Academic literature on the topic 'Liberismo economico'

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Journal articles on the topic "Liberismo economico"

1

Démier, Francis. "1814: di fronte all'Europa dei vincitori. La metamorfosi liberale dell'apparato di Stato francese." IL RISORGIMENTO, no. 1 (June 2016): 5–20. http://dx.doi.org/10.3280/riso2016-001001.

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Abstract:
Il ritorno dei Borbone sul trono di Francia nel 1814, alla caduta dell'Impero napoleonico, fu caratterizzato - malgrado le aspirazioni della destra reazionaria - dalla necessita di stabilire una linea di continuita con il recente passato attraverso l'epurazione dei personaggi politicamente piu compromessi. Il saggio mostra come la potente macchina amministrativa, erede di una lunga tradizione, sia stata in grado di assicurare la transizione tra i due regimi (imperiale e monarchico), intervenendo soprattutto in campo economico. Memore della lezione di Turgot e di Necker (ma anche di Colbert), appassionata lettrice del liberismo inglese, l'elite tecnocratica di inizio Restaurazione, variamente composta da un personale amministrativo che si era fatto le ossa negli anni precedenti (o addirittura in Ancien Regime), riesce a gestire questo delicato passaggio facendo dello Stato, in nome di un liberismo fortemente pragmatico, una sorta di supervisore della modernizzazione economica ineludibile per mantenere la Francia al rango di potenza europea.
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2

Malpassi, Stefano. "Recensione a L. Michelini, Il nazionalismo economico italiano. Corporativismo, liberismo, fascismo (1920-1923), Carocci, 2019." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 169 (April 2021): 141–42. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2021-169011.

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3

Velo, Dario. "I modelli economico-sociali europeo e statunitense: dalla diversitŕ alla convergenza." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 2 (October 2011): 17–38. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2011-002002.

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Abstract:
I modelli economico-sociale europeo e statunitense sono stati interpretati tradizionalmente come alternativi, il primo fondato sul solidarismo ed il secondo sull'individualismo. Il confronto fra l'economia sociale di mercato delineata per primo da Rathenau e il New Deal di Roosevelt consente di cogliere una profonda convergenza fra i due sistemi. La crisi della globalizzazione liberista ha posto in luce la necessitŕ di ristabilire un equilibrio fra pubblico e privato e ha rilanciato il dibattito su nuove forme di neoliberalismo. Negli Stati Uniti il New Deal č oggi rivisitato come l'ultima grande riforma da proseguire e rinnovare. In Europa il trattato di Lisbona ha riconosciuto l'economia sociale di mercato come il modello economico-sociale europeo.
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Moccia, Luigi. "La cittadinanza nella prospettiva della federazione europea." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 2 (October 2011): 39–68. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2011-002003.

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Abstract:
I modelli economico-sociale europeo e statunitense sono stati interpretati tradizionalmente come alternativi, il primo fondato sul solidarismo ed il secondo sull'individualismo. Il confronto fra l'economia sociale di mercato delineata per primo da Rathenau e il New Deal di Roosevelt consente di cogliere una profonda convergenza fra i due sistemi. La crisi della globalizzazione liberista ha posto in luce la necessitŕ di ristabilire un equilibrio fra pubblico e privato e ha rilanciato il dibattito su nuove forme di neoliberalismo. Negli Stati Uniti il New Deal č oggi rivisitato come l'ultima grande riforma da proseguire e rinnovare. In Europa il trattato di Lisbona ha riconosciuto l'economia sociale di mercato come il modello economico-sociale europeo.
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5

Baviello, Davide. "Democrazia e modernizzazione. Ambizioni americane e modelli europei nella distribuzione italiana 1947-1978." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 259 (November 2010): 284–301. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-259005.

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Abstract:
Con il piano Marshall e l'avvio dell'integrazione europea, gli Stati Uniti lanciarono un ambizioso progetto egemonico. Fondato sulla modernizzazione economica come strumento per consolidare la democrazia, esso venne tuttavia ostacolato da gran parte degli imprenditori italiani, anche se l'aumento della produttivitŕ e la diffusione del benessere avrebbero non solo rafforzato il libero mercato, ma anche eroso le basi sociali del consenso al Partito comunista italiano e al Partito socialista italiano. Questi partiti, che si proponevano di ammodernare la distribuzione commerciale secondo modelli diversi dal supermercato introdotto dagli americani nel 1957, furono accusati di volere la scomparsa del commercio privato, come era giŕ avvenuto in Europa orientale. I comunisti s'impegnarono nello sviluppo delle cooperative e i socialisti, nel primo governo Moro, proposero invano la creazione di una rete di supermercati a gestione pubblica. A conferma della mancata attuazione del progetto di consolidamento democratico attraverso la modernizzazione, dopo il boom economico la democrazia italiana fu sottoposta a serie minacce eversive, mentre la riforma commerciale del 1971, invece d'ispirarsi ai principi liberisti della Comunitŕ europea, continuň a ostacolare la distribuzione moderna.
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6

Rosaria Mauro, Maria. "Commercio internazionale e tutela dei diritti dei lavoratori: alla ricerca di una globalizzazione sostenibile." E-REVISTA INTERNACIONAL DE LA PROTECCION SOCIAL 2, no. 6 (2021): 372–401. http://dx.doi.org/10.12795/e-rips.2021.i02.17.

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Abstract:
La liberalizzazione del commercio internazionale può promuovere la crescita economica e le opportunità di lavoro sia nei Paesi in via di viluppo sia nelle economie industrializzate. Peraltro, non tutti gli Stati hanno beneficiato in uguale misura di tale liberalizzazione e, in generale, della globalizzazione delle relazioni economiche internazionali. Di conseguenza, questi fenomeni e gli accordi commerciali di stampo liberista che li hanno favoriti continuano a essere oggetto di un acceso dibattito. In tale contesto, uno degli aspetti più controversi è la mancanza di una protezione adeguata dei diritti dei lavoratori nell’ambito dei suddetti accordi. Partendo dall’attuale mancanza di regole specifiche nel quadro giuridico multilaterale degli scambi, l’autore analizza le cosiddette “clausole sociali” contenute negli accordi di libero scambio bilaterali e regionali di nuova generazione, con particolare riferimento ai trattati conclusi dall’Unione europea (UE). Dall’analisi emerge che tali clausole non garantiscono ancora una sufficiente protezione ai lavoratori e che, pertanto, esse andrebbero modificate.
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7

Perra, Sabrina. "Stato, sindacato e impresa tra conflitto e una nuova stagione di accordi. Gli Accordi Fiat 2010: un'occasione per riflettere sulle relazioni industriali in Italia." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 126 (May 2012): 236–47. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-126016.

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Abstract:
Il contributo propone una riflessione sulle trasformazioni delle relazioni industriali in Italia, a partire dalle vicende legate agli Accordi Fiat del 2010. La tesi sostenuta nel contributo č che la concertazione sia oramai uno strumento in declino e lasci un vuoto di metodo nelle relazioni industriali, aggravato da crescenti spinte neo-liberiste.
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Baroncelli, Eugenia. "DEMOCRAZIA E COMMERCIO: IL CASO DELLE GRANDI POTENZE TRA IL 1980 E IL 1998." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 33, no. 1 (April 2003): 31–69. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200026964.

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Abstract:
IntroduzioneSin dall'Ottocento, l'economia politica dei classici ha prodotto modelli del commercio internazionale per spiegare tanto i vantaggi derivanti dall'apertura agli scambi, quanto la struttura dei flussi commerciali tra i diversi paesi. A tutt'oggi, gli assunti avanzati dal modello ricardiano del commercio internazionale e dal modello Heckscher-Ohlin-Samuelson, che spiegano i flussi di scambi commerciali rispettivamente basandosi sui concetti di vantaggio comparato e di dotazione di risorse, forniscono strumenti ampiamente utilizzati nella spiegazione dell'insorgenza e del mantenimento di rapporti commerciali tra stati. A differenza della letteratura economica, che si è concentrata in buona misura sulle cause dell'apertura commerciale e sulla spiegazione delle direzioni dei flussi di scambio, spesso limitandosi a individuare i fattori costanti nelle politiche protezioniste o liberiste degli stati, la letteratura politologica ha puntato il proprio interesse sulla spiegazione delle variazioni nella scelta degli stati di promuovere, oppure limitare, il grado di apertura agli scambi con l'estero.
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Lerche, Jens. "Questioni agrarie o questioni del lavoro? La questione agraria e la sua irrilevanza per il lavoro rurale nell'India neo-liberista." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 128 (December 2012): 76–105. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-128006.

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Abstract:
Fra gli economisti politici classici, Terry Byres sostiene che una transizione agraria di successo conduce a uno sviluppo capitalista nazionale dinamico e che tali transizioni sono il risultato di specifiche lotte agrarie di classe. Decenni di sviluppo neo-liberista hanno mosso varie sfide a questa posizione, tra cui la visione che oggi la lotta č tra il "regime alimentare internazionale" e i contadini "come gruppo unificato". Un'altra posizione č quella di Henry Bernstein il quale sostiene che, per il capitale, una transizione agraria a livello nazionale non č piů necessaria né possibile. Il saggio indaga questa discussione in relazione all'India, attraverso l'analisi sia del dibattito riguardante l'economia politica agraria in India sia lo sviluppo agrario del paese oggi. La conclusione č che, mentre lo sviluppo capitalista ha avuto luogo nell'agricoltura indiana, a questo non si č aggiunta una transizione agraria di successo che č effettivamente stata superata in molte parti del paese, almeno nell'immediato futuro.
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Losasso, Mario. "Interconnected crises and design complexity." TECHNE - Journal of Technology for Architecture and Environment, March 17, 2022, 7–9. http://dx.doi.org/10.36253/techne-12913.

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Abstract:
Crisi, futuro, progresso Crisi e nuove generazioni, insieme ad ambiente e tecnologia, sono le parole chiave di un dibattito che, dagli anni ’70, affronta il tema delle crisi periodiche che attraversano la nostra contemporaneità: nel presente la crisi ormai si manifesta con molteplici crisi fra loro intrecciate, poiché i confini tra quella ambientale, quella sociale e quella sanitaria sono labili e impongono la necessità di una risposta che abbia analoghi gradi di complessità e di multipolarità (Scomodo, 2021). L’accumulazione di criticità transnazionali e locali ha condotto a una saturazione del sistema globalizzato planetario, mentre la fase di incertezza definisce tendenze verso una de-standardizzazione, una crescente eterogeneità, un’instabilità sociale e sempre maggiori disuguaglianze (Mingione, 2019). La stessa ideologia della globalizzazione ha subito una profonda ridefinizione con un aumento dei divari a causa del liberismo economico incontrollato e della nascita di movimenti che apportano radicalizzazioni estreme nella società (Piketty, 2020).
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Dissertations / Theses on the topic "Liberismo economico"

1

Belli, Guido <1986&gt. "Liberismo economico ed alea nel contratto." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/6808/1/belli_guido_tesi.pdf.

Full text
Abstract:
La tesi analizza il rapporto tra rischio e liberalismo economico nel contratto e la qualificazione giuridica dei contratti in prodotti finanziari derivati.
The thesis analyzes the relationship between risk and economic liberalism in the contract and the legal classification of financial derivatives.
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2

Belli, Guido <1986&gt. "Liberismo economico ed alea nel contratto." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/6808/.

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Abstract:
La tesi analizza il rapporto tra rischio e liberalismo economico nel contratto e la qualificazione giuridica dei contratti in prodotti finanziari derivati.
The thesis analyzes the relationship between risk and economic liberalism in the contract and the legal classification of financial derivatives.
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Buccino, Sara. "Il ruolo del consumatore nella politica per la concorrenza: il caso dei mercati liberalizzati." Doctoral thesis, Luiss Guido Carli, 2008. http://hdl.handle.net/11385/200757.

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4

Ampola, Emanuele <1984&gt. "Washington Consensus La policy neo-liberista tra mito e realtà." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3936.

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Abstract:
Nella tesi ho cercato di spiegare come e con chi è nato il termine "Washington Consensus" alla fine degli anni 80'. Ho preso in esempio il caso del Brasile, che diversamente dagli altri paesi dell'America Latina ha reagito diversamente a questi "aiuti" da parte, in primis degli Stati Uniti e poi delle istituzioni internazionali come l'FMI e World Bank.
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Books on the topic "Liberismo economico"

1

Antonio, Pedone, ed. Antonio De Viti de Marco: Tra liberismo economico e democrazia liberale. Roma: Laterza, 1995.

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2

Francesco, Giavazzi, ed. Il liberismo è di sinistra. Milano: Il saggiatore, 2007.

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3

Alesina, Alberto. Il liberismo è di sinistra. Milano: Il saggiatore, 2007.

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4

Cardini, Antonio. Storia del liberismo: Stato e mercato dal liberalismo alla democrazia. Napoli: Edizioni scientifiche italiane, 2009.

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5

Storia del liberismo: Stato e mercato dal liberalismo alla democrazia. Napoli: Edizioni scientifiche italiane, 2009.

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6

1942-, Pieroni Francesco, and Plini Stefania 1953-, eds. Regolazione, politica e mercati: Verso il liberismo popolare? Milano, Italy: F. Angeli, 1985.

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7

Ricci, Andrea. Dopo il liberismo: Proposte per una politica economica di sinistra. Roma: Fazi, 2004.

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8

La prima rivoluzione industriale tra politica economia ed etica: Vincolismo, liberismo, socialismo, democrazia. Pisa: ETS, 2009.

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9

Michelini, Luca. La fine del liberismo di sinistra, 1998-2008. Firenze: Il ponte, 2008.

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10

La fine del liberismo di sinistra, 1998-2008. Firenze: Il ponte, 2008.

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Book chapters on the topic "Liberismo economico"

1

Gabbuti, Giacomo. "Il fascismo ‘liberista’ e la ‘quasi abolizione’ dell’imposta di successione del 1923." In Studi e saggi, 171–96. Florence: Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-455-7.07.

Full text
Abstract:
In summer 1923, in the midst of the ‘fight’ to balance the budget, Minister Alberto De Stefani announced the abolition of inheritance tax, pursuant to the ‘full powers’ granted to the government by the Parliament. This abolition – possibly the most iconic act of the ‘financial restauration’ carried on by De Stefani – provoked surprise and interest in the country and abroad but was substantially overlooked by historians. This chapter – first outcome of a research in progress – offers a first historical reconstruction of this episode of early 1920s Italian economic history, by documenting both the positions of an influent advisor of De Stefani, the economist Maffeo Pantaleoni, and even more, the lobbying activity carried on by pressure groups such as the bankers’ association, an influential businessman linked to Mussolini such as Cesare Goldmann, and a young, very proactive association of notaries. Moreover, the chapter surveys the way in which both Italian and international media reported on this case of politics of inequality, offering a different perspective on a crucial period in the consolidation of Fascist power.
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