Dissertations / Theses on the topic 'Letteratura fascista'

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Russo, Antonella. ""Una línea de tierra nos separa": estetica e letteratura azul nella guerra civile spagnola. La rivista Horizonte (1938-1942)." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2013. http://hdl.handle.net/10556/1357.

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Abstract:
2011 - 2012
La tesi intitolata «Una línea de tierra nos separa»: estetica e letteratura azul nella guerra civile spagnola. La rivista Horizonte (1938-1942), si inserisce sempre più solido filone di indagine sull’estetica e la letteratura fascista spagnola. La prima parte del lavoro seleziona un corpus di testi poetici e narrativi rilevanti ed originali, per uno studio interpretativo che ne rileva costanti formali e tematiche. Nella seconda parte si presentano i risultati di un lavoro emerografico e di documentazione bibliografica intorno al sistema delle riviste negli anni della guerra civile, con particolare attenzione alle pubblicazioni letterarie degli insorti e con l’obiettivo di delineare il contesto letterario e il panorama editoriale in cui si pubblica la rivista Horizonte (Sevilla-Madrid, 1938-1942). Allo studio e alla catalogazione di quest’ultima, riscattata dall’oblio con il suo ragguardevole patrimonio documentale, è dedicata una sezione consistente del lavoro, che consegna risultati inediti e apre nuove prospettive di studio e ricerca. [a cura dell'autore]
XI n.s.
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SURDI, ELENA. "Antonio Rubino tra le pagine dei periodici per ragazzi: un artista ironico nel periodo fascista." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1670.

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Abstract:
Lo scrittore ed illustratore Antonio Rubino (1880-1964) fu artista di rilievo nel panorama letterario infantile del Novecento, prolifico nell’ideare opere connotate da forte ironia e da soluzioni espressive multimediali. La ricerca dà risalto a quanto pubblicato dall’artista sanremasco sulle pagine dei periodici per ragazzi nella prima metà del XX secolo, settore ad oggi privo di uno studio sistematico. Si tratta di un punto di vista favorevole a far emergere i contenuti trasmessi dall’autore al destinatario infantile, nonché a fare luce sul controverso rapporto con il fascismo e a tratteggiare l’evoluzione multimediale della sua produzione per l’infanzia. La definizione di una poetica rubiniana, che colga le matrici artistiche e le peculiarità ironiche della sua arte, conduce ad una riflessione educativa che interroghi la responsabilità assunta da Rubino nei confronti dell’infanzia lettrice.
The writer and illustrator Antonio Rubino (1880-1964) was a significant artist in the children’s literary panorama of the twentieth century. His works are connoted by strong irony and multimedia expressive solutions. This research is focused on Rubino’s works edited on children’s periodicals in the first half of the 20th century, a field that hasn’t been systematically studied yet by critics. This ideal point of view highlights the contents transmitted by the author to the young reader, underlines the relationship between the artist and the fascism and delineates the multimedia evolution of his children’s production. The analysis of the Rubino’s artistic thought, influenced by the contemporary trends, shows the peculiarities of his ironic style. It also guides to an educative consideration that examines the responsibilities of the author for young readers.
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SURDI, ELENA. "Antonio Rubino tra le pagine dei periodici per ragazzi: un artista ironico nel periodo fascista." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1670.

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Abstract:
Lo scrittore ed illustratore Antonio Rubino (1880-1964) fu artista di rilievo nel panorama letterario infantile del Novecento, prolifico nell’ideare opere connotate da forte ironia e da soluzioni espressive multimediali. La ricerca dà risalto a quanto pubblicato dall’artista sanremasco sulle pagine dei periodici per ragazzi nella prima metà del XX secolo, settore ad oggi privo di uno studio sistematico. Si tratta di un punto di vista favorevole a far emergere i contenuti trasmessi dall’autore al destinatario infantile, nonché a fare luce sul controverso rapporto con il fascismo e a tratteggiare l’evoluzione multimediale della sua produzione per l’infanzia. La definizione di una poetica rubiniana, che colga le matrici artistiche e le peculiarità ironiche della sua arte, conduce ad una riflessione educativa che interroghi la responsabilità assunta da Rubino nei confronti dell’infanzia lettrice.
The writer and illustrator Antonio Rubino (1880-1964) was a significant artist in the children’s literary panorama of the twentieth century. His works are connoted by strong irony and multimedia expressive solutions. This research is focused on Rubino’s works edited on children’s periodicals in the first half of the 20th century, a field that hasn’t been systematically studied yet by critics. This ideal point of view highlights the contents transmitted by the author to the young reader, underlines the relationship between the artist and the fascism and delineates the multimedia evolution of his children’s production. The analysis of the Rubino’s artistic thought, influenced by the contemporary trends, shows the peculiarities of his ironic style. It also guides to an educative consideration that examines the responsibilities of the author for young readers.
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Sessolo, Federico <1994&gt. "America opaca. Il mito italiano degli Stati Uniti dalle origini alla fine del fascismo (1850-1942)." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13744.

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Abstract:
La tesi magistrale si propone di analizzare la nascita e l'evoluzione letteraria del mito americano in Italia. Prendendo come data di partenza il 1850, data di pubblicazione del primo romanzo italiano ambientato negli Usa, la ricerca mette in evidenza le radici storiche del mito, soffermandosi in particolare sull'esperienza fascista.
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PINELLO, Ambra. "SCRITTURA LETTERARIA E STAMPA DI REGIME NELLA RIVISTA BILINGUE ITALO-SPAGNOLA LEGIONI E FALANGI/LEGIONES Y FALANGES (1940-1943)." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2020. http://hdl.handle.net/10447/394667.

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Abstract:
Il presente studio prende le mosse dalla considerazione preliminare secondo la quale mediante l’analisi dei modelli culturali ideologicamente orientati di una determinata epoca è possibile promuovere un processo di autocritica e, conseguentemente, di riappropriazione e ricodifica di un patrimonio collettivo in grado di favorire una più consapevole produzione e una più partecipativa ricezione dei discorsi fondamentali nell’era della cosiddetta post-truth. Oggetto della ricerca è la scrittura letteraria nella rivista bilingue Legioni e Falangi. Rivista d’Italia e di Spagna/Legiones y Falanges. Revista mensual de Italia y de España, che si pubblica parallelamente, in Italia e in Spagna, tra il 1940 e il 1943 e rappresenta un esempio paradigmatico del ruolo svolto dalla stampa come arma di lotta a servizio della manipolazione ideologica. Infatti, con l’esplicito intento di divulgare e sostenere la dottrina politica comune ai due Paesi, plasmandone i paradigmi culturali, la rivista ingloba, al suo interno, un gran numero di articoli che si discostano dai contenuti politici e cronachistici, focalizzandosi su teatro, cinema, arte e, soprattutto, letteratura. L’ampia sezione letteraria, concepita, in primo luogo, come veicolo propagandistico, si arricchisce di contributi creativi che, in una costante ibridazione di generi e tendenze, si fanno espressione latente di possibili spazi di dissidente conflittualità. Focalizzandosi sui contributi letterari, pertanto, si mette pienamente a fuoco il processo di assimilazione che il sistema egemonico tenta costantemente di realizzare per aggiudicarsi, tramite l’adesione – reale o apparente, cosciente o incosciente – degli intellettuali tradizionalmente non omologati ad alcuna una lettura politica, il consenso del pubblico di lettori e della massa nel suo complesso. Per interpretare la realtà poliedrica della scrittura letteraria all’interno della rivista, l’analisi dei testi è svolta adottando un approccio metodologico olistico e trasversale, in grado di coniugare parametri teorici provenienti dalla narratologia, dai Media Studies e dagli Studi Culturali. In definitiva, prendendo le distanze dalle letture critiche tradizionali, il presente lavoro si prefigge di offrire un’interpretazione alternativa della produzione letteraria spagnola presente sulla stampa di regime degli anni Quaranta, svelandone i dissidi irrisolti non solo sul piano individuale, bensì in relazione al meccanismo pervasivo di controllo della cultura svolto dal sistema dominante.
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Varcin, Élise. "Mussolini et la littérature, du socialisme au fascisme." Thesis, Lyon, 2019. http://www.theses.fr/2019LYSEN057.

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Abstract:
Cette thèse porte sur le rapport de Benito Mussolini (1883-1945) à la littérature depuis ses années de formation jusqu’à la fin de sa carrière politique.À partir d’un riche corpus de textes sélectionnés au sein de l’Opera omnia di Benito Mussolini en 44 volumes, elle contextualise et examine, d’une part, les réflexions sur la littérature que Mussolini mène dans des écrits de nature variée (essais critiques, comptes rendus d’ouvrages, discours aux intellectuels, articles de politique culturelle) et, d’autre part, les textes dans lesquels il s’essaie lui-même à la littérature (poèmes, nouvelles, romans, pièces de théâtre).La première partie de cette thèse propose à la fois une reconstruction du parcours intellectuel et politique de Mussolini jusqu’à son arrivée au pouvoir en 1922 – en portant une attention particulière à sa formation culturelle et littéraire – et une étude de la place qu’il accorde à la littérature et à la culture pendant le régime fasciste. Dans la seconde partie, l’analyse littéraire et stylistique des textes « littéraires » de Mussolini, mise en lien avec ses principales conceptions de la littérature et du rôle de l’écrivain qui ressortent des réflexions théoriques conduites tout au long de sa carrière politique, permet de mieux comprendre la fonction qu’il attribue à la littérature dans son projet totalitaire de création d’une nouvelle civilisation fasciste
This thesis explores the relationship of Benito Mussolini (1883-1945) with literature from his youth to the end of his political career.Based on a large corpus of documents selected from the 44-volume “Opera omnia di Benito Mussolini”, this work analyzes and contextualizes, on the one hand, the reflections on literature which Mussolini develops in writings of various nature (short essays, reviews, speeches addressed to intellectuals, newspaper articles outlining his cultural politics) and, on the other, his own attempts at literary writing (which include poems, short stories, novels and theatre pieces).The purpose of the first part of the thesis is at once to reconstruct Benito Mussolini’s intellectual and political career until he rose to power in 1922 - drawing special attention to his cultural and literary education – and to study the place which he assigns to literature and to culture during the fascist regime.The second part combines the literary and stylistic analysis of Mussolini’s “literary” texts with his fundamental conceptions of literature and of the social role of the writer which can be drawn from his reflections throughout his political career to offer a better understanding of the function which he attributes to literature within his totalitarian project of a new fascist civilization
Questa tesi verte sul rapporto di Benito Mussolini (1883-1945) con la letteratura, dai suoi anni di formazione fino alla fine della sua carriera politica.A partire da un vasto corpus di testi selezionati tra i 44 volumi dell’Opera omnia di Benito Mussolini, essa contestualizza e analizza, da una parte, le riflessioni sulla letteratura che Mussolini sviluppa in scritti di varia natura (saggi critici, recensioni, discorsi agli intellettuali, articoli di politica culturale) e, dall’altra, i testi nei quali si cimenta in prima persona nella scrittura letteraria (poesie, novelle, romanzi, opere teatrali).La prima parte di questo lavoro propone al contempo una ricostruzione del percorso intellettuale e politico di Mussolini fino all’ascesa al potere del 1922 – rivolgendo un’attenzione particolare alla sua formazione culturale e letteraria – e uno studio dello spazio che accorda alla letteratura e alla cultura durante il regime fascista. Nella seconda parte, l’analisi letteraria e stilistica dei testi “letterari” di Mussolini, considerata alla luce delle principali concezioni della letteratura e del ruolo dello scrittore che emergono dalle riflessioni teoriche che sviluppò lungo la sua carriera politica, consente di comprendere meglio la funzione che attribuisce alla letteratura nel suo progetto totalitario di creazione di una nuova civiltà fascista
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Condorelli, Carla Evelina Elisa. "Editoria per ragazzi, strumento di educazione linguistica. L italiano letto e ascoltato dai bambini della fascia 5-7 anni." Doctoral thesis, Università di Catania, 2017. http://hdl.handle.net/10761/3680.

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Abstract:
Il presente studio indaga il ruolo svolto dalla letteratura per l infanzia e per ragazzi nella didattica, nell acquisizione e nell apprendimento dell italiano come prima lingua, in particolare in ambito extrascolastico. I libri per bambini e per ragazzi, (insieme ai libri di scuola, ai programmi televisivi, ai cartoni animati, alle canzoncine e filastrocche, alle ninna nanne) si configurano infatti come fonti importanti di input linguistico per i bambini in età prescolare e scolare. Essi rappresentano un punto di osservazione fondamentale non solo per conoscere i processi sociologici attraverso i quali la società italiana ha veicolato (e continua a veicolare) i propri modelli culturali, ma anche per individuare la norma linguistica di riferimento e gli schemi di didattica della lingua materna, nel nostro caso l italiano. Indagando la naturale inclinazione pedagogica, e in molti casi la programmaticità esplicita, del segmento editoriale dedicato all infanzia, il lavoro mostra la doppia identità connaturata alle opere destinate ai bambini: narrare e formare. In quest ottica, ma con un occhio attento in particolare all asse educativo destinato alla componente linguistica, abbiamo osservato in diacronia e in sincronia la produzione editoriale per bambini e ragazzi per scoprire la coscienza del delicato compito glottodidattico rivestito dalle queste opere. Partendo dagli importanti dati forniti da Lessico elementare di Marconi/Ott/Pesenti/Rati/Tavella (1994), lo studio si è focalizzato sui repertori di fiabe presenti nelle proposte editoriali, non solo a stampa, ma anche tra cinema e tv. Concentrandosi in particolare sulle fiabe di Perrault, dalla traduzione di Carlo Collodi alle edizioni Disney, è stato infine elaborato un itinerario glottodidattico incentrato sulla fiaba, sulla lingua della fiaba e in particolare sull uso dei pronomi personali. L itinerario, che si fonda su un metodo induttivo/deduttivo (Esperimenti grammaticali di Lo Duca, 2005) può essere modulato per diverse fasce d età con finalità e obiettivi diversi a seconda del destinatario specifico dell intervento didattico.
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8

Ditadi, Federica. "Hollywood di carta. L'americanismo nei reportages italiani degli anni Trenta." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2016. http://hdl.handle.net/11577/3424470.

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Abstract:
My dissertation aims at retracing the concept of the United States within the Italian panorama during the 30’s through the sampling of four reportages: Mario Soldati’s America primo amore (1935), Giuseppe Antonio Borgese’s Atlante americano (1936), Alberto Moravia’s Stati Uniti. 1936 (1939), and Emilio Cecchi’s America amara (1939). The focus of the study is the heterogeneous genre of reportage: works are analyzed thematically and, in chapter 3, as if they were only one text drawn by a general “reporter”, spokesman of the Italian imagination with its stereotypes and system of alienation. By using the literary discourse as a research tool so as to highlight the imaginative system of a community, this study can be placed amongst imagology, history of literature about travels and cultural studies. Thus America becomes a spatial metaphor of precocious modernity. It also stands for the first approach Italian intellectuals had towards consumerism. Over the economic crisis of 1929, this scenario becomes even more complex and bleary due to different ways through which mass society could unfold within Fascist Italy
Questa tesi ha come obiettivo la ricostruzione dell’immagine degli Stati Uniti nell’Italia degli anni Trenta attraverso la campionatura di quattro reportages: America primo amore (1935) di Mario Soldati, Atlante americano (1936) di Giuseppe Antonio Borgese Stati Uniti. 1936 (1939) di Alberto Moravia e America amara (1939) di Emilio Cecchi. Le opere vengono analizzate da un punto di vista tematico e, limitatamente al Capitolo III, come se fossero un unico testo, prodotto da un generico “reporter”, portavoce dell’immaginario italiano. Adottando un orizzonte di studi a cavallo tra l’imagologia, la storia della letteratura odeporica e gli Studi culturali, questo lavoro fa della scrittura letteraria uno strumento di indagine capace di far emergere gli stereotipi e i dispositivi di straniamento propri dell’immaginario collettivo. L’America diventa una metafora spaziale della precoce modernizzazione e del primo contatto degli intellettuali italiani con la cultura dei consumi; quadro reso ancora più complesso, a cavallo della Crisi del ’29, dalle diverse modalità con cui la nascente società di massa era rilevata nell’Italia fascista.
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PAGLIARULO, CARLA. "I. Giordani, uomo di lettere e di cultura, e l'ideale di un «cristianesimo integrale»: alcuni carteggi indediti." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1795.

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Abstract:
La tesi ha lo scopo di inquadrare Giordani nel contesto del mondo culturale cattolico tra le due guerre e di approfondire la sua proposta di «cristianesimo integrale» come soluzione alla crisi che negli anni Venti e Trenta viziò il mondo economico, il sistema politico e lo scenario culturale, a livello di principi fondamentali, di valori. Per questo si è dato assoluto rilievo ai rapporti di Giordani con molti intellettuali suoi contemporanei e con varie istituzioni culturali cattoliche. Il testo segue dapprima un indirizzo biografico, che permette di ripercorrere la vita di Giordani dalla giovinezza, segnata dalla guerra e dall’esperienza al fronte, alla sua serena fine, nel 1980. Si tratta di una testimonianza di come la sua conseguenzialità tra fede e opere abbia inciso negli ambienti che lo hanno visto protagonista, tanto che è stato avviato per lui il processo di beatificazione. La ricerca è stata condotta tenendo conto degli scritti di Giordani e della storiografia precedente, ma soprattutto utilizzando numerosi materiali d’archivio. In particolare i carteggi privati aiutano a ricostruire l’operato di Giordani a favore dell’impegno degli intellettuali cattolici negli anni oscuri del fascismo e la sua indefessa attività per la realizzazione di un nuovo umanesimo. Altro spazio è stato riservato ai rapporti maturati da Giordani con due esponenti del mondo cattolico italiano di quel periodo, ovvero Giovanni Papini e Piero Bargellini.
This dissertation aims at setting Igino Giordani within the broader framework of the catholic cultural environment between the two world wars. It focuses on his proposal of an «integral Christianity» as a solution to the recession which threatened the fundamental values and principles of the economy, politics and culture during the 1920's and 1930's. This is the reason why the relationships between Giordani and many of his colleagues and cultural catholic institutions have been studied in depth. The work starts with a biography, underlining how Giordani's youth has been affected by the war and the experience as a soldier, up to his peaceful death, in 1980. His life shows how the consistency of his actions with his faith made him an influent personality in his working environments, to the point that the beatification process has begun. The research is based on Giordani's writings and on the previous historiography, but the most important source is constituted by a large number of archive documents. Particularly, Giordani's private correspondence has been very useful in understanding how he acted in order to support the engagement of the catholic intellectuals during the dark fascist age and his endless activity in order to build a new humanism. The work also focuses on the relationships between Giordani and two members of the Italian catholic world of the time: Giovanni Papini and Piero Bargellini.
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PAGLIARULO, CARLA. "I. Giordani, uomo di lettere e di cultura, e l'ideale di un «cristianesimo integrale»: alcuni carteggi indediti." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1795.

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Abstract:
La tesi ha lo scopo di inquadrare Giordani nel contesto del mondo culturale cattolico tra le due guerre e di approfondire la sua proposta di «cristianesimo integrale» come soluzione alla crisi che negli anni Venti e Trenta viziò il mondo economico, il sistema politico e lo scenario culturale, a livello di principi fondamentali, di valori. Per questo si è dato assoluto rilievo ai rapporti di Giordani con molti intellettuali suoi contemporanei e con varie istituzioni culturali cattoliche. Il testo segue dapprima un indirizzo biografico, che permette di ripercorrere la vita di Giordani dalla giovinezza, segnata dalla guerra e dall’esperienza al fronte, alla sua serena fine, nel 1980. Si tratta di una testimonianza di come la sua conseguenzialità tra fede e opere abbia inciso negli ambienti che lo hanno visto protagonista, tanto che è stato avviato per lui il processo di beatificazione. La ricerca è stata condotta tenendo conto degli scritti di Giordani e della storiografia precedente, ma soprattutto utilizzando numerosi materiali d’archivio. In particolare i carteggi privati aiutano a ricostruire l’operato di Giordani a favore dell’impegno degli intellettuali cattolici negli anni oscuri del fascismo e la sua indefessa attività per la realizzazione di un nuovo umanesimo. Altro spazio è stato riservato ai rapporti maturati da Giordani con due esponenti del mondo cattolico italiano di quel periodo, ovvero Giovanni Papini e Piero Bargellini.
This dissertation aims at setting Igino Giordani within the broader framework of the catholic cultural environment between the two world wars. It focuses on his proposal of an «integral Christianity» as a solution to the recession which threatened the fundamental values and principles of the economy, politics and culture during the 1920's and 1930's. This is the reason why the relationships between Giordani and many of his colleagues and cultural catholic institutions have been studied in depth. The work starts with a biography, underlining how Giordani's youth has been affected by the war and the experience as a soldier, up to his peaceful death, in 1980. His life shows how the consistency of his actions with his faith made him an influent personality in his working environments, to the point that the beatification process has begun. The research is based on Giordani's writings and on the previous historiography, but the most important source is constituted by a large number of archive documents. Particularly, Giordani's private correspondence has been very useful in understanding how he acted in order to support the engagement of the catholic intellectuals during the dark fascist age and his endless activity in order to build a new humanism. The work also focuses on the relationships between Giordani and two members of the Italian catholic world of the time: Giovanni Papini and Piero Bargellini.
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FEDERICO, LUCA. "L'apprendistato letterario di Raffaele La Capria." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2020. http://hdl.handle.net/11567/1005664.

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Abstract:
Superati «novant’anni d’impazienza» e dopo un lungo periodo votato all’autocommento e all’esplorazione delle proprie intenzioni, Raffaele La Capria ha raccolto le sue opere in due Meridiani curati da Silvio Perrella. La Capria ne ha celebrato l’uscita nella prolusione inaugurale di Salerno Letteratura, poi confluita nel breve autoritratto narrativo "Introduzione a me stesso" (2014). In questa sede, l’autore è tornato su alcuni punti essenziali della sua riflessione sulla scrittura, come la relazione, reciproca e ineludibile, fra tradizione e contemporaneità. All’epilogo del «romanzo involontario» di una vita, La Capria guarda retrospettivamente alla propria esperienza come ad un’autentica educazione intellettuale. Perciò, muovendo da un’intervista inedita del 2015, riportata integralmente in appendice, la tesi ha l’obiettivo di ricostruire l’apprendistato letterario di La Capria dai primi anni Trenta, quando l’autore ancora frequentava il ginnasio, fino all’inizio dei Sessanta, quando ottenne il premio che ne avrebbe assicurato il successo. Il percorso, che riesamina l’intera bibliografia lacapriana nella sua varietà e nella sua stratificazione, si articola in una serie di fasi interdipendenti: la partecipazione indiretta alle iniziative dei GUF (intorno alle riviste «IX maggio» e «Pattuglia»); l’incursione nel giornalismo e l’impegno culturale nell’immediato dopoguerra (sulle pagine di «Latitudine» e di «SUD»); l’attività di traduttore dal francese e dall’inglese (da André Gide a T.S. Eliot); l’impiego alla RAI come autore e conduttore radiofonico (con trasmissioni dedicate a Orwell, Stevenson, Saroyan e Faulkner); la collaborazione con «Il Gatto Selvatico», la rivista dell’ENI voluta da Enrico Mattei e diretta da Attilio Bertolucci; e le vicende editoriali dei suoi primi due romanzi, “Un giorno d’impazienza” (1952) e “Ferito a morte” (1961), fino alla conquista dello Strega. La rilettura dell’opera di uno scrittore semi-autobiografico come La Capria, attraverso il costante riscontro di fonti giornalistiche, testimonianze epistolari e documenti d’archivio che avvalorano e occasionalmente smentiscono la sua versione dei fatti, diventa allora un’occasione per immergersi nella sua mitografia personale e avventurarsi in territori finora poco esplorati: come la ricostruzione del suo profilo culturale, a partire dal milieu in cui La Capria vive e opera, o l’incidenza delle letture e delle esperienze giovanili sulla sua prassi letteraria.
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BRIGADOI, COLOGNA DANIELE. "L'immigrazione cinese nell'Italia fascista." Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11573/1182478.

Full text
Abstract:
Sulla base di un'estesa ricerca d'archivio, svolta sia archivi nazionali e locali sia in Italia che in Cina, si sono ricostruite e documentate le origini del principale fenomeno migratorio cinese radicatosi in Italia e in altri paesi dell'Europa continentale a partire dagli anni Venti del Novecento, quello dei migranti originari dell'entroterra di Wenzhou, nella regione costiera del Zhejiang. Alla ricerca d'archivio si è affiancata una ricerca sul campo nei villaggi d'origine degli emigranti cinesi in Cina, con la consultazione degli archivi storici locali e dei registri genealogici dei principali lignaggi protagonisti della migrazione. La documentazione raccolta, in massima parte inedita, ha consentito di compendiare la letteratura di riferimento in cinese e in altre lingue esistente sulle origini dell'immigrazione cinese in Europa facendo luce sul caso italiano, finora relativamente poco conosciuto. Dato che questa migrazione si è sviluppata e radicata nel contesto nazionale durante il regime fascista, il punto di partenza per la ricerca è stata la ricostruzione dell'identità delle persone cinesi insediatesi in Italia a partire dalla documentazione che il regime raccolse ai fini del controllo dei cinesi residenti sul territorio del Regno e, durante la Seconda guerra mondiale, ai fini dell'internamento di buona parte di loro in campi di concentramento. Nel corso della ricerca d'archivio è stato possibile reperire un certo numero di lettere scritte dagli internati, la cui traduzione ha permesso di comprendere meglio diversi aspetti della loro prigionia e delle loro vicissitudini precedenti all'internamento. Sulla scorta della ricerca svolta, si è potuto dimostrare che le migrazioni successive dal Zhejiang verso l'Italia del dopoguerra si sono innestate su quelle di una o due generazioni prima, coinvolgendo persone originarie dei medesimi villaggi, e appartenenti ai medesimi lignaggi, di chi era emigrati prima della Seconda guerra mondiale. Malgrado buona parte dei cinesi presenti in Italia al termine del secondo conflitto mondiale abbia scelto di essere rimpatriata nel 1946, un centinaio circa di loro scelse di rimanere, sposandosi con donne italiane e costituendo i principali nuclei della presenza cinese in Italia nei decenni a venire, soprattutto nelle città di Milano, Bologna, Genova, Torino, Roma e Firenze. Filo conduttore della ricostruzione storica sono non soltanto i documenti d'archivio, ma anche una ricca scelta di articoli di giornale tratti soprattutto dalle pagine di due quotidiani a tiratura nazionale: Il Corriere della Sera di Milano e la Stampa di Torino. L'identificazione di oltre il 60% dei cinesi internati in campi di concentramento ha permesso il riscontro puntuale e preciso con le fonti d'archivio cinesi, consentendo l'individuazione dei villaggi di provenienza e anche di formulare alcune ipotesi rispetto alle dinamiche migratorie e di costruzione d'impresa. La formazione delle prime attività economiche gestite da imprenditori cinesi è stata documentata a partire dai dati dell'archivio storico della Camera di Commercio di Milano, consentendo di tratteggiare la fisionomia del primo distretto etnico della lavorazione della finta pelle nel capoluogo lombardo. Alcuni tratti caratteristici del modello imprenditoriale cinese degli anni Trenta e Quaranta si preserveranno sostanzialmente intatti fino agli anni Ottanta, quando si riattiveranno pienamente i flussi migratori dal Zhejiang all'Europa.
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Kowalik, Katarzyna. "La realtà dell’Italia post-unitaria nelle opere di Alfredo Oriani. L’analisi storicoletteraria del caso della ricezione di un autore preteso dal regime politico." Phd diss., 2021. http://hdl.handle.net/11089/37718.

Full text
Abstract:
Rozprawa doktorska La realtà dell’Italia post-unitaria nelle opere di Alfredo Oriani. L’analisi storicoletteraria del caso della ricezione di un autore preteso dal regime politico [Rzeczywistość Włoch pozjednoczeniowych w dziełach Alfreda Orianiego. Analiza historycznoliteracka przypadku recepcji autora zawłaszczonego przez reżim polityczny], napisana pod kierunkiem prof. Tomasza Kaczmarka oraz prof. Marii Teresy Girardi w ramach umowy co-tutelle pomiędzy Uniwersytetem Łódzkim a Katolickim Uniwersytetem „Sacro Cuore” w Mediolanie, podejmuje rzadko opisywany do tej pory na gruncie studiów italianistycznych temat wyjątkowego zjawiska w dziejach literatury włoskiej, jakim była ewoluująca recepcja twórczości pisarza, dziennikarza i historyka Alfreda Orianiego (Faenza, 1852 – Casola Valsenio, 1909). Mało znany nawet wśród włoskich czytelników i nieczęsto wspominany w podręcznikach literatury, ignorowany przez krytykę literacką w trakcie swojego życia, zmuszany do wydawania kolejnych tekstów za własne środki i w nielicznych recenzjach określany jako twórca obsceniczny i grafoman, w okresie dwudziestolecia międzywojennego został otoczony kultem prekursora ideologii faszystowskiej i dzięki osobistemu zaangażowaniu Benita Mussoliniego wywyższony do rangi jednego z najwybitniejszych literatów w historii Włoch. W rozprawie podjęte zostały dwa wątki. Pierwszy z nich stanowi analiza pięciu powieści Orianiego pod kątem ukazanego w nich obrazu włoskiej rzeczywistości po 1861 r. Drugim poruszanym w pracy zagadnieniem jest niezwykły literacki casus pisarza, którego zmieniająca się na przestrzeni dziesięcioleci recepcja silnie powiązana była z przywłaszczeniem sobie jego dorobku przez reżim faszystowski, poszukujący intelektualnych podstaw dla swojej ideologiczno-politycznej działalności. Założenia metodologiczne dysertacji opierają się na refleksji na temat pozycji autora w recepcji dzieła literackiego i kwestii intencjonalności w jego interpretacji.
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BARRALE, Natascia. "LA PRASSI TRADUTTORIA DELLA NARRATIVA TEDESCA NELL’ITALIA DEGLI ANNI TRENTA." Doctoral thesis, 2010. http://hdl.handle.net/10447/73239.

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DE, MARINO TIZIANO. "H.G. Wells and the empire: the artist and the intellectual." Doctoral thesis, 2021. http://hdl.handle.net/11573/1567936.

Full text
Abstract:
"H.G. Wells and the Empire: The Artist and the Intellectual" aims to reconstruct H.G. Wells’s (1866-1946) artistic engagement in relation to the power politics of imperialism. The thesis takes into account the vast fictional and non-fictional output of the author, averagely from the age of New Imperialism to the adjacent rise of the first totalitarian movement in Italy in the 1920s. The present work will reveal Wells’s ambivalent and revolutionary standing in the British Empire, while also exploring his anti-fascist crusade. Literary criticism, I contend, has long neglected this crucial intellectual aspect of Wells’s career. Since Bernard Bergonzi’s pioneering study "The Early H.G. Wells: A Study of the Scientific Romances" (1961), critical focus has been extensively devoted to Wells’s evolutionary thinking, establishing a canon which largely obscures Wells’s magnitude in terms of political commitment. For decades, only the early corpus of the British writer has been taken into serious critical consideration (1890-1899); criticism, as consequence, has overlooked Wells’s artistic position in British culture of the past century. Only rapidly mentioned in Raymond Williams’s seminal "Culture and Society" (1958), Wells was probably the most famous and influential intellectual on the planet in the first half of the twentieth century; however, after his death, Wells has incurred a progressive critical oblivion. The emergence of post-colonial studies in the 1970s, equally, have paradoxically disregarded Wells’s artistic and intellectual prominence in European imperial culture. "H.G. Wells and the Empire" purports to fill this cultural gap, by historicizing the author’s public activity in the context of imperialism.
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