Academic literature on the topic 'Legislazione nazionale'

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Journal articles on the topic "Legislazione nazionale"

1

del Federico, Lorenzo. "Osservatorio tributario: legislazione, giurisprudenza e prassi." RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no. 19 (February 2018): 168–72. http://dx.doi.org/10.3280/dt2017-019007.

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Abstract:
L'osservatorio tributario nazionale presenta i provvedimenti di legge, le decisioni giurisprudenziali e le prassi maggiormente significativi del periodo di riferimento, riportando un breve commento a corredo dei testi pubblicati
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Chiaromonte, William. "Welfare locale e immigrazione. Il contenzioso sulla legislazione regionale in materia di integrazione degli stranieri." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 132 (November 2011): 657–96. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2011-132005.

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Abstract:
Il saggio, dopo una ricostruzione in chiave storico-evolutiva della disciplina nazionale in materia di immigrazione, illustra le tre stagioni della legislazione regionale che si sono succedute, a partire dagli anni '90 dello scorso secolo, a disciplinare l'integrazione degli stranieri. Viene, quindi, preso in esame il contenzioso insorto fra Stato e Regioni dopo la riforma costituzionale del 2001 ed avente ad oggetto principalmente il riparto di competenze in materia di immigrazione, la progressiva estensione del campo di applicazione soggettivo delle legislazioni regionali - fino a riconoscere alcuni diritti sociali fondamentali anche agli stranieri irregolari ed ai «neocomunitari» - ed il ruolo ritagliatosi dalle Regioni in alcuni ambiti di presunta competenza nazionale. L'Autore conclude constatando da un lato un significativo rafforzamento, sospinto dalla giurisprudenzadella Corte costituzionale, delle competenze regionali in materia di inclusione sociale degli stranieri, persino irregolari, nonostante il tentativo governativo di limitarne il raggio di azione, e paventando dall'altro, quale conseguenza di tale consolidamento di attribuzioni, il rischio concreto di una notevole differenziazione della qualitŕ dell'integrazione a livello territoriale (regionale ma anche infra-regionale), anche a causa della latitanza dello Stato quale soggetto riequilibratore.
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Ferrante, Vincenzo. "Lavoro decente e responsabilità delle imprese multinazionali per le produzioni delocalizzate: Panorama della legislazione italiana." Lex Social: Revista de Derechos Sociales 10, no. 2 (July 8, 2020): 224–52. http://dx.doi.org/10.46661/lexsocial.5070.

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Abstract:
Il saggio, che prende spunto dal Convegno organizzato dall’Università di Alcalà nel dicembre del 2019 “Estándares laborales y responsabilidad de las empresas multinacionales. Desafíos en un mundo global”, esamina la legislazione italiana diretta a garantire che le imprese multinazionali aventi sede nello Stato realizzino scambi commerciali su una base equa, vigilando sulle società controllate estere, per assicurare che queste rispettino i core labour standards previsti dall’OIL e dalle altre organizzazioni internazionali. A differenza della legislazione di altri paesi europei, manca in Italia una norma che imponga un obiettivo siffatto, forse a ragione del fatto che la vasta diffusione del lavoro sommerso ha imposto al legislatore di concentrarsi sui fenomeni di sfruttamento che si manifestano nei confini nazionali (anche se si rileva come la trasposizione delle direttive che hanno riguardo a questo obiettivo non sempre è correttamente avvenuta). In attesa che venga a maturare una norma di diritto internazionale universalmente riconosciuta che faccia divieto di commerciare un qualunque bene, quando esso sia stato prodotto attraverso lo sfruttamento schiavistico di altri uomini, l’A. si concentra sulla legislazione relativa alle società commerciali, su quella che regola gli appalti privati e sulla disciplina europea del commercio alimentare, per verificare se le norme già esistenti in materia non consentano al giudice nazionale, opportunamente sollecitato, di reprimere lo sfruttamento che avvenga al di fuori dei confini nazionali, in virtù degli obblighi assunti dalle singole società nei confronti dei propri soci e dei consumatori.
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Guzzo, Pier Giovanni. "Ostacoli per una legislazione nazionale della tutela dell’archeologia dopo l’Unità." Mélanges de l’École française de Rome. Italie et Méditerranée 113, no. 2 (2001): 539–47. http://dx.doi.org/10.3406/mefr.2001.9809.

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Canfora, Irene. "La normativa speciale dell’impresa agricola nel quadro di un sistema agroalimentare sostenibile in Europa." Przegląd Prawa Rolnego, no. 1(30) (June 8, 2022): 45–55. http://dx.doi.org/10.14746/ppr.2022.30.1.4.

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Abstract:
Il saggio analizza l’evoluzione della legislazione italiana dell’impresa agricola in relazione agli sviluppi delle politiche agricole europee. Il saggio evidenzia che, sia la normativa europea che quella nazionale nei più recenti sviluppi confermano la specialità del diritto agrario, finalizzato alla conservazione delle attività agricole e del territorio rurale, così come al funzionamento della filiera agroalimentare al cui interno l’attività produttiva agricola europea rappresenta un anello essenziale.
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Di Natale, Anna. "Aspetti normativi e legislazione fitosanitaria a sostegno della difesa eco-sostenibile delle colture." Bullettin of the Gioenia Academy of Natural Sciences of Catania 52, no. 382/SFE (December 22, 2019): DECA5—DECA9. http://dx.doi.org/10.35352/gioenia.v52i382/sfe.79.

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Abstract:
La normativa europea e nazionale in materia fitosanitaria si è inizialmente interessata alla tutela della salute dei consumatori, regolamentando soprattutto la produzione e la commercializzazione dei prodotti fitosanitari e considerando i loro residui negli alimenti. Successivamente, la legislazione europea ha considerato anche l'impatto delle sostanze chimiche contenute nei formulati commerciali nei confronti dell'operatore e dell’ambiente. Inoltre, con l'approvazione della Direttiva 128 del 2009, che "istituisce un quadro per l'azione comunitaria ai fini dell'utilizzo sostenibile dei pesticidi", per la prima volta ne viene regolamentato l'impiego, stabilendo principi comuni per un loro utilizzo razionale e sicuro. Con questa importante direttiva, si definiscono dei Piani di Azione Nazionale (PAN) per promuovere l'utilizzo di prodotti fitosanitari maggiormente sostenibili e fornire indicazioni per ridurre il loro impatto in ambito agricolo, extra agricolo e in aree naturali protette. In tale contesto, vengono illustrati e discussi i criteri di applicazione e il quadro normativo di riferimento più aggiornato.
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de Stefani, Lorenzo. ""Devesi parlare al popolo". Toponomastica risorgimentale e lapidi commemorative nel dibattito in consiglio comunale a Milano, 1859-1878." STORIA URBANA, no. 132 (February 2012): 53–81. http://dx.doi.org/10.3280/su2011-132003.

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Abstract:
Il saggio affronta il tema della toponomastica come strumento di rafforzamento del sentimento nazionale dopo l'annessione di Milano al regno di Sardegna e successivamente allo stato italiano. Sono stati presi in considerazione i dibattiti in seno al Consiglio comunale circa il valore evocativo della titolazione delle strade ai principali simboli del Risorgimento nazionale e ai personaggi eccellenti nel campo delle lettere, delle arti, delle scienze, con particolare riferimento a quelli, nati a Milano o qui provvisoriamente residenti in qualche tempo, che hanno influenzato la vita civile, artistica e letteraria della cittŕ. L'operazione di "costruzione della memoria" lega insieme la necessitŕ di razionalizzare e modernizzare la cittŕ che si apprestava a diventare la "capitale morale" dello stato unitario (come confermato nella legislazione comunale e provinciale del 1865) con la preoccupazione di tenere vive le memorie locali, da far convivere in armonia con l'azione di costruzione della nazione dal punto di vista della lingua e delle memorie collettive. Ciň si unisce alla determinazione di celebrare i principali eventi della storia civile affiggendo lapidi come sintesi di un compendio della storia locale da offrire per la costruzione del popolo.
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Howe, Martin. "Reflections on the Italian Law for the Protection of Competition and the Market." Journal of Public Finance and Public Choice 8, no. 2 (October 1, 1990): 135–45. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907345081.

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Abstract:
Abstract La nuova legge italiana per la protezione della concorrenza e del mercato è oggetto di grande interesse nel Regno Unito, a motivo dell’intenzione del governo di modificare il sistema britannico di regolamentazione della concorrenza, soprattutto per quanto riguarda i cartelli.La nuova legge deve ancora essere presentata, ma un libro bianco è stato preparato dal governo.La necessità di cambiare la legislazione al riguardo è emersa, in parte, perché essa è piuttosto antica (la prima legge è del 1948) e per vari aspetti inefficace, ed in parte per la difficoltà di conciliarla con la regolamentazione comunitaria.L’industria britannica teme che la diversità tra sistema nazionale e sistema comunitario di tutela della concorrenza possa tradursi in procedure concorrenti e con risultati discordanti, cosa che metterebbe in svantaggio le imprese britanniche rispetto a quelle degli altri partners comunitari.È rimarchevole il fatto che la legge italiana sia non soltanto modellata sulla base della legge comunitaria, ma che essa affermi che la legge nazionale non sarà applicata quando la Comunità europea abbia giurisdizione.Nel Regno Unito, invece, si insiste sulla possibilità di compiere indagini a livello nazionale, pur accettando il primato della legislazione comunitaria, in caso di contrasto. Si ammette che pratiche o accordi vietati dalla Commissione non possono essere consentiti, ma si sostiene che possono essere vietati, a livello nazionale, accordi e pratiche ammessi a livello comunitario.Peraltro, l’apparentemente chiara distinzione contenuta nella legge italiana tra i compiti della legislazione nazionale e quelli della legislazione comunitaria rischia di venir meno tutte le volte che i due ordinamenti interpreteranno le leggi in modo diverso. Questa possibility era stata alla base dell’opposizione del Regno Unito al conferimento alla Commissione europea della giurisdizione esclusiva per le fusioni di «dimensione comunitaria».Il sistema britannico è basato sul concetto di «interesse pubblico», che è per sua natura impreciso, anche se esso viene applicato in modo pragmatico e flessibile, cosa da non sottovalutare se si tiene conto del fatto che in questo campo le opinioni convenzionalmente accolte possono cambiare.Vi sono tuttavia numerosi vantaggi in un sistema che, come quello italiano, è basato su proibizioni, e di essi tiene conto il libro bianco governativo: dà messaggi più chiari alle industrie su cosa sia consentito, conferisce poteri investigativi più precisi all’Autorità della concorrenza e può anche stabilire sanzioni per comportamenti illegali, con possibili effetti deterrenti.L’Autorità italiana dovrebbe dare assoluta priorità alla eliminazione degli accordi decisamente anti-concorrenziali, come quelli diretti alla fissazione dei prezzi, alle domande ed offerte concordate, ed alla suddivisione del mercato. Si tratta di accordi che hanno raramente una giustificazione di carattere efficientistico o di altra natura.I cartelli su cui è necessario concentrarsi sono quelli di carattere orizzontale, mentre i cartelli verticali non sembrano rilevanti, almeno di regola. Pertanto, l’avere inserito anche i cartelli verticali nella legislazione italiana (conformemente a quella europea) complica molto il lavoro dell’Autorità (a motivo dell’intenso lavoro burocratico che ne conseguira) senza effettivamente contribuire alla tutela della concorrenza, che potrebbe in questo caso avvenire attraverso il ricorso alla categoria dell’abuso di posizione dominante.Per quanto riguarda le concentrazioni, sebbene quelle orizzontali siano il modo più semplice mediante cui si può giungere all’abuso di posizione dominante, bisogna riconoscere che esse costituiscono una parte molto controversa della politica della concorrenza. Vi è il problema di stabilire le dimensioni della concentrazione da sottoporre a controllo, nonché quello della prevalenza di altre considerazioni, attinenti, per esempio, alla promozione dello sviluppo regionale, rispetto ai principii della concorrenza.A proposito delle concentrazioni, bisogna distinguere il caso in cui le attività in questione siano esposte alla concorrenza internazionale da quello in cui non lo siano. In quest’ultimo caso, gli effetti delle concentrazioni devono essere esaminati con attenzione maggiore, per verificare se possano aver luogo benefici sotto il profilo di una maggiore efficienza o sotto altri aspetti. Si tratta, comunque, di valutazioni molto complesse, che non possono risolversi con una semplice formula circa il tasso di concentrazione.La repressione dell’abuso di posizione dominante è indubbiamente una parte essenziale della legislazione per la tutela della concorrenza. Tale è quindi anche nel Regno Unito, dove peraltro l’inesistenza di proibizioni rende difficile ottenere effetti deterrenti. Peraltro, un limite all’accoglimento del sistema previsto dall’art. 86 del Trattato CEE (così come del corrispondente articolo 3 della legge italiana) è costituito dalla difficoltà di definire l’«impresa dominante” e, ancor più, l’«abuso», con la conseguenza che si rischia di rendere ancora più difficile la vita delle imprese, che si troverebbero di fronte al divieto di compiere atti «illegali” che non sono precisamente definiti.Sebbene siano state numerose nel Regno Unito le indagini in materia di abuso di posizione dominante, nella maggior parte dei casi esse hanno condotto alla conclusione della loro infondatezza. È probabile che l’Autorità italiana abbia esperienze analoghe.Per quanto possano essere diverse, da Paese a Paese, le leggi sulla concorrenza e gli stessi ordinamenti, nonché i sistemi economici e sociali, è sorprendente la somiglianza tra i problemi che le autorità responsabili della tutela della concorrenza si trovano di fronte.
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Menis, Claudio. "Les rapports entre le droit communautaire et la nouvelle loi italienne relative à la protection de la concurrence." Journal of Public Finance and Public Choice 8, no. 2 (October 1, 1990): 79–92. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907344974.

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Abstract:
Abstract La nuova legge italiana sulla concorrenza s’inserisce in un contesto economico e giuridico caratterizzato dall’esistenza del diritto comunitario della concorrenza, che è applicable a tutti i comportamenti delle imprese che producono effetti nella Comunità economica europea.Il diritto comunitario non esclude che gli Stati membri introducano leggi nazionali per la protezione della concorrenza, che anzi possono coesistere legittimamente con il diritto comunitario e anche svolgere un ruolo importante in seno alla Comunità.Pertanto, è utile esaminare quale sia l’incidenza del diritto comunitario della concorrenza sulla legge italiana e, inoltre, quale sia il ruolo che la legge italiana può svolgere per contribuire ad assicurare il buon funzionamento del mercato comune.In primo luogo, è necessario esaminare i rapporti tra gli articoli 85 e 86 del Trattato CEE e i diritti nazionali della concorrenza.Tali articoli si applicano esclusivamente ai comportamenti delle imprese che sono suscettibili d’influenzare gli scambi commerciali tra Stati membri. Essi non hanno quindi il compito di sostituirsi ai diversi diritti nazionali della concorrenza ma, al contrario, lasciano aperta agli Stati membri la possibilità di emanare norme specifiche per il controllo delle imprese i cui comportamenti hanno effetto nei rispettivi territori nazionali.Peraltro, secondo quanto ha stabilito nel 1969 la Corte di Giustizia delle Comunità europee, l’applicazione parallela del diritto comunitario e del diritto nazionale non può essere ammessa che nella misura in cui non pregiudichi l’applicazione uniforme, in tutto il mercato comune, delle norme comunitarie.Tra i diversi casi possibili, quelli in cui le autorità nazionali possono agire sono sia il caso in cui la Commissione abbia ritenuto di vietare gli accordi o le pratiche in discussione, ed in cui un divieto a livello nazionale potrebbe contribuire ad elevare le sanzioni nei riguardi dell’impresa incriminata (pur tenendosi conto del fatto che per motivi di equità le sanzioni cumulate non possono superare un certo livello), sia il caso in cui la Commissione abbia dichiarato che un accordo o una pratica non rientrano nel campo d’applicazione degli articoli 85 o 86; in quest’ultimo caso, secondo la dottrina prevalente, un’attestazione negativa non priverebbe le autorità nazionali del diritto di applicare la loro legislazione sulla concorrenza. Un caso analogo è quello in cui la Corte, con una speciale lettera amministrativa (lettre de classement), abbia espresso l’opinione di non dover intervenire in applicazione dell’art. 85, e nel quale le autorità nazionali possono applicare le loro norme più ristrette.Per quanto riguarda, poi, il regolamento comunitario attinente alle concentrazioni nei suoi rapporti con i diritti nazionali di concorrenza, esso non determina il suo campo di applicazione sulla base dell’influenza esercitata sugli scambi tra Stati membri, ma in funzione del criterio della dimensione comunitaria dell’operazione di concentrazione. In questo caso, contrariamente a quanto accade per l’applicazione degli articoli 85 ed 86 del Trattato CEE, viene escluso qualsiasi intervento dei sistemi nazionali nei riguardi delle concentrazioni di dimensione comunitaria (con due eccezioni: quando la concentrazione rischia di determinare una «posizione dominante” all’interno di uno Stato membro e quando uno Stato membro intenda assicurare la protezione di interessi legittimi che non sono tutelati dal regolamento comunitario).Gli Stati membri possono, invece, applicare la loro legislazione alle concentrazioni che non abbiano dimensione comunitaria.Tutto quanto precede riguarda i rapporti tra normative CEE e diritti nazionali degli Stati membri. Vediamo adesso la posizione della legge italiana con riguardo al diritto comunitario della concorrenza.A questo riguardo, vi sono alcune difficoltà interpretative. Infatti, secondo il primo comma dell’art. l della legge, quest’ultima si applicherebbe alle intese, agli abusi di posizione dominante ed alle concentrazioni d’imprese che non ricadono nell’ambito di applicazione delle norme comunitarie. Pertanto, l’Autorità italiana, dopo aver constatato che un caso sottopostole non rientra nell’ambito di applicazione della legge, ne informa la Commissione delle Comunità europee, trasmettendole tutte le informazioni in suo possesso.Se ci si attenesse, quindi, ai due primi’ paragrafi, si potrebbe ritenere che la legge italiana non possa mai essere applicata a casi che rientrano nella competenza del diritto comunitario della concorrenza; tale limitazione del diritto italiano della concorrenza, come si è visto, non è richiesta dal diritto comunitario (salvo per le concentrazioni di dimensione comunitaria).Il terzo paragrafo dell’art. 1, tuttavia, sembra introdurre un’eccezione a questa limitazione, affermando che, per quanto riguarda i casi per i quali la Commissione delle Comunità europee ha gia iniziato una procedura, l’Autorità italiana deve sospendere l’istruttoria, «salvo per gli eventuali aspetti di esclusiva rilevanza nazionale».Due interpretazioni sono possibili: che gli «aspetti di esclusiva rilevanza nazionale” si riferiscano soltanto a comportamenti che non sono suscettibili d’influenzare gli scambi tra Stati, oppure che si riferiscano anche a comportamenti che possono influenzare tali scambi e, di conseguenza, la legge italiana potrebbe applicarsi anche a comportamenti che rientrano nel diritto comunitario della concorrenza. In quest’ultimo caso potrebbe esservi un’applicazione parallela dei due ordinamenti della concorrenza, sempre con il rispetto del primato del diritto comunitario (salvo che per le concentrazioni di dimensione nazionale).Sara compito dell’Autorità scegliere tra queste due possibili interpretazioni.
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Lopez de Gonzalo, Marco. "Navigare nell'emergenza: crociere e COVID-19." RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no. 30 (September 2020): 424–34. http://dx.doi.org/10.3280/dt2020-030024.

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Abstract:
Il settore delle crociere è stato duramente colpito dall'epidemia COVID-19. Le conseguenze di tale epidemia devono essere valutate in base alla direttiva (UE) 2015/2302 ed alla legislazione nazionale di emergenza. L'operatore di crociere può essere responsabile nei confronti dei passeggeri che siano stati contagiati a bordo; la responsabilità può essere evitata con la dimostrazione di avere adottato tutte le ragionevoli cautele. Il programma della crociera può essere sostanzialmente modificato; l'operatore di crociere deve predisporre alternative, ma ciò può risultare difficile in pratica. Le crociere possono essere cancellate, dall'operatore o dal passeggero; dovrebbe essere fornito un rimborso integrale ed è dibattuto se tale rimborso possa essere sostituito da un voucher.
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Dissertations / Theses on the topic "Legislazione nazionale"

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Dal, Pont Elisa <1991&gt. "" L'evoluzione del contratto turistico nella legislazione nazionale ed europea"." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12944.

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Abstract:
L'elaborato si propone si ricostruire, dal punto di vista legislativo, l'evoluzione del contratto di viaggio. Partendo dalle origini del fenomeno turistico, si prenderanno in considerazione le direttive comunitarie e i conseguenti provvedimenti di carattere nazionale che hanno modificato e regolato il contratto di viaggio (anni '70, '90 e 2000). Infine, si analizzerà l'importanza della tutela del consumatore turista nell'era di Internet e dei viaggi venduti/acquistati tramite il web, anche alla luce delle più recenti direttive.
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Polito, Veronica <1989&gt. "Il contratto di locazione negli Emirati Arabi Uniti tra Sharia e legislazione nazionale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3255.

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Abstract:
Gli Emirati Arabi Uniti (EAU) hanno oggi una storia di successo. Qui i beduini e gli abitanti urbani si uniscono a formare una nazione che comprende geograficamente montagne, spiagge, deserti e economicamente il più celebre duty free shopping. La fenomenale crescita del mercato immobiliare degli EAU ha visto il paese emergere come centro commerciale del Medio Oriente. La rapida crescita economica, attribuita al fatto che gli UAE sono diventati una delle mete preferite dai turisti nel mondo, ha alimentato la domanda delle proprietà, sia appartamenti che ville o proprietà commerciali. Il mio recente soggiorno negli Emirati Arabi Uniti e il mese di tirocinio svolto presso l'ufficio privato di Adel al-Hosani di Abu Dhabi, hanno permesso di avvicinarmi a quello che è il mondo del settore immobiliare. Un settore florido negli Emirati dove diverse sono le agenzie che si occupano di queste transazioni. Lavorando nell'ufficio dello sceicco ho avuto modo di studiare le principali norme che regolano i contratti di locazione in questa federazione di Stati, le procedure e il modo di operare nel settore e mi sono resa conto che esiste una regolamentazione nazionale generale integrata poi dalle legislazioni particolari interne ad ogni singolo Emirato. Questa esperienza mi ha spinta ad approfondire questa materia per essere un tramite e un facilitatore tra le varie regolamentazioni. In particolare, la Maam Property Investment, costituita nel 2007, è la Real Estate di proprietà di Adel al-Hosani che si è battuta per essere la maggior forza nel mercato di Abu Dhabi. Tale agenzia possiede 12 edifici nella capitale ognuno dei quali ha al suo interno da 5 a 9 negozi, 4 uffici e 30 appartamenti. In questa città ha anche 5 compound di ville (dei quali 3 comprendenti 5 ville ciascuno, 1 da 25 ville e un'altro formato da 35 ville) e 13 terreni edificabili. Anche a Dubai è proprietaria di 1 appartamento al Burj Khalifa e di 3 appartamenti in Discovery Gardens. Come compagnia ambiziosa e in crescita, essa si sta espandendo in diverse aree degli Emirati Arabi Uniti, diversificando il portfolio delle sue proprietà con molteplici progetti: da ville di lusso e appartamenti completamente accessoriati a edifici commerciali e negozi di diverse dimensioni oltre ad hotel e lussuosi grattacieli. Interessata alla questione dei contratti nel mondo arabo moderno, alle somiglianze e alle distanze prese dalla Sharia ( شَريعة ), ho deciso, considerato il bagaglio di conoscenza pregressa del diritto islamico e quello acquisito con la mia esperienza sul campo, di approfondire tale argomento focalizzandomi sui contratti di locazione in questo Stato del Golfo.
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Calzoni, Roberto <1984&gt. "I servizi d'interesse economico generale e il servizio farmaceutico: l'affidamento in concessione tra diritto europeo e legislazione nazionale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amsdottorato.unibo.it/8452/1/R.%20Calzoni%20-%20Tesi%2013%20marzo%202018.pdf.

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Abstract:
La direttiva 2014/23/UE rappresenta la prima iniziativa promossa dal Parlamento europeo e dal Consiglio volta a disciplinare in modo organico le concessioni di servizi. Il presente progetto si pone come obiettivo quello di analizzare le previsioni che il decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50 pone a disciplina dei contratti di concessione dei servizi, evidenziando come il più delle volte il legislatore nazionale si sia limato a riprodurre pedissequamente previsioni della direttiva anche laddove di fatto godesse di una maggiore libertà di scelta. Si procederà, inoltre, ad analizzare le diverse tipologie di servizio di interesse generale contemplate in ambito europeo e all’individuazione delle omologhe categorie di servizio pubblico previste dal diritto nazionale. Ci si interrogherà, infine, sulla possibilità di ricondurre il servizio farmaceutico nel novero dei servizi pubblici locali a rilevanza economica e sulla possibilità di ricomprendere la concessione di servizi tra i modelli di conduzione delle farmacie pubbliche.
The research project consists of the analysis of the main innovations introduced by the public contracts code in the matter of service concessions, assessing whether this contractual situation could act as a model for the management of municipal pharmacies. We will proceed to examine the services of general economic interest in Europe and then proceed to identify the homologous public service categories provided for by national law. This last analysis will allow to evaluate the nature of the pharmaceutical service by asking about the possibility of placing it or not in the local public services.
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Zalunardo, Virginia. "Il futuro dell'Unione: verso un'Europa fortificata?" Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8935/.

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Abstract:
Il saggio descrive in modo approfondito le politiche dell'Unione Europea e degli stati dell'Europa meridionale (Spagna, Grecia e Italia) volte a contrastare l'immigrazione clandestina. Offre inoltre spunti di riflessione sull'attuale gestione dei flussi migratori.
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IANNI, PIERPAOLO. "IL RUOLO DEI PARLAMENTI NAZIONALI NEL PROCESSO DI INTEGRAZIONE GIURIDICA EUROPEA DOPO IL TRATTATO DI LISBONA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/17948.

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Abstract:
Questa tesi di ricerca si occupa del ruolo rivestito dai parlamenti nazionali italiano, britannico e tedesco. Analizza il modo in cui questi parlamenti partecipano al processo decisionale ed implementano il diritto dell'Unione europea dopo il Trattato di Lisbona. La ricerca si concentra su un'analisi comparata delle leggi, delle procedure e consuetudini parlamentari al fine di esaminare il ruolo rivestito dai parlamenti nazionali nel contesto europeo. Il nuovo quadro giuridico previsto dal Trattato di Lisbona promuove la creazione di un sistema parlamentare integrato, basato sulle istituzioni europee e sui parlamenti nazionali cui è attribuito un ruolo più incisivo nel processo decisionale europeo, nella convinzione che un loro maggiore coinvolgimento possa contribuire a garantire un livello più efficace di democrazia nel funzionamento complessivo dell'Unione. I parlamenti nazionali possono contribuire a rendere l'U.E. più o meno efficiente. Essi sono chiamati a svolgere un ruolo rilevante nel processo legislativo europeo, in particolare nella fase di formazione delle politiche e del diritto dell’Unione europea (c.d. fase ascendente) e nel monitoraggio dell'esecuzione del principio di sussidiarietà. Il Trattato di Lisbona introduce norme di partecipazione diretta dei parlamenti nazionali nel processo legislativo europeo, trasformandoli in "guardians of subsidiarity". Il Trattato di Lisbona e i relativi Protocolli riconoscono il ruolo della cooperazione interparlamentare, affidando ai parlamenti nazionali il compito di promuovere e organizzare la sua realizzazione all'interno dell'Unione europea. In questa prospettiva le competenze delle commissioni specializzate in affari europei e della COSAC (Conference of Parliamentary Committees for Union Affairs of Parliaments of the European Union) sono ulteriormente potenziate.
This research thesis deals with the role of national parliaments in Italy, United Kingdom and Germany. It analyses the way in which these Parliaments participate in the European Union and implement the Law of the European Union after the Treaty of Lisbon. The research focuses on a comparative analysis of parliamentary procedures, instruments, and practices in order to examine the respective roles of the European Institutions and the national parliaments within the European framework. The new legal framework laid down the Treaty of Lisbon encourages the creation of an integrated parliamentary system, based on the European Parliament and on the national parliaments which are assigned a more incisive role in the European decision-making process, in the belief that these innovations may contribute to guaranteeing a more effective level of democracy in the overall functioning of the Union. The national parliaments can contribute to making Europe more or less effective. They will be called on to play a more important role in the European law-making process, specifically in the pre-legislative dialogue with European institutions and particularly in the monitoring of the enforcement of the subsidiarity principle in European legislation proposals. The Treaty of Lisbon regulations introduce direct participation of national parliaments in the European law-making process, transforming them into the "guardians of subsidiarity". The Treaty of Lisbon and the related protocols recognise and encourage interparliamentary cooperation, entrusting national parliaments with the task of promoting and organising its achievement within the European Union. In this perspective, the competences of the Conference of Community and European Affairs Committees of Parliaments of the European Union (COSAC) are further enhanced. In this thesis, the reasons for overall inclusion of national parliaments in the European Union activities are analysed. The role of national parliaments in the EU according to the specific provisions of the EU treaties is also discussed and the largest part of the work is devoted to the ex ante subsidiarity principle control mechanism (the Early Warning System), which gives the right for the national parliaments to influence the EU legislative process.
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IANNI, PIERPAOLO. "IL RUOLO DEI PARLAMENTI NAZIONALI NEL PROCESSO DI INTEGRAZIONE GIURIDICA EUROPEA DOPO IL TRATTATO DI LISBONA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/17948.

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Abstract:
Questa tesi di ricerca si occupa del ruolo rivestito dai parlamenti nazionali italiano, britannico e tedesco. Analizza il modo in cui questi parlamenti partecipano al processo decisionale ed implementano il diritto dell'Unione europea dopo il Trattato di Lisbona. La ricerca si concentra su un'analisi comparata delle leggi, delle procedure e consuetudini parlamentari al fine di esaminare il ruolo rivestito dai parlamenti nazionali nel contesto europeo. Il nuovo quadro giuridico previsto dal Trattato di Lisbona promuove la creazione di un sistema parlamentare integrato, basato sulle istituzioni europee e sui parlamenti nazionali cui è attribuito un ruolo più incisivo nel processo decisionale europeo, nella convinzione che un loro maggiore coinvolgimento possa contribuire a garantire un livello più efficace di democrazia nel funzionamento complessivo dell'Unione. I parlamenti nazionali possono contribuire a rendere l'U.E. più o meno efficiente. Essi sono chiamati a svolgere un ruolo rilevante nel processo legislativo europeo, in particolare nella fase di formazione delle politiche e del diritto dell’Unione europea (c.d. fase ascendente) e nel monitoraggio dell'esecuzione del principio di sussidiarietà. Il Trattato di Lisbona introduce norme di partecipazione diretta dei parlamenti nazionali nel processo legislativo europeo, trasformandoli in "guardians of subsidiarity". Il Trattato di Lisbona e i relativi Protocolli riconoscono il ruolo della cooperazione interparlamentare, affidando ai parlamenti nazionali il compito di promuovere e organizzare la sua realizzazione all'interno dell'Unione europea. In questa prospettiva le competenze delle commissioni specializzate in affari europei e della COSAC (Conference of Parliamentary Committees for Union Affairs of Parliaments of the European Union) sono ulteriormente potenziate.
This research thesis deals with the role of national parliaments in Italy, United Kingdom and Germany. It analyses the way in which these Parliaments participate in the European Union and implement the Law of the European Union after the Treaty of Lisbon. The research focuses on a comparative analysis of parliamentary procedures, instruments, and practices in order to examine the respective roles of the European Institutions and the national parliaments within the European framework. The new legal framework laid down the Treaty of Lisbon encourages the creation of an integrated parliamentary system, based on the European Parliament and on the national parliaments which are assigned a more incisive role in the European decision-making process, in the belief that these innovations may contribute to guaranteeing a more effective level of democracy in the overall functioning of the Union. The national parliaments can contribute to making Europe more or less effective. They will be called on to play a more important role in the European law-making process, specifically in the pre-legislative dialogue with European institutions and particularly in the monitoring of the enforcement of the subsidiarity principle in European legislation proposals. The Treaty of Lisbon regulations introduce direct participation of national parliaments in the European law-making process, transforming them into the "guardians of subsidiarity". The Treaty of Lisbon and the related protocols recognise and encourage interparliamentary cooperation, entrusting national parliaments with the task of promoting and organising its achievement within the European Union. In this perspective, the competences of the Conference of Community and European Affairs Committees of Parliaments of the European Union (COSAC) are further enhanced. In this thesis, the reasons for overall inclusion of national parliaments in the European Union activities are analysed. The role of national parliaments in the EU according to the specific provisions of the EU treaties is also discussed and the largest part of the work is devoted to the ex ante subsidiarity principle control mechanism (the Early Warning System), which gives the right for the national parliaments to influence the EU legislative process.
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Books on the topic "Legislazione nazionale"

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Giuseppe, Piazza. Norme sismiche: Legislazione sismica nazionale e regionale. Palermo: D. Flaccovio, 1987.

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Egidio, Pani, ed. Ecocodice: Raccolta coordinata di legislazione nazionale e della Regione Puglia. Bari: Levante, 1990.

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Centofanti, Nicola. Diritto urbanistico: Legislazione nazionale e regionale, piani regolatori, procedimento ablatorio, tutela giurisdizionale. [Padova]: CEDAM, Casa editriche Dott. Antonio Milani, 2012.

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A, Filipponio, and Coppola R, eds. Diritto divino e legislazione umana: Atti del Congresso nazionale : Bari, 18-19 aprile 1996. Torino: G. Giappichelli, 1998.

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5

Italy. Raccolta di diritto comunitario del lavoro: Coordinata e ragionata con la legislazione nazionale di recepimento. Torino: G. Giappichelli Editore, 2000.

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Castelli, Istituto Italiano dei. Repertorio Bibliografico sulle opere fortificate della Calabria: Legislazione nazionale e regionale per i beni culturali. Cosenza: Istituto Italiano dei Castelli, 1988.

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7

Plinio, Giampiero Di. L'ordinamento delle aree protette: Governo, amministrazione, tutela nella legislazione nazionale, comunitaria e della Regione Abruzzo. Pescara: Carsa, 1997.

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8

Maglia, Stefano. Il Codice dei rifiuti: La legislazione nazionale, regionale ed europea, la giurisprudenza, i commenti, la documentazione. 2nd ed. Piacenza: La tribuna, 2001.

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9

Italy. Codice dell'autotrasporto: Legislazione annotata in ogni articolo con regolamenti di esecuzione, circolari e normativa complementare nazionale e comunitaria. Roma: Buffetti, 1990.

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10

Correra, Carlo. Disciplina giuridica dei prodotti alimentari: Sicurezza, igiene e qualità : commento alla legislazione nazionale e comunitaria ed orientamenti giurisprudenziali. [Santarcangelo di Romagna, Rimini]: Maggioli, 2004.

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Conference papers on the topic "Legislazione nazionale"

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Perulli, Daniele, and Giovanni Vignozzi. "Procedure e supporti per la selvicoltura sostenibile nella legislazione forestale toscana." In Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura. Accademia Italiana di Scienze Forestali, 2009. http://dx.doi.org/10.4129/cns2008.154.

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