Dissertations / Theses on the topic 'Letteratura italiana XVIII secolo'

To see the other types of publications on this topic, follow the link: Letteratura italiana XVIII secolo.

Create a spot-on reference in APA, MLA, Chicago, Harvard, and other styles

Select a source type:

Consult the top 38 dissertations / theses for your research on the topic 'Letteratura italiana XVIII secolo.'

Next to every source in the list of references, there is an 'Add to bibliography' button. Press on it, and we will generate automatically the bibliographic reference to the chosen work in the citation style you need: APA, MLA, Harvard, Chicago, Vancouver, etc.

You can also download the full text of the academic publication as pdf and read online its abstract whenever available in the metadata.

Browse dissertations / theses on a wide variety of disciplines and organise your bibliography correctly.

1

Xhyheri, Hedie <1971&gt. "Presenze albanesi nella cultura veneta tra XV e XVIII secolo: editoria e teatro. Scanderbeg tra commedia dell’arte e genere tragico." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18549.

Full text
Abstract:
Traccia del contenuto della tesi Si analizza l’officina editoriale di Bernardino (de) Vitali, di origini albanesi, entro il panorama del dibattito culturale della prima metà del Cinquecento a Venezia. Ne emerge una ricca produzione che risponde a tutte le novità del dibattito culturale: dalle discussioni linguistiche alle attività di volgarizzamenti dai classici, dall’attenzione al mondo musicale all’affermarsi del teatro rinascimentale. In quest’ultimo settore si analizza la presenza dell’eroe nazionale albanese, ormai diventato eroe sovranazionale, Giorgio Castriota Principe di Epiro, soprannominato Scanderbeg, ovvero Principe Alessandro, nuovo Alessandro Magno. Si mostra come Scanderbeg sia stato inserito nel panorama mitografico della Serenissima, sia entrato nelle forme celebrative dell’arte veneziana, abbia dato vita a una commedia dell’arte di tale successo da rimanere sempre richiesta dal pubblico dal Seicento al tempo di Carlo Goldoni, fino a fornire tematiche tragiche nel secondo Settecento, tra i fermenti culturali della Padova di Melchiorre Cesarotti. In interlinea si delinea, entro gli orizzonti dello Stato da Mar di Venezia, la presenza costante dell’Albania Propria (altro dall’Albania Veneta), terra geo politicamente strategica entro il Commonwealth veneziano.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Benassi, Alessandro. "«L'ultima meta de’ simboli» : poetica e retorica delle imprese nel XVI secolo in Italia." Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2016. http://hdl.handle.net/11384/86104.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Pinzoni, Enrico <1996&gt. "Critica dantesca contemporanea. Dieci studi per mezzo secolo (1970-2020)." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19697.

Full text
Abstract:
Dopo una breve introduzione alla critica dantesca dell'ultimo cinquantennio, di essa sarà analizzato un campione di dieci monografie notevoli di altrettanti autori, composte in quest'arco di tempo e divenute fondamentali o di grande importanza all'interno degli studi di dantistica: "Studi su Dante", di Erich Auerbach (1963); "Un'idea di Dante. Saggi danteschi", di Gianfranco Contini (1976); "La poesia della 'Divina Commedia'", di Charles S. Singleton (1978); "Dante filosofo e poeta", di Rocco Montano; "Dante. La poetica della conversione", di John Freccero (1986); "La 'Commedia' senza Dio. Dante e la creazione di una realtà virtuale", di Teodolinda Barolini (2003); "Human Vices and Human Worth in Dante's 'Comedy'", di Patrick Boyde (2000); "La nobiltà di Dante", di Umberto Carpi (2004); "L'io e il mondo. Un'interpretazione di Dante", di Marco Santagata (2011); "Qualche idea su Dante", di Mirko Tavoni (2015). Per ciascun volume si fornirà una schedatura di indice e schema, di tesi espresse e percorsi esplorati, e di un elenco ragionato di recensioni e di citazioni ricevute.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

STRAZZI, FRANCESCA. "Il veicolo a due ruote nell'immaginario letterario italiano del XX secolo." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/295.

Full text
Abstract:
Parlare dell'influenza dei mezzi di trasporto moderni, e in particolare della motocicletta, nella letteratura italiana permette di aprire nuove prospettive di studio, perché oggi ci si confronta giornalmente con veicoli potenti e tecnologicamente sempre più avanzati. In ambito culturale gli intellettuali riconoscono al veicolo a due ruote un ruolo importante per descrivere la società. Attraverso la motocicletta l'individuo avverte in sé una nuova forza che lo porta a sperimentare l'ansia d'infinito. Egli si sente un nuovo centauro che ha assunto in sé le medesime caratteristiche di forza e velocità del suo mezzo meccanico. Nei secoli passati il veicolo più usato era il cavallo, nell'era di navi, treni e aerei il mezzo che più gli si avvicina è la moto, non solo per la postura del cavaliere, ma perché essa lascia il pilota a contatto con il paesaggio esterno, con i vari fenomeni atmosferici (pioggia, sole e vento) e con i profumi della natura. Se in passato il moto del cavallo poteva diventare il pretesto per esprimere determinati processi narrativi, nel Novecento tale compito è affidato alla motocicletta che cha finito per condizionare il modo di vivere e di pensare degli uomini del XX secolo.
Speaking about the influence of modern means of transport (in particular about the motorcycle) in literature, fixes a new way of studying culture, because today we have to cope with more and more powerful and technologically advanced vehicles. Intellectuals acknowledge motorcycles an important role to describing society. Thanks to the motorcycle man exploits a new strength that enables him to overcome his limits. He feels a sort of divinity embodying the same peculiarities as his vehicle. In the past the horse was the most widespread means of transport while today, in an age of airplanes, ships and trains, it has been replaced by the motorcycle, both for the rider's posture and for his contact with the environment and its expressions: rain, sun and wind as well as the perfumes of the Earth. Just like the horse's motion was in the past a way to express narrative processes, the motorcycle has inherited this task today, therefore conditioning the contemporary way of living and thinking.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

STRAZZI, FRANCESCA. "Il veicolo a due ruote nell'immaginario letterario italiano del XX secolo." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/295.

Full text
Abstract:
Parlare dell'influenza dei mezzi di trasporto moderni, e in particolare della motocicletta, nella letteratura italiana permette di aprire nuove prospettive di studio, perché oggi ci si confronta giornalmente con veicoli potenti e tecnologicamente sempre più avanzati. In ambito culturale gli intellettuali riconoscono al veicolo a due ruote un ruolo importante per descrivere la società. Attraverso la motocicletta l'individuo avverte in sé una nuova forza che lo porta a sperimentare l'ansia d'infinito. Egli si sente un nuovo centauro che ha assunto in sé le medesime caratteristiche di forza e velocità del suo mezzo meccanico. Nei secoli passati il veicolo più usato era il cavallo, nell'era di navi, treni e aerei il mezzo che più gli si avvicina è la moto, non solo per la postura del cavaliere, ma perché essa lascia il pilota a contatto con il paesaggio esterno, con i vari fenomeni atmosferici (pioggia, sole e vento) e con i profumi della natura. Se in passato il moto del cavallo poteva diventare il pretesto per esprimere determinati processi narrativi, nel Novecento tale compito è affidato alla motocicletta che cha finito per condizionare il modo di vivere e di pensare degli uomini del XX secolo.
Speaking about the influence of modern means of transport (in particular about the motorcycle) in literature, fixes a new way of studying culture, because today we have to cope with more and more powerful and technologically advanced vehicles. Intellectuals acknowledge motorcycles an important role to describing society. Thanks to the motorcycle man exploits a new strength that enables him to overcome his limits. He feels a sort of divinity embodying the same peculiarities as his vehicle. In the past the horse was the most widespread means of transport while today, in an age of airplanes, ships and trains, it has been replaced by the motorcycle, both for the rider's posture and for his contact with the environment and its expressions: rain, sun and wind as well as the perfumes of the Earth. Just like the horse's motion was in the past a way to express narrative processes, the motorcycle has inherited this task today, therefore conditioning the contemporary way of living and thinking.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

AVELLANO, VANIA. "Notizie biografiche su Dante nei commenti alla commedia del 14. secolo." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2014. http://hdl.handle.net/2108/201889.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

Schembari, Andrea. "Un lungo secolo "sentimentale". Sondaggi su Sciascia e il Settecento." Thesis, Universita' degli Studi di Catania, 2011. http://hdl.handle.net/10761/318.

Full text
Abstract:
L'analisi dei rapporti che avvicinano l'opera di Leonardo Sciascia alla storia, alle idee, e ai protagonisti del Settecento europeo, si e' troppo spesso concentrata sui valori illuministici espressi dall'opera stessa. Muovendo dalla considerazione che il Settecento, per Sciascia, e' innanzitutto categoria metastorica dell'interpretazione del mondo, questo studio articola in tre parti e nove sondaggi alcuni dei possibili approfondimenti sull'argomento. La prima parte analizza il saggio sul "Secolo educatore", il testo piu' importante dedicato dallo scrittore al Settecento e ai suoi autori; si e' scelto quindi di proporre due ulteriori valutazioni sul valore dell'affezione di Sciascia per le figure di Denis Diderot e Paul-Louis Courier. La seconda parte, tematica, affornta l'evoluzione della pratica e del genere della "conversazione", rilevando la presenza del modello francese e settecentesco nella prosa narrativa e saggistica dello scrittore. La terza, infine, e' dedicata alla rilettura delle due opere ambientate da Sciascia nel XVIII secolo, "Il Consiglio d'Egitto" e "Recitazione della controversia liparitana, dedicata ad A.D.". A tenere insieme le tre sezioni e' la ricchezza semantica acquistata - proprio nel Settecento - dalla parola "sentimento", che fornisce una convincente chiave di lettura del legame tra lo scrittore siciliano e il "lungo" secolo.
The analysis of the relationships that bring together the work of Leonardo Sciascia and the history, ideas and protagonists of Europe in the 18th century, is too often concentrated on the values of the Enlightenment that the work expressed. Beginning with the consideration that that century for Sciascia is above all a metahistoric category of the interpretation of the world, this study in three parts and nine essays articulates some possible elaborations on the subject. The first part analyses the essay headed "Il secolo educatore", the most importantant text dedicated by the writer to the 18th century and its authors; therefore it was chosen to propose two further examinations of the value of Sciascia's affection for the figures of Denis Diderot and Paul-Louis Courier. The second part, thematic, confronts the evolution of the practice and nature of the "conversazione", pointing out the presence of the French model and 18th century in the prose and essays of the author. The third, is dedicated to a new reading of the two works by Sciascia set in the XVIII century, "Il Consiglio d'Egitto" e "Recitazione della controversia liparitana, dedicata ad A.D.", preceded by a preface on the narrative implications of rewriting history. Keeping the three sections together, is the rich semantics/polysemy gained - in the 1700s - by the word "sentimento", that provides a convincing key to understanding the bond between the Sicilian author and the "long" 18th century.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

Simonato, Andrea <1981&gt. "Una memorabile visione. La divulgazione dell'opera di Dante nel XXI secolo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2398.

Full text
Abstract:
Il 23 dicembre 2002 un programma televisivo diventa un caso letterario. Roberto Benigni recita in prima serata su RAI Uno l'ultimo canto del Paradiso. Dal giorno seguente le vendite della Divina Commedia aumentano in maniera esponenziale: i letterati cominciano a riflettere sull'efficacia di questa performance, e l'opinione pubblica non risparmia le critiche a un sistema scolastico che in questi anni, di certo, non ha saputo produrre lo stesso interesse verso l'opera di Dante. A livello popolare sempre di più sono le persone che si appassionano alla trasposizione del viaggio dantesco messa in scena dal comico fiorentino. A livello didattico si tenta la corsa alla semplificazione o all'ausilio delle moderne tecnologie per cercare di comunicare attraverso gli strumenti multimediali più recenti a cui i ragazzi in età scolare sono più abituati e nei confronti dei quali, di conseguenza, dovrebbero essere più ricettivi. Partendo da questi presupposti è il caso di indagare per comprendere qual è il limite verso cui ci si può spingere senza rinnegare il messaggio originario dell'opera dantesca e allo stesso tempo permettere la massima ed efficace divulgazione del capolavoro letterario alla base della nostra cultura nazionale.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
9

Furlan, Cristiana. ""Travel to encounter" viaggi e alterità nella letteratura italiana sull'Africa tra diciannovesimo e ventesimo secolo." Thesis, McGill University, 2010. http://digitool.Library.McGill.CA:80/R/?func=dbin-jump-full&object_id=86602.

Full text
Abstract:
Travel as a primary human activity has long been examined in all its different facets and functions: exploration, discovery, conquest, quest for the unknown. It has been considered a means of self-discovery and self-determination. The scholarly literature on this topic has revealed that far from corresponding simply to a physical displacement, traveling represents above all a cognitive moment.
Building on travel as a privileged moment to acquire knowledge, this dissertation focuses on how physical displacement to non-familiar places and the encounter with a different civilization can change the mental structures and cultural categories of the traveler. Particular attention is devoted to the relationship between the traveler and the Other, in this specific case the populations of Africa.
My discussion takes into consideration the writings of three Italian authors who traveled to Africa at three very different but equally important moments in African history. Gaetano Casati was an explorer and witnessed the first phases of European colonization in North Africa. Alberto Moravia visited Africa after the sixties and witnessed the decolonization process. Finally, Gianni Celati traveled to the continent at the end of the 20th century and experienced the profound contradictions besetting contemporary post-colonial and neo-colonial Africa.
Although the historical context is necessary to understand the relational dynamics into play, the main argument of this thesis, i.e., the encounter with the Other, is explored within the post-colonial and cultural studies framework. This approach sheds new light on the texts, making new and different critical interpretations possible. Within this distinctive perspective, travel becomes the moment in which the encounter with the Other takes place. This framework, along with the phenomenological approach developed by Emmanuel Lévinas, has allowed me to emphasize the dialectical relationship between the Self and the Other.
A very contradictory reality has emerged, which continues to be problematic in recent years in spite of the fact that today people can travel more often and faster. In the final analysis, the nature of the traveler's relationship with the Other emerges ever more clearly as the result of a fundamental ethical choice.
Le voyage est, depuis toujours, une des plus importantes activités auxquelles l'humain s'adonne: qu'il s'agisse d'exploration, de découverte, de conquête, d'une recherche de l'inconnu ou d'une quête d'identité, les fonctions symboliques et métaphoriques du voyage ont fait déjà l'objet de nombreuses études. Ces dernières se sont d'ailleurs toutes attardées à un aspect primordial: le voyage ne signifie pas seulement un déplacement physique, il est avant tout un moment cognitif.
La présente thèse se penche précisément sur cet aspect pour en mieux faire ressortir les différents enjeux. Partant de la prémisse que le voyage constitue un moment propice à l'acquisition de nouvelles connaissances, nous démontrons comment le déplacement physique vers et à l'intérieur de lieux étrangers ainsi que la rencontre avec l'Autre - dans le cas qui nous préoccupe ici, les différentes populations de l'Afrique - influencent et modifient les structures culturelles du voyageur.
Le corpus analysé est formé des récits de voyage de trois auteurs qui ont visité l'Afrique à trois moments historiques différents mais tous aussi significatifs: l'exploration et la colonisation, la décolonisation, et enfin l'Afrique contemporaine aux prises avec la néo-colonisation et la pauvreté. Bien qu'une mise en contexte historique s'avère importante pour comprendre les récits de Gaetano Casati, Alberto Moravia et Gianni Celati, l'axe principal autour duquel tourne la présente thèse - la relation à l'Autre - sera abordé à partir d'un cadre théorique inspiré de la critique post-coloniale et des études culturelles. Ces approches combinées nous permettent de lire ces textes d'un point de vue différent et, par conséquent, d'en livrer une nouvelle interprétation.
Ce cadre critique, uni à l'approche phénoménologique d'Emmanuel Lévinas, nous permet ainsi de considérer la rencontre avec l'Autre qui émerge de l'expérience du voyage comme un moment charnière de la relation entre le soi et l'autre, une relation dont la réalité vécue s'avère hautement complexe et contradictoire, dans toutes les époques prises en considérations, et donc aussi dans la contemporanéité. En effet, bien que les voyages soient beaucoup plus fréquents aujourd'hui, et bien que les possibilités de rencontre avec l'Autre s'en trouvent multipliées, cette relation reste encore difficile à définir. Les termes à partir desquels la relation à l'Autre se développe demeurent, ultimement, le choix éthique du voyageur.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
10

Bernardi, Veronica <1991&gt. "I cronisti di Ezzelino: fonti, intrecci, strutture narrative nella cronachistica padana del XIII e del XIV secolo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amsdottorato.unibo.it/9329/1/Bernardi_Veronica_tesi.pdf.

Full text
Abstract:
Questa tesi di dottorato analizza la produzione storiografica della Marca Trevigiana, con particolare attenzione al corpus ezzeliniano, svolgendo un’analisi particolareggiata delle cronache di Gerardo Maurisio, Rolandino da Padova, dell’anonimo autore del Chronicon Marchiae Tarvisinae et Lombardiae, di Paride da Cerea, Niccolò Smereglo e Antonio Godi. Lo scopo è quello di mettere in luce innanzitutto quanto nella scrittura storica medievale le strutture letterarie abbiano contribuito a creare una tappa fondamentale per le origini della letteratura italiana. Di conseguenza la tesi mostra fra l’altro come Ezzelino da Romano abbia ricoperto non solo una posizione storica di rilievo assoluto ma sia stato anche un personaggio alla cui delineazione ha concorso una straordinaria stagione storiografica intrecciata a originali procedure narrative. Si pone infine attenzione al mito di Ezzelino e alla possibile ricezione delle cronache sopra richiamate nella Commedia dantesca e in altri testi successivi.
This thesis focuses on Medieval historiography, in particular the Marca Trevigiana commentators in the age of Ezzelino III da Romano (Gerardo Maurisio, Rolandino da Padova, the author of the Chronicon Marchiae Tarvisinae et Lombardiae, Paride da Cerea, Niccolò Smereglo, and Antonio Godi) in order to analyze the character of Ezzelino and his damnatio memoriae through XIII and XIV centuries writing. This group of citizens’ chronicles represents an intermediate landmark between the old universal chronicles and the new humanistic historiography. In this commentators’ opinion, after the perturbing experience of Ezzelino’s tyranny, it became impossible to reintroduce the canonic and traditional recording of events year by year. Hero or tyrant, Ezzelino had forced chroniclers to look at history from a different perspective. The research starts from the historical sources, in order to cover and examine the narrative techniques of these works. At a later stage, I relate my studies of these chronicles to the historiography of Dante’s life and highlight the connections to the Divine Comedy.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
11

VILLA, VIVIANA FRANCESCA. "SULLE ORME DEL 'CORTEGIANO'. IL 'SAVIO IN CORTE' NELLA TRATTATISTICA DEI SECOLI XVI-XVII." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/39110.

Full text
Abstract:
"Il Libro del Cortegiano" di Baldassarre Castiglione, a stampa nel 1528, costituisce l’archetipo di una florida tradizione: numerosi i trattati e i dialoghi che, dopo il 1528, mettono a fuoco qualità e prerogative richieste a corte, confutando oppure corroborando il modello delineato nel classico cinquecentesco. La dissertazione intende vagliare l’eredità dell’opera di Castiglione isolando alcuni temi rintracciabili in contributi pubblicati in volgare dopo il 1528 e sino al 1640; fra gli autori considerati spiccano Pelegro de Grimaldi, Lucio Paolo Rosello, Giovanni Francesco Commendone, Agostino Nifo e Francesco Baldelli (volgarizzatore dell’opera latina di Nifo), Giovanni Andrea Gilio, Giovan Battista Giraldi, Lorenzo Ducci, Sigismondo Sigismondi, Pietro Andrea Canonieri, Giovanni Capponi, Bernardino Castori, Camillo Baldi, Matteo Peregrini, Giovanni Battista Manzini ed Agostino Mascardi, senza dimenticare i più celebri Stefano Guazzo, Giovanni Della Casa, Torquato Tasso. Le proposte di questi autori sono state accostate ed intrecciate alla voce di Castiglione nei primi tre capitoli della tesi, suggellata da una appendice che presenta e riproduce l’inedito "Dialogo di quello che deve fare un servitore di corte per acquistare la grazia del suo signore e farsi amare da tutto il resto della corte" di Camillo Baldi, custodito presso la Biblioteca Classense di Ravenna.
Baldassarre Castiglione’s "Libro del Cortegiano", printed in 1528, represents the archetype of a flourishing written tradition: refuting or corroborating the model drafted in the sixteenth-century masterpiece, many essays and dialogues published after 1528 have focused on qualities and prerogatives required at court. The present thesis aims at sifting through Castiglione’s heritage, selecting themes and topics from some works printed in Italian between 1528 and 1640; the authors of the books examined are Pelegro de Grimaldi, Lucio Paolo Rosello, Giovanni Francesco Commendone, Agostino Nifo (his essay, first published in Latin, was translated by Francesco Baldelli), Giovanni Andrea Gilio, Giovan Battista Giraldi, Lorenzo Ducci, Sigismondo Sigismondi, Pietro Andrea Canonieri, Giovanni Capponi, Bernardino Castori, Camillo Baldi, Matteo Peregrini, Giovanni Battista Manzini and Agostino Mascardi, not forgetting the more famous Stefano Guazzo, Giovanni Della Casa, Torquato Tasso. These authors’ proposals have been compared with Castiglione’s ideas in the first three chapters of the thesis, which is completed by an appendix that reproduces and analyzes Camillo Baldi’s "Dialogo di quello che deve fare un servitore di corte per acquistare la grazia del suo signore e farsi amare da tutto il resto della corte", an unpublished work located at the Biblioteca Classense of Ravenna.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
12

VILLA, VIVIANA FRANCESCA. "SULLE ORME DEL 'CORTEGIANO'. IL 'SAVIO IN CORTE' NELLA TRATTATISTICA DEI SECOLI XVI-XVII." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/39110.

Full text
Abstract:
"Il Libro del Cortegiano" di Baldassarre Castiglione, a stampa nel 1528, costituisce l’archetipo di una florida tradizione: numerosi i trattati e i dialoghi che, dopo il 1528, mettono a fuoco qualità e prerogative richieste a corte, confutando oppure corroborando il modello delineato nel classico cinquecentesco. La dissertazione intende vagliare l’eredità dell’opera di Castiglione isolando alcuni temi rintracciabili in contributi pubblicati in volgare dopo il 1528 e sino al 1640; fra gli autori considerati spiccano Pelegro de Grimaldi, Lucio Paolo Rosello, Giovanni Francesco Commendone, Agostino Nifo e Francesco Baldelli (volgarizzatore dell’opera latina di Nifo), Giovanni Andrea Gilio, Giovan Battista Giraldi, Lorenzo Ducci, Sigismondo Sigismondi, Pietro Andrea Canonieri, Giovanni Capponi, Bernardino Castori, Camillo Baldi, Matteo Peregrini, Giovanni Battista Manzini ed Agostino Mascardi, senza dimenticare i più celebri Stefano Guazzo, Giovanni Della Casa, Torquato Tasso. Le proposte di questi autori sono state accostate ed intrecciate alla voce di Castiglione nei primi tre capitoli della tesi, suggellata da una appendice che presenta e riproduce l’inedito "Dialogo di quello che deve fare un servitore di corte per acquistare la grazia del suo signore e farsi amare da tutto il resto della corte" di Camillo Baldi, custodito presso la Biblioteca Classense di Ravenna.
Baldassarre Castiglione’s "Libro del Cortegiano", printed in 1528, represents the archetype of a flourishing written tradition: refuting or corroborating the model drafted in the sixteenth-century masterpiece, many essays and dialogues published after 1528 have focused on qualities and prerogatives required at court. The present thesis aims at sifting through Castiglione’s heritage, selecting themes and topics from some works printed in Italian between 1528 and 1640; the authors of the books examined are Pelegro de Grimaldi, Lucio Paolo Rosello, Giovanni Francesco Commendone, Agostino Nifo (his essay, first published in Latin, was translated by Francesco Baldelli), Giovanni Andrea Gilio, Giovan Battista Giraldi, Lorenzo Ducci, Sigismondo Sigismondi, Pietro Andrea Canonieri, Giovanni Capponi, Bernardino Castori, Camillo Baldi, Matteo Peregrini, Giovanni Battista Manzini and Agostino Mascardi, not forgetting the more famous Stefano Guazzo, Giovanni Della Casa, Torquato Tasso. These authors’ proposals have been compared with Castiglione’s ideas in the first three chapters of the thesis, which is completed by an appendix that reproduces and analyzes Camillo Baldi’s "Dialogo di quello che deve fare un servitore di corte per acquistare la grazia del suo signore e farsi amare da tutto il resto della corte", an unpublished work located at the Biblioteca Classense of Ravenna.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
13

Lo, Nostro Gabriele. "Genova e il gusto francese. La Letteratura odeporica d'oltralpe tra il XVII e il XVIII secolo." Thesis, Paris 4, 2013. http://www.theses.fr/2013PA040140/document.

Full text
Abstract:
La littérature française des voyages présente un univers complexe, bien souvent ancré à l'identité culturelle du pays. Cependant la clôture de ce système littéraire n'interdit pas la présence d'une large intertextualité et la possibilité de comparaisons avec l'histoire de l'art et la production artistique italienne analysée par les auteurs. À l'intérieur du voyage français en Italie, Gênes reste une étape encore inconnue dont l'approche des auteurs envers son patrimoine artistique n'a jamais était suffisamment étudiée. La présente thèse de doctorat a donc pour objet celui de comprendre la perception du patrimoine artistique génois dans les journaux français de voyage entre le XVIIe et le XVIIIe siècle. La recherche, à travers une étude critique et détaillée, a donc comme but non seulement celui de déterminer les divers processus culturels qui ont contaminé le goût et les préférences artistiques des voyageurs durant leur permanence à Gênes, mais aussi celui de comprendre l'approche de ces derniers à l'égard de la production artistique locale
This project aims to be a critical study on how the artistic heritage of the city of Genoa is perceived in French travel literature from the 17th and 18th centuries.To this date no study has examined in depth what was the French travelers view on the artistic work they encountered and how their view and taste was heavily influenced by the art literature conventions of the Royal Academy of Paris.This research is a comparison study between travel literature, art literature and local guides of the of the time. The purpose of the work is therefore to determine which were the wider cultural processes that influenced the taste and preferences of the travelers and, more specifically, to understand what was their view on the Genoese artistic production
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
14

Colosetti, Giulia <1987&gt. "Sul sito dell’Inferno di Dante Alighieri. Rappresentazioni e studi fra XV e XVI secolo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15610.

Full text
Abstract:
Studi, commenti e confronti volti a delineare le misure e la conformazione dell’Inferno dantesco, dei giganti e di Lucifero con una panoramica sull’influenza che il locus inferi immaginato da Dante ha avuto sull’arte rinascimentale​.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
15

Vanelli, Coralli Rossana <1979&gt. "I sensi spirituali nel Liber di Angela da Foligno. La metafora del "gusto" nel Liber di Angela da Foligno e nella mistica femminile francescana tra XIII e XIV secolo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1954/1/vanellicoralli_rossana_tesi.pdf.

Full text
Abstract:
Angela da Foligno’s Liber is a fundamental text for the scholar of Women Mystics between the XIIIth and the XIVth century in Italy and all over Europe, and it has been chosen in my research because of its originality, with refer of its feminine and franciscan essence. Angela teaches to the italian hagiographic tradition the internal point of view of the holy woman, who becomes the teller of her both ordinary and extraordinary experiences. After giving references about the religious and social historical universe in evolution during the XIIth century, my research proceeds with a linguistic and rhetorical analysis based upon the Liber. I have been searching in Angela’s text and in contemporary italian feminine hagiography the sensory metaphor of “tasting”. That kind of metaphor has an ancient memory and, thanks to the Origene’s studies - the Christian Father of the IIIrd century - we can easily recognize it already in the Bible; Origene identifies the sensory metaphor as a rhetoric system, able to exemplify the God learning process of soul. Theory of “spiritual senses”, theory of vision and rhetoric, evolving from the IIIrd to the XIIIth century, are the theological and linguistic heritage of our feminine and franciscan literature. Inside of that, the metaphor of “tasting” moves and changes, therefore becoming the favourite way of mystics to represent the contact of their souls with God.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
16

Vanelli, Coralli Rossana <1979&gt. "I sensi spirituali nel Liber di Angela da Foligno. La metafora del "gusto" nel Liber di Angela da Foligno e nella mistica femminile francescana tra XIII e XIV secolo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1954/.

Full text
Abstract:
Angela da Foligno’s Liber is a fundamental text for the scholar of Women Mystics between the XIIIth and the XIVth century in Italy and all over Europe, and it has been chosen in my research because of its originality, with refer of its feminine and franciscan essence. Angela teaches to the italian hagiographic tradition the internal point of view of the holy woman, who becomes the teller of her both ordinary and extraordinary experiences. After giving references about the religious and social historical universe in evolution during the XIIth century, my research proceeds with a linguistic and rhetorical analysis based upon the Liber. I have been searching in Angela’s text and in contemporary italian feminine hagiography the sensory metaphor of “tasting”. That kind of metaphor has an ancient memory and, thanks to the Origene’s studies - the Christian Father of the IIIrd century - we can easily recognize it already in the Bible; Origene identifies the sensory metaphor as a rhetoric system, able to exemplify the God learning process of soul. Theory of “spiritual senses”, theory of vision and rhetoric, evolving from the IIIrd to the XIIIth century, are the theological and linguistic heritage of our feminine and franciscan literature. Inside of that, the metaphor of “tasting” moves and changes, therefore becoming the favourite way of mystics to represent the contact of their souls with God.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
17

De, Palma Maria Teresa <1988&gt. "«Mi sono alzato, sono ricaduto / nel fondo dove il secolo è il minuto». Rêve et onirisme dans la littérature de témoignage (Primo Levi, Charlotte Delbo, Jorge Semprún)." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amsdottorato.unibo.it/7864/1/De_Palma_Maria_Teresa_tesi.pdf.

Full text
Abstract:
L’objectif principal de cette thèse a été d’étudier le rêve – en tant que thème philosophico-littéraire – dans la littérature de témoignage, notamment dans les œuvres de trois auteurs (Primo Levi, Charlotte Delbo, Jorge Semprún). En retraçant l’histoire séculaire du motif onirique, nous nous sommes proposée d’identifier les différentes formes et fonctions que ce dernier peut revêtir au sein d’un corpus d’œuvres vaste, varié et trans-générique. Deux problématiques, en particulier, orientent le cheminement de la recherche : 1) l’utilisation du rêve comme dispositif discursif susceptible de perturber l’énonciation réaliste – rivée aux faits – propre du genre documentaire/testimonial et 2) la représentation du rêve comme pilier autour duquel se construit et se réorganise – sous une modalité inédite, non symbolique et non événementielle – tant la narration du moi que l’écriture de l’histoire. Nous avons procédé à trois niveaux d’analyse dans le cadre de l’étude du rêve, chacun correspondant à l’une des différentes fonctions du motif onirique : le rêve comme mode du discours, le rêve comme figure, le rêve comme récit. Dans la lignée d’une onirocritique moins psychologique que philosophique, nous avons souhaité dépasser l’approche traditionnellement herméneutique-symbolique de la doctrine freudienne, pour avancer, sur la voie des théories phénoménologiques de Binswanger et Foucault, une lecture pour ainsi dire horizontale, affective et existentielle du thème-rêve. Étant à la fois une expérience biographique, un artifice rhétorique et un signe à haute valeur philosophique, le rêve ne se limite pas dans ces œuvres à un rôle purement décoratif, mais reflète plutôt – en microcosme – les différents enjeux inhérents à l’écriture et à l’entreprise testimoniale.
This dissertation explores how the dream – as a literary theme – is conceived, illustrated and conveyed in testimonial literature, focusing on the works of Primo Levi, Charlotte Delbo and Jorge Semprún. While retracing the philosophical and literary history of the dream, we address this phenomenon in its textual specificity and various forms and functions. Two specific issues have been considered: 1) the use of the dream as a literary device for contrasting/reversing the conventional “realistic” framework of testimonial narrative; 2) the representation of the dream as a cornerstone, a sort of metadiscursive strategy for reinventing and reorganizing the narrative of the self and the writing of history. The oneiric process, as seen in the works examined, does not seem to be influenced by the usual, symbolic, Freudian hermeneutics; rather, it is suggestive of a more philosophical and morphological approach to writing/interpreting the dream, based on what Binswanger and Foucault referred to as an “affective” and “existential” experience of the self. Being at once a biographical experience, a literary artifice and a philosophical mark, the literary dream represented by the testimonial authors is never confined to a minor, sporadic, ornamental role, but has the qualities of a real microcosm: it reflects the entire universe of the work of art in which it originates, featuring its stylistic as well as semantic and ideological connotations in detail.
Il lavoro di tesi si prefigge come obiettivo l’analisi del tema del sogno nella letteratura testimoniale europea, con riferimento particolare alle opere di tre autori (Primo Levi, Charlotte Delbo, Jorge Semprún). Collocando il motivo onirico all’interno di una specifica tradizione filosofico-letteraria, di matrice per lo più europea, se ne indagano le diverse forme e declinazioni all’interno di un corpus vasto, multiforme e trans-generico. Due, in particolare, le problematiche emerse con maggiore evidenza: 1) l’uso del sogno come dispositivo discorsivo atto a ribaltare l’enunciazione classicamente mimetico-realista propria al testo testimoniale; e 2) la rappresentazione della visio notturna come grimaldello, cardine meta-discorsivo, attorno a cui ruota un profondo ripensamento della scrittura della storia e della narrazione del sé, secondo una prospettiva per lo più anti-psicologica, anti-simbolica e anti-fattualista. Nelle opere prese in esame, verrebbe dunque meno l’ipotesi freudiana, di un simbolismo intrinseco proprio al sogno, e emergerebbe piuttosto una caratura affettivo-esistenziale dell’episodio onirico: incubi e sogni presiedono dunque alla costruzione del testo testimoniale, alla sua ricalibratura su modi per lo più irrealistici, alla sua fondazione su un tipo di sapere altamente anti-positivo, e invece fatico, frammentario e corporale. Essendo a un tempo esperienza del biografico, artificio letterario e contrassegno filosofico, il sogno non si limita in questi testi a essere elemento episodico/decorativo, ma riflette invece – come in un microcosmo – i diversi livelli e le diverse problematiche insite nella scrittura.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
18

Calvaresi, Laura <1988&gt. "Tra 'profitto' ed 'Industria': traduzioni di termini economici e percorsi di ricezione sociale del 'De regimine principum' di Egidio Romano nel medioevo (XIII-XV secolo)." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19528.

Full text
Abstract:
La tesi vuole ricostruire la ricezione sociale del De Regimine Principum di Egidio Romano a partire dal lessico economico. Per raggiungere questo scopo si parte da un primo capitolo che serve da necessaria premessa storio-grafica. Il secondo capitolo presenta la struttura, le circostanze di composizione e la diffusione del De Regimine Principum e delle sue versioni nei volgari. Si affronta poi nel terzo capitolo l’analisi del lessico economico della versione latina, per circoscrivere di seguito alcuni concetti che rivestono maggiore importanza, come quello di in-dustria. Nel quarto capitolo si operano dei raffronti sulla base del lessico sopra individuato con le traduzioni francese e senese, e all’interno delle varie versioni italiane esistenti, con lo studio anche di alcuni manoscritti par-ticolarmente significativi. Si conclude quindi evidenziando le acquisizioni ricavate nel corso della trattazione. Se-gue un’appendice con l’analisi dei testamenti di Egidio Romano.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
19

Sideri, Cecilia <1992&gt. "Per la fortuna di Diodoro Siculo fra XV e XVI secolo: la traduzione latina di Poggio Bracciolini e i primi volgarizzamenti : con un saggio di edizione critica dei testi volgari." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/17835.

Full text
Abstract:
La tesi indaga la fortuna di cui godettero i primi cinque libri della 'Biblioteca storica' di Diodoro Siculo nei secoli XV e XVI attraverso lo studio della traduzione latina ad opera di Poggio Bracciolini (1449) e dei primi due volgarizzamenti italiani noti, entrambi anonimi, di cui si propone un'analisi e un saggio di edizione.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
20

BASSO, ALESSANDRO. "Girolamo Benivieni poeta spirituale: i testi religiosi e morali delle "Opere"." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2020. http://hdl.handle.net/11567/1008862.

Full text
Abstract:
La tesi, svolta in cotutela con l'Université de Geneve, rappresenta un primo studio sulla produzione spirituale del poeta fiorentino Girolamo Benivieni (1453-1542) e in particolare dei testi stampati nella sua antologia delle "Opere" (1519). L'elaborato si divide in due parti: un prima parte dedicata allo studio della "conversione poetica" dell'autore e una presentazione generale dell'antologia e dei componimenti considerati; nella seconda parte si presenta una prima edizione commentata dei testi editi secondo l'edizione della princeps.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
21

Chieregato, Chiara. "Ángel Crespo y la cultura italiana." Doctoral thesis, Universitat Pompeu Fabra, 2012. http://hdl.handle.net/10803/94195.

Full text
Abstract:
Esta tesis es un estudio completo de la relación que existió entre Ángel Crespo (1926-1995) e Italia. Tras el primer capítulo que introduce el tema, se presentan tres capítulos en los que se estudia la figura de Ángel Crespo: en primer lugar, sus datos biográficos y su situación en el marco cultural español de su época; en un segundo momento se pone en evidencia la presencia de Ángel Crespo en Italia, y finalmente la de Italia en Ángel Crespo. Para presentar el tema, en los dos capítulos centrales, se comentan aquellos textos que mejor representan esta interrelación y como anexos figuran aquellos otros que muestran claramente la fuerte vinculación que se estableció entre los dos términos de nuestro estudio. Se tratan temas de recepción literaria, teoría de la traducción y literatura comparada, y se pone de manifiesto la importancia de Italia para la comprensión de la figura y de la obra de Ángel Crespo.
La tesi che qui si presenta consiste in uno studio completo della relazione che si stabilì tra Ángel Crespo (1926-1995) e l’Italia. Al primo capitolo che funge da introduzione al tema seguono tre capitoli nei quali si studia la figura di Ángel Crespo: dapprima si traccia la sua biografia e lo si inserisce nel contesto culturale spagnolo dei suoi anni; successivamente, ci si sofferma sulla presenza di Ángel Crespo in Italia e su quella dell’Italia in Ángel Crespo. Nei due capitoli centrali, per presentare il tema, si commentano quei testi che meglio rappresentano tale dialogo; come appendici ne sono stati riportati altri che mostrano chiaramente il forte vincolo stabilitosi tra i due termini del nostro studio. Ci si riferisce inoltre a temi riguardanti la ricezione letteraria, la teoria della traduzione e la letteratura comparata mettendo in evidenza l’importanza dell’Italia per la comprensione della figura e dell’opera di Ángel Crespo.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
22

Urbaniak, Martyna. "«Gente Grossa e Lacrimosa». Immagini e Rappresentazioni del Mondo Rurale nella Letteratura e negli Scritti Toscani del XIV e XV Secolo." Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2006. http://hdl.handle.net/11384/86043.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
23

Forlesi, Simone. "Tra Londra e Firenze: diplomatici, letterati ed editori nel primo Settecento italiano." Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2018. http://hdl.handle.net/11384/86105.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
24

DURETTO, IDA. "Memoria, imitazione e la costruzione del canone poetico tra Sette e Ottocento." Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2020. http://hdl.handle.net/11384/90710.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
25

MARINO, Laura. "«Quisquis ergo a natura humana corpus alienare vult, desipit»: la rappresentazione del problema corpo-anima in alcuni poemi allegorici tra XII e XIV secolo." Doctoral thesis, Università degli studi di Cassino, 2023. https://hdl.handle.net/11580/95564.

Full text
Abstract:
The thesis aims to analyze and place in comparison some allegorical-didactic poems, composed in the European area between the 12th and 14th centuries; the analysis focuses on the relation between body and soul within the human individual. The four poems examined (Architrenius by John of Hauville, Anticlaudianus by Alain of Lille, Dante's Commedia, and Petrarch's Triumphi) have in common the ascensional structure and the final reunion of man with the divine: the thesis is concerned with observing how this path develops within the four narratives, through which linguistic patterns it is defined, whether or not it admits the goodness of the bodily part along with the spiritual part, and in general whether the goodness of corporeality in the human individual's path to perfection is acknowledged or denied. This theoretical discussion moves through a constellation of intertextual echoes between the analyzed works, to show the existence of a common semantic substratum signifying a shared theological problem that medieval intellectuals attempt to solve.
La tesi si prefigge l'obiettivo di analizzare e porre in comparazione alcuni poemi allegorico-didascalici composti in area europea tra il XII e il XIV secolo riguardo il tema della relazione tra corpo e anima all'interno dell'individuo umano. I quattro poemi esaminati (Architrenius di Giovanni di Altavilla, Anticlaudianus di Alano di Lilla, la Commedia di Dante, i Triumphi di Petrarca) hanno in comune la struttura ascensiva e il finale ricongiungimento dell'uomo con il divino: la tesi si occupa di osservare come questo percorso avvenga all'interno delle quattro narrazioni, attraverso quali modelli linguistici è definito, se ammetta o no la bontà della parte corporea insieme a quella spirituale, in generale se venga ammessa o negata la bontà della corporeità nel percorso di perfezionamento dell'individuo umano. Questa discussione teoretica si muove attraverso una costellazione di rimandi intertestuali tra le opere, a mostrare l'esistenza di un sostrato semantico comune che significhi un problema teologico condiviso che l'intellettuale medievale tenta di risolvere.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
26

PINI, Carolina. "Estetica e poetica in Giovan Battista Gelli. Gli scritti sull’arte e su Dante." Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2020. http://hdl.handle.net/11384/95188.

Full text
Abstract:
Die Forschungsliteratur zu Giovan Battista Gelli ist nicht umfangreich und vermag nur teilweise das Gewicht und die intellektuelle Bedeutung zu belegen, welche ihm insbesondere in den letzten Jahrzehnten in Fachkreisen zuerkannt werden. Ziel der hier vorgebrachten Darlegungen und Argumentationen ist, das Profil Gellis als einer der wichtigsten Figuren des florentinischen 16. Jahrhunderts in Bezug auf einige weniger untersuchte Aspekte, die normalerweise im Gesamtwerk von Gelli als marginal eingeschätzt werden, genauer zu erfassen. Gelli hatte erstens ein aufrichtiges Interesse an den bildenden Künsten, wie zumindest für das gesamte Jahrzehnt von 1546 bis 1556 aus mehreren Werken des Autors gut zu erkennen ist. Zweitens können wir Gelli als einen der Hauptakteure in der Debatte über Dante im 16. Jahrhundert in Italien bezeichnen. Diese beiden auf den ersten Blick recht unterschiedlichen Aspekte seines Schaffens hängen über die ästhetischen und philosophischen Anschauungen Gellis miteinander und mit seinem übrigen Werk zusammen. Die hier vorgestellte Arbeit ist daher in zwei Bereiche unterteilt. Der erste Teil konzentriert sich auf die Präsenz bildkünstlerischer bzw. kunsthistorischer Themen in der literarischen Produktion von G.B. Gelli und insbesondere auf die Abfassung einer Sammlung von Künstlerbiografien von Cimabue bis Michelozzo (die aber gemäß Gellis Absichten bis Michelangelo reichen sollte). Diese Sammlung blieb handgeschrieben und wurde wahrscheinlich in der zweiten Hälfte der 1540er Jahre abgebrochen. Diese prägnante Abhandlung zur Kunstgeschichte, aus explizit pro-florentiner Sicht, entsteht fast gleichzeitig mit Vasaris ungleich bekannterem Projekt von Künstlerbiographien. Nicht nur der "Wettbewerb" mit Le Vite des letzteren und die (im Unterschied zu Vasari) rein literarische Herangehensweise Gellis, sondern auch die politisch-enkomiastische Dimension der Auswahl ausschließlich florentiner Künstler bilden besonders interessante Aspekte dieses Textes und ergeben angemessene Analysefragen für die hier vorgelegte Untersuchung. Neben der Sammlung der Vite konzentriert sich die Forschung sowohl auf die Passagen kunsthistorischen Interesses, die in Gellis Abhandlung über die Ursprünge von Florenz zu finden sind (worin sich ein Exkurs über die Geburt, die Vervollkommnung und den Verfall der Künste und Wissenschaften in der Zeit des Autors findet), als auch auf die Quellen für diese Arbeit, auch in Bezug auf die anderen Biografien von Künstlern, die in jenen Jahren geschrieben wurden: den Anonimo Magliabechiano, Il Libro di Billi und Le Vite von Vasari. Ein weiterer alles andere als sekundärer Bereich der in der vorliegenden Untersuchung unternommenen Analyse betrifft die Ausformung und Bedeutung eines sich in jener Epoche 9 entwickelnden kunsthistorischen und kunstkritischen Wortschatzes. Darüber hinaus soll eine Untersuchung der Korrespondenz damaliger Künstler und Schriftsteller eine Reihe neuer Perspektiven eröffnen, um sowohl die Figur Gelli als auch die Themen der hier vorgelegten Lektüren von dessen Texten näher zu kontextualisieren. Der zweite Teil der Arbeit konzentriert sich auf Gellis Akademievorträge, die Dantes Commedia und Petrarcas Canzoniere gewidmet sind. Diese Lezioni von Gelli scheinen explizit und gezielt darauf ausgerichtet zu sein, das Lehrsubstrat und die philosophische Verwendbarkeit nicht nur des Philosophen und Theologen Dante, sondern vor allem des Lyrikers Petrarca herauszustellen und so eine Rezeption des Canzoniere zu legitimieren, die über die ästhetische Ebene hinausgeht. Dadurch wird die bembeske Opposition zwischen einem angeblich doktrinär beeindruckenden, aber ästhetisch schwachen Dante und einem philosophisch zurückhaltenden, aber poetisch starken Petrarca aufgehoben. In diesem letzten Teil der Arbeit konzentriert sich das Forschungsfeld vor allem auf Gellis Dante-Vorlesungen, welche in die poetologische Debatte über Dante im politisch-literarischen Kontext des florentinischen 16. Jahrhunderts einzufügen sind, in der Gelli als einer der Hauptakteure gilt. Für die Erforschung dieser Vorgänge ist es wichtig, die politisch-kulturelle Situation von Florenz, insbesondere der Florentiner Akademie, genau zu erfassen, um die Bedeutung von Gellis Vorträgen zu verstehen. Die kritischen Beobachtungen von Gelli müssen als eine der Hauptquellen in dieser Debatte begriffen werden und zeichnen sich in perfekter Weise innerhalb eines philosophischen und poetologischen Programms ab, das sicherlich umfassender und vollständiger ist als das vieler schreibender Zeitgenossen unseres Literaten.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
27

PAGLIARULO, CARLA. "I. Giordani, uomo di lettere e di cultura, e l'ideale di un «cristianesimo integrale»: alcuni carteggi indediti." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1795.

Full text
Abstract:
La tesi ha lo scopo di inquadrare Giordani nel contesto del mondo culturale cattolico tra le due guerre e di approfondire la sua proposta di «cristianesimo integrale» come soluzione alla crisi che negli anni Venti e Trenta viziò il mondo economico, il sistema politico e lo scenario culturale, a livello di principi fondamentali, di valori. Per questo si è dato assoluto rilievo ai rapporti di Giordani con molti intellettuali suoi contemporanei e con varie istituzioni culturali cattoliche. Il testo segue dapprima un indirizzo biografico, che permette di ripercorrere la vita di Giordani dalla giovinezza, segnata dalla guerra e dall’esperienza al fronte, alla sua serena fine, nel 1980. Si tratta di una testimonianza di come la sua conseguenzialità tra fede e opere abbia inciso negli ambienti che lo hanno visto protagonista, tanto che è stato avviato per lui il processo di beatificazione. La ricerca è stata condotta tenendo conto degli scritti di Giordani e della storiografia precedente, ma soprattutto utilizzando numerosi materiali d’archivio. In particolare i carteggi privati aiutano a ricostruire l’operato di Giordani a favore dell’impegno degli intellettuali cattolici negli anni oscuri del fascismo e la sua indefessa attività per la realizzazione di un nuovo umanesimo. Altro spazio è stato riservato ai rapporti maturati da Giordani con due esponenti del mondo cattolico italiano di quel periodo, ovvero Giovanni Papini e Piero Bargellini.
This dissertation aims at setting Igino Giordani within the broader framework of the catholic cultural environment between the two world wars. It focuses on his proposal of an «integral Christianity» as a solution to the recession which threatened the fundamental values and principles of the economy, politics and culture during the 1920's and 1930's. This is the reason why the relationships between Giordani and many of his colleagues and cultural catholic institutions have been studied in depth. The work starts with a biography, underlining how Giordani's youth has been affected by the war and the experience as a soldier, up to his peaceful death, in 1980. His life shows how the consistency of his actions with his faith made him an influent personality in his working environments, to the point that the beatification process has begun. The research is based on Giordani's writings and on the previous historiography, but the most important source is constituted by a large number of archive documents. Particularly, Giordani's private correspondence has been very useful in understanding how he acted in order to support the engagement of the catholic intellectuals during the dark fascist age and his endless activity in order to build a new humanism. The work also focuses on the relationships between Giordani and two members of the Italian catholic world of the time: Giovanni Papini and Piero Bargellini.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
28

PAGLIARULO, CARLA. "I. Giordani, uomo di lettere e di cultura, e l'ideale di un «cristianesimo integrale»: alcuni carteggi indediti." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1795.

Full text
Abstract:
La tesi ha lo scopo di inquadrare Giordani nel contesto del mondo culturale cattolico tra le due guerre e di approfondire la sua proposta di «cristianesimo integrale» come soluzione alla crisi che negli anni Venti e Trenta viziò il mondo economico, il sistema politico e lo scenario culturale, a livello di principi fondamentali, di valori. Per questo si è dato assoluto rilievo ai rapporti di Giordani con molti intellettuali suoi contemporanei e con varie istituzioni culturali cattoliche. Il testo segue dapprima un indirizzo biografico, che permette di ripercorrere la vita di Giordani dalla giovinezza, segnata dalla guerra e dall’esperienza al fronte, alla sua serena fine, nel 1980. Si tratta di una testimonianza di come la sua conseguenzialità tra fede e opere abbia inciso negli ambienti che lo hanno visto protagonista, tanto che è stato avviato per lui il processo di beatificazione. La ricerca è stata condotta tenendo conto degli scritti di Giordani e della storiografia precedente, ma soprattutto utilizzando numerosi materiali d’archivio. In particolare i carteggi privati aiutano a ricostruire l’operato di Giordani a favore dell’impegno degli intellettuali cattolici negli anni oscuri del fascismo e la sua indefessa attività per la realizzazione di un nuovo umanesimo. Altro spazio è stato riservato ai rapporti maturati da Giordani con due esponenti del mondo cattolico italiano di quel periodo, ovvero Giovanni Papini e Piero Bargellini.
This dissertation aims at setting Igino Giordani within the broader framework of the catholic cultural environment between the two world wars. It focuses on his proposal of an «integral Christianity» as a solution to the recession which threatened the fundamental values and principles of the economy, politics and culture during the 1920's and 1930's. This is the reason why the relationships between Giordani and many of his colleagues and cultural catholic institutions have been studied in depth. The work starts with a biography, underlining how Giordani's youth has been affected by the war and the experience as a soldier, up to his peaceful death, in 1980. His life shows how the consistency of his actions with his faith made him an influent personality in his working environments, to the point that the beatification process has begun. The research is based on Giordani's writings and on the previous historiography, but the most important source is constituted by a large number of archive documents. Particularly, Giordani's private correspondence has been very useful in understanding how he acted in order to support the engagement of the catholic intellectuals during the dark fascist age and his endless activity in order to build a new humanism. The work also focuses on the relationships between Giordani and two members of the Italian catholic world of the time: Giovanni Papini and Piero Bargellini.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
29

Ohlsson, Lena. "Oggetti e aiutanti magici nell´Orlando Furioso di Ludovico Ariosto." Thesis, Högskolan Dalarna, Italienska, 2008. http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:du-3837.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
30

Pirisino, Claudio. "Autour de la "regìa". La mise en scène en Italie : 1893-1943. Protagonistes, histoires, débats." Thesis, Sorbonne Paris Cité, 2017. http://www.theses.fr/2017USPCA153.

Full text
Abstract:
Cette thèse s'inscrit dans une dynamique de recherche qui seulement récemment a commencé à remettre en discussion une doxa de l'historiographie théâtrale un peu simpliste: dans le contexte italien, l'avènement de la mise en scène moderne serait un phénomène tardif, par rapport à d'autres Pays, comme par exemple l'Allemagne, la France, la Russie. Ce « retard » trouverait son origine dans la persistance d'une tradition autoréférentielle de l'acteur. Le système dans lequel il se produit - un système de troupes nomades, en l'absence d'un pôle théâtral hégémonique comme pouvait l'être Paris pour la France - serait inévitablement réfractaire à l'intrusion d'une figure artistique perçue comme étrangère: le metteur en scène. Il faudrait attendre l'après-guerre pour assister en Italie à l'affirmation de ce qu'on appelle la regìa. Ce lieu commun de l'historiographie a véhiculé une série d'équivoques et d'approximations qui aplatissent un phénomène comme l'affirmation de la mise en scène moderne, nourrissant ainsi un discours téléologique de progrès qualitatif.Une série de recherches menées à partir des années 2000 nous invite cependant à considérer la mise en scène comme un aspect de l'art théâtral dans toute sa complexité. Des concepts comme ceux de proto-regia (proto-mise en scène, Perrelli, 2005), de continuité/discontinuité (Sarrazac-Consolini, 2010), montrent les limites d'une définition univoque de cet art. Sous cette lumière, le contexte italien apparaît alors comme un terrain en friche. Une étude récente a justement montré la sensibilité du système italien envers l'œuvre des maîtres européens de la scène, en tournée dans la Péninsule entre 1911 et 1940 (Schino, 2008).Nous nous proposons alors de revenir d'une part sur la construction de l'idée du « retard », et sur les raisons qui ont fait de la mise en scène un véritable graal, d'une autre part nous souhaitons souligner de quelle façon cet art émerge en Italie justement à partir de la présupposée cause du retard: l'acteur. L'avènement de la mise en scène ne serait donc pas une épiphanie brusque, mais un art qui s'exprime de manière différente, selon le modus operandi des artistes et en fonction des caractéristiques du système théâtral
This doctoral thesis challenges the simplistic doxa in theatre historiography that views genesis of theatre direction in Italy as a late phenomenon in comparison to other countries such as Germany, France, and Russia. This “delay” is thought to be due to the actor’s persistent self-referential tradition. According to the doxa, the Italian theatre system would have been resistant to the introduction of the new role of director, which was perceived as extraneous. This situation would have been caused in Italy by the popularity of wandering companies and the absence of a dominant theatrical focal point such as Paris was in France. The phenomenon of a strictly speaking regìa would have only emerged after the Second World War. This view has led to a series of misinterpretations and misunderstandings that oversimplify the phenomenon of the development of modern direction, favouring a teleological argument of qualitative progress. However, a number of studies carried out from the 2000’s encourage us to consider the direction as a complex aspect of the theatrical art. Concepts such as ‘proto-direction’ (Perrelli, 2005) and continuity/discontinuity (Sarrazac-Consolini, 2010), show the limits of an univocal definition of this art. In light of these studies, the Italian panorama appears as an uncharted territory. A recent study of the European directors’ tours in Italy for the years from the 1911 to 1940, has actually demonstrated the Italian system’s responsiveness (Schino, 2008).My research investigates the origin of the concept of “delay”, and the reasons by which theatre direction in Italy came to be considered by scholars as some sort of grail. I also highlight how direction in Italy emerges from the main source of the supposed delay itself: the actor. Indeed, the appearance of theatre direction is not abrupt; but rather a multifaceted art, which changes according to artists’ modus operandi and is dependent on the characteristics of the theatrical system
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
31

FEDERICO, LUCA. "L'apprendistato letterario di Raffaele La Capria." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2020. http://hdl.handle.net/11567/1005664.

Full text
Abstract:
Superati «novant’anni d’impazienza» e dopo un lungo periodo votato all’autocommento e all’esplorazione delle proprie intenzioni, Raffaele La Capria ha raccolto le sue opere in due Meridiani curati da Silvio Perrella. La Capria ne ha celebrato l’uscita nella prolusione inaugurale di Salerno Letteratura, poi confluita nel breve autoritratto narrativo "Introduzione a me stesso" (2014). In questa sede, l’autore è tornato su alcuni punti essenziali della sua riflessione sulla scrittura, come la relazione, reciproca e ineludibile, fra tradizione e contemporaneità. All’epilogo del «romanzo involontario» di una vita, La Capria guarda retrospettivamente alla propria esperienza come ad un’autentica educazione intellettuale. Perciò, muovendo da un’intervista inedita del 2015, riportata integralmente in appendice, la tesi ha l’obiettivo di ricostruire l’apprendistato letterario di La Capria dai primi anni Trenta, quando l’autore ancora frequentava il ginnasio, fino all’inizio dei Sessanta, quando ottenne il premio che ne avrebbe assicurato il successo. Il percorso, che riesamina l’intera bibliografia lacapriana nella sua varietà e nella sua stratificazione, si articola in una serie di fasi interdipendenti: la partecipazione indiretta alle iniziative dei GUF (intorno alle riviste «IX maggio» e «Pattuglia»); l’incursione nel giornalismo e l’impegno culturale nell’immediato dopoguerra (sulle pagine di «Latitudine» e di «SUD»); l’attività di traduttore dal francese e dall’inglese (da André Gide a T.S. Eliot); l’impiego alla RAI come autore e conduttore radiofonico (con trasmissioni dedicate a Orwell, Stevenson, Saroyan e Faulkner); la collaborazione con «Il Gatto Selvatico», la rivista dell’ENI voluta da Enrico Mattei e diretta da Attilio Bertolucci; e le vicende editoriali dei suoi primi due romanzi, “Un giorno d’impazienza” (1952) e “Ferito a morte” (1961), fino alla conquista dello Strega. La rilettura dell’opera di uno scrittore semi-autobiografico come La Capria, attraverso il costante riscontro di fonti giornalistiche, testimonianze epistolari e documenti d’archivio che avvalorano e occasionalmente smentiscono la sua versione dei fatti, diventa allora un’occasione per immergersi nella sua mitografia personale e avventurarsi in territori finora poco esplorati: come la ricostruzione del suo profilo culturale, a partire dal milieu in cui La Capria vive e opera, o l’incidenza delle letture e delle esperienze giovanili sulla sua prassi letteraria.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
32

SCATIZZI, SIMONA SELENE. "L'altra fonte del neoclassicismo. La fortuna in Italia del Laocoonte di Lessing tra il 1750 e il 1850." Doctoral thesis, 2003. http://hdl.handle.net/2158/628261.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
33

IACOLINA, DARIO. "Ricezione e fortuna di un pittore italiano in Francia: Giovanni Francesco Romanelli tra XVII e XVIII secolo." Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11573/1306545.

Full text
Abstract:
Il pittore Giovanni Francesco Romanelli, tra i più noti allievi di Pietro da Cortona, maturò un rapporto privilegiato con la Francia nei decenni centrali del XVII secolo, sia attraverso l’invio di opere dall’Italia sia grazie ai soggiorni parigini, che lo portarono a realizzare grandi imprese decorative nel Palazzo Mazzarino (1646-1647) e in quello del Louvre (1655-1657). Queste creazioni rappresentano uno dei momenti chiave delle relazioni e degli scambi culturali tra Francia e Italia. Anche nel Settecento il pittore conobbe un discreto successo come testimoniano le collezioni e il mercato dell’arte, ma anche le prime biografie francesi. La presente ricerca indaga la fortuna e la ricezione in ambito francese della produzione artistica di Romanelli, a partire dagli anni Quaranta del Seicento fino agli ultimi decenni del secolo successivo. Il tema trattato si articola nei seguenti campi d’indagine: le committenze e il collezionismo di opere del viterbese in Francia, la letteratura artistica e la fortuna visiva attraverso le incisioni. Primo oggetto di studio sono state le decorazioni eseguite da Romanelli in Francia quali i cicli di pitture del palazzo vescovile di Carpentras, del palazzo del cardinale Mazzarino e dell’appartamento estivo della regina madre Anna d’Austria al Louvre. In seguito sono state prese in considerazione le pale d’altare attribuite al pittore e i dipinti nelle collezioni francesi tra XVII e XVIII secolo, che dimostrano l’elevata presenza di opere di Romanelli in Francia nei due secoli. La letteratura artistica francese di Sei e Settecento, studiata nelle sue molteplici forme letterarie (biografie, guide, diari di viaggio o poemi), ci ha restituito i differenti giudizi espressi sulle qualità riconosciute o negate a Romanelli, in stretta dipendenza con l’immagine che la stessa letteratura riservava al suo maestro Pietro da Cortona o ad altri artisti, come Reni, ritenuti possibili modelli di riferimento per il viterbese. Altro importante aspetto utile per cogliere la fortuna dell’artista è stato lo studio della diffusione della sua opera attraverso la stampa, con particolare attenzione alle traduzioni eseguite dagli incisori francesi e alla selezione operata a partire dal corpus di opere di Romanelli, mettendo in rilievo le presenze e le altrettanto eloquenti assenze. L’analisi e il confronto di questi differenti campi hanno permesso di costruire un quadro il più possibile esaustivo della fortuna critica, tanto testuale e quanto visiva, dell’artista nel periodo in esame.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
34

LAROCCA, GIUSEPPINA. "L.V. Pumpjanskij (1891-1940) teorico della letteratura." Doctoral thesis, 2011. http://hdl.handle.net/2158/981996.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
35

ROSSI, MICHELE. "Una sola moltitudine. Saggio sull'identità italiana. Culture e letteratura fra fine secolo e il decennio Duemila." Doctoral thesis, 2011. http://hdl.handle.net/2158/595966.

Full text
Abstract:
Della tesi sono stati estratti due libri di prossima pubblicazione con due case editrici: uno dal titolo "Una sola moltitudine. Saggio sull'identità italiana" presso la casa editrice Rubbettino (Soveria Mannelli -Cz) in uscita il prossimo maggio; il secondo troverà collocazione nella collana "Homo Sapiens" della Fondazione Boroli (Milano) con il titolo provvisorio "Anatomia dell'italiano. Storia e letteratura dell'Italia repubblicana", in uscita per l'anno scolastico 2012-2013 con un'ampia diffusione presso le scuole medie di istruzione superiore italiane.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
36

GRITA, IRENE. "Riscatti e scambi di schiavi e captivi musulmani nel Mediterraneo tra XVI e XVIII secolo: il caso di Malta e l'operato del sultano del Marocco Sidi Muhammad." Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/11573/1382424.

Full text
Abstract:
Tra XVI e XVIII secolo, il mare Mediterraneo fu lo scenario di un fenomeno storico ormai globalmente conosciuto come “schiavitù mediterranea”. Contemporanea all’avvio della tratta atlantica degli africani, la schiavitù tra i due versanti del Mare Nostrum – le coste europee e cristiane, da un lato, e quelle nordafricane e musulmane dall’altro, entrambe responsabili proprio del commercio di schiavi neri – si configura tuttavia come un fenomeno il cui carattere più evidente, a differenza di quella atlantica, è quello della reciprocità; eppure, nella produzione storiografica dedicata alla schiavitù mediterranea e ai temi ad essa legati, si osserva una notevole disparità di interesse, soprattutto per quanto riguarda gli studi sulle possibilità e sui modi di riacquistare la libertà, da un lato e dall’altro. In altre parole, è la liberazione degli schiavi cristiani in mano musulmana ad aver a lungo monopolizzato l’attenzione degli studiosi. Solo le ricerche più recenti hanno finalmente portato alla luce sempre più numerosi casi di musulmani che riuscivano a tornare in patria grazie al pagamento di un riscatto o a un accordo di scambio, sia attraverso iniziative private che tramite procedure concordate tra governi. L’obiettivo complessivo di questo lavoro è quello di indagare sulle modalità attraverso cui gli schiavi musulmani potevano riacquistare la libertà, valutandone sia gli aspetti teorici – nella giurisprudenza musulmana si possono individuare procedure ben precise, ove la responsabilità della liberazione ricade, in primo luogo, sullo Stato – che pratici, per cercare di comprendere se, pure in assenza di istituzioni specifiche per la redenzione paragonabili a quelle europee, esistesse un modello di comportamento e una qualche forma di sistematicità nell’intervento delle società musulmane per la liberazione dei propri correligionari caduti in mano cristiana. A partire dai risultati ottenuti dall’analisi di una serie di lettere in arabo indirizzate ad alcuni schiavi musulmani a Malta, rinvenute presso l'Archivio della famiglia Colonna, il presente lavoro si sviluppa seguendo una direttrice di natura geografica che pone l’isola di Malta al centro di questo studio, condotto in buona parte sui documenti d’archivio dell’Ordine di San Giovanni gerosolimitano: un fondo già ampiamente indagato dagli storici che tuttavia può ancora offrire dati validi e originali, come quelli relativi ai grandi riscatti di gruppo conclusi dal sultano del Marocco Sidi Muhammad bin Abdallah che, alla fine del XVIII secolo, riuscì a porre momentaneamente fine alla schiavitù pubblica sull'isola.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
37

Gastaldi, Sciltian. "Pier Vittorio Tondelli: Letteratura Minore e Scrittura dell'Impegno Sociale." Thesis, 2012. http://hdl.handle.net/1807/44076.

Full text
Abstract:
Abstract This thesis illustrates the social engagement in the literary writings of Pier Vittorio Tondelli, an Italian gay author whose works have been described by many Catholic, Materialists, and gay critics as frivolous and disengaged. The dissertation summarizes the mutation of the Italian literary concept of impegno from Neorealism to Postmodernism, through a selection of the texts of Elio Vittorini, Italo Calvino, Franco Fortini, Pier Paolo Pasolini, Leonardo Sciascia, and Umberto Eco. It shows how Tondelli’s interpretation of the role of the writer falls within the definitions given by Calvino and Eco. Moreover, the thesis demonstrates that Altri libertini and Pao Pao satisfy the characteristics of littérature mineure established by Gilles Deleuze and Felix Guattari, though Tondelli’s oeuvre is socially engaged instead of being politically engaged because of his lack of a political ideology. The dissertation highlights the core of Tondelli’s social commitment in his passionate defense of the outcasts in: Altri libertini where drug addicts, homosexuals, transsexuals, and bums are the protagonists; Pao Pao where a group of gay soldiers is described in its grotesque and camp attempt to “homosexualize” their barrack; Rimini where the Riviera Adriatica is portrayed as a place where everyone passes by and no one belongs; Camere separate through the love story of a gay couple in which one partner has to survive his lover’s death, due to an illness that is demonstrated in this thesis to be AIDS, while fighting against the homophobia of their families, institutions, society, and religion. Most of Tondelli’s socially excluded characters are introduced to the reader through an internal homodiegetic point of view. Another important component of Tondelli’s impegno is his open defense of both pop-culture and counter-cultures: gay, hippies, rockers, experimental theatre, street artists and alternative radio, which are central in all his writings.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
38

ALESSANDRA, Campanari. "“IDENTITY ON THE MOVE” FOOD, SYMBOLISM AND AUTHENTICITY IN THE ITALIAN-AMERICAN MIGRATION PROCESS." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251264.

Full text
Abstract:
Il mio lavoro di ricerca rappresenta un contributo allo studio dell'esperienza umana dello “spazio alimentare” come costruzione sociale che comprende sia i modelli del comportamento umano, e la loro relazione sensoriale con uno specifico luogo, sia l'imprenditoria etnica. Il nucleo di questo progetto di ricerca è rappresentato da un’indagine multi-generazionale del multiforme processo della migrazione italiana in America, laddove la cultura alimentare viene utilizzata come veicolo per esaminare come gli immigrati abbiano prima perso e poi negoziato una nuova identità in terra straniera. Lo scopo generale della tesi è quello di esaminare come il cibo rappresenti un collegamento nostalgico con la patria per la prima generazione, un compromesso culturale per la seconda e un modo per rinegoziare un'etnia ibrida per le generazioni successive. La lente del cibo è anche utilizzata per esplorare lo sviluppo dei ristoranti italiani durante il Proibizionismo e il loro ruolo nel processo di omogeneizzazione culinaria e di invenzione della tradizione nel mondo contemporaneo. Per spiegare come la cucina regionale in America sia diventata un simbolo collettivo di etnia e abbia potuto creare un'identità Italo-Americana nazionale distinta da quella italiana, ho adottato il modello creato da Werner Sollors e Kathleen Neils Cozen e sintetizzato con l'espressione di “invenzione dell'etnia”. Il capitolo di apertura esplora la migrazione su larga scala che ha colpito l'Italia e la storia economica italiana per oltre un secolo e prosegue con un’analisi storica sullo sviluppo dei prodotti alimentari nel tempo. La prima sezione evidenzia il significato culturale dell'alimento e il suo ruolo nella costruzione di un'identità nazionale oltre i confini italiani e prosegue con un’analisi sulla successiva variazione delle abitudini alimentari durante l'immigrazione di massa. Il capitolo conclude illustrando il quadro teorico utilizzato per teorizzare le diverse dimensioni dell'etnia. Partendo dall'ipotesi che l'identità sia un elemento socialmente costruito e in continua evoluzione, il secondo capitolo è dedicato all'analisi della natura mutevole del cibo, esplorata attraverso tre distinti ma spesso sovrapposti tipi di spazio: spazio della "memoria individuale"; spazio della "memoria collettiva"; spazio della "tradizione inventata". Lo spazio della “memoria individuale” esplora come i primi immigrati italiani tendevano a conservare le loro tradizioni regionali. Al contrario lo spazio della memoria collettiva osserva il conflitto ideologico emerso tra la prima e la seconda generazione di immigrati italiani, in risposta alle pressioni sociali del paese ospitante. L'analisi termina con la rappresentazione di generazioni successive impegnate a ricreare una cultura separata di cibo come simbolo dell'identità creolata. Il capitolo tre, il primo capitolo empirico della dissertazione, attraverso l'analisi della letteratura migrante mostra l'importanza del cibo italiano nella formazione dell'identità italo- americana. Questa letteratura ibrida esamina il ruolo degli alimenti nelle opere letterarie italo-americane di seconda, terza e della generazione contemporanea di scrittori. Il quarto capitolo completa la discussione seguendo la saga del cibo italiano dai primi ristoranti etnici a buon mercato, frutto della tradizione casalinga italiana, fino allo sviluppo di un riconoscibile stile di cucina italo-americano. A questo proposito, i ristoranti rappresentano una "narrazione" etnica significativa che riunisce aspetti economici, sociali e culturali della diaspora italiana in America e fa luce sull'invenzione del concetto di tradizione culinaria italiana dietro le cucine americane. La sezione termina con un'esplorazione del problema moderno relativo al fenomeno dell’Italian "Sounding" negli Stati Uniti, basato sulla creazione di immagini, colori e nomi di prodotti molto simili agli equivalenti italiani, ma senza collegamenti diretti con le tradizioni e la cultura italiana. Il capitolo finale fornisce una visione etnografica su ciò che significa essere italo-americani oggi e come i ristoranti italiani negli Stati Uniti soddisfano la tradizione culinaria Italiana nel mondo contemporaneo americano. Per concludere, considerando le teorie dell'invenzione della tradizione, due casi di studio esplorativi a Naples, in Florida, vengono presentati sia per analizzare come gli italo-americani contemporanei manifestano la loro etnia attraverso il cibo etnico sia per esaminare come il cibo italiano viene commercializzato nei ristoranti etnici degli Stati Uniti, alla luce della del processo di globalizzazione.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
We offer discounts on all premium plans for authors whose works are included in thematic literature selections. Contact us to get a unique promo code!

To the bibliography