Journal articles on the topic 'Letteratura di guerra'

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Pagliarulo, Diego. "Dal Golfo all'Iraq: Il conflitto fra gli Stati Uniti e il regime di Saddam Hussein nell'analisi di studiosi, politici e giornalisti." MONDO CONTEMPORANEO, no. 1 (July 2012): 133–58. http://dx.doi.org/10.3280/mon2012-001006.

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Abstract:
La guerra d'Iraq del 2003 viene spesso interpretata come una diretta e inevitabile conseguenza della guerra del Golfo del 1991. Sembra d'altra parte possibile considerare i due conflitti anche come eventi differenti che, pur mostrando alcune significative analogie, non sono legati da una relazione di automaticitŕ. L'esame della letteratura attualmente disponibile in relazione alle due guerre permette di evincere i meriti e i limiti di entrambe le interpretazioni. In ultima analisi, tuttavia, l'autore di questo saggio ritiene piů appropriato considerare le due guerre come due eventi non legati da un nesso di automaticitŕ.
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Barbieri, Michele. "Guerra, politica, letteratura in Foscolo e Clausewitz." DILEF. Rivista digitale del Dipartimento di Lettere e Filosofia, no. 1 (March 23, 2022): 66–87. http://dx.doi.org/10.35948/dilef/2022.3288.

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Abstract:
AbstractLa generazione di Foscolo e di Clausewitz assistette in un quarto di secolo all’avvicendamento di una decina di costituzioni, si assoggettò o si ribellò a vari cambi di sovranità o di regime, e si spense infine in un regime di sovranità coatta. Hölderlin ne impazzì, mentre essi non conobbero il successo personale, nel doppio significato del riconoscimento pubblico e del raggiungimento dei propri scopi letterari ultimi. Caos e catastrofe non furono soltanto nozioni astratte, bensì esperienza e spettacolo. L’esperienza si narra, allo spettacolo si assiste o lo si immagina. In a quarter of a century, the generation of Foscolo and Clausewitz witnessed the advancement of a dozen constitutions, subjected or rebelled to various changes of sovereignty or regime, and finally died out in a regime of forced sovereignty . Hölderlin went mad, while they did not know personal success, in the double meaning of public recognition and the achievement of their ultimate literary goals. Chaos and catastrophe were not just abstract notions, but experience and spectacle. The experience is told, the spectacle is witnessed or imagined.
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Bandelli, David. "Vita sul fronte : convergenze e divergenze letterarie di due diari di guerra : Carlo Salsa e Andrej Čebokli." Acta Neophilologica 37, no. 1-2 (December 1, 2004): 123–39. http://dx.doi.org/10.4312/an.37.1-2.123-139.

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Abstract:
Il presente contributo tratta due testi della letteratura italiana e slovena, nati durante la prima guerra mondiale, entrambi direttamente provenienti daile linee del fronte, ma da parti belliche opposte. Paragona le loro convergenze e divergenze e cerca di mostrare la loro comune provenienza dal Zeitgeist europeo del tempo. Cerca inoltre di dimostrare come entrambi i lavori, pur di diversa forma, possano entrambi far parte della cosiddetta letteratura memoaristica o diaristica.
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Castaldo, Antonino. "Democratizzazione e sistemi partitici. Il caso della Repubblica federale tedesca." MONDO CONTEMPORANEO, no. 1 (June 2011): 115–47. http://dx.doi.org/10.3280/mon2011-001005.

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Abstract:
La nascita e la strutturazione dei sistemi partitici e, soprattutto, la loro importanza nei processi di democratizzazione sono da tempo oggetto di discussione nella letteratura internazionale. In questo saggio si analizza il processo di istituzionalizzazione del sistema partitico della Germania federale subito dopo la fine della seconda guerra mondiale. Sulla base di una serie di indicatori empirici tratti dalla letteratura, l'autore dimostra che questo sistema partitico appare pienamente strutturato a partire quantomeno dal 1957. Successivamente, si concentra l'attenzione su attori, fasi, strategie e motivazioni in grado di spiegare il processo di stabilizzazione del sistema partitico considerato. Infine, si valuta il peso che tale stabilizzazione ha avuto nel consolidamento democratico della Germania federale, giungendo a sostenere che il peso dei partiti e del sistema partitico č stato quanto mai consistente, alla luce della scarsa legittimazione di cui godevano le istituzioni democratiche tra la popolazione tedesca negli anni immediatamente successivi alla fine della seconda guerra mondiale.
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Giunta, Angelo. "Il nazionalismo della letteratura britannica prima della Grande Guerra e l’esperienza dei War Poets." Studia Polensia 9, no. 1 (November 24, 2020): 65–86. http://dx.doi.org/10.32728/studpol/2020.09.01.04.

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Abstract:
L’immagine di un Regno Unito visto come Eden inconsapevole della tragedia che sta per lacerarlo è diffusa, ma piuttosto falsa. L’apparente serenità nasconde una violenza latente e gravi questioni interne e la guerra, quindi, non fa altro che accelerare un processo già in atto. Di tutta la letteratura inglese del Ventesimo secolo, la poesia di guerra sembra, sotto molti punti di vista, una “parentesi” all’interno del panorama letterario. La war poetry è il prodotto di un determinato periodo storico, sociale e culturale venutosi a formare nella Prima guerra mondiale. Tra i migliori poeti della Grande Guerra troviamo Rupert Brooke, Wilfred Owen e Siegfried Sassoon. Il fatto che molti poeti siano ufficiali – ma non alti ufficiali – permette loro di essere in contatto, a livello socio-culturale, con i ranghi elevati dell’esercito e, fisicamente, con i soldati semplici. In questo modo hanno una visione più ampia della realtà in trincea.
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ELGHARBI, Hamza. "L’impresa coloniale libica tra letteratura coloniale e stampa (The Libyan colonial enterprise between colonial literature and the press)." ALTRALANG Journal 2, no. 02 (December 31, 2020): 133–47. http://dx.doi.org/10.52919/altralang.v2i02.80.

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Abstract:
ABSTRACT: This article aims to analyze the war in Libya, also called the Italian-Turkish war from a historical, literary and journalistic point of view. To find out how colonial literature and the press of the 11th and 12th century presented the historical event, we decided to focus our work on two authors and two journalists. The colonial writers who have dedicated their works to the Libyan war are Enrico Corradini and Giovanni Pascoli, while the journalists are Renato Serra and Giuseppe Bevione. Colonial literature and the press contributed to the Libyan war with the task of spreading colonial consciousness and nationalism in Italian society RIASSUNTO: Il presente articolo mira ad analizzare la guerra di Libia, detta anche la guerra italo-turca da punto di vista storico letterario e giornalistico. Per saper come la letteratura coloniale e la stampa degli anni 11 e 12 del Novecento hanno presentato l’evento storico, abbiamo deciso di concentrare il nostro lavoro su due autori e su due giornalisti. Gli scrittori coloniali che hanno dedicato le loro opere alla guerra di Libia sono Enrico Corradini e Giovanni Pascoli, invece i giornalisti sono Renato Serra e Giuseppe Bevione. La letteratura coloniale e la stampa hanno contribuito alla guerra di Libia con il compito di diffondere la coscienza coloniale e il nazionalismo nella società italiana.
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Guardiani, Francesco. "Francesco Mastriani: Due Capitoli di Storia e di Letteratura di Napoli e d’Italia." Revista de Italianística, no. 25 (June 7, 2013): 75. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i25p75-97.

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Abstract:
Apresentam-se aqui dois romances históricos de Francesco Mastriani (1819-1891), que mostram claramente o ponto de vista de muitos intelectuais após a unificação da Itália. Em particular: o primeiro romance, La figlia del croato (1867), descreve a resposta entusiástica pela anexação do Vêneto e de Veneza ao Novo Reino de Itália em consequência da terceira guerra de indipendência (1866); o segundo, Luigia Sanfelice / Due feste al mercato (1870 e 1876), esclarece, principalmente, a sensação de decepção e de desagrado provocado pelo ‘romance napolitano’ de Alexandre Dumas pai e corrige a perspectiva histórica de Dumas sobre os acontecimentos da Revolução Napolitana de 1799
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Munarini, Giuseppe. "Tragedia degli armeni negli anni della Grande Guerra. Storia, memoria, letteratura." Journal of Church History 2020, no. 1 (June 1, 2020): 18–40. http://dx.doi.org/10.24193/jch.2020.1.2.

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Abstract:
Riassunto: Questo articolo ha come base la conferenza fatta dal professore Giuseppe Munarini all’Istituto di Storia Ecclesiastica „Nicolae Bocșan” dell’Università Babeș-Bolyai di Cluj-Napoca, il 7 dicembre 2017. Giuseppe Munarini lavora da molti anni su argomenti di ricerca legati alla storia, cultura e vita religiosa degli armeni, i suoi contributi sono quindi noti sia in Italia che in Romania. Nel presente materiale viene realizzata una breve sintesi degli eventi di un secolo fa, negli anni della Prima Guerra Mondiale, quando uno dei più antichi popoli della storia europea fu sottoposto ad una politica sistematica di purificazione etnica di cui esito fu un’immane tragedia collettiva che soffrì la comunità armena della Turchia di allora. L’autore si sofferma prevalentemente sulla dimensione spirituale dell’identità di questo popolo e passa in rassegna, al contempo, numerosi contributi sul tema, apparsi soprattutto in Italia, dal campo della storiografia, memorialistica e letteratura.
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Monegato, Emanuele. "Segnalazioni/Informes/Rapports/Reports." Altre Modernità, no. 28 (November 30, 2022): 556–57. http://dx.doi.org/10.54103/2035-7680/19177.

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Abstract:
Alessandra Di Maio, La letteratura nigeriana in lingua inglese, Firenze, le Lettere, 2020, 144 pp. ISBN 978-889-366-1317 John K. Cooley, Una guerra empia, elèuthera edizioni, 2000, 400 pp. ISBN 888-506-042-0 Stefano Boni, Orizzontale e verticale. Le figure del potere, elèuthera edizioni, 2021, 280 pp. ISBN 883-302-120-3
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Prina, Federico. "«Amnesia in Fancy Dress»: il pageant in Between The Acts di Virginia Woolf e in Wigs on the Green di Nancy Mitford." ACME 74, no. 1 (November 26, 2021): 181–200. http://dx.doi.org/10.54103/2282-0035/16797.

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Abstract:
Il saggio si pone come obiettivo l’analisi della rievocazione storica, il pageant, e del suo significato all’interno di due romanzi inglesi dell’interwar period: Between the Acts (1941) di Virginia Woolf e Wigs on the Green (1935) di Nancy Mitford. Il pageant ha rivestito un ruolo di primo piano nell’Inghilterra degli anni compresi fra le due guerre, assurgendo a simbolo della tradizione inglese e della Englishness,e trovando, inoltre, un forte riscontro nella letteratura di quel periodo. In Between the Acts, la rievocazione storica messa in scena da Miss La Trobe nel cuore della campagna inglese, sul prato di Pointz Hall, è il riflesso del caos ineluttabile che contraddistingue la condizione umana nel mondo moderno e del profondo senso di solitudine e di isolamento della società inglese sull’orlo della Seconda Guerra Mondiale. Mitford utilizza invece il pageant come strumento per smascherare l’inconsistente ideologia nazionalista del fascismo inglese di quegli anni, considerata dalla scrittrice solo vuota retorica priva di uno scopo concreto, e rappresentata, in Wigs on the Green, dal personaggio di Eugenia Malmains, la più ricca ereditiera inglese – versione romanzesca della sorella della scrittrice, la fascista Unity Valkyrie – fervente sostenitrice di Captain Jack e delle Union Jackshirts, partito fascista immaginario basato sulla British Union of Fascists di Sir Oswald Mosley. Partendo da una breve introduzione del pageant e del ruolo che riveste nella letteratura inglese degli anni ’30, si passa poi alla sua contestualizzazione all’interno delle opere di queste due scrittrici, focalizzandosi, in particolare, sul significato che assume in relazione al quadro storico-politico, culturale e sociale.
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Kilibarda, Vesna. "TRADUZIONE MONTENEGRINA DELL’ODE PIEMONTE DI CARDUCCI CRNOGORSKI PREVOD KARDUČIJEVE ODE PIJEMONTU." Folia linguistica et litteraria XI, no. 30 (2020): 35–49. http://dx.doi.org/10.31902/fll.30.2020.2.

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Abstract:
Il presente contributo prende in esame le circostanze in cui nel 1896 fu pubblicata in Montenegro una traduzione dell'ode Piemonte di Carducci, che fino ad oggi è rimasta l'unica versione di questa poesia dal famoso poeta italiano presso gli Slavi del Sud. Inoltre, si tratta dell'unica traduzione dalla lingua italiana del professor Živko Dragović, uno dei pochi traduttori di letteratura italiana in Montenegro fino alla fine dell’Ottocento che non si era formato intellettualmente nelle Bocche di Cattaro o in Dalmazia, dove lingua, letteratura e cultura italiana erano presenti da secoli. La pubblicazione della traduzione dell'ode di Carducci che celebra la dinastia Savoia e la regione piemontese, da cui è stata avviata la lotta per l'unificazione dell'Italia, è legata all'annuncio del matrimonio della principessa montenegrina Jelena Petrovic Njegoš con l’erede al trono italiano Vittorio Emanuele di Savoia, ma anche all'idea del piemontismo montenegrino, che all’epoca era caldeggiata dall’ideologia dinastica e dall’opera poetica del principe montenegrino Nikola I. Nell’articolo approfondiamo anche altri rari contributi su Carducci pubblicati nei periodici montenegrini fino all'inizio della prima guerra mondiale.
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Alosco, Antonio. "Il percorso socialista di Gabriele D’Annunzio tra storia e letteratura." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 54, no. 1 (March 3, 2020): 377–90. http://dx.doi.org/10.1177/0014585820909283.

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Abstract:
La complessa personalità di Gabriele D’Annunzio, in una costante sincronica evoluzione della produzione letteraria con l’attivismo politico, ha attraversato un periodo – spesso dimenticato dai critici – di vicinanza alle idee socialiste. Attratto dalla vitalità e dalle idee progressiste della sinistra che rispondeva alle leggi liberticide e reazionarie di Pelloux, se ne fece influenzare sia nel periodo dell’impresa fiumana, che in una prima fase di contestazione al fascismo, appoggiando la sinistra radicale. Influssi dannunziani si ritrovano, in quel periodo, nel linguaggio adottato dall’ Avanti! e nell’apprezzamento che anche ambienti socialisti dimostrarono per l’opera letteraria del Vate. Dopo il 1906 le strade dei socialisti e di D’Annunzio si divaricarono fino a contrapporsi. D’Annunzio rilanciò le posizioni nazionalistiche e, al rientro in Italia dopo il soggiorno in Francia tra il 1904 e il 1915, condusse un’attività politica tradottasi, nelle fasi iniziali della Prima guerra mondiale, nel sostegno attivo dei movimenti interventisti, poi nella partecipazione attiva sul campo come “uomo d’arme”, e da ultimo nelle azioni postbelliche degli irredentisti. Le imprese “rivoluzionarie” del poeta affascinarono anche alcune frange del socialismo italiano e l’impresa di Fiume, realizzata in collaborazione con il socialista Alceste De Ambris, raccolse gli elogi di Lenin e produsse la Carta del Carnaro, costituzione che conteneva elementi avanzati di matrice socialista.
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Ellison, Ralph Waldo. "La funzione democratica del romanzo americano." SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no. 36 (January 2010): 101–10. http://dx.doi.org/10.3280/las2009-036008.

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Abstract:
- In questo saggio Ralph Ellison riflette sulla natura del romanzo e sullo stretto legame tra questa forma letteraria e la democrazia americana. La riflessione va a toccare alcuni temi di grande rilievo per la cultura statunitense: la delicata questione delle distinzioni sociali, il multiculturalismo, la ferita aperta dalla guerra civile, il rapporto con la letteratura europea e l'identitÀ nazionale. In tale panorama sconfinato, Ellison si sofferma sul ruolo dei romanzieri, che a suo parere va molto oltre l'intrattenimento dei lettori: chi scrive deve essere capace di interpretare una societÀ complessa, di creare attraverso l'immaginazione personaggi significativi per identitÀ e valori. Ai romanzieri č affidata quindi una grande responsabilitÀ: contribuire alla costruzione di "un'idea americana di America".
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Pignotti, Marco. "Populismo: una categoria storiografica controversa." Italianistica Debreceniensis 25 (March 29, 2020): 80–94. http://dx.doi.org/10.34102/itde/2019/5514.

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Abstract:
La nota nasce dalla necessità di realizzare un sondaggio sulla recente letteratura internazionale dedicata al populismo, partendo soprattutto dalle considerazioni contenute in The Populist Temptation di Eichengreen, e in Dal fascismo al populismo nella storia di Finchelstein, nonché dai risultati dell'Oxford Handbook of Populism di Oxford, a cura di Rovira Kaltwasser, Taggart, Ochoa Espejo e Ostiguy. Le riflessioni contrastanti registrate attorno a un fenomeno così dibattuto consentono di delineare gli elementi che giustificano l'introduzione di una categoria storiografica a sé stante e di proiettare alcune definizioni sull'intera storia del sistema politico italiano. L'intenzione di questa visione d'insieme è quella di costruire un catalogo delle varie interpretazioni del populismo emerse negli ultimi anni. È interessante notare che negli anni successivi alla seconda guerra mondiale fino ai giorni nostri, le pubblicazioni sul populismo sono state prodotte in modo discontinuo, rendendo l'argomento ancora più sfuggente e non classificabile.
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Pennisi, Giuseppe. "La valutazione economica dei sistemi educativi e formativi (con una particolare attenzione anche alla situazione della ‘crisi')." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 46 (April 2011): 43–58. http://dx.doi.org/10.3280/riv2010-046004.

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Abstract:
Questo articolo esamina il ruolo della valutazione economica di sistemi d'istruzione e di formazione alla luce dell'attuale crisi economica e finanziaria e delle pertinenti strategie per uscirne. In base alla letteratura sui "miracoli economici" successivi alla seconda guerra mondiale, l'articolo conferma che una valutazione attenta dei sistemi di istruzione e di formazione puň essere uno strumento potente per transitare a situazioni di "dopo crisi" e definire un percorso di crescita. Tuttavia la valutazione della formazione del capitale umano tramite istruzione e formazione non puň essere disgiunta da quella della sua utilizzazione, ossia dalla valutazione delle politiche del lavoro e della previdenza. La prassi corrente č di seguire metodologie, tecniche e procedure distinte per valutare la preparazione del capitale umano, da un canto, e la sua utilizzazione, dall'altro. L'articolo delinea due strategie possibili per giungere ad un metodo unificato di valutazione con le rispettive pertinenti tecniche e procedure.
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Sanz Simón, Carlos. "Los enemigos de la patria. La representación del otro durante la Guerra Civil Española en los textos escolares del fascismo italiano (1936-1943)." Historia y Memoria de la Educación, no. 12 (May 27, 2020): 333. http://dx.doi.org/10.5944/hme.12.2020.25928.

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Abstract:
The Spanish Civil War (1936-1939) was a battlefield that, although it developed nationally, had a scope and participation that crossed the borders of Spain. The rebel side enjoyed the help of two foreign powers in challenging the Second Republic: Nazi Germany and Fascist Italy. It would be precisely the latter that would invest a greater economic and logistical effort, due to how Mussolini saw in Spain a possible Mediterranean ally, one akin to his model of Italian fascism. The present investigation attempts to discover how the enemy – in this case the Republican side – was represented in the school textbooks of the last years of the Duce's dictatorship in Italy. The texts were consulted in the Centro di documentazione e ricerca sulla storia del libro scolastico e della letteratura per l’infanza - Museo Paolo e Ornella Ricca of the Università degli Studi di Macerata (Italy). The results show how the school manuals of the time, in subjects such as history, readings, geography or patriotic teachings, reflected an image of the republican side associated with tyranny, demonizing their intervention in the warlike conflict with narratives that exalt violence and anti-Catholicism and identifying them with Soviet communism and anarchy.
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Acocella, Silvia. "Una trincea fatta di libri: La Nuova Biblioteca editrice di Carlo Bernari." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 52, no. 2 (February 26, 2018): 347–66. http://dx.doi.org/10.1177/0014585818755360.

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Abstract:
Nei canali sommersi della clandestinità, la Resistenza passò anche attraverso una cultura che si conservava ostinatamente di respiro europeo, attraverso i vasti orizzonti dei progetti editoriali: come quello de La Nuova Biblioteca editrice, di Carlo Bernari, che portò avanti lo sperimentalismo degli anni Trenta (e di una Napoli in contatto con la Parigi di Breton e con il secondo surrealismo al servizio della rivoluzione), aprendosi alle nuove correnti artistiche d'Europa, non solo anticipando la visione del mondo del dopoguerra e le domande su una nuova definizione di uomo, ma anche mantenendo ampi i confini di una stagione che fu definita neorealistica quando ormai il termine, almeno in letteratura, aveva perso molto del suo significato originario. Si dovrebbe parlare, piuttosto, per gli anni dell’immediato dopoguerra, di neo-espressionismo, come le scelte editoriali de La Nuova Biblioteca confermano, orientate verso quella “seconda ondata dell'espressionismo” che Contini individua nella Germania Weimar. Solo dopo il ritrovamento dell'intero catalogo delle edizioni de La Nuova Biblioteca, pubblicato il 7 giugno 1944 nella Roma appena liberata, si è potuta ricostruire la portata di questo progetto e il vasto orizzonte che ne orientava il disegno. A rendere prezioso il catalogo de La Nuova Biblioteca non è solo la preparazione di testi che sarebbero stati fondamentali per la nuova cultura del dopoguerra (come, per la prima volta in Italia, l’ opera omnia di Antonio Gramsci, in un'edizione priva di tagli e perciò anticipatrice dell'edizione critica di Gerratana del 1975) o la presenza di nomi come Delio Cantimori, Umberto Barbaro, Franco Calamandrei, Ettore Lo Gatto, Lombardo Radice, Alicata e Sapegno, ma è anche la particolare fase cronologica in cui questo progetto prende forma: si tratta di un lasso di tempo breve, apertosi a ridosso della guerra e destinato a chiudersi rapidamente: è come uno squarcio, in cui il magma di materiali diversi accumulatosi nei canali della clandestinità affiora per un’ultima volta prima che intorno si irrigidiscano gli schemi di nuove culture sempre più dominanti. Torneranno a inabissarsi, queste narrazioni aperte alla deformazione, alla menzogna romanzesca e alla commistione tra le arti; tuttavia come un fiume carsico continueranno a scorrere, andando a unirsi a tutte quelle correnti che procedendo parallele, tra inversioni, stalli e rivolgimenti, attraverseranno l'intero secolo.
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Medda, Laura. "Scrivere per il teatro Il mondo sardo nei racconti drammatici di Giuseppe Dessì." Revista Italiano UERJ 12, no. 1 (September 5, 2021): 18. http://dx.doi.org/10.12957/italianouerj.2021.61943.

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Abstract:
ABSTRACT: Questo articolo riguarda i testi per il teatro dello scrittore sardo Giuseppe Dessì (Cagliari, 1909 – Roma, 1977). Nell'ordine, presentiamo i Racconti drammatici - Qui non c'è guerra, La Giustizia - (Feltrinelli, 1959) e il dramma storico Eleonora D'Arborea (Mondadori, 1964). Importante autore di romanzi e racconti, in questi testi, Giuseppe Dessì rappresenta la complessità del mondo sardo in linea di continuità con quanto espresso nelle sue pagine narrative e saggistiche. Il teatro permette allo scrittore di sperimentare un nuovo linguaggio capace di rappresentare, attraverso i personaggi, non solo azioni e fatti ma anche atmosfere, percezioni e poetiche ragioni caratterizzanti i significati più profondi della sua scrittura. La produzione teatrale dell'autore, ancora oggi considerata di minor rilevanza e non abbastanza studiata dalla critica, è degna invece di maggiore attenzione e approfondimenti: per questo motivo, abbiamo deciso di presentare la figura di Giuseppe Dessì attraverso tre importanti testi drammatici poco conosciuti al grande pubblico estero.Parole chiave: Giuseppe Dessì. Letteratura italiana. Teatro. Narrativa. Sardegna. RESUMO: Este artigo trata da textos para o teatro do escritor sardo Giuseppe Dessì (Cagliari, 1909 – Roma, 1977). Apresentamos os Racconti drammatici - Qui non c'è guerra, La Giustizia - (Feltrinelli, 1959) e o drama histórico Eleonora D'Arborea (Mondadori, 1964). Importante autor de romances e contos, nestes textos, Giuseppe Dessì representa a complexidade do mundo sardo em paralelo com o que expressa nas suas páginas narrativas e ensaísticas. O teatro permite ao escritor experimentar uma nova linguagem capaz de representar, através das vozes dos personagens, não apenas ações e fatos, mas também os ambientes, as percepções e as poéticas, que permeiam os significados mais profundos da sua escrita. A produção teatral do autor, ainda hoje considerada de menor relevância e não suficientemente estudada pela crítica, é digna de maior atenção e aprofundamento: por esse motivo, decidimos apresentar a figura de Giuseppe Dessì através de três importantes textos dramáticos pouco conhecidos do grande público estrangeiro.Palavras-chave: Giuseppe Dessì. Literatura italiana. Teatro. Narrativa. Sardenha. ABSTRACT: This article concerns the texts for the theater of the Sardinian writer Giuseppe Dessì (Cagliari, 1909 - Rome, 1977). In order, we present the Racconti drammatici - Qui non c'è guerra, La Giustizia - (Feltrinelli, 1959) and the historical drama Eleonora D'Arborea (Mondadori, 1964). Important author of novels and short stories, in these texts, Giuseppe Dessì represents the complexity of the Sardinian world in line with what is expressed in his narrative and non-fiction pages. The theater allows the writer to experience a new language capable of representing, through the characters, not only actions and facts but also atmospheres, perceptions and poetic reasons characterizing the deepest meanings of his writing. The theatrical production of the author, still today considered of minor importance and not sufficiently studied by the critics, is instead worthy of greater attention and insights: for this reason, we have decided to present the figure of Giuseppe Dessì through three important dramatic texts little known to the large foreign public.Keywords: Giuseppe Dessì. Italian literature. Theater. Fiction. Sardinia.
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Mineo, Nicolò. "Letteratura italiana del Ventennio tra le due guerre e Fontamara." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 54, no. 1 (March 24, 2020): 391–427. http://dx.doi.org/10.1177/0014585820910922.

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Abstract:
Il romanzo di Silone del 1933, Fontamara, va letto, per la tematica, in stretto riferimento al Ventennio, gli anni Venti e Trenta del Novecento, età del regime fascista in Italia. Un tempo che vede, sul piano della produttività culturale e letteraria, la compresenza variamente attiva delle generazioni che latamente e con varia approssimazione si possono riferire al 1860–1880, 1880–1900, 1900–1910. Il romanzo è lo smascheramento della politica oppressiva esercitata dal regime fascista nei confronti dei contadini poveri attraverso i proprietari sfruttatori.
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Koczwara, Stanisław. "Il dibattito al tema di rito slavo in Polonia nella letteratura polacca nel periodo tra le due guerre." Vox Patrum 36 (December 15, 1999): 465–76. http://dx.doi.org/10.31743/vp.7847.

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Abstract:
Artykuł ukazuje przebieg dyskusji w polskiej literaturze naukowej XX-lecia międzywojennego, dotyczącej istnienia obrządku słowiańskiego w Polsce wczesnośredniowiecznej, odnośnie którego zaznaczyła się polaryzacja stanowisk wśród uczonych. Zwolennicy jego istnienia, do argumentów znanych dotychczas nauce, dodają nowe, zaczerpnięte z badań archeologicznych, numizmatycznych i lingwistycznych; na ich podstawie próbują uzasadniać, iż chrześcijaństwo nie tyko dotarło do Polski już w IX wieku wprost z Wieckich Moraw,
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Tekavčić, Pavao. "Italianismi nella prosa non narrativa croata contemporanea: (sulle opere di Željka Čorak)." Linguistica 38, no. 2 (December 1, 1998): 149–55. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.38.2.149-155.

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Abstract:
L'autrice di cui qui ci occupiamo è una delle personalità più illustri della cultura croata attuale: storica dell'arte, specialist dell'architettura e dell'urbanesimo della Zagabria otto- e novecentesca, Željka Čorak è anche letterata, saggista, traduttrice, critica e vicepresidente del P.E.N. croato. Tra le sue opere spicca un libro di ricordi intitolato Krhotine ('Frantumi'), 1 vero capolavoro del genere, tanto artisticamente raffinato quanto profondamente vissuto e umano, dedicato dalla prima all'ultima pagina all'evocazione delle case distrutte nella II guerra mondiale (1942), alle tristi vicende successive e alla descrizione dei mille cimeli ricuperati. 2 Il volume, uscito nel 1991, è il tentativo dell'autrice di ricomporre i «frantumi», quasi i tasselli di un mosaico vivo nella memoria; una specie della Recherche du temps perdu dei nostri giorni, in sostanza Le temps retrouvé. Vi troviamo tutte le componenti dello stile di Željka Čorak presenti anche negli altri suoi scritti: intellettualismo meditativo e raffinato, vasta erudizione, abbondanza di reminiscenze (non soltanto letterarie), espressione deliberatamente indiretta, mai piatta né triviale, assenza totale di qualsiasi «marcia a vuoto», pregnanza di idee, ricchezza di associazioni. Nelle sue Krhotine vi si aggiunge una commovente affettività e una nobiltà d'animo, priva di qualunque rancore malgrado le tragedie sofferte. Con questi caratteri dello stile concorda la lingua, ricca, moderna e impressiva, lingua che non rifugge da tecnicismi, regionalismi, dialettismi e voci straniere.
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"TRA LETTERATURA E VERITÀ: IMMAGINARIO LANDOLFIANO NEL «RACCONTO D’AUTUNNO»." Studia Polensia 07, no. 01 (January 29, 2019): 31–44. http://dx.doi.org/10.32728/studpol/2018.07.01.02.

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Abstract:
Tommaso Landolfi (1908-1979), è un autore appartenente alla cultura italiana e al tempo stesso a quella europea. Nel 1947 scrive il breve romanzo Racconto d’autunno. L’opera rievoca la distruzione, da parte delle artiglierie americane, della millenaria Abbazia di Montecassino e dei luoghi più cari della sua infanzia, che l’autore visse (espressione che ricorre, appunto, in quest’opera) come una vera e propria profanazione. Si tratta di un romanzo ricco di significati metaforici, a cominciare dalla guerra, metafora della crudele insensatezza degli uomini, fino alla casa stessa, che il protagonista incontra sulla sua strada. Alla luce di certi dati biografici, il presente contributo si propone di analizzare questa dimensione tragica e anche mitica del dolore, che Landolfi prova di fronte alla casa violata dagli uomini e dalla devastazione causata dagli uomini in fuga. La guerra aveva, infatti, profanato la nobile dimora di Pico, luogo che aveva assistito alla stesura di tutte le opere della sua prima stagione ed era per lui una sorta di guscio protettivo. Lo studio si sofferma in particolare sulla ricezione di alcune esperienze belliche (i bombardamenti e gli altri eventi bellici avvenuti in Ciociaria nel 1943) nella cultura italiana del tempo.
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Moll, Carlo. "The idea of a beautiful death in Italian literature of the Great War." Modern Italy, December 1, 2021, 1–13. http://dx.doi.org/10.1017/mit.2021.50.

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Abstract:
Abstract Through the comparative reading of Italian literature of the Great War (letteratura di guerra) published between 1915 and 1940, it will be shown that both among veterans of the conflict and civilian writers there existed a standardised image of falling ‘beautifully’ in combat that entailed specific components relating to location, time, final gestures and last invocations, and which aimed to make death in battle more militarily and culturally palatable for Italian audiences. At the same time, the letteratura di guerra presented naturalistic descriptions of the anonymous mass death of peasant soldiers and, thereby, created a pathos of beauty and suffering that made the Italian literature of the Great War prototypical for a new kind of spiritual realism that became one of the mainstreams of cultural expression in Fascist Italy.
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Kutzner, Olga. "L’amore al tempo della guerra nelle novelle di Federico De Roberto: «La Cocotte» e «L’Ultimo Voto»." Toruńskie Studia Polsko-Włoskie, December 17, 2020, 155–68. http://dx.doi.org/10.12775/tsp-w.2020.010.

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Abstract:
Federico De Roberto (1861–1927), autore dei «Viceré», è uno dei più importanti narratori siciliani. Nei primi anni della sua attività letteraria il riconoscimento da parte degli autori veristi garantisce al giovane scrittore una certa attenzione dei lettori. Col passare del tempo, però, egli viene considerato un epigono dei veristi, un letterato ottocentesco, le cui opere non attingono alle maggiori tendenze letterarie del primo Novecento. Non condivide l’interesse per i movimenti rinnovatori della letteratura italiana dell’epoca, tra cui i futuristi e la loro fascinazione per la modernità e la guerra; lo scrittore catanese assume una posizione antitetica nei loro confronti e così, all’indomani dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, si dichiara a favore dell’anti-interventismo.
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Ressel, Magnus. "DIE ZERSTÖRUNG DER CAPITULARIEN DES FONDACO DEI TEDESCHI IM SCHLOSS WÄSSERNDORF AM ENDE DES ZWEITEN WELTKRIEGES." Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 93, no. 1 (January 2014). http://dx.doi.org/10.1515/qfiab.2014.93.1.377.

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Abstract:
RIASSUNTONonostante la situazione documentaria favorevole, da più di cento anni l’attenzione della ricerca si è rivolta solo raramente alla storia commerciale tra i territori tedeschi e veneziani nell’epoca moderna. Uno dei motivi ne è la distruzione di un importante fondo documentario della cosiddetta Nazione Alemana, ovvero il gruppo dei commercianti tedeschi a Venezia, avvenuta durante la seconda guerra mondiale per la coincidenza di molteplici tragiche circostanze. I capitolari del Fondaco dei Tedeschi, che erano stati portati dallo storico Freiherr Götz von Pölnitz a Schloss Wässerndorf in Franconia, furono colà bruciati negli ultimi giorni della guerra durante un’azione di rappresaglia eseguita dall’esercito americano. Anche se nella letteratura specialistica non mancano gli accenni alla distruzione dei capitolari, non si apprende quali documenti comprendessero e quali ne fossero i contenuti; restano sconosciute pure le circostanze in cui avvenne la loro distruzione, e non si precisa come potrebbero eventualmente essere sostituiti. Nel presente contributo si tenta di dare una risposta quanto più esauriente possibile a tali quesiti. Da una parte si vuole in tal modo aggiungere un ulteriore tassello alla storia delle distruzioni di archivi durante la seconda guerra mondiale, e dall’altra parte stimolare la ricerca sulla storia commerciale e dei contatti tra i territori tedeschi e veneziani nell’epoca moderna.
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Troiano, Gianmarco. "Guerra batteriologica e bioterrorismo: ancora una sfida per la sanità pubblica." Working Paper of Public Health 5, no. 1 (June 15, 2016). http://dx.doi.org/10.4081/wpph.2016.6690.

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Abstract:
Introduzione: Secondo i CDC americani il bioterrorismo viene definito come “rilascio di virus, batteri e altri agenti allo scopo di causare malattie o morte nella popolazione, ma anche animali e piante”. Fin dall’antichità si riconobbe il potenziale degli agenti biologici come arma, ma solo con le scoperte di Kock e Pasteur del XIX secolo si poté parlare più propriamente di “guerra batteriologica”. Lo scopo del presente lavoro è stato quello di studiare e confrontare tutte le più moderne evidenze scientifiche in materia di bioterrorismo, per valutare lo stato dell’arte in materia e fornire uno strumento utile per la prevenzione e gestione di una possibile minaccia biologica. Metodologia: Lo studio è stato condotto ricercando la letteratura scientifica attraverso la banca dati PUBMED. Si è basata sull’utilizzo di differenti stringhe di ricerca utilizzando keywords che potessero ben centrare l’argomento di interesse. A ciò è stata aggiunta anche la consultazione dei database dei Centers For Disease Control and Prevention che si focalizzassero sull’argomento. Risultati: Il caso delle “lettere all’antrace” ha dimostrato come il bioterrorismo rimane ancora un pericolo per tutta la comunità, e deve essere preso seriamente in considerazione a livello individuale e politico. Il requisito fondamentale per un attacco biologico è innanzitutto la disponibilità dell’agente patogeno o di tossine, in quantità sufficiente a colpire l’organismo umano e causare malattia. I terroristi tuttavia non necessitano, per i loro scopi, di agenti di distruzione di massa e ciò apre loro un più ampio schieramento di possibilità, preferendo agenti prontamente disponibili, prima fra tutte la tossina del ricino. Necessaria è pertanto una preparazione adeguata per microbiologi clinici e personale sanitario volta a identificare e trattare tempestivamente gli agenti biologici implicati, e il mantenimento di scorte di emergenza di farmaci. Conclusioni: Sebbene il bioterrorismo rappresenti una forma marginale, se confrontato con forme tradizionali di terrorismo con armi ed esplosivi, è fondamentale che la Sanità Pubblica risponda in modo adeguato a questa potenziale minaccia: un pronto riconoscimento dell’evento è il passo fondamentale per assicurare il contenimento dell’infezione del numero delle vittime.
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