Journal articles on the topic 'Letteratura russa XX secolo'

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Criveller, Claudia. "Andrej Sinjavskij, il ‘nobile brigante’." Mnemosyne, no. 5 (October 15, 2018): 11. http://dx.doi.org/10.14428/mnemosyne.v0i5.14243.

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Abstract:
Nella seconda parte del XX secolo in Unione Sovietica accanto alla letteratura ufficiale del canone realista socialista si diffuse ampiamente la letteratura clandestina del samizdat, nel cui contesto la letteratura autobiografica e memorialistica occupa un posto centrale. Un primo filone tenta di ristabilire la verità dei fatti storici, un secondo utilizza invece gli strumenti della letterarietà, fondendo elemento reale e invenzione, al fine di cercare una verità individuale e al tempo stesso universale più elevata. Il presente lavoro indaga il caso di Andrej D. Sinjavskij (1925-1997), vittima della repressione sovietica. Nelle sue opere autobiografiche Buona notte ! e Una voce dal coro egli utilizza diversi procedimenti autofinzionali (creazione di un personaggio alter-ego come il santo folle della tradizione, l’archetipo letterario dell’uomo superfluo, il personaggio delle fiabe russe del sempliciotto, nonché l’uso del paratesto e di elementi strutturali diversi). Il saggio indaga l’uso dello pseudonimo di Abram Terz, personaggio tratto dal folclore ebraico di Odessa.
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2

Segel, Harold B., and Nicoletta Marcialis. "Caronte e Caterina: Dialoghi dei morti nella letteratura russa del XVIII secolo." Russian Review 50, no. 1 (January 1991): 84. http://dx.doi.org/10.2307/130215.

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Giacobbe, Giuliana Antonella. "Adelaide Bernardini: polemiche e rivalità." Revista Internacional de Culturas y Literaturas, no. 23 (2020): 191–202. http://dx.doi.org/10.12795/ricl.2020.i23.14.

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Abstract:
Scrittrice di origini umbre oggi quasi sconosciuta, Adelaide Bernardini fu una delle protagoniste della letteratura italiana del XX secolo. La sua vita si vide coinvolta in diversi scandali e polemiche letterarie con autori molto famosi della letteratura italiana come Marinetti o Pirandello, che non le perdonarono il fatto di essere la moglie di Luigi Capuana e di dimostrare un carattere ribelle.
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Ajres, Alessandro. "Gustaw Herling-Grudziński e la letteratura italiana del XX secolo." Poznańskie Studia Polonistyczne. Seria Literacka, no. 39 (December 15, 2020): 183–93. http://dx.doi.org/10.14746/pspsl.2020.39.10.

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Abstract:
Magdalena Śniedziewska’s book discusses a theme in Gustaw Herling-Grudziński’s works which has not been thoroughly researched, i.e. their relationship with Italian literature. This is how we discover Herling-Grudziński as a writer who is simultaneously a great literary criticwho looks eagerly and with both interest (sometimes) and passion at the work of such authors as Nicola Chiaromonte, Ignazio Silone, Alberto Moravia, Luigi Pirandello, Tomasi di Lampedusa and Leonardo Sciascia. The opening chapter of the book discusses Herling-Grudziński’s condition as an emigrant and the changes in his attitude to Naples which became his second home after World War II; the final chapter is about the Polish writer’s difficult relationship with Italian book market, reconstructing the story of the reception of Inny świat (A World Apart) in Italy.
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Cattoni, Silvia. "La letteratura italiana tradotta in Argentina." Revista de Italianística, no. 34 (November 7, 2017): 90. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i34p90-102.

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Abstract:
In due secoli di storia della letteratura argentina, lo sviluppo della letteratura italiana tradotta è in stretto rapporto con i propositi pedagogici o estetici determinati dal contesto culturale dei diversi momenti storici. In linea di massima, è possibile affermare che, dalla conformazione dello Stato nazionale e durante i primi decenni del XX secolo, la traduzione letteraria mirava ad ampliare l’orizzonte culturale di un lettore che si consolidava al ritmo della fiammante nazione. Nelle fasi successive e in stretto rapporto con la politica culturale portata avanti da Victoria Ocampo a partire dal 1931 tramite la rivista Sur e il suo posteriore progetto editoriale, la traduzione è stata soprattutto una pratica di scrittura che ebbe un’influenza decisiva nell’ordito della letteratura nazionale favorendo il suo rinnovo e incentivando le versioni di traduttori argentini. Fu questa un’apertura che favorì, durante la seconda metà del secolo, nel contesto della ricezione della letteratura universale, l’ingresso della letteratura italiana in Argentina. Il presente lavoro tratta in maniera sistematica, ma provvisoria, il panorama della letteratura italiana tradotta in Argentina. Lo scopo principale comporta il registro dei momenti più fecondi e l’interpretazione degli esiti ottenuti nei confronti della traduzione nel sistema letterario nazionale.
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6

Janowska, Karolina, and Mariusz Hybiak. "Il concetto di mimesi e la sua interpretazione nella letteratura." Forum Filologiczne Ateneum, no. 1(9)2021 (December 15, 2021): 251–74. http://dx.doi.org/10.36575/2353-2912/1(9)2021.251.

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Abstract:
La mimesi come termine teorico e letterario si è formata già nell'antichità. Tentativi di definirlo sono già stati fatti da Platone nei suoi dialoghi, mentre fu solo Aristotele nella sua congeniale Poetica a formulare questo argomento in modo tale da diventare la base di discussioni e indagini scientifiche, molte delle quali continuano ancora oggi. La creatività mimetica ha dominato l'arte per centinaia di anni, raggiungendo l'apice della popolarità a cavallo tra il XIX e il XX secolo (sebbene siano emerse e funzionassero tendenze precedenti che quasi programmaticamente deviassero da questo percorso creativo; un esempio può essere l'arte dell'era romantica con tutti suoi aspetti mistici). Nel XX secolo, l'arte ha iniziato a cambiare in modo molto dinamico, seguendo lo sviluppo industriale e tecnologico incredibilmente rapido in Europa e nel mondo. Questo, a sua volta, ha portato allo sviluppo dinamico di nuove tendenze, nuovi modi di pensare l'arte.
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Niqueux, Michel. "Maria Zalambani, Letteratura e psicoanalisi in Russia all’alba del XX secol." Revue des études slaves 93, no. 4 (December 15, 2022): 701–2. http://dx.doi.org/10.4000/res.5642.

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Luque, Rocío. "La donna nel dramma italiano della seconda metà del XX Secolo." Estudios Románicos 27 (October 19, 2018): 197–209. http://dx.doi.org/10.6018/er/346641.

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Abstract:
Se la letteratura dagli anni Settanta del XX secolo, dapprima timidamente e poi con forza sempre maggiore, riesce a dare voce alla donna, a renderla visibile, il teatro la “rappresenta” in tutto il suo essere rivendicando il diritto di imporsi nel mondo, riconoscendole la capacità di incidere nel tessuto sociale e di operare trasformazioni epocali. È innegabile difatti che il teatro, nascendo da pulsioni d’ordine antropologico nella cui zona di confine s’intersecano generi e linguaggi molteplici, dia vita così ad un processo di sintesi e di contaminazioni in cui si perpetua, con le gesta di personaggi più o meno mitici, una saggezza popolare che si ravviva secondo tecniche e modelli della comunicazione orale, specie femminile.
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Eccher, Christian Gianfrancov. "DECOLONIZZARE LA MENTE DEGLI ITALIANI." Годишњак Филозофског факултета у Новом Саду 46, no. 1 (July 19, 2021): 139–48. http://dx.doi.org/10.19090/gff.2021.1.139-148.

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Abstract:
In questo lavoro, ci occuperemo dell’estremo provincialismo che ha caratterizzato e caratterizza gli studi di italianistica. L’Italia, infatti, è un paese che ha perso il passo con la modernità già nel XV secolo, quando il resto d’Europa si apriva al fenomeno della „mondializzazione“. Dimostreremo come, da allora, l’Italia si sia rifugiata nel mito della Classicità e del Rinascimento, da cui non è riuscita a uscire neanche dopo che il paese si è unito in un’unica entità statuale. La grande emigrazione della fine del XIX e dell’inizio del XX secolo ha contribuito a sprovincializzare molti italiani, ma non l’arte, la letteratura e la critica letteraria. Questa, poi, ha fatto di tutto per rimuovere il periodo e le atrocità coloniali italiane in Africa. Nel secondo Dopoguerra, mentre in tutta Europa cominciava a prendere piede la critica al colonialismo, la borghesia italiana (che deteneva il potere economico, politico e culturale) preferiva ignorare il proprio scadaloso operato nel corno d’Africa, in Grecia e in Albania. Allo stesso tempo, ignorava la viva letteratura di frontiera, quella istriana. Proprio per questo motivo, nella seconda parte di questo lavoro ci occuperemo del romanzo dell’istriano di adozione Eros Sequi, “Le case di Pothia” uno spaccato sulla realtà del colonialismo italiano nel Dodecaneso e sulla società istriana e jugoslava degli anni Cinquanta del secolo scorso.
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Rusconi, Fabrizio. "Scrittura e intertestualità ne La Cognizione del Dolore di Carlo Emilio Gadda." Revista de Italianística, no. 37 (December 30, 2018): 58–65. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i37p58-65.

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Abstract:
L’articolo, prendendo spunto da una espressione di Gianfranco Conti- ni che a proposito di Gadda parla di “rimpianto della letteratura perduta”, si ripropone di analizzare, ne La Cognizione del Dolore di Carlo Emilio Gadda, l’emersione di una nostalgia testuale verso quelli autori e quelle opere del passato in cui tra letteratura e mondo non si era ancora frapposto il sospetto, l’incomprensione che caratterizzeranno il XX secolo. Gli spazi, le forme e i modi attraverso cui questa nostalgia si fa sensibi- le dipendono dal complesso gioco intertestuale affidato al testo. Pastiche, citazione, traduzione sono tra le principali modalità che l’autore della Cognizione sceglie per tematizzare ambiguamente la discontinuità tra presente e passato. Dietro all’apparente sarcasmo e all’ironia con cui sono trattati gli autori catturati nella vertigine intertestu- ale il lettore potrà avvertire un sentimento di lontananza, rimpianto e nostalgia.
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Rao, Aparna, and Michael J. Casimir. "Statica e dinamica degli stereotipi La voce "Zigeuner" nella letteratura enciclopedica tedesca del XIX e del XX secolo." La Ricerca Folklorica, no. 22 (October 1990): 37. http://dx.doi.org/10.2307/1479197.

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Obermájer, Ervin. "Párhuzamok a vértanúságba ágyazott hősiesség horizontján." Studia Theologica Transsylvaniensia 23, no. 1 (June 15, 2020): 167–75. http://dx.doi.org/10.52258/stthtr.2020.1.06.

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Abstract:
Se c’affrontiamo la realtà del secolo XXI., possiamo confermare, che l’archetipo dell’eroe non vive più nella quella forma in cui fu abituato nei secoli precedenti. Nello questo studio, l’autore desidera a presentarci l’evoluzione dell’immagine dell’eroismo attraverso tre vari campi della scienza umana. Analizzando il prototipo dell’eroe antico dal punto di vista della letteratura antica, riconosciamo un essere umano, il quale fu colpito dalla gloria terrena, la corona di alloro posta sulla testa dell’uomo e l’apprezzamento del popolo. Possiamo dire con massima certezza, che quest’immagine fu conservato attraverso dei secoli nella storia della maggior parte dei popoli. Nella storia del popolo ungherese (nel secolo XVII. e XX.) c’è un aspetto molto speciale dell’eroismo, in cui la battaglia dell’eroe contiene in più un additivo teologico-nazionale per cui l’eroe entra nel santuario del popolo, mostrandoci la sua battaglia soprannaturale per la fede in liberta nazionale. Alla fine, se ci pensiamo profondamente sul termine del martirio, ci rivela l’assioma, che il martirio autentico si trova nel cristianesimo, dove la battaglia dei fedeli è per lo scopo divino, per la gloria eterna. Questa battaglia, la gloria divina non è più egoista, ma guarda alla fede sublime e divina, e quest’aspetto fu coerente in ogni secolo della Chiesa, in Transilvania anche. Analizzando la vita dei Dieci Martiri di Transilvania, possiamo confermare che l’essenza della loro eroicità è identico di quella dei primi martiri della Chiesa primitiva, cioè l’idea del martirio cristiano è costantemente lo stesso.
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Donnici, Fabio. "Collezioni e collezionisti di reperti archeologici in Basilicata tra il XVIII e gli inizi del XX secolo." ACME 74, no. 2 (September 14, 2022): 41–94. http://dx.doi.org/10.54103/2282-0035/18662.

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Abstract:
Ad oggi non esistono in letteratura studi specificatamente dedicati al collezionismo privato di antichità in Basilicata, al contrario di quanto avvenuto in altre regioni limitrofe del Meridione d’Italia. Eppure, ad un’attenta disamina delle fonti bibliografiche e archivistiche – queste ultime per lo più inedite – disponibili, appare evidente come questo territorio molto ricco sotto il profilo archeologico abbia in realtà conosciuto, tra il XVIII e gli inizi del XX secolo, numerose ed importanti esperienze collezionistiche a livello locale. Nel presente contributo si cercherà per la prima volta non solo di enuclearne sistematicamente episodi e protagonisti principali, ma anche di delinearne alcune linee di tendenza generali e seguirne l’evoluzione di forme e contenuti nel corso del tempo. L’intento che si vuole perseguire, in altre parole, è quello di giungere ad una messa a fuoco della “cultura collezionistica” lucana, la quale pare perfettamente inserirsi e trovare ragion d’essere nella più ampia cultura antiquaria italiana e europea del periodo considerato, offrendo al contempo nuovi dati per la conoscenza di una delle sue espressioni più peculiari: la pratica di ricercare e raccogliere testimonianze materiali del passato al fine di elaborare nuove costruzioni identitarie nel presente.
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Bompiani, Adriano. "La Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea: aspetti etici." Medicina e Morale 51, no. 1 (February 28, 2002): 13–27. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2002.710.

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Abstract:
Al margine del “vertice” di Nizza, il 27 dicembre 2000 il Consiglio Europeo ha proposto al Parlamento Europeo ed alla Commissione di proclamare solennemente, insieme al Consiglio, la “Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea” (UE), elaborata da un Gruppo di lavoro in base al mandato ricevuto nel 1999 dal medesimo Consiglio. Il documento ha indubbia valenza “politica” per dotare l’UE di una più definita base giuridica e sotto alcuni aspetti “costituzionale”, proposta per rafforzare il consenso dei cittadini dei vari Stati europei che già fanno parte dell’UE ed orientare il sentire di quelli che – già - rappresentati in Consiglio d’Europa - saranno ammessi a farvi parte. La base dei fattori unificanti viene sostanzialmente individuata nei “diritti dell’uomo”, storicamente sviluppatisi sia nei riguardi della promozione della individualità che della socialità dell’uomo nel corso del XX secolo. L’articolo riprende attraverso l’esame della recente letteratura nazionale le opinioni espresse sulla “Carta”, ma si sofferma in particolare sugli aspetti bioetici emergenti dall’art. 1 (Dignità umana); art. 2 (Diritto alla vita); art. 3 (Diritto all’integrità della persona). Ciascuno di questi articoli, nell’annunciare i “valori” e corrispondenti “diritti”, si rifà alla concezione giuridica tradizionale della “persona”, dalla quale può derivare l’insufficiente tutela della fase prenatale della vita umana. Questo non può non suscitare preoccupazioni e riserve di fronte ad un documento che, per altri aspetti, sembra utile per consentire uno sviluppo europeo non limitato agli aspetti mercantili.
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Page, Tanya. "Nicoletta Marcialis. Caronte e Caterina: Dialoghi dei morti nella letteratura russa dei XVIII secolo. (Pubblicazioni dei dipartimento di Lingue e Letterature Comparate delia II universita degli studi di Roma.) Roma: Bulzoni editore, 1989. 307 pp. L. 28.000 (paper)." Canadian-American Slavic Studies 27, no. 1-4 (1993): 364–66. http://dx.doi.org/10.1163/221023993x00388.

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Biernacka-Licznar, Katarzyna. "Miei piccoli lettori…Letteratura e scienza nel libro per ragazzi tra XIX e XX secolo [My little readers…literature and science in books for children in the 19th and 20th centuries]. Ed. Elisa Marazzi." International Research in Children's Literature 11, no. 1 (July 2018): 95–97. http://dx.doi.org/10.3366/ircl.2018.0258.

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Minacori, Roberta, Dario Sacchini, Marina Cicerone, Nunziata Comoretto, and Antonio G. Spagnolo. "L’etica della sperimentazione sull’uomo dal processo di Norimberga ai comitati di etica." Medicina e Morale 59, no. 6 (December 30, 2010). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2010.186.

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Abstract:
L’articolo analizza come la rivista “Medicina e Morale” ha affrontato nella sua storia il tema dell’etica nella sperimentazione clinica, che rappresenta una parte molto ampia e complessa della bioetica ma anche della deontologia medica. Gli aspetti che questa tematica comprende sono ormai numerosissimi e la letteratura prodotta ingentissima. L’etica della sperimentazione ha ricevuto particolare vigore e attenzione in seguito a diverse sperimentazioni non etiche che hanno profondamente turbato l’opinione pubblica e reso necessario un forte ripensamento nell’ambito della ricerca clinica. In generale, dagli anni ’60 agli anni ’80 del XX secolo, ha prevalso nella letteratura un intenso impegno e interesse nella elaborazione dei principi di riferimento e nella riflessione teorica relativa a varie questioni (quali il consenso informato, il significato etico della ricerca clinica, la tutela dei soggetti vulnerabili, l’accettabilità del rischio). Dagli anni ’90 in poi si è invece intensificata – probabilmente per le esigenze nate in seno ai Comitati di etica che proprio in quel periodo hanno iniziato a diffondersi massicciamente – la elaborazione di codici, regolamenti, linee-guida che ha orientato lo sviluppo della disciplina più in senso procedurale e con un approccio etico-deontologico. In particolare, Medicina e Morale è stata sempre presente su queste tematiche, fin dagli inizi della sua storia, costituendo una voce originale nel dibattito, oltre che uno strumento di diffusione (in particolare nell’era pre-internet) di documenti nazionali e soprattutto internazionali. La Rivista ha rappresentato, soprattutto nell’ultimo trentennio, un vero punto di riferimento a livello nazionale ed in alcuni casi anche internazionale, proponendo a volte orientamenti originali, che sono stai poi accolti nell’ambito di linee-guida e di normative. ---------- The article deals with how the journal “Medicina e Morale” has faced ethics in clinical trials, which represents a very large and complex bioethical issue, but also deontological one. This area comprises many questions and the literature is huge. It has risen after unethical clinical trials that have shocked the public and have produced a big rethinking about it. In general, from the ’60s to the ’80s of the XXth century, an intense commitment and interest have prevailed on the elaboration of the reference principles and on theoretical reflection on various issues, such as informed consent, the ethical significance of clinical research, the protection of vulnerable people, the risk acceptability). Since the ’90s onwards the development of codes, regulations, guidelines – that have guided the development of the discipline in a procedural and also deontological sense – has increased, probably due to the large diffusion of ethics committees. Particularly, the journal “Medicine and Morale” has always been present on these issues, since the beginning of its history, creating an original voice in the debate, as well as a dissemination tool (especially in the pre-internet era) of national and especially international documentation. The journal has been, especially in the last thirty years, a real national, and sometimes international, benchmark, offering original suggestions which are then accepted in guidelines and regulations.
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