Journal articles on the topic 'Laboratori tematici di ricerca'

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Pasetto, Roberto, Enrica Pizzi, and Valentina Possenti. "Attività di ricerca sul possibile contributo del teatro sociale per la tutela e promozione della salute." WELFARE E ERGONOMIA, no. 2 (February 2022): 23–37. http://dx.doi.org/10.3280/we2021-002002.

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Abstract:
Il presente contributo ha la finalità di porre le basi per attività di ricerca volte allo sviluppo di laboratori di teatro sociale che abbiano come macro-obiettivo la tutela e promozione della salute. Inizialmente, si descrivono le caratteristiche dei laboratori di teatro sociale che li identificano come contesti privilegiati per condurre attività di ricerca; segue quindi una disamina epistemologica sul concetto di salute e della sua promozione, e sono poi rappresentate le dimensioni di salute associate all'ambiente di vita. Infine, si traduce quanto trattato nella traccia di sviluppo di un percorso di ricerca, i cui elementi qualificanti sono: a) l'obiettivo salute in termini di "abilità funzionale"; b) l'adozione dell'approccio life-course per fasi di vita; c) la considerazione delle relazioni con l'ambiente naturale tra i domini propri della tutela e promozione della salute, oltre che delle dimensioni del modello bio-psico-sociale.
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Manoni, Paola. "L’adozione del IIIF nell’ecosistema digitale della Biblioteca Apostolica Vaticana." DigItalia 15, no. 2 (December 2020): 96–105. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00017.

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Abstract:
L’implementazione del IIIF nell’ecosistema digitale della Biblioteca Apostolica Vaticana si avvia nel 2015 con la sperimentazione di un progetto pilota, a cui segue l’allestimento della biblioteca digitale (DVL), basata sull’adozione di standard per la gestione dei metadati e dei protocolli che consentono alle collezioni digitali di essere interoperabili. L’ecosistema successivamente si incrementa con software open source per la gestione di gallerie virtuali (Thematic Pathways on the Web) in cui selezioni di manoscritti, annotati secondo tecnica IIIF, offrono agli studiosi percorsi di ricerca tematici.
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Margola, Davide, Michela De Micheli, and Christian Orlandelli. "Minori stranieri non accompagnati: una ricerca sugli operatori di giustizia e di comunitŕ." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 1 (May 2011): 37–55. http://dx.doi.org/10.3280/psc2011-001005.

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Abstract:
La presa in carico dei minori stranieri non accompagnati vede coinvolte diverse figure professionali con funzioni sia di tutela, sia di controllo. Lo studio presenta l'analisi delle interviste a 18 professionisti (operatori di giustizia, educatori di pronto intervento, educatori di comunitŕ alloggio) considerati "testimoni chiave" nelle diverse fasi del sistema di accoglienza dei minori migranti. In particolare, le modalitŕ con le quali i diversi operatori descrivono il fenomeno dei minori stranieri non accompagnati, insieme agli scopi e agli strumenti del lavoro sul campo, costituiscono gli obiettivi conoscitivi della ricerca. Le procedure di analisi testuale, implementate attraverso il software T-LAB, hanno evidenziato cinque nuclei tematici relativi ai legami familiari, al tema della tutela e della devianza, nonché alla questione formativa e culturale. Differenze significative sono emerse in funzione di variabili specifiche sulla base dell'area professionale di appartenenza e del genere degli operatori. In chiusura, i risultati dell'indagine vengono discussi nell'ottica dei processi d'integrazione e dei servizi di presa in carico.
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Amsler, Nadine. "Going Native or Remaining Foreign?" Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, no. 1 (December 20, 2017): 372–80. http://dx.doi.org/10.1515/qfiab-2017-0020.

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Abstract:
Riassunto Negli ultimi decenni la ricerca storica ha portato la propria attenzione sulle missioni cattoliche nell’Asia moderna in quanto laboratori di contatti culturali. Il passaggio da una visione eurocentrica ed espansionistica delle missioni a un quadro che metteva in risalto il ruolo di attori non europei e le specificita culturali dei cristianesimi sorti in area extraeuropea ha comportato una progressiva articolazione e specializzazione del discorso accademico sull’argomento. Un convegno svoltosi a Roma e dedicato ai missionari cattolici attivi nell’Asia moderna si e prefisso di radunare esperti delle varie regioni del continente al fine di promuovere un dialogo transregionale sul radicamento dei missionari nelle societa locali. L’autrice e uno degli organizzatori del convengo. Nel presente contributo colloca il convegno nel contesto delle ultime tendenze storiografiche, ne riassume i punti salienti e individua nuovi campi di ricerca.
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Amsler, Nadine. "Going Native or Remaining Foreign?" Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, no. 1 (December 1, 2017): 372–79. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2017-0020.

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Abstract:
Riassunto Negli ultimi decenni la ricerca storica ha portato la propria attenzione sulle missioni cattoliche nell’Asia moderna in quanto laboratori di contatti culturali. Il passaggio da una visione eurocentrica ed espansionistica delle missioni a un quadro che metteva in risalto il ruolo di attori non europei e le specificità culturali dei cristianesimi sorti in area extraeuropea ha comportato una progressiva articolazione e specializzazione del discorso accademico sull’argomento. Un convegno svoltosi a Roma e dedicato ai missionari cattolici attivi nell’Asia moderna si è prefisso di radunare esperti delle varie regioni del continente al fine di promuovere un dialogo transregionale sul radicamento dei missionari nelle società locali. L’autrice è uno degli organizzatori del convengo. Nel presente contributo colloca il convegno nel contesto delle ultime tendenze storiografiche, ne riassume i punti salienti e individua nuovi campi di ricerca.
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Pignalberi, Claudio. "Le employability e le soft skills per orientarsi e dirigersi nel lavoro del futuro: il contributo della pedagogia del lavoro." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (November 2020): 155–76. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa9408.

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Abstract:
Il contributo propone, nella prima parte, un'analisi dei principali approcci e dei modelli teorici riguardanti le employability e le soft skills con un riferimento specifico alle recenti ricerche di Cedefop e Ocse. Nella seconda parte, invece, vengono presentati i risultati di un percorso di alternanza, condotto da un centro di ricerca di un ateneo romano, che ha previsto dei laboratori di orientamento e di autovalutazione, con il coinvolgimento di 50 studenti degli istituti superiori, delle skills ritenute più significative per garantire occupabilità e dirigersi nel lavoro del futuro
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Braun, Guido. "Erkenntnispotentiale der „Nuntiaturberichte aus Deutschland“ für die internationale historische Forschung." Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 98, no. 1 (March 1, 2019): 11–30. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2018-0004.

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Abstract:
Riassunto Dopo una breve rassegna sull’edizione del carteggio dei nunzi da parte della storiografia di lingua tedesca, nonché una panoramica su temi centrali dei volumi di corrispondenza dei nunzi a Vienna relativi ai primi anni Trenta del XVII secolo, il contributo approfondisce i fulcri tematici, i possibili approcci analitici e la prospettiva di acquisire nuove cognizioni che i volumi relativi agli anni 1630/1635, e soprattutto l’ultimo volume apparso nel 2016, offrono alla ricerca storica per determinati campi tematici, spaziando dalla storia politica a quesiti storico-antropologici. Su queste basi si discute, infine, il problema, affrontato maggiormente a partire dagli anni Novanta del XX secolo, di quanto tali imprese editoriali siano ancora opportune. Si sottolinea che le fonti, edite in questo contesto, sono fondamentali per capire la politica europea durante una fase centrale della Guerra dei Trent’anni, non solo riguardo ai rapporti tra la Curia e l’Impero, ma anche relativo a tutto un ventaglio di problemi politici cruciali a livello europeo. In particolare emergono da esse in maniera efficace le origini della convinzione secondo cui un conflitto che interessava tutta Europa poteva essere ricomposto con successo solo attraverso trattative multilaterali e con il ricorso a mediatori della pace. Tale convinzione sarebbe diventato in seguito un elemento importante del sapere diplomatico europeo.
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Luciani, Luca. "Il Laboratorio di Tecnologie Didattiche alla sfida del COVID-19." EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, no. 1 (June 2022): 100–114. http://dx.doi.org/10.3280/exioa1-2022oa13944.

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Abstract:
Questo contributo descrive una esperienza didattica laboratoriale condotta in modalità on line e la relativa ricerca osservativa a proposito di questa potenziale buona pratica formativa. È supportato da riferimenti scientifici teorici e da considerazioni argomentative basate anche su una ultraventennale esperienza di conduzione di laboratori mediali. La ricerca si è avvalsa della redazione di un diario di bordo informale su cui sono state annotate le particolarità didattiche, le risultanze, alcune dichiarazioni degli stessi studenti e le problematiche emerse durante lo sviluppo temporale dell'azione formativa. Nel secondo anno di attivazione dell'esperienza formativa online si è aggiunto un modulo di valutazione costituito da alcune domande aperte rivolte agli student* partecipanti. Inoltre, grazie alla varia documentazione acquisita nei precedenti quattro anni di attivazione del Laboratorio in modalità blended, sia di tipo numerico-quantitativo per la determinazione di alcuni aspetti sistemici di cornice dell'intervento formativo, che di tipo qualitativo per alcune possibilità di confronto procedurale, è stato possibile operare una certa comparazione di evidenze.
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d'Aniello, Fabrizio. "Insieme è meglio. Riflessioni pedagogiche sul caso "Scarabò. Una città per educare"." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (November 2020): 129–54. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa9391.

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Abstract:
Questo articolo presenta solo alcuni risultati emersi da una complessa attività di ricerca sul campo effettuata tra il 2018 e il 2019. La ricerca è stata motivata dalla partecipazione al progetto internazionale denominato Trans-Urban EU-China, dedicato alla «transizione verso la sostenibilità urbana attraverso città socialmente integrative nell'Ue e in Cina». Nello specifico, lo studio empirico si è concentrato su "Scarabò. Una città per educare", festival dell'educazione che si svolge ogni anno nel centro storico di Macerata, mettendo a disposizione dei bambini e di tutta la cittadinanza più di 40 laboratori educativi e varie attività ludiche. In questa occasione, vengono riportati i risultati delle interviste somministrate a 111 bambini partecipanti all'iniziativa e ci si sofferma pedagogicamente sui temi della città educante, colta secondo la prospettiva dell'educazione permanente, e degli spazi urbani come spazi di relazione significativa. "Insieme è meglio" è l'espressione che riassume le risposte dei bambini, le quali invitano a ripensare educativamente i luoghi della città.
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Salvato, Valentina, and Giuseppe Paternostro. "LA NARRAZIONE COME STRUMENTO DIDATTICO E DI RICERCA NELLA ESPERIENZA DI ITASTRA." Italiano LinguaDue 14, no. 1 (July 21, 2022): 49–62. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18153.

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Abstract:
L’obiettivo di questo lavoro è quello di presentare il ruolo della narrazione nel modello didattico e di ricerca della Scuola di lingua italiana per Stranieri dell’Università di Palermo. In particolare, gli autori illustrano i tre pilastri su cui poggia l’impianto narrativo del modello di Itastra: l’autobiografia linguistica (§ 2); i laboratori artistico-narrativi (§ 3); la narrazione come pratica discorsiva metacomuncativa (§ 4). In conclusione del lavoro (§ 5) si evidenzia, da un lato, come la narrazione consenta di ampliare la capacità degli insegnanti di riflettere sulla loro attività didattica; dall’altro come essa contribuisca alla costruzione di una comunità di apprendimento centrata sulla forza che le lingue hanno di valorizzare le diversità e favorire la loro convivenza. Narrative as a teaching and research method. The experience of ItaStra The paper illustrates the role of narratives in the teaching and research model developed by the Italian language school for Foreigners of the University of Palermo (ItaStra). In particular, we discuss the three pillars on which the narrative model is based: linguistic autobiography (§ 2); artistic and narrative labs (§ 3); narrative as a meta-communicative practice (§ 4). In the last section (§ 5), we focus the fact that narrative can help teachers broaden their reflective capacity about teaching; narratives support the construction of a learning community where multilingualism plays a central role.
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Taddei, Monica. "e-Leo, archivio digitale della Biblioteca leonardiana di Vinci." DigItalia 15, no. 1 (June 2020): 53–68. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00004.

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Abstract:
e-Leo. Archivio digitale di storia della tecnica e della scienza è stato sviluppato e realizzato dalla Biblioteca Leonardiana di Vinci, centro di ricerca e documentazione per gli studi leonardiani, e prende le mosse dalla volontà di offrire uno strumento efficace di studio e consultazione delle opere di Leonardo da Vinci, oltre che di valorizzazione della collezione. L’esperienza è radicata nella tipologia molto specifica del fondo speciale della biblioteca, che possiede il corpus di tutte le opere di Leonardo da Vinci pubblicate a partire dalla prima edizione del Trattato della pittura del 1651. A partire dal 2007, e-Leo rappresenta l’unica pubblicazione online quasi integrale del lascito leonardiano. Un’importante modifica della struttura interna del codice ed un aggiornamento della grafica nel 2019 hanno reso lo strumento ulteriormente performante e aperto a ulteriori potenziali sviluppi, oltre ad averne consentita la consultazione anche da smartphone e tablet. I dati, rappresentati da testi e disegni, sono ricercabili per mezzo di metodi di ricerca e indicizzazione di contenuti testuali, delle componenti grafiche del documento, di glossari tematici: un apparato che propone un modello integrato e più ampio per il trattamento, secondo criteri affini, di testi manoscritti di argomento tecnico-scientifico del tardo medioevo e del rinascimento.
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Avallone, Gennaro. "Le relazioni territoriali nella evoluzione della sociologia urbana e rurale italiana." STORIA URBANA, no. 135 (February 2013): 119–33. http://dx.doi.org/10.3280/su2012-135006.

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Abstract:
L'analisi sociologica si č costruita nel tempo attorno ad alcuni nuclei tematici, tra i quali quello dei cambiamenti socio-territoriali ha rappresentato un riferimento permanente, sul quale si č costruito uno specifico campo disciplinare, quello della sociologia urbana e rurale. Il testo presentato si pone l'obiettivo di evidenziare l'importanza che il tema delle relazioni territoriali ha avuto nella storia della sociologia urbana e rurale in Italia, presentando alcune emblematiche attivitŕ di ricerca. Questo approfondimento viene realizzato nella prima parte, in cui si presentano le trasformazioni intervenute nei rapporti tra cittŕ e campagna fino all'affermazione della cittŕ diffusa. A questo intento si associa un secondo obiettivo, che č quello di individuare, e attualizzare con riferimento ai mutamenti territoriali piů recenti, alcune significative ricorrenze tematiche. In particolare, nella seconda ed ultima parte del testo, l'attenzione si concentra su tre dimensioni, relative ai caratteri dei legami sociali, al nesso tra mutamenti territoriali e processi migratori e al rapporto tra urbanizzazione, ambiente e salute, rilevando la necessitŕ di approfondire, mediante la ricerca sul campo, le modalitŕ di produzione dello spazio urbano e le popolazioni che ne sono protagoniste.
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Camilloni, M., D. de Bernart, and G. Pinto. "lo sviluppo della flessibilitŕ rappresentativa nel disegno infantile: l'influenza del compito." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (June 2012): 151–70. http://dx.doi.org/10.3280/rip2011-002001.

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Abstract:
Nell'ambito degli studi sullo sviluppo pittorico infantile, questa ricerca ha l'obiettivo di analizzare lo sviluppo della flessibilitŕ rappresentativa nei disegni dei bambini ponendo particolare attenzione alla misura in cui questa capacitŕ č legata all'etŕ e all'effetto di istruzioni pittoriche. Disegni tematici sono stati analizzati per verificare quando e come i bambini diventano capaci di differenziare i loro prodotti pittorici in risposta a due diverse istruzioni. Lo studio č stato condotto su 99 partecipanti, di etŕ compresa tra i sei e i dieci anni, ed ha comportato la messa a punto di uno specifico sistema di codifica, volto a rilevare entitŕ e strategie degli scostamenti dalla canonicitŕ. I risultati indicano che la flessibilitŕ rappresentativa migliora con l'etŕ e che i bambini piů grandi sono piů efficienti rispetto a quelli di etŕ inferiori nell'utilizzare strategie maggiormente complesse dal punto di vista cognitivo ed esecutivo.
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Sgreccia, Elio. "Quando la fede si confronta con la legge nell’ambito delle biotecnologie umane." Medicina e Morale 51, no. 3 (June 30, 2002): 407–27. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2002.691.

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Abstract:
L’articolo analizza il rapporto tra istanze religiose e la legge civile, tenendo presente i possibili interventi della legge nel campo della genetica e della procreazione. Dopo aver argomentato che il dialogo tra fedi religiose e regimi democratici stia diventando sempre più urgente per evitare sia i fondamentalismi religiosi sia presunte neutralità morali delle democrazie liberali, l’autore afferma che il fatto religioso cristiano-cattolico ponga tre esigenze fondamentali per un corretto rapporto tra fede e legge: l’esigenza antropologica, cioè di una concezione dell’uomo esigitiva del rispetto della dignità di ogni persona umana; l’esigenza epistemologica, per cui la fede non deve opporsi alla ricerca scientifica e razionale, ma deve indicare il senso della ricerca stessa, nel quadro dei fini dell’uomo; il principio dell’accettazione del sistema democratico nel quale deve essere garantito per ogni uomo il diritto alla libertà-responsabilità in un clima di dialogo e persuasione. Infine, l’articolo si sofferma sugli orientamenti di carattere normativogiuridico sulla genetica e sulla procreazione artificiale che una visione centrata sulla dignità della persona umana richiede: 1. la protezione di individuo umano, cioè la tutela del diritto alla vita di ogni essere umano innocente; 2. il Principio di non discriminazione; 3. il divieto di ogni intervento genetico non terapeutico alterativo; 4. il divieto di brevettazione del genoma umano; 5. la promozione della ricerca in tema di terapia genetica; 6. la protezione degli individui che operano e sperimentano nei laboratori di biotecnologie sul DNA.
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Cipolli, Carlo, and Pio Enrico Ricci Bitti. "La nascita e lo sviluppo della Psicologia nell'Università di Bologna dal 1950." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (October 2021): 61–84. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12597.

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Abstract:
Renzo Canestrari (1924-2017) è stato uno dei più prestigiosi psicologi italiani del XX secolo. È stato professore ordinario di Psicologia (poi Psicologia generale) nella Facoltà di Medicina e Chirurgia dal 1960 al 1999. Laureato in Pedagogia nel 1946 e in Medicina e Chirurgia nel 1951, ha effettuato un'attività di ricerca in vari ambiti della psicologia sperimentale ed evolutiva, ovvero la percezione visiva (utilizzando paradigmi della psicologia della Gestalt e del funzionalismo) e il funzionamento dei processi cognitivi ed emozionali nei bambini e negli adolescenti. Ha esercitato anche un ruolo importante nella promozione di studi collaborativi (condotti con metodiche diagnostiche, psicometriche e strumentali) tra psicologi e clinici medici sulle relazioni tra stress e sintomi di varie patologie psicosomatiche, favorendo in tal modo la crescita della Psicologia Clinica nelle Facoltà italiane di Medicina e Chirurgia. Fin dagli ultimi anni '60 ha fornito a molti giovani ricercatori collaboratori l'opportunità di fare ricerca nel suo Istituto di Psicologia, nel quale vi era un numero rilevante di laboratori per la ricerca sperimentale e di ambulatori per attività diagnostiche e psicoterapiche su bambini e adolescenti. Il risultato più importante della sua lunga attività didattica è stato l'inserimento della Psicologia generale e della Psicologia clinica nel core curriculum della laurea magistrale in Medicina e Chirurgia e nelle lauree delle professioni sanitarie.
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Di Monaco, Roberto. "I processi di apprendimento: chiave per la competitivitŕ delle piccole imprese." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 118 (July 2010): 158–68. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-118011.

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Abstract:
Le piccole imprese, per reggere la competizione sulla qualitŕ e l'innovazione, hanno crescenti esigenze di far leva sullo sviluppo delle risorse umane. Per far questo, perň, devono riuscire ad essere coinvolte in contesti di apprendimento, non tanto creandoli al loro interno, quanto partecipandovi attraverso le reti lunghe e corte nelle quali sono immerse e dalle quali dipendono largamente per le loro attivitŕ. Č il contesto locale, quindi, che deve essere in grado di sostenere, nelle nuove condizioni, pratiche di apprendimento sul lavoro, analoghe a quelle che per anni hanno funzionato nei distretti industriali, garantendo la rigenerazione delle competenze nei ‘laboratori cognitivi' territoriali. In quest'ottica, diventa cruciale la dimensione organizzativa del territorio, necessaria per potenziare la cooperazione e per creare azioni orientate a strutturare apprendimento, in modo trasversale, in campi strategici per le piccole imprese: ricerca, servizi per l'innovazione e sviluppo di competenze chiave.
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Bernard, Enrico. "1927–1932 Il lustro che cambiò la letteratura italiana." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 52, no. 2 (April 22, 2018): 282–300. http://dx.doi.org/10.1177/0014585818757479.

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Abstract:
Il neorealismo viene comunemente datato, ma è una concezione alquanto approssimativa, a partire dal secondo dopoguerra. Si è naturalmente tenuto conto dei vari “laboratori” e delle fermentazioni letterarie del primo ‘900, in particolare gli anni Venti e Trenta, che hanno gettato le basi del “nuovo” realismo successivamente affermatosi nel cinema e nella narrativa. Tuttavia, l’approfondimento di questa determinante “eredità”, sia pur individuata, è stata scandagliata solo in parte. Esempio delle lacune nella ricerca è rappresentato dall’attività del giovane Carlo Bernari tra il 1927 e il 1932, un quinquennio preparatorio non solo del suo capolavoro—nel senso letterale di “origine” di una nuova concezione artistica— Tre operai (Rizzoli, 1934), ma da riconsiderare, sulla scia delle interpretazioni di Remo Cantoni e Eugenio Montale, come fulcro dei successivi sviluppi della letteratura italiana. Con le lettere manoscritte inedite di Breton e Ribemont Dessaignes a Carlo Bernari (pseudonimo di Carlo Bernard dal 1938).
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Margherita, Giorgia, Anna Gargiulo, and Alessia Caffieri. "Sclerosi multipla online: un'analisi delle narrazioni dell'esperienza di sclerosi multipla (sm) tra illness e health blog." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 2 (August 2020): 5–24. http://dx.doi.org/10.3280/pds2020-002001.

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Abstract:
All'interno del panorama dell'e-health, la letteratura si è rivolta di recente ai blog quali spazi narrativi autobiografici che, in un continuum tra illness e health, rappresentano dei dispositivi narrativi preziosi nell'elaborazione dell'esperienza di malattia. In particolare, la sclerosi multipla (sm), quale malattia degenerativa cronica, spinge ad una continua risignificazione della propria esperienza. Ancora pochi sono oggi gli studi che hanno indagato l'esperienza di sm così come viene narrata all'interno dei blog. L'obiettivo dello studio è stato esplorare i temi presenti nei blog scritti da persone con sclerosi multipla individuando quali differenze esistono nella narrazione dell'esperienza di ma-lattia in base al tempo della comunicazione della diagnosi. Sono stati analizzati 7 blog scritti da donne con sm, che avevano ricevuto la diagnosi in età giovanile e in età adulta. Dall'analisi sono emersi quattro cluster tematici che sono stati proiettati sul piano fattoriale e letti attraverso tre vettori di senso: Il processo di integrazione dell'esperienza di sm nella propria identità; La narrazione online di malattia come strategia di agency; Riorganizzazione della relazione tra sé e altro. Dalla nostra ricerca, il blog si attesta come organizzatore di senso e risorsa in termini di miglioramento del benessere e promozione della salute nell'esperienza di convivenza con la malattia. .
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Fedeli, Monica. "Il valore dell'esperienza nelle pratiche formative." QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no. 97 (June 2012): 95–108. http://dx.doi.org/10.3280/qua2012-097007.

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Abstract:
Il contribuito ripercorre alcune tappe dello sviluppo dell'apprendimento esperienziale, offrendo prima una riflessione sui diversi concetti di apprendimento e di esperienza e poi alcune interpretazioni teoriche in merito provenienti dal panorama Europeo e da quello americano dove l'autrice ha sviluppato da alcuni anni relazioni e collaborazioni. In altri termini si sottolinea il fatto che l'esperienza non vive isolata, ma ha bisogno di ancoraggi che ricerca e ritrova nel patrimonio esperienziale di ogni persona e di ogni organizzazione. A questo proposito si rilevano alcuni tratti dell'apprendimento esperienziale sviluppati da alcuni studiosi americani, ed in particolare la teorie di David Kolb che negli ultimi anni ha offerto al mondo scientifico una sistematizzazione della teoria esperienziale e una ulteriore attualizzazione. Nell'ultima parte si propone il caso della Provincia di Terni ed in particolare del Centro di Formazione della Provincia in cui tanta formazione viene proposta ed organizzata nei laboratori e in situazione reale. Č proprio in questi ambienti che diventa necessario leggere i processi di apprendimento sviluppando consapevolezza e competenze attraverso l'esperienza. I formatori e gli educatori dovrebbero perciň dedicarsi a generare e costruire nuove ed efficaci contesti di apprendimento per i giovani.
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Colombo, Maddalena. "Apprendimenti non formali ed informali in un contesto educativo formale integrato con le arti performative in quattro scuole elementari del Canton Ticino." Swiss Journal of Educational Research 36, no. 3 (September 20, 2018): 407–34. http://dx.doi.org/10.24452/sjer.36.3.5105.

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Abstract:
Il saggio riporta alcune considerazioni scaturite nell’ambito del progetto “Teatro e Apprendimento”, svolto dalla Scuola Teatro Dimitri di Verscio in Canton Ticino con il sostegno del FNS. Il progetto ha introdotto delle pratiche di apprendimento “qualitativo”, ovvero informale, secondo un approccio olistico, per il quale è molto rilevante la dimensione socio-culturale. In questa prospettiva il teatro fornisce una chiave d’accesso privilegiata al patrimonio culturale. Il piano di ricerca ha incluso: un percorso formativo con gli insegnanti di 4 scuole elementari ticinesi; dei laboratori di movimento, canto e musica, lavoro sul testo d’autore, recitazione, drammatizzazione e improvvisazione; 4 messe in scena con protagonisti i soli bambini. La raccolta e analisi dei dati qualitativi da parte di un’équipe scientifica, ha seguito alcune ipotesi circa il rapporto tra teatro e apprendimento, messe a punto per meglio descrivere il procedimento riflessivo informale (apprendere dall’esperienza): Ipotesi della motivazione, della differenziazione, dell’affinamento tecnico, dell’integrazione, dell’interezza, dell’efficacia comunicativa o dell’emozione. Il materiale narrativo raccolto (schede personali, diari di bordo, interviste qualitative) mostra come gli apprendimenti più significativi sono riconducibili alla accresciuta capacità dei bambini di portare a termine un apprendistato formale nelle discipline artistiche. L’attività sperimentale ha favorito l’espressione emozionale e la creatività, l’integrazione dei partecipanti nel gruppo, tra originalità e ripetizione, tra razionalità e corporeità.
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Parozzi, Mauro, and Sonia Lomuscio. "La Gamification virtuale nella formazione infermieristica rivolta all’ambito della Salute Mentale: protocollo per una Scoping Review." Dissertation Nursing 2, no. 1 (January 30, 2023): 110–16. http://dx.doi.org/10.54103/dn/18637.

Full text
Abstract:
BACKGROUND:L’innesco globale di misure cautelative per la tutela della salute pubblica ha indubbiamente rafforzato l’interesse dei formatori per metodologie di simulazione virtuale. In quest’accezione formativa, i Serious Games sembrano consentire una miglior accessibilità, comprendendo la possibilità di essere fruiti o ripetuti un numero ipoteticamente infinito di volte senza rimanere necessariamente ancorati alla presenza dei docenti, alla disponibilità dei laboratori, al materiale presente ed agli eventuali impegni dei discenti stessi contribuendo all'esperienza di apprendimento migliorando la motivazione, l’impegno nel contesto della formazione cognitiva e la fiducia in sé stessi degli studenti infermieri. Gli ambiti di applicazione della gamification (intesa come l’integrazione di caratteristiche proprie dei giochi in contesti non di gioco sembrano essere piuttosto differenti, tuttavia, alcuni ambiti in particolare sembrano aver iniziato a riscontrare un certo interesse, fra cui, quello della Salute Mentale dove si riscontrano outcomes promettenti in studi con strutturazioni e obiettivi ancora eterogenei, mostrando la necessità di ampliare le evidenze a disposizione. METODI E ANALISI:Verrà effettuata una scoping review secondo la metodologia del Joanna Briggs Institute. Le banche dati biomediche consultate saranno MEDLINE (PubMed), Scopus, WebOfScience, Cochrane Library, Cinhal ed Embase; l’estensione della ricerca sulla letteratura grigia verrà effettuata consultando Google Scholar, ClincialTrials.gov, TRIP (Turn Research Into Practice), medRxiv, OSF Preprints, Networked Digital Library of Theses and Dissertations, Open Access Theses and Dissertations. Saranno inclusi articoli in lingua Italiana o Inglese disponibili in formato full text. La presentazione delle informazioni degli studi sarà effettuata sia attraverso tabelle specifiche che in forma narrativa.
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Annese, Mariella, Antonio Labalestra, and Marco Pietrosante. "Landscape transformation and territorial marketing. The Noi Techpark restoration project in Bolzano: a remarkable case of territorial branding." Valori e Valutazioni 30 (August 2022): 135–48. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20223009.

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Abstract:
The Noi Techpark project in Bolzano has substantially transformed a portion of the Bolzano surroundings, localizing university and management functions in an area characterized by the presence of a dismissed industrial settlement built between the two World Wars by the Montecatini group. The project was pursued through the creation of a technology park, renovating the structures of the old factory which was in a state of abandon and then acquired by the Autonomous Province of Bolzano. This allowed the establishment of a pole of new public- private structures for technology transfer. The present paper intends to retrace the history of this intervention, describing its main characteristics in terms of urban form, functions and presence of public spaces in relation to the achievement of the objective of re- evaluating an entire urban area. including the relevant residential zone. But at the same time the ambition of the essay lies in the attempt to represent how, in the assessment of the complexity of local policies of territorial development, a significant role is played by the ability to contribute to economic growth in terms of birth of new businesses, improvement of competitiveness of existing ones, enhancement of financial resources, human and material present in the area and, finally, the ability to attract new productive factors in the area. In this sense, the Noi Techpark project is emblematic. Il Progetto Noi Techpark a Bolzano ha trasformato in maniera sostanziale una porzione consistente della periferia di Bolzano, localizzando funzioni universitarie e direzionali in un’area caratterizzata dalla presenza di un insediamento industriale dismesso realizzato, negli anni tra le due guerre mondiali, dal gruppo Montecatini. L’intervento è stato perseguito mediante la realizzazione di un parco tecnologico che, attraverso il risanamento delle strutture del vecchio opificio – acquisito al patrimonio della Provincia autonoma di Bolzano dopo il suo abbandono – ha permesso l’istituzione di un polo di nuove strutture pubblico-private destinate al trasferimento tecnologico. Il presente contributo intende ripercorrere la storia di questo intervento, soffermandosi nel descriverne le principali caratteristiche in termini di forma urbana, funzioni e presenza di spazi pubblici in relazione al raggiungimento dell’obiettivo di rivalutare un’intera area urbana. Ivi compreso quella occupata dal tessuto residenziale di pertinenza. Ma allo stesso tempo l’ambizione del saggio risiede nel tentativo di rappresentare come, nella valutazione della complessità delle politi- che di sviluppo locale di un territorio, un ruolo rilevante sia ricoperto dalla capacità di contribuire alla crescita economica nei termini di nascita di nuove imprese, di miglioramento della competitività di quelle esistenti, di valorizzazione delle risorse finanziarie, umane e materiali presenti in loco e, infine, dalla capacità di attrarre nuovi fattori produttivi sul territorio. Proprio in questo senso Il progetto del parco tecnologico Noi Techpark sembra emblematico. Nell’aver perseguito, oltre al risanamento di un’area industriale di smessa, l’obiettivo della creazione e della diffusione dell’innovazione per mezzo di un brand territoriale. In questo modo, al vantaggio di arginare la perdita di valore del contesto edilizio dell’intera area, si aggiunge il risultato prestigioso di aver messo in contatto i laboratori di ricerca, da un lato, e il tessuto imprenditoriale, dell’altro. L’intera operazione restituisce, dunque, un contesto entro cui è stato possibile sviluppare la capacità di trasferire know-how, di diffondere informazioni tecnologiche sul territorio, di creare un network di relazioni che stanno alla base della diffusione e della creazione della conoscenza e dello sviluppo di un ambito territoriale. Tutti elementi, non immediatamente quantificabili in termini economici nel breve periodo, ma che ci sembra debbano essere presi in considerazione nelle valutazioni complessive del vantaggio dell’opportunità di portare a termine questo tipo di iniziative.
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"Riuso temporaneo." TERRITORIO, no. 56 (March 2011): 14–17. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-056002.

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Abstract:
Spazi vuoti che non trovano ancora un nuovo utilizzo, possono trovare un uso temporaneo in quel ‘tempo di mezzo' di anni, e spesso decenni, che intercorre tra vecchia e nuova destinazione d'uso. L'articolo introduce sei campi di indagine ed approfondimento tematico. Nella prima sezione ci si domanda che cosa significa riuso temporaneo. La seconda parte del servizio lo rappresenta in un diagramma. Una terza parte č dedicata ai casi ed esperienze internazionali. La quarta parte del servizio guarda a Milano, quale campo di indagine, progettualitŕ e sperimentazione. Nella quinta sezione vengono presentate alcune delle idee progettuali emerse durante la ricerca ‘Temporiuso' a cura del laboratorio multiplicity.lab del Diap e delle associazioni Cantieri Isola e Precare. it. La sesta e ultima sezione prova a confrontare esperti e ricercatori del riuso urbano e sollecitare alcuni temi emergenti.
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"L’AMBIENTE COME FATTORE DI APPRENDIMENTO NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA." Studia Polensia 05, no. 01 (October 31, 2016): 1–20. http://dx.doi.org/10.32728/studpol/2016.05.01.01.

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Abstract:
Nel saggio si elabora il tema dell’ambiente fisico e sociale come fattore essenziale per sviluppare un progetto educativo. L’ambiente è considerato “terzo educatore” e gioca un ruolo decisivo nel determinare la qualità degli apprendimenti. Le aule, i laboratori, i corridoi, la forma materiale dell’edificio, il contesto in cui è collocato, i colori delle pareti, la qualità dell’illuminazione, gli arredi, i materiali didattici: tutto questo crea l’ambiente dove il bambino vive, apprende, fa esperienze, entra in relazione con gli altri. Incisiva nella sua crescita è la figura dell’educatore, il quale attraverso azioni finalizzate dirette e indirette, può creare spazi gradevoli, accessibili e funzionali all’apprendimento. La ricerca empirica conferma l’impegno delle scuole dell’infanzia incluse nell’indagine a essere un luogo d’incontro, interazione, ascolto, reciprocità per migliorare la relazione tra bambino e ambiente scolastico. In particolare lo dimostrano la ricchezza di angoli e materiali messi a disposizione dei bambini dalle educatrici.
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Oliveira, José Luiz de Jesus Egues de, Edevaldo Maximo da Silva, Cleidison Da Silva Santos, Dalila Fonseca Pontes, Jandaira Fernandes da Silva, Jose Pereira de Queiroz, and Zenóbia Conceição Castro Santana. "Costruzione didattica della geometria e l’uso di materiali concreti come processo di apprendimento." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, October 15, 2020, 46–61. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/formazione-it/costruzione-didattica.

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Abstract:
La ricerca si è distinta per una riflessione didattica che risponde alla necessità di costruzioni sperimentali in classe, con materiali concreti per assistere nel processo di insegnamento e apprendimento della geometria nelle scuole elementari. In questo senso di attribuire un’analisi a questo problema, abbiamo come asse, educazione matematica, come un modo per stimolare gli studenti per lo sviluppo di laboratori in cui hanno mirato alla costruzione di materiali didattici come un processo di apprendimento della matematica. Il processo di costruzione del concetto di geometria che attribui le competenze e le competenze da sviluppare negli studenti in questa fase, ha permesso allo stesso di sviluppare un particolare tipo di pensiero per comprendere, descrivere e rappresentare, in modo organizzato, gli spazi geometrici, informando l’importanza che questo contenuto ha nella loro vita sociale di cittadino. Attraverso la costruzione di figure geometriche con materiali manipolati, studiamo tutti i concetti della figura, attraverso questo strumento, stimolando così l’interesse e la motivazione degli studenti, fornendo loro un ragionamento geometrico e matematico. Le definizioni della geometria possono essere costruite successivamente, prendendo come base la precedente conoscenza degli studenti o meno, in cui sottolineiamo che gli educatori dovrebbero creare attività in cui gli studenti fanno indagini su situazioni legate alle dimensioni geometriche, avendo così esperienze di significato e direzione di se stessi e di qualche figura inserita nello spazio. Tuttavia, per l’assorbimento di questo processo di insegnamento e apprendimento, oltre a presentare teorie agli studenti, è stato necessario mostrare le figure geometriche per le loro caratteristiche fisiche, vale a dire in modo tale che la natura ci fornisce e non solo dalle sue proprietà e concetti definiti. Infine, la ricerca ci ha permesso di analizzare la capacità intellettuale di ogni studente selezionato per questo scopo.
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Poto, Margherita P., and Arianna Porrone. "Co-creazione della ricerca e del sapere nel sistema dell’ecologia integrale." Nordicum-Mediterraneum 16, no. 4b (2022). http://dx.doi.org/10.33112/nm.16.4.5.

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Abstract: To effectively respond to the ecological challenges of our time, our research demands that we become accountable to the relations that we form and the answers that we give. Through the lens of critical analysis and participatory research, we explore the beneficial effects of co-creating knowledge with the help of a specific learning toolkit (LT), built around storytelling and designed to stimulate respectful relationships between participants. In this article, we investigate the implications of co-creating knowledge with a community of learners and research participants within the context of integral ecology, in its objective to develop an integrated understanding of the social relationships of all living beings. Through the lens of illustrated and participatory storytelling, we analyze how the process of looking for common solutions to environmental threats makes the participants reflect on their relational connection to the story and each other. We also observe how the discussion generates a sense of responsibility that comes with bringing a new idea into being. The result is that both education and research become part of the solution to the challenge itself in the shape of a harmonious relational and transformative experience. The solution lies in the recognition of the individual and collective capacity to change systems by changing relationships. We conclude that only through a collective effort towards a common sense of relational accountability and trust, we can heal the wounds of our Planet, and our individual and collective wounds. Sommario: L’analisi delle sfide ambientali del nostro tempo richiede un processo di ricerca formativa, co-creata e relazionale. Attraverso il pensiero critico applicato alla ricerca azione partecipativa (RAP), il presente lavoro si propone di esplorare i benefici di un approccio co-creato nel paradigma dell’ecologia integrale. L’approccio si fonda sulla creazione di laboratori di ricerca e sulla sperimentazione dinamica di materiale didattico (learning toolkit, LT). Il LT è il luogo in cui l’ermeneutica e lo storytelling si incontrano, per la co-creazione di nuovi significati e saperi da parte della comunità coinvolta nell’opera co-creativa. Alcune tecniche adottate nella ricerca formativa, co-creata e relazionale vengono qui esaminate nel contesto dell’ecologica integrale (EI), nella ricerca del suo significato di sistema integrato che comprende le dimensioni relazionali ed emozionali che legano umani e non umani. Il processo dialettico e partecipato intorno a una storia artica sulla ricerca del sapere costituisce un esempio di risposta della comunità scientifica alle sfide ecologiche del nostro tempo e insegna come è possibile sanare le ferite del pianeta attraverso la cura delle ferite relazionali.
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Cappuzzello, Francesco, Clementina Agodi, Luciano Calabretta, Daniela Calvo, Diana Carbone, Manuela Cavallaro, Maria Colonna, et al. "The NUMEN Technical Design Report." International Journal of Modern Physics A 36, no. 30 (October 30, 2021). http://dx.doi.org/10.1142/s0217751x21300180.

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Abstract:
NUMEN proposes an innovative technique to access the nuclear matrix elements entering the expression of the lifetime of the double beta decay by cross-section measurements of heavy-ion induced Double Charge Exchange (DCE) reactions. Despite the fact that the two processes, namely neutrinoless double beta decay and DCE reactions, are triggered by the weak and strong interaction respectively, important analogies are suggested. The basic point is the coincidence of the initial and final state many-body wave functions in the two types of processes and the formal similarity of the transition operators. The main experimental tools for this project are the K800 Superconducting Cyclotron and MAGNEX spectrometer at the INFN-LNS laboratory. However, the tiny values of DCE cross-sections and the resolution requirements demand beam intensities much higher than those manageable with the present facility. The on-going upgrade of the INFN-LNS facilities promoted by the POTLNS a project in this perspective is intimately connected to the NUMEN project. This paper describes the solutions proposed as a result of the R&D activity performed during the recent years. The goal is to develop suitable technologies allowing for the measurements of DCE cross-section under extremely high beam intensities. a PIR01_00005 — potenziamento dell’infrastruttura di ricerca Laboratori Nazionali del Sud per la produzione di fasci di ioni ad alta intensitá.
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Natali, Luca, Paolo Karapedian, and Sofia Elena Merli. "Rievocando Guido Davide Neri." Materiali di Estetica. Terza serie, no. 8.2 (January 10, 2022). http://dx.doi.org/10.54103/mde.i8.2.17008.

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Abstract:
La morte di Guido Davide Neri, di cui quest’anno ricorre il ventennale, ha determinato la presa di coscienza – nei suoi maestri, amici, colleghi e allievi – dell’irreparabilità dell’evento, della definitività del venir meno di una voce così teoreticamente stimolante ed eclettica. Perdita tragicamente vissuta nella cerchia della sua frequentazione, ma, parallelamente, inserita nell’ampio contesto del dibattito culturale nazionale e internazionale, in cui Neri era organicamente inserito. Pare a noi, che non lo abbiamo conosciuto e gli siamo temporalmente più distanti rispetto a quanti ne hanno sinora scritto, quasi inusuale che, a un filosofo mancato da così poco tempo, sia stata consacrata una già così importante quantità di ricerche e studi. Al di là della retorica che spesso accompagna, in ambiente accademico, il ritiro dall’attività didattica o la scomparsa di un docente, e abituati alla necessità della sedimentazione storica per la messa a punto del bilancio storiografico, ci ha stupito l’intensità con cui Neri è stato ricordato e la varietà degli interventi sulla sua figura, l’insegnamento e la produzione scientifica. Se da un lato questo acuisce, in noi, il rimpianto di non averlo incrociato nel mondo, dall’altro stimola la volontà di tornare a lui, al suo pensiero, alle sue opere. Un ritorno che, non mediato dall’influenza personale, potrà certo apparire privo di taluni elementi importanti, come la testimonianza diretta o la compartecipazione a certe esperienze determinanti, ma, insieme, si potrà giovare del giusto distacco critico, trovando ora nel prezioso Fondo Guido Davide Neri, conservato presso l’Università degli Studi di Milano, la fonte privilegiata dell’accesso alla sua opera teorica. Questo, si potrebbe dire, è il fil rouge che accomuna i nostri brevi contributi, diversi per tematiche e occasione di elaborazione, ma tutti contraddistinti dall’interesse e dalla volontà di avvicinare un po’ meglio la figura di Neri: le carte dell’archivio personale per noi hanno rappresentato e rappresentano la possibilità di accedere al suo laboratorio, di scoprire da esse l’uomo e il filosofo e di dare concretezza documentaria alla dialettica tra pensiero, letture ed esperienze. Certo il lavoro da svolgere è ancora molto e solo lo scandaglio approfondito del materiale permetterà di penetrare a fondo l’officina neriana. Quello che noi qui, più limitatamente, offriamo, è soltanto un piccolo esempio di quanto di rilevante e ancora da vedere è racchiuso nei faldoni e aspetta di essere portato alla luce. Il nostro, in altre parole, vorrebbe essere un invito a ripensare Neri attraverso le carte, convinti della loro imprescindibilità ai fini della ricostruzione storico-critica del suo percorso filosofico e coscienti del loro straordinario valore intrinseco (per certi versi anche estetico). Gli interventi che presentiamo – ne siamo convinti – sono poi una ulteriore testimonianza della capacità di Neri e del suo pensiero di porsi in dialogo, anche a distanza, con una sempre nuova varietà di interlocutori.
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Letizia Cinganotto, Silvia Panzavolta, and Elena Mosa. "Quando la webcam è accesa e la testa spenta. Strategie per una didattica attiva in DAD e DDI." IUL Research 2, no. 3 (July 17, 2021). http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v2i3.126.

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Abstract:
La crisi sanitaria generata dalla pandemia sta avendo un impatto profondo e trasformativo sugli assetti globali in ogni settore dell’organizzazione sociale. Il settore dell’istruzione è stato tra quelli più duramente colpiti dal lockdown generalizzato e dalle varie chiusure totali o parziali che si sono susseguite a livello regionale. Le principali problematiche iniziali sono state connesse al digital divide e all’enorme difficoltà, da parte delle scuole, di includere gli studenti più fragili in una situazione di Didattica a Distanza o di Didattica Digitale Integrata. Un ulteriore aspetto critico è emerso in relazione al totale spaesamento di gran parte del personale docente di fronte ad una situazione inedita per la scuola sul panorama mondiale che ha disorientato anche quei docenti che erano già soliti lavorare con le tecnologie a scuola. I dati della prima indagine condotta da Indire durante il lockdown (periodo marzo-giugno 2020, Report pubblicati a luglio e dicembre 2020) confermano queste difficoltà evidenziando che nella maggior parte dei casi, la didattica a distanza si è tradotta in “lezione frontale a distanza”, come nella fase “Substitution”, del modello SAMR di R. Puentedura (2006). I Movimenti di Indire delle Avanguardie educative e delle Piccole Scuole, insieme ad eTwinning, hanno tenuto oltre 200 webinar per le scuole in difficoltà al fine di condividere l’applicazione virtuosa di metodologie didattiche attive quali il Debate, la Flipped Classroom, Making Learning and Thinking Visible o il Digital storytelling. Il Debate consente agli studenti un lavoro che ben si adatta al lavoro in autonomia e in gruppo da remoto. Consiste nel confronto regolamentato tra due o più squadre che sostengono posizioni diverse rispetto ad un tema. La preparazione al Debate, che ha uno specifico protocollo, prevede di realizzare laboratori di ricerca sulle fonti, reperendo esempi, dati ed evidenze per sostenere la propria tesi. Questo lavoro può essere svolto inizialmente in maniera individuale e poi nel piccolo gruppo, all’interno del quale la squadra (PRO o CONTRO) mette a punto la propria strategia argomentativa. La condivisione di fonti, strategie, tecniche di public speaking può senz’altro essere realizzata anche a distanza, attraverso l’uso di piattaforme che aiutano a strutturare le informazioni, così come a realizzare la performance vera e propria. La Flipped è un altro esempio di metodologia che consente una diversa strutturazione del lavoro, che alterna momenti in presenza (in classe) o in sincrono (in DAD) e momenti in asincrono, individuale o in gruppo. Il docente, organizzando dei veri e propri “learning cycles”, può ripensare i tempi della lezione dedicati all’attivazione delle conoscenze, alla costruzione di artefatti o alla problematizzazione di quanto elaborato ibridando momenti di didattica sincrona/asincrona e in presenza/in remoto. Dalla combinazione di queste modalità possiamo avere diverse configurazioni che potrebbero ulteriormente avvalersi anche di gruppi di studenti appartenenti a classi diverse (gruppi eterogenei per età, classi parallele, ecc.). Con MLTV, invece, abbiamo l’utilizzo di particolari protocolli che stimolano il group learning e aiutano ad appropriarsi di particolari forme di pensiero profondo, come le Thinking Routine, ottimi dispositivi per imparare a partire dalle idee e dal pensiero degli altri, anche a distanza. Inoltre, grazie alla documentazione educativa come chiave di valutazione formativa, offre importanti elementi per la fornitura di feedback efficaci agli studenti. Infine, il lavoro sul curricolo, riorganizzando i nuclei fondanti delle discipline in forma di storytelling, offre una modalità di ricucire i saperi attraverso la lente della scrittura creativa. Tali metodologie hanno contribuito ad un ripensamento delle pratiche di insegnamento/apprendimento e valutazione e hanno restituito quella centralità dello studente che mai, come adesso, era necessaria per tenere acceso l’interesse (oltre che la webcam!). Nell’articolo verranno esemplificate alcune buone pratiche di applicazione di queste metodologie.
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