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Academic literature on the topic 'Letteratura teologica'
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Journal articles on the topic "Letteratura teologica"
Chaves Dias, Elizangela. "MODELLI DI OSPITALITÀ E THEOXENIA NELLA BIBBIA." Perspectiva Teológica 51, no. 2 (August 31, 2019): 207. http://dx.doi.org/10.20911/21768757v51n2p207/2019.
Full textRedaelli, Stefano. "I varchi della letteratura: tra scienza, follia e spiritualità." Annales Universitatis Paedagogicae Cracoviensis. Studia de Cultura 1, no. 9 (2017): 280–88. http://dx.doi.org/10.24917/20837275.9.1.25.
Full textTambone, Vittoradolfo, and Giampaolo Ghilardi. "Metafisica dello zigote / Embryo’s metaphysics." Medicina e Morale 67, no. 6 (January 25, 2019): 653–76. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2018.561.
Full textSabbatino, Marcello. "«Se il savio uomo debba prender moglie». Boccaccio e la questione matrimoniale nel XIV e XV secolo." Quaderni d'italianistica 40, no. 1 (May 4, 2020): 7–39. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v40i1.34151.
Full textOdero, José Miguel. "Paolo PIFANO, Tra teologia e letteratura. Inquietudine e ricerca del sacro negli scrittori contemporanei, ed. Paoline, Milano 1990, 279 pp., 14 x 21." Scripta Theologica 26, no. 1 (February 5, 2018): 359. http://dx.doi.org/10.15581/006.26.16617.
Full textObermájer, Ervin. "Párhuzamok a vértanúságba ágyazott hősiesség horizontján." Studia Theologica Transsylvaniensia 23, no. 1 (June 15, 2020): 167–75. http://dx.doi.org/10.52258/stthtr.2020.1.06.
Full textMaggi, Armando. "Il diavolo in Paradiso: Diritto, teologia e letteratura nel “Processus Satane” (sec. XIV). Beatrice Pasciuta. I libri di Viella 194. Rome: Viella, 2015. 270 pp. €26." Renaissance Quarterly 70, no. 2 (2017): 762–63. http://dx.doi.org/10.1086/693268.
Full textGUERRINI, LUIGI. "MAURO PESCE, L'ermeneutica biblica di Galileo e le due strade della teologia cristiana (Uomini e dottrine, 43). Roma: Edizioni di Storia e Letteratura, 2005. VII+240 pp., ISBN 8884982073." Nuncius 21, no. 2 (January 1, 2006): 398–99. http://dx.doi.org/10.1163/221058706x00865.
Full textLincoln, Evelyn. "Erminia Ardissino. and Elisabetta Selmi., eds. Visibile teologia: Il libro sacro figurato in Italia tra Cinquecento e Seicento. Temi e Testi 101. Rome: Edizioni di storia e letteratura, 2012. xxvi + 464 pp. €68. ISBN: 978–88–6372–409–7." Renaissance Quarterly 66, no. 4 (2013): 1422–23. http://dx.doi.org/10.1086/675144.
Full textLaird, W. R. "Alfredo Damanti. Libertas philosophandi: Teologia e filosofia nella Lettera alla granduchessa Cristina di Lorena di Galileo Galilei. Temi e Testi 71. Rome: Edizioni di Storia e Letteratura, 2010. xxii + 538 pp. index. bibl. €65. ISBN: 978–88–6372–082–2." Renaissance Quarterly 64, no. 4 (2011): 1271–73. http://dx.doi.org/10.1086/664133.
Full textDissertations / Theses on the topic "Letteratura teologica"
Autuori, Martina. "Tra ordo rerum e ordo verborum. ‛Verità’ e ‛realtà’ nella letteratura teologica del primo secolo XII: tre casi esemplari (Oddone di Tournai, Guglielmo di Champeaux, Roscellino di Compiègne)." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2015. http://hdl.handle.net/10556/1900.
Full textLa storiografia della seconda metà del ventesimo secolo ha in più occasioni evidenziato la centralità del dibattito teologico emerso tra la seconda metà del secolo XI e i primi decenni del secolo XII per lo sviluppo di una prima compiuta riflessione sullo statuto epistemologico del sapere teologico e del suo linguaggio. Tra gli autori attivi in questo arco cronologico, particolare rilevanza assumono le figure di Oddone di Tournai, Guglielmo di Champeaux e Roscellino di Compiègne, maestri attivi in area francese, uniti dalla condivisione di un percorso curriculare comune ma divisi dalle posizioni assunte su quella che la storiografia ha comunemente (e in parte impropriamente) definito ‘questione degli universali’. La tesi si articola in tre capitoli, incentrati sulla disamina di testi utili alla ricostruzione delle più significative tesi dei tre maestri. In particolare, nel primo capitolo, sulla base delle informazioni tratte da commenti frammentari riportati alla luce in tempi recenti e attribuiti dagli studiosi in maniera non sempre unanime a Guglielmo di Champeaux, e delle Sententiae vel quaestiones raccolte in un florilegio noto come Liber Pancrisis, è stato possibile ricostruire le linee principali del curriculum studiorum delle scuole a cavallo tra i secoli XI e XII, di cui Guglielmo era – agli occhi dei contemporanei e a dispetto di quanto sia passato alla storia attraverso la testimonianza abelardiana – una delle colonne portanti (columna doctorum). Si delinea, dunque, dall'analisi di questi materiali, la figura di un rinomato magister pienamente coerente con il paradigma epistemologico della tradizione aristotelico-boeziana e con il conseguente esemplarismo di matrice agostiniana. Nel suo magistero, Guglielmo utilizza gli strumenti provenienti dalla sapienza antica calati nelle forme di un sapere moderno, elaborando così, nel vivo del dibattito tra antiqui e moderni, una sottile speculazione teologica. I temi principali, dal peccato originale all’incarnazione, sono stati, nel presente lavoro, ricollocati, rispetto all’ordine attribuito dall’editore moderno delle Sententiae, in un percorso che evidenzia una visione platonizzante del reale che, da un punto di vista logico, conduce il pensiero ad ascendere dalle res agli universali mentre, da un punto di vista teologico, presupponendo l’esistenza dei principi di tutte le cose nel Verbo divino, postula una discesa del reale da tali principi. Il capitolo presta particolare attenzione al lessico utilizzato da Guglielmo e alla riproposizione della partizione neoplatonica e, ancora una volta, boeziana della facoltà conoscitive dell'uomo. Lo studio delle arti del trivio, scienze del discorso umano, costituisce infatti la base per indirizzare l’uomo verso una comprensione del discorso divino quale sapere teologico. È nell’incontro di tali discipline e nella coesistenza dei loro intenti che, in quella che sembra essere la proposta speculativa di Guglielmo, si determinano i presupposti di una teoria della conoscenza capace di assicurare al suo interno la fondamentale coesione tra l’ordine dell’universo – così come è stato pensato e creato da Dio – e la capacità affidata all’uomo di ricostruirne la struttura. L’insegnamento della dialettica, l’allontanamento dall’attività magistrale, la scelta del silenzio e del deserto interiore, la dimensione comunitaria della vita religiosa adattata all’ideale eremitico e il concreto impegno, in veste di vescovo, nella riforma di una Chiesa sempre più dilaniata dagli scontri tra papato e impero, accomunano la figura di Oddone di Tournai ai percorsi esistenziali degli altri attori – come lui non protagonisti – del passaggio dal secolo XI al XII, come nel caso specifico del maestro di Champeaux. È, dunque, forse possibile parlare di una linea di pensiero condivisa, capace di intercettare autori geograficamente e spiritualmente distanti tra loro; si tratta di quella linea che pur avendo avuto un cominciamento lontano si è accresciuta nel corso dei secoli dell’alto Medioevo, nutrendosi del contributo di tutti coloro che, attraverso diverse forme, hanno partecipato, nell’adesione a un paradigma esemplarista, dell’ideale platonico calandolo in una realtà storico-culturale di volta in volta differente. Il secondo capitolo si articola principalmente sull’analisi di una delle opere di Oddone, il De peccato originali, dalla cui lettura emergono il metodo dialettico utilizzato dal maestro per sciogliere le numerose difficoltà dogmatiche che emergono nell'analisi filosofico-dottrinaria del tema del peccato originale e, al contempo, il lessico e la struttura epistemologica del medesimo paradigma già evidenziato nel capitolo precedente. La teatrale riproposizione del dibattito tra le diverse dottrine che si sono avvicendate nel corso dei secoli sul tema del peccato originale messa in campo da Oddone consente, in misura ancora maggiore rispetto all’esperienza del laboratorio teologico delle Sententiae di Guglielmo, di entrare nel vivo di un dibattito la cui portata, nell’imminente passaggio di paradigma, sarebbe stata non solo teologica ma anche e soprattutto epistemologica. Tutto questo esploderà in un vero e proprio conflitto dottrinario – analizzato nel terzo e ultimo capitolo – i cui protagonisti (Roscellino, Abelardo e Anselmo) si colpiscono vicendevolmente con il gladius della dialettica; la tesi punta dunque a evidenziare – anche grazie a una mirata collocazione delle diverse opere analizzate in un climax di crescente intensità espressiva – la drammaticità speculativa di un momento di passaggio della storia della filosofia medievale costituito, al contempo, da grande ricchezza speculativa, ma anche da una forte frammentazione terminologica e dottrinaria. Nel terzo capitolo, l’analisi del pensiero di Roscellino di Compiègne – solitamente collocato agli antipodi del realismo caratterizzante le posizioni dei primi due autori – e del dibattito sul tema trinitario innescato dall’applicazione della dottrina nominalista alla sostanza divina nasce dall'esigenza di condurre una valutazione sulla terminologia utilizzata nei testi presi in esame che costituisce il loro perimetro di condivisione. L'unico testo a disposizione degli studiosi per ricostruire la dottrina di Roscellino, una lettera diffamatoria indirizzata ad Abelardo, intercetta, nell'incontro con altre significative testimonianze, in modo particolare l’Epistola de Incarnatione Verbi di Anselmo, una Epistola indirizzata al vescovo di Parigi e la Theologia Summi Boni di Abelardo, le rotte su cui si muoveva il dibattito teologico nel fertile periodo preso in esame in questo lavoro. La scelta di mettere in relazione la posizione di Roscellino con quelle ‘realiste’ di Guglielmo e Oddone offre, per il tramite di una analisi testuale – particolarmente attenta alla scelte terminologiche e alle differenze che vocaboli fondamentali, quali substantia, essentia, persona, singularitas, communitas, idem e diverso – un viaggio in un melieu culturale, filosofico e religioso in cui la ‘verità’ poteva e doveva ancora essere raccontata attraverso una ‘realtà’ il più possibile vicina a quella pensata da Dio, nella più esaustiva corrispondenza di ordo rerum, ordo verborum e ordo idearum.[a cura dell'autore]
XIII n.s.
PESSINA, ANNA. "ANALISI FILOLOGICA E STORICO-TEOLOGICA DI UN INNO PASQUALE PRIMIGENIO. IL CASO DI Mt 27,51b - 53." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2019. http://hdl.handle.net/10280/63895.
Full textThe thesis aims to reconstruct the history of the text of Matt 27:51b-53. This brief composition, probably a hymn, is particularly relevant for its arrangement in the passion narrative, which is the most important point of the Gospel’s kerygma. By applying a methodology that takes into consideration the peculiarity of the origin, the redaction, and the transmission of the earliest Christian literature, these verses are assumed as a study case, in order to value the indirect tradition in the reconstruction of the text of the New Testament. The work is divided into two parts: the first one, philological, brings out, through the indirect quotations, the earliest form of the text, which is partly different from the canonical one. Here, the sentence «after his resurrection» is relevant because it was not present in the primitive text. The second section analyses the context and the employment of the Matthean pericope in order to confirm the hypothesis of the hymn. It might have been a liturgical material, perhaps Jewish-Christian, used by the community and added to the Gospel by the redactor. Finally, this study takes into account the theological reasons that could have caused, within the third and fourth centuries, the modification of the earliest text.
PESSINA, ANNA. "ANALISI FILOLOGICA E STORICO-TEOLOGICA DI UN INNO PASQUALE PRIMIGENIO. IL CASO DI Mt 27,51b - 53." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2019. http://hdl.handle.net/10280/63895.
Full textThe thesis aims to reconstruct the history of the text of Matt 27:51b-53. This brief composition, probably a hymn, is particularly relevant for its arrangement in the passion narrative, which is the most important point of the Gospel’s kerygma. By applying a methodology that takes into consideration the peculiarity of the origin, the redaction, and the transmission of the earliest Christian literature, these verses are assumed as a study case, in order to value the indirect tradition in the reconstruction of the text of the New Testament. The work is divided into two parts: the first one, philological, brings out, through the indirect quotations, the earliest form of the text, which is partly different from the canonical one. Here, the sentence «after his resurrection» is relevant because it was not present in the primitive text. The second section analyses the context and the employment of the Matthean pericope in order to confirm the hypothesis of the hymn. It might have been a liturgical material, perhaps Jewish-Christian, used by the community and added to the Gospel by the redactor. Finally, this study takes into account the theological reasons that could have caused, within the third and fourth centuries, the modification of the earliest text.
SEGATO, GIULIO. "THE AMERICAN COMEDY. TEMI, INNOVAZIONI E TEOLOGIA NELL'OPERA DI ELMORE LEONARD." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/45734.
Full textCritics and biographers have summarized Elmore Leonard’s work too easily: he was one of the best crime novels writers in America because of his “cinematic” prose and his unerring ear for the voices of the characters. I think there are much more issues in Leonard’s narratives, so my thesis is focused on investigating other distinctive traits of his novels. Leonard actually wrote westerns for many years before first trying his hand at crime fiction (in The Big Bounce 1969), the genre that gave him great fame. My thesis basically examines three distinguishing features. First, in Leonard’s books there is almost never any process of detection. Readers generally know from the very beginning who the murderer is, and in many cases the detective finds out soon after, but he is always prevented from arresting or killing him at once. What prolongs his pursuit is generally not a process of investigation but rather a frustrating combination of legal procedural constraints that are often portrayed as arbitrary, and the killer’s own animal willingness and absurd good luck. Secondly, Leonard, in his narrative, develops a very distinctive point of view. The writer always tells his stories from the omniscient point of view in the third person, only apparently neutral. In Leonard’s novels any chapter can be narrated from the perspective of any character (even a murder victim as in Glitz). This issue is not only a technical problem, it is a moral one, who makes Leonard’s novels disturbing to the reader. Finally Leonard, who had a catholic education and a deep knowledge of the Bible, hides theological issues in his grotesque crime stories. For example, in his novels violence is never the right solution, never necessary, as his heroes prefer talking with the villain or leaving, instead of shooting him.
SEGATO, GIULIO. "THE AMERICAN COMEDY. TEMI, INNOVAZIONI E TEOLOGIA NELL'OPERA DI ELMORE LEONARD." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/45734.
Full textCritics and biographers have summarized Elmore Leonard’s work too easily: he was one of the best crime novels writers in America because of his “cinematic” prose and his unerring ear for the voices of the characters. I think there are much more issues in Leonard’s narratives, so my thesis is focused on investigating other distinctive traits of his novels. Leonard actually wrote westerns for many years before first trying his hand at crime fiction (in The Big Bounce 1969), the genre that gave him great fame. My thesis basically examines three distinguishing features. First, in Leonard’s books there is almost never any process of detection. Readers generally know from the very beginning who the murderer is, and in many cases the detective finds out soon after, but he is always prevented from arresting or killing him at once. What prolongs his pursuit is generally not a process of investigation but rather a frustrating combination of legal procedural constraints that are often portrayed as arbitrary, and the killer’s own animal willingness and absurd good luck. Secondly, Leonard, in his narrative, develops a very distinctive point of view. The writer always tells his stories from the omniscient point of view in the third person, only apparently neutral. In Leonard’s novels any chapter can be narrated from the perspective of any character (even a murder victim as in Glitz). This issue is not only a technical problem, it is a moral one, who makes Leonard’s novels disturbing to the reader. Finally Leonard, who had a catholic education and a deep knowledge of the Bible, hides theological issues in his grotesque crime stories. For example, in his novels violence is never the right solution, never necessary, as his heroes prefer talking with the villain or leaving, instead of shooting him.
Stefanoni, Giuliano <1986>. "La sessualità nelle argomentazioni teologiche di Tommaso d'Aquino ed Abu Hamid al-Ghazali." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16403.
Full textGiardini, M. "'EGO, PRESBITER IOHANNES, DOMINUS SUM DOMINANTIUM': LA TEOLOGIA POLITICA DELLA 'LETTERA DEL PRETE GIANNI' (XII SECOLO)." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2011. http://hdl.handle.net/2434/159638.
Full textMancini, Francesca. "La visione dell'ebreo in Martin Luther e la sua ricezione nell'età dell'Ortodossia luterana." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3427532.
Full textLa tesi di dottorato riguarda la visione dell'ebreo in Martin Luther e la sua ricezione da parte dei teologi e predicatori luterani durante l'età dell'Ortodossia.
SARTORI, PAOLO. "La Bibbia e la Certosa. Letture dal De Tralatione Bibliae di Petrus Sutor (1525) sullo sfondo del contrasto tra Erasmo e i teologi di Parigi e Lovanio." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/173.
Full textFirst Part: In order to supply with due context Sutor's De tralatione Bibliae, it is necessary to rediscover the interplay between Carthusian spirituality and devotio moderna. The carthusian influence was particulary strong in the Congregation of Montaigu, which formed an extreme wing of devotio moderna. Sutor himself played a very important role in the Congregation of Montaigu having been his major authority for three years as Prior of the Parisian Charterhouse. The main critics of Erasmus in the field of biblical philology, who were active in Paris and Louvain theological units belonged to the Montaigu Congregation. There were differences between the Paris and Louvain Montaigu cultural and spiritual habits. Louvain shows a particular trend to moderation and acceptance of some fundamental humanistic issues, that we can trace in Iacobus Latomus and Francis Titelmans. Second Part and Appendix: The contents of Sutor's De tralatione Bibliae display the relationship between Sutor and other critics of Erasmus, in particular Stunica. Through the text we rediscover the different sources Sutor uses in order to supply the reader with historical information, especially Petrus Comestor, and we can identify some echoes of Sutor's works in John Fisher and the English cultural circles.
SARTORI, PAOLO. "La Bibbia e la Certosa. Letture dal De Tralatione Bibliae di Petrus Sutor (1525) sullo sfondo del contrasto tra Erasmo e i teologi di Parigi e Lovanio." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/173.
Full textFirst Part: In order to supply with due context Sutor's De tralatione Bibliae, it is necessary to rediscover the interplay between Carthusian spirituality and devotio moderna. The carthusian influence was particulary strong in the Congregation of Montaigu, which formed an extreme wing of devotio moderna. Sutor himself played a very important role in the Congregation of Montaigu having been his major authority for three years as Prior of the Parisian Charterhouse. The main critics of Erasmus in the field of biblical philology, who were active in Paris and Louvain theological units belonged to the Montaigu Congregation. There were differences between the Paris and Louvain Montaigu cultural and spiritual habits. Louvain shows a particular trend to moderation and acceptance of some fundamental humanistic issues, that we can trace in Iacobus Latomus and Francis Titelmans. Second Part and Appendix: The contents of Sutor's De tralatione Bibliae display the relationship between Sutor and other critics of Erasmus, in particular Stunica. Through the text we rediscover the different sources Sutor uses in order to supply the reader with historical information, especially Petrus Comestor, and we can identify some echoes of Sutor's works in John Fisher and the English cultural circles.
Books on the topic "Letteratura teologica"
Küng, Hans. Maestri di umanità. Milano: Rizzoli, 1989.
Find full textBallarini, Marco. Teologia e letteratura. Brescia: Morcelliana, 2015.
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Find full textGastaldelli, Ferruccio. Scritti di letteratura, filologia e teologia medievali. Spoleto (Perugia): Centro italiano di studi sull'alto Medioevo, 2000.
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Find full textVenuti, Massimo. Il Vangelo & la storia: Letteratura & teologia nel Seicento inglese. Milano: Ares, 2006.
Find full textTra teologia e letteratura: Inquietudine e ricerca del sacro negli scrittori contemporanei. Torino: Edizioni Paoline, 1990.
Find full textGuerriero, Elio. Il dramma di Dio: Letteratura e teologia in Hans Urs von Balthasar. Milano: Jaca book, 1999.
Find full textGeorge Frederick Nott (1768-1841): Un ecclesiastico anglicano tra teologia, letteratura, arte, archeologia, bibliofilia e collezionismo. Roma: Scienze e lettere editore commerciale, 2012.
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