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Dissertations / Theses on the topic 'Lavoro educativo'

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1

PAVAN, CLAUDIA. "Il concetto di "qualità" nel lavoro educativo." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10281/77539.

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Abstract:
Questo studio vuole indagare il concetto di qualità nel lavoro educativo, individuandone le possibili determinazioni a livello teorico e pratico, attraverso un confronto con le pratiche e i problemi concreti dell’educare. Quello della qualità è un tema assai complesso e costituito da numerose variabili, attorno a cui hanno preso avvio una serie di dibattiti (Abbott L., 1955; Feigenbaum A. V., 1951; Crosby P. B., 1979; Juran J. M., 1974; 1988; Parasuraman A., Zeithaml V.A., Berry L.L, 1985) che hanno contribuito a rendere la parola qualità un contenitore da riempire con le più varie attribuzioni di significato. Definire la qualità non è solo un processo difficile, ma anche in trasformazione. Questo è ancor più vero nei riguardi di un settore articolato come quello educativo, dove essa assume tratti di complessità che occorre considerare. Se da un lato è possibile riscontrare un’idea di qualità tecnica, orientata alla progettazione e al controllo, dall’altra esiste una qualità pedagogica che spesso rimane nell’ombra. Con l’intento di inquadrare il concetto di qualità nell’ambito di una riflessione pedagogica, lo studio prende avvio da una ricognizione teorica che ha come oggetto il sapere pedagogico (Bertolini, 1988; Cambi, 2000; Cambi, Cives, Fornaca, 1991; Frabboni, Pinto Minerva, 2003; Massa, 1987, 1990), di cui si evidenzia il carattere complesso e multidimensionale che lo rende capace di orientare le pratiche senza la pretesa di giungere a verità assolute. In seguito è stato approfondito il tema del lavoro educativo, un lavoro esercitato nel campo-dispositivo dell’educazione (Massa, 1987) e che è esaminato nelle sue dimensioni materiali, inconsce e pragmatiche. Dopo aver posto le basi concettuali e teoriche del sapere pedagogico e del lavoro educativo, si entra nel merito del concetto di qualità, ripercorrendone le origini storiche e le relative evoluzioni, per poi considerare i significati che essa può assumere a seconda delle diverse prospettive epistemologiche: positivismo, ermeneutica, approccio critico-decostruttivo e clinico. Si fa così ritorno all’educativo: si cerca di mostrare il rapporto che la qualità intrattiene con l’educazione e le possibili accezioni attribuite alla qualità in tale ambito, in termini di capacità di gestione delle relazioni, di costruzione e progettazione di setting educativi, di decostruzione e riflessione sulle pratiche e sulle esperienze educative. Infine, si pone la qualità a confronto con i problemi dell’educazione, entrando nel vivo delle questioni concrete concernenti la pratica. L’ultima parte dello studio è dedicata alla ricerca. Essa si colloca all’interno del più ampio Progetto PRIN, cui ho preso parte, che ha avuto come obiettivo esplorare le culture e le politiche della valutazione in due servizi educativi e di cura per adolescenti del territorio lombardo. L’approccio entro cui è inserita è di tipo qualitativo (Denzin & Lincoln, 2000) ed essa è stata condotta attraverso la strutturazione di un “collective case study” (Yin, 1994; Mortari, 2007; Riva, 2007), utilizzando un approccio metodologico di tipo ermeneutico, clinico-critico, in particolare quello della ‘clinica della formazione’ (Massa, 1992; Riva 2000). Per la raccolta dei dati sono stati utilizzati diversi strumenti: l’osservazione etnografica (Anderson-Levitt, 2006; Angrosino & Rosenberg, 2011; Bove, 2009) per esplorare quanto agito nei due contesti; interviste e focus group per indagare quanto dichiarato dai professionisti rispetto al loro sapere; un percorso clinico pedagogico per esplorare i significati attribuiti alle pratiche. La ricerca sul campo ha evidenziato alcune delle possibili accezioni che la qualità può assumere nel lavoro educativo; significati generati dai contesti e dai soggetti che li abitano, che si costruiscono e si determinano nel quotidiano e nelle relazioni tra i professionisti, con gli utenti e con i diversi stakeholder.
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2

Todeschini, Alice <1996&gt. "“Istruzione e occupazione in Giordania: un’analisi del sistema educativo e della partecipazione delle donne istruite al mercato del lavoro”." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17636.

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Abstract:
Il presente elaborato mira a dimostrare che, per quanto le norme sociali rappresentino ancora un ostacolo alla piena realizzazione della donna nella società, i motivi per le basse percentuali di partecipazione e occupazione femminile nel mercato del lavoro in Giordania siano da ricollegare anche al panorama economico-politico del Paese, specialmente in riferimento alle riforme neoliberali di cui il Regno è stato oggetto a partire dagli anni Ottanta fino ai primi anni 2000. Particolare attenzione va riservata, inoltre, alla complessa relazione fra educazione e possibilità di occupazione, visti gli altissimi livelli di iscrizione delle donne nelle università giordane in netto contrasto con le basse percentuali di occupazione femminile nel Paese. Per capire le ragioni per cui livelli di iscrizione superiore tanto alti non si concretizzano sempre in possibilità di lavoro per le donne, è necessario prendere in analisi tanto i motivi macro-economici (quali meccanismi di domanda e offerta, coincidenza fra i piani di studi e le esigenze del mercato del lavoro, le problematiche del settore pubblico e del settore privato, ecc), solo in parte già trattati dalla letteratura precedente, quanto le “micro-voices” delle donne in prima persona, le quali esprimono esigenze e punti di vista (raramente considerati dalla letteratura sul tema) che a mio avviso esemplificano la complessità della relazione fra fattori economici e fattori sociali, visto il doppio ruolo della donna nella società e nella famiglia. Questi temi saranno esposti in tre capitoli principali, mirati ad esaminare il sistema educativo giordano nel suo complesso, il mercato del lavoro e le motivazioni per cui la partecipazione femminile è molto bassa, e infine un caso di studio sull’Università della Giordania da me condotto, attraverso interviste a docenti e ricercatrici relativamente alla loro carriera in campo accademico.
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3

Wink, Ingrid. "O educativo na construção da emancipação da classe trabalhadora na marcha mundial das mulheres : o processo de luta das mulheres no Rio Grande do Sul – Brasil." reponame:Biblioteca Digital de Teses e Dissertações da UFRGS, 2016. http://hdl.handle.net/10183/149080.

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Abstract:
La natura educativa delle lotte sociale viene, oggi giorno, sempre più discussa, in ricerca sociologica, in materia di istruzione. Il movimento femminista è un esempio di lotta e di resistenza nella storia antica dell’umanità , in cui la conoscenza scientifica era estraneo al contributo formale e ufficiale delle donne. La teoria e la pratica femminista, specialmente nel movimento sociale studiato, La Marcia Mondiale delle Donne del Brasile, nello stato del Rio Grande do Sul, contribuiscono alla realizzazione degli ideali di emancipazione delle donne della classe operaia, viso che l'ambiente educativo formale e istituzioni tradizionali non fanno. La ricerca partecipativa di natura qualitativa, basato sul materialismo storico-dialettico, é stato incluso interviste semi-strutturate, ricerca ai libri, appunti, campo di interessi e analisi di produzione teorica del movimento stesso. Siamo stati in grado di comprendere la diversità delle questione teoriche che sono alla base della lotta femminista, in pratica, e anche scientificamente, tuttavia, ci concentriamo la nostra analisi su quelli che assomigliano l'obiettivo della propria Marcia Mondiale delle Donne (MMD), che dirige la sua lotta a combattere il patriarcato e al capitalismo. Inoltre, ci concentriamo sulla divisione sessuale del lavoro, come fonte primaria di dominio dentro e fuori di appartenenza ad una classe sociale. Essendo il patriarcato una forma gerarchica di oppressione dell'uomo sulla donna, che è prima del capitalismo, può anche essere dopo alla medesima, in modo che il MMD come movimento sociale, ritiene che la lotta della classe operaia abbia sesso oltre classe e , nel sesso, ha razza , se si considera che l'oppressione delle donne bianche e le donne di colore, anche se essi sono collegati, sono presentati in modi diversi. La solidarietà nella formazione e nella pratica di soggetti attiviste femministe e la possibilità di denunciare la realtà, attraverso l'oppressione quotidiana è la principale fonte di scambi educativi che può contribuire a quello che Paulo Freire considera come una forma di "denuncia / annuncio" nella ricerca delll'emancipazione della donna e della classe operaia per un mondo migliore. E sul questo che è basata la dimensione educativa delle lotte e apprendimenti di donne organizzate in MMD.
O caráter educativo das lutas sociais vem sendo cada vez mais abordado na pesquisa sociológica na área da educação. O movimento feminista é um exemplo de luta e resistência na história milenar da humanidade, onde o conhecimento científico esteve alheio à contribuição formal e oficial das mulheres. A teoria e a prática feministas, especialmente no movimento social estudado, a Marcha Mundial das Mulheres do Brasil, no estado do Rio Grande do Sul, contribuem para a construção dos ideais emancipatórios das mulheres da classe trabalhadora, que o ambiente educativo formal e as instituições tradicionais não o fazem. A pesquisa participante de natureza qualitativa, calcada no materialismo histórico-dialético, contou com entrevistas semi-estruturadas, consultas bibliográficas, anotações, participações de campo e análises de produção teórica do próprio Movimento. Pudemos apreender a diversidade de vertentes teóricas que fundamentam a luta feminista, na prática e também cientificamente, porém, centramos nossas análises naquelas que se assemelham ao objetivo da própria Marcha Mundial das Mulheres (MMM), que direciona sua luta para o combate ao patriarcado e ao capitalismo. Além disso, focamos a divisão sexual do trabalho, como fonte primária de dominação dentro e fora do pertencimento a uma classe social. Sendo o patriarcado uma forma hierárquica de opressão do homem sobre a mulher, que é anterior ao capitalismo, pode ser também posterior a ele, por isso a MMM, enquanto movimento social, acredita que a luta da classe trabalhadora tem sexo, além de classe e, no sexo, tem raça, considerando que a opressão sobre as mulheres brancas e as mulheres negras, embora estejam ligadas, se apresentam de formas diferentes. A solidariedade na formação e na prática dos sujeitos militantes feministas e a possibilidade de denunciar a realidade, através da opressão cotidiana, é a principal fonte de trocas educativas que podem contribuir para o que Paulo Freire considera como forma de “denúncia/anúncio” na busca da emancipação da mulher e da classe trabalhadora para um mundo melhor. E nisso consiste a dimensão educativa das lutas e dos aprendizados das mulheres organizadas na MMM.
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SOTTOCORNO, MADDALENA. "Povertà educativa tra teoria e pratica. Uno sguardo pedagogico." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2021. http://hdl.handle.net/10281/315634.

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Abstract:
La tesi costituisce l’esito di un lavoro esplorativo di ricerca di tipo qualitativo attorno al tema della povertà educativa. Scopo dello studio è quello di inquadrare un’area semantica di matrice pedagogica attorno a questo oggetto, che arricchisca le teorie già esistenti intorno ad esso. Il lavoro prende le mosse dall’inquadramento del tema, esplorando i diversi saperi che lo hanno interrogato; successivamente viene dato conto del quadro normativo di riferimento per la questione, in termini internazionali, europei e nazionali; si esplorano poi alcuni contributi che analizzano la questione in rapporto a una forma peculiare di povertà che caratterizza il contesto italiano e che esplicitano in particolare la necessità di ripensare al rapporto tra scuola e territorio. Al fine di costruire un’area semantica di matrice pedagogica attorno al tema della povertà educativa, si è scelto di condurre uno studio di caso olistico attorno al progetto “Sulla Buona Strada” che opera in alcune zone della città di Genova con lo scopo di contrastare questo fenomeno. A partire da uno specifico posizionamento rispetto a che cosa si intenda per qualità dell’esperienza educativa, si è inteso elaborare una densa teoria locale sull’oggetto di studio, valorizzando il contributo dei professionisti dell’educazione coinvolti nella ricerca. L’incrocio tra quanto emerso dal quadro teorico di riferimento e dall’indagine empirica, nonché la necessità di ampliare la conoscenza già in possesso della ricercatrice attorno alla questione, hanno permesso di pervenire a una configurazione pedagogica e plurale della povertà educativa, che implica alcuni piani in particolare: il riconoscimento di una privazione che riguarda i contesti di esperienza e le difficoltà che gli adulti incontrano nell’abitare il presente; l’individuazione di un impoverimento del territorio, che implica un progressivo indebolimento dello Stato sociale, del concetto di comunità e del rapporto tra scuola ed extra-scuola. Concettualizzare in tal senso “le” povertà educative implica mettere al centro del discorso con i professionisti dell’educazione una definizione di essere umano come soggetto capace di emanciparsi dai condizionamenti molteplici del contesto in cui vive e di destreggiarsi con l’imprevedibilità dell’esperienza esistenziale ed educativa. Un tale ampliamento del tema prevede inoltre che gli stessi esperti dell’educazione trovino delle strategie adeguate a significare il presente, affinchè, con le loro prassi, non rischino di replicare le dinamiche di impoverimento della contemporaneità. La tesi, dunque, mostra il progressivo avvicinamento a una visione plurale e sfaccettata del fenomeno indagato, valorizzando un posizionamento epistemologico peculiare su che cosa si intenda per esperienza educativa.
This thesis is the result of an exploratory qualitative research on the topic of educational poverty. The purpose of the study is to frame a pedagogical semantic area around this theme, through which enrich the already existing theories about it. The study starts from exploring the different theoretical perspectives that have investigated the educational poverty problem; afterwards a normative framework for the issue is presented, in international, European and national terms; then contributions that analyse the question in relation to a peculiar form of poverty in the Italian context are explored. This last part makes evident the need to rethink the connection between school and territory. In order to define a pedagogical semantic area around the theme of educational poverty, an holistic case study has been conducted around "Sulla Buona Strada" project which operates in some areas of the city of Genoa with the aim of counteracting this phenomenon. Choosing a specific position about the quality of the educational experience, a dense local theory on the object of study has been developed, enhancing the contribution of education professionals involved into the research. The intersection between the emerging theoretical framework and the empirical investigation, as well as the need to broaden the researcher’s knowledge on the topic, has resulted in a pedagogical and plural configuration of educational poverty, which implies different aspects: the recognition of a deprivation that deals with the contexts of experience and the difficulties that adults face in living the present; the identification of an impoverishment of the territory, which implies a progressive weakening of the welfare state, of the concept of community and of the relationship between school and extra-school. Conceptualizing "educational poverty" in this sense implies, in the discussion with educational professionals, a definition of human being that is competent to emancipate himself/herself from the multiple conditionings of the socio-cultural context and to juggle the unpredictability of existential and educational experiences. This expansion of the issue also entails that education experts find proper strategies to understand the contemporaneity, to avoid the risk, with their practices, of replicating the dynamics of impoverishment of actual times. The thesis, therefore, illustrates a progressive approach to a plural and multifaceted vision of the investigated phenomenon, considering a peculiar epistemological position on the meaning of educational experience.
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Falco, Luigi Salvatore. "L’Alternanza scuola-lavoro: metodo formativo e di orientamento al lavoro." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2017. http://hdl.handle.net/10446/77173.

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Abstract:
The aim of this thesis is the analysis of educational values of work-related job, according to the new laws of Italy and Europe. This method, according to the Italian law n. 53 of the 28th of March 2003, is spreading to try to solve the youth unemployment. In this perspective this law along with other laws are trying to link the different activities in the school to the education on the job, to better improve the students’ learning. In the first part of the thesis I will try to explain the meaning of the law 53/2003, which has designed the principles of the relation between the school and the job. This relation will be studied also in the successful laws and, in particular in the school’s law, the so-called “Buona Scuola”. In this last law the work-related job has been improved in its structure. In particular in this law there are two “important tools” which must be examined: the apprenticeship and curriculum internship. Through these tools the school can favour the possibility for the young people to find a job. This has happened through these three models of apprenticeship: the apprenticeship for the professional bachelor, the apprenticeship for the job, the apprenticeship for the post-degree education and for research. The conclusion is based on the comprehension of strong and weak points of this problem.
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DAL, LAGO Michele. "Supply-side education: occupabilità, formazione e mercato del lavoro nel dibattito contemporaneo." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2013. http://hdl.handle.net/10446/28649.

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SANTORO, Daniela. "Persona, famiglia, lavoro : conciliazione, welfare e responsabilità educativa di impresa : uno studio di casi aziendali." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2015. http://hdl.handle.net/10446/32813.

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MOLTENI, PAOLA. "AUTISMO E SCUOLA: DIMENSIONI EDUCATIVE DEL LAVORO DI RETE TRA ESPERIENZE LOCALI E PROSPETTIVE INTERNAZIONALI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6171.

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Abstract:
La ricerca svolta ha messo chiaramente in evidenza alcune criticità e potenzialità del lavoro a scuola con alunni con autismo in un’ottica di rete unitaria e multidisciplinare. L’esperienza con alunni autistici vissuta dagli insegnanti ed educatori è stata percepita positivamente dalla maggioranza dei partecipanti alla ricerca qui descritta e gli aspetti negativi evidenziati sono emersi soprattutto in relazione alle difficoltà di lavorare in equipe e di poter contare su un organico scolastico adeguato. Ciò che rende più faticoso il lavoro in classe è strettamente legato alle caratteristiche fondamentali del disturbo, ovvero alle modalità di relazione, comunicazione e comportamento manifestate dell’alunno. La relazione con i compagni è stata sottolineata come complessità principale e tale fattore può essere relativo alla capacità dell’insegnante di realizzare attività condivise in piccolo e grande gruppo, alla strutturazione di un percorso esplicativo del disturbo che sia di facile comprensione per i compagni e, soprattutto, alla formazione pratica e strumentale a supporto della realizzazione di un contesto inclusivo. La comunicazione è emersa come seconda difficoltà percepita dal campione e questo può essere dovuto al fatto che un ampio numero di professionisti utilizza strategie comunicative giudicate non pienamente efficaci per l’alunno, in particolare la modalità verbale; inoltre il discreto uso di tecniche alternative, come ad esempio la Comunicazione Aumentativa Alternativa e i supporti tecnologici, può condizionare significativamente le capacità espressive e comprensive dell’alunno. Infine, il comportamento problematico e stereotipato è un ulteriore elemento evidenziato come problematico, tuttavia la capacità di gestione dell’alunno in classe e delle manifestazioni del suo disagio sono, come già detto, tra degli aspetti più difficoltosi nell’autismo. È rilevante sottolineare come solo una piccola parte del campione ha rilevato peculiarità sensoriali, le quali influiscono direttamente sul comportamento e sulla capacità del ragazzo di essere presente in aula al meglio delle proprie capacità. Le riflessioni emerse dai risultati ottenuti hanno offerto nuove chiavi di lettura alla problematica dell’autismo all’interno del contesto di riferimento, permettendo di delineare successivi percorsi progettuali e di ricerca: attraverso la ricerca svolta dalla dottoressa Molteni, è stata affermata la necessità di riflettere su come la scuola italiana riesca a rispondere alla presenza di alunni con autismo all’interno delle proprie classi. L’analisi dei dati raccolti attraverso la ricerca sviluppata dalla dottoranda ha messo in luce gli aspetti peculiari dell’esperienza scolastica dei professionisti che lavorano con alunni con autismo ed ha permesso la definizione di ipotesi progettuali a supporto del lavoro di rete già in atto nel territorio scolastico di Monza e Brianza, attraverso proposte operative che prevedono attività su scala locale ed internazionale.
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MOLTENI, PAOLA. "AUTISMO E SCUOLA: DIMENSIONI EDUCATIVE DEL LAVORO DI RETE TRA ESPERIENZE LOCALI E PROSPETTIVE INTERNAZIONALI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6171.

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Abstract:
La ricerca svolta ha messo chiaramente in evidenza alcune criticità e potenzialità del lavoro a scuola con alunni con autismo in un’ottica di rete unitaria e multidisciplinare. L’esperienza con alunni autistici vissuta dagli insegnanti ed educatori è stata percepita positivamente dalla maggioranza dei partecipanti alla ricerca qui descritta e gli aspetti negativi evidenziati sono emersi soprattutto in relazione alle difficoltà di lavorare in equipe e di poter contare su un organico scolastico adeguato. Ciò che rende più faticoso il lavoro in classe è strettamente legato alle caratteristiche fondamentali del disturbo, ovvero alle modalità di relazione, comunicazione e comportamento manifestate dell’alunno. La relazione con i compagni è stata sottolineata come complessità principale e tale fattore può essere relativo alla capacità dell’insegnante di realizzare attività condivise in piccolo e grande gruppo, alla strutturazione di un percorso esplicativo del disturbo che sia di facile comprensione per i compagni e, soprattutto, alla formazione pratica e strumentale a supporto della realizzazione di un contesto inclusivo. La comunicazione è emersa come seconda difficoltà percepita dal campione e questo può essere dovuto al fatto che un ampio numero di professionisti utilizza strategie comunicative giudicate non pienamente efficaci per l’alunno, in particolare la modalità verbale; inoltre il discreto uso di tecniche alternative, come ad esempio la Comunicazione Aumentativa Alternativa e i supporti tecnologici, può condizionare significativamente le capacità espressive e comprensive dell’alunno. Infine, il comportamento problematico e stereotipato è un ulteriore elemento evidenziato come problematico, tuttavia la capacità di gestione dell’alunno in classe e delle manifestazioni del suo disagio sono, come già detto, tra degli aspetti più difficoltosi nell’autismo. È rilevante sottolineare come solo una piccola parte del campione ha rilevato peculiarità sensoriali, le quali influiscono direttamente sul comportamento e sulla capacità del ragazzo di essere presente in aula al meglio delle proprie capacità. Le riflessioni emerse dai risultati ottenuti hanno offerto nuove chiavi di lettura alla problematica dell’autismo all’interno del contesto di riferimento, permettendo di delineare successivi percorsi progettuali e di ricerca: attraverso la ricerca svolta dalla dottoressa Molteni, è stata affermata la necessità di riflettere su come la scuola italiana riesca a rispondere alla presenza di alunni con autismo all’interno delle proprie classi. L’analisi dei dati raccolti attraverso la ricerca sviluppata dalla dottoranda ha messo in luce gli aspetti peculiari dell’esperienza scolastica dei professionisti che lavorano con alunni con autismo ed ha permesso la definizione di ipotesi progettuali a supporto del lavoro di rete già in atto nel territorio scolastico di Monza e Brianza, attraverso proposte operative che prevedono attività su scala locale ed internazionale.
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Santagata, Serena. "Istruzione, formazione e lavoro in carcere: verso un nuovo trattamento penitenziario." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2017. http://hdl.handle.net/10446/77219.

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Abstract:
The Italian legislation considers prison as an opportunity for thedetainees' resocialisation. However, in most of the Italian prisons, no educational/training programmes and job opportunities are provided, even though they are depicted by literature as essential elements to carry out an effective process of prisoners' recovery. Stemming from this background, this research project is aimed at providing a comprehensive review of the penitentiary treatment in Italy, and contributing to the ongoing debate on the current and future perspectives of the penitentiary sector, in the belief that it can play a crucial role in the promotion of active citizenship and social inclusion. To this purpose, the research project is structured as follows. The first part is dedicated to a literature review, based on the analysis of the main sources of law, doctrine and jurisprudence on this topic. This preliminary work is particularly relevant to acquire the theoretical knowledge, which is necessary for a valuable assessment of the current penitentiary system in Italy. The second part is thus devoted to a mapping exercise concerning 190 Italian prisons and 16 juvenile penal institutions. This exercise shows that the majority of prisoners are low educated and poorly skilled. Plus, they rarely receive training and job opportunities during the retention period. Drawing on the theoretical hints provided by the literature review and the results of the mapping exercise, the final part of this project lays down possible lineguides for the development of the Italian penitentiary treatment. Notably, it emphasises the urgency of strenghtening education, vocational training and employment oppotunities in prisons, in order to turn the Italian penitentiary system into a real driver for the former inmates' successful reintegration in society.
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MAZZOLI, SERENA. "LA SOSTENIBILITA' PER UNA NUOVA CULTURA DELL'ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2020. http://hdl.handle.net/10280/70990.

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Abstract:
L’innegabile evidenza delle gravi conseguenze a carico del nostro pianeta generate da un progresso legato esclusivamente alla crescita quantitativa e al profitto, ha aperto la strada a nuovi modelli di sviluppo centrati sul valore della sostenibilità. Tuttavia, la sostenibilità non nasce in maniera spontanea ma è il risultato di un processo di educazione attraverso il quale la persona prende coscienza delle interconnessioni che la legano, indissolubilmente, alla natura, alla società, all’umanità stessa. Diventa importante, dunque, individuare ambiti formativi promettenti per promuovere efficaci azioni educative riguardo alla sostenibilità, con l’obiettivo di orientare i giovani all’acquisizione di stili di vita adeguati e di posti di lavoro dignitosi, creativi, “verdi”. Tra questi, l’alternanza scuola-lavoro e i percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento, previsti in Italia per tutti gli studenti dell’ultimo triennio delle scuole secondarie di secondo grado, possono rappresentare fruttuose opportunità educative per acquisire, attraverso modalità di apprendimento attivo, strumenti idonei a fronteggiare l’evoluzione dei processi formativi e delle dinamiche professionali, nonché l’esercizio di una cittadinanza responsabile e competente in favore di uno sviluppo equo e durevole a vantaggio delle generazioni presenti e future.
The undeniable truth of the serious consequences inflicted to our planet by a progress that is exclusively linked to quantitative growth and profit has paved the way for new development models based on the value of sustainability. However, sustainability is rarely spontaneously achieve: it is the result of an educational process through which individuals becomes aware of the interconnections that bind them to nature, to society and to humanity itself. It is relevant, therefore, to identify promising training environments to promote effective educational activities on sustainability, with the goal of nudging young people towards adequate lifestyles, creating dignified, creative and “green” jobs. Among these potentially relevant educational and training environments, work-related learning (Alternanza scuola-lavoro in Italian) and the paths for transversal skills and guidance (Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento in Italian), provided in Italy for all students in the last three years of secondary schools, can represent successful educational opportunities to acquire, through active learning models, the tools needed to face the evolution of the educational processes and work- related dynamics, as well as to construct a responsible and competent citizenship, favoring a fair and lasting development for the benefit of current and future generations.
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ZINI, PAOLA. "CRESCITA UMANA E BENESSERE ORGANIZZATIVO NUOVE PROSPETTIVE DI PEDAGOGIA DEL LAVORO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1373.

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Abstract:
La ricerca si propone di delineare alcune proposte pedagogico-educative per il benessere organizzativo. Per raggiungere tale obiettivo è stato necessario rilevare i cambiamenti in atto nel mondo del lavoro, rintracciando le trasformazioni che accomunano tra loro i diversi paesi europei. Inoltre, al fine di ricuperare uno sguardo pedagogico sul lavoro, è stata effettuata una riflessione, movendo dai classici della pedagogia per mettere in luce alcune categorie che risultano essere ancora attuali per leggere il lavoro. La ricerca si avvale dei risultati emersi da tre analisi di caso svolte con imprese eccellenti ubicate nella provincia di Brescia e fortemente impegnate a sempre più migliorare la relazione con i loro stakeholder interni ed esterni.
The research’s aim is to give some educational proposals in order to improve the well being at work. In order to achieve this aim, it has been detected how the world of work is changing. However, to be able to look the work from a pedagogical point of view, I have made a reflection studying the education’s classical authors, in order to find some categories, that are useful to understand the work. For this research I have made 3 case studies in excellent companies in Brescia, engaged to improve the relations with their internal and external stakeholders.
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ZINI, PAOLA. "CRESCITA UMANA E BENESSERE ORGANIZZATIVO NUOVE PROSPETTIVE DI PEDAGOGIA DEL LAVORO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1373.

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Abstract:
La ricerca si propone di delineare alcune proposte pedagogico-educative per il benessere organizzativo. Per raggiungere tale obiettivo è stato necessario rilevare i cambiamenti in atto nel mondo del lavoro, rintracciando le trasformazioni che accomunano tra loro i diversi paesi europei. Inoltre, al fine di ricuperare uno sguardo pedagogico sul lavoro, è stata effettuata una riflessione, movendo dai classici della pedagogia per mettere in luce alcune categorie che risultano essere ancora attuali per leggere il lavoro. La ricerca si avvale dei risultati emersi da tre analisi di caso svolte con imprese eccellenti ubicate nella provincia di Brescia e fortemente impegnate a sempre più migliorare la relazione con i loro stakeholder interni ed esterni.
The research’s aim is to give some educational proposals in order to improve the well being at work. In order to achieve this aim, it has been detected how the world of work is changing. However, to be able to look the work from a pedagogical point of view, I have made a reflection studying the education’s classical authors, in order to find some categories, that are useful to understand the work. For this research I have made 3 case studies in excellent companies in Brescia, engaged to improve the relations with their internal and external stakeholders.
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FREGNAN, EZIO. "CULTURA DEL LAVORO E ACADEMY AZIENDALI PER APPRENDERE NELLA QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/95711.

Full text
Abstract:
La Quarta rivoluzione industriale e l’evoluzione tecnologica in atto stanno innescando significativi cambiamenti a livello culturale, sociale ed economico. Le rapide trasformazioni del mondo del lavoro portano in luce l’esigenza di coinvolgere i principali soggetti responsabili di guidare il cambiamento organizzativo e professionale all’interno di un percorso di ricerca partecipata e collaborativa, capace di esplicitare e descrivere diversi modi di affrontare le esperienze connesse ai mutamenti in corso. All’interno di questo contesto, il lavoro di tesi intende contribuire a delineare la nuova cultura del lavoro che sta emergendo da alcune pratiche innovative, presenti all’interno del nuovo ecosistema educativo e formativo. La ricerca scientifica, iniziata nel settembre 2019 e conclusa nel settembre 2020, si articola in quattro domande: Come sta cambiando il contesto nel quale viviamo e lavoriamo? Come si sta trasformando la cultura del lavoro? Quali Driver ne facilitano l’apprendimento? Gli elementi della cultura del lavoro sono utili anche alla luce di una nuova trasformazione radicale e improvvisa? Le risposte intendono fornire alcuni spunti di riflessione e un primo orientamento pratico per tutti coloro i quali sono coinvolti in prima persona nella costruzione di nuove soluzioni per l’apprendimento, volte a trasferire valore ai cittadini e ai lavoratori di domani.
The Fourth Industrial Revolution and the technological evolution in place are originating significant changes in culture, society and economy. Rapid transformations in the world of work revealed the need of involving the main subjects in charge of driving both organizational and professional change toward an engaging and collaborative research path, able to make clear and describe different ways to face the experiences connected with the undergoing changes. Within this context, the thesis aims at contributing in outlining the new work culture emerging from some innovative practices, present in the new educational and training ecosystem. The scientific research, started in December 2019 and concluded in September 2020, is articulated in four questions: How is the context in which we live and work changing? How is the work culture undergoing transformations? Which Drivers do facilitate its understanding? Are the elements of the work culture useful also in the light of a new radical and unexpected transformation? The answers intend to provide some points for reflection and a first practical guidance for all those who are directly involved in the creation of new learning solutions, aimed at transferring value to citizens and workers of tomorrow.
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FREGNAN, EZIO. "CULTURA DEL LAVORO E ACADEMY AZIENDALI PER APPRENDERE NELLA QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/95711.

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Abstract:
La Quarta rivoluzione industriale e l’evoluzione tecnologica in atto stanno innescando significativi cambiamenti a livello culturale, sociale ed economico. Le rapide trasformazioni del mondo del lavoro portano in luce l’esigenza di coinvolgere i principali soggetti responsabili di guidare il cambiamento organizzativo e professionale all’interno di un percorso di ricerca partecipata e collaborativa, capace di esplicitare e descrivere diversi modi di affrontare le esperienze connesse ai mutamenti in corso. All’interno di questo contesto, il lavoro di tesi intende contribuire a delineare la nuova cultura del lavoro che sta emergendo da alcune pratiche innovative, presenti all’interno del nuovo ecosistema educativo e formativo. La ricerca scientifica, iniziata nel settembre 2019 e conclusa nel settembre 2020, si articola in quattro domande: Come sta cambiando il contesto nel quale viviamo e lavoriamo? Come si sta trasformando la cultura del lavoro? Quali Driver ne facilitano l’apprendimento? Gli elementi della cultura del lavoro sono utili anche alla luce di una nuova trasformazione radicale e improvvisa? Le risposte intendono fornire alcuni spunti di riflessione e un primo orientamento pratico per tutti coloro i quali sono coinvolti in prima persona nella costruzione di nuove soluzioni per l’apprendimento, volte a trasferire valore ai cittadini e ai lavoratori di domani.
The Fourth Industrial Revolution and the technological evolution in place are originating significant changes in culture, society and economy. Rapid transformations in the world of work revealed the need of involving the main subjects in charge of driving both organizational and professional change toward an engaging and collaborative research path, able to make clear and describe different ways to face the experiences connected with the undergoing changes. Within this context, the thesis aims at contributing in outlining the new work culture emerging from some innovative practices, present in the new educational and training ecosystem. The scientific research, started in December 2019 and concluded in September 2020, is articulated in four questions: How is the context in which we live and work changing? How is the work culture undergoing transformations? Which Drivers do facilitate its understanding? Are the elements of the work culture useful also in the light of a new radical and unexpected transformation? The answers intend to provide some points for reflection and a first practical guidance for all those who are directly involved in the creation of new learning solutions, aimed at transferring value to citizens and workers of tomorrow.
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CHIERCHIA, Gianluca. "L'alternanza scuola-lavoro quale metodologia per la valorizzazione pedagogica della persona." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2017. http://hdl.handle.net/10446/77227.

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Abstract:
In a socio-political-cultural-uncertain work environment, in constantly evolving, training is the essential point of start for each person, in order to enhance talent and carry out life, family and professional projects. “Person”, “training”, “work”, “school”. The synergy between these elements is the key to achieve truly effective educational projects. In this context, the pedagogy plays an essential role, because it is aimed to promote a “people oriented” work culture, to enhance subjectivity and creativity of each person and to consider working in all its educational value. Therefore the school has the task of training soft-skilled young people and of directly communicating with the world of labor and the productive system, in order to promote employment transitions. Infact, in Italy the non-optimal integration between education system and production system has obstructed the rapid entry of young people into the labor market, with particular attention to those who finish secondary school. In this framework, it is necessary to examine in depth the methodology of alternation between school and work, understood as a method for effective learning and employment transitions, highlighting its postive and negative aspects. The actual integration between school and work is, in fact, the starting point for the entry of young people in the productive system and it is an effective remedy to the current situation of young Italians (very different from European and non-European colleagues). The thesis examines the position of the European Union, which has drived the Member States to adopt appropriate strategies and tools for increasing educational/ employment opportunities for students, for offering young people the opportunity to build a project of study and practical work for the future, focusing on the training on the job to contrast youth unemployment. The path of alternation between school and work aims to allow the student to have a training experience in a company, under the supervision of the school. So the alternation has multiple purposes, including: promoting the connection between the world of school and the world of labor; enable students to carry out training courses with innovative teaching methods, focusing on the teaching laboratory; allow students to live a work experience and to relate in a competitive environment; allow students to measure their own inclinations and classroom learning efficiency in comparison with the demands of the working world; allow companies to know in depth the world of education, thus promoting the mismatch between demand and supply of labor. This thesis has been structured in three stages, corresponding to three different chapters. In the first part, there is a brief historical and legislative reconstruction of the Italian school system, highlighting the various crucial stages, up to the Law no. 107/2015, known as “Good School”. The research was conducted in a pro-European perspective, through a constant comparison with the EU legislation and practice in this sector, with a focus on the Europe 2020 Strategy and on European policies in the educational training field. There is also the analysis of the reasons why our country has not yet reached the level of growth of more developed European countries, with dangerous consequences for youth employment. In the central part, the attention is focused on the alternation between school and work interpreted as a teaching and training methodology essential for the development of cross-functional skills necessary to compete in the labor market. In particular, the research has underlined the objectives of alternation, the design methods of the various activities, the certification of acquired skills. In addition, after recalling authoritative doctrine and some theoretical approaches, an attempt was made to investigate the benefits of planning in alternating training, with particular emphasis on school-company network, highlighting the mismatch between skills demanded by the market and training provided in favor of the students. The concluding part is focused on concrete ways by which it would be appropriate to value the educational alternation, so as to create the conditions for a rapid extension of this experience in all systems and learning contexts. The research contribute to the debateon the (un)employment of young people in Italy, proposing, with the helpof European policies and some Italian good practice, the alternance school-work as a training method that could support the student in his career and study choices (providing an important orientation action), and that could incentive school-company relations in order to promote personalized learning paths, with attention to the needs of new generations.
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LEGAS, Habtamu Adane. "An Empirical Analysis of the Workings of Entrepreneurship, and the Role of Entrepreneurship Education on Intention towards Entrepreneurship: Insights from Africa." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2016. http://hdl.handle.net/10446/62254.

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ADDIMANDO, LOREDANA. "Comportamenti difficili degli studenti e stress degli insegnanti nelle organizzazioni educative: una ricerca internazionale." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2010. http://hdl.handle.net/10281/8434.

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Abstract:
Il presente lavoro tenta di studiare il fenomeno "stress degli insegnanti" nelle relazioni scolastiche, focalizzandosi prevalentemente sulla componente attribuibile alle relazioni instaurate con gli studenti con problemi emotivi, comportamentali e di apprendimento: gli studenti "difficili" (challenging students). In particolare, cogliendo l’occasione di lavorare con un gruppo di ricerca internazionale composto da ricercatori provenienti da sette differenti nazioni, lo studio presenta le fasi di sviluppo e applicazione di un nuovo strumento di indagine per l’analisi dello stress degli insegnanti nelle organizzazioni educative. Il Challenging Student Standard Questionnaire (CSSQ) è stato utilizzato in differenti contesti nazionali al fine di valutare le percezioni di stress degli insegnanti in relazione alla gestione dei comportamenti degli studenti, dei colleghi e della dirigenza scolastica con l’intento di sviluppare uno strumento valido ed affidabile in grado di dare conto delle diverse possibili fonti di stress correlate alla professione docente.
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Gulisano, Daniela. "Formazione, lavoro, sapere professionale. Modelli e pratiche di alternanza formativa in Italia e in Francia." Doctoral thesis, Università di Catania, 2017. http://hdl.handle.net/10761/3911.

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Abstract:
Nella letteratura pedagogica contemporanea, il lavoro rappresenta una delle dimensioni maggiormente attraversate dai venti impetuosi del cambiamento: la discontinuità, la frammentazione, l ibridazione, si configurano quali nuovi condizionamenti sociali e culturali che coinvolgono la stessa natura umana e il suo potenziale conoscitivo, influenzando in positivo o in negativo, il modo di pensare una pedagogia del lavoro tesa a progettare il futuro del soggetto-persona contemporaneo. In questo senso, appare chiara l esigenza pedagogica di aprire la scuola alla vita concreta, di fare del lavoro manuale uno strumento per lo sviluppo integrale e integrato della persona. Pertanto, prende forma la nuova frontiera dell alternanza formativa volta ad accompagnare il giovane studente nel percorso di ricerca vocazionale e professionale.
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TOMATIS, FRANCESCA. "WHERE IS WOMEN¿S REVOLUTION GOING?THE EFFECTS OF EDUCATION AND EMPLOYMENT ON FERTILITY BEHAVIOURS ACROSS EUROPE." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2019. http://hdl.handle.net/2434/633376.

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Abstract:
The contribution of this thesis consisted of investigating the effect of education and employment on fertility, exploring mechanisms in social reproductive behaviour by focusing on the main two domains of an individual’s life: education and employment. Using GGS (first and second wave) and FSS data on a sample of women born between 1940 and 1979 and applying piecewise exponential model, we have tried to answer to very broad questions: how does education affect the transition to motherhood and higher order births? How does employment affect the transition to motherhood and higher order births? In order to provide an answer to the research questions, in the first section (Chapter 1) of the thesis we gathered some theoretical tools that helped us to explain the different effects of these two dimensions both within and between countries. Firstly, we presented the theories avoiding the distinction between fields, presenting the theories as if they are on a continuum, identified by four “poles”: micro/macro and material/ideal. The aim of Chapter 2 is to observe the relationship between education and fertility, focusing on the effect of educational attainment on the transition to the first, second and third childbirth. The results suggest that transition to second and third birth are more in line with Gender Revolution hypothesis in Western European countries, in which higher educated women have a higher relative risk to have the second and third child compared to lower educated women. The polarisations between more educated women and lower educated women and between West and East are leading to social inequalities across countries. Chapter 3 aims to extend the literature about the effect of women’s employment, on fertility behaviours, observing in particular the thesis found at the macro level, concerning the period after the mid-80s, when the association between employment and fertility changed from negative to positive. The result suggests a deep difference across countries, opposing, on the one hand, all post-socialist regimes (aside Hungary) and social democratic regimes and on the other hand, Italy and Hungary. In general, results regarding the transition to the first child suggest that post-socialist and social democratic regimes countries support more working women. Furthermore, findings on the transition to second birth reveal that for working mothers is more difficult to combine work and childcare duties compared to their counterparts and therefore the risk of postponement is higher. Based on the previous results, the last chapter (Chapter 4) sheds light on the relationship between employment and fertility behaviours in Italy and Hungary. Previous empirical research on attitudes toward double income and gender equity theorises that while the former is more developed in Hungary than in Italy, the latter is more spread in Italy. This distinction permits to explain results for which in Italy employed women with tertiary education have a higher relative risk to become mother compared to their counterparts; while in Hungary tertiary educated women experience lower propensity. These findings can be interpreted in terms of the spread of attitudes towards gender equity that is more developed in Italy than Hungary.
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CLEMENTE, GIACOMO. "L'APPARATO SCOLASTICO E LE SUE FUNZIONI. UNA INDAGINE STORICO-FILOSOFICA A PARTIRE DAI TESTI EDITI E INEDITI DI L. ALTHUSSER E DELLA SCUOLA ALTHUSSERIANA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2020. http://hdl.handle.net/10281/262897.

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Abstract:
La ricerca è una ricostruzione storico filosofica delle tesi di Louis Althusser e del gruppo dei suoi allievi relative alla descrizione dei processi di formazione della scuola di classe e della loro funzione. Essa è in gran parte basata su due gruppi di scritti la cui quasi totalità è ancora inedita e sulla quale non esiste perciò una consolidata tradizione di ricerca. I due gruppi di scritti sono inquadrabili in due fasi storiche distinte. Al fine di sottolinearne la specificità, ogni fase storica che prenderò in esame sarà analizzata come se fosse un momento conclusivo di riflessione teorica. La prima fase pertiene a un testo poco noto di Althusser, Problèmes étudiants, del gennaio ’64. Ad esso sarà dedicato il primo capitolo. Si tratterà di comprenderne la genesi e illuminarne la ricezione. Qui basti dire che il testo fu occasionato dalle pesanti accuse di autoritarismo che Bruno Queysanne rivolse ad Althusser in occasione della lezione inaugurale dedicata a Théorie et Méthode en Sciences Humaines che quest’ultimo tenne nel dicembre del ’63 al seminario di Pierre Bourdieu e Jean-Claude Passeron. Al centro di Problèmes étudiants c’è in gioco un certo tipo di funzione pedagogica che, collocata nel quadro di un’epistemologia materialista, rappresenta il dispositivo che sta alla base della trasmissione verticale (tra chi sa e chi non sa) di generalità scientifiche (ovvero, di contenuti di sapere vero). Alla seconda fase, in rottura con la prima (per ammissione dello stesso Althusser che in Sur la reproduction denuncia la tendenza tecnicista e teoreticista di Problèmes étudiants), dedicherò il resto della ricerca. A tale fase, in linea con la formula contenuta nel celebre articolo Idéologie et appareils idéologiques d’État del ’70, pertiene la questione del rapporto tra apparato scolastico e riproduzione dei rapporti di produzione capitalistici. A tal fine ho analizzato la vasta mole di dattiloscritti e manoscritti inediti, ancora trascurati dalla letteratura althusseriana, legati a un progetto incompiuto di opera collettiva intitolata Écoles. Tale progetto è andato formandosi per opera dello stesso Althusser e, sopratutto, di Étienne Balibar, Pierre Macherey, Michel Tort, Roger Establet e Christian Baudelot. Dalla lettura dello studio che segue emergerà come quella sui processi di formazione, lungi dal rappresentare l’esito di interessi soltanto occasionali, sia per Althusser e il 'groupe Spinoza' una questione di portata centrale e, per certi versi, decisiva per comprendere le istanze reali che stanno dietro al meccanismo di funzionamento della riproduzione sociale. In questo senso, l’importanza di questo studio ha necessariamente un doppio rilascio. Dal punto di vista storico è quella di gettare una luce piuttosto inconsueta nell’ambito della letteratura althusseriana riguardo a quella che può essere definita ‘questione pedagogica’. In questo senso, la ricostruzione storiografica delle linee teoriche facenti capo alle due fasi storiche riportate sopra, contribuisce a complicare il rapporto teorico che Althusser intrattiene con la funzione dell’istituzione scolastica con e al di là della tesi sugli apparati ideologi di Stato del ’70, che tuttora rappresenta il punto di riferimento teorico elettivo per delineare i contorni di tale questione. Tale ricostruzione storica ha, d’altro lato, necessariamente delle ricadute teoriche, vale a dire degli effetti di integrazione e di approfondimento delle tesi althusseriane più strettamente filosofiche. L’originalità di questo punto di vista, sta nel fatto che tali ricadute attribuiscono al ‘discorso pedagogico’ di Althusser una valenza sostanziale dal momento che risultano funzionali all’ampliamento del perimetro di comprensione delle sue tesi filosofiche.
The following research is an historical-philosophical reconstruction of the work by Louis Althusser and the group of his scholars regarding the description of the educational processes and their function. The reconstruction is mainly based on two sets of papers still unpublished for the most part and about which a solid tradition of research does not exist. The two sets of papers can be contextualized in two separate historical phases. With the aim of highlighting the peculiarity, each historical phase will be considered as it was a conclusive moment of a theoretical cogitation. The first phase corresponds to a little-known essay by Althusser, Problèmes étudiants, published in January 1964. The first chapter will be dedicated to this work and the objective will be to comprehend its genesis and shed light on its reception. Suffice it to say that Althusser’s essay was motivated by the serious accusations of authoritarianism that Bruno Queysanne addressed to Althusser in occasion of the inaugural lecture dedicated to Théorie et Méthode en Sciences Humaines that Althusser gave in December 1963 in the context of the seminar by Pierre Bourdieu and Jean-Claude Passeron. The focus of Problèmes étudiants is a certain kind of pedagogical function that, placed in the frame of a materialist epistemology, represents the device that is the basis of the vertical transmission (between those who knows and those who does not) of scientific generalities (namely, of contents of true knowledge). The rest of the research will be about the second phase, in disagreement with the first (as stated by Althusser himself that in Sur la reproduction denounces the technicist and theoreticist tendency of Problèmes étudiants). To this phase, according to the formula expressed in the renown 1970s article Idéologie et appareils idéologiques d’État, belongs the matter of the relation between scholastic apparatus and reproduction of Capitalistic relations of production. To this purpose, I analyzed the vast array of unpublished typewritten documents and manuscripts, that, to this day, are excluded by the Althusserian tradition, connected to an unfinished collective work project entitled Écoles. This project took shape thanks to Althusser himself and, above all, Étienne Balibar, Pierre Macherey, Michel Tort, Roger Establet and Christian Baudelot. From reading the thesis, it will appear how the matter about educational processes, far from representing the outcome of occasional interests, is both for Althusser and the 'groupe Spinoza' a fundamental issue and, in some way, crucial to comprehend the real motivations behind the operational mechanism of social reproduction. In this way, this thesis is relevant for a double motivation. From the historical point of view, the relevance consists in shedding an unusual light in the context of the Althusserian tradition regarding what can be defined as the ‘pedagogical issue’. In this sense, the historiographic reconstruction of the theoretical coordinates that refer to the two historical phases explained above, contributes to complicate the theoretical relation that Althusser maintains with the function of the scholastic institution with and beyond the thesis about the ideological apparatuses dating 1970, that even now represents the main theoretical point of reference to outline the profiles of this matter. This historical reconstruction has, on the other hand, inevitable theoretical implications, i.e. some effects of integration and insight of Althusser’s most strictly philosophical thesis. The originality of this point of view lies in the fact that those effects confer to Althusser’s ‘pedagogical discourse’ a crucial significance, due to their being functional to the extension of the comprehension of his philosophical thesis.
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PEPE, ALESSANDRO. "Comportamenti difficili dei genitori e stress degli insegnanti nelle organizzazioni educative: una prospettiva comparativa internazionale." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2010. http://hdl.handle.net/10281/8354.

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Abstract:
Il progetto "Standard Questionnare Parent Version" muove verso l'obiettivo di raggiungere una conoscenza più approfondita della sfera delle relazioni tra insegnanti e genitori. In particolar modo l’interesse specifico è focalizzato alle interazioni tra i comportamenti difficili dei genitori e lo stress lavorativo percepito dagli insegnanti (N=3058). La ricerca condotta si pone è posta tre distinti obiettivi, da raggiungere attraverso l'integrazione di metodologie quantitative (EFA, CFA, ANOVA) e qualitative(speciicità lessicali e analisi testuale delle corrispondenze): 1) sviluppare uno strumento di rilevazione affidabile e con proprietà psicometriche stabili, che possa essere utilizzato in ambito organizzativo nel contesto italiano. Lo strumento presenta finalità diagnostiche rivolte alla comprensione delle principali tipologie di comportamento difficile messe in atto da parte dei genitori e il loro impatto sull’attività lavorativa degli insegnanti, inteso in termini di stress occupazionale e soddisfazione lavorativa. 2)confrontare a livello internazionale alcuni aspetti dei diversi sistemi culturali ed educativi, rivolgendosi alla comprensione delle principali differenze riscontrabili nei diversi campioni in termini di frequenza dei comportamenti difficili che i docenti affrontano durante la loro attività lavorativa. In questo caso la strategia di ricerca ha previsto il tentativo di rintracciare regolarità e porre l'accento sulle differenze tra i punteggi rilevati dai diversi gruppi di ricerca. 3)verificare le principali dinamiche interazionali tra caratteristiche personali del docente, peculiarità del contesto organizzativo, aspetti interazionali genitore-insegnante e stress occupazionale in risposta ai comportamenti difficili, con esclusiva attenzione al contesto italiano.
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Romens, Anne-Iris. "Coping with essentialism and stratifications: Migrant women with tertiary education in local labour markets of France and Italy." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2019. http://hdl.handle.net/11577/3423197.

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Abstract:
Migrant women with tertiary education are significantly concerned with over-education, de-skilling and underemployment, as they primarily work in jobs that are not in line with their studies. The dissertation argues that analysing essentialism is crucial to understanding the stratifications of the labour market and comprehending why migrant women continue to be confined in jobs with low social recognition, despite their degrees. The thesis puts into light that representations based on coloniality, global inequalities and also on conservative and eroticised models of femininity, affect the selection process and finally limit the access that these women have to employment. To explore the influence of essentialism in the assessment of skills, the thesis uses the concept of embodiness. It stresses that recruiters tend to value skills, according to who embodies them, and depending on how candidates are perceived in terms of class, gender, and racialisation. Assessment of skills appears to involve a high level of scrutiny over female candidates' body and habitus, leading to class selectivity and eroticisation of migrant women. Moreover, the dissertation explores how migrant women with tertiary education are coping, resisting, and eventually challenging essentialism and stratifications. It analyses how they react to their position in the local labour markets, whether they feel downgraded or they have accessed satisfying jobs. In addition, motherhood emerged from fieldwork as a crucial factor that influences migrant women's trajectories. As a result, the dissertation analyses how the interplay of migration, welfare, care, and gender orders conditions access to employment, leading to frequent de-skilling The local labour markets that were selected in which to conduct fieldwork are those of Veneto, in Italy and Alsace, in France. These two contexts are characterised by different models of care, and of addressing migrants' otherness. The social phenomenon is studied from a variety of perspectives. The dissertation crosses the gazes of migrant women with tertiary education, born in Sub-Saharan African and European non-EU countries, with those of recruiters and social workers. Overall, 52 narrative interviews were conducted and analysed using thematic analysis and biographical policy evaluation. In addition, the dissertation is one of the first studies that uses statistical data to highlight the differential access that migrants with tertiary education have to employment in Italy and France, according to their country of birth and gender. By studying the challenges faced by migrant women with tertiary education, the dissertation highlights how access to resources and employment is gendered, classed, and racialised and how essentialist processes influence it. It argues that understanding the mechanisms that contribute to reproducing stratifications enables us to design paths towards more equal access to employment and resources.
Le donne migranti con istruzione superiore sono significativamente colpite dalla sovra-istruzione, dalla de-qualificazione e dalla sottoccupazione, in quanto lavorano principalmente in posti di lavoro che non sono in linea con i loro percorsi di studio. La tesi sostiene che analizzare l'essenzialismo è cruciale per comprendere le stratificazioni del mercato del lavoro e capire perché le donne migranti continuano ad essere confinate in posti di lavoro con scarso riconoscimento sociale, nonostante la loro laurea. La tesi mette in luce come le rappresentazioni basate sulla colonialità, le disuguaglianze globali e anche su modelli di femminilità conservatori ed erotizzati, influenzano il processo di selezione e infine limitano l'accesso che queste donne hanno al lavoro. Per esplorare l'influenza dell'essenzialismo nella valutazione delle competenze, la tesi utilizza il concetto di incorporazione (embodiness). Sottolinea che i selezionatori tendono a valutare le competenze, in base a chi le incorpora e in base a come i candidati vengono percepiti in termini di classe, genere e razzializzazione. La valutazione delle competenze sembra comportare un alto livello di scrutinio sul corpo e sull'habitus delle candidate donne, portando a una selettività basata sulla classe e l'erotizzazione delle donne migranti. Inoltre, la tesi esamina come le donne migranti con istruzione superiore affrontano, resistono e alla fine sfidando l’essenzialismo e le stratificazioni. Analizza il modo in cui reagiscono alla loro posizione nei mercati del lavoro locali, sia che si sentano declassati o che abbiano avuto accesso a lavori soddisfacenti. Inoltre, la maternità è emersa dal lavoro sul campo come un fattore cruciale che influenza le traiettorie delle donne migranti. Di conseguenza, la tesi analizza il modo in cui l'interazione tra migrazione, welfare, cura e ordini di genere condiziona l'accesso all'occupazione, portando a frequenti declassamenti. I mercati del lavoro locali che sono stati selezionati per svolgere attività sul campo sono quelli del Veneto, in Italia e dell’Alsazia, in Francia. Questi due contesti sono caratterizzati da diversi modelli di cura e di rapportarsi all'alterità dei migranti. Il fenomeno sociale è studiato da una varietà di prospettive. La tesi incrocia gli sguardi delle donne migranti con istruzione superiore, nate in paesi dell'Africa subsahariana ed dall’Europa non-UE, con quelle di selezionatori e lavoratori sociali. Complessivamente, sono state condotte e analizzate 52 interviste narrative utilizzando l'analisi tematica e la valutazione biografica di politiche. Inoltre, la tesi è uno dei primi studi che utilizza i dati statistici per evidenziare l’accesso differenziato che i migranti con istruzione superiore hanno al lavoro in Italia e Francia, in base al loro paese di nascita e al loro genere. Studiando le sfide affrontate dalle donne migranti con istruzione terziaria, la tesi evidenzia come l'accesso alle risorse e all'occupazione sia influenzata dal genere, dalla classe e dalla razzializzazione e come siano influenzati dall’essenzialismo. Sostiene che la comprensione dei meccanismi che contribuiscono a riprodurre le stratificazioni ci consente di progettare percorsi verso un accesso più equo all'occupazione e alle risorse.
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BONACINI, LUCA. "La pietra miliare dello sviluppo delle persone: ripensare l’educazione dopo la pandemia COVID-19." Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2021. http://hdl.handle.net/11380/1239415.

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Abstract:
Nelle società contemporanee, la scolarizzazione è una risorsa fondamentale per consentire alle persone di raggiungere la piena opportunità di sviluppo delle proprie abilità. Alla luce di ciò, l'equità e la qualità del sistema educativo sono tra i pilastri fondamentali dei paesi sviluppati. La presente ricerca evidenzia la necessità di costruire un sistema educativo più inclusivo. In particolare, si concentra sull'analisi degli effetti diretti e indiretti che la pandemia COVID-19 ha avuto sulle disuguaglianze educative, suggerendo alcune proposte di policy per superare queste disparità. Il primo capitolo tratta l’importanza di incentivare l’educazione post-obbligatoria. Esso si concentra sulla recente diffusione dello smart working, che permette di lavorare limitando il rischio di diffusione dell'infezione. Applicando un metodo di influence function regression all'indagine INAPP-PLUS, si analizza in che modo un potenziale aumento dello smart working possa influire sulla distribuzione dei redditi da lavoro. I risultati mostrano che i potenziali benefici derivanti dalla diffusione dello smart working potrebbero essere distribuiti in modo diseguale tra i lavoratori. Pertanto, questa pratica rischia di aggravare le disuguaglianze preesistenti nel mercato del lavoro, soprattutto se non adeguatamente regolamentate. Il secondo capitolo si concentra sugli effetti che il ciclo economico potrebbe produrre sulle decisioni d’investimento nell'istruzione post-obbligatoria. I risultati possono essere particolarmente importanti alla luce del trend economico negativo conseguente allo scoppio del COVID-19. Attraverso un modello a effetti fissi implementato sui dati panel EU-SILC, si nota che la relazione tra ciclo economico e le scelte d’investimento in educazione è differente tra la popolazione: questa è negativa per le famiglie più povere, mentre quelle più ricche sembrano essere a-cicliche. Pertanto, quando il ciclo economico migliora può causare un aumento della disuguaglianza nell'accesso all'istruzione. Il terzo capitolo si basa su una procedura di machine learning che identifica l'efficacia delle tre misure di lockdown in Italia sulla limitazione dell’epidemia. I risultati rivelano che la chiusura delle scuole è stata la misura più efficace, mentre la chiusura delle attività “non essenziali” appare essere stata poco rilevante. Inoltre emerge una forte eterogeneità in termini di caratteristiche sociali, sanitarie ed economiche di queste misure tra le province italiane. L'ultimo capitolo studia le disuguaglianze educative derivanti dalla chiusura delle scuole durante la pandemia. Utilizzando i dati di PISA 2018, esso indaga le conseguenze a breve e lungo termine che la mancanza degli strumenti ICT può produrre sugli studenti incapaci di apprendere a distanza. I risultati mostrano che, a parità di altre condizioni, questi studenti subiscono significativamente perdite cognitive ed è più probabile che essi rivedano al ribasso la propria carriera scolastica. In sintesi, questa tesi illustra come i cambiamenti nel mercato del lavoro aumentano la necessità di attuare interventi volti a promuovere il tasso di partecipazione nell’educazione, in particolare per i giovani provenienti da famiglie più povere. Il peggioramento delle condizioni economiche conseguente all'avvento del COVID-19 può aiutare in tal senso. Essa inoltre suggerisce che la chiusura delle scuole come misura per contrastare la pandemia potrebbe avere effetti controversi quando non è accompagnata con ulteriori misure di allontanamento sociale. Infine, l'apprendimento a distanza potrebbe aggravare le disuguaglianze educative. Pertanto, il sistema scolastico dovrebbe fornire agli studenti gli strumenti ICT e le relative competenze al fine di ridurre le disuguaglianze di apprendimento.
In contemporary societies, schooling is a fundamental resource in enabling persons to achieve the fullest opportunity to develop their abilities. In light of this, equity and quality of the education system are among the fundamental pillars of developed countries. The present research points out the need to build a more inclusive education system. In particular, it focuses on analysing the direct and indirect effects that the COVID-19 pandemic has been having on education inequalities, by addressing some policy proposals to overcome to these disparities. The first chapter is an introduction that explains about the importance that societies must attach to the increase in school enrolment rates. It focuses on the recent diffusion of smart working as a mean that allows to keep on working while limiting the risk of infection diffusion. By applying an influence function regression method to the INAPP-PLUS survey, it analyses how a potential increase in the use of smart working may impact the distribution of labour income. Results show that the potential benefits deriving from a positive shift in smart working would be unequally distributed among employees. Thus, smart working risks to exacerbate pre-existing inequalities in the labour market, especially when it is not adequately regulated. The second chapter focuses on the effects that the economic cycle could produce on decisions by people to invest in post-compulsory education. Results may be particularly important in light of the negative economic trend consequent to the outbreak. I adopt a fixed effect model on panel data from EU-SILC. Findings exhibit a negative relation between the economic trend and the decision to invest in education for the poorer population, while the wealthier people seems to be a-cyclical. Therefore, the economic cycle has a different impact on educational choices along the income distribution, hence it may produce inequality in the access to education when it improves. The third chapter relies on a machine learning procedure to identify the effectiveness of lockdown measures in Italy, by using time series of COVID-19 cases. Results reveal that among the restrictive measures taken by the Italian government, the closure of schools is the most effective one, while the shutdown of “non-essential” activities appears to be hardly relevant. Moreover, a strong heterogeneity in terms of the social, health and economic features, of these measures across Italian provinces emerges. The last chapter studies the current education inequalities arising from school closures during the pandemic. By using PISA 2018 data, it investigates the short and long run consequences that a lack of ICT facilities may produce on students unable to learn remotely. Findings show that, everything else equal, these students experience significant cognitive losses. Furthermore, they are more likely to revise downwards their plans on future education. To sum up, the present thesis starts by showing that changes in the labour market exacerbate the need to implement long-term interventions aimed at promoting the enrolment rate in non-compulsory education in particular for youths coming from poorer households. The worsening of the economic conditions consequent to the advent of the COVID-19 may be used as a driver in this sense. At the same time, it suggests that the closure of the schools as a measure to contrast the pandemic, might have controversial effects when it is not associated with further social distancing measures, since teenagers get infected during their spare time. Finally, distance learning could exacerbate learning inequalities. Therefore, the school system should provide ICT facilities and the relative skills to students in order to reduce learning inequalities effects.
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FAZIO, Francesca. "Youth unemployment: reassessing the role of education and labour market institutions. A comparative analysis across countries and generations." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2014. http://hdl.handle.net/10446/30600.

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Abstract:
Youth have been increasingly at the centre of the public debate of the recent years, complicit the economic crisis that hit them disproportionally and almost six years later still exhibit its persistent effects. The roots of this phenomenon go back far beyond the crisis, being structurally embedded in the cultural, economic and institutional characteristics of the countries. Young people hard times are often compared (and sometimes opposed) to the conditions of other generations, that, though strongly affected by the economic crisis, are proving to be more resilient, given a (generally) stronger “safety net” provided by greater stability and protection. Despite the great consensus existing on the fact that larger activity and employment rates for all age groups are beneficial for the society as a whole, some recent policy proposals in Europe, alarmed by the risk of a “lost generation”, seem a revival of the old “lump sum of labour” theory predicting youth and old as substitute and competitors for a fixed amount of jobs in the labour market. In this view, the present contribution aims at reassessing the institutional determinants of youth unemployment in the industrialised countries of the OECD from 1980 to 2009, in order to shed light on the long-term institutional factors hindering (or vice versa improving) youth labour market outcomes, with a focus, besides traditional labour market institutions, on the role of school-to-work transition. Empirically, the research stresses the importance of filling the skills and productivity gap by experiencing work during studies, especially by means of training contracts. Moreover, in view of the above mentioned recent policy proposals calling for job sharing between young and elderly, this contribution aims at reassessing at the comparative level the nature of the youth/old relationship in the labour market, with the aim of testing if evidence of the “boxed economy” prediction has to be found or if such dualism is only imaginary.
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DE, GIOANNIS ELENA. "THE STUBBORNNESS OF GENDER STEREOTYPES IN EDUCATION: A QUANTITATIVE AND EXPERIMENTAL STUDY ON BELIEFS, ATTITUDES AND ROLE MODELS AMONG HIGH-SCHOOL STUDENTS IN ITALY." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2022. http://hdl.handle.net/2434/929143.

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Abstract:
This thesis aims to contribute to the literature studying gender stereotypes, the mechanism through which they affect choices and behaviour and the efficacy of role models’ interventions in minimizing the effect of stereotypes. It was designed as a collection of papers, each focusing on one aspect of the general theme and heterogeneous in the type of contribution, still related to the common thread of gender stereotypes in the STEM and humanities sectors. The first chapter provides a review of the instruments used to measure gender-science/reading stereotypes, including a comparison and discussion about their limitations. The second chapter is a network study on a sample of high school students that tests the hypothesis that whenever gender is salient, expectations on abilities might reflect gender constructs even when information on individual performance is available. The third chapter examines the association between implicit gender stereotypes and major choice in STEM and humanities, for both male and female high school students. The fourth chapter provides a scoping review of empirical research on role models’ and mentors’ interventions that address the issue of the underrepresentation of women in STEM. Finally, the fifth chapter contributes to the literature on role models by presenting an online experiment conducted on high-school Italian students, who were exposed to stereotypical and/or counterstereotypical professionals.
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Friso, Valeria. "La Formazione per le Persone che Lavorano: Effetti nelle organizzazioni." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3427406.

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Abstract:
This doctoral work deals with life-long learning, especially its explanation for people at work in an optic that goes beyond the concept of "Human Resources", favouring the concept of the individual in the common school of thought of personalism. The First Part has the objective of examining the historical evolution of a few key concepts such as the person, the meaning and organization of work, the conception of worker, capital and education through scientific literature. The idea was to examine the essential components of the working world and life-long learning with the aim of pin-pointing interconnections, therefore places and spaces where they meet, or should. Starting from the reconstruction of the meaning and use of these terms, guide lines are indicated which lead us right up to today’s research and the still unanswered questions. The Second Part takes all of these elements into consideration and interacts them with what is happening today in Italy, giving voice to the same workers that have taken part in education initiatives and to privileged witnesses that guided us through a first hand interpretation. The quantitative and qualitative empirical data gathered and subsequent analysis have given us the possibility of answering the main research issues, achieving the objectives of the first phase. In particular we have thoroughly investigated if and how training – meant and thought of as an opportunity of growth rather than a cost; a forward-looking investment rather than a waste – when planned and addressed at people as a whole, has an effect which the workers themselves perceive. The resulting picture highlights possible difficulties and resistance towards training initiatives, but above all, the positive effects of education both for the person and for the same organization. Training emerges as being more involving and meaningful when workers can express their professional and personal needs and desires, thus education itself can become the main development tool of the same organization. In this way it is able to excite intentionality, responsibility and belonging and the desire of empowering and could become a true and proper impulse that determines the will of acquiring new knowledge to offer the organization. Those who feel recognized in their singularity and potentiality by their own organization, ask to be part of training right from the beginning in a process that consciously transforms them through learning and growth which is not sporadic, but on the contrary by means of a gradual and mapped out path. People come into play when the organization, managers and trainers are able to involve and appreciate the workers, encouraging them with suitable methods, techniques and tools paying attention to the importance of team work, therefore taking into account all those transversal competences which are often not considered and not always heeded. On the contrary, if people are not involved and their experience is not considered, there is no possibility of acting upon the capacity of internalizing behaviours and attitudes, unavoidable aspects for the generation of new life-long learners and for a vaster availability of learning. In this way the organizational climate which is created would not guarantee comfort and consent. Therefore a close-knit dialogue between those in charge of the people at work and educators is necessary insofar as training should be considered as a real tool, able to generate change and support the changes themselves, if planned in a continuum and, if at the same time the always more rapid evolution of the world of work is taken into consideration. Moreover, the emerging results raise new questions, new research requests that surely start from a paradox: how come, even though there is a keen knowledge of the positive effects that training achieves, not only for the professionalism of the participants, but also for the organizational processes as a whole, companies are seldom willing to invest in the same training in moments of crisis, i.e. exactly in decisive moments?
Il presente lavoro di dottorato affronta tematiche relative la formazione continua, in particolare nella sua esplicazione per le persone che lavorano, in un’ottica di superamento della concezione delle "Risorse Umane", a favore del concetto di persona così com’è inteso nella corrente di pensiero del personalismo. La Parte Prima ha come obiettivo quello di prendere in esame, attraverso la letteratura scientifica, l’evoluzione storica di alcuni concetti chiave quali la persona, il significato e l’organizzazione del lavoro, la concezione del lavoratore, il capitale, la formazione. L’intento è stato quello di esaminare le componenti essenziali del mondo del lavoro e della formazione continua, al fine di individuarne le interconnessioni e quindi i luoghi e gli spazi nei quali si incontrano o si dovrebbero incontrare. A partire dalla ricostruzione del significato e dell’uso di questi termini ne vengono identificate linee guida che ci conducono fino alle ricerche odierne e ad interrogativi ancora aperti. La Seconda Parte considera tutti questi elementi e li fa dialogare con quanto sta avvenendo oggi in Italia, dando voce ai lavoratori stessi che hanno partecipato ad interventi di formazione e a testimoni privilegiati che ci hanno condotto nella lettura del reale. I dati empirici raccolti, quantitativi e qualitativi, e la loro analisi hanno permesso di dare risposte alle principali domande di ricerca, raggiungendo gli obiettivi posti fin dalla sua prima fase. In particolare abbiamo potuto esplorare in modo dettagliato se e come la formazione – intesa e pensata come un’opportunità di crescita piuttosto che come un costo; un investimento lungimirante piuttosto che un motivo di dispersione – quando viene pianificata e si rivolge a persone nella loro interezza, abbia una ricaduta percepita anche dai lavoratori stessi. Il quadro emerso indica le possibili difficoltà e le resistenze verso l’intervento formativo, ma anche e soprattutto gli effetti positivi della formazione sia per la persona sia per l’organizzazione stessa. La formazione risulta essere più coinvolgente e significativa quando i lavoratori vengono ascoltati nei loro bisogni formativi e nei loro desideri e la formazione stessa può in questo modo divenire lo strumento principe di sviluppo dell’organizzazione stessa. La formazione così è in grado di stimolare l’intenzionalità, la responsabilizzazione, l’appartenenza, la voglia di migliorare e può diventare una reale molla che determina la volontà di acquisire nuovi saperi da mettere a disposizione dell’organizzazione. Le persone che si sentono riconosciute dalla propria organizzazione nella loro singolarità e nelle loro potenzialità chiedono di prendere parte alla formazione fin dall’inizio in un processo che, consapevolmente, le trasformi attraverso momenti di apprendimento, crescita e cambiamento non sporadico, ma al contrario attraverso un cammino graduale e processuale. Le persone entrano in gioco quando l’organizzazione, i responsabili delle persone che lavorano e i formatori sono in grado di coinvolgerle e valorizzarle stimolandole con metodi, tecniche e strumenti sensibili all’importanza del saper lavorare in gruppo, quindi attente a tutte quelle competenze trasversali spesso decantate e non sempre ascoltate. Al contrario, se non si coinvolgono le persone e non si fa leva sulla loro esperienza non si ha la possibilità di agire sulla capacità di interiorizzare comportamenti e atteggiamenti, aspetti imprescindibili per la generazione di nuovi apprendimenti duraturi e per una più ampia disponibilità ad apprendere. In questo modo il clima organizzativo che viene a crearsi non garantirebbe un benessere e un benestare. Quindi è necessario un dialogo stretto tra responsabili delle persone che lavorano e formatori nell’ottica di considerare la formazione quale vero strumento capace di generare cambiamenti e supportare i cambiamenti stessi se progettata in un continuum e se viene contemporaneamente considerata l’evoluzione sempre più veloce del mondo del lavoro. I risultati emersi inoltre ci pongono nuovi interrogativi, nuove domande di ricerca che partono sicuramente da un paradosso: come mai, nonostante ci sia una buona consapevolezza sugli effetti positivi che la formazione ottiene non solo per la professionalità delle persone che vi partecipano, ma anche per i processi organizzativi nel loro insieme, raramente le imprese sono disposte ad investire nella stessa formazione nei momenti di crisi, cioè proprio nei momenti topici?
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SALA, MARTINA. "LO STAGE SPERIMENTALE NELLA SOCIAL WORK EDUCATION. UNA RICERCA ESPLORATIVA SUL MODELLO DELL'UNIVERSITA' CATTOLICA DEL SACRO CUORE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/17726.

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Abstract:
Questo lavoro di ricerca si colloca nell’ambito della Social Work Education e indaga gli Stage sperimentali in Servizio sociale, una nuova forma di tirocinio proposta al terzo anno del corso di laurea in Scienze del Servizio Sociale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Brescia. La tesi osserva l’evoluzione della professione di assistente sociale e della sua formazione, dedica attenzione alla Social Work Education di stampo relazionale ed in particolare a delle esperienze di campo innovative a livello internazionale. La parte empirica si concentra sugli Stage sperimentali: attraverso uno strumento originale sono stati raccolti 315 questionari on-line da laureati tra l’anno accademico 2008-2009 e 2014-2015 che hanno sostenuto questa attività. L’indagine ha osservato le caratteristiche fondamentali dei progetti realizzati sul campo e ha riscontrato continuità con il modello teorico degli Stage basato sull’approccio relazionale; si è infatti rilevata la presenza negli Stage sperimentali di: costruzione partecipata delle progettualità, ingaggio di collaboratori riflessivi non necessariamente professionali, innovazione relativa rispetto al contesto. Si è anche rilevato il proseguire di un numero rilevante progetti al termine degli Stage curricolari grazie al contributo dei partner coinvolti e lo scaturire dalle esperienze di Stage di nuove occasioni di lavoro per i neo assistenti sociali.
This study takes palce in the field of Social Work Education and investigates the Social Work Unconventional Placements, a new frame of placement proposed at the third year of Catholic University Social Work degree (Milan-Brescia). The thesis argues the evolution of Social Work profession and its education, giving attention to the Relational-way of Social Work Education and to international innovative practice learning experiences. The research project focused on Unconventional Placement inspired by Relational Social Work method. To collect data and opinions of UC Social Work bachelors an original survey was created. The on-line survey was administered to 315 former-social work students that practiced this activity in 2008-2015. The research explored the main characteristics of the Unconventional Placements realized by the students during their Social work education path. Findings from the study confirmed the presence of distinctive traits related to the theoretic model of Unconventional Placement developed in Relational SWE framework: participatory approach to projects, reflexive involvement of professional/non-professional partners, innovation in the specific context. The survey observes the carry on of a considerable number of projects after the end of curricular placements, through the community project partners activation; from Unconventional Placements emerge new job opportunities for new social workers involved.
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SALA, MARTINA. "LO STAGE SPERIMENTALE NELLA SOCIAL WORK EDUCATION. UNA RICERCA ESPLORATIVA SUL MODELLO DELL'UNIVERSITA' CATTOLICA DEL SACRO CUORE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/17726.

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Abstract:
Questo lavoro di ricerca si colloca nell’ambito della Social Work Education e indaga gli Stage sperimentali in Servizio sociale, una nuova forma di tirocinio proposta al terzo anno del corso di laurea in Scienze del Servizio Sociale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Brescia. La tesi osserva l’evoluzione della professione di assistente sociale e della sua formazione, dedica attenzione alla Social Work Education di stampo relazionale ed in particolare a delle esperienze di campo innovative a livello internazionale. La parte empirica si concentra sugli Stage sperimentali: attraverso uno strumento originale sono stati raccolti 315 questionari on-line da laureati tra l’anno accademico 2008-2009 e 2014-2015 che hanno sostenuto questa attività. L’indagine ha osservato le caratteristiche fondamentali dei progetti realizzati sul campo e ha riscontrato continuità con il modello teorico degli Stage basato sull’approccio relazionale; si è infatti rilevata la presenza negli Stage sperimentali di: costruzione partecipata delle progettualità, ingaggio di collaboratori riflessivi non necessariamente professionali, innovazione relativa rispetto al contesto. Si è anche rilevato il proseguire di un numero rilevante progetti al termine degli Stage curricolari grazie al contributo dei partner coinvolti e lo scaturire dalle esperienze di Stage di nuove occasioni di lavoro per i neo assistenti sociali.
This study takes palce in the field of Social Work Education and investigates the Social Work Unconventional Placements, a new frame of placement proposed at the third year of Catholic University Social Work degree (Milan-Brescia). The thesis argues the evolution of Social Work profession and its education, giving attention to the Relational-way of Social Work Education and to international innovative practice learning experiences. The research project focused on Unconventional Placement inspired by Relational Social Work method. To collect data and opinions of UC Social Work bachelors an original survey was created. The on-line survey was administered to 315 former-social work students that practiced this activity in 2008-2015. The research explored the main characteristics of the Unconventional Placements realized by the students during their Social work education path. Findings from the study confirmed the presence of distinctive traits related to the theoretic model of Unconventional Placement developed in Relational SWE framework: participatory approach to projects, reflexive involvement of professional/non-professional partners, innovation in the specific context. The survey observes the carry on of a considerable number of projects after the end of curricular placements, through the community project partners activation; from Unconventional Placements emerge new job opportunities for new social workers involved.
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GOGLIO, VALENTINA. "ITALIAN UNIVERSITIES ACROSS TIME.A LONGITUDINAL ANALYSIS OF THE DIFFUSION OF ITALIAN UNIVERSITIES AND THEIR DETERMINANTS." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2013. http://hdl.handle.net/2434/219120.

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Abstract:
The dissertation deals with the expansion of the endowment of higher education institutions in Italy and the driving forces behind this process. The focus has been mainly on macro level variables, observing how the aggregate number of universities and satellite universities evolved through time, since the unification of Italy to nowadays. The dissertation has been organized on the basis of two main objects of analysis: the first part deals with the increase of universities operating in the country, while the second part deals with the diffusion of satellite universities. For each of the two objects of analysis we had both a descriptive and analytic purpose: at first we concentrate on describing how the process of founding of new universities (and afterwards, their modern extension, satellite universities) developed through time. On a second stage the focus of attention moved to the analytic level: we investigate under which circumstances a new university or a new satellite university is opened. Which are the features at local and national level that more likely affect the rate of founding of a new university or a satellite campus? We developed a set of hypothesis that mainly refer to the three domains: a) institutional and organizational processes; b) economic factors; c) demand driven processes. With respect to the diffusion of universities, findings from our statistical models suggest that expansion of universities in the last thirty years has been mainly driven by factors that can be associated to the demand for higher education, with a distribution of universities mainly in highly populated areas and with good economic performances. As far as satellite universities are concerned, findings from our model suggest that again the phenomenon may be interpreted as demand-driven, but strongly associated with a tendency to implement imitative processes among peers. Referring to the notion of isomorphism and legitimacy developed by new institutional literature, imitative processes seem to work both between and within satellite universities. Once the new form of organization begins to be accepted and legitimated, a sort of race for following the new “fashion” spreads among universities. The same occurs among satellite universities that become autonomous universities: once become “adult” they tend to perpetuate the same scheme that gave them birth. The latter may be identified as a sort of intergenerational imitative process, that could be traced back -although in a variant version- to the case of mimetic isomorphism described in new institutional theory.
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BARBATO, GIOVANNI. "INSTITUTIONAL POSITIONING OF HIGHER EDUCATION INSTITUTIONS: A CONCEPTUAL AND EMPIRICAL ANALYSIS." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2019. http://hdl.handle.net/2434/637064.

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Abstract:
Abstract Chapter 3 Studies on university agency have been largely informed by the debate between the influence of environmental forces and important of managerial rationality, often neglecting the role of an organisational dimension. The paper starts filling this gap by investigating how this meso-level of analysis influences the processes of institutional positioning. The broad concept of organisational dimension has been operationalized through three variables: the organisational structure, identity, and centrality. Four case studies, two Italian and two English universities, have been selected to empirically examine the relationship between these three variables and positioning processes. The findings highlight how specific values of the organizational structure, identity and centrality can positively support institutional efforts like positioning. However, these relationships cannot be considered as deterministic since some potential intervening factors might, at least theoretically, modify their expected directions.
Abstract Chapter 1 While institutional positioning has emerged as a central theme in the debate on university organizational actorhood, its determinants have not been consistently addressed. Our extensive literature review highlights two implicit assumptions: either positioning is shaped by environmental forces or it is designed by top management. Addressing the mixed empirical findings found in the literature, this paper argues that the organizational dimension, conceived as a meso-level intervening variable, helps understanding more thoroughly the drivers of positioning and contributes to the outline of a theoretical framework accommodating both environmental and managerial hypotheses. We conceptualize and operationalize the organizational dimension along three components: organizational structure, organizational identities, and organization centrality. Material and non-material resources can be found across these three components influencing university trajectories and positions. The paper contributes to the current debates on the transformation of higher education and, more broadly, to a more in-depth understanding of strategic agency of organizational actors.
Abstract Chapter 2 Diversity in Higher Education system has been a central topic for both scholars and policy-makers for decades. Several studies have investigated how to measure diversity and the nature of its determinants so far; however, contradictory empirical evidence has emerged. This paper contributes to this literature by adopting a methodological approach that starts from the analysis of positioning paths of Higher Education Institutions (HEIs) in order to explore diversity of HE systems. A comprehensive quantitative analysis performed across two HE systems over time shows how detecting the positioning of HEIs can provide information that an analysis of diversity at the level of the entire system might hide, in particular (I) if and how compliant and distinctiveness are concurrently displayed (II) in which dimensions positioning shifts are more likely to occur and (III) which groups of HEIs influence more the level of diversity in a HE system.
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Salcedo, Espinoza Carlos Gualberto. "Programa Educativo a través de música ambiental y mensajes auditivos para mejorar la Asepsia en el desempeño profesional de trabajadores de Salud." Bachelor's thesis, Universidad Nacional Mayor de San Marcos, 2012. https://hdl.handle.net/20.500.12672/1690.

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Abstract:
Este estudio examina y evalúa los efectos educativos que es capaz de proporcionar una herramienta poco usada cual es la transmisión de mensajes auditivos insertados dentro de música ambiental propalada en un ambiente de trabajo. El proceso enseñanza aprendizaje entre la población d e trabajadores de salud es una categoría especial y muy sensible, en ella es menester la educación continuada y perenne pues cualquier deficiencia de aprendizaje tiene un costo elevado dado que se trabaja con el bien más preciado de la sociedad y del individuo cual es su vida y la calidad de la misma. En este trabajo se propalan mensajes entre el personal asistencial: médicos, enfermeros y técnicos de enfermería de la Unidad de Cuidados Intensivos del Hospital Nacional "Daniel A. Carrión" de la Provincia Constitucional del Callao. Empleando como instrumento un equipo de sonido en circuito cerrado, audible sólo en los ambientes de la Unidad de Cuidados Intensivos, se emite durante un turno de seis horas, de 8:00 a 14:00 horas, mensajes dirigidos a promover el aprendizaje y el refuerzo de los cambios hacia la conducta objetivo de estudio: buen comportamiento aséptico e higiénico representado por : “lavarse las manos”. Estos mensajes, diferentes pero con un mismo objetivo, se emiten cada diez minutos durante seis horas diarias teniendo como cortina para su transmisión un fondo musical de tipo instrumental no clásico, el cual se detiene sólo en el momento de emitir el mensaje. El trabajo se realiza en un período de seis meses durante los cuales se observa y registra la frecuencia de la conducta objetivo emitida por el personal en las diferentes etapas del estudio, al final del cual y luego del análisis de datos, se obtuvieron los resultados esperados: incrementar la conducta de asepsia en el 100% del personal en estudio. Palabras Claves: Mensaje, Conducta, Asepsia, Personal Asistencial, Unidad de Cuidados Intensivos.
--- This study examines and evaluates the educational effect that a not veryused message transmission tool is able to provide: the auditory message inserted in the background music aimed at hospital attendance personnel. In this case, the Intensive Care Unit doctors, nurses and technicians of the Daniel A. Carrión Hospital, located in Callao Region. The learning-teaching process among the sanitary labour force is a special and sensitive category in which continuous and uninterrupted education is necessary, since every learning failure has a high cost due to the most valuable social good you are working with, the human life. The field work involves using a closed-circuit sound equipment, just audible in The environment of the Intensive Care Unit during six hours, from 8:00 to 14:00 hours, aimed at promoting the learning and reinforce the changes in the behavior objective of this study: hands washing. These messages, different but with the same goal, were emitted daily, every ten minutes during six hours. Non- classical instrumental music was used as background music, which stopped only when the message was emitted. The field work was on throughout a six-month period, in which it was observed and registered how often the objective personnel behaviour was executed in the different study stages. Finally, with the data analysis, the final report is hereby submitted in accordance with the expected outcomes: the aseptic behavior improvement in the one hundred percent of the personnel. Main Words: Message, Behavior, Aseptic, Attendance Personnel, Intensive Care Unit.
Tesis
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VISCHI, ALESSANDRA. "RIFLESSIONE PEDAGOGICA E RESPONSABILITA' SOCIALE D'IMPRESA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/515.

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Abstract:
La promozione del capitale umano e la salvaguardia del creato rappresentano compiti fondamentali per la formazione della civiltà nel tempo futuro. La pervasività delle trasformazioni in atto su scala planetaria sollecita la pedagogia ad individuare e interpretare ciò che è essenziale, per promuovere una progettualità educativa assiologicamente e teleologicamente connotata. L’impresa socialmente responsabile è chiamata oggi a coniugare tutela dei diritti e libertà di mercato, soddisfazione delle attese degli stakeholder e performance economica, promozione del bene comune e tutela dell’ambiente. Lo studio, con un intento esplorativo, avvalora la responsabilità sociale d’impresa riconoscendone criticamente le potenziali implicazioni etico-educative; pone a tema la rilevanza del concetto di responsabilità nel discorso pedagogico e individua una stretta connessione tra la formazione delle risorse umane e l’impresa della sostenibilità. Nell’alveo della pedagogia sociale, l’espressione “pedagogia della responsabilità sociale” identifica un ambito del discorso che pone a tema la responsabilità sociale d’impresa, ne considera la pluralità delle forme euristiche e i significati attribuiti alle forme applicative; può concorrere allo sviluppo del confronto tra saperi disciplinari diversi e al rafforzamento della presenza della pedagogia nel dibattito socio-culturale e politico-economico attuale; un orientamento riflessivo di carattere fondamentale ovvero un’articolazione teoretica della formazione che considera in modo critico l’ambiente del lavoro e dell’impresa, con riferimento alle pratiche di responsabilità sociale; una prospettiva euristica connessa con l’analisi delle best practice e la progettazione di ambienti e scenari per lo sviluppo del capitale umano nel quadro di una convivenza democratica.
The promotion of human capital and the protection of creation are key tasks for the pedagogy of civilization in the future. The pervasiveness of global changes urges pedagogy to identify and interpret what is essential to promote an axiological and teleological educational project. Today the socially responsible company is called to combine rights protection and market freedom, meeting stakeholders’ expectations and economic performance, promoting common good and environmental protection. This study, with an exploratory intent, supports social responsibility of businesses recognizing its ethical and educational implications, analyses the relevance of the concept of responsibility and identifies a close link between the training of human resources and the enterprise of sustainability. The term "pedagogy of social responsibility" identifies an area of discourse that considers Corporate Social Responsibility and the diversity of heuristic forms and meanings given to application. It can contribute to develop comparison between different disciplinary knowledge and to strengthen the presence of pedagogy in current debate; a reflective direction that considers work and enterprise in a critical way, with reference to practices of social responsibility; a heuristic perspective connected with the analysis of best practices and the design of environment and scenarios for the development of human capital as part of a democratic coexistence.
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VISCHI, ALESSANDRA. "RIFLESSIONE PEDAGOGICA E RESPONSABILITA' SOCIALE D'IMPRESA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/515.

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Abstract:
La promozione del capitale umano e la salvaguardia del creato rappresentano compiti fondamentali per la formazione della civiltà nel tempo futuro. La pervasività delle trasformazioni in atto su scala planetaria sollecita la pedagogia ad individuare e interpretare ciò che è essenziale, per promuovere una progettualità educativa assiologicamente e teleologicamente connotata. L’impresa socialmente responsabile è chiamata oggi a coniugare tutela dei diritti e libertà di mercato, soddisfazione delle attese degli stakeholder e performance economica, promozione del bene comune e tutela dell’ambiente. Lo studio, con un intento esplorativo, avvalora la responsabilità sociale d’impresa riconoscendone criticamente le potenziali implicazioni etico-educative; pone a tema la rilevanza del concetto di responsabilità nel discorso pedagogico e individua una stretta connessione tra la formazione delle risorse umane e l’impresa della sostenibilità. Nell’alveo della pedagogia sociale, l’espressione “pedagogia della responsabilità sociale” identifica un ambito del discorso che pone a tema la responsabilità sociale d’impresa, ne considera la pluralità delle forme euristiche e i significati attribuiti alle forme applicative; può concorrere allo sviluppo del confronto tra saperi disciplinari diversi e al rafforzamento della presenza della pedagogia nel dibattito socio-culturale e politico-economico attuale; un orientamento riflessivo di carattere fondamentale ovvero un’articolazione teoretica della formazione che considera in modo critico l’ambiente del lavoro e dell’impresa, con riferimento alle pratiche di responsabilità sociale; una prospettiva euristica connessa con l’analisi delle best practice e la progettazione di ambienti e scenari per lo sviluppo del capitale umano nel quadro di una convivenza democratica.
The promotion of human capital and the protection of creation are key tasks for the pedagogy of civilization in the future. The pervasiveness of global changes urges pedagogy to identify and interpret what is essential to promote an axiological and teleological educational project. Today the socially responsible company is called to combine rights protection and market freedom, meeting stakeholders’ expectations and economic performance, promoting common good and environmental protection. This study, with an exploratory intent, supports social responsibility of businesses recognizing its ethical and educational implications, analyses the relevance of the concept of responsibility and identifies a close link between the training of human resources and the enterprise of sustainability. The term "pedagogy of social responsibility" identifies an area of discourse that considers Corporate Social Responsibility and the diversity of heuristic forms and meanings given to application. It can contribute to develop comparison between different disciplinary knowledge and to strengthen the presence of pedagogy in current debate; a reflective direction that considers work and enterprise in a critical way, with reference to practices of social responsibility; a heuristic perspective connected with the analysis of best practices and the design of environment and scenarios for the development of human capital as part of a democratic coexistence.
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PIOVESAN, Carlotta. "L'applicazione del modello duale tedesco in Italia: il caso Ducati Motor Holding." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2017. http://hdl.handle.net/10446/77179.

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Abstract:
La crisi economica che nel 2008 investì i mercati americani e che, a distanza di poco tempo, colpì anche quelli europei, ha portato con sé conseguenze profonde che hanno modificato in via definitiva gli equilibri interni di alcuni Stati. A distanza di otto anni, alcuni di essi hanno superato tale momento di crisi. Altri ne pagano ancora le conseguenze. Uno degli indici rivelatori del superamento di tale stato di crisi è quello relativo alla disoccupazione giovanile. In Europa, le discrepanze tra gli Stati in merito a questo parametro sono notevoli e profonde. Se infatti Paesi come la Germania possono vantare uno degli indici di disoccupazione giovanili più bassi del continente, altri Stati come l'Italia presentano dati allarmanti. I giovani italiani dopo aver conseguito un titolo un studio faticano a trovare un'occupazione. Se la crisi economica ha peggiorato una situazione già debole del mercato del lavoro italiano, l'elevato tasso di disoccupazione giovanile è da ricercarsi anche in un mancato raccordo tra mondo della Scuola e mondo delle Aziende. La Germania, già negli anni '70 del secolo scorso, aveva intuito come tale mismatch tra i due mondi avrebbe potuto creare serie difficoltà e per tale motivo aveva approntato un modello d'istruzione che, in tempi recenti, ha riscosso grande attenzione in quegli Stati che, come l'Italia, faticano a dare una risposta ai problemi della disoccupazione giovanile: il modello duale tedesco. Il presente studio ha quindi l'obiettivo di indagare se è possibile introdurre un modello duale, ispirato a quello tedesco, all'interno del modello di istruzione italiano. A tal fine, nella prima parte, viene presentata la letteratura inerente il modello duale tedesco nonché quella relativa agli strumenti messi a disposizione del Legislatore italiano, ovvero l'Alternanza Scuola Lavoro e l'apprendistato, per poter applicare un simile modello anche in Italia. Nella seconda parte viene analizzata l'Alternanza Scuola Lavoro, nella sua evoluzione sia normativa che pedagogica, evidenziando i passaggi che hanno portato alla sua attuale definizione all'interno della L. 107/2015. Nella terza parte viene analizzato lo strumento normativo dell'apprendistato, mettendo a confronto le sue peculiarità ed il suo utilizzo il Germania ed in Italia. La quarta parte è dedicata all'analisi di caso del Progetto DESI, acronimo che sta per Dual Education System Italy, primo esperimento in Italia di applicazione del modello duale tedesco, all'interno di Ducati Motor Holding.
The economic crisis that hit in 2008 the American Market and, shortly afterwards, also the European ones, has brought profound consequences, definitively changing the internal stability of some Countries. Eight years later, some of them have overcome the economic crisis. Others, nevertheless, are still paying its consequences. One of the most valuable indicators that reveals the overcoming this critical state is related to Youth Unemployment. In Europe, the discrepancies among the Member States about this parameter are significant and deep. In fact, if countries like Germany can boast one of the lowest youth unemployment rates in the continent, other states such as Italy provides alarming figures. Young Italians, after earning a title of study, still struggle to find a job. If the economic crisis has worsened the already fragile situation of the Italian labor market, the high rate of youth unemployment is also to be found in a lack of coordination between the world of Education and the world of Companies. Germany, in the 70s of the last century, realized that the above mentioned mismatch between the two worlds could create serious problems to the economy and, for this reason, prepared an education model that, in recent times, has received much attention in those State which, like Italy, are struggling to respond to the problems of youth unemployment: the German dual model. Therefore, the present study aims to investigate whether it is possible to introduce a dual model, inspired by the German one, in the Italian system of education. To this end, in the first part it presents the literature on the German dual model and the definition relating to the tools made available to the Italian Legislator, or the school-work alternating training and apprenticeship, in order to apply a similar model in Italy. In the second part is analyzed the school-work alternating training, in its evolution both legislation pedagogical, highlighting the steps that led to its current definition within the Law n. 107/2015. The third part analyzed the legal instrument of apprenticeship, comparing its characteristics and its use in Germany and in Italy. The fourth part is devoted to the analysis of the case of DESI Project, which stands for Dual Education System Italy, the first experiment in Italy for the implementation of German dual model in Ducati Motor Holding.
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Bartolini, Rosario, Mercedes Cevallos, Raquel Pastor, and Luis Segura. "Con todas las manos: trabajando desde las motivaciones para lograr el cambio de comportamiento en el lavado de manos con jabón." Canalé, 2012. http://repositorio.pucp.edu.pe/index/handle/123456789/113983.

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BIASCO, VALERIA. "L'EDUCAZIONE ALLA LEGALITA' NELLE SCUOLE ITALIANE. STUDIO DELLO SVILUPPO DELLE POLITICHE EDUCATIVE ANTIMAFIA E ALLA LEGALITA'. ANALISI COMPARATA SU DUE CASI ESEMPLARI: MILANO E PALERMO." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2023. https://hdl.handle.net/2434/951267.

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Abstract:
The doctoral dissertation aims to study the importance of the lawfulness education in Italian schools and to reach a theoretical definition, including a (partial) legality anti-mafia teaching method. Particularly, the research is based on the study of education policies in education legality, by the explanation of events, the historical context and political-institutional frameworks. With a distinction between the national and regional levels, it is examined the semantic lexical change, the different purposes ratified by the legislative measures and the different roles assigned over time and places. The two case studies, taken into account on the national territory, are Milan and Palermo where it is assessed the level of involvement and response to educational policies in legality education and the social anti-mafia movement. Both focuses the didactic-educational path taken by the secondary school institution in order to assess the effects produced among students over the years, since 1980. The first focal point is on the Giuseppe Garibaldi classical high school in Palermo and the second one, on the other hand, examines the Alessandro Volta scientific high school in Milan. To develop the case studies, the qualitative method has been applied. In conclusion, the need of an education policy, perceived as a unicum both nationally and regionally, has emerged. A common starting point where the individual region can enforce its own individual specificities according to its context. To define what we mean by “education to legality” it has been researched a proper answer to this question: the proposal lies in the phrase “educating for anti-mafia-legality culture”.
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Versino, P. "FAMILY BACKGROUND AND EDUCATIONAL AMBITIONS OF SECOND GENERATION CHILDREN IN EUROPE." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2017. http://hdl.handle.net/2434/477437.

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Abstract:
The literature shows that family background only partially accounts for the association between minority status and educational outcomes. In particular, when compared to same-background native peers, the children of foreign-born parents and especially those from lower backgrounds often display higher educational ambitions, even in spite of low school performances. My first step is to analyse the occurrence of these phenomena using different datasets from national and international European surveys. A currently under-explored path of research identifies the main reason behind these paradoxes with the fact that the definition of socioeconomic background may be different for immigrants, so that the same mechanisms identified in the general population are still in place, but with a different point of reference. Following this path, I propose an operationalization of family background that is more appropriate to the peculiar experience of migration and includes the immigrants' subjective social status, a new component based on the relative value of their education. My second step of analysis is the actual test of the association of this new measure with the university ambitions of second generation students and their parents, in the same datasets where the phenomena of interest were investigated. Finally, I discuss the results.
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MENICHETTI, DELOR JULIA PAOLA. "PATIENT ENGAGEMENT SUPPORT FOR OLDER ADULTS: DEVELOPMENT AND IMPLEMENTATION OF AN INTERVENTION IN AN INTEGRATED-CARE CONTEXT." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/39107.

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Abstract:
Obiettivo: Accrescere la conoscenza relativa a come supportare il coinvolgimento attivo dei pazienti anziani, descrivendo i contenuti di interventi per il coinvolgimento attivo con pazienti anziani attualmente presenti sul panorama scientifico, sviluppando un nuovo intervento e studiando le prime fasi della sua implementazione. Metodo: Nel primo studio, in risposta al primo obiettivo, è stata condotta una analisi sistematica della letteratura scientifica sul tema. Il secondo studio ha visto la conduzione di focus groups con professionisti sanitari e interviste individuali a pazienti anziani per raffinare e validare qualitativamente un nuovo intervento per il coinvolgimento attivo. Nel terzo studio, si è studiata l’implementazione iniziale dell’intervento in un contesto italiano di cure integrate attraverso una ricerca partecipativa. Risultati: Il principale risultato del primo studio è stato la sbilanciata attenzione tra i 35 interventi per il coinvolgimento attivo presenti in letteratura per le componenti emotive a favore di quelle educative e comportamentali. È sulla base dei risultati del primo studio e di un modello teorico che è stata sviluppata una prima bozza di intervento. Nel secondo studio, la prospettiva di professionisti sanitari e pazienti anziani ha fornito indicazioni per modificare l’intervento e renderlo potenzialmente implementabile nella pratica clinica. L’intervento che è risultato consiste di almeno due incontri mensili individuali, più un set personalizzato di esercizi riflessivi per il paziente da compilare in autonomia a casa. Infine, il terzo studio ha osservato come le diverse pratiche educative presenti nei diversi setting – ospedaliero, ambulatoriale, territoriale - di un contesto di cura integrato hanno generato diverse, specifiche, difficoltà per l’implementazione. Un certo sforzo di flessibilità e personalizzazione dei contenuti e delle procedure dell’intervento è stato dunque richiesto. Implicazioni: L’intervento sviluppato mostra potenzialità nel supportare il coinvolgimento attivo dei pazienti anziani, ma necessita di ulteriori studi relativi all’implementabilità sul lungo termine e alla sua efficacia.
Aim: To contribute knowledge about how patient engagement support can be provided to older adults, by describing the contents of interventions aimed at patient engagement for older adults, developing a patient engagement intervention, and studying its early-stage implementation. Methods: In study 1, a systematic review of the literature was performed. In study 2, a qualitative study with focus groups involving healthcare professionals and individual interviews to older adults was conducted to develop the intervention. In study 3, a qualitative study of a participatory process was accomplished to explore the early-stage implementation of the intervention in one integrated-care organization. Results: The main finding of study 1 was that the emotional dimension was less used than the educational and behavioural dimensions among the 35 patient engagement interventions for older adults. The findings from the study 1 were used, together with a theory of patient engagement, to develop a draft of an individual patient engagement intervention for older adults (PHEinAction). In the study 2, the views of healthcare professionals and older adults were used to refine and finally endorse it. The final version of PHEinAction consisted of at least two face-to-face one hour individual sessions one month apart, plus a set of personalized home-based exercises aimed to facilitate a range of emotional, behavioural, cognitive changes for patient engagement. Finally, the study 3 observed how the existing patient education practice of inpatient, outpatient and territorial settings differently challenged the implementation. A certain degree of flexibility of PHEinAction’s contents and procedures was required to address these challenges. Implications: PHEinAction shows promise as an intervention to improve patient engagement in older adults. However, more research is needed, especially focusing on long-term implementation studies and evaluation of effects with experimental studies.
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MENICHETTI, DELOR JULIA PAOLA. "PATIENT ENGAGEMENT SUPPORT FOR OLDER ADULTS: DEVELOPMENT AND IMPLEMENTATION OF AN INTERVENTION IN AN INTEGRATED-CARE CONTEXT." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/39107.

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Abstract:
Obiettivo: Accrescere la conoscenza relativa a come supportare il coinvolgimento attivo dei pazienti anziani, descrivendo i contenuti di interventi per il coinvolgimento attivo con pazienti anziani attualmente presenti sul panorama scientifico, sviluppando un nuovo intervento e studiando le prime fasi della sua implementazione. Metodo: Nel primo studio, in risposta al primo obiettivo, è stata condotta una analisi sistematica della letteratura scientifica sul tema. Il secondo studio ha visto la conduzione di focus groups con professionisti sanitari e interviste individuali a pazienti anziani per raffinare e validare qualitativamente un nuovo intervento per il coinvolgimento attivo. Nel terzo studio, si è studiata l’implementazione iniziale dell’intervento in un contesto italiano di cure integrate attraverso una ricerca partecipativa. Risultati: Il principale risultato del primo studio è stato la sbilanciata attenzione tra i 35 interventi per il coinvolgimento attivo presenti in letteratura per le componenti emotive a favore di quelle educative e comportamentali. È sulla base dei risultati del primo studio e di un modello teorico che è stata sviluppata una prima bozza di intervento. Nel secondo studio, la prospettiva di professionisti sanitari e pazienti anziani ha fornito indicazioni per modificare l’intervento e renderlo potenzialmente implementabile nella pratica clinica. L’intervento che è risultato consiste di almeno due incontri mensili individuali, più un set personalizzato di esercizi riflessivi per il paziente da compilare in autonomia a casa. Infine, il terzo studio ha osservato come le diverse pratiche educative presenti nei diversi setting – ospedaliero, ambulatoriale, territoriale - di un contesto di cura integrato hanno generato diverse, specifiche, difficoltà per l’implementazione. Un certo sforzo di flessibilità e personalizzazione dei contenuti e delle procedure dell’intervento è stato dunque richiesto. Implicazioni: L’intervento sviluppato mostra potenzialità nel supportare il coinvolgimento attivo dei pazienti anziani, ma necessita di ulteriori studi relativi all’implementabilità sul lungo termine e alla sua efficacia.
Aim: To contribute knowledge about how patient engagement support can be provided to older adults, by describing the contents of interventions aimed at patient engagement for older adults, developing a patient engagement intervention, and studying its early-stage implementation. Methods: In study 1, a systematic review of the literature was performed. In study 2, a qualitative study with focus groups involving healthcare professionals and individual interviews to older adults was conducted to develop the intervention. In study 3, a qualitative study of a participatory process was accomplished to explore the early-stage implementation of the intervention in one integrated-care organization. Results: The main finding of study 1 was that the emotional dimension was less used than the educational and behavioural dimensions among the 35 patient engagement interventions for older adults. The findings from the study 1 were used, together with a theory of patient engagement, to develop a draft of an individual patient engagement intervention for older adults (PHEinAction). In the study 2, the views of healthcare professionals and older adults were used to refine and finally endorse it. The final version of PHEinAction consisted of at least two face-to-face one hour individual sessions one month apart, plus a set of personalized home-based exercises aimed to facilitate a range of emotional, behavioural, cognitive changes for patient engagement. Finally, the study 3 observed how the existing patient education practice of inpatient, outpatient and territorial settings differently challenged the implementation. A certain degree of flexibility of PHEinAction’s contents and procedures was required to address these challenges. Implications: PHEinAction shows promise as an intervention to improve patient engagement in older adults. However, more research is needed, especially focusing on long-term implementation studies and evaluation of effects with experimental studies.
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ALBERIO, MARCO. "Growing up in poor neighbourhoods: does it make any difference? Young people's trajectories in two working class neighbourhoods in Milan and Paris." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2011. http://hdl.handle.net/10281/23772.

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Abstract:
The aim of this research is to examine with a qualitative, ethnographic approach and in particular through participant observation and in-depth interviews, the conditions in which the situation of a specific disadvantaged population, in particular young people coming from working class households, could be endangered in terms of social exclusion, poverty and social disadvantage in two different national - France and Italy - and local contexts – Quarto Oggiaro in Milan and the Haut Montreuil in the Paris urban area. In fact, there are specific conditions, which may vary from one environment to another and can increase or decrease these risks. We will focus in particular on social trajectories (especially in education and the labour market), inter-generational and family trajectories and the living conditions, experiences and practices of young people residing in relatively poor and deprived, lower-class neighbourhoods. One of our main objectives is to understand if, and if so how, neighbourhood poverty can affect the opportunities and social outcomes of the people living there; in particular young people. What we mean to observe are the spatial mechanisms which, next to other important elements, such as the family and social background, influence an individual’s life, structuring opportunities and deprivations regarding, in particular, education, the labour market, family relations and, more in general, social relations and social capital. Therefore, it is important to note that the objective of this research is not the one of giving a portrait and description of these two specific neighbourhoods but we are more interested on the general processes and mechanisms.
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Romano, Luciano. "Transférabilité des savoirs et des compétences dans la formation et la mobilité professionnelle des éducateurs spécialisés dans l’espace européen. Étude comparative entre l’Italie et la France." Thesis, Université Côte d'Azur (ComUE), 2017. http://www.theses.fr/2017AZUR2027/document.

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Abstract:
Cette recherche s’inscrit dans le cadre plus large d’une cotutelle de thèse en Sciences de l’Éducation entre les Universités de Nice et de Turin. Nous sommes partis du constat que l’organisation de l’éducation spécialisée en Europe est loin d’être homogène. Ainsi, en Italie, contrairement à la France, la formation en travail social est confiée aux universités. Depuis l’inscription de la formation française dans le cadre européen en 1989, la réorganisation des contenus de formation et la mise en conformité avec le reste de l’Europe a provoqué une révision profonde du modèle pédagogique de référence et de la conception même de la profession. À partir de cette étude comparative, notre thèse étudie l’impact de ce nouveau modèle de transmission et de reconnaissance des savoirs sur la professionnalisation des travailleurs sociaux, afin d’envisager comment le cadre européen agit à travers ses deux postulats : la transférabilité des savoirs et des compétences professionnelles. En partant d’un secteur spécifique comme celui de l’éducation spécialisée, notre thèse explore le double aspect de la formation – transférabilité des savoirs- et de la professionnalisation – transférabilité des compétences –afin de vérifier s’il est judicieux de parler d’une véritable "Europe des métiers du social"
This research is incorporated within the wider framework of a thesis in Educational Studies which was co-tutored by the University of Nice in France and the University of Turin in Italy. We started by observing that the organisation of specialised education in Europe is far from being homogeneous. Consequently, Social Work Education in Italy is entrusted to Universities, yet not in France. Since French education was incorporated within the European Framework in 1989, the re-organisation of the educational content and its compliance with the rest of Europe has led to a deep reviewing of both the pedagogical model of reference and the conception of the profession itself. Moving from this comparative study, our thesis analyses the impact of this new model of transmission and recognition of knowledge on the professionalization of social workers in order to understand how the European framework acts through the two following postulates : the transferability of knowledge and the transferability of professional expertises. Starting from the specific field of specialised education, our study explores the double aspect of education – knowledge transferability – and professionalization – expertises transferability – in order to verify whether it is wise to talk about a common “European approach to social work”
Questa tesi in Scienze dell’Educazione ha visto la luce nell’ambito di una co-tutela tra l'Università di Nizza e l’Università di Torino. La premessa è che la professione dell’educatore in Europa è tutt’altro che omogenea. In Italia, sin dagli anni Novanta, la formazione degli educatori è affidata alle università e conserva una base disciplinare. In Francia, invece, essa é delegata alle scuole regionali ed é declinata in competenze. Inoltre, nel 2010 é stata attuata una profonda revisione del modello pedagogico in nome dell’adesione alle norme che regolano lo Spazio Europeo dell'Istruzione Superiore (SEIS). In questo quadro si colloca il nuovo modello di trasmissione e di riconoscimento dei saperi proposto dall’Europa, basato su due postulati : la trasferibilità delle conoscenze e delle competenze professionali. Partendo da un settore specifico come quello dell’educazione professionale, la ricerca si è proposta di esplorare il doppio aspetto della comparazione dei sistemi di formazione – trasferibilità delle conoscenze – e professionali – trasferibilità delle competenze – al fine di verificare se è possibile parlare di una "Europa dei mestieri del sociale"
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GRAZIOLI, RICCARDO. "VULNERABILITA' E ALFABETIZZAZIONE FINANZIARIA. EVIDENZE EMPIRICHE DALL'INDAGINE IACOFI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2023. http://hdl.handle.net/10280/138062.

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Abstract:
L’every day financialization in atto da oltre vent’anni ha accresciuto l’interesse da parte di istituzioni, organizzazioni internazionali e ricerche accademiche verso l’alfabetizzazione finanziaria e la conseguente implementazione di strategie che la promuovono – come le iniziative di educazione finanziaria – per lo sviluppo della financial capability e il perseguimento del financial well-being. Questa ricerca mira ad indagare la relazione esistente tra la vulnerabilità e l’alfabetizzazione finanziaria, cercando di testare, nello specifico, se maggiori livelli di conoscenza finanziaria aiutino a prevenire la vulnerabilità di una famiglia e quindi a ridurne il rischio di esclusione finanziaria e sociale. è stato utilizzato un modello logistico multivariato applicato a un campione inedito di famiglie residenti in Italia (N=4.412) ottenuto dall’unificazione armonizzata delle prime due wave (2017 e 2020) dell’indagine IACOFI della Banca d’Italia. Il risultato principale, ottenuto grazie a un nuovo indicatore costruito sulla base di due variabili del dataset, mostra che il 56,6% delle famiglie manifesta una condizione di vulnerabilità finanziaria e che generalmente all’aumentare del livello di conoscenza diminuisce la probabilità che una famiglia si trovi in una situazione di vulnerabilità. I giovani risultano essere i più vulnerabili, ma anche coloro su cui la conoscenza incide maggiormente, così come le famiglie che risiedono nel Centro Italia e nelle Isole che riescono a ridurre la probabilità di vulnerabilità a livelli simili di quelle nel Nord-Ovest. La conoscenza riduce la vulnerabilità anche delle famiglie che non riescono a risparmiare, ma non incide su quelle che risparmiano solo in modo informale. Emergono infine i fenomeni della cronicizzazione, da cui non ci si affranca tramite l’aumento della conoscenza, e dell’overconfidence che dovrebbe essere contrastato accrescendo la consapevolezza individuale.
The ‘every day financialization’ that has been taking place for over twenty years has increased the interest of institutions, international organisations and academics in financial literacy and the ensuing implementation of strategies that promote it – such as financial education initiatives – for the development of financial capability and the pursuit of financial well-being. This research aims at investigating the existing relationship between vulnerability and financial literacy, trying to test, specifically, whether higher levels of financial knowledge help preventing household vulnerability and thus reducing its risk of financial and social exclusion. A multivariate logistic model applied has been estimated on an original sample of households living in Italy (N=4,412) obtained from the harmonising of the first two waves (2017 and 2020) of the Bank of Italy's IACOFI survey was used. The main result, obtained thanks to a new indicator constructed on the basis of two variables in the dataset, shows that 56.6% of households experience financial vulnerability and that generally as the level of knowledge increases, the probability of a household to be in a vulnerable situation decreases. Young people are found to be the most vulnerable group, but also the one on which knowledge has the strongest impact, as well as households in the Centre of Italy and Islands that manage to reduce the probability of experiencing vulnerability to similar levels as those in the North-West. Knowledge also reduces the vulnerability of households that fail to save, but does not affect those that save only informally. Finally, there emerge the condition of chronicisation, which is difficult to escape by increasing knowledge, and of overconfidence, which should be countered by increasing individual awareness.
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Tomei, Nicoletta. "PARTNERSHIP IN HIGHER EDUCATION. UN MODELLO EURISTICO A SOSTEGNO DELLA TRANSIZIONE TRA UNIVERSITÀ E MONDO DEL LAVORO." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/2158/1155093.

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Abstract:
Over recent years, international higher education policy initiatives have emphasized the benefits to be gained when labour market institutions (LMIs) play an active role in shaping and enhancing learning experiences (Neave, 1996). Interest in the idea of university business cooperation has proliferated only seldom touching important issues, such as graduates’ transitions to the labour market. A lack of information on the potentials of partnerships in this area, push us to deepen the understanding of the role of LMIs as partners in curriculum design and delivery. This study develops the concept of Participatory Learning Community integrating the theoretical perspectives of communities of practice (Wenger 1998) and the methodological perspective of public participation (Mannarini 2009, Bobbio 2004) in order to describe LMIs partnership in a pedagogical perspective. In consideration of the diversity of educational partnerships that can be developed, this project aims to address the following question: What kind of conceptualization can support the development of partnership between HEIs and LMIs to enhance graduates’ transitions in/to the labour market? This question assumes a high relevance under the light of the political and pedagogical reflection started by the issue of the Ministerial Decree Decreto Ministeriale 12 Dicembre 2016 n. 987. Since the University schools have some important tasks with respect to study courses, job placement, and relationships with the steering committee, this research intends to analyze the perspectives of those operating within them. In particular, the activity of the Schools will provide the context for assessing the capacity of the concept of Community participatory learning to identify: the characteristics of interactions between universities and labour market, the significant antecedents for the development of shared planning experiences, the obstacles to partnerships development, and the possible actions that strengthen the presence of communities of practice and learning within the Italian Higher Education context. In order (1) to provide useful information to develop and embed partnership throughout the Italian university system and (2) to produced resources and guidance for academics and professionals who want to promote effective engagement in the development of curriculum for transitions, this study commits itself in a research process carried on under this methodological framework: Research Methodology: Qualitative Research Paradigm: Complexity Research Philosophy: Critical and Transformative Research Method: Explorative Research Strategy: Case studies Research Technique(s): Interviews From an operational point of view, this research project wants to: 1. Select some study cases that allow to explore different models of LMIs partnership in higher education through the construct of participatory learning community; 2. Focus the processes of curriculum design and delivery; 3. Identify core elements and factors which can ease or impede the joint development of curriculum for the transitions. The collected results allow to hypothesize the transferability of some elements according to the concept of policy institutional learning and transfer (Federighi, Abreu, Nuissl von Rein, 2007).
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Rompré, Hélène. "Laver la patrie de la tache de l’ignorance L’État, les mineurs et les enfants de l’Équateur (1760-1845)." Thèse, 2011. http://hdl.handle.net/1866/6110.

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Abstract:
La métaphore de la famille a été utilisée, aussi bien à l’époque coloniale qu’à l’époque républicaine, pour illustrer le système politique idéal, la domination d’un groupe privilégié, les parents, sur une population obéissante, les enfants. Cette thèse survole les multiples facettes de la minorité en Équateur à l’époque coloniale et au début de l’époque républicaine (1760-1845), en se penchant sur les stratégies mises en place par l’État pour reléguer à un rang subalterne des individus n’appartenant pas à la catégorie raciale blanche métisse, c’est-à-dire les Indiens, les Noirs, les sang-mêlés, à travers un discours infantilisant. Elle s’intéresse aussi à la résistance d’individus refusant de se percevoir comme des mineurs et qui n’acceptaient pas l’ordre établi, les lois ou les décisions gouvernementales. En se présentant comme des parents compétents et en réclamant la patria potestad, l’autorité légale sur leurs enfants, des adultes considérés comme des enfants métaphoriques dans la grande famille patriarcale, par exemple des femmes, des pères indiens ou même des esclaves d’origine africaine, ont revendiqué plus d’autonomie pour eux, pour leurs familles, ou pour leurs communautés. Les guerres d’indépendance ont donné naissance à une république, la Grande-Colombie, et plus tard à un pays, l’Équateur. La figure symbolique du « parent » n’était plus incarnée par le roi d’Espagne et son appareil bureaucratique. Le système politique avait maintenant plusieurs « pères », membres d’un groupe restreint de Créoles qui, hier encore, se plaignaient d’être infantilisés par les Espagnols tyranniques. Les gens du peuple, en grande partie composé d’Indiens, étaient toujours considérés comme des « enfants » dans la nouvelle république. Comment expliquer que, dans une Nation désormais libre, des pans entiers de la population demeurent sous la tutelle d’hommes blancs? Une justification sera utilisée à répétition pour expliquer ce phénomène : l’ignorance du peuple et le besoin d’encadrement temporaire de celui-ci. Ainsi, s’est construit sur plus d’un siècle un véritable « mythe », celui d’une Nation en émergence où tous les citoyens seraient enfin placés sur un pied d’égalité, d’une Nation propre qu’on aurait nettoyée à l’aide d’écoles et de campagnes d’éducation populaire d’une tache tenace : celle de la Barbarie.
The family metaphor has been used throughout the history of Ecuador by colonial and republican governments alike to embody the perfect political system and the domination of a privileged group, the « parents », over a submissive population, their metaphorical children. This doctoral thesis is concerned with the concept of minority in the late colonial and early republican eras (1760-1845). It draws on State discourses and strategies to legitimize the colour-class domination of the Indians, the people of African descent, as well as people of mixed ancestry, perceived as childlike. This thesis is also concerned with resistance strategies of individuals who did not consider themselves minors and did not accept laws, government decrees or the hierarchical order intended to place them in this submissive position. By presenting themselves as competent parents asking for patria potestad, legal authority over their children, many adults such as women, Indian fathers or slave parents, fought for greater autonomy for themselves, their families, or their communities. After the Wars of Independence and the birth of Gran Colombia, followed by that of the Republic of Ecuador, the symbolic head of the political family, the King of Spain, as well as the bureaucracy that represented him in his American Empire, disappeared. The political system of Ecuador now rested in the hands of multiple « fathers », members of a select Creole oligarchy, members of the same group that had complained during the colonial period and the revolutionary period that the Spanish King had abused his powers as a tyrannical father. The Ecuadorian population, in particular its indigenous segment, was still considered to be composed of « children ». The new challenge was to explain why, after fighting for freedom from oppression, the majority of adults still needed to be under the tutelage of White Patriachs, as tribute payers, slaves or peones (forced laborers). An argument was used repeatedly to justify the preservation of the colonial order in the republican era: the ignorance of the plebe and its temporary need for guidance. Over more than a century, the myth of the construction of the Ecuadorian Nation, where all citizens would live freely and equally, was counterbalanced by another myth, that of a Nation that needed to be cleansed from its ignorance. There appeared to be only one possible means to get rid of this lingering imperfection: public education.
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BOUSSOUS, Nabil. "Beni culturali e valore d’uso: conoscenza tacita, creatività e innovazione." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251082.

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Abstract:
Il lavoro di tesi indaga la definizione di bene culturale secondo una interpretazione estensiva del termine "cultura", data dalla sovrapposizione del concetto di cultura a quello di civiltà. In chiave di lettura antropologica, cultura e civiltà si presentano come sinonimi. Sicché, la nozione di beni culturali giunge a costituire un insieme aperto e suscettibile di continuo ampliamento, talché, ossequio al relativismo culturale, il concetto di cultura, meglio ingloba anche quelle pratiche ed usanze tradizionali che altre accezioni del termine lo sogliono contrapporre a "barbarie". Si è voluto così porre enfasi sulla pari meritevolezza di tutte quelle culture a lungo classificate come "altre". In altra istanza s’è colto il nesso trapelante tra il concetto di cultura e quello di conoscenza affinché l’analisi potesse essere convogliata verso l’altrettanta sua fondamentale variante tacita. L’intersezione col nuovo paradigma dell’economia della conoscenza ne ha fatto punto di riflessione e spunto di ricerca. In vero, la relazione esistente tra fruizione del beni culturali e lo sviluppo della conoscenza tacita ne ha ulteriormente suffragato l’impatto in termini di creatività e innovazione. Elementi, entrambi, necessari per l’acquisizione di un vantaggio competitivo nell’economia della globalizzazione. Successivamente, il "valore d’uso" associato alla fruizione del patrimonio culturale è stato analizzato. Dopo una sua prima scomposizione nelle due componenti, educativa ed edonistica, si è proceduto all’analisi della loro stretta interdipendenza funzionale. Il fine ultimo è stato quello di comprendere il loro contributo in termini di creatività e innovazione intese quale forma tangibile dell’espressione culturale. Si è cercato di dimostrare come la fruizione dei beni culturali, resa possibile mediante tecniche aggiornate di marketing sensoriale (o esperienziale), capaci di intercettare il mutamento dei benefici attesi dai consumatori, consente il raggiungiumento di uno stadio relativamente superiore di acculturazione tale da configurare un ricco bagaglio di conoscenza tacita. Addotta, poi, a fattore produttivo immateriale indispensabile per la creazione di prodotti place-specific forti degli attributi distintivi tradotti in termini di non replicabilità, inimitabilità e della difficile riproducibilità in altri contesti. Infine, il concetto di "Industrie Culturali e Creative" si è rivelato quello meglio atto ad inglobarne gli attributi, di modo che ci si è assunti l’onere di indagare le politiche finanziarie dell’UE all’uopo adottate in sua tutela.
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BULGINI, Giulia. "Il progetto pedagogico della Rai: la televisione di Stato nei primi vent’anni. Il caso de ‹‹L’Approdo››." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251123.

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Abstract:
Non c’è dubbio sul fatto che la RAI, dal 1954 a oggi, abbia contribuito in misura considerevole a determinare la fisionomia dell’immaginario collettivo e dell’identità culturale dell’Italia. Si tratta di un assunto che, a distanza di più di sessant’anni, resta sempre di grande attualità, per chi si occupa della questione televisiva (e non solo). Ma a differenza di quanto avveniva nel passato, quando la tv appariva più preoccupata dei reali interessi dei cittadini, oggi essa sembra rispondere prevalentemente a dinamiche di mercato, in grado di alterarne la funzione etica e sociale. E nonostante il livello di istruzione e di benessere economico si siano evidentemente alzati, in questi ultimi anni si è assistito a programmi di sempre più bassa qualità e in controtendenza a un incremento del potere modellante e suggestivo sull’immaginario dei telespettatori. C’è di più: l’interesse verso la tv ha coinvolto anche gli storici dell’epoca contemporanea, i quali hanno iniziato a prendere coscienza che le produzioni audiovisive sono strumenti imprescindibili per la ricerca. Se si pensa ad esempio al ‹‹boom economico›› del Paese, negli anni Cinquanta e Sessanta, non si può non considerare che la tv, insieme agli altri media, abbia contributo a raccontare e allo stesso tempo ad accelerare i progressi economici e sociali di quell’epoca. Partendo, dunque, dal presupposto che la televisione da sempre esercita un potere decisivo sulla collettività, si è scelto di concentrarsi sulla fase meno indagata della sua storia, quella della televisione delle origini: ‹‹migliore›› perché senza competitor, ‹‹autentica›› perché incontestabile e soprattutto ‹‹pedagogica›› perché è di istruzione e di formazione che, quell’Italia appena uscita dalla guerra, aveva più urgenza. La storia della televisione italiana inizia il 3 gennaio 1954, con la nascita del servizio pubblico televisivo e insieme di un mezzo che, di lì a poco, avrebbe completamente rivoluzionato la società italiana, trasformandola in una civiltà di massa. Si accorciano le distanze territoriali e insieme culturali e la società inizia a omologarsi nei gusti, poi nei consumi e infine nel pensiero. Il punto d’arrivo si colloca negli anni Settanta, quando ha termine il monopolio della RAI, che fino a quel momento era stato visto come il garante del pluralismo culturale. La RAI passa dal controllo governativo a quello parlamentare, mentre si assiste al boom delle televisioni private e alla necessità della tv di Stato di stare al passo con la concorrenza, attraverso una produzione diversa da quella degli esordi. Dunque cambia la tv, come pure cambia la sua funzione e la forma mentis di chi ne detiene le redini. Ne risulta un’indagine trasversale, che passa nel mezzo di molteplici discipline che afferiscono alla materia televisiva e che non evita di porsi quelle domande scomode, necessarie tuttavia a comprendere la verità sugli artefici della prima RAI e sui loro obiettivi. E allora: qual era il valore attribuito alla televisione degli esordi? Era davvero uno strumento pedagogico? Sulla base di quali presupposti? Chi scriveva i palinsesti di quegli anni? Chi e perché sceglieva temi e format televisivi? Chi decideva, in ultima analisi, la forma da dare all’identità culturale nazionale attraverso questo nuovo apparecchio? Il metodo di ricerca si è articolato su tre distinte fasi di lavoro. In primis si è puntato a individuare e raccogliere bibliografia, sitografia, studi e materiale bibliografico reperibile a livello nazionale e internazionale sulla storia della televisione italiana e sulla sua programmazione nel primo ventennio. In particolare sono stati presi in esame i programmi scolastici ed educativi (Telescuola, Non è mai troppo tardi), la Tv dei Ragazzi e i programmi divulgativi culturali. Successivamente si è resa necessaria una definizione degli elementi per l’analisi dei programmi presi in esame, operazione resa possibile grazie alla consultazione del Catalogo multimediale della Rai. In questa seconda parte della ricerca si è voluto puntare i riflettori su ‹‹L’Approdo››, la storia, le peculiarità e gli obiettivi di quella che a ragione potrebbe essere definita una vera e propria impresa culturale, declinata in tutte le sue forme: radiofonica, di rivista cartacea e televisiva. In ultimo, sulla base dell’analisi dei materiali d’archivio, sono state realizzate interviste e ricerche all’interno dei palazzi della Rai per constatare la fondatezza e l’attendibilità dell’ipotesi relativa agli obiettivi educativi sottesi ai format televisivi presi in esame. Le conclusioni di questa ricerca hanno portato a sostenere che la tv delle origini, con tutti i suoi limiti, era uno strumento pedagogico e di coesione sociale. E se ciò appare come un aspetto ampiamente verificabile, oltreché evidente, qualora si voglia prendere in esame la televisione scolastica ed educativa di quegli anni, meno scontato risulta invece dimostrarlo se si decide – come si è fatto – di prendere in esame un programma divulgativo culturale come ‹‹L’Approdo››, che rientra nell’esperienza televisiva definita di ‹‹educazione permanente››. Ripercorrere la storia della trasmissione culturale più longeva della tv italiana degli esordi, per avvalorarne la funzione educativa, si è rivelata una strada interessante da battere, per quanto innegabilmente controversa, proprio per il principale intento insito nella trasmissione: diffondere la cultura ‹‹alta›› a milioni di telespettatori che erano praticamente digiuni della materia. Un obiettivo che alla fine della disamina si è rivelato centrato, grazie alla qualità della trasmissione, al suo autorevole e prestigioso groupe d'intellectuels, agli ascolti registrati dal ‹‹Servizio Opinioni›› e alla potenzialità divulgativa e penetrante della tv, nel suo saper trasmettere qualunque tematica, anche quelle artistiche e letterarie. Dunque se la prima conclusione di questo studio induce a considerare che la tv del primo ventennio era pedagogica, la seconda è che ‹‹L’Approdo›› tv di questa televisione fu un’espressione felice. ‹‹L’Approdo›› conserva ancora oggi un fascino innegabile, non foss’altro per la tenacia con la quale i letterati difesero l’idea stessa della cultura classica dal trionfo lento e inesorabile della società mediatica. Come pure appare ammirevole e lungimirante il tentativo, mai azzardato prima, di far incontrare la cultura con i nuovi media. Si potrebbe dire che ‹‹L’Approdo›› oggi rappresenti una rubrica del passato di inimmaginata modernità e, nel contempo, una memoria storica, lunga più di trent’anni, che proietta nel futuro la ricerca storica grazie al suo repertorio eccezionale di immagini e fatti che parlano di arte, di letteratura, di cultura, di editoria e di società e che raccontano il nostro Paese e la sua identità culturale, la stessa che la televisione da sempre contribuisce a riflettere e a delineare. Lo studio è partito da un’accurata analisi delle fonti, focalizzando l’attenzione, in primo luogo, sugli ‹‹Annuari della Rai›› (che contengono le Relazioni del Cda Rai, le Relazioni del Collegio Sindacale, i Bilanci dell’Esercizio e gli Estratti del Verbale dell’Assemblea Ordinaria). Altre fonti prese in esame sono gli stati gli opuscoli di ‹‹Servizio Opinioni››, le pubblicazioni relative a studi e ricerche in materia di televisione e pedagogia e le riviste edite dalla Rai Eri: ‹‹Radiocorriere tv››, ‹‹L’Approdo Letterario››, ‹‹Notizie Rai››, ‹‹La nostra RAI››, ‹‹Video››. Negli ultimi anni la Rai ha messo a disposizione del pubblico una cospicua varietà di video trasmessi dalle origini a oggi (www.techeaperte.it): si tratta del Catalogo Multimediale della Rai, che si è rivelato fondamentale al fine della realizzazione della presente ricerca. Altre sedi indispensabili per la realizzazione di questa ricerca si sono rivelate le due Biblioteche romane della Rai di Viale Mazzini e di via Teulada.
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