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Academic literature on the topic 'Lavoro alle dipendenze di pubbliche amministrazioni'
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Journal articles on the topic "Lavoro alle dipendenze di pubbliche amministrazioni"
Edallo, Emanuele. "Esoneri e dispense al Comune di Milano. La persecuzione antiebraica nei confronti dei dipendenti dell'Amministrazione comunale." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 293 (August 2020): 121–48. http://dx.doi.org/10.3280/ic2020-293005.
Full textBordogna, Lorenzo, and Stefano Neri. "La regolazione del lavoro pubblico in Italia e in Francia: convergenze e divergenze." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 127 (October 2010): 455–97. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2010-127003.
Full textFuschi, Damiano. "LE RELAZIONI TRA I CITTADINI E LE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI ATTRAVERSO MEZZI ELETTRONICI. UN'ANALISI GIURIDICA COMPARATA." Il Politico 254, no. 1 (June 7, 2021): 86–102. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2021.562.
Full textGuido, Alpa. "Responsabilitŕ sociale dell'impresa, enti non profit, etica degli affari." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 2 (January 2012): 199–227. http://dx.doi.org/10.3280/ed2011-002001.
Full textButera, Federico, and Fernando Alberti. "Il governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 1 (December 2012): 77–111. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001004.
Full textDissertations / Theses on the topic "Lavoro alle dipendenze di pubbliche amministrazioni"
Pendolino, Gaetana. "Il riparto di giurisdizione nel lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2012. http://hdl.handle.net/11577/3422436.
Full textA distanza di ormai tanti anni dalla privatizzazione del pubblico impiego e dalla conseguente devoluzione al giudice ordinario delle relative controversie, potrebbe essere giudicata arida e anacronistica una trattazione concernente il riparto di giurisdizione nel lavoro nelle pubbliche amministrazioni. Eppure, al decorso del tempo non ha fatto seguito la definizione di una chiara e netta linea interpretativa, tant'è che la tematica, lungi dall'aver raggiunto un compiuto e definitivo assetto, s'impone, oggi, forse più di allora, all'attenzione della giurisprudenza. Se si guarda al dato statistico, nell'ambito del lavoro nelle pubbliche amministrazioni permane, infatti, una mole significativa di contenzioso relativo a questioni di giurisdizione, in cui assume precipuo rilievo la produzione giurisprudenziale delle Sezioni unite della Cassazione adita ai sensi dell'art. 374 Cod. Proc. Civ., comma 1. Se l'obiettivo del legislatore, soprattutto della seconda privatizzazione, è stato chiaro, un po' meno illuminate sono state le conseguenze della scelta operata nella direzione di perpetuare una giurisdizione “bipolare”, preservando, seppur per ambiti ridotti, la giurisdizione del giudice amministrativo: si è posto, così, il cittadino in una situazione di perdurante incertezza circa il tribunale da adire. Il lavoro che segue ha, così, lo scopo di ricostruire il percorso attraverso cui, da un punto di vista processuale, è stata affrontata la persistente specialità del pubblico impiego e di illustrare gli esiti raggiunti dal dibattito scientifico e dagli orientamenti giurisprudenziali, con alcuni dei quali – preme sottolinearlo da ora – ci si pone in 6 consapevole dissenso. In fase preliminare si presenta un rapido excursus storico del rapporto di lavoro nelle pubbliche amministrazioni e, percorrendo il lungo e faticoso cammino intrapreso dalla privatizzazione, si illustra il quadro normativo entro il quale è avvenuto il passaggio di giurisdizione e i presupposti su cui esso si fonda. Successivamente, entrando nel vivo della trattazione, si analizzano gli aspetti di maggior rilievo dell’attuale criterio di riparto di giurisdizione, con particolare riferimento alle “materie” escluse dalla cognizione del giudice ordinario. Nel contesto del capitolo conclusivo vengono, poi, approfondite alcune delle tematiche più controverse del passaggio di giurisdizione, con una disamina del più recente dibattito relativo alle controversie in materia di assunzioni e di procedure concorsuali, progressioni verticali, graduatorie del personale della scuola, incarichi dirigenziali, condotta antisindacale, per accennare, infine, al caso controverso dei dipendenti degli organi costituzionali. Quel che ci si propone è, dunque, una riflessione che, avendo come filo conduttore e punto focale la garanzia dell'effettività della tutela giurisdizionale del dipendente pubblico, tenta di offrire una lettura “naturale” del sistema, ovvero quanto più possibile orientata, al di là delle eccezioni espresse, verso l'onnicomprensività della giurisdizione ordinaria.
Desto, Giorgio. "La dirigenza pubblica in Italia nel D.Lgs. 30 marzo 2001, n. 165. Riforme recenti e prospettive integrate di ricerca." Doctoral thesis, 2014. http://hdl.handle.net/11562/722962.
Full textIn the area of the employment by the public administrations, the management assumes nowadays a pivotal and decisive role for the feasibility of any reform or modernization of the bureaucracies on their whole and in their complexity. The key point of the work of research comes from the idea that an insertion of the private working regulation in the system of public employment is not only risky for the entire administrative apparatus, but it will also lead to an inevitable rejection crisis, particularly in the light of the Legislative Decree 30 March 2001, n . 165, as amended by Brunetta reform (Law 4 March 2009, n. 15, implemented by Legislative Decree 27 October 2009, n. 150) and subsequent legislation. The concept of performance juxtaposed with the figure of public manager involves an ontological mutation of the entire working proceedings of the public administration, which should be firmly anchored to the dictates of art. 97 of the Constitution, where the concepts of impartiality and efficiency are emphasized: here a specific performance is not at the expense of another one but on the contrary it constitutes an inseparable hendiadys. Furthermore, more elements are to be added: innovations in terms of codes of conducting that lead the public employer to implement them effectively within the public administration, but without a marked reorganization of the structures, thus complicating their own practical implementation; the continuous and progressive debasement of the unions which are now emptied of their operating margins; the system of attribution of leadership positions associated with the difficult (and still unresolved) functional separation between politicians and bureaucrats, with the consequence of making the performing administrative structure only a theoretical and potentially utopian abstraction; and finally the difficult and complex path to reach an effective (and impartial) implementation of the so-called spoils system. The public director cannot be simplistically equated to the role of private manager, because unlike the latter is blocked by a number of rules that penalizes painstakingly their practices operating in a continuous tension between the “award” of the so-called remuneration of result or confirmation \ reappointment of the role, and the "punishment " or the so-called managerial responsibilities ex art. 21 Legislative Decree 30 March 2001, n . 165, but may also find a virtuous space of actual managment in the use of the so-called best practices. Therefore, the idea of implementing the best practices of organizational wealth, permanent learning, culture of equality and dialogue with the social partners makes less smoky the road that leads to the "good" administration, where the manager goes further and beyond the logic of efficiency in personnel management and the achievement of goals, already consolidated in the evacuative cycle of the performance, to look with more awareness the "means" besides the "aim", in the outlook that the administrative efficiency on its own is not a value: the value is the human being and his/her dignity.