto dei lavoratori ed alla luce del principio costi-tuzionale di libertà sindacale, le principali questioni in tema di rappresentatività sindacale che da tempo si pongono agli attori del sistema italiano di relazioni sindacali ed alle forze politiche. L'Autore dimostra come tali problemi nella fase più recente siano stati resi più acuti dal para-dosso generato, per un verso, dal costante ampliamento dell'area di diritti, tutele e poteri che lo Stato ha progressivamente posto in capo ai soggetti sindacali qualificati come «rappresentativi» e, per altro verso, dal contemporaneo indebolimento dei concetti e dei criteri selettivi applicati. Inoltre, tenendo in debita considerazione l'importante esperienza acquisita dalle riforme riguar-danti le relazioni sindacali nel pubblico impiego, è sottoposto a verifica lo stato di avanzamento del processo di implementazione del sistema di misurazione e di certificazione della «rappre-sentatività sindacale» previsto dagli accordi interconfederali per il settore privato stipulati nello scorso decennio. Nella parte conclusiva, l'Autore avanza alcune proposte di riordino della le-gislazione in materia.
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Guido, Melis. "Il potere dei giudici e la latitanza della politica." PASSATO E PRESENTE, no. 85 (February 2012): 5–14. http://dx.doi.org/10.3280/pass2012-085001.

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Abstract:
The power of judges and the default of politics. Since 1861 the High Court of Magistrates has been part of the top level of the Italian state. It was the task of the Court to turn into jurisprudence the great bourgeois laws, when Italy was still rural and old regime. However the judges held power: internally, as the High Court ruled judicial careers; and externally, because judges protected their privileges. Fascism restricted the liberty of judges, but at the same time allowed them to retain their power of control of careers. In the post-war Republic, the judges discovered the newborn Constitution only in the 1950s and started to defend it. In more recent times, the judges have taken a leading role in the three "emergencies": against terrorism, mafia, and corruption. In all three of these situations they have acted as proxies, given the lack of accountability of politicians.
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