Academic literature on the topic 'Lavoro riproduttivo'

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Journal articles on the topic "Lavoro riproduttivo"

1

Di Pietro, Maria Luisa, and Maria Beatrice Fisso. "Donna e lavoro: considerazioni etico-giuridiche sulla prevenzione del rischio riproduttivo." Medicina e Morale 44, no. 3 (June 30, 1995): 447–87. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1995.980.

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Abstract:
E' oramai noto che le attività lavorative possono influenzare, in modo diretto o indiretto, la salute: da questa consapevolezza ha avuto origine, nel tempo, una sempre maggiore attenzione nei confronti degli effetti nocivi di sostanze "sospette" in ambiente di lavoro. In questo articolo viene affrontato un aspetto particolare del rischio lavorativo, cioè il rischio a seguito dell'esposizione della donna a sostanze chimiche o ad agenti fisici o biologici che possono alterare la sua capacità riproduttiva o essere causa di gravi danni alla prole che è stata o verrà concepita. Dopo aver fatto distinzione tra rischio riproduttivo (la possibilità che una sostanza possa interferire con o impedire il concepimento) e rischio di sviluppo (la possibilità di produrre nel nascituro o successivamente nel nato fino alla pubertà anomalie strutturali, deficit funzionali o la morte), e aver analizzato il meccanismo di azione delle sostanze chimiche e degli agenti fisici e biologici più di frequente presenti in ambiente di lavoro, e precisato il momento di interferenza (la oogenesi, la gravidanza, l'allattamento), le Autrici individuano ed esaminano criticamente le possibili modalità di prevenzione del rischio riproduttivo e di sviluppo. Dall'individuazione delle situazioni a rischio alla messa a punto delle misure di controllo necessarie per ridurre o eliminare l'esposizione dei lavoratori, all'informazione dello stesso sull'esistenza e sull'entità del rischio: un'analisi che, in un'ottica personalistica, vorrebbe indicare - anche alla luce delle normative vigenti - nuove strade perché si possa attuare una reale tutela della lavoratrice e una vera politica di protezione fetale.
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2

Monacelli, Nadia, and Luca Caricati. "L'auspicata disparità o la costanza di Cenerentola: quando il mondo ideale non contempla l'equità." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 2 (February 2011): 43–54. http://dx.doi.org/10.3280/psc2010-002005.

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Abstract:
Con questo lavoro si č inteso verificare la persistenza di modelli relazionali improntati a una divisione tradizionale dei ruoli di genere nell'ambito del lavoro riproduttivo. Un questionario volto a rilevare la suddivisione dei lavori domestici sia nella descrizione dei vissuti quotidiani sia in quella relativa ad una convivenza ideale č stato sottoposto a 947 persone (53,5% donne) appartenenti a diverse classi di età. I risultati rivelano, sia sul piano concreto sia su quello ideale, una sostanziale tipizzazione dei compiti domestici. La stabilità del dato attraverso i sottocampioni, indica una consistente condivisione delle aspettative di ruolo, concepite come profondamente asimmetriche, fra tutti i partecipanti: uomini e donne, giovani e adulti.
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3

Del Re, Alisa. "Lavorare da casa, lavorare in casa." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 1 (June 2021): 55–65. http://dx.doi.org/10.3280/es2021-001005.

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Abstract:
Durante questa pandemia da Sars-Cov2 abbiamo vissuto trasformazioni del modo di vivere e di produrre che da emergenziali sono divenute rapidamente strutturali. Il confinamento ha se-gnato il definitivo ingresso in un'era digitale, con le sue specifiche forme di sfruttamento, controllo e sorveglianza in un quadro di welfare insufficiente, connotato da una debolezza dei servizi pubblici, dagli ospedali alla sanità territoriale, dalla scuola fino all'università. Si è in-staurato un paradigma tecnologico, di cui si vedevano le avvisaglie già prima della pandemia, con un'accelerazione sconcertante. Questo ha acuito diseguaglianze economiche e sociali, raz-ziali e di genere preesistenti. Ma ha fatto anche scoprire la casa come terreno di scontro tra corpi "produttivi" e corpi deboli, luogo di lavoro non più separato tra produzione e riprodu-zione. L'emergere della consapevolezza della sostanziale necessità del lavoro riproduttivo, tradizionalmente attribuito alle donne, richiede una diversa visione sociale del welfare, una diversa organizzazione sociale del territorio e delle abitazioni, nonché una riqualificazione salariale di quello che molti chiamano "lavoro di cura", riducendone inoltre i tempi infiniti e ridi-stribuendoli socialmente. Parole chiave: lavoro riproduttivo, smart working, pandemia, welfare, donne
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4

Mele, Vincenza. "Percorsi femminili sull’accanimento riproduttivo." Medicina e Morale 53, no. 1 (February 28, 2004): 91–108. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2004.655.

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Abstract:
L’Autrice esamina criticamente la tecnica di fecondazione in vitro (FIVET) dal punto di vista etico, mettendo in luce gli elementi di sproporzione dell’intervento tecnologico per la bassa efficacia, l’alto rischio per il nascituro, l’invasività per il corpo materno e gli elevati costi economici. L’obiettivo del presente lavoro è contestare sia la terapeuticità della FIVET, sia contestare un luogo comune che vede il pensiero femminile favorevole alle tecnologie riproduttive. La sproporzionalità terapeutica viene quindi analizzata secondo l’ottica delle donne, alla luce di diverse prospettive: le prospettive della bioetica cosiddetta femminista e la prospettiva della bioetica al femminile. L’articolo mette in luce le ragioni di non accettabilità della tecnica da parte di entrambe le prospettive, in particolare l’oggettivazione del corpo della donna ed il parassitismo della tecnologia. L’Autrice conclude illustrando il suo personale punto di vista sulla bioetica al femminile: il logos delle tecnologie riproduttive, che è quello dell’ottimizzazione di un prodotto, mette a serio rischio il valore simbolico della maternità, come luogo originario del prendersi cura.
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5

Lahi, Migena, and Miretta Prezza. "Le conseguenze della violenza domestica sul benessere fisico delle donne." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 1 (March 2010): 89–110. http://dx.doi.org/10.3280/mal2010-001006.

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Abstract:
La violenza domestica č considerata uno dei maggiori problemi di sanitŕ pubblica in tutto il mondo. L'obiettivo di questo lavoro č quello di identificare le conseguenze della violenza domestica perpetrata dagli uomini sul benessere fisico delle donne che la subiscono. A tale scopo č stata effettuata un'attenta recensione della letteratura internazionale, la quale ha portato all'identificazione di una molteplicitŕ di conseguenze sul benessere fisico e riproduttivo, e di alcuni dei meccanismi che collegano i maltrattamenti a queste conseguenze. I maltrattamenti perpetrati all'interno delle mura domestiche hanno degli effetti plurimi e devastanti, sia di lungo che di breve termine, sulla salute delle donne che li subiscono.
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6

Zanni, Fabrizio. "L'ibrido urbano. Ipotesi di concettualizzazione." TERRITORIO, no. 56 (March 2011): 96–98. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-056016.

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Abstract:
Il lavoro sul concetto di ‘ibrido' apre l'esplorazione di nuovi operatori teorici attraverso cui ‘aggredire' la condizione urbana e cercare di individuare, al di lŕ della stanca replica dell'esistente, qualche possibilitŕ, almeno ipotetica, di rottura della fatale logica riproduttiva dell'insediamento contemporaneo. Da un punto di vista progettuale un possibile spazio urbano ibrido puň essere definito come composizione, anche dissonante, di spazi architettonici e urbani definiti dalla intersezione di differenti specie di forme spaziali e funzionali o dalla mutazione di spazi predefiniti, in accordo con una concezione genetica e non deduttiva dell'operazione progettuale. Il concetto di ‘ibrido urbano' lavora attorno al concetto di ‘soglia' inteso come intervallo, rete od insieme di soglie. Acquista pregnanza allora una possibile strategia di intervento progettuale che si ‘insinui' all'interno delle strutturazioni urbane autoriproducenti per individuare un principio interno di rigenerazione, di commistione, di ibridazione locale.
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7

Casale, Fabio, Ettore Rigamonti, Marco Ricci, Luca Bergamaschi, Raffaele Cennamo, Angelo Garanzini, Leonardo Mostini, Alessandro Re, Valentina Toninelli, and Mauro Fasola. "Gli uccelli della provincia di Novara (Piemonte, Italia): distribuzione, abbondanza e stato di conservazione." Rivista Italiana di Ornitologia 87, no. 1 (May 12, 2017): 3. http://dx.doi.org/10.4081/rio.2017.336.

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Abstract:
<p>In questo lavoro viene riportato un elenco commentato degli uccelli noti per la provincia di Novara (1.340 km2) aggiornato al 31/12/2016 e vengono forniti dati di sintesi relativi alle attività di monitoraggio condotte in anni recenti (2009-2016). I dati sono stati raccolti sia attraverso revisione bibliografica sia attraverso attività di ricerca diretta sul campo. L’avifauna della provincia di Novara annovera o ha annoverato (dal 1860 al 2016) 304 specie delle quali 135 nidificanti certe o probabili in tempi recenti (dopo il 2000), 85 di interesse comunitario (Allegato I della Direttiva “Uccelli”), 116 SPEC - <em>Species of European Conservation Concern</em> secondo BirdLife International e 53 inserite nella <em>European Red List of Birds.</em> L’area è di importanza europea e/o nazionale per la nidificazione di specie di interesse conservazionistico quali <em>Egretta</em> <em>garzetta</em> (650-1.100 nidi), <em>Nycticorax</em> <em>nycticorax</em> (200-300 nidi), <em>Botaurus</em> <em>stellaris</em> (5-7 maschi cantori), <em>Ciconia nigra</em> (1-2 coppie), <em>Ciconia</em> <em>ciconia</em> (4-6 coppie), <em>Himantopus</em> <em>himantopus</em> (300-500 coppie), <em>Vanellus vanellu</em>s (500-600 coppie), <em>Columba oenas</em> (20-30 coppie), nonché per la migrazione di <em>Philomachus pugnax</em> (5.000-7.000 ind.) e <em>Tringa glareola</em> (500-1.500 ind.). Negli ultimi anni (2009-2016) si segnalano in particolare: la nidificazione accertata per la prima volta nel Novarese di<em> Ardea alba,</em> <em>Galerida cristata</em> e <em>Lullula arborea</em>; il ritorno di <em>Burhinus oedicnemus</em> e <em>Chlidonias niger</em> in periodo riproduttivo dopo decenni di assenza; la colonizzazione da parte di <em>Dryocopus</em> <em>martius</em> degli ambienti forestali di collina e di pianura.</p>
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8

Borghi, Vando, and Marco Marrone. "Il potere infrastrutturale nel capitalismo di piattaforma. Lavoro, connettività ed ecologia." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 164 (December 2022): 51–69. http://dx.doi.org/10.3280/sl2022-164003.

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Abstract:
Questo contributo vuole mettere in evidenza, accanto alla centralità assunta dalle piattaforme digitali nella nostra società, l'emergere di un "potere infrastrutturale" - categoria che prendiamo in prestito dal lavoro di Michael Mann - in grado di con-dizionare tanto le attività lavorative, quanto le stesse forme della vita quotidiana. L'oggetto della riflessione è l'origine di tale potere, le sue caratteristiche e le sue implicazioni nei confronti della capacità produttiva e riproduttiva della società. Dopo aver ripercorso le trasformazioni avvenute sul piano della connettività, verrà dunque analizzata l'ascesa delle piattaforme e le conseguenze tanto nell'ottica specifica del lavoro, quanto all'interno di una più ampia prospettiva ecologica. Nelle conclusioni, la lente infrastrutturale verrà presentata anche come pista pro-mettente attraverso cui ripensare un "inversione" delle componenti materiali e immateriali che determinano il "potere infrastrutturale" delle piattaforme.
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Bompiani, Adriano. "L’elaborazione di “regole” per le innovazioni biotecnologiche." Medicina e Morale 49, no. 4 (August 31, 2000): 713–50. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2000.765.

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Abstract:
Come è noto, l'unione Europea ha fra i suoi scopi quello di favorire lo sviluppo sociale ed economico dei Paesi aderenti, facilitando la ricerca scientifica, l’innovazione tecnologica, la produzione di beni e la circolazione degli stessi nell’ambito dell’Unione, eliminando per quanto è possibile differenze, normative e conflitti commerciali. Con questo spirito, dopo anni di difficile lavoro, è stata emanata la Direttiva 98/44/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio (6luglio 1998) che riguarda la protezione giuridica delle invenzioni biotecnologiche, ne presupposto che si tratti di genoma – sia esso di origine vegetale, animale o umano – in quanto risultati da “invenzioni” suscettibili di applicazioni industriali e non dal mero isolamento (“scoperta”). L’Autore, che già ha esaminato in un precedente contributo gli aspetti etici dell’impiego delle biotecnologie nel campo vegetale e animale (v. Medicina e Morale 2000, 3: 449-504), si sofferma a descrivere quanto prevede la Direttiva 98/44/CE stessa, assieme ad altre norme internazionali precedentemente emanat, per la tutela dell’ambiente, degli animali e degli organismi umani. L’Autore riconosce che la direttiva vieta, nel dispositivo, lo sfruttamento commerciale che sia contrario all’ordine pubblico e al buon costume, fornendo gli esempi concreti dei divieti applicabili ai processi di clonazione umana a scopo riproduttivo, di modificazione dell’identità genetica germinale dell’essere umano; di modificazione degli embrioni umani a fini commerciali e industriali; di modificazione dell’identità genetica animale di natura tale da provocare sofferenza negli stessi, senza utilità sostanziale per l’uomo o per l’animale. Tuttavia la Direttiva – sotto l’aspetto giuridico – consente l’utilizzazione di embrioni umani (sia pure non direttamente ed espressamente prodotti a scopo di ricerca in base all’art. 18 della Convenzione sui diritti dell’uomo e la biomedicina) a scopo sperimentale e per applicazioni biotecnologiche riguardanti la produzione di cellule staminali od i medicamenti. L’Autore esamina anche il dibattito che è seguito alla emanazione della Direttiva soprattutto a livello di Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (Strasburgo) in merito alle preoccupazioni dell’opinione pubblica sui cosiddetti “cibi transgenici” (raccomandazione n. 1398 (1998) dal titolo “sicurezza del consumatore e qualità degli alimenti”), nella quale è stata espressa contrarietà alla brevettabilità degli organismi viventi, pur riconoscendo la necessità di assicurare un’adeguata protezione ai diritti dell’”invenzione” (proprietà intellettuale) [Raccomandazione 1417/1999]. Questi problemi sono stati affrontati ma non risolti nella conferenza internazionale di Oviedo (16-19 maggio 19999) organizzata dal Consiglio d’Europa. Il Comitato Direttivo di Bioetica del medesimo Consiglio d’Europa è stato indicato di esprimere “parere” sulla complessa materia; nel frattempo sono intervenute la conferenza di Seattle e Montreal, ove è stato firmato, nel gennaio 2000, un Protocollo sulla biosicurezza che regolamenta il commercio internazionale di sementi e sostanze geneticamente modificate ritenuti pericolosi per l’ambiente e la salute, escludendo però i prodotti finiti, e perciò il cibo transgenico. Nel momenti in cui – scadendo la moratoria –la Direttiva 98/44/CE entrerà in vigore (31 luglio 2000) essendo improbabile l’accettazione delle argomentazioni di invalidazione sollevate da Olanda e Italia, l’Autore insiste per l’adozione del “principio di precauzione”, esplicitamente incorporato nel diritto comunicato relativo alla protezione della salute, oltreché alla tutela dell’ambiente, che dovrà essere tuttavia meglio specificato nella sua estensione e nelle conseguenze attese. Un secondo principio, quello della “trasparenza”, richiede un’ulteriore affinamento delle informazioni rivolte al consumatore, tramite una più chiara etichettatura che consenta una scelta realmente libera e consapevole dei prodotti derivanti da organismi geneticamente modificati posti in commercio. Dovrà essere perseguita la ricerca, escludendo peraltro l’uso dell’embrione umano.
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Storino, Pierpaolo, Giuseppe Martino, Manuela Policastrese, Eugenio Muscianese, Domenico Bevacqua, Sergio Tralongo, and Antonino Siclari. "Prima nidificazione accertata di Tordo bottaccio Turdus philomelos nel Parco Nazionale dell’Aspromonte." Rivista Italiana di Ornitologia 87, no. 2 (June 21, 2018): 45–47. http://dx.doi.org/10.4081/rio.2017.321.

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Abstract:
In Calabria, il Tordo bottaccio Turdus philomelos si riproduce solo nei settori settentrionali e centrali della Regione (i.e. Pollino, Orsomarso e Sila), mentre in provincia di Reggio Calabria la nidificazione non è mai stata accertata e le osservazioni risultano scarse e concentrate esclusivamente nei periodi migratori. Durante due successive stagioni riproduttive (2015-2016), abbiamo osservato N=16 individui di T. philomelos a differenti altitudini (min 630 m, max 1,838 m a.s.l.) prevalentemente nei boschi di latifoglie decidue mesofile. Sono stati utilizzati la modalità del “distance sampling” eseguendo un transetto a piedi ed altre 3 diverse tecniche di campionamento “point-count” per stimare la presenza della specie nel Parco Nazionale dell’Aspromonte. Con questo lavoro, abbiamo accertato per la prima volta la nidificazione del T. philomelos nel Parco Nazionale dell’Aspromonte e nella provincia di Reggio Calabria. In futuro, con l’incremento dell’area di investigazione, si potrà quantificare in modo più accurato il numero di coppie nidificanti e la loro distribuzione su scala regionale.
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Dissertations / Theses on the topic "Lavoro riproduttivo"

1

Masetti, Giorgia <1991&gt. "Lavoro femminile produttivo e riproduttivo: il caso qatarino." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9653.

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Abstract:
La tesi tratta della situazione di genere nel Golfo analizzandola sotto l’ottica della teoria del lavoro produttivo/riproduttivo, che studia la divisione della vita femminile tra il lavoro economico (produttivo) e quello domestico (riproduttivo). Nel Golfo, e, specialmente in Qatar, la percentuale di donne istruite con addirittura una laurea universitaria supera di gran lunga la percentuale maschile. Nonostante tutto, il tasso di impiego femminile rimane molto più basso rispetto a quello maschile. Secondo gli studi sul lavoro riproduttivo, una donna che non lavora lo fa per prendersi cura della famiglia, per spendere tutte le proprie energie nel lavoro riproduttivo. Per quale motivo allora le donne qatarine hanno bisogno delle domestiche provenienti dal sud-est asiatico? L’elaborato cerca di dare una risposta a questa domanda partendo da un’analisi della letteratura di genere sulla dicotomia lavoro produttivo/riproduttivo e sulla relazione tra donne, migrazione e riproduzione. La letteratura sarà poi applicata nell’ambiente del Golfo analizzando la situazione delle donne rispetto ad educazione, lavoro e riproduzione. L’ultimo capitolo verterà sul caso studio dello stato del Qatar, per capire come la società del luogo influenzi i cambiamenti nell’area riproduttiva e nella migrazione femminile delle domestiche asiatiche a Doha.
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Coppola, Francesca. "La dimensione soggettiva del lavoro nel tempo della persona." Doctoral thesis, Università di Siena, 2021. http://hdl.handle.net/11365/1127242.

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Abstract:
L’esaltazione dell’aspetto dicotomico del tempo, diviso tra tempo di lavoro e tempo libero, ha portato ad oscurare il lavoro riproduttivo, domestico, educativo e di assistenza, ma anche ad ignorare il lavoro di formazione scolastica e professionale; così come ha privato di rilevanza giuridica i tempi forzosamente legati al lavoro, come quelli del tragitto di percorrenza dall’abitazione al luogo di lavoro oppure i tempi dedicati al lavoro, oltre all’orario previsto, nei lavori di creatività e di responsabilità. Il tempo remunerato ha in questa dinamica rappresentato un tempo maschile per eccellenza a cui le donne si sono dovute adeguare qualora hanno voluto prendervi parte su un piano paritario. Questa impostazione, tanto nell’organizzazione del lavoro quanto nelle norme che ne regolano il funzionamento, è ancora oggi fortemente presente nel nostro sistema. Partendo da queste considerazioni, la tesi mira invece ad assumere un approccio che metta al centro il soggetto, valorizzando il concetto di tempo della persona, in una prospettiva che non sia legata unicamente alle esigenze produttive, ma che dia valore alla persona umana e alle sue relazioni in quanto tali. Soffermandosi dapprima sulla ricerca di un ancoraggio giuridico all’interno della Costituzione al tempo della persona, si è quindi posto l’accento sugli sviluppi più recenti intervenuti in ambito europeo rispetto al tema prescelto, in particolare sul fallimento dei tentativi di riscrittura della direttiva sull’orario di lavoro, sul ruolo suppletivo svolto dalla Corte di Giustizia nella reintepretazione della normativa esistente e sul risalto attribuito dalla governance europea alle questioni inerenti la cura e l’assistenza familiare. Il tema è stato poi inquadrato rispetto alla prospettiva interna all’ordinamento nazionale. Si è analizzata la normativa di riferimento in tema di orario di lavoro per sottolinearne l’approccio prevalentemente preposto alla difesa della flessibilità temporale nell’interesse del datore, che detiene un forte potere di decidere e di variare la collocazione della prestazione. Si è quindi ragionato sulla necessità, anche nella prospettiva di sostegno e valorizzazione delle iniziative applicabili in sede collettiva, di un intervento legislativo, finalizzato all’attribuzione di diritti soggettivi in favore delle lavoratrici e dei lavoratori sull’organizzazione temporale, che prevalgano sull’interesse economico dell’impresa, qualora rilevino particolari esigenze della persona legate a diritti e valori fondamentali che trovano riconoscimento giuridico costituzionale. Infine, sono state descritte e analizzate in chiave problematica le principali soluzioni giuridiche finora perseguite, e ancora ampiamente percorribili, per la realizzazione di nuovi equilibri tra la gestione efficiente dell’organizzazione dell’impresa e un maggiore autocontrollo, da parte della singola lavoratrice e del singolo lavoratore, sulla dimensione temporale della propria prestazione lavorativa.
The exaltation of the dichotomous aspect of time, divided between work and leisure time, has led to obscure reproductive, domestic, educational and assistance work, but also to ignore the work of school and professional training; just as it has deprived of legal relevance the times forcibly linked to work, such as those of the journey from home to the workplace or the time dedicated to work, in addition to the scheduled time, in creative and responsible work. In this dynamic, paid time has represented a masculine time par excellence to which women have had to adapt if they wanted to take part in it on an equal footing. This approach, both in the organization of work and in the rules that regulate its functioning, is still strongly present in our system today. Starting from these considerations, the thesis aims instead to take an approach that puts the subject at the center, enhancing the concept of time of the person, in a perspective that is not linked only to productive needs, but that gives value to the human person and his relationships as such. Dwelling first on the search for a legal anchorage within the Constitution at the time of the person, the emphasis was subsequently placed on the most recent developments in Europe with respect to the chosen theme, in particular on the failure of attempts to rewrite the directive on working hours, on the additional role played by the Court of Justice in the reinterpretation of existing legislation and on the emphasis attributed by European governance to issues relating to family care and assistance. The topic was then framed with respect to the internal perspective of the national system. The reference legislation on working hours was analyzed to underline the approach mainly aimed at defending temporal flexibility in the interest of the employer, who has a strong power to decide and vary the location of the service. It was therefore reasoned on the need, also in the perspective of support and enhancement of the initiatives applicable collectively, of a legislative intervention, aimed at attributing subjective rights in favor of workers over the temporal organization, which prevail over the interest economic activity of the company, if they detect particular needs of the person linked to fundamental rights and values ​​that find constitutional legal recognition. Finally, the main legal solutions pursued so far, and still widely practicable, for the creation of new balances between the efficient management of the organization of the company and greater self-control by the single worker and the single worker were described and analyzed in a problematic key.
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CAVALLI, LAURA. "Perchè non facciamo un altro figlio? Implicazioni economiche delle intenzioni riproduttive individuali e di coppia in Italia tramite un approccio Mixed-Method." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/885.

Full text
Abstract:
La presente tesi è un contributo allo studio delle implicazioni economiche delle intenzioni di fecondità e all’analisi degli aspetti economici legati ai processi decisionali riproduttivi. Precisamente la tesi, composta da tre capitoli indipendenti e basata su dati Italiani, si focalizza su donne, su individui che vivono in coppia e sulle coppie. In particolare lo studio mira a comprendere: i) l'interazione esistente tra il mercato del lavoro (con un focus particolare sul ruolo del settore occupazionale femminile) e le preferenze per la formazione della famiglia; ii) le influenze della ripartizione dei ruoli domestici all’interno della coppia sulle intenzioni riproduttive; iii) le determinanti (all’interno delle coppie) dell’accordo/disaccordo circa l'intenzione di diventare genitori una seconda volta, e -per coppie che registrano un disaccordo- iv) le determinanti che spingono una donna a contrastare l’intenzione positive del suo partner per un secondo figlio. La tesi utilizza il mixed-method design, una strategia basata sull’analisi quantitativa dei dati nonché sull’analisi approfondita di interviste: questo approccio consente di studiare l'argomento da diverse prospettive e -grazie ai due metodi di ricerca -quantitativo e qualitativo- di approfondire le conoscenze del fenomeno di interesse.
The thesis is a contribution to the study of the economic implications of fertility intentions and desires and of the economic aspects of the fertility decision making process. Precisely, it is based on three autonomous chapters and it aims at understanding: a) for women and for individuals within the couples the interplay between fertility and labour market preferences (with a particular focus on the role of women's sector of employment), and the influences that the (un)balanced division of domestic duties play on the intentions of becoming parents for another time in Italy; b) for couples living together the determinants of their (dis)agreement about the intention of becoming parents again; and c) for couples that disagree on future fertility plans, the determinants of female’s contrasting attitude towards her partners’ positive fertility intention. The dissertation uses a mixed-method design- a strategy based on survey data analysis as well as in-depth interviews analysis: this approach allows investigating the topic from different perspectives, by means of both quantitative and qualitative research methods in order to provide new insights into the phenomenon of interest.
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CAVALLI, LAURA. "Perchè non facciamo un altro figlio? Implicazioni economiche delle intenzioni riproduttive individuali e di coppia in Italia tramite un approccio Mixed-Method." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/885.

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Abstract:
La presente tesi è un contributo allo studio delle implicazioni economiche delle intenzioni di fecondità e all’analisi degli aspetti economici legati ai processi decisionali riproduttivi. Precisamente la tesi, composta da tre capitoli indipendenti e basata su dati Italiani, si focalizza su donne, su individui che vivono in coppia e sulle coppie. In particolare lo studio mira a comprendere: i) l'interazione esistente tra il mercato del lavoro (con un focus particolare sul ruolo del settore occupazionale femminile) e le preferenze per la formazione della famiglia; ii) le influenze della ripartizione dei ruoli domestici all’interno della coppia sulle intenzioni riproduttive; iii) le determinanti (all’interno delle coppie) dell’accordo/disaccordo circa l'intenzione di diventare genitori una seconda volta, e -per coppie che registrano un disaccordo- iv) le determinanti che spingono una donna a contrastare l’intenzione positive del suo partner per un secondo figlio. La tesi utilizza il mixed-method design, una strategia basata sull’analisi quantitativa dei dati nonché sull’analisi approfondita di interviste: questo approccio consente di studiare l'argomento da diverse prospettive e -grazie ai due metodi di ricerca -quantitativo e qualitativo- di approfondire le conoscenze del fenomeno di interesse.
The thesis is a contribution to the study of the economic implications of fertility intentions and desires and of the economic aspects of the fertility decision making process. Precisely, it is based on three autonomous chapters and it aims at understanding: a) for women and for individuals within the couples the interplay between fertility and labour market preferences (with a particular focus on the role of women's sector of employment), and the influences that the (un)balanced division of domestic duties play on the intentions of becoming parents for another time in Italy; b) for couples living together the determinants of their (dis)agreement about the intention of becoming parents again; and c) for couples that disagree on future fertility plans, the determinants of female’s contrasting attitude towards her partners’ positive fertility intention. The dissertation uses a mixed-method design- a strategy based on survey data analysis as well as in-depth interviews analysis: this approach allows investigating the topic from different perspectives, by means of both quantitative and qualitative research methods in order to provide new insights into the phenomenon of interest.
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Books on the topic "Lavoro riproduttivo"

1

Mariella, Pacifico, and Università degli studi di Salerno. Dipartimento di sociologia e scienza della politica., eds. Lavoro produttivo, lavoro riproduttivo: Contributi sulla divisione sessuale del lavoro. Napoli: Edizioni scientifiche italiane, 1989.

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2

Ravaioli, Carla. Tempo da vendere tempo da usare: Lavoro produttivo e lavoro riproduttivo nella società microelettronica. 2nd ed. Milano, Italy: F. Angeli, 1988.

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3

Tempo da vendere, tempo da usare: Lavoro produttivo e lavoro riproduttivo nella società microelettronica. Milano, Italy: F. Angeli, 1986.

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