Academic literature on the topic 'Lavoro riproduttivo'

Create a spot-on reference in APA, MLA, Chicago, Harvard, and other styles

Select a source type:

Consult the lists of relevant articles, books, theses, conference reports, and other scholarly sources on the topic 'Lavoro riproduttivo.'

Next to every source in the list of references, there is an 'Add to bibliography' button. Press on it, and we will generate automatically the bibliographic reference to the chosen work in the citation style you need: APA, MLA, Harvard, Chicago, Vancouver, etc.

You can also download the full text of the academic publication as pdf and read online its abstract whenever available in the metadata.

Journal articles on the topic "Lavoro riproduttivo"

1

Di Pietro, Maria Luisa, and Maria Beatrice Fisso. "Donna e lavoro: considerazioni etico-giuridiche sulla prevenzione del rischio riproduttivo." Medicina e Morale 44, no. 3 (1995): 447–87. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1995.980.

Full text
Abstract:
E' oramai noto che le attività lavorative possono influenzare, in modo diretto o indiretto, la salute: da questa consapevolezza ha avuto origine, nel tempo, una sempre maggiore attenzione nei confronti degli effetti nocivi di sostanze "sospette" in ambiente di lavoro. In questo articolo viene affrontato un aspetto particolare del rischio lavorativo, cioè il rischio a seguito dell'esposizione della donna a sostanze chimiche o ad agenti fisici o biologici che possono alterare la sua capacità riproduttiva o essere causa di gravi danni alla prole che è stata o verrà concepita. Dopo aver fatto distinzione tra rischio riproduttivo (la possibilità che una sostanza possa interferire con o impedire il concepimento) e rischio di sviluppo (la possibilità di produrre nel nascituro o successivamente nel nato fino alla pubertà anomalie strutturali, deficit funzionali o la morte), e aver analizzato il meccanismo di azione delle sostanze chimiche e degli agenti fisici e biologici più di frequente presenti in ambiente di lavoro, e precisato il momento di interferenza (la oogenesi, la gravidanza, l'allattamento), le Autrici individuano ed esaminano criticamente le possibili modalità di prevenzione del rischio riproduttivo e di sviluppo. Dall'individuazione delle situazioni a rischio alla messa a punto delle misure di controllo necessarie per ridurre o eliminare l'esposizione dei lavoratori, all'informazione dello stesso sull'esistenza e sull'entità del rischio: un'analisi che, in un'ottica personalistica, vorrebbe indicare - anche alla luce delle normative vigenti - nuove strade perché si possa attuare una reale tutela della lavoratrice e una vera politica di protezione fetale.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Monacelli, Nadia, and Luca Caricati. "L'auspicata disparità o la costanza di Cenerentola: quando il mondo ideale non contempla l'equità." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 2 (February 2011): 43–54. http://dx.doi.org/10.3280/psc2010-002005.

Full text
Abstract:
Con questo lavoro si č inteso verificare la persistenza di modelli relazionali improntati a una divisione tradizionale dei ruoli di genere nell'ambito del lavoro riproduttivo. Un questionario volto a rilevare la suddivisione dei lavori domestici sia nella descrizione dei vissuti quotidiani sia in quella relativa ad una convivenza ideale č stato sottoposto a 947 persone (53,5% donne) appartenenti a diverse classi di età. I risultati rivelano, sia sul piano concreto sia su quello ideale, una sostanziale tipizzazione dei compiti domestici. La stabilità del dato attraverso i sottocampioni, indica una consistente condivisione delle aspettative di ruolo, concepite come profondamente asimmetriche, fra tutti i partecipanti: uomini e donne, giovani e adulti.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Del Re, Alisa. "Lavorare da casa, lavorare in casa." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 1 (June 2021): 55–65. http://dx.doi.org/10.3280/es2021-001005.

Full text
Abstract:
Durante questa pandemia da Sars-Cov2 abbiamo vissuto trasformazioni del modo di vivere e di produrre che da emergenziali sono divenute rapidamente strutturali. Il confinamento ha se-gnato il definitivo ingresso in un'era digitale, con le sue specifiche forme di sfruttamento, controllo e sorveglianza in un quadro di welfare insufficiente, connotato da una debolezza dei servizi pubblici, dagli ospedali alla sanità territoriale, dalla scuola fino all'università. Si è in-staurato un paradigma tecnologico, di cui si vedevano le avvisaglie già prima della pandemia, con un'accelerazione sconcertante. Questo ha acuito diseguaglianze economiche e sociali, raz-ziali e di genere preesistenti. Ma ha fatto anche scoprire la casa come terreno di scontro tra corpi "produttivi" e corpi deboli, luogo di lavoro non più separato tra produzione e riprodu-zione. L'emergere della consapevolezza della sostanziale necessità del lavoro riproduttivo, tradizionalmente attribuito alle donne, richiede una diversa visione sociale del welfare, una diversa organizzazione sociale del territorio e delle abitazioni, nonché una riqualificazione salariale di quello che molti chiamano "lavoro di cura", riducendone inoltre i tempi infiniti e ridi-stribuendoli socialmente. Parole chiave: lavoro riproduttivo, smart working, pandemia, welfare, donne
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Mele, Vincenza. "Percorsi femminili sull’accanimento riproduttivo." Medicina e Morale 53, no. 1 (2004): 91–108. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2004.655.

Full text
Abstract:
L’Autrice esamina criticamente la tecnica di fecondazione in vitro (FIVET) dal punto di vista etico, mettendo in luce gli elementi di sproporzione dell’intervento tecnologico per la bassa efficacia, l’alto rischio per il nascituro, l’invasività per il corpo materno e gli elevati costi economici.
 L’obiettivo del presente lavoro è contestare sia la terapeuticità della FIVET, sia contestare un luogo comune che vede il pensiero femminile favorevole alle tecnologie riproduttive. La sproporzionalità terapeutica viene quindi analizzata secondo l’ottica delle donne, alla luce di diverse prospettive: le prospettive della bioetica cosiddetta femminista e la prospettiva della bioetica al femminile.
 L’articolo mette in luce le ragioni di non accettabilità della tecnica da parte di entrambe le prospettive, in particolare l’oggettivazione del corpo della donna ed il parassitismo della tecnologia. L’Autrice conclude illustrando il suo personale punto di vista sulla bioetica al femminile: il logos delle tecnologie riproduttive, che è quello dell’ottimizzazione di un prodotto, mette a serio rischio il valore simbolico della maternità, come luogo originario del prendersi cura.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Lahi, Migena, and Miretta Prezza. "Le conseguenze della violenza domestica sul benessere fisico delle donne." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 1 (March 2010): 89–110. http://dx.doi.org/10.3280/mal2010-001006.

Full text
Abstract:
La violenza domestica č considerata uno dei maggiori problemi di sanitŕ pubblica in tutto il mondo. L'obiettivo di questo lavoro č quello di identificare le conseguenze della violenza domestica perpetrata dagli uomini sul benessere fisico delle donne che la subiscono. A tale scopo č stata effettuata un'attenta recensione della letteratura internazionale, la quale ha portato all'identificazione di una molteplicitŕ di conseguenze sul benessere fisico e riproduttivo, e di alcuni dei meccanismi che collegano i maltrattamenti a queste conseguenze. I maltrattamenti perpetrati all'interno delle mura domestiche hanno degli effetti plurimi e devastanti, sia di lungo che di breve termine, sulla salute delle donne che li subiscono.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

Zanni, Fabrizio. "L'ibrido urbano. Ipotesi di concettualizzazione." TERRITORIO, no. 56 (March 2011): 96–98. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-056016.

Full text
Abstract:
Il lavoro sul concetto di ‘ibrido' apre l'esplorazione di nuovi operatori teorici attraverso cui ‘aggredire' la condizione urbana e cercare di individuare, al di lŕ della stanca replica dell'esistente, qualche possibilitŕ, almeno ipotetica, di rottura della fatale logica riproduttiva dell'insediamento contemporaneo. Da un punto di vista progettuale un possibile spazio urbano ibrido puň essere definito come composizione, anche dissonante, di spazi architettonici e urbani definiti dalla intersezione di differenti specie di forme spaziali e funzionali o dalla mutazione di spazi predefiniti, in accordo con una concezione genetica e non deduttiva dell'operazione progettuale. Il concetto di ‘ibrido urbano' lavora attorno al concetto di ‘soglia' inteso come intervallo, rete od insieme di soglie. Acquista pregnanza allora una possibile strategia di intervento progettuale che si ‘insinui' all'interno delle strutturazioni urbane autoriproducenti per individuare un principio interno di rigenerazione, di commistione, di ibridazione locale.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

Casale, Fabio, Ettore Rigamonti, Marco Ricci, et al. "Gli uccelli della provincia di Novara (Piemonte, Italia): distribuzione, abbondanza e stato di conservazione." Rivista Italiana di Ornitologia 87, no. 1 (2017): 3. http://dx.doi.org/10.4081/rio.2017.336.

Full text
Abstract:
<p>In questo lavoro viene riportato un elenco commentato degli uccelli noti per la provincia di Novara (1.340 km2) aggiornato al 31/12/2016 e vengono forniti dati di sintesi relativi alle attività di monitoraggio condotte in anni recenti (2009-2016). I dati sono stati raccolti sia attraverso revisione bibliografica sia attraverso attività di ricerca diretta sul campo. L’avifauna della provincia di Novara annovera o ha annoverato (dal 1860 al 2016) 304 specie delle quali 135 nidificanti certe o probabili in tempi recenti (dopo il 2000), 85 di interesse comunitario (Allegato I della Direttiva “Uccelli”), 116 SPEC - <em>Species of European Conservation Concern</em> secondo BirdLife International e 53 inserite nella <em>European Red List of Birds.</em> L’area è di importanza europea e/o nazionale per la nidificazione di specie di interesse conservazionistico quali <em>Egretta</em> <em>garzetta</em> (650-1.100 nidi), <em>Nycticorax</em> <em>nycticorax</em> (200-300 nidi), <em>Botaurus</em> <em>stellaris</em> (5-7 maschi cantori), <em>Ciconia nigra</em> (1-2 coppie), <em>Ciconia</em> <em>ciconia</em> (4-6 coppie), <em>Himantopus</em> <em>himantopus</em> (300-500 coppie), <em>Vanellus vanellu</em>s (500-600 coppie), <em>Columba oenas</em> (20-30 coppie), nonché per la migrazione di <em>Philomachus pugnax</em> (5.000-7.000 ind.) e <em>Tringa glareola</em> (500-1.500 ind.). Negli ultimi anni (2009-2016) si segnalano in particolare: la nidificazione accertata per la prima volta nel Novarese di<em> Ardea alba,</em> <em>Galerida cristata</em> e <em>Lullula arborea</em>; il ritorno di <em>Burhinus oedicnemus</em> e <em>Chlidonias niger</em> in periodo riproduttivo dopo decenni di assenza; la colonizzazione da parte di <em>Dryocopus</em> <em>martius</em> degli ambienti forestali di collina e di pianura.</p>
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

Borghi, Vando, and Marco Marrone. "Il potere infrastrutturale nel capitalismo di piattaforma. Lavoro, connettività ed ecologia." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 164 (December 2022): 51–69. http://dx.doi.org/10.3280/sl2022-164003.

Full text
Abstract:
Questo contributo vuole mettere in evidenza, accanto alla centralità assunta dalle piattaforme digitali nella nostra società, l'emergere di un "potere infrastrutturale" - categoria che prendiamo in prestito dal lavoro di Michael Mann - in grado di con-dizionare tanto le attività lavorative, quanto le stesse forme della vita quotidiana. L'oggetto della riflessione è l'origine di tale potere, le sue caratteristiche e le sue implicazioni nei confronti della capacità produttiva e riproduttiva della società. Dopo aver ripercorso le trasformazioni avvenute sul piano della connettività, verrà dunque analizzata l'ascesa delle piattaforme e le conseguenze tanto nell'ottica specifica del lavoro, quanto all'interno di una più ampia prospettiva ecologica. Nelle conclusioni, la lente infrastrutturale verrà presentata anche come pista pro-mettente attraverso cui ripensare un "inversione" delle componenti materiali e immateriali che determinano il "potere infrastrutturale" delle piattaforme.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
9

Bompiani, Adriano. "L’elaborazione di “regole” per le innovazioni biotecnologiche." Medicina e Morale 49, no. 4 (2000): 713–50. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2000.765.

Full text
Abstract:
Come è noto, l'unione Europea ha fra i suoi scopi quello di favorire lo sviluppo sociale ed economico dei Paesi aderenti, facilitando la ricerca scientifica, l’innovazione tecnologica, la produzione di beni e la circolazione degli stessi nell’ambito dell’Unione, eliminando per quanto è possibile differenze, normative e conflitti commerciali.
 Con questo spirito, dopo anni di difficile lavoro, è stata emanata la Direttiva 98/44/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio (6luglio 1998) che riguarda la protezione giuridica delle invenzioni biotecnologiche, ne presupposto che si tratti di genoma – sia esso di origine vegetale, animale o umano – in quanto risultati da “invenzioni” suscettibili di applicazioni industriali e non dal mero isolamento (“scoperta”).
 L’Autore, che già ha esaminato in un precedente contributo gli aspetti etici dell’impiego delle biotecnologie nel campo vegetale e animale (v. Medicina e Morale 2000, 3: 449-504), si sofferma a descrivere quanto prevede la Direttiva 98/44/CE stessa, assieme ad altre norme internazionali precedentemente emanat, per la tutela dell’ambiente, degli animali e degli organismi umani.
 L’Autore riconosce che la direttiva vieta, nel dispositivo, lo sfruttamento commerciale che sia contrario all’ordine pubblico e al buon costume, fornendo gli esempi concreti dei divieti applicabili ai processi di clonazione umana a scopo riproduttivo, di modificazione dell’identità genetica germinale dell’essere umano; di modificazione degli embrioni umani a fini commerciali e industriali; di modificazione dell’identità genetica animale di natura tale da provocare sofferenza negli stessi, senza utilità sostanziale per l’uomo o per l’animale.
 Tuttavia la Direttiva – sotto l’aspetto giuridico – consente l’utilizzazione di embrioni umani (sia pure non direttamente ed espressamente prodotti a scopo di ricerca in base all’art. 18 della Convenzione sui diritti dell’uomo e la biomedicina) a scopo sperimentale e per applicazioni biotecnologiche riguardanti la produzione di cellule staminali od i medicamenti.
 L’Autore esamina anche il dibattito che è seguito alla emanazione della Direttiva soprattutto a livello di Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (Strasburgo) in merito alle preoccupazioni dell’opinione pubblica sui cosiddetti “cibi transgenici” (raccomandazione n. 1398 (1998) dal titolo “sicurezza del consumatore e qualità degli alimenti”), nella quale è stata espressa contrarietà alla brevettabilità degli organismi viventi, pur riconoscendo la necessità di assicurare un’adeguata protezione ai diritti dell’”invenzione” (proprietà intellettuale) [Raccomandazione 1417/1999].
 Questi problemi sono stati affrontati ma non risolti nella conferenza internazionale di Oviedo (16-19 maggio 19999) organizzata dal Consiglio d’Europa. Il Comitato Direttivo di Bioetica del medesimo Consiglio d’Europa è stato indicato di esprimere “parere” sulla complessa materia; nel frattempo sono intervenute la conferenza di Seattle e Montreal, ove è stato firmato, nel gennaio 2000, un Protocollo sulla biosicurezza che regolamenta il commercio internazionale di sementi e sostanze geneticamente modificate ritenuti pericolosi per l’ambiente e la salute, escludendo però i prodotti finiti, e perciò il cibo transgenico.
 Nel momenti in cui – scadendo la moratoria –la Direttiva 98/44/CE entrerà in vigore (31 luglio 2000) essendo improbabile l’accettazione delle argomentazioni di invalidazione sollevate da Olanda e Italia, l’Autore insiste per l’adozione del “principio di precauzione”, esplicitamente incorporato nel diritto comunicato relativo alla protezione della salute, oltreché alla tutela dell’ambiente, che dovrà essere tuttavia meglio specificato nella sua estensione e nelle conseguenze attese. Un secondo principio, quello della “trasparenza”, richiede un’ulteriore affinamento delle informazioni rivolte al consumatore, tramite una più chiara etichettatura che consenta una scelta realmente libera e consapevole dei prodotti derivanti da organismi geneticamente modificati posti in commercio.
 Dovrà essere perseguita la ricerca, escludendo peraltro l’uso dell’embrione umano.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
10

Storino, Pierpaolo, Giuseppe Martino, Manuela Policastrese, et al. "Prima nidificazione accertata di Tordo bottaccio Turdus philomelos nel Parco Nazionale dell’Aspromonte." Rivista Italiana di Ornitologia 87, no. 2 (2018): 45–47. http://dx.doi.org/10.4081/rio.2017.321.

Full text
Abstract:
In Calabria, il Tordo bottaccio Turdus philomelos si riproduce solo nei settori settentrionali e centrali della Regione (i.e. Pollino, Orsomarso e Sila), mentre in provincia di Reggio Calabria la nidificazione non è mai stata accertata e le osservazioni risultano scarse e concentrate esclusivamente nei periodi migratori. Durante due successive stagioni riproduttive (2015-2016), abbiamo osservato N=16 individui di T. philomelos a differenti altitudini (min 630 m, max 1,838 m a.s.l.) prevalentemente nei boschi di latifoglie decidue mesofile. Sono stati utilizzati la modalità del “distance sampling” eseguendo un transetto a piedi ed altre 3 diverse tecniche di campionamento “point-count” per stimare la presenza della specie nel Parco Nazionale dell’Aspromonte. Con questo lavoro, abbiamo accertato per la prima volta la nidificazione del T. philomelos nel Parco Nazionale dell’Aspromonte e nella provincia di Reggio Calabria. In futuro, con l’incremento dell’area di investigazione, si potrà quantificare in modo più accurato il numero di coppie nidificanti e la loro distribuzione su scala regionale.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
More sources
We offer discounts on all premium plans for authors whose works are included in thematic literature selections. Contact us to get a unique promo code!

To the bibliography