To see the other types of publications on this topic, follow the link: Lavoro nero.

Journal articles on the topic 'Lavoro nero'

Create a spot-on reference in APA, MLA, Chicago, Harvard, and other styles

Select a source type:

Consult the top 32 journal articles for your research on the topic 'Lavoro nero.'

Next to every source in the list of references, there is an 'Add to bibliography' button. Press on it, and we will generate automatically the bibliographic reference to the chosen work in the citation style you need: APA, MLA, Harvard, Chicago, Vancouver, etc.

You can also download the full text of the academic publication as pdf and read online its abstract whenever available in the metadata.

Browse journal articles on a wide variety of disciplines and organise your bibliography correctly.

1

Orientale Caputo, Giustina. "Le condizioni di vita e di lavoro in un territorio periferico altamente problematico: risultati di una ricerca longitudinale sulla disoccupazione a Napoli." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 126 (May 2012): 83–97. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-126006.

Full text
Abstract:
La presente ricerca, longitudinale di tipo panel, indaga i comportamenti dell'offerta di lavoro in una delle aree periferiche piů svantaggiate della cittŕ di Napoli. Essa affronta gli aspetti della vita individuale e familiare, mostrando la relazione fra condizione occupazionale, ricerca di lavoro, povertŕ e lavoro nero.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Achilli, Riccardo, and Gioacchino de Candia. "La stima delle determinanti strutturali del tasso di irregolaritŕ del lavoro in Italia: un'analisi settoriale." RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO, no. 2 (June 2010): 70–102. http://dx.doi.org/10.3280/rest2010-002004.

Full text
Abstract:
L'articolo presenta un'analisi sulle motivazioni del ricorso al lavoro irregolare nei vari comparti produttivi, nei quali č stata suddivisa l'economia del sistema Italia dal 1981 al 2004. Dopo una rapida rassegna delle principali teorie esplicative del fenomeno del sommerso, la prima parte illustra i risultati della stima di un modello econometrico cross-section, relativo ad alcune cause strutturali dei differenziali nel tasso di irregolaritŕ del lavoro riscontrabili nei vari settori produttivi dell'economia italiana nel periodo 1981-2004. Nella seconda parte l'analisi viene sviscerata per i comparti economici considerati (agricoltura, manifatturiero, costruzioni, commercio e servizi) ponderando le variabili inserite nel modello, al fine di comprendere al meglio le determinanti del lavoro irregolare nei suddetti settori. L'analisi mostra chiaramente come il fenomeno del lavoro irregolare non sia tanto da ricercare in un'eccessiva esositŕ fiscale e previdenziale, quanto nella difficoltŕ da parte delle imprese a essere pienamente concorrenziali sul mercato, con particolar riferimento alla difficoltŕ, nei settori dove il sommerso č piů diffuso, a implementare modelli competitivi basati su qualitŕ e innovazione (che richiedono un capitale umano specializzato e qualificato, difficilmente reclutabile in forme irregolari o informali). Nei settori ad alta intensitŕ di sommerso, le imprese eccedono nella ricerca di soluzioni competitive povere, basate sul contenimento dei costi (e in primis del costo del lavoro rispetto alla sua produttivitŕ). La presenza di mercati del lavoro settoriali basati su ampie fasce di precarietŕ, specie nelle fasce meno qualificate della forza lavoro, č coerente con tale impostazione minimalista alla competitivitŕ, ma un'ampia diffusione del precariato sembra associarsi fortemente a una diffusa presenza di lavoro nero. Inoltre, dall'analisi prospettata emerge una forte differenziazione del fenomeno del lavoro irregolare nei comparti principali del sistema economico nazionale. Tuttavia, si evidenzia anche il fil rouge del lavoro irregolare valido per tutti i settori economici: la despecializzazione. La questione del contrasto all'economia irregolare č quindi eminentemente di tipo sistemico, va affrontata con leve che non possono essere meramente di tipo agevolativo (come invece hanno cercato di fare i principali strumenti di contrasto al nero in Italia, vedi i contratti di riallineamento, con risultati molto modesti in termini di riemersione) ma che impattano su aspetti strutturali della competitivitŕ dei nostri poli produttivi, del funzionamento del mercato del lavoro e del sistema dell'istruzione e della formazione del capitale umano.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Cormaci, Mario, Giovanni Furnari, and Giuseppina Alongi. "Flora marina bentonica del Mediterraneo: Rhodophyta - Rhodymeniophycidae I. Acrosymphytales, Bonnemaisoniales, Gelidiales, Gigartinales, Gracilariales." Bullettin of the Gioenia Academy of Natural Sciences of Catania 53, no. 383 (March 6, 2020): FP11—FP346. http://dx.doi.org/10.35352/gioenia.v53i383.87.

Full text
Abstract:
Dopo una breve introduzione sulla consistenza numerica delle Rhodymeniophycidae (Rhodophyta) presenti in Mediterraneo (Mar Nero escluso), sugli "steps" programmati per la loro completa trattazione con la precisazione che questa prima parte riguarda i taxa dei 5 Ordini già elencati nel titolo e la presentazione di una tabella delle Rhodophyta nella quale i taxa superiori alle famiglie sono ordinati secondo un criterio filogenetico, si passa alla trattazione dei taxa seguendo l'ordine strettamente alfabetico. A seguito degli aggiornamenti tassonomico-nomenclaturali, i taxa a livello specifico ed infraspecifico ricadenti negli ordini sopra citati e presenti in Mediterraneo, sono risultati 132 (di cui 28 inquirenda). Questi a loro volta si raggruppano in 50 generi e 25 famiglie. Inoltre 46 taxa, di cui 1 a livello di famiglia e 45 a livello specifico ed infraspecifico sono stati considerati taxa excludenda; 31 taxa, a livello specifico e infraspecifico, sono stati considerati taxa inquirenda, di questi 3 sono anche excludenda e uno dei tre ha nome illegittimo. Inoltre viene evidenziata l'illegittimità dei nomi di 47 taxa (di cui 3 a livello di famiglia, 3 a livello di genere e 41 a livello specifico e infraspecifico), l'invalidità dei nomi di 29 taxa (di cui 1 a livello di genere e 28 a livello specifico ed infraspecifico) e l'invalidità di 9 combinazioni; infine, viene proposta 1 nuova combinazione. Di ciascun taxon trattato viene fornita una breve descrizione preceduta da alcuni riferimenti bibliografici riportanti notizie, illustrazioni e/o distribuzione in Mediterraneo; per la maggior parte dei taxa specifici sono state realizzate delle illustrazioni. Quasi tutti i taxa trattati sono arricchiti di note bilingue (Italiano e Inglese) a supporto delle sinonimie indicate, o delle scelte tassonomiche seguite o delle motivazioni per cui il taxon è stato considerato inquirendum e/o excludendum o delle conclusioni nomenclaturali. Il lavoro è completato da un glossario di 158 voci, da un indice di tutti i nomi dei taxa citati nel testo e da una errata corrige al lavoro di Cormaci et al. (2017).
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Cormaci, Mario, Giovanni Furnari, and Giuseppina Alongi. "Flora marina bentonica del Mediterraneo: Rhodophyta - Rhodymeniophycidae II. Halymeniales, Nemastomatales, Peysson-neliales, Plocamiales, Rhodymeniales, Sebdeniales." Bullettin of the Gioenia Academy of Natural Sciences of Catania 54, no. 384 (July 27, 2021): FP9—FP341. http://dx.doi.org/10.35352/gioenia.v54i384.94.

Full text
Abstract:
Dopo una breve introduzione sui 6 Ordini che costituiscono l’oggetto di questo secondo contributo alle Rhodymeniophycidae del Mediterraneo (Mar Nero escluso), si passa alla trattazione dei taxa seguendo l’ordine strettamente alfabetico.La trattazione riguarda 131 taxa correntemente accettati, di cui 126 a livello specifico e infraspecifico e 5 a livello solamente di genere. Inoltre vengono censiti 132 taxa (a livello specifico e infraspecifico) non accettati, nonché altri 280 taxa (a livello specifico e infraspecifico) sinonimi dei taxa accettati e/o non accettati. Dei 124 taxa a livello specifico e infraspecifico accettati, 96 sono componenti tradizionali della flora macroalgale mediterranea, 12 sono alieni o involontariamente introdotti, 16 sono taxa excludenda. Tutti i taxa accettati sono ripartiti in 39 generi di cui: 31 con rappresentanti in Mediterraneo, 3 sono excludenda, e 5 privi di rappresentanti in Mediterraneo (solamente citati nel testo). I 132 taxa non accettati sono così ripartiti: 47 sono taxa inquirenda (di cui 3 con nome illegittimo); 32 sono taxa con nome illegittimo (3 dei quali sono anche taxa inquirenda); 41 sono taxa con il nome invalidamente pubblicato (32 dei quali sono nomina nuda); 15 taxa sono combinazioni invalide. Di ciascun taxon trattato viene fornita una breve descrizione preceduta da alcuni riferimenti bibliografici riportanti notizie, illustrazioni e/o distribuzione in Mediterraneo. La trattazione della maggior parte dei taxa specifici e infraspecifici è corredata da tavole iconografiche; inoltre, quasi tutti i taxa trattati sono arricchiti di note bilingue (Italiano e Inglese) a supporto delle sinonimie indicate, o delle scelte tassonomiche seguite o delle motivazioni per cui il taxon è stato considerato inquirendum e/o excludendum o delle conclusioni nomenclaturali. Inoltre, vengono proposte 3 nuove combinazioni, 2 delle quali di taxa non presenti in Mediterraneo. Il lavoro è completato da un glossario di 173 voci, da un indice di tutti i nomi dei taxa citati nel testo e da una errata corrige al precedente lavoro sulle Rhodymeniophycidae di Cormaci et al. (2020).
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Rosato, Paolo, Raul Berto, and Chiara D'Alpaos. "Risk and returns in real estate development projects at the black swan test [Rendimento e rischio d’investimento immobiliare alla prova del cigno nero]." Valori e Valutazioni 31 (February 2023): 15–31. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20223103.

Full text
Abstract:
The real estate market is affected by great uncertainty due to the nexus of various factors: a) the specificity of the assets traded, which are illiquid, unique and very hetherogeneous from each other; b) the ‘structural disequilibrium’ of the market caused by the differences emerging in elasticity of supply with respect to demand; c) the non-competitiveness of the market, which often turns into a bilateral monopoly; d) the great variability of market prices. Since the subprime mortgage crisis that broke out at the end of 2006 in the United States, it has clearly emerged that, in a sector that represents about a third of world wealth, it is necessary, on the one hand, to implement proper and increasingly sophisticated valuation tools, to support the design of effective risk management strategies and, on the other hand, to improve the reliability of real estate data, in order to allow for a more robust verification of the hypotheses on the trend of the cash flows generated by the investment and a more accurate valuation of the investment risk and, consequently, of the project expected rate of return. The main objective of this work is to investigate the accuracy and robustness of the estimates of real estate investors of the expected returns on an urban development project in a medium-sized city representative of the North East of Italy. Using a simulation-based approach, the gap between the observed internal rate of return, estimated ex post on the basis of the actual trend of the parameters that influence investment returns, and the expected internal rate of return, calculated ex ante on the basis of the information available at the time of the investment decision. Firstly, we constructed the time series from 1995 to 2015 of the expected and observed internal rates of return of investments in the residential sector. We obtained the time series of the cash flows generated by the investment under investigation by implementing a simulation-based approach. Starting from the comparison between observed internal rate of return and expected internal rates of return, we identified ex post the risk implicitly assumed by the investor at the time of the decision to undertake the investment. Secondly, the effectiveness of the Capital Asset Pricing Model as a method for estimating the return on a property investment was verified, by comparing the project’s observed (ex post) internal rate of return with its ex ante rate of return, estimated through the Capital Asset Pricing Model. To carry out the above analyses, we constructed the time series of observed and expected internal rate of returns from 1995 to 2015 of investments in the residential sector. The time series of the internal rate of returns of real estate investments were obtained by implementing a simulation-based approach to determine the cash flows of real estate investments representative of the context under investigation and by adopting as model inputs the parameters usually adopted in ex-ante and ex-post real estate valuations. Starting from the comparison between observed and expected internal rate of returns, we identified ex-post the risk implicitly assumed by the developer at the time of the decision to undertake the investment. Finally, by investigating the determinants of the divergence between the investment’s observed and expected internal rate of return and cyclical variables, we identified the factors (i.e., the macroeconomic fundaments) which, in the period under investigation, affected investment risk and, consequently, investment return. Finally, by investigating the relationships that account for the difference between the observed and expected internal rate of return and the economic factors that can determine the current stage in economic cycles, we identified the determinants of invetment risk and returns. Il mercato immobiliare è affetto da grande incertezza dovuta a una concatenazione di diversi fattori: a) la specificità dei beni scambiati che sono illiquidi, unici e molto eterogenei tra loro; b) il “disequilibrio strutturale” del mercato causato dalla diversa elasticità del- l’offerta rispetto alla domanda; c) la non concorrenzialità del mercato che, assume spesso le caratteristiche del monopolio bilaterale; d) la grande variabilità dei prezzi di mercato. A partire dalla crisi dei mutui sub- prime scoppiata alla fine del 2006 negli Stati Uniti, è emerso chiaramente come, in un settore che rappresenta circa un terzo della ricchezza mondiale, sia necessario, da un lato, operare con strumenti valutativi adeguati e sempre più sofisticati, in grado di suppor- tare l’individuazione di strategie efficaci di gestione dei rischi e, dall’altro, migliorare l’affidabilità dei dati immobiliari, in modo da consentire una verifica più ro- busta delle ipotesi sull’andamento dei flussi di cassa generati e una stima più accurata del rischio e, conseguentemente, del tasso di rendimento atteso. Obiettivo principale del presente lavoro è di investigare l’accuratezza delle previsioni effettuate da un ipotetico operatore immobiliare sul rendimento di un investi- mento a sviluppo in una città di medie dimensioni rap- presentativa della provincia dell’Italia settentrionale. Attraverso un approccio basato sulla simulazione, è stato calcolato lo scarto fra il tasso interno di rendimento effettivo, stimato ex post in base all’andamento effettivo dei parametri influenti sul rendimento stesso, e il tasso interno di rendimento atteso, calcolato ex ante sulla base delle informazioni disponibili al mo- mento della decisione d’investimento. In primo luogo, è stata costruita la serie storica dal 1995 al 2015 dei tassi interni di rendimento attesi ed effettivi dell’investi- mento immobiliare residenziale a sviluppo. Le serie storiche sono state ottenute mediante la simulazione dei flussi di cassa di investimenti immobiliari rappresentativi della realtà indagata. A partire dal confronto fra tassi interni di rendimento effettivi e tassi interni di rendimento attesi è stato individuato, ex post, il rischio assunto implicitamente dall’investitore al momento della decisione di intraprendere l’investimento stesso. In secondo luogo, è stata verificata la bontà del Capital Asset Pricing Model come metodo di stima del rendi- mento di un investimento immobiliare a sviluppo, confrontando il tasso interno di rendimento effettivo e il tasso di rendimento ex ante stimato attraverso il Capi- tal Asset Pricing Model stesso. Infine, indagando sulle relazioni che intercorrono fra lo scarto fra tasso di rendimento interno effettivo e atteso e le variabili congiunturali, sono stati individuati i fattori che, nel periodo considerato, hanno maggiormente influito sul rischio al quale si è esposto l’investitore al momento di investire.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

Kaksic, Nikola. "Un salterio miniato quattrocentesco dal convento di San Francesco a Zara." Eikon / Imago 5, no. 1 (June 8, 2016): 113–40. http://dx.doi.org/10.5209/eiko.73481.

Full text
Abstract:
L'autore discute un manoscritto miniato dal convento di San Francesco a Zara. Nove fogli che caratterizzano le iniziali più rappresentative di questo manoscritto sono stati tolti nel 1974 e la loro ubicazione è sconosciuta fin da allora. Solo vecchie fotografie in bianco e nero di questo Salterio sono note nella letteratura scientifica. Con l'ausilio di particolari dei colori conservati su un rotolo di pellicola presso l'Ufficio della Conservazione a Zara, l'autore tenta di ricostruirne l'aspetto originario. Egli mette in evidenza il fatto che questo salterio non è stato analizzato a fondo o descritto consistentemente. Egli stabilisce che si tratta di un salterio liturgico (Psalterium feriale), che si distingue da un salterio biblico, e che contiene un innario (Psalterium cum hymnis). Ogni salmo e inno inizia con un’iniziale illuminata, la maggior parte delle quali sono decorative. Tuttavia, il salterio ha otto iniziali figurale (littera historiata), che l'autore analizza individualmente e stabilisce come un riflesso diretto della divisione del Salterio nei giorni della settimana liturgica. La decorazione figurale è stata data solo per le iniziali del primo salmo di ogni nuovo giorno liturgico (feria), che fanno sette in totale. Essi sono: i Salmi I, XXVI, XXXVII, LII, LXVIII, LXXX e XCVII, dove il Salmo I marca la Domenica, il Salmo XXVI il Lunedi e così via, fino alla fine della settimana liturgica. La decorazione figurale è stata data anche alla prima iniziale all'inizio del Salterio che si apre con un cosiddetto Invitatorium. Ogni iniziale figurale è descritta in dettaglio, e particolare enfasi viene data all’iniziale B nel folio 5, che rappresenta l'iniziale più ricca di tutto il Salterio. Nella sua parte inferiore c’è una rappresentazione di San Bernardino, invece di Sant'Antonio da Padova o di San Francesco come è stato suggerito. In questo lavoro, l'autore pubblica tutte le iniziali e le inserisce nel contesto dei rispettivi salmi. Il documento difrerenzia graficamente tre tipi di iniziali attraverso l'uso di differenti composizione. Le iniziali figurali, littera historiata, sono stampate in grassetto, il corsivo viene applicato alla littera dominicalis, mentre gli altri, 'littera ferialis', che costituiscono la maggior parte, sono stampati in caratteri regolare. Il colore rosso è utilizzato per una rubrica, che sono i sottotitoli che segnano le sezioni individuali del Salterio come l’Invitatorium, feria, inni, ecc. Questo permette anche coloro che non hanno il comando della lingua Croata di conoscere l'intero contenuto del salterio. Contrariamente all'opinione corrente che sostiene che il Salterio è l’opera di una scuola veneziana, e contrariamente a una visione isolata che è stato creato a Zara stessa, l'autore ritiene che il Salterio è stato creato nel cerchio di Bologna, molto probabilmente intorno al 1460 o appena dopo questa data.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

Paggi, Marco. "Il rinnovo del permesso di soggiorno durante la crisi economica: osservazioni sulla casistica." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 3 (September 2009): 67–88. http://dx.doi.org/10.3280/diri2009-003004.

Full text
Abstract:
Premessa1. Collocazione temporale dei requisiti e relativa valutazione2. Lavoro nero3. Fruizione dei c.d. "ammortizzatori sociali"4. Vincoli familiari5. Malattia e infortunio6. Durata del permesso per attesa occupazione
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

FERRARESE, Elaine Da Silveira Ribeiro, and Tamires Da Silva OLIVEIRA. "A Semana da Consciência Negra em uma Escola Periférica: Narrativas de um Trabalho Coletivo." INTERRITÓRIOS 6, no. 12 (December 7, 2020): 189. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v6i12.248996.

Full text
Abstract:
RESUMOO objetivo do trabalho é inscrever os enfrentamentos para implementação de um projeto interdisciplinar em escola pública periférica, sobre a cultura afro-brasileira. Justifica-se a partir de evidências cotidianas e estatísticas onde os sujeitos negros são “invisibilizados” nas narrativas que compõem a identidade nacional brasileira. Pelas narrativas das professoras envolvidas no projeto, buscou-se problematizar, contextualizar e refletir a partir de bibliografia majoritariamente negra, as crises e dramas do cotidiano escolar específicos ao recorte racial. Considera-se que professoras e professores necessitam fazer voz para que a prática de enaltecer a pluralidade de existências e a luta do povo negro no Brasil ocorra não apenas em datas específicas, mas ao longo de todo o ano letivo.Consciência negra. Racismo. Escola. Narrativas. Projeto interdisciplinar. ABSTRACTThe work objective is to register the confrontations for the implementation of an interdisciplinary project in a peripheral public school, about Afro-Brazilian culture. It is justified based on daily evidence and statistics where black people are “invisible” in the narratives that make up the Brazilian national identity. Through the narratives of the teachers involved in the project, we sought to problematize, contextualize, and reflect from a mostly black bibliography, such as crises and dramas of the school routine specifics to the racial profile. It is considered that qualified teachers need to make a voice so that the practice of extolling the plurality of existences and the struggle of the black people in Brazil occurs not only on specific dates, but throughout the school year.Black awareness. Racism. School. Narratives. Interdisciplinary project. RESUMENEl objetivo del trabajo es registrar los enfrentamientos para la implementación de un proyecto interdisciplinario en una escuela pública periférica, sobre la cultura afrobrasileña. Se justifica con base en evidencias y estadísticas diarias donde los sujetos negros son “invisibilizados” en las narrativas que conforman la identidad nacional brasileña. A través de las narrativas de las docentes involucradas en el proyecto, se buscó problematizar, contextualizar y reflexionar desde una bibliografía mayoritariamente negra, las crisis y dramas de la rutina escolar propios del contorno racial. Se considera que las profesoras y los profesores necesitan hacer una voz para que la práctica de ensalzar la pluralidad de existencias y la lucha del pueblo negro en Brasil ocurra no solo en fechas específicas, sino durante todo el año escolar.Conciencia negra. Racismo. Escuela. Narrativas. proyecto interdisciplinario. SOMMARIOL'obiettivo del lavoro è registrare i confronti per l'attuazione di un progetto interdisciplinare in una scuola pubblica periferica, sulla cultura afro-brasiliana. È giustificato sulla base di prove e statistiche quotidiane in cui i soggetti neri sono "invisibili" nelle narrazioni che compongono l'identità nazionale brasiliana. Attraverso le narrazioni dei docenti coinvolti nel progetto si è cercato di problematizzare, contestualizzare e riflettere da una bibliografia prevalentemente nera, le crisi e i drammi della routine scolastica tipica del profilo razziale. Si ritiene che gli insegnanti e le insegnanti debbano farsi una voce in modo che la pratica di esaltare la pluralità delle esistenze e la lotta dei neri in Brasile avvenga non solo in date specifiche, ma durante l'intero anno scolastico.Coscienza nera. Razzismo. Scuola. Narrazioni. progetto interdisciplinare.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
9

Calderaro, Monica, and Marta Senesi. "Disney: crime in fairy tales*." Rivista di Psicopatologia Forense, Medicina Legale, Criminologia 22, no. 1-2-3 (December 27, 2017): 27–30. http://dx.doi.org/10.4081/psyco.2017.10.

Full text
Abstract:
The screen is colored by a celestial sky and begins to outline a castle under whose white gold stands the "Walt Disney Pictures", a semi-crown crown all and the doors of the fantasy are ready to open to the spectators. This is the classic presentation of a Disney Movie that at least once in a lifetime will happen to each of us to attend and accompany the childhood of millions of children. But what is waiting behind that castle? Charming spells and sparks of magic? Absolutely. Princesses to save and charming princes to dream? Absolutely yes. Speaking animals and an Never Land? All this and much more. But if we looked at that castle from a different perspective, and if we shifted our attention from the precious robe of the protagonist, to what deeply motivates her choices and the dynamics surrounding her, we could notice dark shadows, concealed by glittering jewels and unnatural sunsets, so brilliant to blind. The work will focus on those heaviest nuances, analyzing and deepening scenes and themes of Disney Movies where it will be possible to find criminological and psychopathological aspects, thus trying to connect two worlds so distant that for a moment they will intersect as well as in a palette of a painter you can mix white and black. ---------- Lo schermo si colora di un celeste cielo, e comincia a delinearsi un castello sotto la cui bianca aurea si staglia la sigla “Walt Disney Pictures”, un semiarco corona il tutto e le porte della fantasia sono pronte a schiudersi per gli spettatori. Questa è la classica presentazione di un Film Disney a cui almeno una volta nella vita sarà capitato a ciascuno di noi di assistere, e che accompagna l’infanzia di milioni di bambini. Ma cosa ci aspetta dietro quel castello? Affascinanti incantesimi e scintille di magia? Senz’altro. Principesse da salvare e principi azzurri da sognare? Assolutamente sì. Animali parlanti e un’isola che non c’è? Tutto questo e molto di più. Se guardassimo, però, quel castello da una prospettiva diversa, e se spostassimo l’attenzione dal vestito prezioso della protagonista, a ciò che motiva in profondità le sue scelte e alle dinamiche che la circondano, potremmo notare delle sfumature oscure, celate da sfavillanti gioielli ed innaturali tramonti, tanto brillanti da accecarci. È proprio su quelle sfumature più tetre che si concentrerà il lavoro, analizzando e approfondendo scene e temi dei Film Disney in cui sarà possibile riscontrare aspetti criminologici e psicopatologici, cercando così di connettere due mondi tanto distanti che per un attimo si intersecheranno, cosi come in una tavolozza di un pittore è possibile mescolare il bianco e il nero. ---------- La pantalla es de color azul claro del cielo, y comienza a tomar forma un castillo bajo cuyo blanco de oro se coloca la abreviatura "de Walt Disney Pictures", un semi-arco rodea el todo y las puertas de la imaginación están listos para salir del cascarón para los espectadores. Esta es la presentación clásica de una Película de Disney que al menos una vez en la vida nos ha sucedido a cada uno de nosotros para asistir, y que acompaña a millones de niños. Pero, ¿qué está esperando detrás de ese castillo? Encantadores hechizos y chispas de magia? Absolutamente. ¿Princesas para salvar y príncipes azules para soñar? Absolutamente sí ¿Animales que hablan y una isla que no está allí? Todo esto y mucho más. Si observamos, sin embargo, que el castillo desde una perspectiva diferente, y si a mitad de camino a través de la atención por parte del precioso vestido el personaje principal, lo que motiva profundamente en sus elecciones y la dinámica que lo rodean, se puede notar las sombras oscuras, ocultas por las joyas espumoso y puestas de sol antinaturales, tan brillantes para cegar. Es precisamente en los tonos más sombríos que se centrarán los trabajos, analizando y profundizando escenas y películas temas de Disney, donde se pueden encontrar aspectos criminológicos y psicopatológicas, tratando así de conectar dos mundos tan lejos que un momento se cruzará, así como en una paleta de un pintor puede mezclar blanco y negro.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
10

Grimaldi, Giuseppe. "Guardiani della frontiera: l’intermediazione informale nel ghetto agricolo Sud Europeo." REMHU: Revista Interdisciplinar da Mobilidade Humana 30, no. 64 (April 2022): 159–76. http://dx.doi.org/10.1590/1980-85852503880006410.

Full text
Abstract:
Abstract Nel Sud Europa agricolo sono ormai realtà consolidata i cosiddetti ghetti, spazi di vita della componente migrante più fragile proveniente dal Sud globale e impiegata come forza lavoro bracciantile. Tali spazi vengono sovente inquadrati come confini della modernità occidentale, buchi neri in cui operano caporali che riproducono quelle che vengono definite come nuove schiavitù. In questo lavoro, partendo da una ricerca-azione svolta nel Sud Italia agricolo (Eboli), si propone di abbandonare una logica del confine e guardare alle modalità attraverso cui il ghetto diventa parte integrante del contesto più ampio, dei suoi modelli sociali, giuridici, economici. Situando l’etnografia sulle modalità attraverso cui l’intermediazione informale naviga queste strutture, il ghetto emerge come una frontiera, intesa non come confine ma come un avamposto che mostra gli effetti più violenti dei campi di forza che agiscono sulla riproduzione della presenza migrante.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
11

Barbalato, Beatrice. "La pecora nera di Ascanio Celestini o della desoggettivizzazione." Quaderni d'italianistica 34, no. 2 (March 25, 2014): 149–68. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v34i2.21040.

Full text
Abstract:
I bambini di Ascanio Celestini hanno un’identità incerta, i loro caratteri trasmigrano, si espandono come malattie esantematiche. la loro visione del mondo è fluida e nomade. È una cifra che troviamo in quasi tutti i suoi lavori. Questo saggio analizza La pecora nera, un’opera in cui il processo di desoggettivizzazione acquista un peso particolare perché Nicola è un internato di un ospedale psichiatrico, e la sua patologia ne fa un migrante psichico. Con Ascanio Celestini siamo agli antipodi del teatro ottocentesco, volto a far identificare lo spettatore nel dramma di protagonisti dal profilo psicologico preciso. Assistiamo ad un procedimento di spossessamento identitario, di pensiero ‘debole,’ come fattore di un nuovo dialogo, apertura, capacità di interscambio. Lo status di bambino, presente in quasi tutti i lavori di Celestini non designa un’età anagrafica, ma piuttosto un modo di essere e di osservare il mondo circostante.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
12

Guerra, Francesco. "Per una storia italiana del tempo presente: gli appalti, la mafia e il potere supplente della magistratura." Revista de Italianística, no. 39 (December 30, 2019): 68–77. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i39p68-77.

Full text
Abstract:
Il presente lavoro è un tentativo di ricostruire una delle pagine più nere della storia italiana recente, quella che si riferisce al periodo delle ‘stragi di mafia’ (1992-1993), proponendo un’interpretazione non convenzionale, in termini di lettura degli eventi e dal punto di vista più propriamente storiografico. In particolare, a partire da una delle ultime indagini coordinate da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, l’autore ha cercato di mostrare, soprattutto alla data della morte dei due magistrati, il collegamento tra sistema di gestione degli appalti, mafia e, entro una cornice prospettica, potere ‘supplente’ della magistratura.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
13

Cozza, Lucos. "Roma: le Mura Aureliane dalla Porta Flaminia al Tevere." Papers of the British School at Rome 57 (November 1989): 1–5. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200009065.

Full text
Abstract:
Como ho già detto (p. xii), Ferdinando Castagnoli ha lasciato interrotti ma bene avviati i lavori di revisione e aggiornamento della nuova edizione della Forma Urbis di Lanciani in scala 1:1000. Al fine di mantenere vivo l'interesse per la realizzazione di quest'opera approfitto dell'ospitalità dei Papers per pubblicare una mia revisione delle mura di Aureliano tra la Porta Flaminia e il Tevere preparata a tale scopo (Fig. 1).La porzione delle mura di Aureliano compresa tra l'attuale via Ferdinando di Savoia in prossimità dell'imbocco di ponte Margherita e la porta Flaminia è rappresentata in pianta nella tavola I della FUR di Lanciani (edita nel 1893?) Il colore nero indica le parti ancora esistenti al tempo di Lanciani, oppure quelle che egli potè vedere fugacemente in occasione di scavi. Il nero è usato anche per un monumento non più visibile ma per il quale egli aveva raggiunto una sua convinzione di certezza: si tratta del ‘sepulcrum’ coincidente con la terza torre ad occidente di Porta Flaminia. Il colore grigio (ottenuto grafıcamente con linee parallele accostate) indica le parti non più visibili che Lanciani ricostrui tenendo presente piante dal XVI al XVIII secolo (de' Rocchi, Bufalini, Nolli).
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
14

Gulzar, Ahmed, Novaira Junaid, and Adnan Haider. "What is Hidden, in the Hidden Economy of Pakistan? Size, Causes, Issues, and Implications." Pakistan Development Review 49, no. 4II (December 1, 2010): 665–704. http://dx.doi.org/10.30541/v49i4iipp.665-704.

Full text
Abstract:
The informal economy is initially considered as the subsidiary sector in terms of its contribution to the overall economy. However, it received the focus of attention with the publication of Peter Guttmann’s estimates for sizing the informal economy (i.e. US $ 200 billion in 1976) for the US economy especially in the context of achieving the goal of inclusive growth and development. The informal economy is recognised with different names in different countries/regions throughout the world. For example, the Swedish and Russian term it as ―Hidden Economy‖, the English call it ―Fiddle‖, the Japanese recognise it as ―Hidden Incomes‖, the French identify it as ―Travail au noir‖, the Italian consider it as ―The Lavorno Nero‖, while in Pakistan it has been analysed as an ―Hidden Economy‖ or ―Informal Economy‖.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
15

Barisione, Mauro. "Le Scelte Politiche Dei Cittadini: Ambivalenza, Ragione O Affetto?" Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 32, no. 1 (April 2002): 141–51. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200029956.

Full text
Abstract:
George E. Marcus, W. Russel Neuman e Michael MacKuen, Affective Intelligence and Political Judgement, Chicago, University of Chicago Press, 2000, pp. 199, Isbn 0-226-50468-9Citizens and Politics esce dieci anni dopo i due lavori che più hanno segnato l'attuale psicologia politica e il campo delle ricerche sull'opinione pubblica negli Stati Uniti: Reasoning and Choice di Sniderman et al (1991) e The Nature and Origins of Mass Opinion di Zaller (1992); ma marca anche una continuità con quei volumi collettanei che dalla metà degli anni ‘80 si sono dedicati alle problematiche delle cognizioni politiche e dell'information processing: Lau e Sears (1986), Ferejohn e Kuklinski (1990), Lodge e McGraw (1995), Mutz et al. (1996). Promettendo – per le ragioni che si vedranno più avanti – di far parlare molto di sé, il lavoro curato da Kuklinski, propone allo stesso tempo una sintesi dei temi e un panorama delle ricerche politologiche affrontate da prospettive psicologiche e cognitive. Gli atteggiamenti, i valori, le percezioni, gli affetti, i ragionamenti, le decisioni degli individui nella sfera politica sono analizzati in 17 contributi – introdotti sempre in modo chiaro ed esauriente da Kuklinski, anche se articolati in 4 aree tematiche dalla definizione piuttosto vaga – di autori come Sears, Feldman, Masters, Lau, Lodge, Sniderman, Marcus, per citarne solo alcuni fra i più noti. In particolare, la prima area («Affetto ed emozioni») racchiude quattro contributi incentrati sul ruolo delle inclinazioni affettive nella percezione degli oggetti politici carichi di una valenza simbolica (dalle parole – fra gli esempi americani: «comunisti», welfare, «neri» – alle immagini politicopersonali dei candidati); la stessa dimensione affettiva è analizzata nella seconda parte («Cognizione politica») in relazione ai processi di trattamento dell'informazione, di valutazione delle notizie e di elaborazione di giudizi politici da parte dei cittadini, specie nell'arco della campagna elettorale; la terza parte («Atteggiamenti politici e percezioni») aggiorna il dibattito classico intorno alla maggiore o minore stabilità e coerenza degli atteggiamenti in seno all'opinione pubblica, mentre la quarta parte è interamente dedicata allo studio dei «Valori politici», con due ricerche che analizzano più precisamente le relazioni fra i valori di «umanitarismo» e «individualismo» e le preferenze dei cittadini in tema di politiche pubbliche.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
16

Di Giuseppe, Helga. "Un confronto tra l'etruria settentrionale e meridionale dal punto di vista della ceramica a vernice nera." Papers of the British School at Rome 73 (November 2005): 31–84. http://dx.doi.org/10.1017/s006824620000297x.

Full text
Abstract:
UN CONFRONTO TRA L'ETRURIA SETTENTRIONALE E MERIDIONALE DAL PUNTO DI VISTA DELLA CERAMICA A VERNICE NERAQuesto articolo propone una comparazione dell'Etruria settentrionale e meridionale dal punto di vista del ‘comportamento’ della ceramica a vernice nera, il principale fossile guida dell'età repubblicana e tra i principali indicatori della conquista romana e dell'integrazione dei popoli dell'Italia antica. La base documentaria da cui parte lo studio è costituita dalla ceramica a vernice nera proveniente dallo scavo del teatro romano di Volterra, sito in località di Vallebuona, e dalla South Etruria Survey condotta tra gli anni Cinquanta e Settanta da John Ward-Perkins e la sua équipe. La confrontabilità dei due contesti risiede nel fatto che, pur essendo essi stati indagati con tipi di ricerca differenti — uno scavo e una ricognizione — hanno entrambi restituito materiale residuo rappresentato da un numero di frammenti (ca. 11.000, precisamente 3.972 da Volterra e 6.985 dalla South Etruria Survey) sufficientemente significativo dal punto di vista statistico e cronologico, coprendo l'intero arco di produzione e d'uso della classe (IV–I secolo a.C). L'articolo è strutturato in diverse sezioni: una premessa in cui vengono esplicitate le finalità del lavoro, una discussione sui diversi approcci allo studio della ceramica a vernice nera, l'analisi del caso di Volterra, l'analisi del caso dell'Etruria meridionale e la comparazione finale delle due aree. Lo strumento principale di analisi è costituito da un approccio quantitativo che include la cronologia, le produzioni e le forme in uso nelle due aree. Attraverso i momenti di crescita e crollo della ceramica si cercherà di comprendere non solo la storia della sua produzione, ma anche di leggere i più ampi fenomeni storici alla base dei risultati diversi ottenuti nei due comprensori dell'Etruria.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
17

Bonavita, Paolo, and Augusto Vigna Taglianti. "Ocydromus subg. Nepha Motschulsky, 1864: revisione tassonomica, filogenesi e biogeografia (Coleoptera Carabidae)." Memorie della Società Entomologica Italiana 89, no. 1 (June 30, 2010): 7. http://dx.doi.org/10.4081/memoriesei.2010.7.

Full text
Abstract:
La revisione del subg. <em>Nepha</em> Motschulsky, 1864 (Carabidae, Bembidiina, gen. <em>Ocydromus</em> Clairville, 1806), basata sullo studio di un ricco materiale (oltre 7000 esemplari delle collezioni di 29 istituzioni pubbliche e di 37 privati) ha implicato numerosi cambiamenti nomenclatoriali e tassonomici. Dei 64 nomi di taxa presi in considerazione, riferiti a <em>Nepha</em>, 23 sono validi a livello specifico (di essi 2 sono ridenominazioni per omonimia), e 12 a livello sottospecifico (di essi 3 sono ridenominazioni per omonimia), mentre i rimanenti 24 sono semplici sinonimi. Nel presente lavoro vengono inoltre descritte 3 nuove specie e 3 nuove sottospecie. Sulla base di questa revisione, <em>Ocydromus</em> (<em>Nepha</em>) comprende 26 specie, di cui 22 monotipiche e 4 politipiche (una con 8 sottospecie, una con tre e due con quattro sottospecie). Vengono forniti sia il catalogo delle specie che una chiave dicotomica di identificazione. Ai fini della ricostruzione filogenetica sono stati studiati numerosi caratteri morfologici e la loro possibile evoluzione: 31 caratteri sono stati presi in considerazione per l’analisi cladistica, utilizzando il software Paup 4.0. Come sister group è stato inviduato il subg. <em>Testediolum</em> Ganglbauer, 1891, rappresentato esclusivamente da specie europee. Le specie asiatiche ad esso attribuite da altri autori, vengono considerate appartenenti al subg. <em>Peryphidium</em> Tschitschérine, 1895, che qui viene rivalutato. Dal punto di vista dell’analisi cladistica, <em>Nepha</em> non risulterebbe monofiletico, in quanto il clado <em>armeniacus-pinkeri</em> viene a porsi come sister group sia di Testediolum che delle altre specie di <em>Nepha</em>, che presentano come unica sinapomorfia l’assenza della stria apicale, con conseguente isolamento della setola apicale. La variabilità di questo carattere e l’analisi dei dati di distribuzione di <em>Nepha</em> e di <em>Testediolum</em> ci permette però di includere anche il clado <em>armeniacus-pinkeri</em> nel sottogenere <em>Nepha</em>. Il gruppo caucasicus è formato dalle specie basali di <em>Nepha</em>, mentre i gruppi <em>callosus</em>, <em>ibericus</em> e <em>tetragrammus</em> risultano essere quelli di origine più recente. L’elaborazione dei modelli di distribuzione di <em>Nepha</em> ci fa ritenere che l’area di origine di questo sottogenere sia rappresentata dal Ponto orientale. Quest’area presenta infatti il maggior numero di specie, con maggiore diversità morfologica ed ecologica, appartenenti sia ai gruppi basali (gr. <em>caucasicus</em>) sia a quelli più specializzati (gr. <em>menetriesii</em> e gr. <em>tetragrammus</em>). È possibile ipotizzare la presenza del progenitore del clado <em>Testediolum</em> + <em>Nepha</em> nell’Egeide (Balcani + Anatolia), tra i 13 ed i 14 Myr, quando l’Egeide non era in contatto con il Caucaso e il suo lembo N-occidentale si prolungava nelle Alpi. La presenza di un maggior numero di taxa nel Ponto orientale, e non nel Caucaso, potrebbe essere un indizio dell’origine e presenza di Nepha nella zolla egeica prima della sua connessione con la catena caucasica, avvenuta soltanto 6-5.5 Myr, nel Miocene superiore. In base alle attuali conoscenze non si può risalire agli eventi causali dell’origine delle specie del gr. caucasicus e di rufimacula e retipennis. I due gruppi composti da <em>Ocydromus menetriesii</em>,<em> O. hauserianus, O. syropalaestinus</em> e <em>O. delia</em>e il primo, ed <em>O. ibericus</em>, <em>O. grisvardi </em>e <em>O. fortunatus </em>il secondo, sarebbero invece il risultato di eventi cladogenetici pleistocenici, verificatisi durante uno o più periodi glaciali, a partire da un comune antenato presente in Anatolia per il primo gruppo e in Europa occidentale per il secondo. I progenitori del gruppo callosus sarebbero stati i primi a colonizzare l’Europa, ed i loro attuali discendenti (<em>O. callosus </em>e <em>O. schmidti</em>) presentano un’ampia distribuzione nell’area mediterranea, comunque fortemente rimodellata dagli eventi pleistocenici. Infine, il gruppo <em>tetragrammus</em> si sarebbe insediato in Europa più recentemente, colonizzandola attraverso due differenti strade; a N del mar Nero con <em>O. genei</em> e lungo le coste del Mediterraneo orientale con <em>O. vseteckai.</em>
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
18

Guarducci, Anna, Marco Piccardi, and Leonardo Rombai. "Acque di costa tra mare e terra: il paesaggio della pianura costiera di Pisa e Livorno secondo la cartografia del XVIII secolo." STORIA URBANA, no. 125 (April 2010): 35–58. http://dx.doi.org/10.3280/su2009-125003.

Full text
Abstract:
Lo scritto si basa sulle cartografie a grande scala disegnate nel XVIII secolo, soprattutto dal 1740, anno della ricognizione generale di Pompeo Neri e Tommaso Perelli. I committenti furono la grande proprietŕ fondiaria (Salviati, Mensa Arcivescovile di Pisa, Scrittoio delle Regie Possessioni) e gli uffici dell'amministrazione lorenese competenti in materia di lavori pubblici, di controllo politico-amministrativo del territorio e di gestione agricolo-forestale delle tante fattorie e tenute pubbliche. L'integrazione e la comparazione dei documenti consente di ricostruire l'assetto territoriale d'insieme della pianura a nord e a sud dell'Arno (tra Massaciuccoli e Livorno), con le trasformazioni avvenute dopo il 1740. Emergono i diversi ambienti e paesaggi che si susseguono dal mare all'interno, sotto il profilo geomorfologico-idrologico (spiagge e tomboli, lame e zone umide, bassa e alta pianura) e vegetazionale (foresta sempreverde, pineta, foresta planiziaria, pascoli naturali e prati artificiali, coltivazioni). Sono anche messe in luce le dinamiche che riguardano l'azione umana su: i corsi d'acqua, i canali artificiali e i recinti di colmata, le strade e le poche sedi umane stabili e temporanee, correlate alla fruizione agro-forestale del territorio, al di lŕ dei centri urbani di Pisa e Livorno e del sistema delle fortificazioni costiere.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
19

Inglese, Salvatore, and Miriam Gualtieri. "Il Banco senza nome della memoria. Il caso Aby Warburg tra antropologia e psicopatologia culturale." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 2 (July 2012): 17–38. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2012-002002.

Full text
Abstract:
Nel 1929, Aby Warburg presentň ufficialmente il suo ultimo progetto, un atlante composto di grandi telai in legno, ricoperti da tela nera, sui quali erano collocate riproduzioni fotografiche di opere d'arte. Il titolo scelto per l'atlante fu Mnemosyne, la parola greca che significa "memoria" e che č scolpita persino sull'ingresso della sede della sua biblioteca. Il presente lavoro intende offrire un'analisi di Warburg come eroe culturale dell'Occidente, in cui vita, malattia mentale e studi rivelano i rapporti tra memoria, trauma e oblio. Secondo Warburg la creazione di immagini č un meccanismo di reminiscenza e le forme artistiche possono essere trasmesse, trasformate e riportate a nuova vita. Egli utilizzň la parola Nachleben per indicare la sopravvivenza degli engrammi mnesici trasmessi nello spazio e nel tempo. Alcune forme diventano, di conseguenza, i contenitori di ciň che Warburg chiama Pathosformeln, un paradigma concepito intorno alla figura della fanciulla in movimento - Ninfa. Un viaggio in America tra gli Hopi gli forně l'intuizione di una sopravvivenza moderna di antiche usanze e illuminň le sue ricerche storico-artistiche. Ciň nondimeno gli Hopi svanirono dall'opera di Warburg fino alla loro ricomparsa nella conferenza del 1923, come espediente per essere dimesso dai medici della clinica psichiatrica di Kreuzlingen, diretta da Ludwig Binswanger. Al fine di studiare il caso culturale e clinico di Warburg e la relazione universale tra memoria e oblio nei contesti sociali, gli autori muovono da due punti di vista - antropologico e etnopsichiatrico - e mettono in luce alcuni effetti dello scambio tra civiltŕ diverse.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
20

Poi, Alicia Susana G., Carlos A. Patiño, Juan José Neiff, and Abel O. Ramos. "Calidad del agua en el tramo bajo del río Negro (Chaco, Argentina)." FACENA 19 (September 4, 2008): 67. http://dx.doi.org/10.30972/fac.1903148.

Full text
Abstract:
Las principales características físicas, químicas y biológicas fueron medidas entre noviembre de 1999 y mayo de 2002 en 4 sitios ubicados en el cauce principal del río Negro. En los sitios 1 y 2 los humedales y bosques con baja ocupación humana constituyen el paisaje característico que bordea al curso principal. Los sitios 3 y 4 están afectados por descargas domésticas e industriales, aunque la producción de tanino fue de menor volumen en los últimos años. La composición química del agua superficial estuvo influenciada por la estacionalidad de las lluvias y el lavado de suelos ricos en sales de los humedales hacia el canal del río. La conductividad eléctrica del agua durante las sequías fue más alta que la registrada después de las lluvias. La salinidad fluctuó de manera semejante entre 82,7 mg.l-1 y 6500 mg.l-1. La concentración promedio de fósforo total fue alta (1053 µg.l-1) y el pH neutro o ligeramente alcalino. En el sitio 4, el contenido de materia orgánica (DQO=385 mg.l-1) aumentó significativamente durante el periodo de aguas bajas. No se encontraron residuos de 27 plaguicidas y compuestos organoclorados en los sedimentos del fondo de los sitios muestreados. El contenido de Plomo y Cadmio de los sedimentos estuvo debajo del límite de detección. Los valores de Cromo varió entre 14 y 22 µg.g de sedimento seco, dependiendo del sitio estudiado. Diez especies de plantas acuáticas fueron recolectadas en el Sitio 1 que se caracterizó por baja velocidad de flujo. La riqueza de macrófitas disminuyó aguas abajo. La ocurrencia de algunas especies, tales como Hydrocotyle ranunculoides y Ceratophyllum demersum, estuvo relacionada con la buena disponibilidad de fósforo. La biomasa de algas indicada por la concentración de clorofila a fue baja en todos los sitios estudiados (inferior a 20 µg.l-1).
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
21

Bazzoni, Alessandro, Pierluigi Morosini, Gabriella Polidori, Maria Laura Rosicarelli, and David Fowler. "The use of group cognitive behaviour therapy in a routine acute inpatient setting." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 10, no. 1 (March 2001): 27–36. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00008514.

Full text
Abstract:
RIASSUNTOScopo – Lo scopo di questo lavoro è di descrivere un modello di intervento di gruppo di tipo cognitivo comportamentale applicato in condizioni di routine a pazienti psicotici acuti durante il ricovero in un Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC) e di riportare le prime valutazioni di efficacia. Disegno – Il disegno dello studio è di tipo pre–post. E'stato fatto un confronto delle variabili in studio tra il 1997 e il 1998, anno in cui è stata introdotta la Terapia Cognitivo Comportamentale (TCC) di gruppo. Setting –SPDC, S. Filippo Neri di Roma, 1998. Principali misure utilizzate – Sono state valutate e confrontate le seguenti variabili: riammissioni, trattamenti sanitari obbligatori, episodi di violenza, contenzioni fisiche, fughe dal reparto. E'stata anche accertata l'opinione dei pazienti nell'ultimo trimestre del 1998. Risultati – Al gruppo di TCC hanno partecipato 385 pazienti (79% dei pazienti ammessi), ognuno dei quali ha partecipato in media a 4 sessioni. Il 59% dei pazienti che ha preso parte al gruppo aveva una diagnosi di schizofrenia o di disturbo paranoideo. Rispetto al 1997 i Trattamenti Sanitari Obbligatori (TSO) complessivi sono diminuiti di 1/3, le riammissioni di 1/3 e i TSO nelle riammissioni di 3/4 (p<0.05), gli episodi di violenza di più della metà (p<0.001), le contenzioni fisiche e gli allontanamenti dal reparto non autorizzati sono praticamente scomparsi. L'opinione dei pazienti sull'utilità dell'intervento di gruppo è stata molto favorevole. Conclusioni – E'probabile, anche se non certo, che i miglioramenti riscontrati siano dovuti all'intervento in esame. La maggior parte dei pazienti ricoverati ha trovato utile partecipare al gruppo e alcuni hanno chiesto di poter continuare a frequentarlo anche dopo la dimissione. Questi risultati preliminari sono molto promettenti e ci auguriamo che costituiscano uno stimolo affinché questo intervento possa essere applicato e valutato in altri SPDC.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
22

AGUIRRE, Kathleen Kate Dominguez, and Cassiane De Freitas PAIXÃO. "Contação de Histórias e Educação Etnicorracial: um Convite a Mulheres Negras." INTERRITÓRIOS 6, no. 12 (December 7, 2020): 168. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v6i12.248995.

Full text
Abstract:
RESUMONeste trabalho temos por objetivo analisar representações excludentes reproduzidas nos espaços escolares, a partir das categorias raça, pobreza, perspectivas de mundo e futuro, relacionando narrativas autobiográficas de três mulheres negras aos dados coletados em agosto de 2016, durante encontros de contação de histórias de temática afro-brasileira com crianças da Escola Alcides Barcelos, no Bairro Getúlio Vargas, retrato da exclusão social e racial da cidade do Rio Grande/RS. Baseamo-nos em debates teóricos sobre exclusão, processos de representação social e educação etnicorracial, para então realizar a investigação no espaço escolar. Concluímos que não é suficiente acreditar numa transformação social através da Escola, visto que ela serve a ordem dominante e reproduz representações sociais e raciais excludentes com vistas à sua manutenção. Contudo, acreditamos que é possível que os agentes sociais produzam uma reeducação das relações etnicorraciais através de experiências no cotidiano escolar e do ensino de História.Mulheres negras. Educação Enticorracial. Escola.ABSTRACTIn this paper we aim to identify exclusionary representations reproduced in the school space, from the subjects of race, poverty, perspectives of the world and future, relating autobiographical narratives of three black women to data collected in august 2016, during african-brazilian storytelling meetings with children at the Alcides Barcelos School in the Getúlio Vargas Neighborhood, portrait of the social and racial exclusion of the city of Rio Grande/RS. We are based on the theory discussion about exclusion, processes of social representation and ethno-racial education, in order to carry out practical research in the school space. We conclude that it is not enough to believe in a social transformation through the school, since it serves the dominant order and reproduces social and racial representations with a view to its maintenance. However, we believe that it is possible for social agents to produce a re-education of ethno-racial relations through experiences of daily school life and teaching History.Black Women. Ethnico-racial Education. School.RESUMENEn este trabajo pretendemos analizar las representaciones excluyentes reproducidas en los espacios escolares, desde las categorías raza, pobreza, perspectivas del mundo y el futuro, relacionando las narrativas autobiográficas de tres mujeres negras con los datos recogidos en agosto de 2016, durante los encuentros de narración de historias con temática afrobrasileña con niños de la escuela Alcides Barcelos, en el barrio Getúlio Vargas, un retrato de la exclusión social y racial en la ciudad de Rio Grande / RS. Nos basamos en debates teóricos sobre exclusión, procesos de representación social y educación etno-racial, para luego realizar la investigación en el espacio escolar. Concluimos que no basta creer en una transformación social a través de la Escuela, ya que ésta sirve al orden dominante y reproduce representaciones sociales y raciales excluyentes produciendo su mantenimiento. Sin embargo, creemos que es posible que los agentes sociales produzcan una reeducación de las relaciones étnico-raciales a través de experiencias en la rutina escolar y en la enseñanza de Historia.Mujeres Negras. Educación Enticorracial. Escuela.SOMMARIOIn questo lavoro si intende analizzare le rappresentazioni esclusive riprodotte negli spazi scolastici, dalle categorie di razza, povertà, prospettive del mondo e futuro, mettendo in relazione le narrazioni autobiografiche di tre donne nere con i dati raccolti nell'agosto 2016, durante gli incontri Narrazione a tema afro-brasiliano con i bambini della scuola Alcides Barcelos, nel quartiere di Getúlio Vargas, un ritratto dell'esclusione sociale e razziale nella città di Rio Grande / RS. Ci siamo basati su dibattiti teorici sull'esclusione, sui processi di rappresentanza sociale e sull'educazione etnico-razziale, per poi svolgere la ricerca nello spazio scolastico. Concludiamo che non basta credere in una trasformazione sociale attraverso la Scuola, poiché essa serve l'ordine dominante e riproduce rappresentazioni sociali e razziali esclusive, producendone il mantenimento. Tuttavia, crediamo che sia possibile che gli agenti sociali producano una rieducazione delle relazioni etnico-razziali attraverso esperienze nella routine scolastica e nell'insegnamento della Storia.Donne nere. Educazione etnico-razziale. Scuola.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
23

Arieta Román, Ronnie de Jesús, B. A. Bailón, J. M. E. Graillet, F. J. A. Fernández, G. L. C. Alvarado, and M. M. Martínez. "Técnica modificada de postioplastia en toros cebuínos con balanopostitis ulcerativa del trópico mexicano." Revista Biológico Agropecuaria Tuxpan 7, no. 2 (December 31, 2019): 200–205. http://dx.doi.org/10.47808/revistabioagro.v7i2.84.

Full text
Abstract:
El objetivo del presente trabajo es mostrar los resultados de toros con postitis que se les practicó Técnica Modificada de Postioplastia como manejo quirúrgico de esta patología. Se realizó un estudio de tipo descriptivo no probabilístico en toros reproductivamente activos que presentaron postitis crónica ulcerativa. Los casos clínico-quirúrgicos se presentaron en diferentes ranchos de la zona sur de Veracruz. Los pacientes fueron 10 toros cebús de los cuales 7 eran de la raza brahmán, 1 indubrasil y 2 Sardo Negro, con buena condición corporal y con postitis crónica ulcerativa. Ninguno de los animales había recibido tratamiento quirúrgico. Se aplicó xilacina al 2 % a la dosis de 0,1 mg/kg de peso vivo como tranquilizante por vía intramuscular. Posteriormente, para la anestesia, se infiltró clorhidrato de lidocaína al 2 % a dosis de 1 ml/cm3 de tejido en la base del prepucio. Una vez tranquilizado el paciente y realizadas las maniobras de derribo, se hizo lavado y evaluación detallada de la lesión. Se realizó una incisión en el limbo mucocutáneo y no en piel para reducir las posibilidades de fimosis cicatrizal. Se ligaron los vasos de gran calibre con puntos de transfixión con material absorbible acidó poliglicólico del calibre 0. Para la hemostasia de los vasos pequeños fue suficiente el pinzamiento y torsión. La divulsión se realiza en 360° hasta conseguir el desprendimiento de todo el tejido afectado incluyendo la mucosa prepucial dañada. Una vez practicada la correcta hermostasis se procedió sujetar la mucosa con pinzas de goma para evitar la retracción, así mismo se le colocaron 4 puntos de forma cardinal con sutura de nylon monofilico para expandir la mucosa y poder suturarla a la piel, esos mismo puntos de sujeción se fijaron con punto de cirujano y posteriormente se colocaran 4 puntos entre ellos. Los 10 toros operados con la técnica descrita tuvieron recuperación en un período de 90 días posoperatorio en promedio, dos de ellos tuvieron complicación de estenosis cicatrizal. Se concluye que la técnica quirúrgica empleada en este estudio tuvo resultados favorables. Se considera que si el posoperatorio no se lleva correctamente trasciende seriamente en el éxito o fracaso de esta cirugía.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
24

ALVES, Eliane Fernandes Gadelha, and Dorivaldo Alves SALUSTIANO. "Concepções de diversidade na Base Nacional Comum Curricular – BNCC." INTERRITÓRIOS 6, no. 11 (August 6, 2020): 100. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v6i11.247750.

Full text
Abstract:
Este artigo apresenta resultados de uma pesquisa documental que teve como objetivo identificar concepções de diversidade no texto da Base Nacional Comum Curricular - BNCC, documento normativo que orientará as escolas na definição e/ou reelaboração de seus currículos. Foram identificadas as concepções universalista, celebratória e crítico-discursiva, com predominância da universalista e da celebratória, evidenciando que a cultura do silenciamento da diversidade se mantém hegemônica nesta política curricular ao enfatizar a uniformidade e a padronização de conhecimentos e indivíduos, secundarizando as diferenças culturais, étnicas, identitárias de vários coletivos de sujeitos (negros, quilombolas, índios, camponeses, mulheres, dentre outros) que reivindicam visibilidade e reconhecimentos em políticas curriculares. Os lugares e significados atribuídos à diversidade no corpus analisado evidenciam que a BNCC se constitui como referencial curricular que prioriza conhecimentos essencializados e universalistas, ao atribuir-lhes destaque em relação aos conhecimentos diversificados e enfatizar um ensino baseado em competências performativas para o mercado de trabalho.Concepções de Diversidade. Base Nacional Comum Curricular - BNCC. Políticas Curriculares. Sujeitos Sociais. ABSTRACT This article presents results of a documentary research whose central objective sought to identify the concepts of diversity in the text of the National Common Base Curriculum - BNCC, a normative document that will guide schools in the definition and/or reconstruction of their curricula. Universalist, celebratory and critical-discursive concepts were identified. Universalist and celebratory predominated, showing that the culture of silencing diversity remains hegemonic in this curricular policy, which emphasizes the uniformity and standardization of knowledge and individuals, secondary to cultural, ethnic, and identity differences of various collective groups (blacks, quilombolas, natives, peasants, women, landless, among others) who demand visibility and recognition in curricular policies. The places and meanings attributed to diversity in the analyzed corpus show that the BNCC is a curricular reference that prioritizes essentialized and universalist knowledge, by giving it prominence in relation to diversified knowledge, and emphasizing competencebased teaching performative for the labor market. Diversity concept. National Common Base Curriculum – BNCC. Curriculum Policies. Social Individuals.RESUMEN Este artículo presenta los resultados de una investigación documental que tuvo como objetivo identificar conceptos de diversidad en el texto de la Base Curricular Común Nacional - BNCC, un documento normativo que guiará a las escuelas en la definición y / o reelaboración de sus planes de estudio. Se identificaron concepciones universalistas, celebrativas y discursivas críticas, con predominio de universalistas y celebrativas, que muestran que la cultura de silenciar la diversidad sigue siendo hegemónica en esta política curricular al enfatizar la uniformidad y la estandarización del conocimiento y los individuos, secundaria a las diferencias culturales. , identidad étnica, de diversos colectivos de sujetos (negros, quilombolas, indios, campesinos, mujeres, entre otros) que exigen visibilidad y reconocimiento en las políticas curriculares. Los lugares y significados atribuidos a la diversidad en el corpus analizado muestran que BNCC se constituye a sí mismo como una referencia curricular que prioriza el conocimiento esencializado y universalista, dándoles importancia en relación con el conocimiento diversificado y enfatizando la enseñanza basada en habilidades performativas para el mercado laboral. Concepciones de Diversidad. Currículo Nacional de Base Común – BNCC. Políticas Curriculares. Temas Sociales. RIASSUNTOQuesto articolo presenta i risultati di una ricerca documentaria volta a identificare i concetti di diversità nel testo della National Curricular Base – BNCC, un documento normativo che guiderà le scuole nella definizione e / o rielaborazione dei loro curricula. Sono state identificate concetti universaliste, celebrative e discorsive-critiche, con una predominanza di universalista e celebrativa, dimostrando che la cultura del silenziamento della diversità rimane egemonica in questa politica curricolare enfatizzando l'uniformità e la standardizzazione della coscienza e degli individui, secondarie alle differenze culturali , etnica, identità di vari collettivi di soggetti (neri, quilombole, indiani, contadini, donne, tra gli altri) che richiedono visibilità e riconoscimento nelle politiche curricolari. I luoghi e i significati attribuiti alla diversità nel corpus analizzato mostrano che il BNCC si costituisce come riferimento curriculare che dà la priorità alla coscienza essenziale e universalistica, dando loro risalto in relazione a coscienze diversificate e sottolineando l'insegnamento basato su abilità performative per il mercato del lavoro. Coscienza de la diversità. Curriculum nazionale di base comune – BNCC. Politiche curricular. Materie sociali.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
25

LOPES, Claudemira Vieira Gusmão. "O que Fomos (África Pré-Colonial)? O que Fizeram de nós (Colonialismo)? O que Poderemos Voltar a Vir a Ser (Educação para a Descolonização dos Saberes)?" INTERRITÓRIOS 6, no. 12 (December 7, 2020): 280. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v6i12.249001.

Full text
Abstract:
RESUMONesta entrevista o mestre e professor Jayro Pereira de Jesus afirma que os negros e indígenas foram atravessados por um processo de enviesamento perpetrado pelo colonialismo. Dentre tantos prejuízos que o projeto colonial nos causou, ressalta a dualidade incrustrada dentro de cada um de nós. Desfazer e descolonizar nosso pensamento requer o exercício de outro projeto de escola, no qual a noção de ancestralidade é fundamental para promover a unidade de negros e negras na diáspora. Afirma também não podemos mais viver de concessões, caso da Lei 10.639. Precisamos de um projeto de educação afropedagógico e afrocentrado que trabalhe a concepção ancestrálica da filosofia africana como edificadora de outra comportamentalidade existencial capaz de uma reontologização. Essa noção de ancestralidade precisa ser retomada a partir do ubuntu, Filosofia Africana fundamentada no “nós”, filosofia e epistemologia que entende a comunidade a partir dos vivos, dos ancestrais e a dos ainda não nascidos. Educação. Filosofia africana. Racismo.ABSTRACTIn this interview professor and master Jayro Pereira de Jesus states that black and indigenous peoples were crossed by a bias process perpetrated by colonialism. Among the many losses to which the colonial project has subjected us, it highlights the inlaid duality within each and every one of us. Undoing and decolonizing our thinking requires the exercise of putting into practice another school project, in which the notion of ancestry, as it is the element that organizes interiorities and the way of perceiving and being in the world of the African people kidnapped from Africa regardless of ethnicity, it is essential to promote the unity of black men and women in the diaspora. He also emphasizes that we can no longer live on concessions, such as Law 10.639. We need an Afropedagogical and Afrocentric education project that works with the ancestral conception of African philosophy as the builder of another existential behavioralism capable of a reontologization. This notion of ancestry needs to be taken up from Ubuntu, African Philosophy based on “us”, philosophy, and epistemology that perceives the community that of the living, that of the ancestors, and that of the not yet born.Afrocentred Education. African Philosophy. Ancestrality and Epistemic RacismRESUMENEn esta entrevista, el maestro y profesor Jayro Pereira de Jesús afirma que negros e indígenas fueron atravesados por un proceso de prejuicio perpetrado por el colonialismo. Entre tantas pérdidas que nos causó el proyecto colonial, destaca la dualidad incrustada dentro de cada uno de nosotros. Deshacer y descolonizar nuestro pensamiento requiere el ejercicio de otro proyecto escolar, en el que la noción de ascendencia es fundamental para promover la unidad de hombres y mujeres negros en la diáspora. También establece que ya no podemos vivir de concesiones, como en la Ley 10.639. Necesitamos un proyecto educativo afropedagógico y afrocéntrico que trabaje con la concepción ancestral de la filosofía africana como constructora de otro conductismo existencial capaz de reetología. Esta noción de ascendencia debe ser retomada de ubuntu, Filosofía africana basada en el “nosotros”, filosofía y epistemología que entiende la comunidad desde los vivos, los ancestros y la de los no nacidos.Educación. Filosofía africana. Racismo.SOMMARIOIn questa intervista, il maestro e professore Jayro Pereira de Jesus afferma che i neri e gli indigeni sono stati attraversati da un processo di pregiudizi perpetrato dal colonialismo. Tra le tante perdite che il progetto coloniale ci ha causato, mette in luce la dualità intarsiata dentro ognuno di noi. Annullare e decolonizzare il nostro pensiero richiede l'esercizio di un altro progetto scolastico, in cui la nozione di ascendenza è fondamentale per promuovere l'unità degli uomini e delle donne di colore nella diaspora. Si afferma inoltre che non possiamo più vivere di concessioni, come nella Legge 10.639. Abbiamo bisogno di un progetto educativo afropedagogico e afrocentrico che lavori con la concezione ancestrale della filosofia africana come costruttore di un altro comportamentismo esistenziale capace di reetologia. Questa nozione di ascendenza deve essere ripresa da ubuntu, la filosofia africana basata su "noi", filosofia ed epistemologia che comprende la comunità dai vivi, dagli antenati e da quella dei nascituri.Istruzione. Filosofia africana. Razzismo.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
26

"Osservatorio italiano." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 3 (November 2010): 257–76. http://dx.doi.org/10.3280/diri2010-003020.

Full text
Abstract:
Leggi, regolamenti e decreti statali 1. Legge 2.7.2010 n. 108 - Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla lotta contro la tratta di esseri umani, fatta a Varsavia il 16.5.2005.2. Decreto legislativo 9.9.2010 n. 261 - Disposizioni per conformare il diritto interno alla Decisione quadro 2008/909/ GAI - reciproco riconoscimento alle sentenze penali.3. Decreto interministeriale 4.6.2010 - Modalitŕ di svolgimento del test di conoscenza della lingua italiana, previsto dall'art. 9 TU n. 286/98.4. Decreto Ministro lavoro e politiche sociali 6.7.2010 - programmazione flussi ingresso per corsi di formazione professionale e tirocini formativi - contingente annuale 2010.5. Decreto Ministro interno 5.8.2010 - Modifiche al decreto 22.7.2008 recante linee guida per la presentazione delle domande di contributo per il Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo.CircolariCittadini extracomunitariAsilo1. Ministero interno 13.7.2010 n. 4089 - ambito di applicazione dell'art. 11, co. 1, del d.lgs. n. 140/2005Ingresso2. Ministero interno 27.7.2010 n. 4848 - ingresso in Italia per lavoratori altamente qualificati e ricongiungimento familiare del genitore naturale.3. Ministero interno 23.8.2010 n. 5500 - ingresso per motivi di studio per periodi inferiori a 90 giorni.Lavoro e previdenza sociale4. Ministero interno, lavoro e politiche sociali 18.6.2010 n. 3965 - lavoro stagionale: misure di contrasto al lavoro "in nero".5. Ministero lavoro, salute e politiche sociali 22.7.2010 n. 23 - conversione del permesso di soggiorno per studio o formazione in lavoro autonomo - contratto c.d. a progetto.Soggiorno6. Ministero istruzione, universitŕ e ricerca 7.7.2010 n. 1304 - art. 27 ter del d.lgs. 286/98 - ingresso e soggiorno per ricerca scientifica - chiarimenti.7. Ministero interno 23.8.2010 n. 5493 - stranieri coniugi di cittadini italiani e comunitari - matrimonio celebrato in altro Stato.8. Ministero interno 15.9.2010 n. 6020 - studenti stranieri soggiornanti in Italia. Prosecuzione all'estero degli studi.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
27

"La ricetta di Confindustria: procedure più rapide per il decreto-flussi e lotta al lavoro nero." LIBERTÀCIVILI, no. 2 (April 2010): 64–68. http://dx.doi.org/10.3280/lic2010-002010.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
28

Roggiani, Tessa. "Guido Gozzano e "Intossicazione", o del letterato giornalista." Versants. Revista suiza de literaturas románicas 2, no. 69 (November 14, 2022). http://dx.doi.org/10.22015/v.rslr/69.2.11.

Full text
Abstract:
Guido Gozzano è conosciuto prevalentemente per la sua produzione poetica, a fianco della quale è tuttavia necessario ricordare l’esistenza di un altrettanto notevole produzione in prosa, composta prevalentemente da scritti giornalistici di varia natura. Il presente lavoro analizza uno di questi testi, Intossicazione, articolo del 17 maggio 1911 dedicato a un caso di cronaca nera, con l’intento di chiarire come esso si inserisca in quel dibattito critico che, tra fine Ottocento e inizio Novecento, investe i rapporti tra giornalismo e letteratura. Keywords: Gozzano, Intossicazione, letteratura, giornalismo, Stefano Ala
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
29

Merisi, Giovanni. "Vecchi ridicoli: sul comico dei veneziani "imbertonai" della commedia plurilingue cinquecentesca." Versants. Revista suiza de literaturas románicas 2, no. 69 (November 14, 2022). http://dx.doi.org/10.22015/v.rslr/69.2.8.

Full text
Abstract:
Il contributo vuole indagare alcuni aspetti all’origine del comico di una delle maschere più fortunate di sempre: Pantalone. Individuando l’archetipo del personaggio nei vecchi della commedia plurilingue cinquecentesca, il lavoro sonda alcuni aspetti della lingua di Andronico e Sier Tomao delle commedie ruzantiane Bilora e Anconitana, dei calmiani Zurlotto, Collofonio, Cornelio e Melindo, Spagnolas, Saltuzza, Rodiana, Travaglia, e di Sabanello della Pace di Marin Negro, cercando di capire in che modo la varietà lagunare contribuisca alla resa scenica di questo carattere. Si farà particolare attenzione alla natura contrastiva da cui deriva il comico pantaloniano, analizzando tensioni di tipo linguistico, caratteriale e situazionale. Keywords: Pantalone, teatro, commedia plurilingue, veneziano, vecchio
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
30

Natali, Luca, Paolo Karapedian, and Sofia Elena Merli. "Rievocando Guido Davide Neri." Materiali di Estetica. Terza serie, no. 8.2 (January 10, 2022). http://dx.doi.org/10.54103/mde.i8.2.17008.

Full text
Abstract:
La morte di Guido Davide Neri, di cui quest’anno ricorre il ventennale, ha determinato la presa di coscienza – nei suoi maestri, amici, colleghi e allievi – dell’irreparabilità dell’evento, della definitività del venir meno di una voce così teoreticamente stimolante ed eclettica. Perdita tragicamente vissuta nella cerchia della sua frequentazione, ma, parallelamente, inserita nell’ampio contesto del dibattito culturale nazionale e internazionale, in cui Neri era organicamente inserito. Pare a noi, che non lo abbiamo conosciuto e gli siamo temporalmente più distanti rispetto a quanti ne hanno sinora scritto, quasi inusuale che, a un filosofo mancato da così poco tempo, sia stata consacrata una già così importante quantità di ricerche e studi. Al di là della retorica che spesso accompagna, in ambiente accademico, il ritiro dall’attività didattica o la scomparsa di un docente, e abituati alla necessità della sedimentazione storica per la messa a punto del bilancio storiografico, ci ha stupito l’intensità con cui Neri è stato ricordato e la varietà degli interventi sulla sua figura, l’insegnamento e la produzione scientifica. Se da un lato questo acuisce, in noi, il rimpianto di non averlo incrociato nel mondo, dall’altro stimola la volontà di tornare a lui, al suo pensiero, alle sue opere. Un ritorno che, non mediato dall’influenza personale, potrà certo apparire privo di taluni elementi importanti, come la testimonianza diretta o la compartecipazione a certe esperienze determinanti, ma, insieme, si potrà giovare del giusto distacco critico, trovando ora nel prezioso Fondo Guido Davide Neri, conservato presso l’Università degli Studi di Milano, la fonte privilegiata dell’accesso alla sua opera teorica. Questo, si potrebbe dire, è il fil rouge che accomuna i nostri brevi contributi, diversi per tematiche e occasione di elaborazione, ma tutti contraddistinti dall’interesse e dalla volontà di avvicinare un po’ meglio la figura di Neri: le carte dell’archivio personale per noi hanno rappresentato e rappresentano la possibilità di accedere al suo laboratorio, di scoprire da esse l’uomo e il filosofo e di dare concretezza documentaria alla dialettica tra pensiero, letture ed esperienze. Certo il lavoro da svolgere è ancora molto e solo lo scandaglio approfondito del materiale permetterà di penetrare a fondo l’officina neriana. Quello che noi qui, più limitatamente, offriamo, è soltanto un piccolo esempio di quanto di rilevante e ancora da vedere è racchiuso nei faldoni e aspetta di essere portato alla luce. Il nostro, in altre parole, vorrebbe essere un invito a ripensare Neri attraverso le carte, convinti della loro imprescindibilità ai fini della ricostruzione storico-critica del suo percorso filosofico e coscienti del loro straordinario valore intrinseco (per certi versi anche estetico). Gli interventi che presentiamo – ne siamo convinti – sono poi una ulteriore testimonianza della capacità di Neri e del suo pensiero di porsi in dialogo, anche a distanza, con una sempre nuova varietà di interlocutori.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
31

Gili S., Perla, Graciela Marando I., Jorge Irisarri E., and Marcelo Sagardoy R. "EFECTO DE LAS TÉCNICAS DE LAVADO Y FERTILIZACIÓN SOBRE LA SALINIDAD EN SUELOS DEL ALTO VALLE DE RÍO NEGRO Y NEUQUÉN, ARGENTINA." Agricultura Técnica 64, no. 3 (July 2004). http://dx.doi.org/10.4067/s0365-28072004000300010.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
32

Cong, Tran Van, Nguyen Phuong Hong Ngoc, Bahr Weiss, Nguyen Van Luot, and Nguyen Ba Dat. "Definition and Characteristics of “Cyberbullying” among Vietnamese Students." VNU Journal of Science: Education Research 34, no. 4 (December 27, 2018). http://dx.doi.org/10.25073/2588-1159/vnuer.4212.

Full text
Abstract:
The purpose of the present study was to define the term “cyberbullying” from the perspective of middle- and high-school students in Vietnam, detailing its characteristics. The study used qualitative focus groups with Vietnamese students, teachers, parents, school psychologists, and psycho-educational experts in Hanoi, Vietnam. From the perspective of these informants, cyberbullying involves seven characteristics: (a) The indirect transmission of negative, untrue, hateful, and/ or secret, personal information through electronic devices and applications, (b) with the intention to hurt the victim, (c) which may or may not be part of a series of repetitive actions that nonetheless may have ongoing effects, (d) with the perpetrator an individual or a group, (e) in the context of a power imbalance relationship, (f) with the perpetrator(s) able to hide his or her identity, (g) and the bullying able to occur at all times in any place the victim has internet access. Keywords: Definition, characteristics, cyberbullying, students, Vietnam. References [1] Álvarez García, D., Núñez Pérez, J. C., Álvarez Pérez, L., Dobarro González, A., Rodríguez Pérez, C., & González Castro, M. P. (2011). Violencia a través de las tecnologías de la información y la comunicación en estudiantes de secundaria. Anales de psicología.[2] Aricak, T., Siyahhan, S., Uzunhasanoglu, A., Saribeyoglu, S., Ciplak, S., Yilmaz, N., & Memmedov, C. (2008). Cyberbullying among Turkish adolescents. Cyberpsychology & behavior, 11(3), 253-261.[3] Bauman, S. (2007), Cyberbullying: a Virtual Menace, Paper to be presented at the National Coalition Against Bullying National Conference, Melbourne, Australia.[4] Belsey, B. (2005), Cyberbullying. From: www.cyberbullying.ca.[5] Beran, T., Li, Q. (2007), The Relationship between Cyberbullying and School Bullying, Journal of Student Wellbeing, 1, 2, 15-33.[6] Berne, S., Frisén, A., Schultze-Krumbholz, A., Scheithauer, H., Naruskov, K., Luik, P., ... & Zukauskiene, R. (2013). Cyberbullying assessment instruments: A systematic review. Aggression and violent behavior, 18(2), 320-334.[7] Bottino, S. M. B., Bottino, C., Regina, C. G., Correia, A. V. L., & Ribeiro, W. S. (2015). Cyberbullying and adolescent mental health: systematic review. Cadernos de saude publica, 31, 463-475.[8] Buelga, S., Cava, M. J., & Musitu, G. (2010). Cyberbullying: victimización entre adolescentes a través del teléfono móvil y de Internet. Psicothema, 22(4), 784-789.[9] Cantone, E., Piras, A. P., Vellante, M., Preti, A., Daníelsdóttir, S., D’Aloja, E., ... & Bhugra, D. (2015). Interventions on bullying and cyberbullying in schools: A systematic review. Clinical practice and epidemiology in mental health: CP & EMH, 11(Suppl 1 M4), 58.[10] Carpenter, S. (2018). Ten Steps in Scale Development and Reporting: A Guide for Researchers. Communication Methods and Measures, 12(1), 25-44.[11] Connell, N. M., Schell-Busey, N. M., Pearce, A. N., & Negro, P. (2014). Badgrlz? Exploring sex differences in cyberbullying behaviors. Youth Violence and Juvenile Justice, 12(3), 209-228.[12] Trần Văn Công, Nguyễn Phương Hồng Ngọc, Ngô Thùy Dương, Nguyễn Thị Thắm (2015), Xây dựng thang đo bắt nạt trực tuyến cho học sinh Việt Nam, Kỷ yếu hội thảo khoa học cán bộ trẻ các trường Đại học sư phạm toàn quốc lần thứ V, NXB Giáo dục.[13] Trần Văn Công, Nguyễn Phương Hồng Ngọc, Ngô Thùy Dương, Nguyễn Thị Thắm (2015), Chiến lược ứng phó của học sinh với bắt nạt trực tuyến. Tạp chí Nghiên cứu Giáo dục, Đại học Quốc gia Hà Nội, tập 31, số 3, tr. 11-24. [14] Gámez-Guadix, M., Orue, I., Smith, P. K., & Calvete, E. (2013). Longitudinal and reciprocal relations of cyberbullying with depression, substance use, and problematic internet use among adolescents. Journal of Adolescent Health, 53(4), 446-452.[15] Garaigordobil, M. (2011). Prevalencia y consecuencias del cyberbullying: una revisión. International Journal of Psychology and Psychological Therapy, 11(2).[16] Hinduja, S., & Patchin, J. W. (2010). Bullying, cyberbullying, and suicide. Archives of suicide research, 14(3), 206-221.[17] Lê Thị Hải Hà, Nguyễn Thanh Hương, Trương Quang Tiến, Marilyn Campell, Michelle Gatton, Michael Dunne (2016), Giá trị và độ tin cậy của thang đo bị bắt nạt học đường và bắt nạt qua mạng: Kết quả nghiên cứu với học sinh đô thị Hà Nội và Hải Dương, Tạp chí Y tế Công cộng, số 40, tr. 199 - 204.[18] Nguyễn Thị Bích Hạnh, Trần Văn Công, (2017), Thực trạng bắt nạt trực tuyến ở học sinh trung học phổ thông trên địa bàn thành phố Đà Nẵng, Kỷ yếu Hội thảo quốc tế Tâm lý học Khu vực Đông Nam Á lần thứ nhất “Hạnh phúc con người và phát triển bền vững”, RCP 2017, Quyển 2, tr. 355-363. [19] Huang, Y., Chou, C. (2010), An analysis of multiple factors of cyberbullying among junior high school students in Taiwan, Computers in Human Behavior, 26, 1581–1590. From: http://www.elsevier.com/locate/comphumbeh.[20] Juvonen, J., & Gross, E. F. (2008). Extending the school grounds?—Bullying experiences in cyberspace. Journal of School health, 78(9), 496-505.[21] Li, Q. (2008). A cross-cultural comparison of adolescents' experience related to cyberbullying. Educational Research, 50(3), 223-234.[22] Lucas-Molina, B., Pérez-Albéniz, A., & Giménez-Dasí, M. (2016). The assessment of cyberbullying: The present situation and future challenge. Papeles Del Psicólogo, 37(1), 27-35.[23] Mark, L., & Ratliffe, K. T. (2011). Cyber worlds: New playgrounds for bullying. Computers in the Schools, 28(2), 92-116.[24] Menesini, E., Nocentini, A., Palladino, B. E., Frisén, A., Berne, S., Ortega-Ruiz, R., ... & Naruskov, K. (2012). Cyberbullying definition among adolescents: A comparison across six European countries. Cyberpsychology, Behavior, and Social Networking, 15(9), 455-463.[25] Mishna, F., Khoury-Kassabri, M., Gadalla, T., Daciuk, J. (2012), Risk factors for involvement in cyber bullying: Victims, bullies and bully–victims, Children and Youth Services Review, 34, 63–70. From: www.elsevier.com/locate/childyouth.[26] Naruskov, K., Luik, P., Nocentini, A., & Menesini, E. (2012). Estonian students'perception and definition of cyberbullying. Trames: A Journal of the Humanities & Social Sciences, 16(4).[27] Nguyễn Phương Hồng Ngọc, Trần Văn Công (2016), Hậu quả của bắt nạt trực tuyến ở học sinh trung học phổ thông, Kỷ yếu hội thảo quốc tế: Sang chấn tâm lý và các hoạt động trợ giúp, NXB Đại học Quốc gia Hà Nội, tr.51-63.[28] Olweus, D. (2010). Understanding and researching bullying: some critical issues (pp. 9-33). In. S. Jimerson; S. Swearer & D. Espelage (Eds.). Handbook of bullying in schools: an international perspective.[29] Olweus, D. (2013). School bullying: Development and some important challenges. Annual review of clinical psychology, 9, 751-780.[30] Padgett, S., & Notar, C. E. (2013). Bystanders Are the Key to Stopping Bullying. Universal Journal of Educational Research, 1(2), 33-41.[31] Patchin J., Hinduja, S. (2014), Words Wound: Delete Cyberbullying and Make Kindness Go Viral, Free Spirit Publishing.[32] Peterson, J.M. (2013), How to Beat Cyberbullying, First Edition, The Rosen Publishing Group, Inc.[33] Slonje, R., & Smith, P. K. (2008). Cyberbullying: Another main type of bullying?. Scandinavian journal of psychology, 49(2), 147-154.[34] Slonje, R., Smith, P. K., & FriséN, A. (2013). The nature of cyberbullying, and strategies for prevention. Computers in human behavior, 29(1), 26-32.[35] Smith, P. K. (2012). Cyberbullying and cyber aggression. In Handbook of school violence and school safety (pp. 111-121). Routledge.[36] Smith, P. K., Mahdavi, J., Carvalho, M., Fisher, S., Russell, S., & Tippett, N. (2008). Cyberbullying: Its nature and impact in secondary school pupils. Journal of child psychology and psychiatry, 49(4), 376-385.[37] Smith, P., Mahdavi, J., Carvalho, M., Tippett, N. (2006), An investigation into cyberbullying, its forms, awareness and impact, and the relationship between age and gender in cyberbullying, A Report to the Anti-Bullying Alliance, Goldsmiths College, University of London. [38] Stewart, R. W., Drescher, C. F., Maack, D. J., Ebesutani, C., & Young, J. (2014). The development and psychometric investigation of the Cyberbullying Scale. Journal of interpersonal violence, 29(12), 2218-2238.[39] Rogers, V. (2010), Cyberbullying: Activities to Help Children and Teens to Stay Safe in a texting, twittering, social networking world, Jessica Kingsley Publishers. [40] Thornberg, R., Tenenbaum, L., Varjas, K., Meyers, J., Jungert, T., & Vanegas, G. (2012). Bystander motivation in bullying incidents: To intervene or not to intervene?. Western Journal of Emergency Medicine, 13(3), 247.[41] Tokunaga, R. S. (2010). Following you home from school: A critical review and synthesis of research on cyberbullying victimization. Computers in human behavior, 26(3), 277-287.[42] Tokunaga, R. S. (2010). Following you home from school: A critical review and synthesis of research on cyberbullying victimization. Computers in human behavior, 26(3), 277-287.[43] Vismara, M. F. M., Toaff, J., Pulvirenti, G., Settanni, C., Colao, E., Lavano, S. M., ... & Montera, R. (2017). Internet use and access, behavior, cyberbullying, and grooming: results of an investigative whole city survey of adolescents. Interactive journal of medical research, 6(2).[44] Wade, A., Beran, T. (2011), Cyberbullying: The new era of bullying, Canadian Journal of School Psychology, 26, 1, 44 - 61. [45] Willard, N, E. (2007), The authority and responsibility of school officials in responding to cyberbullying, Journal of Adolescent Health, 41, S64-S65.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
We offer discounts on all premium plans for authors whose works are included in thematic literature selections. Contact us to get a unique promo code!

To the bibliography