Academic literature on the topic 'Legittima difesa nel domicilio'

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Journal articles on the topic "Legittima difesa nel domicilio"

1

Lombardi Ricci, Mariella, and Andrea Grillo. "Riflessioni sull'intervento del Ministro olandese della Giustizia M.H. Hirsch Ballin." Medicina e Morale 43, no. 3 (June 30, 1994): 443–52. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1994.1013.

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Abstract:
Sollecitati dalla crescente attenzione, anche da parte dell'opinione pubblica, al dibattito sul tema della eventuale legalizzazione della eutanasia, gli Autori commentano il documento del ministro olandese Hirsch Ballin, che presenta il recente provvedimento legislativo con cui i Paesi Bassi hanno avanzato una sia pur minima regolamentazione giuridica della prassi eutanasica. Gli Autori procedono ad individuare nel Documento un mutamento di prospettiva che - se recepito nella prassi concreta - realizza uno di quegli slittamenti verso l'allargamento dell'atto eutanasico. Esso pare ravvisabile nel concetto "essere di peso" riferito alla condizione del malato e che finisce per sovrapporsi al concetto di "sofferenza senza speranza", solitamente richiamato dai sostenitori della legalizzazione dell'eutanasia. Ci si sofferma in particolare sull'uso dei concetti di "forza maggiore", "stato di necessità" e - indirettamente - di "legittima difesa", richiamati dal Documento in funzione dell'esclusione della punibilità dell'équipe medica. In essi gli Autori ravvisano, anzitutto, intrinseche contraddizioni sul piano giuridico, dovute anche al sistema giuridico olandese, solo parzialmente confrontabile con il sistema giuridico italiano. In secondo luogo sollevano perplessità sul piano teologico-morale e sul significato culturale dell'intervento del Ministro, mettendo in luce non solo il concretizzarsi dei rischi impliciti di una normativa eutanasica, ma anche la necessità di una serena riflessione sul senso della vita umana.
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2

Rubino, Francesco. "Marxismo, ecologia e costituzione." DESC - Direito, Economia e Sociedade Contemporânea 2, no. 2 (February 21, 2020): 146–68. http://dx.doi.org/10.33389/desc.v2n2.2019.p146-168.

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Abstract:
Questo saggio analizza le origini del consolidamento progressivo della sensibilità ecologica negli ultimi cento anni, le rapporti tra l’ecologia e la costituzione e l’ampiezza teorica dei concetti di diritti fondamentali, diritti umani, democrazia, socialismo per evitare la catastrofe, non dimenticando che il discorso ecologico è nato nelle tradizione socialisti sovietici. Analizza anche dalla guerra come fonte di diritto e la legittima difesa ambientale nel diritto internazionale al ‘ambiguo’ ma necessario corollario del principio internazionale di solidarietà come uscita possibile alla crisi. La costruzione di altre nozioni come “beni pubblici globali” sembra, da molti, un’altra conseguenza di questa opposizione tra la protezione ambientale e gli interventi umanitari, entrambi su scala globale e planetaria. Salvare l’ambiente e salvare l’economia è il secondo grande problema: che cos’è la produzione ambientale e come funziona al di là delle tante assunzioni di responsabilità e dei tanti committments che non hanno séguito? Esiste un “capitale naturale del mondo”? è l’ultima questione del saggio, come da una decina d’anni si è legittimato un modo di vedere che punta alla valorizzazione del “capitale naturale del mondo”. Dinanzi una somma di argomenti critici e historici a tutti questi concetti, l’articolo tende a concludere che l’atteggiamento politico è proprio invece quello di un “evasionismo” dal Pianeta, di un abbandono cioè nei confronti di un pianeta ormai in crisi irreversibile.
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3

"Il duello nel rinascimento e il ripensamento etico sul duello di Francesco Patrizi (seconda parte)." Studia Polensia 02, no. 02 (November 18, 2013): 9–24. http://dx.doi.org/10.32728/studpol/2013.02.02.01.

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Abstract:
Partendo dalla riflessione del Patrizi su questo delicato argomento, cercheremo di dimostrare che il duello aveva tutte le carte in regola per essere trattato con le dovute precauzioni da parte del Concilio di Trento. Esso costituiva materia quanto mai delicata e controversa che era stata oggetto di discussione da oltre tre secoli e sulla quale nel cinquantennio precedente ben cinque pontefici avevano ritenuto necessario pronunciarsi in forma solenne. Al di là del tono perentorio e ultimativo, il decreto tridentino di proibizione del duello celava un’ambiguità di fondo, in quanto rappresentava un compromesso fra posizioni fortemente contrastanti, che in quell’assise conciliare si erano espresse in modo quanto mai eloquente. Se, da una parte, il concilio di Trento sanzionò definitivamente la condanna del duello inteso come giudizio divino dall’altra, non chiuse affatto il discorso sul duello inteso come legittima difesa dell’onore e affermazione di un diritto naturale. Questione che si protrasse fino alla fine dell’ancien regimè. È proprio nel Dialogo dell’honore, il Barignano che il Patrizi mostra di aver compreso la portata pratica delle sue affermazioni etiche riguardanti il duello e l’onore nella vita statale. Ecco perché vuole rispondere “non come persona che di duello scriva ... ma filosoficamente”. In tal senso un primo problema riguarda la sua interiorità o esteriorità; un secondo problema è quello della sua positività o negatività sociale; il terzo problema investe il diritto e il dovere che questi (l’onore) rappresenta per il singolo in quanto tutelato entro i limiti e con i mezzi dello Stato o in quanto trascendente gli interessi della collettività stessa. Questo suo nuovo modo di trattare questa delicata questione eserciterà un’evidente influenza, sia nel senso positivo che negativo del termine, su tutti i numerosi politici che nei due secoli a venire discuteranno dell’onore.
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4

Eijk, Willem J. "L’estensione del quinto comandamento nel pensiero morale di Giovanni Paolo II." Medicina e Morale 56, no. 5 (October 30, 2007). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2007.304.

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Abstract:
Giovanni Paolo II dedica molta attenzione nelle sue allocuzioni e nei suoi scritti all’estensione del “non uccidere,” perché questo comandamento ordina il rispetto alla vita, un bene fondamentale, trasgredito nel secolo scorso in modo orrendo. L’estensione del quinto comandamento è stata messa sotto pressione da vari fattori: l’esegesi storica-critica, le conseguenze socio-politiche degli ideali dominanti della democrazia, la preferenza per il valore della libertà individuale rispetto a quello della vita e alcune correnti attuali nell’etica e nella teologia morale. Il pontefice, riferendosi alla Sacra Scrittura, alla Tradizione della Chiesa e al magistero della Chiesa, pone l’accento sul fatto che la vita umana è un bene fondamentale o intrinseco e indica in quale modo si deve rispettarla, curarla e proteggerla nelle circostanze concrete, spiegando l’estensione del “non uccidere.” Giovanni Paolo II pone nella parte negativa del contenuto del quinto comandamento, fondata sul fatto che la signoria assoluta della vita spetta a Dio le proibizioni dell’uccisione diretta di un essere umano innocente, dell’aborto procurato diretto e dell’eutanasia, sia nella forma del suicidio assistito che in quella dell’omicidio. Considera queste proibizioni come norme assolute o universali. Inoltre pone attenzione ad alcuni casi in cui l’abbreviazione della vita umana si configura come un effetto indiretto o collaterale, che rientrano in una proibizione generale che ammette delle eccezioni. Il quinto comandamento, benché formulato in modo negativo, ha anche un contenuto positivo, con cui siamo chiamati a confrontarci nella vita quotidiana più frequentemente rispetto a quello negativo. Il contenuto positivo del quinto comandamento, che trova il suo fondamento nel fatto che l’uomo ha una signoria ministeriale della vita, concerne i compiti seguenti: il curare la vita mediante mezzi proporzionati, la difesa della vita mediante la legittima (auto)difesa (nel cui orizzonte si colloca pure la questione della pena di morte), la protezione legale della vita umana e l’annunziare il Vangelo della Vita. ---------- John Paul II spends much attention in his allocutions and writings to the extension of the commandment “you shall non kill”, because it arranges the respect for life, a fundamental good, and has been violated in a terrible way during the last century. The extension of the fifth commandment is put under pressure by various diverse factors: historical-critical exegesis, the social and political consequences of the dominant ideals of democracy, preferring the respect for individual freedom to that for life and some actual currents in ethics and moral theology. The pope, referring to Holy Scripture, Tradition of the Church and magisterial teaching, emphasizes that human life is a fundamental or intrinsic good, and indicates in which way one should take care of life and respect and promote it under concrete circumstances, explaining the extension of the commandment “you shall not kill”. John Paul II enumerates under the negative part of the contents of the fifth commandment, based on the fact that the absolute lordship of human life belongs to God: the prohibitions of the direct killing of an innocent human being, direct procured abortion and euthanasia, either in the form of assisted suicide or that of homicide. He considers these prohibitions as absolute or universal norms. Moreover, he spends attention to some cases in which the abbreviation of life is an indirect or collateral effect, falling under a general prohibition which admits of exceptions. The fifth commandment, though negatively formulated, also has a positive contents with which we are much more frequently confronted in every day’s life than with the negative one. The positive contents of the fifth commandment, which finds its base in the fact that man has a ministerial lordship with regard to life, concerns the following duties: taking care of life by applying proportionate means, defending life by means of legitimate (self) defense (in which context the question of capital punishment also has a place), the legal protection of life and announcing the Gospel of Life.
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Dissertations / Theses on the topic "Legittima difesa nel domicilio"

1

ROSSI, LUCREZIA SILVANA. "LA LEGITTIMA DIFESA NEL DOMICILIO (ART. 52 C. 2-4 C.P.) UN¿INDAGINE TRA STORIA, COMPARAZIONE, TEORIA E PRASSI." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2021. http://hdl.handle.net/2434/852006.

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Abstract:
L’elaborato tratta il delicato tema della legittima difesa esercitata nel domicilio, che è stato oggetto di due riforme negli ultimi quindici anni – prima nel 2006, poi nel 2019 –, suscitando diffuse critiche e contrastanti pareri in ordine alla sua esatta portata. La grande attenzione pubblica per l’istituto e i due interventi legislativi hanno stimolato l’interesse e il desiderio di approfondire l’origine, la ratio e l’evoluzione della scriminante di cui all’art. 52 c.p. Lo scopo della presente indagine è duplice: da una parte, si è cercato di comprendere le esigenze sottostanti alle riforme e, più in generale, il fondamento del bisogno così ben radicato nella società contemporanea di una differenziazione di trattamento per le aggressioni perpetrate all’interno dell’abitazione; dall’altra, invece, partendo dallo studio della disciplina attualmente in vigore e dell’applicazione concreta della medesima ad opera della giurisprudenza, si è provato a trovare un equilibrio più soddisfacente tra le esigenze diffuse e il rispetto della Carta costituzionale e della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, in sintesi una “contro-riforma sostenibile”. La tesi si articola in tre parti, di cui la prima è dedicata all’analisi storico-comparatistica della causa di giustificazione. In particolare, lo studio ripercorre le origini dell’istituto a partire dal diritto romano sino ai giorni nostri, cercando di evidenziare i precedenti storici atti a spiegare l’attuale predisposizione di una figura speciale di legittima difesa a beneficio di colui che sia aggredito in luoghi privati in ordine ai quali vanti uno ius excludendi alios nei confronti dell’aggressore. La ricerca storica è affiancata da un’indagine comparatistica, anch’essa impostata in prospettiva storica, che allarga lo sguardo alle scelte compiute in argomento dai principali ordinamenti europei – segnatamente quello francese e inglese –, nonché dal sistema federale statunitense. La seconda parte della tesi ha ad oggetto il diritto interno vigente; in particolare l’elaborato affronta prima la legge n. 59 del 13 febbraio 2006 e poi la legge n. 36 del 26 aprile 2019, ossia le riforme che hanno conferito rilievo alla figura speciale della legittima difesa domiciliare. A tal fine, si considera tanto il contesto politico criminale che ne ha segnato l’origine, quanto il contenuto delle riforme alla luce della giurisprudenza di legittimità; è stato infatti svolto uno studio su tutte le pronunce emesse dalla Corte di Cassazione in materia di legittima difesa domiciliare dal 1° gennaio 2000 sino al 1° gennaio 2021. Grazie a tale ricerca è emerso da una parte come la prima riforma risulti sostanzialmente priva di ricadute concrete e, dall’altra, come il secondo intervento legislativo, ove non sottoposto a un’interpretazione correttiva alla luce delle direttrici costituzionali e convenzionali europee, sia pericoloso per la tenuta del sistema. Lungo tale direttrice, l’indagine si sofferma in particolare sul ruolo che dovrebbero assumere il requisito della necessità e le presunzioni normative di legittimità della reazione. Con riferimento al caso dell’eccesso, poi, si prospettano i criteri rilevatori del grave turbamento e delle condizioni di minorata difesa a cui si ricollegano effetti scusanti. La terza ed ultima parte dell’elaborato, infine, tratta l’istituto in una prospettiva de iure condendo; nello specifico, prendendo le mosse dai risultati raggiunti attraverso l’indagine realizzata, si è provato ad avanzare una proposta di risistemazione della causa di giustificazione che si articola in tre passaggi, idealmente collegati tra loro. Secondo tale ipotesi di lavoro, l’art. 52 c.p. guadagnerebbe in razionalità ed efficacia se, anzitutto, fossero eliminati i commi disciplinanti la legittima difesa domiciliare attualmente in vigore; inoltre, alla disposizione di cui al c. 1 dell’art. 52 c.p. dovrebbe affiancarsi una scusante legata allo stato di turbamento emotivo vissuto dall’aggredito, applicabile alla fattispecie generale per i casi di eccesso e di errore sulla legittima difesa; infine, si potrebbe prevedere una presunzione iuris tantum di pericolo attuale per la sola incolumità dei presenti in caso di aggressione perpetrata all’interno del domicilio e dell’esercizio commerciale. La compresenza di tali proposte modificative sembrerebbe in grado di conferire un rinnovato equilibrio alla causa di giustificazione, da una parte dando voce e riconoscimento alle istanze diffuse, dall’altra rispettando i principi e i valori di cui la Costituzione e la Convezione europea dei diritti dell’uomo sono espressione, dall’altra ancora imprimendo una spinta contraria rispetto all’attuale tendenza antistatalista, se non addirittura anticostituzionale, di cui le due recenti riforme in materia si sono rese portavoce.
The thesis deals with the delicate issue of self defence exercised in the home, which has been the subject of two reforms in the last fifteen years – first in 2006, then in 2019 –, arousing widespread criticism and conflicting opinions regarding its exact scope. The great public attention for the institute and the two legislative interventions have stimulated the interest and the desire to investigate the origin, the ratio and the evolution of the justification regulated by art. 52 c.p. The purpose of this survey is twofold: on the one hand, an attempt has been made to understand the needs underlying the reforms and, more generally, the foundation of the need so well rooted in contemporary society for a differentiation of treatment for attacks perpetrated inside the house; on the other hand, starting from the study of the discipline currently in force and the concrete application of the same by jurisprudence, an attempt has been made to find a more satisfactory balance between the widespread needs and compliance with the Constitutional Charter and the European Convention of human rights, in short a "sustainable counter-reform". The thesis is divided into three parts, of which the first is dedicated to the historical-comparative analysis of the justification. In particular, the study traces the origins of the institute starting from Roman law up to the present day, trying to highlight the historical precedents capable of explaining the current predisposition of a special figure of self defence in favour of anyone who is attacked in private places, where individuals boasts an ius excludendi alios against the aggressor. The historical research is accompanied by a comparative survey, also set in a historical perspective, which broadens the gaze to the choices made on the subject by the main European systems – notably the French and English ones –, as well as by the US federal system. The second part of the thesis concerns the internal law in force; in particular, the paper first deals with law no. 59 of 13 February 2006 and then the law n. 36 of 26 April 2019, i.e. the reforms that have given prominence to the special figure of home self defence. To this end, both the criminal political context that marked its origin and the content of the reforms in the light of the jurisprudence of legitimacy are considered; in fact, a study was carried out on all the rulings issued by the Court of Cassation regarding home self defence from 1 January 2000 until 1 January 2021. Thanks to this research, it emerged on the one hand how the first reform is substantially devoid of concrete repercussions and, on the other hand, how the second legislative intervention, if not subjected to a corrective interpretation in the light of constitutional and conventional guidelines, is dangerous for system tightness. Along this line, the investigation focuses in particular on the role that the requirement of necessity and the normative presumptions of legitimacy of the reaction should assume. With reference to the case of excess, then, are presented the criteria for detecting the serious disturbance and the conditions of impaired defence to which excuse effects are linked. Finally, the third and last part of the paper deals with the institution from a de iure condendo perspective; specifically, starting from the results achieved through the survey carried out, an attempt was made to put forward a proposal for reorganization of the justification which is divided into three steps, ideally connected to each other. According to this working hypothesis, art. 52 c.p. would gain rationality and effectiveness if, first of all, the paragraphs governing home self defence currently in force were eliminated; furthermore, beside the provision referred to art. 52 c. 1 c.p., there should be an excuse linked to the state of emotional disturbance experienced by the attacked, applicable in cases of excess and error in self defence; finally, an iuris tantum presumption of current danger could be envisaged for the sole safety of those present in the event of aggression perpetrated within the home and business. The coexistence of these amending proposals would seem capable of giving a renewed balance to the justification, first of all giving voice and recognition to the widespread requests, furthermore respecting the principles and values of which the Constitution and the European Convention of human rights are an expression, and lastly still giving a push contrary to the current anti-statist tendency, if not even anti-constitutional, of which the two recent reforms on the subject have become spokesmen.
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