Dissertations / Theses on the topic 'Legalità penale'
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VECCE, Antonio. "Il principio di legalità tra dimensione europea e dimensione nazionale." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2020. http://hdl.handle.net/10447/401541.
Full textBISSARO, STEFANO. "IL PRINCIPIO DI LEGALITÀ IN MATERIA PENALE. PROFILI COSTITUZIONALI." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2019. http://hdl.handle.net/2434/614492.
Full textCostanzo, Giuliana. "Azione penale, principio di legalità e trasformazioni dello Stato di diritto." Doctoral thesis, Università di Catania, 2018. http://hdl.handle.net/10761/3823.
Full textBOGA, VICTORIA ALLEGRA. "La retroattività nel sistema penale: prospettive di tutela dell'affidamento." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2022. http://hdl.handle.net/10281/366466.
Full textThe citizen has an expectation towards the State regarding the stability of legislative choices. This legitimate expectation is linked to the protection of the legal security of citizens and the calculability of the choices of action of individuals. Assuming that the protection of this expectation is a fundamental element of the rule of law, this thesis examines in depth the instruments set up to defend this expectation, also considering the developments in post-modern criminal law. From a criminal law perspective it has long been assumed that the protection of such an expectation would necessarily be achieved by the ideal of legal certainty, which was initially considered feasible. However, recent studies have shown that this illusion should be discarded. The traditional legal guarantees (such as the ideal of certainty, the prohibition of retroactivity, the principle of precision and the prohibition of analogical application) have shown significant weaknesses. The principle of certainty of law is, in fact, threatened by the progressive processualisation of the criminal system, as well as by the case law. Furthermore, by virtue of the increasing rate of volatility of the law, this topic is of growing interest. Therefore, the present study deals with the instruments of protection developed in other fields of the legal system, in which the lack of a constitutional prohibition of ex post facto laws has led scholars as well as constitutional, European and conventional case law to find new routes to protect the legitimate expectations of the citizen.
Leso, Giulia. "Le metamorfosi della recidiva, tra prevenzione del reato e legalità della pena." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2016. http://hdl.handle.net/11577/3426775.
Full textl lavoro è incentrato sull'analisi della recidiva, istituto dalla natura ibrida e dal carattere proteiforme, che ha interessato per anni il dibattito dottrinale e giurisprudenziale senza mai trovare una collocazione davvero definitiva. L'interesse per l'argomento nasce da un lato dalla considerazione circa la centralità dello stesso rispetto al più ampio problema della finalità della pena all'interno del sistema sanzionatorio, ed in particolare in relazione al principio fondamentale, recentemente riaffermato anche della giurisprudenza sovranazionale, di legalità della pena. Dall'altro lato, con specifico riferimento alla normativa nazionale, proprio negli ultimi anni si è assistito ad un interessante processo interpretativo da parte della giurisprudenza, sia di legittimità sia costituzionale, finalizzato a rendere compatibile la disciplina dell'istituto – così come ridisegnata dall'ultima grande riforma del 2005 – con i principi cardine del nostro diritto penale costituzionale. È dunque in quest'ottica che l'attenzione è stata dedicata, nel capitolo I, all'analisi delle riforme fondamentali che hanno avuto ad oggetto la recidiva nel nostro ordinamento: dal Codice Rocco del 1930, alla novella del 1974, per arrivare infine alla legge c.d. “ex Cirielli” del 2005, infatti, le caratteristiche dell'istituto sono state via via ridisegnate, rispondendo a politiche criminali spesso differenziate e ispirate a finalità non sempre condivisibili. Particolare considerazione quindi è stata assegnata all' analisi dell'ultima riforma, mettendone in luce anche i profili di analogia con la politica criminale che, negli ultimi decenni del secolo scorso, ha portato alla diffusione in America delle leggi dei c.d. “three strikes and you're out”. La nuova normativa risulta caratterizzata da un estremo rigore repressivo nei confronti del soggetto recidivo e dalla previsione di un vero e proprio statuto penale differenziato in peius, che coinvolge anche la fase di esecuzione della pena, generando una sorta di doppio binario esecutivo, in base alla qualifica soggettiva dell'autore del reato. Si è così avvertito sia in dottrina che in giurisprudenza il rischio concreto di un pericoloso ritorno al passato e a un diritto penale d'autore, in evidente contrasto con i principi costituzionali di colpevolezza e personalità della responsabilità penale. Rilevate, quindi, le numerose criticità cui ha dato vita la novella del 2005, nel capitolo II si analizzano compiutamente le soluzioni ermeneutiche proposte dalla giurisprudenza per cercare di depotenziare gli automatismi sanzionatori e le preclusioni basate su presunzioni assolute introdotte dalla riforma: mentre in alcuni casi le censure di costituzionalità hanno trovato risposta negativa, essendo percorribile una strada interpretativa idonea a salvare la norma a condizione di essere applicata in maniera conforme a Costituzione, in altri casi, anche recentissimi, la Consulta è arrivata a dichiarare la illegittimità costituzionale della previsione. Si tratta, dunque, di un percorso ermeneutico di assoluta rilevanza ed ancora in fieri, posto che l'ultima declaratoria di incostituzionalità, che ha avuto ad oggetto l'unica ipotesi di recidiva obbligatoria ancora presente nel nostro ordinamento (art. 99 co. 5 c.p.), è intervenuta pochi mesi fa e la portata degli effetti della stessa è attualmente al centro della analisi degli interpreti. L'ultimo capitolo affronta, in chiave critica e con spunti comparatistici, i permanenti punti di perplessità che l'attuale disciplina della recidiva pone, in particolare dal punto di vista dei principi di colpevolezza e proporzionalità della pena. Lo studio diacronico della disciplina normativa si pone in costante dialogo con l'analisi dogmatica circa il fondamento e la natura giuridica dell'istituto, nell'ottica di individuare un difficile punto di equilibrio tra contrasto al fenomeno del recidivismo e rispetto dei principi costituzionali.
ANGIOLINI, GIULIA. "I criteri di priorità nell'esercizio dell'azione penale tra legalità costituzionale ed esigenze di effettività." Doctoral thesis, Università degli studi di Pavia, 2018. http://hdl.handle.net/11571/1214795.
Full textPiredda, Arianna <1994>. "Legalità e potere in Cina, storia del sistema penale cinese e lo sviluppo dei laogai." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15546.
Full textLONGO, SARA. "La difficile coesistenza tra offensività in concreto e stretta legalità nella disciplina delle nullità processuali penali." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/97016.
Full textRomano, Stella <1987>. "La funzione limitatrice dei principi - valori costituzionali nella giurisprudenza costituzionale. Riflessi ed implicazioni sulla legalità penale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/6809/4/Romano_Stella_tesi.pdf.
Full textThe thesis aims to investigate the effects that principles/ values product on the constitutional parameter, in order to verify the impact on the legality in terms of predictability and certainty. In particular, outlined the connection between constitutional principles and values, and rebuilit, at the same time, the relationship between values and normativity, we analyze the effects that the logic of values product on the constitutional parameter, emphasizing the impact on the constitutional judgement. So identified the link between principles and values in the functional capacity of the first to realize the fundamental rights, the intention is to point out how the most extensive implementation of the principles-constitutional values could be accomplished at the expense of the law and of legal certainty in a relationship inversely proportional. This would appear evident from the privileged optic of criminal matters,for which the legality, read in the light of criteria of adequacy and reasonable proportion, closed to the needs of the justice of the case, if pushed in excess of interpretation threatens to invade the field of the legislature, the only deputy to make value choices.
Romano, Stella <1987>. "La funzione limitatrice dei principi - valori costituzionali nella giurisprudenza costituzionale. Riflessi ed implicazioni sulla legalità penale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/6809/.
Full textThe thesis aims to investigate the effects that principles/ values product on the constitutional parameter, in order to verify the impact on the legality in terms of predictability and certainty. In particular, outlined the connection between constitutional principles and values, and rebuilit, at the same time, the relationship between values and normativity, we analyze the effects that the logic of values product on the constitutional parameter, emphasizing the impact on the constitutional judgement. So identified the link between principles and values in the functional capacity of the first to realize the fundamental rights, the intention is to point out how the most extensive implementation of the principles-constitutional values could be accomplished at the expense of the law and of legal certainty in a relationship inversely proportional. This would appear evident from the privileged optic of criminal matters,for which the legality, read in the light of criteria of adequacy and reasonable proportion, closed to the needs of the justice of the case, if pushed in excess of interpretation threatens to invade the field of the legislature, the only deputy to make value choices.
Panzarasa, M. "LA COMMINATORIA EDITTALE DI PENA TRA PRINCIPI COSTITUZIONALI, DIRITTO E PROCESSO PENALE." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2011. http://hdl.handle.net/2434/156420.
Full textCentamore, Giuseppe <1987>. "Abuso del processo, abuso di strumenti processuli e Abuse of Process Doctrine: una comparazione al crocevia fra legalità formale e sostanziale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amsdottorato.unibo.it/8225/1/Centamore_Giuseppe_tesi.pdf.
Full textThe thesis faces the topic of the abuse of process within the Italian criminal system, through an analysis which, moving from the national view, adopts as further points of reference the comparative research (particularly, focused on the England and Wales legal system) and the synthetic analysis of the notion of Abuse of Right on to international level (more in the specific one, with respect to the European Convention of the Human Rights and the Fundamental Chart of Human Rights). From a recognition of the scenario, matured in the italian system, I attempt to trace a delimitation of the essential elements of the dogmatic category (through the analysis, particularly, of the pronunciation of the Supreme Court (Sez. Un., September 29 th 2011, Rossi). The research keeps on with the comparative perspective: I focus the England and Wales system, with a study aimed at highlighting points of divergence and, at the same time, the existence of common traits that may allow to mutuate solutions adopted in that headquarters. Therefore, I conduct a recognition of the international legal scenario and interpretative panorama on the subject is made. Final reflections converge in a critique of the jurisprudence made in Italian law and of the limits of the framing offered, as well as of the inability of the dogmatic category so elaborated to offer appropriate solutions to the real problems generated by the abuse of process and, perhaps, the necessity to come up with the prospect of a different paradigm of the notion, according to a reconstruction that, while not denying the essence of the principle of strict legality in a procedural context, would conceive of a temperament of it, intended to offer an answer to any untrue behavior of the prosecution (capable of undermining the defense's defense), as well as those of the defendant.
Giliberto, A. "PRINCIPI E LIMITI DI UNA POLITICA PENALE EUROPEA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2015. http://hdl.handle.net/2434/265656.
Full textEuropean Union law today has an increasingly relevant influence on national criminal law. Since the entry into force of the Treaty of Lisbon, this influence has expressly involved the choices of criminalization as well, as the European Union may directly operate the decision on if and partly how much to punish. The institutions have already begun to adopt directives on criminal matters using art. 83 TFEU as a legal basis, and one can reasonably expect that this practice will consolidate and that the number of measures adopted will increase, thus creating a corpus of legislation which has a growing relevance on the national legal systems and, ultimately, on individuals. The dissertation recalls the most important landmarks that have led to the present development of the European criminal competence, focusing mainly on the institutional framework adopted by the Lisbon Treaty (chapter one). Later, it provides a brief recall of the institutional and legal instruments that have a main role in the relevant subject and of their main characteristics (chapter two). Then, it moves to deal with the main legal acts that have been adopted till now, first in the third pillar framework and then under the legal basis provided by the Lisbon Treaty (chapter three). Eventually, it aims to verify the presence, the characteristics and the possibility to be appealed to on a trial of the fundamental principles of criminal legislation, in the light of the legislation in force and of the case law of the CJEU (chapter four), in order to attempt to maintain the existence of founding basis to the development of an actual European criminal policy.
FERLA, LARA. "I percorsi delle cultural defenses tra garanzie di legalità e richieste di riconoscimento delle identità culturali." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2010. http://hdl.handle.net/10281/9456.
Full textRosanò, Alessandro. "Principi penalistici e giurisprudenza della Corte di giustizia dell'Unione europea." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2016. http://hdl.handle.net/11577/3424753.
Full textIl testo è così organizzato: Introduzione: nella quale si trattano le questioni relative al riconoscimento di una competenza in materia penale in favore dell'Unione europea alla luce dei problemi posti dal fenomeno della globalizzazione. Si provvede altresì all'illustrazione della metodologia della ricerca, basata sull'analisi delle sentenze della Corte di giustizia dell'Unione europea e, ove necessario, della Corte europea dei diritti dell'uomo. Capitolo I: dedicato al concetto di diritto penale come definito da parte degli avvocati generali nelle loro conclusioni e quindi adottato da parte della Corte di giustizia dell'Unione europea nelle proprie pronunce. Esso assume rilievo in quanto delimita l'orizzonte assiologico di riferimento, rappresentato, in un primo momento, dai valori fondamentali delle singole comunità statali, per essere individuato in seguito nella Convenzione europea dei diritti dell'uomo, in un'ottica di cross-fertilization fondata sul richiamo alla sentenza della Corte EDU Engel e altri c. Paesi Bassi (1976) e sulla giurisprudenza sviluppatasi successivamente. Capitolo II: nel quale è affrontato il tema del principio di legalità, considerato a partire dai diversi angoli prospettici dell'incidenza interpretativa delle fonti comunitarie / dell'Unione europea (regolamenti, direttive e decisioni quadro) sul diritto penale interno (soprattutto con riferimento al divieto di determinare o aggravare la responsabilità penale e l'obbligo di interpretazione conforme relativi alle direttive), dell'incidenza integratrice (il rapporto tra normativa interna e normativa dell'Unione quanto alla nozione di rifiuto), dell'incidenza disapplicatrice (la disapplicazione della normativa penale statale contrastante con quella europea con efficacia in bonam partem) e del principio di lex mitior, per quindi volgere l'attenzione al problematico rapporto tra legalità europea ed erosione della sovranità statale. Capitolo III: dedicato al principio di offensività, nel quale si analizzano due orientamenti giurisprudenziali. Il primo, a partire dal principio di leale cooperazione, ha condotto all'affermazione dell'obbligo per gli Stati membri di predisporre per gli interessi comunitari / dell'Unione europea una tutela analoga a quella stabilita per i corrispondenti interessi a livello statale, facendo ricorso a sanzioni effettive, proporzionate e dissuasive (sentenze Amsterdam Bulb, Commissione c. Grecia); il secondo ha invece portato a escludere che scelte di criminalizzazione operate da parte dei legislatori nazionali possano impedire la realizzazione dell'effetto utile del diritto dell'Unione europea, con un conseguente e tendenziale abbandono dello strumento di repressione penale nell'ambito del diritto dell'immigrazione (sentenze El Dridi, Achughbabian, Sagor). Capitolo IV: nel quale si tratta del principio di colpevolezza, dando conto di una giurisprudenza puntiforme che ha individuato la distinzione tra reati intenzionali e non intenzionali, definito i concetti di intenzionalità e negligenza grave, affermato e quindi superato la responsabilità penale oggettiva, cercato di valorizzare la regula iuris secondo cui ignorantia legis non excusat ed esplicitato una nozione di forza maggiore. Capitolo V: dedicato al principio di proporzionalità, nel quale si considera come la Corte di giustizia, posta dinanzi a situazioni caratterizzate da un contrasto tra la normativa penale interna, da un lato, e una delle quattro libertà fondamentali riconosciute nell'ordinamento dell'Unione europea, dall'altro, abbia valorizzato detto principio, in un senso non esclusivamente protezionistico, cercando anzi di individuare un punto di equilibrio tra valori tutelati, valori sacrificati e mezzi attraverso i quali realizzare la tutela dei primi e il sacrificio dei secondi. Conclusioni: nelle quali si sottolinea come l'Unione europea sia ormai diventata un soggetto avente natura costituzionale, dato che il processo di integrazione ha raggiunto il livello più autenticamente costituzionale, ossia la tutela dei diritti fondamentali, il quale rappresenta l'espressione più alta della sovranità e l'elemento principale di legittimazione di essa, cosa che sembra dunque militare a favore di una definitiva attribuzione di competenza penale alle istituzioni dell'Unione, almeno per quel che riguarda la protezione di beni giuridici propriamente europei.
ABD, EL WAHHAB GAMIL. "La legalite de la repression en droit francais et en droit egyptien ( etude comparative )." Rennes 1, 1990. http://www.theses.fr/1990REN11008.
Full textThereare 3 aspects of the legal repression* the legality of fines and senteces, the legality of the penal procedure and the legality of the execution of penal sentences. The legality of fines and sentences, which is dominated by the notion of warning, protects the individual against the retroactive application of penal laws by analogy. But this law is not enogh to protect the individuals freedom form arbitory arrestments, ilegal detention and ab normal actions which threaten him. Because of the presumption of innocence and the juridictional control of the proceedings, the legal procedure can intervene in ordre to protect rights and the guarantee of the individual's freedom in court. The protection of the individual's freedom could remain in vain if the procedure followed does not insure the rights of the defense, the loyal search of proof, the proper execution of punishments etc. The principal of legality must also be applied during the sentence is being carried out, because the government's interventions plays a very important role in the deciding of the subjective rights of the person retained. The judiciary judges intervention is also necessary in ordre to make a decision where there is a conflict between the admisory body and the person retained. The also insures that the punishment is carried out in ordre to adapt the prisoners behaviour
Santos, Thiago Pedro Pagliuca dos. "O princípio da ofensividade como complemento necessário à regra da legalidade penal no Estado Democrático de Direito." Universidade de São Paulo, 2015. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/2/2136/tde-24022016-164831/.
Full textThe political and philosophical ideas that influenced the creation of the principle of legality and the harm principle came from the Age of Enlightenment. Mainly during the Middle Age and the Old Regime, there was a confusion between crime and sin and people could be punished simply because of the whim of the sovereign, with no law. The arbitrariness were enormous. The reason for both theories that were born at the Age of Reason which required that the legal rules would have to be declared beforehand (principle of legality) and that the crime presupposed a harm or injury to other individuals (harm principle) were the same: to limit the power of punishment. However, it can be seen that the rule of the legality has been taken by the dogmatic and legal speech much more deeper than the harm principle, being opportune then, to analyze the reasons it happened. Some of them will be analyzed in this research, for instance, the absence of this explicit principle in the Constitutions, the alleged incompatibility of this principle with the separation of powers and the legality rule itself and the legal uncertainty that the application of principles could trigger. Furthermore, there is a major political factor: the consolidation of the bourgeoisie demanded the imposition of formal limits to the power of the state, but not material limits. Another important factor was the advent of positivist criminology, in the late nineteenth century, which, by confusing crime with illness, brought the paradigm of criminal law of the author, which was applied in the Middle Ages, back. At last, to show what stopped the consolidation of the harm principle specifically in Brazil, there will be an analysis of the influence of European doctrine in the Brazilian dogmatic.
Maia, Vitor Bastos. "A autoria mediata na jurisprudência do Tribunal Penal Internacional." Universidade de São Paulo, 2014. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/2/2135/tde-09122014-133842/.
Full textO momentum simbolizado pela plena atuação do Tribunal Penal Internacional mais de anos após a entrada em vigor de seu Estatuto traz esperanças e constatações difíceis. Assim, correto o entendimento de que a instituição é um dos pilares para a construção de ordem internacional pautada pela pacífica convivência entre as nações, na qual não existam mais massacres ou ditaduras. Ocorre que a recente história da humanidade mostra-se como lamentável comprovação de que essa luz no fim do túnel ainda encontra-se distante de ser alcançada. Da análise dos julgamentos resulta claro que a pretendida atuação preventiva no sentido de evitar que os crimes sejam cometidos pela pronta intervenção de sua jurisdição no conflito, ainda é uma quimera, sendo realidade a atuação ex post factum em relação aos poucos acusados que sentaram no banco dos réus até então. A partir da premissa de que a função primordial do TPI é a investigação, processo e julgamento e, em sendo o caso, condenação dos suspeitos, resulta clara a preponderância do aspecto penal. Como visto, no único caso que conta com sentença condenatória proferida (Lubanga), ao lado do reconhecimento da importância da reparação das vítimas manteve-se a prevalência da função de prevenção geral e especial do organismo internacional. Assentado esse aspecto, tornou-se imperioso compreender como os juízes vinham interpretando os requisitos da AM-AOP. A importância da hipótese foi por diversas vezes evidenciada no trabalho e de certa forma já era antevista na ressalva de Claus Roxin, quando de sua criação em 1963. Assim, a partir da adoção pelos juízes do TPI da teoria da autoria mediata em razão de aparatos de poder como fundamento da figura prevista no artigo 25(3)(a), terceira hipótese, do Estatuto e da constatação de que é única forma idealizada para dar conta, em termos dogmáticos, das especificidades dos crimes praticados em grande escala e sistematicamente tem-se clara a perspectiva de que se torne importante opção de imputação. dos crimes de competência do Tribunal aos acusados. Até o momento o encaminhamento dos casos não permite avaliar a aplicação dos critérios da AM-AOP em sede de sentença, tendo chegado somente até a Decisão de Confirmação das Acusações no caso Katanga e Chui. A AM-AOP ganha maior relevo, outrossim, em vista das diretrizes de política criminal trazidas pelos juízes na fundamentação de suas decisões, dentre as quais podem ser referidas a busca pelo combate da impunidade desses criminosos, bem como a tendência a que se reconheça a maior importância do julgamento dos maiores responsáveis pelos crimes cometidos. Da análise dos casos resulta que a afirmação desse escopo não vem acompanhada de explicitação das razões que legitimariam esse enfoque. Ademais, a presença de um chefe de Estado no banco dos réus não se presta de garantia a que seus subordinados não cometam crimes. Os requisitos dessa forma de intervenção no fato seguem em substância a proposta de Roxin, não tendo sido incorporada somente a exigência de que os aparatos organizados de poder atuem à margem do ordenamento jurídico. Embora não haja condenação até o momento de réu com fundamento na AM-AOP, tem-se claro que poderá ser de extrema valia para a subsunção dos crimes sob investigação ou julgamento nos demais casos nos quais está sendo aplicada mas cujo andamento está impossibilitado por não terem sido presos os acusados (Saif Al Islam e Omar Al Bashir). A combinação das hipóteses da coautoria e da AM-AOP na figura híbrida da coautoria mediata encontra óbice sob duas perspectivas: não convence em termos dogmáticos porque contraria a construção teórica proposta por Claus Roxin: os critérios do domínio funcional do fato no caso de coautoria e o do domínio da vontade na vertente, interessante para a presente discussão, de AM-AOP amoldam-se à realidade que se pretende enquadrar em termos jurídicos de formas distintas. De outra parte, tendo-se em mente a rigidez do critério da essencialidade da contribuição típico do domínio funcional do fato a mera soma dos requisitos previstos para cada uma das vertentes não parece ser uma boa solução em vista do objetivo de imputar os crimes através das categorias do Estatuto aos acusados preservando equilíbrio entre a busca de responsabilização penal concreta e efetiva e a preservação dos direitos e garantias do réu. O dissenso do Juiz Cuno Tarfusser no caso Katanga explicita essa violação. Por outro lado, essa forma de agir da maioria dos juízes traz flagrante intepretação in malam partem proibida pelo artigo 22(2), do ER. Espera-se que a posição da Juíza Van den Wyngaert manifestada em seu Voto Dissidente no caso Procurador v.Mathieu Ngudjolo Chui ganhe maior força no seio do Tribunal nos próximos anos. Apesar das críticas suscitadas tem-se claro que os avanços conquistados pelos juízes nessa complexa e delicada área da teoria do delito do direito penal internacional são de fundamental importância não somente para o aprimoramento das figuras jurídicas como também para a legitimação da atuação do tribunal perante os estados dada a sua vocação universalista.
Tumwine, William. "The role of public opinion in court decisions on the legality of the death penalty : a look at Uganda and South Africa." Diss., University of Pretoria, 2006. http://hdl.handle.net/2263/1242.
Full textThesis (LLM (Human Rights and Democratisation in Africa)) -- University of Pretoria, 2006.
Prepared under the supervision of Dr. Raymond A. Atuguba at the Faculty of Law, University of Ghana, Legon
http://www.chr.up.ac.za/academic_pro/llm1/dissertations.html
Centre for Human Rights
LLM
Araujo, Glaucio Roberto Brittes de. "Intervenção penal nas licitações." Pontifícia Universidade Católica de São Paulo, 2012. https://tede2.pucsp.br/handle/handle/5904.
Full textThis area, are exposed some misconceptions of the legislature in relation to parental bids, as inflation punitive scattered through legislation, rather than simple point releases enough of the Penal Code, such as the advance of the barriers of penal intervention, with the characterization of negligible preparatory acts and conduct abstract and remotely related to the possibility of injury to the interest protected at the expense of the principles of minimum intervention and injury; as the equivalence between an attempt and completion, to the detriment of the principles of culpability and proportionality, as the autonomous classification conduct that would configure as an attempt to more serious crimes or who were under the Penal Code, as over crimes of abstract danger and formal, as the adoption of open standards and penal rules too criminal blank inadequate to achieve the principle of legality, in the form of legal reserve and taxativity; as the pain of penalties for similar infractions of gravity substantially different in relation to injury to the legal and housed, without due attention to the principle of proportionality, and as the criminalization of conduct that could be curbed by Administrative Law sanctioning or intervention, reserving and prestige to the application of prison sentences, depending on the primary functions assigned to it in our times, serious injury or threat to the relevant legal right under the constitutional prism, without yielding to the temptation of building a Symbolic Criminal Law. Eventually, assuming a minimum functionalism, considers it is appropriate to outline the contours of the criminal action, as ultima ratio, but effective, in the area of bid and contract administration in a model of itself guarantees the democratic rule of law, in its dual meaning, ie, the guarantor of both fundamental human rights, as an efficient protection of legal interests relevant to all citizens, in the terms that had been sheltered by the Constitution
Nesta sede, são expostos alguns equívocos do legislador pátrio em relação às licitações, como a inflação punitiva, mediante legislação esparsa, ao invés de simples e suficientes atualizações pontuais do Código Penal; como o adiantamento das barreiras da intervenção penal, com a tipificação despicienda de atos preparatórios e de condutas abstrata e remotamente relacionadas à possibilidade de lesão do interesse tutelado, em detrimento dos princípios da intervenção mínima e da lesividade; como a equiparação entre tentativa e consumação, em prejuízo dos princípios da culpabilidade e da proporcionalidade; como a tipificação autônoma de condutas que já configurariam tentativa de delitos mais graves ou que estariam previstas no Código Penal; como o excesso de crimes de perigo abstrato e formais; como a adoção de tipos demasiadamente abertos e normas penais em branco, inadequada à concretização do princípio da legalidade, na forma de reserva legal e taxatividade; como a cominação de sanções semelhantes para infrações de gravidade substancialmente distinta, em relação à lesão ao bem jurídico albergado, sem a devida atenção ao princípio da proporcionalidade; e como a criminalização de condutas que poderiam ser coibidas pelo Direito Administrativo Sancionador ou de Intervenção, reservando e prestigiando a aplicação de penas privativas de liberdade, consoante as funções primordiais que lhe são atribuídas hodiernamente, para graves lesões ou ameaças a bem jurídicos relevantes, sob o prisma constitucional, sem ceder à tentação da construção de um Direito Penal Simbólico. Por fim, assumindo um funcionalismo mínimo, reputa-se conveniente esboçar os contornos da intervenção penal, como ultima ratio, mas eficaz, na seara de licitações e contratos administrativos, em um modelo de garantias próprio do Estado Democrático de Direito, na sua dúplice acepção, ou seja, garantidor tanto dos direitos fundamentais da pessoa humana, como de uma proteção eficiente dos bens jurídicos relevantes para todos os cidadãos, nos termos em que foram albergados pela Constituição Federal
Oliveira, João Guilherme Silva Marcondes de. "Do caráter aberto dos tipos penais: revisão de uma dicotomia." Universidade de São Paulo, 2010. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/2/2136/tde-02082011-112356/.
Full textIn the evolution of the criminal type theory, we can notice a movement of complexity intensification, in which the newest and most different doctrinal positions join together to make that figure the central point of the crime study. Among the multiple dogmatic classifications that aroused in this development, our task analyses one in particular: the division between closed and open types. Though originally created by Hans WELZEL to describe a specific group of cases, the notion of open types acquired a wider profile, being generally admitted by the doctrine. However, the acceptance of this scientific category has not been limited to an expository activity, serving to the critic of juridical models. Before the principle of the legality, a long-term juridical conquer, the scholars of the Criminal Law pointed to the illegitimacy of the open types, due to the offense of the certainty term, as one of the four aspects of that major principle. Moreover, the conclusions of todays hermeneutic science instruct that one cannot confuse legal text and norm, and that the comprehension of the juridical phenomenon pervades a series of valuations bonded to Law. In this way, the differences that, in thesis, made specific the open types, when confronted with this new finding, prove to be only apparent. All and any rule presents an open feature, an aspect intrinsic to human language. Therefore, there are no closed types. Despite that, the censure that was made by doctrine does not lose its reason. In the opposite, its reformulation is necessary, to affirm that the problem is in the intensity extent of the opening, in the acceptance or not of the human conduct indetermination ahead of a concrete case, the single moment in which it is possible to individualize the rule. Therefore, it is necessary to built firm criteria to perform the judgment of the criminal types legitimacy. We sustain that the own foundations of the principle of the legality the prohibition of arbitrariness and the prevision of conducts serve as evaluation criteria. Furthermore, the accomplishment of this transaction can only be fulfilled by the control of judiciary decisions, what leads us to a practical problem, not only theoretical.
Montiel, Fernández Juan Pablo. "Fundamentos y límites de la analogía in bonam partem en el derecho penal." Doctoral thesis, Universitat Pompeu Fabra, 2008. http://hdl.handle.net/10803/7304.
Full textAn adequate interpretation of the legality principle offers sound reasons to accept analogy in bonam partem in Criminal Law, though only in a limited way. Even when the judge excludes or limits the ius puniendi through the use of analogy, she should still be strictly subjected to the norm. Therefore the analogy in bonam partem must be seen as an exceptional mechanism of Criminal Law's Integration in the presence of axiological inconsistencies that the Parliament didn't foresee and didn't want. These exceptional law-making powers awarded to the judge refer to specific Criminal law institutions and in a specific argumentative framework. In this sense, analogy in bonam partem is an instrument to supra-legally create justifications, excuses, and mitigating circumstances, but not other types of punishment excluding institutions. In the same manner, the judge can create new Criminal Law only through legis Analogy and institutionis Analogy but not through iuris Analogy.
Desmoulins, Thibault. "L'Arbitraire, histoire et théorie. Le pouvoir de surmonter l'indétermination de l'Antiquité à nos jours." Thesis, Paris 2, 2018. http://www.theses.fr/2018PA020017.
Full textLaw is not reducible to rules. The fact that this ancient adage now sounds intriguing points out jurist’s difficulties to face what must be called anomie. Arbitrariness refers to the power given to one authority to overcome this absence of rules. Since Antiquity, repressive and administrative functions shows its irreducible utility. Under the empire of an integral determinism of God (VIIIe-XIIIe) or a Legislator (XVIIIe-XXe), arbitrariness is confined to interprete omnipresent norms. It can also provide extraordinary means in complement of fixed rules (XIIIe-XVIIIe). Its apogee as general principle of government or punishment is only reached by the modern upheaval (XVIe). Through its variations, three forms of legality coexists and reveals the conditions surrounding the choice of a legal arbitrariness
Giacomet, Junior Isalino Antonio. "Função normativa do sistema financeiro nacional nos crimes econômicos." Universidade Presbiteriana Mackenzie, 2012. http://tede.mackenzie.br/jspui/handle/tede/1067.
Full textDealing effectively with economic crimes is a fundamental need for fair and balanced development of society today, given the collective nature of legal interests protected by them and the special features of economic criminality, consisting of one of the most obvious legal limit on the economic power. The success of combating such crimes within which include crimes against the financial system and crimes against the capital market - depends directly on the adoption of specific legislative techniques of criminal law. Constant innovations in the means of transmission of wealth, associated with the evolution of products and services offered to users of the financial market and the necessity to preserve the constitutional economic order, require that the economy criminal law is endowed with mechanisms that would allow flexibility and adaptation to the economic reality of any given time. Therefore, it is crucial that the expertise and the regulatory powers inherent to normative and supervisor agencies of the National Financial System emanating from within their respective regulatory administrative functions - are also translated to economic criminal law. Among the instruments of criminal regulation that allow this administrative influence, are in the characterization of blank criminal laws, the use of normative elements of the crime and objective conditions for punishment. Despite these legislative techniques cause, as a rule, the creation of open criminal types, it is emphasized that these mechanisms of penal norms do not offend the principle of legality.
O enfrentamento eficiente aos delitos econômicos representa uma necessidade fundamental para o desenvolvimento justo e equilibrado da sociedade nos dias atuais, em virtude dos bens jurídicos de índole coletiva por eles tutelados e das características especiais da criminalidade econômica, consistindo em uma das formas mais evidentes de limitação jurídica sobre o poder econômico. O sucesso do combate a tais delitos dentro dos quais se inserem os crimes contra o sistema financeiro e os crimes contra o mercado de capitais depende diretamente da adoção de técnicas legislativas diferenciadas dos tipos penais. As constantes inovações nos meios de transmissão de riquezas, aliadas à evolução dos serviços e produtos oferecidos aos usuários do mercado financeiro e à necessidade de preservação da ordem econômica constitucional, requerem que o direito penal econômico seja dotado de mecanismos que permitam sua maleabilidade e adaptação constante à realidade econômica de determinado momento. Torna-se fundamental, portanto, que os conhecimentos técnicos e os poderes normativos inerentes aos órgãos normativos e supervisores do Sistema Financeiro Nacional exarados no âmbito de suas respectivas atribuições administrativas regulatórias sejam transpostos também para a seara do direito penal econômico. Dentre os instrumentos de normatização penal que permitem essa influência administrativa, situam-se a tipificação de normas penais em branco, a utilização de elementos normativos do tipo e as condições objetivas de punibilidade. Em que pese tais técnicas legislativas ensejarem, em regra, a criação de tipos penais abertos, destaca-se que esses mecanismos de normatização penal não ofendem o princípio da legalidade.
Dubois, Charlotte. "Responsabilité civile et responsabilité pénale : à la recherche d'une cohérence perdue." Thesis, Paris 2, 2014. http://www.theses.fr/2014PA020066.
Full textStudying two separate disciplines, such as Civil and Criminal liability, it would not be expected to find any interactions between them: Civil Law repairs the damage caused to private interests; while Criminal Law punishes, thereby ensuring public interests. These differences in purpose justify a hierarchy of disciplines resulting in the supremacy of Criminal Law over Civil Law. However, it will be shown that the legislature and the judge are going in the wrong direction by considering that there is a difference of degree between Civil Law and Criminal Law where there is actually a difference in nature. This incorrect assumption has given rise to a widespread confusion where each discipline takes ownership of the considerations of the other: Civil Law becomes punitive, while, at the same time, Criminal Law becomes increasingly compensatory. The present work aims to denounce a double danger: first, Criminal Law abandons its protective function of public interests when it attempts to repair purely individual damages; second, a punitive Civil Law, detached from the fundamental safeguards that are attached to criminal matters, may prove to be a threat to individual freedoms. This cross-movement between the two disciplines jeopardizes the consistency of their respective systems: reciprocal influences must be revealed in order to better understand the weaknesses of legal liability and to propose remedies that ensure a consistent and complementary arrangement of legal rules
Schmitt, Daniel. "Condicionantes para a aplicação da sanção administrativa de multa sobre o infrator pessoa física, no mercado de seguros privados fiscalizado pela SUSEP." Daniel Schmitt, 2016. http://hdl.handle.net/10438/18089.
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This paper deals with the repressive regime in the private insurance market ('MSP'), supervised by SUSEP – Superintendência de Seguros Privados. The research focus is to investigate the structure and the application of the norms that govern SUSEP's regulatory activity, regarding the application of the administrative sanction of fine on the individual offender. The administrative accountability in these cases is analyzed. For that, the theory of sanctioning is dealt with, dealing with the violation and the administrative sanction, especially the administrative penalty of fine. Some of the main principles of administrative sanctioning law are also highlighted, such as due process, lawfulness, characteristics and culpability. It also addresses the issue of relativisation of legality in special compliance regimes. These issues are displayed in an environment of sectoral regulation, therefore, contextualizing the sanctioning power of regulatory agencies. The repressive regime of the MSP is systematized. It identifies the National Council of Private Insurance (CNSP), the Resource Council of the National Private Insurance System (CRSNSP) and SUSEP. The normative archetype of the repressive regime of the MSP is presented, especially CNSP Resolution 243/11. A confrontation between SUSEP's guidelines and decisions of the CRSNSP in the opposite direction is made, regarding the imposition of the administrative penalty of fine on the individual offender, due to its administrative responsibility. At the end, as an outcome of the research, a set of constraints that ensure a more consistent application of the administrative penalty of fines on individuals - when considered as offenders in the MSP – is proposed.
O presente trabalho aborda o regime repressivo no mercado de seguros privados ('MSP'), fiscalizado pela Superintendência de Seguros Privados (SUSEP). O problema de pesquisa é investigar a estrutura e a aplicação das normas que regem a atividade regulatória da SUSEP, no que toca a aplicação da sanção administrativa de multa sobre o infrator pessoa física. Analisa-se a responsabilização administrativa realizada nestes casos. Para tanto, aborda-se a teoria da sanção, tratando do ilícito e da sanção administrativa, em especial da penalidade administrativa de multa. Alguns princípios informadores do direito administrativo sancionador também são destacados, tais como o devido processo legal, a legalidade, a tipicidade e a culpabilidade. Aborda-se, também, a questão da relativização da legalidade nos regimes de sujeição especial. Estas questões são expostas em um ambiente de regulação setorial, portanto, contextualizando-se o poder sancionador dos órgãos reguladores. É realizada a sistematização do regime repressivo do MSP. Identifica-se o Conselho Nacional de Seguros Privados (CNSP), o Conselho de Recursos do Sistema Nacional de Seguros Privados (CRSNSP) e a SUSEP. O arquétipo normativo do regime repressivo do MSP é descrito, destacando-se a Resolução CNSP no 243/11. Realiza-se um confronto entre orientações da SUSEP e decisões do CRSNSP em sentido contrário, a respeito da imposição da sanção administrativa de multa sobre o infrator pessoa física, em razão da sua responsabilização administrativa. Ao final, como resultado de pesquisa, propõe-se um conjunto de condicionantes que asseguram uma aplicação juridicamente mais consistente da penalidade administrativa de multa sobre as pessoas físicas, quando consideradas como infratores no MSP.
Gervier, Pauline. "La limitation des droits fondamentaux constitutionnels par l’ordre public." Thesis, Bordeaux 4, 2013. http://www.theses.fr/2013BOR40058/document.
Full textThe dialectics of public order and freedoms has been traveling throughout legal thought since the 18th century. Sparked by new forms of delinquency and criminality, the strengthening of public order requirements leads to questioning the limitation of fundamental constitutional rights. Despite its crucible place between public order and freedoms, the limitation process remains undetermined in French law. This research, which aims at determining the limitations to protected rights, identifying the limitations to those limitations themselves, and then redefining fundamental rights through those limitations, not only helps to specify this mechanism, but also to identify the restrictions brought to the enjoyment of rights and freedoms. The Conseil constitutionnel self-restraint reveals a gradual shift in the protection of fundamental rights. Acknowledging the former leads to considering a supra legislative framework to the limitations to protected rights, and advocating in favor of the constitutional entrenchment of such a clause
Galante, Andrea. "Fondamento e limiti del divieto di retroattività dei mutamenti giurisprudenziali sfavorevoli nel diritto penale." Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/2158/1190524.
Full textDI, STEFANO CARMEN. "L’azione penale tra principio di legalità e principio di opportunità:l’esperienza francese." Doctoral thesis, 2011. http://hdl.handle.net/2158/564702.
Full textPUGLISI, GIUSEPPE. "Legalità convenzionale e crimini internazionali. Contributo allo studio della clausola di Norimberga." Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11570/3146768.
Full textAfonso, Mara Cristina da Conceição. "A reconstituição informática e as provas atípicas em processo penal." Master's thesis, 2017. http://hdl.handle.net/10362/21790.
Full textA presente dissertação versa sobre a matéria das provas atípicas em Processo Penal, em geral, e sobre a admissibilidade da prova por reconstituição do facto feita por meios informáticos, em particular. O enquadramento geral das provas atípicas no sistema processual penal português é fundamental para perceber de que forma o plano da legalidade se pode relacionar com o plano da atipicidade da prova, sem ultrapassar os limites impostos pelas proibições de prova. É, portanto, importante perceber se é possível defender a existência de um processo penal aberto no qual tudo o que não for proibido possa ser valorado como meio de prova admissível. Trata-se de uma questão aplicável à reconstituição informática do crime, como nova modalidade da prova penal científica com uma vocação potencial para se constituir como meio de prova legítimo. O objectivo desta dissertação será, portanto, o de explorar a contraposição existente entre a legalidade e a liberdade de prova e a sua repercussão na questão da admissibilidade da reconstituição informática do crime como meio de prova no Processo Penal português e, subsequentemente, perceber qual o regime aplicável a este novo instrumento probatório, considerando a necessidade de assegurar o respeito pelas garantias processuais legalmente previstas.
Lopes, Kayo Sérgio. "As soluções de consenso no direito processual penal luso-brasileiro e o conflito de finalidades da delação premiada." Master's thesis, 2020. http://hdl.handle.net/10316/92737.
Full textA presente dissertação tem como objetivo verificar e compreender as soluções de consenso e o instituto da delação premiada no ordenamento jurídico luso-brasileiro, além do papel do Ministério Público e do Juiz diante de tais regimentos.Em Portugal e no Brasil, o princípio da obrigatoriedade (legalidade) norteia o direito processual penal. O Ministério Público, orientado por uma máxima acusatória, é obrigado a propor a ação penal quando presentes os pressupostos legais, fato típico, ilícito e culpável. Diante disso, as soluções de consenso e a delação premiada surgem como formas de supostas mitigações ao princípio da obrigatoriedade da ação penal. Com o objetivo de analisar até onde as soluções de consenso e a delação premiada estão em conformidade com as normas luso-brasileiras e quais as divergências e os conflitos existentes, será utilizado a metodologia da pesquisa bibliográfica, onde, inicialmente, analisar-se-á o princípio da obrigatoriedade (legalidade) e o da indisponibilidade no direito processual penal e, logo após, um estudo sobre o plea bargain nos Estados Unidos.Após esta análise, será estudado as soluções de consenso no direito processual penal luso-brasileiro, averiguando se há conformidade legislativa de tais institutos. Em seguida, será realizada a mesma abordagem com as normas do Brasil e de Portugal que trazem a regulamentação da delação premiada.Por fim, será realizado uma investigação mais detalhada acerca da Lei 12.850/13, que trata das organizações criminosas no Brasil. Alguns conflitos de finalidades existentes da delação premiadas serão levantados, a respeito da possibilidade de acordo entre o Ministério Público e o arguido da fase de inquérito, a moralidade da negociação entre o Estado e o arguido, réu confesso, o valor probatória das delações e a prisão preventiva para obtenção de delação premiada. Sendo assim, será verificado como a delação premiada pode ser um importante instrumento no combate a criminalidade organizada, entretanto, os fins não podem justificar os meios e as garantias e direitos fundamentais constitucionalmente assegurados em hipótese alguma devem ser violados.
The present dissertation aims to verify and understand the consensus solutions and the institute of the plea bargain in the Portuguese-Brazilian legal system, in addition to the role of the Public Ministry and the Judge in the face of such regulations.In Portugal and Brazil, the principle of mandatory (legality) guides criminal procedural law. The Public Prosecutor's Office, guided by a maximum accusation, is obliged to bring criminal action when the legal presuppositions are present, a typical, illegal and culpable fact. In view of this, consensual solutions and the winning plea bargain as forms of supposed mitigations to the principle of mandatory criminal action.In order to analyze the extent to which the consensus solutions and the winning statement are in accordance with the Luso-Brazilian norms and which divergences and conflicts exist, the bibliographic research methodology will be used, where, initially, it will be analyzed the principle of mandatory (legality) and that of unavailability in criminal procedural law and, soon after, a study on plea bargain in the United States.After this analysis, the consensus solutions in Portuguese-Brazilian criminal procedural law will be studied, investigating whether there is legislative compliance by such institutes. Then, the same approach will be carried out with the rules of Brazil and Portugal that bring the regulation of the plea bargain.Finally, a more detailed investigation will be carried out on Law 12.850 / 13, which deals with criminal organizations in Brazil. Some conflicts of existing purposes of the plaintiff's award will be raised, regarding the possibility of agreement between the Public Ministry and the defendant in the investigation phase, the morality of the negotiation between the State and the defendant, confessed defendant, the evidential value of the complaints and the preventive imprisonment for obtaining a prized sentence. Therefore, it will be verified how the award can be an important instrument in the fight against organized crime, however the ends cannot justify the means and the fundamental constitutional guarantees and rights under no circumstances should they be violated.
WEN-HSIUNG, KUO, and 郭文雄. "Comments on the Death Penalty from the legal ethics of Confucianism, Taoism, Mohism and Legalism in the Pre-Qin Dynasty." Thesis, 2016. http://ndltd.ncl.edu.tw/handle/89040069669523820334.
Full text東海大學
法律學系
104
Abstract The research motive of this dissertation is to activate the legal ethics in the Pre-Qin Dynasty. Through the descendants’ continuous research and development, the wisdom of our ancestor can reveal its vivacity. The research purpose of this dissertation aims to make the legal ethics of Confucianism, Taoism, Mohism and Legalism in the Pre-Qin Dynasty participate in the dialogue of the modern ethics’ issues. The discussion focused on the legal ethics of Confucianism, Taoism, Mohism and Legalism in the Pre-Qin Dynasty in order to participate the exploration of modern ethics’ issues. The modern ethics’ issues of this study is concerned with death penalty (retention or abolition). Expecting this study on the Death Penalty from the legal ethics of Confucianism, Taoism, Mohism and Legalism in the Pre-Qin Dynasty can suggest an eastern ethics to the issue of the death penalty. The ancient legal thought must have its limitation of era, especially in politics and law. Because of this, the researcher has to do a modern interpretation in line with the contemporary thought to go beyond its limitation of era and to search a part that suits a stream of thought of the time in order not to be bound in an inherent history frame. About the interpretation of the “Hundred Schools of Thought” is mainly based on Wei-Hsun Fu’s “creative hermeneutics” as a methodological foundation. The study process is as follows: Chapter I is to explain the study motive, purpose, method and process. Chapter II is to analyze and explain the philosophers’ biographies , background, and their legal ethics. The criterion of the chosen representatives in all schools is the quantity and importance of the literature. Inasmuch as these philosophers were born in Zhou dynasty, they must have been influenced by the Rites of Zhou. Therefore, Chapter III is to focus on the analysis of the rite and penalty of Zhou Dynasty. It was the same period of etiquette from West Zhou to early period of Warring States. The purpose of the former is to pursue the kindness and justice while the latter is to guide people towards goodness through punishment. Besides the etiquette, the Rites of Zhou and the Book of Rites mentioned the legal and penalty systems as evidence. The first section is to explain the legal ethics relating to the rites, but it is not concerned with the textual research of “Sanli”. It is only to discuss the definition, source, function, variation or constant of rites as an ultimate aim. The second section is to analyze the penalty of the Pre-Qin and its influence on the later generations. The third section is to analyze the concept of revenge and explain its influence on the death penalty of later generations. Chapter IV is to discourse on the retention and abolition of the death penalty from the view of the ethics of Confucianism, Taoism, Mohism and Legalism respectively. And if the death penalty is abolished, what parts of those views can justify the argument of the abolition of death penalty through the “creative hermeneutics”. Before discussing about the issue of the death penalty based on the legal ethics of Confucianism, Taoism, Mohism and Legalism in the Pre-Qin Dynasty, a discussion and stipulation relating to the death penalty in Taiwan should be mentioned as the onset in section one. The issue of the death penalty in Taiwan should be explained first to be as a basis for further discussion. The second section takes the discourse above as the substratum to discuss the issue of the death penalty. The capital punishment debate in Taiwan is mainly based on the western jurisprudence and lack of the considerations of the traditional Chinese jurisprudence, therefore, this study focuses on discussing the proposition of the capital punishment debate from the point of view of Chinese ethics of the Pre-Qin dynasty. Since those philosophers in the Pre-Qin dynasty can’t predict the modern capital punishment debate, the method of “creative hermeneutics” will be adopted to interpret their legal ethics. In section three, this study took the research method of the “creative hermeneutics” to discuss whether those philosophers in the Pre-Qin dynasty can justify the arguments about the abolition of the death penalty. Besides, about the ancient case analysis, in order to coordinate the article six of the International Covenant on Civil and Political Rights, which stipulates that no one shall be arbitrarily deprived of his life and sentence of death may be imposed only for the most serious crimes. The cases discussed in this study are all about the human lives. And because the relative materials in the Pre-Qin dynasty were very rare, only the case of the Han Dynasty and later will be explained. In those cases, the blood feud emphasized in the Gongyang Zhuan is to reveal that the revenge for our consanguinity is permitted by the society. The law, public power, demands that he would be sentenced death penalty for killing others’ parents as revenge. As a matter of course, the nation thought that murderers should be sentenced to death consequently. When the national law can’t meet the requirement, the private revenge will arise instead. The conclusion in Chapter five tried to analyze the legal ethics of “Hundred Schools of Thought”, focusing on the issue of death sentence. Then, the “creative hermeneutics” is used as support for death penalty abolition. Finally, some suggestion and expectation are proposed in this study, which agrees with Zhuangzi’s expression that both death sentence and death penalty abolition have different foundation and aspects. Therefore, this study provides some advices and conclusion on the basis of death sentence and death penalty abolition. 1. Death penalty: (1)The end of death sentence is to be expected a termination of killing. (2)The reprieve system of death penalty is suggested to be introduced before promoting death penalty abolition. 2. Death penalty abolition (1)The final purpose in Taiwan’s justice system is to abolish death penalty. (2)Referendum is seen as a way to promoting death penalty abolition. (3)The life sentence without parole can substitute for death penalty. 3. Expectation: In the future, this study has two ideas: (1) Activating the legal ethics in the Pre-Qin Dynasty. (2)Making an expected regulation of death penalty abolition.
Santos, Marina Oliveira Teixeira dos. "Entre a Colaboração Premiada e o Consenso: Qual o caminho para o Futuro do Direito Processual Penal?" Master's thesis, 2019. http://hdl.handle.net/10316/90345.
Full textEm um contexto de expansão dos espaços de consenso e diversão em sistemas processuais penais marcados pela legalidade, há o instituto da Colaboração Premiada, conforme instituída na Lei nº 12.850/2013, voltada à criminalidade organizada. Aparentemente essencial à persecução penal dos crimes organizados, mas que, por ser instituída em um sistema legislativo como o brasileiro, à semelhança do português e do europeu continental, gera uma série de problemas que não podem ser minimizados. Destarte, será conduzida uma pesquisa exploratória, baseada em um levantamento bibliográfico e estudo de casos concretos, bem como explicativa, na medida em que se busca integrar as variáveis encontradas. Em um primeiro momento analisar-se-á a colaboração premiada, seu conceito, natureza jurídica, procedimento e consequências penais e processuais penais. Ademais, será análisada sua estrutura legal e aplicação concreta a partir de casos jurisprudenciais ilustrativos tendo em vista os princípios essenciais ao Direito Processual Penal: do nemo tenetur se ipsum accusare, da legalidade e/ou obrigatoriedade, do juiz natural ou reserva do juiz e da preferência pelas reações não punitivas. Por fim, será feito um estudo do instituto como forma de consenso – ou como instrumento processual que acaba por se afastar do ideal de consenso em um Estado Democrático e de Direito e suas influências ao futuro do Direito Processual Penal. A partir do estudado reflete-se acerca da importância de, se eminentemente necessária a evolução dos sistemas legislativos no sentido da incorporação de instrumentos de caráter negocial, há de se ter cautela para não desrespeitarem-se os princípios garantidores de um Devido Processo Legal, assim como dos direitos fundamentais dos arguidos e dos demais sujeitos processuais.
In a context of expansion of the space of consensus and diversion in criminal procedural systems marked by legality, there is the Institute of “Colaboração Premiada” (Award-Winning Collaboration) as established in Law N. 12,850 / 2013, focused on organized crime. Apparently essential to the criminal prosecution of organized crime, by being instituted in a legislative system like Brazil’s, similar to Portugal’s and continental European’s system, generates a series of problems that can not be minimized. Thus, an exploratory research will be conducted, based on a bibliographical survey and study of concrete cases, as well as explanatory, in the measure that seeks to integrate the variables found. First, the “Colaboração Premiada”, its concept, legal nature, procedure and penal and procedural consequences will be analyzed. In addition, its legal structure and concrete application will be studied from illustrative jurisprudential cases in view of the essential principles of criminal procedural law: of the nemo tenetur se ipsum accusare, of the legality and / or obligatoriness, of the court reserve and preference for non-punitive reactions. Finally, a study of the institute will be made as a form of consensus - or as a procedural instrument that ends up moving away from the ideal of consensus in a Democratic State and of Law and its influences to the future of Criminal Procedural Law. Based on this study, it is important to note that, if the evolution of the legislative systems in order to incorporate negotiating instruments is eminently necessary, care must be taken not to violate the principles of due process of law, as well as of the fundamental rights of the defendants and other procedural subjects.
Fonseca, Laura Mesquita. "O Crime de Aquisição ou Detenção de Estupefacientes e Substâncias Psicotrópicas - Entre a Desconformidade com o Princípio da Legalidade Criminal e a Ilegitimidade de Intervenção Penal." Master's thesis, 2020. http://hdl.handle.net/10316/92648.
Full textArticle 40 of Decree-Law no. 15/93, of January 22, criminally sanctioned the consumption and the purchase or possession for consumption of narcotic drugs and psychotropic substances. As of July 1 2001, with the entry into force of Law no. 30/2000, of November 29, drug use (and its purchase or possession for consumption) was decriminalized, becoming sanctioned as a mere misdemeanor (paragraph 1 of article 2 of Law no. 30/2000, of 29 November). The problem arises when paragraph 2 of article 2 of Law no. 30/2000, of 29 November, limits the application of the administrative regime to the possession or purchase of a quantity of drugs that does not exceed individual average consumption requirements for a period of 10 days while, simultaneously, article 28 of Law no. 30/2000, of 29 November, repeals article 40 of Decree-Law no. 15/93, of January 22nd, thereby leaving us without knowing under which rule to subsume the conduct of the agent who owns or purchases drugs, destined exclusively for his consumption, in an amount that exceeds that which is necessary for the average individual consumption for a period of 10 days.This study intends, in the first place, to critically analyze, under the umbrella of the principle of criminal legality, the interpretative hypotheses (both doctrinal and jurisprudential) advanced in response to this conjunctural legal problem, which came to be the structural basis for subsequent judicial reactions, like those embodied in the case law set by the Supreme Court of Justice, in its Judgment No. 8/2008, which was granted the support of the Constitutional Court in its Judgments No. 587/2014 and No. 79/2015.Once this issue (normative, doctrinal and jurisprudential) has been faced, we proceed to that of the legitimacy of criminal intervention when it is the consumption – the purchase or possession for own consumption – of drugs that is at stake, and we begin by inquiring about the existence of a legal-criminal asset protected by the incrimination of these conducts, and then (if so) whether there is a want of its criminal protection, a double condition on which said legitimacy depends.
O artigo 40.º do Decreto-lei n.º 15/93, de 22 de janeiro, sancionava criminalmente o consumo e a aquisição ou detenção para consumo de estupefacientes e substâncias psicotrópicas (droga). A partir de 1 de julho de 2001, com a entrada em vigor da Lei n.º 30/2000, de 29 de novembro, o consumo (e a aquisição ou detenção para comsumo) de droga foi descriminalizado, passando a ser sancionado como ilícito de mera ordenação social (n.º 1 do artigo 2.º da Lei n.º 30/2000, de 29 de novembro).O problema surge quando o n.º 2 do artigo 2.º da Lei n.º 30/2000, de 29 de novembro, limita a aplicação do regime contraordenacional à detenção ou aquisição de uma quantidade de droga que não exceda a necessária para o consumo médio individual durante o período de 10 dias e, simultaneamente, o artigo 28.º da Lei n.º 30/2000, de 29 de novembro, revoga o artigo 40.º do Decreto-Lei n.º 15/93, de 22 de janeiro, ficando sem se saber onde subsumir a conduta do agente que detém ou adquire droga, destinada exclusivamente ao seu consumo, numa quantidade que exceda a necessária para o consumo médio individual durante o período de 10 dias. Este estudo pretende, em primeiro lugar, fazer uma análise crítica e à luz do princípio da legalidade criminal, das hipóteses interpretativas (doutrinais e jurisprudenciais) avançadas em resposta a esta problemática jurídica conjuntural, que veio a revelar-se estruturante das reações judiciárias subsequentes, desde logo das adotadas na jurisprudência fixada pelo Supremo Tribunal de Justiça, no seu Acórdão n.º 8/2008, que veio a colher cobertura do Tribunal Constitucional nos seus Acórdãos n.º 587/2014 e n.º 79/2015.Enfrentada essa questão (normativa, doutrinária e jurisprudencial), encara-se a da legitimidade de intervenção penal quando em causa esteja o consumo – a aquisição ou detenção para consumo próprio – de drogas, desde logo indagando a existência de um bem jurídico-penal protegido com a incriminação dessas condutas e (na afirmativa) se está em estado de carência de proteção penal, dupla condição de que depende essa legitimidade.
GUIDI, Arianna. "Il reato a concorso necessario improprio." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251080.
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