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Dissertations / Theses on the topic 'L'Istria e el Trentino'

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Milkovic, Marijana <1984&gt. "Vicende del teatro veneziano del Settecento in relazione con l'Istria." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/8292.

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Abstract:
Il legame tra Venezia e Capodistria consiste nello scambio epistolare tra gli intellettuali ed esponenti di letteratura e cultura delle due sponde, giro delle opere e di idee. La composizione delle opere teatrali e dei trattati sul teatro rappresenta per gli autori capodistriani, uomini tipici del Settecento, un tentativo di misurarsi nelle discipline letterarie in moda nel periodo. Tra queste c’è anche il genere drammatico. È inoltre presente il desiderio di essere creatori della vita culturale veneziana e di rialzare la propria città, ormai afflitta dalle ristrettezze e difficoltà economiche, in un centro alla pari. I due personaggi di spicco sono il conte Gian Rinaldo Carli e il marchese Girolamo Gravisi. Il primo si inserisce nell’ambiente veneziano (e milanese) e compone il trattato Dell’indole del teatro tragico, uscito in due edizioni a distanza di quattro decenni, applicando nella seconda notevoli modifiche. Gravisi invece, rimasto nella natale Capodistria, rappresenta con il suo teatrino di famiglia e l’impegno nell’Accademia dei Risorti il centro della vita teatrale della cittadina istriana.
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Ivetic, Egidio. "Periferia adriatica: l'Istria veneta nell'ultimo dominio della Serenissima: dimensione provinciale, economia e società." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 1998. http://hdl.handle.net/10579/284.

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Schissatti, Luciana Cristina Souza. "Interrogativas - WH no dialeto trentino de rodeio." Florianópolis, SC, 2004. http://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/87655.

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Abstract:
Tese (doutorado) - Universidade Federal de Santa Catarina, Centro de Comunicação e Expressão. Programa de Pós-Graduação em Lingüística.
Made available in DSpace on 2012-10-21T23:36:45Z (GMT). No. of bitstreams: 1 211877.pdf: 1118440 bytes, checksum: c570dee1e57c1b531c5881219790e082 (MD5)
Este trabalho tem por objetivo descrever e analisar, sob o enfoque gerativista, o comportamento sintático de interrogativas-wh matrizes no dialeto trentino falado em Rodeio, no estado de Santa Catarina. Para isso, realizamos uma coleta de dados com falantes bilíngües do dialeto trentino/português. O estudo enfoca três fenômenos específicos: a possibilidade de o elemento-wh permanecer in situ; o fenômeno de inversão do sujeito clítico (ISC); e o deslocamento do elemento-wh para a periferia esquerda da sentença, seguido ou não por 'che' e 'è che'.
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Cierny, Jan. "Prähistorische Kupferproduktion in den südlichen Alpen : Region Trentino Orientale /." Bochum : Dt. Bergbau-Museum, 2008. http://bvbr.bib-bvb.de:8991/F?func=service&doc_library=BVB01&doc_number=017753199&line_number=0001&func_code=DB_RECORDS&service_type=MEDIA.

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Boso, Ivette Marli. "Entre passado e futuro : bilinguismo em uma comunidade trentino - brasileira." reponame:Repositório Institucional da UFSC, 1991. http://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/75765.

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Abstract:
Dissertação (mestrado) - Universidade Federal de Santa Catarina. Centro de Comunicação e Expressão
Made available in DSpace on 2012-10-16T04:13:47Z (GMT). No. of bitstreams: 0Bitstream added on 2016-01-08T17:19:04Z : No. of bitstreams: 1 88702.pdf: 15227289 bytes, checksum: 0b2ae56ef0cfb48b82c3abc1e0b8ee63 (MD5)
Esta dissertação estuda uma comunidade bilíngüe do sul do Brasil, colonizada por imigrantes italianos (trentinos) a partir de 1875. Trata-se do município de Nova Trento, Santa Catarina, que apresenta uma configuração bilíngüe complexa, onde o comportamento linguístico em relação à língua ou ao dialeto varia nas diversas comunidades. A 1a e a 2a partes apresentam algumas considerações históricas sobre a imigração trentina no sul do país, acompanhadas por um "mapeamento" étnico-lingüístico de Nova Trento, que demonstra em quais fases de aculturação dialetal se encontra cada uma das suas vinte e quatro localidades. Na parte seguinte, através da análise das redes de comunicação, procuramos identificar quais os fatores responsáveis pela manutenção ou desaparecimento do dialeto italiano em duas áreas distintas: a rural de maior grau de bilingüismo em confronto com a urbana. A esta etapa, segue um estudo propriamente linguístico, que verifica a fluência dialetal em cada grupo de informantes. Por fim, foram feitas algumas considerações sobre os "problemas" que uma situação de bilíngüe comporta, especialmente aqueles de caráter psico-pedagógico.
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Ress, Anna. "Convenzioni e convinzioni. L'apprendimento della matematica nel sistema formativo trentino." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2010. https://hdl.handle.net/11572/367823.

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Abstract:
Si tratta di una ricerca sui fattori che intervengono nell'apprendimento della matematica, a livello scolastico secondario di II grado, condotta attraverso un'analisi delle convinzioni, intese come attitudini, attribuzioni, aspettative e stereotipi. La ricerca mette in luce i processi interazionali che intervengono nel concetto di sè matematico, negli stili attribuzionali di successo e insuccesso e nella socializzazione, primaria e secondaria, ai ruoli di genere.
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Ress, Anna. "Convenzioni e convinzioni. L'apprendimento della matematica nel sistema formativo trentino." Doctoral thesis, University of Trento, 2010. http://eprints-phd.biblio.unitn.it/221/1/Tesi_Anna_Ress_Marzo_2010_DOTT_TN.pdf.

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Abstract:
Si tratta di una ricerca sui fattori che intervengono nell'apprendimento della matematica, a livello scolastico secondario di II grado, condotta attraverso un'analisi delle convinzioni, intese come attitudini, attribuzioni, aspettative e stereotipi. La ricerca mette in luce i processi interazionali che intervengono nel concetto di sè matematico, negli stili attribuzionali di successo e insuccesso e nella socializzazione, primaria e secondaria, ai ruoli di genere.
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Cattadori, Isabella M. C. "Temporal dynamics and spatial patterns of galliform birds in Trentino - Italy." Thesis, University of Stirling, 1999. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.311690.

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Squintu, Antonello Angelo. "Daily temperature trends in Trentino Alto Adige over the last century." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8310/.

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Abstract:
Numerosi lavori apparsi sulla letteratura scientifica negli ultimi decenni hanno evidenziato come, dall’inizio del XX secolo, la temperatura media globale sia aumentata. Tale fenomeno si è fatto più evidente dagli anni ’80, infatti ognuno degli ultimi tre decenni risulta più caldo dei precedenti. L’Europa e l’area mediterranea sono fra le regioni in cui il riscaldamento risulta più marcato, soprattutto per le temperature massime (dal 1951 sono cresciute di +0.39 °C per decennio) che hanno mostrato trend maggiori delle minime. Questo comportamento è stato osservato anche a scala nazionale (+0.25°C/dec per le massime e +0.20°C/dec per le minime). Accanto all’aumento dei valori medi è stato osservato un aumento (diminuzione) degli eventi di caldo (freddo) estremo, studiati attraverso la definizione di alcuni indici basati sui percentili delle distribuzioni. Resta aperto il dibattito su quali siano le cause delle variazioni negli eventi estremi: se le variazioni siano da attribuire unicamente ad un cambiamento nei valori medi, quindi ad uno shift rigido della distribuzione, o se parte del segnale sia dovuto ad una variazione nella forma della stessa, con un conseguente cambiamento nella variabilità. In questo contesto si inserisce la presente tesi con l’obiettivo di studiare l’andamento delle temperature giornaliere sul Trentino-Alto-Adige a partire dal 1926, ricercando cambiamenti nella media e negli eventi estremi in due fasce altimetriche. I valori medi delle temperature massime e minime hanno mostrato un evidente riscaldamento sull’intero periodo specialmente per le massime a bassa quota (`0.13 ̆ 0.03 °C/dec), con valori più alti per la primavera (`0.22 ̆ 0.05 °C/dec) e l’estate (`0.17 ̆ 0.05 °C/dec). Questi trends sono maggiori dopo il 1980 e non significativi in precedenza. L’andamento del numero di giorni con temperature al di sopra e al di sotto delle soglie dei percentili più estremi (stimate sull’intero periodo) indica un chiaro aumento degli estremi caldi, con valori più alti per le massime ad alta quota ( fino a +26.8% per il 99-esimo percentile) e una diminuzione degli estremi freddi (fino a -8.5% per il primo percentile delle minime a bassa quota). Inoltre, stimando anno per anno le soglie di un set di percentili e confrontando i loro trend con quelli della mediana, si è osservato, unicamente per le massime, un trend non uniforme verso temperature più alte, con i percentili più bassi (alti) caratterizzati da trend inferiori (superiori) rispetto a quello della mediana, suggerendo un allargamento della PDF.
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Delama, Cecilia. "La riforma ceciliana in Trentino tra Italia e Germania (1890-1920)." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2022. http://hdl.handle.net/11572/341322.

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Abstract:
This doctoral thesis investigates the dynamics of reform of liturgical sacred music - the so-called "Cecilian" period - which affected the European Catholic world from the end of the 19th century, and In Trentino it was characterized by an intense and peculiar dialogue between Germany - place of origin of the main inspirers of the reform - and Italy. The research was based on several aspects. The assumption on which this thesis is based is the knowledge of the diocesan music collections kept at the Vigilianum Diocesan Library, of which the candidate personally oversaw the cataloging. These are four musical collections that in total they cover a time span of almost two centuries (from the end of the 18th century to the mid-twentieth century) and testify to the nature and consistency of musical training in the ecclesiastical circles of Trentino, but also the dynamics and results of the Cecilian reform. Initially it was necessary to carry out a census of the sources - never dealt with before - which brought to light, on the one hand, the documents kept in the archives and libraries of Trentino concerning the activity of the Cecilian Society of Trentino, of the Musical Chapel of the Trento Cathedral, of the Local Cecilian societies and other institutions involved. On the other hand the correspondence relating to exchanges with the Trentino and Italian environment preserved in the Bischöfliches Zentralarchiv und Bischöfliche Zentralbibliothek Regensburg. Fundamental to the historical reconstruction of this reform was, moreover, the systematic analysis of the main newspapers of the time in the period in question, i.e. from 1889 to 1920, which made it possible to create a conspicuous archive of musical chronicles, of news of reception of the reform and performance of various kinds of music in Trentino. Finally, to complete this musicological thesis, some of the many passages of the sacred and liturgical popular tradition in use at the time were collected and transcribed. Part of this rich documentation has been collected in the second volume (documentary appendix) and in the third volume (musical appendix) that complete the dissertation. The actual treatment (volume I) approaches the research subject with a multidisciplinary look: the Cecilian reform itself, in fact, did not limit itself to reforming liturgical chant, sacred music and organ building, but in fact intertwined with the history of institutions, with school, theater and popular singing. The setting of the thesis takes into account the supranational dimension of the reform (introduction) with which the small local societies had to confront, and then deepen, with a reading from the particular to the general, the history of the Trentino Cecilian Society, one of the longest-lived Cecilian associations (chapter I), the specific areas of activity of the reformers from Trentino, namely Christian liturgical chant, polyphony and sacred music and organ building (chapter II). Chapter III explores some collateral areas with which the reform interacted and investigates more deeply the relationship with the German environment from an institutional, ideological point of view and about the spread of the repertoire. Finally, the closing epilogue outlines the subsequent outcomes of the reform in the first half of the twentieth century, which remains, however, a partially unexplored era, with possible traces for new research.
La presente tesi dottorale indaga le dinamiche di riforma della musica sacra liturgica – il cosiddetto periodo “ceciliano” – che interessò il mondo cattolico europeo a partire dalla fine del XIX secolo, e che in Trentino fu caratterizzato da un intenso e peculiare dialogo con la Germania – luogo di origine dei principali ispiratori della riforma – e con l’Italia. La ricerca che ha condotto alla stesura di questa dissertazione è stata varia e articolata su più fronti. Il presupposto su cui questa tesi si basa è la conoscenza delle collezioni musicali diocesane conservate presso la Biblioteca Diocesana Vigilianum, di cui la candidata ha curato personalmente il riordino e la catalogazione, tra il 2016 e il 2019: si tratta di quattro fondi musicali che complessivamente coprono un arco temporale di quasi due secoli (dalla fine del Settecento alla metà del Novecento) e che testimoniano la natura e la consistenza della formazione musicale negli ambienti ecclesiastici trentini, ma anche le dinamiche e gli esiti della riforma ceciliana. Inizialmente è stato necessario svolgere un censimento delle fonti – mai affrontato prima – che ha portato alla luce, da un lato i documenti conservati negli archivi e nelle biblioteche trentine inerenti l’attività della Società Ceciliana Trentina, della Cappella Musicale della Cattedrale di Trento, delle Società Ceciliane territoriali e di altre istituzioni coinvolte; dall’altro i carteggi relativi alle relazioni e agli scambi con l’ambiente trentino e italiano conservati nella Bischöfliches Zentralarchiv und Bischöfliche Zentralbibliothek Regensburg. Fondamentale ai fini della ricostruzione storica di questa riforma è stato, inoltre, lo spoglio sistematico dei principali giornali dell’epoca nel periodo interessato, ovvero dal 1889 al 1920, che ha consentito di creare un cospicuo archivio di cronache musicali, di notizie di recezione della riforma e di esecuzione di musica di vario genere nelle valli trentine. Infine, a completamento di questa tesi musicologica, si è raccolto e trascritto alcuni dei moltissimi brani della tradizione popolare sacra e liturgica in uso all’epoca. Parte di questa ricca documentazione è stata raccolta nel secondo volume (appendice documentaria) e nel terzo volume (appendice musicale) che corredano la dissertazione. La trattazione vera e propria (I volume) approccia la materia di ricerca con uno sguardo multidisciplinare: la riforma ceciliana stessa, infatti, non si limitò a riformare canto liturgico, musica sacra e organaria ma di fatto si intrecciò con la storia delle istituzioni, con la scuola, il teatro e il canto popolare. L’impostazione della tesi tiene conto della dimensione sovranazionale propria della riforma (introduzione) con cui le piccole Società locali dovettero confrontarsi, per poi approfondire, con una lettura dal particolare al generale, la storia della Società Ceciliana Trentina, una delle più longeve associazioni ceciliane (capitolo I), gli ambiti specifici di attività dei riformatori trentini, ovvero canto liturgico cristiano, polifonia e musica sacra e organaria (capitolo II). Nel capitolo III vengono approfonditi alcuni ambiti collaterali con cui la riforma interagì e indagato più a fondo il rapporto con l’ambiente tedesco dal punto di vista istituzionale, ideologico e circa la diffusione del repertorio. Infine nell’epilogo di chiusura si tratteggiano gli esiti successivi della riforma nella prima metà del XX secolo, che rimane, tuttavia, un’epoca in parte inesplorata, con possibili tracce per nuove ricerche.
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Gardumi, Lorenzo. "Violenza e giustizia in Trentino tra guerra e dopoguerra (1943-1948)." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2010. https://hdl.handle.net/11572/368679.

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Abstract:
La tesi prende in considerazione il periodo immediatamente postbellico del Trentino uscito dal secondo conflitto mondiale. Descrive la situazione politica, economica e sociale della provincia soprattutto in relazione allo svilupparsi di una forte ondata di criminalità e delinquenza, frutto della guerra appena conclusa e delle ideologie che l'avevano accompagnata. L'opera di educazione delle generazioni più giovani alla democrazia e ad una vita civile e pacifica doveva passare attraverso il giudizio sulle responsabilità di chi aveva condotto alla guerra (fascismo) e di chi aveva aiutato l'occupante tedesco tra il 1943 e il 1945 (collaborazionismo).
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Gardumi, Lorenzo. "Violenza e giustizia in Trentino tra guerra e dopoguerra (1943-1948)." Doctoral thesis, University of Trento, 2010. http://eprints-phd.biblio.unitn.it/318/1/VIOLENZA_E_GIUSTIZIA_IN_TRENTINO_TRA_GUERRA_E_DOPOGUERRA_(1943-1948).pdf.

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Abstract:
La tesi prende in considerazione il periodo immediatamente postbellico del Trentino uscito dal secondo conflitto mondiale. Descrive la situazione politica, economica e sociale della provincia soprattutto in relazione allo svilupparsi di una forte ondata di criminalità e delinquenza, frutto della guerra appena conclusa e delle ideologie che l'avevano accompagnata. L'opera di educazione delle generazioni più giovani alla democrazia e ad una vita civile e pacifica doveva passare attraverso il giudizio sulle responsabilità di chi aveva condotto alla guerra (fascismo) e di chi aveva aiutato l'occupante tedesco tra il 1943 e il 1945 (collaborazionismo).
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Borgia, Alessandra. "Torbiere di montagna: mappatura e stato delle torbiere del Trentino-Alto Adige." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/23068/.

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Abstract:
Le torbiere, nonostante rappresentino importanti riserve di carbonio organico, svolgendo quindi un ruolo essenziale nella mitigazione al cambiamento climatico, sono considerate tra gli habitat maggiormente a rischio, la cui tutela risulta fondamentale. Il presente elaborato, attraverso l’identificazione delle principali torbiere presenti in parte del territorio regionale del Trentino-Alto Adige, si pone due obiettivi: (i) lo sviluppo e l’analisi di una metodologia per la mappatura delle torbiere alpine e (ii) la stima, attraverso l’esaminazione di campioni prelevati nella zona dell’Alta Val Rendena, della quantità di carbonio organico da esse immagazzinato. Tramite l’uso del software QGIS sono state mappate 71 torbiere, la cui presenza sul territorio è stata certificata dalla consultazione di diverse fonti di dati. Queste torbiere sono state utilizzate come classe di “verità a terra”, che, in aggiunta ad altre classi, ovvero acqua, suolo, prato, roccia, seminativo 1-2-3-4, urbano, bosco e neve, hanno permesso di effettuare, attraverso il software SNAP, una classificazione Random Forest, applicata ad alcune immagini satellitari Sentinel-2. La seconda attività, svoltasi a Madonna di Campiglio, ha previsto il campionamento della torba presente in quattro torbiere. I risultati mostrano che la classificazione Random Forest causa una sovrastima delle aree di torba, specialmente nelle zone coperte da seminativo, prato e bosco. Dai risultati delle analisi svolte in laboratorio si evince che la densità apparente secca ha valori maggiori a profondità di campionamento comprese tra 50 e 100 cm. Il contenuto di carbonio organico immagazzinato per volume di suolo, invece, presenta valori medi meno variabili. Le quantità di carbonio organico più elevate si trovano all’interno dei campioni prelevati a profondità comprese tra i 50 e 180 cm.
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Leopoldino, Everton Altmayer. "O dialeto trentino da colônia tirolesa de Piracicaba: aspectos fonéticos e lexicais." Universidade de São Paulo, 2014. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/8/8148/tde-14052015-132609/.

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Abstract:
A Colônia Tirolesa de Piracicaba, no estado de São Paulo, é formada por dois bairros rurais, Santana e Santa Olímpia, e preserva o dialeto trentino (ali chamado tirolês) desde os anos de sua fundação, entre 1892 e 1893. O dialeto trentino ainda falado pelos descendentes mais velhos da comunidade foi trazido pelos fundadores da colônia, imigrantes saídos de Romagnano, Sardagna, Cortesano, Vigo Meano e Albiano, localidades próximas à cidade de Trento (em alemão, Trient), capital do antigo Principado Episcopal de Trento no interno do domínio austríaco e no Sacro Império Romano-Germânico até 1810, centro cultural e administrativo do Tirol Italiano (em alemão Welschtirol) no governo austro-húngaro de 1864 a 1918, e atual capital administrativa da Província Autônoma de Trento e da Região Autônoma Trentino-Tirol do Sul, pertencente à Itália desde 1919. O presente trabalho propõe analisar os aspectos fonéticos e lexicais do trentino piracicabano em suas duas variantes dialetais, próprias a cada um dos bairros que compõem, juntos, a Colônia Tirolesa de Piracicaba, confrontando algumas de suas principais características com o atual dialeto trentino europeu do Vale do Ádige, na Itália, e apresentando os resultados fonéticos e lexicais do contato linguístico entre o dialeto trentino e o português brasileiro da região de Piracicaba. Acreditamos que as análises servirão para um melhor conhecimento sobre a realidade linguística da colonização tirolesa, bem como para uma compreensão mais abrangente acerca da imigração trentina no interno da comumente chamada imigração italiana no Brasil, demonstrando que aspectos como a identidade, a memória e, sobretudo, a diversidade linguística, são importantes na composição social dos brasileiros.
The two districts of Santana and Santa Olímpia in the city of Piracicaba, state of São Paulo, together constitute the Tyrolean Colony of Piracicaba, which preserves the Trentinian dialect (called tirolés in these areas) since the times of its foundation, between 1892 and 1893. This Trentinian dialect, still spoken by the oldest members of the community, was brought there by the founders of the Colony, immigrants from Romagnano, Sardagna, Cortesano, Vigo Meano and Albiano, small villages near the city of Trent (Trento in Italian or Trient in German) - which served as capital of the former Prince-Bishopric of Trent, in the Austrian circle of the Holy Roman Empire until 1810, then as cultural and administrative center of the Italian Tyrol (Welschtirol in German) during the Austro-Hungarian Empire, from 1864 to 1918, and finally as the capital of the Autonomous Province of Trent and of the Autonomous Region Trentino-South Tyrol, which belongs to Italy since 1919. The present work aims to analyze the phonetic and lexical aspects of the Trentinian dialect of Piracicaba in its two variants, each one inherent to one of the two neighborhoods which together form the Tyrolean Colony of Piracicaba, comparing some of its main characteristics with the present Trentinian European dialect from the Adige Valley, in Italy, and presenting the phonetic and lexical results of the language contact between the Trentinian dialect and the Brazilian Portuguese in the region of Piracicaba. We believe that these analyses will lead to a better understanding of the linguistic situation of the Tyrolean colonization, as well as a broader comprehension of the Trentinian immigration inside the so called Italian immigration in Brazil, thus demonstrating that aspects such as identity, memory and especially the linguistic diversity are of utmost importance in the social composition of Brazilians.
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Marco, Elizete Aparecida De. "A trajetória e presença por talian e do dialeto trentino em Santa Catarina." Florianópolis, 2009. http://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/92939.

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Abstract:
Dissertação (mestrado) - Universidade Federal de Santa Catarina, Centro de Ciências da Educação, Programa de Pós-Graduação em Educação, Florianópolis, 2009.
Made available in DSpace on 2012-10-24T14:22:46Z (GMT). No. of bitstreams: 1 269215.pdf: 2337918 bytes, checksum: 53dd8e5a7ccd31a88fc4510a822936a0 (MD5)
O presente estudo busca traçar a trajetória histórica e sociolingüística do Talian no município de Concórdia e do dialeto Trentino no município de Rodeio, ambos no estado de Santa Catarina, desde sua chegada com os imigrantes italianos até os dias atuais. Tendo como objetivo, analisar o caminho percorrido por essas línguas de imigração e suas relações com o ensino da língua Italiana standard ou padrão, por meio dos professores, alunos e principalmente pelos seus falantes. Analisa-se o Talian e o dialeto Trentino sob a luz da identidade étnica e da perspectiva intercultural, especialmente frente à Declaração dos Direitos Lingüísticos, proclamada no ano de 1996, em Barcelona. Trata também dos aspectos culturais e lingüísticos do Talian e do dialeto Trentino falados em Santa Catarina, discutindo sobre as características do falante dialetal que são evidenciadas na pronúncia da língua portuguesa. Reflete-se sobre o lugar cultural que as raízes linguisticas desse grupo ocupam junto às gerações atuais, considerando de um lado, o crescente processo de extinção de línguas minoritárias e de outro, o movimento sul brasileiro que luta para que o Talian seja reconhecido como Patrimônio Imaterial do Brasil.
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Carrer, Francesco. "Etnoarcheologia dei Paesaggi Pastorali nelle Alpi: Strategie Insediative Stagionali d'Alta Quota in Trentino." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2012. https://hdl.handle.net/11572/368070.

Full text
Abstract:
This research deals with the study of current pastoral seasonal settlement patterns in the uplands of Val di Fiemme (Trentino province), in order to create a quantitative locational model for predicting archaeological pastoral site locations. In fact, few archaeological sites related to pastoral economy are known in the Alps, and this lack of data affects the interpretation of the ancient pastoral strategies. A predictive model could be useful to identify new sites and to optimize archaeological surveys in mountain environments. However, inductive predictive modelling is considered a field with many unresolved theoretical problems. Ethnoarchaeology of pastoralism seems to be a good method to provide a behavioural framework for predictive modelling, and the interaction with quantitative approaches may be worthwhile to improve the ethnoarchaeological methods and theory as well. The ethnoarcheological research is divided into two parts: a “desk ethnoarchaeology†, the spatial analysis of the relationship between current pastoral/dairying sites (malghe) and mountain environment of Val di Fiemme, in order to create an inductive predictive model; and a “field ethnoarchaeology†, the study of the relationship between modern shepherds/dairymen and environment, in order to understand their locational strategies. The interaction between the first and the second part has enabled the interpretation of the settlement pattern of modern malghe in Val di Fiemme. It has hence been assumed that the model can predict the location of modern and ancient dairying sites, as the malghe are mainly related to milking, milk-processing and cheese storing activities. The final step has been the archaeological evaluation. The predictive model doesn’t predict the location of Mesolithic hunting sites in the uplands of Val di Fiemme. It predicts instead the location of some dry-stone enclosures in the upland valleys of Ortisé (Mezzana, Val di Sole, TN), while it doesn’t predict the location of rock-shelters in the same area. It has therefore been assumed that enclosures were linked to dairying economy and rock-shelters to simple (“dry†) pastoralism. Further qualitative tests of the model have been carried out in different areas of the Alpine arc. These results allow two different application of the model: a “predictive†application, aimed at finding new pastoral sites in the uplands, and an “interpretative†application, aimed at discriminating hunting sites and simple pastoral sites from dairying sites. Furthermore, this model has suggested that the interaction between predictive modelling and ethnoarchaeology is useful to tackle the theoretical and methodological problems of these fields of research.
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Carrer, Francesco. "Etnoarcheologia dei Paesaggi Pastorali nelle Alpi: Strategie Insediative Stagionali d'Alta Quota in Trentino." Doctoral thesis, University of Trento, 2012. http://eprints-phd.biblio.unitn.it/759/1/Carrer-Etnoarcheologia_Paesaggi_Pastorali_PhD2012.pdf.

Full text
Abstract:
This research deals with the study of current pastoral seasonal settlement patterns in the uplands of Val di Fiemme (Trentino province), in order to create a quantitative locational model for predicting archaeological pastoral site locations. In fact, few archaeological sites related to pastoral economy are known in the Alps, and this lack of data affects the interpretation of the ancient pastoral strategies. A predictive model could be useful to identify new sites and to optimize archaeological surveys in mountain environments. However, inductive predictive modelling is considered a field with many unresolved theoretical problems. Ethnoarchaeology of pastoralism seems to be a good method to provide a behavioural framework for predictive modelling, and the interaction with quantitative approaches may be worthwhile to improve the ethnoarchaeological methods and theory as well. The ethnoarcheological research is divided into two parts: a “desk ethnoarchaeology”, the spatial analysis of the relationship between current pastoral/dairying sites (malghe) and mountain environment of Val di Fiemme, in order to create an inductive predictive model; and a “field ethnoarchaeology”, the study of the relationship between modern shepherds/dairymen and environment, in order to understand their locational strategies. The interaction between the first and the second part has enabled the interpretation of the settlement pattern of modern malghe in Val di Fiemme. It has hence been assumed that the model can predict the location of modern and ancient dairying sites, as the malghe are mainly related to milking, milk-processing and cheese storing activities. The final step has been the archaeological evaluation. The predictive model doesn’t predict the location of Mesolithic hunting sites in the uplands of Val di Fiemme. It predicts instead the location of some dry-stone enclosures in the upland valleys of Ortisé (Mezzana, Val di Sole, TN), while it doesn’t predict the location of rock-shelters in the same area. It has therefore been assumed that enclosures were linked to dairying economy and rock-shelters to simple (“dry”) pastoralism. Further qualitative tests of the model have been carried out in different areas of the Alpine arc. These results allow two different application of the model: a “predictive” application, aimed at finding new pastoral sites in the uplands, and an “interpretative” application, aimed at discriminating hunting sites and simple pastoral sites from dairying sites. Furthermore, this model has suggested that the interaction between predictive modelling and ethnoarchaeology is useful to tackle the theoretical and methodological problems of these fields of research.
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Anderson, Joanne W. "The Magdalen fresco cycles of the Trentino, Tyrol and Swiss Grisons, c.1300-c.1500." Thesis, University of Warwick, 2009. http://wrap.warwick.ac.uk/3111/.

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Abstract:
This thesis presents and contextualises a distinct cluster of fresco cycles depicting the life of Mary Magdalen in the central-eastern Alpine regions of Trentino, Tyrol and the Swiss Grisons from the late middle ages to the early Renaissance. Located for the most part in the marginal rural parish ambit and reflecting the agenda of the local patron, these cycles offer an alternate manifestation of the popularity and relevence of a major saint at this time. As such my thesis is a corrective to the precedence placed on the role of the mendicant orders in the development and transmission of the Magdalen cult and its visual canon. Through a series of interrelated case study chapters, I examine the narrative mural paintings found in the churches of Dusch, Rencio, Vadena, Seefeld, Cusiano and Pontresina, with three further appendices presenting relevant comparative works and restoration details. Each chapter sheds light on a neglected but crucial area of late medieval painting, drawing to the fore their individual interpretations of the Magdalen cult but also their affinities to one another. In particular, my thesis establishes the possibility of diverse patronage sources, modes of image reception and access. Moreover, it documents the sophisticated handling of issues such as gender, religious drama and the relevance of the life cycle liturgies, all of which contribute to the many iconographical innovations. In the absence of mendicant association, I suggest that the transmission of the visual cult of Mary Magdalen was made possible by itinerant artists and workshops, as well as a generational network of influence radiating from regional centres. As a result, my thesis contributes to a growing interest in the organisation, life and relevance of rural parish churches and communes and particularly those in remote areas.
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Clark, Royston Helm. "The Mesolithic hunters of the Trentino : a case study in hunter-gatherer settlement and subsistence." Thesis, University of Southampton, 1999. https://eprints.soton.ac.uk/42319/.

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Abstract:
This dissertation contributes to the understanding of Mesolithic settlement and subsistence change through a regional case study of archaeological data from the Trentino in northern Italy. It is argued in this thesis that in order to understand this period of hunter-gatherer prehistory, it is necessary to examine both animal bones and lithic material. These represent the main forms of archaeological evidence recorded from a series of valley bottom rock shelter and open air high altitude sites in the Trentino. An interpretative framework using risk based models is broadly applied to these data. Risk management is considered from the perspective of maintaining necessary dietary levels, through maximising the nutritional value of animal resources (animal bone data) and by tool technology (lithic materials). Butchery data are considered as evidence for hunters obtaining important sources of nutrition, including carbohydrates and vitamins, through marrow and bone grease extraction (e.g. Speth 1991). Mesolithic stone tools are examined in terms of the risks of failing to kill or capture hunted animals - through the application of 'maintainable' and 'reliable' aspects of microlithic technology and its residue (e.g. Torrence 1989). The extraction and provisioning of raw materials required to manufacture and repair hunting technology also provides a regional perspective to stone tool using strategies. Broadly, the rock shelters contain long term data-sets of animal bones and lithics. These provide a diachronic perspective to subsistence change. The open air sites offer a contrasting spatial perspective of Mesolithic settlement sites. Lithic material and site location, in relation to the surrounding topography, provides a framework for interpreting subsistence activities. The Grotta d'Ernesto cave provides further subsistence data related directly to ibex and red deer hunting. The combined study of animal bones and lithics, together with longterm and spatial perspectives provides a framework for then extending the scale of analysis from site based to regional in scale. Changes in settlement patterns are related to environmental processes that included increases in forest density, a reduction in mountain pasture areas and increased resource diversity in the valley bottom areas. Early Mesolithic subsistence is thus characterised as having a high altitude summer hunting component in which significant numbers of animals were killed and processed, while the later Mesolithic populations focused settlement and subsistence strategies in the lower altitude areas throughout the year.
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OREFICE, MARINA. "Rilevazione e monitoraggio delle comunità di pratica. I processi di apprendimento nel Credito Cooperativo Trentino." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/317.

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Abstract:
Lo scopo del presente lavoro e' mostrare i principali risultati ottenuti da una ricerca su un contesto organizzativo specifico considerato un sistema sociale di apprendimento. l'argomento e' stato sviluppato all'interno del framework concettuale sull'apprendimento situato e sulle comunità di pratica. la ricerca ha riguardato un network di banche, il credito cooperativo trentino, localizzato in trentino alto Adige. Attraverso un approccio qualitativo, sono state rilevate le principali pratiche manageriali e formative promettenti per lo sviluppo di comunità di pratica. La tesi sottolinea le implicazioni metodologiche e il dispositivo metodologico attraverso cui è stato possibile intercettare la conoscenza in azione e la connessione tra organizzare, conoscere e apprendere.
The aim of this thesis is to present the main results obtained from research into a specific organizational context that can be seen as a learning social system. This matter has developed from a theoretical framework of situated learning and communities of practice. The research concerned a network of banks, mainly that of the Credito Cooperativo Trentino (CCT), located in Trentino Alto Adige, one of Italy's northern regions. using a qualitative approach, it has been possible to point out the most relevant training and managerial practices that encourage the development of CoP. The thesis highlights the methodological implications and the qualitative devices by which it has been possible to intercept knowledge in action and the connection between organizing, knowing and learning.
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OREFICE, MARINA. "Rilevazione e monitoraggio delle comunità di pratica. I processi di apprendimento nel Credito Cooperativo Trentino." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/317.

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Abstract:
Lo scopo del presente lavoro e' mostrare i principali risultati ottenuti da una ricerca su un contesto organizzativo specifico considerato un sistema sociale di apprendimento. l'argomento e' stato sviluppato all'interno del framework concettuale sull'apprendimento situato e sulle comunità di pratica. la ricerca ha riguardato un network di banche, il credito cooperativo trentino, localizzato in trentino alto Adige. Attraverso un approccio qualitativo, sono state rilevate le principali pratiche manageriali e formative promettenti per lo sviluppo di comunità di pratica. La tesi sottolinea le implicazioni metodologiche e il dispositivo metodologico attraverso cui è stato possibile intercettare la conoscenza in azione e la connessione tra organizzare, conoscere e apprendere.
The aim of this thesis is to present the main results obtained from research into a specific organizational context that can be seen as a learning social system. This matter has developed from a theoretical framework of situated learning and communities of practice. The research concerned a network of banks, mainly that of the Credito Cooperativo Trentino (CCT), located in Trentino Alto Adige, one of Italy's northern regions. using a qualitative approach, it has been possible to point out the most relevant training and managerial practices that encourage the development of CoP. The thesis highlights the methodological implications and the qualitative devices by which it has been possible to intercept knowledge in action and the connection between organizing, knowing and learning.
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RINALDI, MONICA FERNANDA. "Modellazione dell’impatto del cambiamento climatico sulla interazione pianta - patogeni a livello regionale nel Trentino – Italia." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1747.

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Abstract:
Il controllo in agricoltura delle malattie causate da patogeni fungini può essere effettuato attraverso l’uso di modelli di previsione che si basano comunemente sul monitoraggio in tempo reale di una serie di variabili di input. Queste informazioni generalmente combinano dati metereologici locali con modelli matematici costruiti allo scopo di predire il rischio di malattie. Il processo decisionale si attiva quando un avvertimento sul potenziale rischio viene riconosciuto da parte dei modelli. Diversi modelli epidemiologici sono stati sviluppati e validati nel mondo. Negli Stati Uniti d’America, ad esempio, l’università della California ha sviluppato un supporto decisionale on-line per gestire la coltura secondo i principi della lotta integrata (Integrated Pest Management - IPM). Ciascun agricoltore può consultare il proprio database informativo e prendere decisioni sui trattamenti da effettuare basandosi su dati sito-specifici. Le difficoltà sorgono quando non sono disponibili dati meteorologici da stazioni poste nelle vicinanze del sito in studio o per le zone montane caratterizzate da una forte variabilità altimetrica. Inoltre i dati meteorologici disponibili possono presentarsi in formato non adeguato rispetto alle esigenze del modello previsionale. Con l’intento di avere una visione regionale e una maggiore accuratezza nella gestione del controllo delle malattie, l’obiettivo della tesi è stato l’utilizzo contemporaneo di modelli epidemiologici (Lobesia botrana e Erysiphe necator, agente causale dell’oidio della vite) con modelli fenologici (cultivar di vite Chardonnay) utilizzando parametri meteorologici come la temperatura per creare mappe a livello regionale, a frequenza giornaliera e con una risoluzione spaziale di 200 metri. L’utilizzo contemporaneo di entrambi i modelli aiuta ad essere più precisi nel consigliare interventi colturali nel periodo di sensibilità dell’ospite nei confronti del patogeno o della malattia in modo da poterne stimare il reale rischio di diffusione o insorgenza. Dopo aver calibrato e validato i modelli in Trentino-Alto Adige (Nord Italia) con dati metereologici locali, basandoci sul modello del cambiamento climatico HadAM3 dell’Hadley Centre (Pope et al., 2000),l’andamento climatico previsto è stato proiettato e statisticamente portato. in scala, utilizzando lo scenario A2 e B2. L’algoritmo statistico utilizzato per ridurre la scala giornaliera di risoluzione è chiamato “transfer function” (Eccel et al., 2009). Per completare l’analisi, è stato inoltre utilizzato lo scenario ridimensionato di ENSEMBLES attraverso l’uso di set di dati provenienti da 49 stazioni meteorologiche della FEM e dal pacchetto “RMAWGEN” (Cordano et al., 2012) creato con il software statistico R. (Gentleman et al., 1997). Per mappare i modelli è stata sviluppata una semplice piattaforma modulare WEB-GIS chiamata ENVIRO. I moduli sono “Open Source” e seguono gli standard internazionali dell’“Open Geospatial Consortium” (OGC) e sono stati implementati come segue: i) enviDB è il database per i dati spazio-temporali, ii) enviGRID permette agli utenti di navigare attraverso i dati e i modelli nello spazio e nel tempo, iii) enviMapper è l’interfaccia web per prendere le decisioni, consiste in uno stato dell’arte per mappare la vulnerabilità del cambiamento climatico a diverse scale di aggregazione nello spazio e nel tempo, iv) enviModel è l’interfaccia web per i ricercatori a cui viene fornita una piattaforma per processare e condividere modelli di rischio ambientali utilizzando il “web processing Technologies” (WPS) seguendo gli standard OGC. Con l’obiettivo di diventare ancora più accurati nelle previsioni dei volumi per i trattamenti contro insetti e malattie, in accordo con la direttiva 2009/128/EC, il seguente lavoro dimostra che il sensore LIDAR può essere utilizzato per caratterizzare la geometria della pianta della vite e stimare l’area fogliare (LAI) ad ogni stadio di crescita. Inoltre permette di calcolare il volume da applicare (Tree Row Volume -TRV) visualizzato nelle mappe 3D in GRASS. (Neteler et al., 2008, Neteler et al., 2012).
Control of agricultural pests and diseases is often based on forecasting models commonly based on real time monitoring of inputs variables. This information generally combines meteorological local databases and mathematical models designed to forecast pest and disease risk. The decision process starts when an alert or a potential risk event from the outputs of the models is issued. Epidemiological models based on local datasets have been created and validated worldwide, for example in USA, the University of California developed the online Integrated Pest Management (IPM) program where each farmer can consult with his own database and make the pest management decision based on site-specific conditions. Difficulties arise when no data from a close weather station are available, in mountain areas where weather conditions highly depend on the altimetry, or if data are not in a standard format to feed the model. In a view of having a regional vision and an increased accuracy in the pest control management, the goal of this thesis was to run contemporaneously epidemiological (the pest Lobesia botrana and the pathogen causing Powdery mildew Erysiphe necator) and phenological models (grapevine cv. chardonnay) using environmental variables as temperature and to create maps at regional level, with 200 meters of resolution and daily scale or frequency. Running both models together helps to be more precise in the sensibility period of the host versus the pest or the disease and to understand the real final risk. After calibrating and validating the models in the Trentino-Alto Adige Region (Italy) with local weather data, the forecasted climate was projected and statistically downscaled, based on the output of the Hadley Centre climate model - HadAM3 (Pope et al., 2000) under scenarios A2 and B2. The statistical downscaling algorithm was “transfer function method” (Eccel et al., 2009) at daily resolution. In order to complete the analysis, the downscaled scenario from ENSEMBLES was also used with the datasets of 49 weather stations from FEM and the “RMAWGEN” packages (Cordano et al., 2012) created for this project in R statistical open source software (Gentleman et al., 1997). In order to map the models, a friendly modular WEB-GIS platform called ENVIRO was developed. Modules are Open Source, follow international Open Geospatial Consortium (OGC) standards and were implemented as follows: i) enviDB is the database for spatial temporal data, ii) enviGRID allows users to navigate through data and model in space and time, iii) enviMapper is the web interface for decision makers, a state of the art client to map vulnerability to climate change at different aggregation scales in time and space; finally, iv) enviModel is the web interface for researchers that provides a platform to process and share environmental risk models using web geo-processing technologies (WPS) following OGC standards. With the aim of being even more accurate in pests and diseases spraying volumes and according with the Directive 2009/128/EC, the current work shows that the LIDAR sensor can be used to characterize the geometry of the grapevine and the Leaf Area Index (LAI) at each growth stage and calculate the Tree Row Volume (TRV) visualized in 3D maps in GRASS (Neteler et al., 2008, Neteler et al., 2012).
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RINALDI, MONICA FERNANDA. "Modellazione dell’impatto del cambiamento climatico sulla interazione pianta - patogeni a livello regionale nel Trentino – Italia." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1747.

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Abstract:
Il controllo in agricoltura delle malattie causate da patogeni fungini può essere effettuato attraverso l’uso di modelli di previsione che si basano comunemente sul monitoraggio in tempo reale di una serie di variabili di input. Queste informazioni generalmente combinano dati metereologici locali con modelli matematici costruiti allo scopo di predire il rischio di malattie. Il processo decisionale si attiva quando un avvertimento sul potenziale rischio viene riconosciuto da parte dei modelli. Diversi modelli epidemiologici sono stati sviluppati e validati nel mondo. Negli Stati Uniti d’America, ad esempio, l’università della California ha sviluppato un supporto decisionale on-line per gestire la coltura secondo i principi della lotta integrata (Integrated Pest Management - IPM). Ciascun agricoltore può consultare il proprio database informativo e prendere decisioni sui trattamenti da effettuare basandosi su dati sito-specifici. Le difficoltà sorgono quando non sono disponibili dati meteorologici da stazioni poste nelle vicinanze del sito in studio o per le zone montane caratterizzate da una forte variabilità altimetrica. Inoltre i dati meteorologici disponibili possono presentarsi in formato non adeguato rispetto alle esigenze del modello previsionale. Con l’intento di avere una visione regionale e una maggiore accuratezza nella gestione del controllo delle malattie, l’obiettivo della tesi è stato l’utilizzo contemporaneo di modelli epidemiologici (Lobesia botrana e Erysiphe necator, agente causale dell’oidio della vite) con modelli fenologici (cultivar di vite Chardonnay) utilizzando parametri meteorologici come la temperatura per creare mappe a livello regionale, a frequenza giornaliera e con una risoluzione spaziale di 200 metri. L’utilizzo contemporaneo di entrambi i modelli aiuta ad essere più precisi nel consigliare interventi colturali nel periodo di sensibilità dell’ospite nei confronti del patogeno o della malattia in modo da poterne stimare il reale rischio di diffusione o insorgenza. Dopo aver calibrato e validato i modelli in Trentino-Alto Adige (Nord Italia) con dati metereologici locali, basandoci sul modello del cambiamento climatico HadAM3 dell’Hadley Centre (Pope et al., 2000),l’andamento climatico previsto è stato proiettato e statisticamente portato. in scala, utilizzando lo scenario A2 e B2. L’algoritmo statistico utilizzato per ridurre la scala giornaliera di risoluzione è chiamato “transfer function” (Eccel et al., 2009). Per completare l’analisi, è stato inoltre utilizzato lo scenario ridimensionato di ENSEMBLES attraverso l’uso di set di dati provenienti da 49 stazioni meteorologiche della FEM e dal pacchetto “RMAWGEN” (Cordano et al., 2012) creato con il software statistico R. (Gentleman et al., 1997). Per mappare i modelli è stata sviluppata una semplice piattaforma modulare WEB-GIS chiamata ENVIRO. I moduli sono “Open Source” e seguono gli standard internazionali dell’“Open Geospatial Consortium” (OGC) e sono stati implementati come segue: i) enviDB è il database per i dati spazio-temporali, ii) enviGRID permette agli utenti di navigare attraverso i dati e i modelli nello spazio e nel tempo, iii) enviMapper è l’interfaccia web per prendere le decisioni, consiste in uno stato dell’arte per mappare la vulnerabilità del cambiamento climatico a diverse scale di aggregazione nello spazio e nel tempo, iv) enviModel è l’interfaccia web per i ricercatori a cui viene fornita una piattaforma per processare e condividere modelli di rischio ambientali utilizzando il “web processing Technologies” (WPS) seguendo gli standard OGC. Con l’obiettivo di diventare ancora più accurati nelle previsioni dei volumi per i trattamenti contro insetti e malattie, in accordo con la direttiva 2009/128/EC, il seguente lavoro dimostra che il sensore LIDAR può essere utilizzato per caratterizzare la geometria della pianta della vite e stimare l’area fogliare (LAI) ad ogni stadio di crescita. Inoltre permette di calcolare il volume da applicare (Tree Row Volume -TRV) visualizzato nelle mappe 3D in GRASS. (Neteler et al., 2008, Neteler et al., 2012).
Control of agricultural pests and diseases is often based on forecasting models commonly based on real time monitoring of inputs variables. This information generally combines meteorological local databases and mathematical models designed to forecast pest and disease risk. The decision process starts when an alert or a potential risk event from the outputs of the models is issued. Epidemiological models based on local datasets have been created and validated worldwide, for example in USA, the University of California developed the online Integrated Pest Management (IPM) program where each farmer can consult with his own database and make the pest management decision based on site-specific conditions. Difficulties arise when no data from a close weather station are available, in mountain areas where weather conditions highly depend on the altimetry, or if data are not in a standard format to feed the model. In a view of having a regional vision and an increased accuracy in the pest control management, the goal of this thesis was to run contemporaneously epidemiological (the pest Lobesia botrana and the pathogen causing Powdery mildew Erysiphe necator) and phenological models (grapevine cv. chardonnay) using environmental variables as temperature and to create maps at regional level, with 200 meters of resolution and daily scale or frequency. Running both models together helps to be more precise in the sensibility period of the host versus the pest or the disease and to understand the real final risk. After calibrating and validating the models in the Trentino-Alto Adige Region (Italy) with local weather data, the forecasted climate was projected and statistically downscaled, based on the output of the Hadley Centre climate model - HadAM3 (Pope et al., 2000) under scenarios A2 and B2. The statistical downscaling algorithm was “transfer function method” (Eccel et al., 2009) at daily resolution. In order to complete the analysis, the downscaled scenario from ENSEMBLES was also used with the datasets of 49 weather stations from FEM and the “RMAWGEN” packages (Cordano et al., 2012) created for this project in R statistical open source software (Gentleman et al., 1997). In order to map the models, a friendly modular WEB-GIS platform called ENVIRO was developed. Modules are Open Source, follow international Open Geospatial Consortium (OGC) standards and were implemented as follows: i) enviDB is the database for spatial temporal data, ii) enviGRID allows users to navigate through data and model in space and time, iii) enviMapper is the web interface for decision makers, a state of the art client to map vulnerability to climate change at different aggregation scales in time and space; finally, iv) enviModel is the web interface for researchers that provides a platform to process and share environmental risk models using web geo-processing technologies (WPS) following OGC standards. With the aim of being even more accurate in pests and diseases spraying volumes and according with the Directive 2009/128/EC, the current work shows that the LIDAR sensor can be used to characterize the geometry of the grapevine and the Leaf Area Index (LAI) at each growth stage and calculate the Tree Row Volume (TRV) visualized in 3D maps in GRASS (Neteler et al., 2008, Neteler et al., 2012).
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Tanzarella, Anna. "Rappresentare il cambiamento: fonti storico-cartografiche per la conoscenza e l'agire territoriale: il caso trentino." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2012. https://hdl.handle.net/11572/367856.

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Abstract:
La presente ricerca espone i risultati di un primo censimento e dello studio sulle fonti cartografiche storiche conservate in archivi trentini, nazionali ed esteri, che hanno ad oggetto la rappresentazione del Tirolo meridionale, e del Trentino in particolare, prima dell’annessione al Regno d’Italia nel 1919. Particolare attenzione è stata rivolta alle testimonianze cartografiche a grande e grandissima scala (catastali, peritali, topografico-militari), comprese fra il XVII e il XIX s., e per buona parte insondate nel loro valore euristico di documenti del territorio. Si tratta di un lavoro di carattere esplorativo, che ha dato priorità da un lato al censimento delle fonti (al momento quantificato in più di 1000 pezzi cartografici), con una prima sistematizzazione delle stesse e l’ideazione di una scheda ragionata di classificazione, dall’altro, attraverso una selezione dei materiali censiti, all’elaborazione di alcuni exempla metodologici, ricostruttivi e applicativi, su aree campione (la conca di Trento, la Valle del Rio Cavallo, la Valle del Basso Sarca). Pertanto la ricerca d’archivio è stata accompagnata dall’indagine sul campo mirata all’individuazione delle componenti territoriali restituite dalla rappresentazione cartografica, dei sedimenti che hanno segnato i precedenti cicli di territorializzazione e che oggi possono costituire l’oggetto di una rinnovata progettualità. La pianificazione paesaggistica e il governo del territorio devono potersi confrontare con le indagini geostoriche come chiave di lettura per comprendere e spiegare la complessità culturale e paesaggistica dei territori attuali.
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Tanzarella, Anna. "Rappresentare il cambiamento: fonti storico-cartografiche per la conoscenza e l'agire territoriale: il caso trentino." Doctoral thesis, University of Trento, 2012. http://eprints-phd.biblio.unitn.it/751/1/TESI_TANZARELLA.pdf.

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Abstract:
La presente ricerca espone i risultati di un primo censimento e dello studio sulle fonti cartografiche storiche conservate in archivi trentini, nazionali ed esteri, che hanno ad oggetto la rappresentazione del Tirolo meridionale, e del Trentino in particolare, prima dell’annessione al Regno d’Italia nel 1919. Particolare attenzione è stata rivolta alle testimonianze cartografiche a grande e grandissima scala (catastali, peritali, topografico-militari), comprese fra il XVII e il XIX s., e per buona parte insondate nel loro valore euristico di documenti del territorio. Si tratta di un lavoro di carattere esplorativo, che ha dato priorità da un lato al censimento delle fonti (al momento quantificato in più di 1000 pezzi cartografici), con una prima sistematizzazione delle stesse e l’ideazione di una scheda ragionata di classificazione, dall’altro, attraverso una selezione dei materiali censiti, all’elaborazione di alcuni exempla metodologici, ricostruttivi e applicativi, su aree campione (la conca di Trento, la Valle del Rio Cavallo, la Valle del Basso Sarca). Pertanto la ricerca d’archivio è stata accompagnata dall’indagine sul campo mirata all’individuazione delle componenti territoriali restituite dalla rappresentazione cartografica, dei sedimenti che hanno segnato i precedenti cicli di territorializzazione e che oggi possono costituire l’oggetto di una rinnovata progettualità. La pianificazione paesaggistica e il governo del territorio devono potersi confrontare con le indagini geostoriche come chiave di lettura per comprendere e spiegare la complessità culturale e paesaggistica dei territori attuali.
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Brugnara, Valentina <1987&gt. "I richiedenti asilo e i rifugiati tra inclusione ed esclusione sociale: il caso del Trentino." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6574.

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Abstract:
Il lavoro di tesi cercherà di coniugare la specificità dei richiedenti e titolari di protezione internazionale e umanitaria e i processi di accoglienza e inclusione sociale che li caratterizzano nella provincia di Trento al fine di “dare un affresco” dello stato attuale dei processi di inserimento sociale di questa fascia di popolazione nella comunità trentina. Dopo una panoramica del fenomeno a livello nazionale e locale e una breve analisi della politica locale in materia di immigrazione, l’attenzione si concentrerà sul lavoro di ricerca che si snoderà in tre fasi: la prima, volta ad intercettare i soggetti che hanno beneficiato dell’accoglienza del progetto attivo dal 2002 in provincia di Trento; una seconda che tenderà a comprendere il punto di vista degli attori che si occupano di accoglienza e degli enti direttamente coinvolti nel sistema di accoglienza al fine di cercare risposte ai problemi e ai nodi critici che emergeranno nel corso della ricerca e di approfondire le prospettive future dell’accoglienza in Trentino; infine, un’ultima parte, che cercherà di andare a cogliere il discorso pubblico relativo alla tematica dell’accoglienza dei richiedenti e titolari di protezione internazionale e umanitaria.
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Pedrinolli, Licia <1990&gt. "La protezione e la tutela dei beni culturali in Trentino durante la Seconda Guerra Mondiale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/7272.

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Abstract:
La mia tesi approfondisce il tema della protezione e della tutela del patrimonio storico artistico trentino durante la seconda guerra mondiale dai pericoli bellici quali incursioni aeree, bombardamenti e furti commessi dai tedeschi. L’elaborato si basa sulle informazioni ricavate dalla documentazione prodotta dalla Soprintendenza ai Monumenti e alle Gallerie di Trento e dal Ministero dell’Educazione Nazionale. Innanzitutto viene ricostruita la storia della Soprintendenza ai Monumenti e alle Gallerie di Trento e descritta l’azione svolta dai Soprintendenti che si sono susseguiti nella direzione dell’istituzione in questione. In seguito vengono esposte le principali misure di protezione antiaerea adottate per tutelare i monumenti, gli edifici di culto e le opere d’arte in particolare della città di Trento, attraverso alcuni elenchi che riportano i singoli interventi sul patrimonio culturale e la descrizione di alcuni depositi adibiti a rifugio per gli oggetti d’arte. Per completare il quadro vengono trattati anche i danni di guerra che i bombardamenti alleati causarono sulla città nonostante i provvedimenti presi in precedenza. Infine si esamina, riguardo alle esportazioni illecite effettuate dai tedeschi in tempo di guerra, il caso di un dipinto, originariamente appartenuto alla collezione trentina della famiglia Salvadori, che fu trasferito in Germania con un sistema di vendita irregolare che in relazione ad altri casi presi come esempio risultava comune.
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Galvagni, Marco <1985&gt. "Frammenti di un mondo che frana. Etnografia di un'area estrattiva italiana (Val di Cembra, Trentino)." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9485.

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Abstract:
La tesi tratta con gli strumenti dell'antropologia e della geografia culturale alcune dinamiche socio-culturali di un'area mineraria montana, attraverso lo studio dell'estrazione del porfido in Valle di Cembra (Trentino, nord Italia). L'argomentazione è basata su una ricerca di campo e sull'uso di fonti scritte mirate a comprendere gli elementi potenzialmente problematici del vivere nel contesto, influenzati da fattori economici, politici e culturali. La crescita dell'industria del porfido nella seconda metà del XX secolo ha trasformato velocemente la società locale, generando da una parte una ricchezza che portò la valle ad essere leader mondiale nell'estrazione e lavorazione del porfido, dall'altra danni ambientali e effetti collaterali per la popolazione. L'area nel tempo ha goduto di un incremento demografico positivo attraendo mano d'opera da sud Italia, Balcani, Marocco e Cina. L'ultima crisi del mercato internazionale ha determinato per molti la fine dei vantaggi economici dell'estrazione, aggravando le condizioni del lavoro e le contraddizioni nella gestione pubblica della risorsa comune, spesso con deviazioni pericolose o eccezionali. In questo scenario, istituzioni e gruppi informali negoziano un cambiamento della cultura produttiva. Scopo della ricerca è misurare grazie ad alcune testimonianze le maggiori criticità (ambientali, sociali, economiche, politiche) del settore del porfido e la loro percezione locale, collegando la storia recente alla situazione odierna.
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Andreello, Nicola. "Realizzazione di un data-set ad alta risoluzione (30 secondi d'arco) di precipitazioni mensili su un'area ad orografia complessa (Trentino Alto-Adige)." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10502/.

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Abstract:
In questa tesi si presenta la realizzazione di un data-set ad alta risoluzione (30 secondi d'arco) di precipitazioni mensili (per il periodo 1921-2014), per la regione del Trentino-Alto Adige. Esso è basato su una densa rete di stazioni con osservazioni di lunga durata, sottoposte ai necessari controlli di qualità. La tecnica di interpolazione si basa sull'assunzione che la configurazione spazio-temporale del campo di una variabile meteorologica su una certa area possa essere descritta con la sovrapposizione di due campi: i valori normali relativi a un periodo standard (1961-1990), ossia le climatologie, e le deviazioni da questi, ossia le anomalie. Le due componenti possono venire ricostruite tramite metodologie diverse e si possono basare su data-set indipendenti. Per le climatologie bisogna avere un elevato numero di stazioni (anche se disponibili per un lasso temporale limitato); per le anomalie viceversa la densità spaziale ha un rilievo minore a causa della buona coerenza spaziale della variabilità temporale, mentre è importante la qualità dei dati e la loro estensione temporale. L'approccio utilizzato per le climatologie mensili è la regressione lineare pesata locale. Per ciascuna cella della griglia si stima una regressione lineare pesata della precipitazione in funzione dell'altitudine; si pesano di più le stazioni aventi caratteristiche simili a quelle della cella stessa. Invece le anomalie mensili si ricavano, per ogni cella di griglia, grazie a una media pesata delle anomalie delle vicine stazioni. Infine la sovrapposizione delle componenti spaziale (climatologie) e temporale (anomalie) consente di ottenere per ogni nodo del grigliato una serie temporale di precipitazioni mensili in valori assoluti. La bontà dei risultati viene poi valutata con gli errori quadratici medi (RMSE) e i coefficienti di correlazione di Pearson delle singole componenti ricostruite. Per mostrare le potenziali applicazioni del prodotto si esaminano alcuni casi studio.
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Reich, Jessica. "IL TRIBUNALE ECCLESIASTICO MATRIMONIALE DI TRENTO (1857-1868): PROCEDURE DI GIUSTIZIA E PRATICHE SOCIALI NEL TRENTINO ASBURGICO." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2021. http://hdl.handle.net/11572/303227.

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Abstract:
Oggetto della mia dissertazione sono i processi matrimoniali della parte italiana della diocesi di Trento, prodotti dal tribunale ecclesiastico matrimoniale locale dal 1857 al 1868 e sedimentatisi nell’omonimo fondo archivistico dell’Archivio Diocesano Tridentino. Loro presupposto è la stipula, nel 1855, del Concordato tra Chiesa cattolica e Impero asburgico, nel quale rientrava anche la diocesi di Trento, che sancì nuovi equilibri nelle relazioni tra le due istituzioni e il passaggio alla giurisdizione ecclesiastica della materia matrimoniale, che dal 1857 sarebbe stata sottoposta al giudizio degli appositi tribunali ecclesiastici. La ricerca si concentra così sul periodo intercorrente tra il 1857, anno di inizio di attività anche per il tribunale tridentino, e il 1868, quando si assistette a un cambiamento nella politica religiosa austriaca col ritorno in mano secolare della gestione della disciplina nuziale. Cuore del progetto sono dunque i procedimenti matrimoniali. Questa tipologia documentaria è stata oggetto di indagini ampie e varie per approcci e metodologie, fra storia giuridica, istituzionale, sociale, economica, di genere, ma con principale attenzione per l’età moderna. Un interesse che solo in tempi recenti si sta estendendo anche alla documentazione ottocentesca. Il mio lavoro si inserisce in questo indirizzo, con l’intenzione di portare alla luce un oggetto pressoché sconosciuto nelle sue peculiarità spazio-temporali. Il fondo “Tribunale ecclesiastico matrimoniale” e il suo ente produttore, infatti, non hanno ancora trovato spazio in storiografia. La condizione di trovarsi ad operare entro un terreno documentario vergine, e dunque non indagato nemmeno nei suoi cardini istituzionali e giuridici, quindi archivistici, mi ha spinto ad impostare il lavoro su più livelli analitici, con una duplice finalità. In primo luogo, ho inteso produrre uno scavo nella storia interna del tribunale come istituzione, con le sue premesse politiche e le sue fondamenta normative, e dei processi nei loro aspetti teorici e pratici. In secondo luogo, il mio intento è stato indagare la storia esterna al tribunale, ovvero alcuni scenari della realtà sociale, culturale e antropologica del Trentino di metà Ottocento che irrompono in aula con la loro vitalità e complessità. Sebbene tra storia interna e storia esterna vi siano un fitto dialogo e una significativa interdipendenza, ho concretizzato questi propositi in un’elaborazione costituita da quattro parti, di cui le prime tre concernenti la storia interna e l’ultima quella esterna. La prima ricostruisce le vicende istituzionali dell’Impero asburgico e del Trentino ottocentesco, con specifica attenzione per gli sviluppi della normativa e della gestione della disciplina matrimoniale tra potere ecclesiastico e secolare. Nella seconda parte esamino il tribunale locale, soffermandomi sulla sua storia, sulla sua composizione, sulla prosopografia dei suoi componenti e sui criteri della loro nomina. Si indagano inoltre i rapporti intessuti dal foro con le autorità secolari durante il periodo di vigenza del Concordato e le sfere di competenza sul matrimonio tra foro ecclesiastico e civile. L’approfondimento della fisionomia del fondo archivistico, in relazione ai meccanismi di funzionamento dell’ente produttore, e l’esame della procedura delle diverse categorie processuali, nel rapporto tra norme e prassi, compone la terza parte. Infine, la quarta parte, il fulcro della mia ricerca: in essa si svolge la disamina di alcuni processi scelti secondo un’organizzazione problematica e tematica, privilegiando lo studio del singolo caso al fine di scandagliare col maggior dettaglio possibile i numerosi risvolti delle vicende processuali. Gli argomenti affrontati sono: la pazzia, nelle sue pieghe sia procedurali sia extragiudiziarie sociali, culturali e mediche; il magnetismo animale, nella specificità del contesto giudiziario e socio-culturale in cui trova espressione; la violenza contro le donne, con l’esame delle sue narrazioni giudiziarie offerte dai vari attori coinvolti nei processi, a partire dai contendenti fino ai membri delle comunità e alle autorità secolari ed ecclesiastiche.
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Reich, Jessica. "IL TRIBUNALE ECCLESIASTICO MATRIMONIALE DI TRENTO (1857-1868): PROCEDURE DI GIUSTIZIA E PRATICHE SOCIALI NEL TRENTINO ASBURGICO." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2021. http://hdl.handle.net/11572/303227.

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Abstract:
Oggetto della mia dissertazione sono i processi matrimoniali della parte italiana della diocesi di Trento, prodotti dal tribunale ecclesiastico matrimoniale locale dal 1857 al 1868 e sedimentatisi nell’omonimo fondo archivistico dell’Archivio Diocesano Tridentino. Loro presupposto è la stipula, nel 1855, del Concordato tra Chiesa cattolica e Impero asburgico, nel quale rientrava anche la diocesi di Trento, che sancì nuovi equilibri nelle relazioni tra le due istituzioni e il passaggio alla giurisdizione ecclesiastica della materia matrimoniale, che dal 1857 sarebbe stata sottoposta al giudizio degli appositi tribunali ecclesiastici. La ricerca si concentra così sul periodo intercorrente tra il 1857, anno di inizio di attività anche per il tribunale tridentino, e il 1868, quando si assistette a un cambiamento nella politica religiosa austriaca col ritorno in mano secolare della gestione della disciplina nuziale. Cuore del progetto sono dunque i procedimenti matrimoniali. Questa tipologia documentaria è stata oggetto di indagini ampie e varie per approcci e metodologie, fra storia giuridica, istituzionale, sociale, economica, di genere, ma con principale attenzione per l’età moderna. Un interesse che solo in tempi recenti si sta estendendo anche alla documentazione ottocentesca. Il mio lavoro si inserisce in questo indirizzo, con l’intenzione di portare alla luce un oggetto pressoché sconosciuto nelle sue peculiarità spazio-temporali. Il fondo “Tribunale ecclesiastico matrimoniale” e il suo ente produttore, infatti, non hanno ancora trovato spazio in storiografia. La condizione di trovarsi ad operare entro un terreno documentario vergine, e dunque non indagato nemmeno nei suoi cardini istituzionali e giuridici, quindi archivistici, mi ha spinto ad impostare il lavoro su più livelli analitici, con una duplice finalità. In primo luogo, ho inteso produrre uno scavo nella storia interna del tribunale come istituzione, con le sue premesse politiche e le sue fondamenta normative, e dei processi nei loro aspetti teorici e pratici. In secondo luogo, il mio intento è stato indagare la storia esterna al tribunale, ovvero alcuni scenari della realtà sociale, culturale e antropologica del Trentino di metà Ottocento che irrompono in aula con la loro vitalità e complessità. Sebbene tra storia interna e storia esterna vi siano un fitto dialogo e una significativa interdipendenza, ho concretizzato questi propositi in un’elaborazione costituita da quattro parti, di cui le prime tre concernenti la storia interna e l’ultima quella esterna. La prima ricostruisce le vicende istituzionali dell’Impero asburgico e del Trentino ottocentesco, con specifica attenzione per gli sviluppi della normativa e della gestione della disciplina matrimoniale tra potere ecclesiastico e secolare. Nella seconda parte esamino il tribunale locale, soffermandomi sulla sua storia, sulla sua composizione, sulla prosopografia dei suoi componenti e sui criteri della loro nomina. Si indagano inoltre i rapporti intessuti dal foro con le autorità secolari durante il periodo di vigenza del Concordato e le sfere di competenza sul matrimonio tra foro ecclesiastico e civile. L’approfondimento della fisionomia del fondo archivistico, in relazione ai meccanismi di funzionamento dell’ente produttore, e l’esame della procedura delle diverse categorie processuali, nel rapporto tra norme e prassi, compone la terza parte. Infine, la quarta parte, il fulcro della mia ricerca: in essa si svolge la disamina di alcuni processi scelti secondo un’organizzazione problematica e tematica, privilegiando lo studio del singolo caso al fine di scandagliare col maggior dettaglio possibile i numerosi risvolti delle vicende processuali. Gli argomenti affrontati sono: la pazzia, nelle sue pieghe sia procedurali sia extragiudiziarie sociali, culturali e mediche; il magnetismo animale, nella specificità del contesto giudiziario e socio-culturale in cui trova espressione; la violenza contro le donne, con l’esame delle sue narrazioni giudiziarie offerte dai vari attori coinvolti nei processi, a partire dai contendenti fino ai membri delle comunità e alle autorità secolari ed ecclesiastiche.
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Sartori, Anna. "Minoranze linguistiche germanofone: il caso dei "Cantons de l'Est" in Belgio e del Trentino - Alto-Adige in Italia." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Le tematiche delle minoranze, delle autonomie e dell’autodeterminazione dei popoli sono di vitale importanza oggi, sia a livello nazionale che europeo. L’aspetto linguistico gioca certamente un ruolo di primo piano in queste dinamiche, rappresentando uno degli elementi su cui si fondano le rivendicazioni di autonomia di molti gruppi minoritari. Questo lavoro mira ad analizzare e paragonare due realtà a prima vista molto distanti, ma accomunate dall’utilizzo del tedesco: i Cantoni dell’Est in Belgio e il Trentino - Alto-Adige in Italia. Entrambe queste zone presentano una minoranza germanofona tutelata e autonoma, bensì si inseriscano in due sistemi nazionali opposti, con il Belgio federale da un lato e la Repubblica italiana dall’altro. Sebbene entrambe queste regioni passarono da uno Stato ad un altro a seguito della prima Guerra mondiale, il percorso che le ha portate alla situazione attuale è stato molto diverso e ha per questo avuto risultati diversi. Partendo da una prospettiva storica e passando in seguito ad analizzare alcuni aspetti più tecnici e amministrativi, si delineano i punti comuni e non tra queste due realtà. Ciò è stato possibile grazie ad un lavoro di ricerca basato su manuali storici, su articoli di cronaca riguardanti le problematiche attuali e sui documenti ufficiali che tracciano i limiti delle autonomie e delle competenze riservate alla Comunità germanofona belga ed alle Province autonome di Trento e Bolzano.
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Clark, Royston. "The Mesolithic hunters of the Trentino : a case study in hunter-gatherer settlement and subsistence from Northern Italy /." Oxford : British archaeological reports, 2000. http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb37199141d.

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Graefen, Angela [Verfasser]. "Population genetic analysis of Neolithic to Bronze Age human remains from Trentino-Alto Adige (Northern Italy) / Angela Graefen." Mainz : Universitätsbibliothek Mainz, 2020. http://d-nb.info/1209581337/34.

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Curzel, Vittorio. "Abitare le Alpi: architettura ecologica, modelli di sviluppo, costruzioni identitarie. I casi dell'Alto Adige/SudTirol e del Trentino." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3423598.

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Abstract:
Living in the Alps: green architecture, development choices, identity constructions The case of Alto Adige/SüdTirol and Trentino In mountain regions, the shape and extent of the settlements were affected by the morphology of the landscape and the architecture had to deal with environmental and climate issues. In Europe, peasant societies of the Alps have had over the centuries a widespread tendency in sustainable use of the environment, with the awareness that it is the material basis for the survival of these communities. For this reason systems of values, social and cultural traditions were built to promote individual and collective behaviors and actions useful to ensure the durable productivity of the land for themselves and for future generations. Different cultures perceive and assess the same risk in different ways. This seems to hold for climate change and how to deal with. In Italy, in the central Alps, there are two neighboring autonomous provinces: Trentino, in the generality Italian speaking, and Südtirol, mostly German speaking. They have similar topography and climate and a common secular history (both were part of the Habsburg empire until 1919, when they were annexed to Italy).They have different modes of urban and rural settlements since the Middle Ages, relating to different modes of colonization of the mountain. Today, the two provinces face the eco-sustainable building and dwelling in different ways, with different priorities and solutions. A qualitative research, based on 50 in-depth interviews with architects, engineers, planners, explores the different representations as basis for different political and technical choices and practices. It also explores the connections of these choices and practices with elements of the context and history of the territories and linguistic-cultural groups that live there, including the various development and management policies of the relationship between city and country, the different traditional institutions with regard to the ownership and the use of agricultural land, the different evolutions of the settlements, the different ways of building a cultural and territorial "€œidentity"
Abitare le Alpi: architettura ecologica, modelli di sviluppo, costruzioni identitarie. I casi dell'Alto Adige/SüdTirol e del Trentino Nelle regioni montane la forma e l’estensione degli insediamenti sono influenzate dalla morfologia del territorio e l'architettura deve confrontarsi con le condizioni ambientali e climatiche. In Europa, le società rurali alpine hanno sviluppato nel corso dei secoli una propensione all’utilizzo sostenibile dell’ambiente, con la consapevolezza che esso costituisce la base materiale per la sopravvivenza della comunità. Per questa ragione i sistemi di valori, le tradizioni culturali e sociali, sono stati costruiti per promuovere comportamenti ed azioni individuali e collettivi adatti ad assicurare una produttività della terra durevole nel tempo per sè e per le generazioni successive. Culture differenti percepiscono e valutano il medesimo rischio in modo differente. Questo sembra accadere anche per quanto riguarda il cambiamento climatico. In Italia, nelle Alpi centrali, vi sono due province autonome: il Trentino, dove si parla italiano e l'Alto Adige/Südtirol, dove la maggioranza degli abitanti è di lingua madre tedesca. Questi due territori hanno caratteri morfologici e climatici simili, una storia secolare comune (entrambe le province sono state parte dell’ Impero asburgico fino al 1919), ma differenti modalità insediative fin dal Medioevo, in correlazione anche con differenti modalità di colonizzazione della montagna. Oggi le due province affrontano in diverso modo il teme dell’abitare e del costruire ecologico-sostenibile, con priorità e soluzioni differenti. Una ricerca qualitativa, basata su 50 interviste in profondità ad altrettanti progettisti (architetti, ingegneri, pianificatori) esplora le differenti rappresentazioni come base per differenti scelte politiche e tecniche e differenti pratiche. Vengono esplorate anche le connessioni di queste scelte e di queste pratiche con elementi del contesto e della storia dei territori e dei diversi gruppi culturali-linguistici, inclusi l’evoluzione delle politiche urbanistiche e i programmi di sviluppo economico, le differenti istituzioni tradizionali per quanto riguarda la proprietà e l'€™uso dei terreni agricoli, la differente evoluzione degli insediamenti, le differenti costruzioni identitarie
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Marchesini, Alexis. "Relationships among the three levels of biodiversity - genes, species and ecosystems: an empirical study with alpine amphibians from Trentino." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2017. http://hdl.handle.net/11577/3422885.

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Abstract:
In the present study, we investigated amphibian biodiversity of a south-eastern Alpine region, Trentino, considering the evolutionary and ecological processes acting at the different levels of biological diversity (i.e. genes, species, and ecosystems), within a systemic perspective. We chose a model organism, the common frog (Rana temporaria), as target species for investigating patterns of diversity at the genetic level. We investigated the past evolutionary history of Rana temporaria by means of a phylogeographic study, based on mtDNA data. We highlighted a complex scenario, with three different Pleistocene glacial refugia located in the southern slopes of the Alps, routes of post-glacial recolonization following irregular patterns and a contact zone among different evolutionary lineages in the eastern part of the region. Afterwards, we conducted a population and landscape genetics study, using microsatellite markers for evaluating patterns of current genetic variability and genetic structure in Rana temporaria populations. We detected a main barrier to gene flow, the Adige river valley, and different spatial patterns, for both genetic variability and fine-scale population structure, in the two sub-regions. Lastly, we studied the relationship between species diversity of amphibian communities and genetic diversity of the model species, Rana temporaria. We found a strong negative correlation, and we demonstrated that the recorded pattern was due to the opposite influence of environmental factors on the two levels of biological diversity. Our results show the importance of considering the different levels of biodiversity in conservation strategies, and suggest that species diversity cannot be universally used as proxy for genetic diversity in conservation planning.
Nel presente studio, abbiamo analizzato la biodiversità anfibia di una regione delle Alpi sud-orientali, il Trentino, considerando i processi evoluzionistici ed ecologici che agiscono ai vari livelli della diversità biologica, all’interno di una prospettiva sistemica. Abbiamo scelto un organismo modello, la rana di montagna (Rana temporaria), come specie target per lo studio dei pattern di diversità a livello genetico. Abbiamo analizzato la storia evolutiva passata di Rana temporaria per mezzo di uno studio filogeografico, basato su dati di DNA mitocondriale. Abbiamo messo in luce uno scenario complesso, con tre diversi rifugi glaciali Pleistocenici, situati ai margini meridionali delle Alpi, rotte di ricolonizzazione irregolari, e una zona di contatto tra diverse linee evolutive nella parte orientale della regione. In seguito, abbiamo condotto uno studio di genetica di popolazione e del paesaggio, utilizzando marcatori microsatelliti per valutare i pattern attuali di diversità genetica e struttura genetica nelle popolazioni di Rana temporaria. Abbiamo riscontrato un’importante barriera al flusso genico, corrispondente alla valle del fiume Adige, e diversi pattern spaziali, sia per la variabilità genetica che per la struttura di popolazioni a scala fine, nelle due sotto-regioni. Infine, abbiamo studiato le relazioni tra la diversità specifica delle comunità anfibie e la diversità genetica della specie modello, Rana temporaria. Abbiamo riscontrato una forte correlazione negativa, e dimostrato che tale pattern è dovuto all’influenza opposta dei fattori ambientali sui due livelli di diversità biologica. I nostri risultati mostrano l’importanza di considerare i diversi livelli di biodiversità nelle strategie conservazionistiche, e suggeriscono che la diversità specifica non può venir universalmente utilizzata come proxy della diversità genetica nella pianificazione conservazionistica.
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Zanoni, Sara. "Study of the bio-ethology of Ceratitis capitata Wied. in Trentino and development of sustainable strategies for population control." Doctoral thesis, country:IT, 2017. http://hdl.handle.net/10449/55442.

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Abstract:
The Mediterranean fruit fly (Medfly), Ceratitis capitata Wiedemann (Diptera Tephritidae), is a ubiquitous pest in subtropical and tropical regions worldwide. The gravid female deposits eggs inside the fruit and the newly emerged larvae feed on fruit pulp, causing fruit decay. The mature larvae leave the fruit and pupate in the soil, where new adults emerge. C. capitata is a highly polyphagous, multivoltine pest species and it is one of the world’s most economically important fruit pests. From its supposed origin in Africa, it has spread to a number of countries, including the Mediterranean, parts of South and Central America and Australia. It was first detected in southern Italy in 1863, from where it gradually spread northward and it now infests all major temperate fruit crops, including the apple, throughout the country. C. capitata is reported to complete up to seven generations per year in the most southerly regions and this number gradually decreases as the pest spreads northward. The northern limit of its distribution has been indicated to be around the 41st parallel north and its presence above this is considered to be occasional, mainly due to infested fruit trading, as this species is reported to be unable to overwinter above this latitude. The presence of C. capitata was first reported in a limited area of Trentino in 1990. After this initial report, it was not observed until 2010, when severe apple damage caused by C. capitata was reported in a much larger area. From this year on, Mediterranean fruit fly infestation regularly appeared in the warmest apple growing areas of Trentino, claiming the attention of local research institutes and demanding in-depth study of the bio-ethology of this Tephritid pest in relation to environmental conditions and the apple production system in this northern Italian region. The main objectives of this project were:  to select the most effective trap in order to implement an efficient monitoring plan;  to evaluate the susceptibility of apple varieties to oviposition and larval development in relation to physical-chemical parameter values at harvest time;  to monitor the flight activity of the fly at area-wide level;  to validate Tassan’s degree-day model (Tassan et al., 1982) for estimation of the length of life-cycles and number of potential Medfly generations in Trentino;  to assess the survival of overwintering populations;  to evaluate the efficacy of different insecticides in controlling Medfly fruit infestation. Four types of differently baited commercial traps (chromotropic, pheromone and food attractant) were compared in an apple orchard. A Decis® trap baited with a food attractant and catching both males and females was shown to be the most suitable for monitoring pests. In Trentino, adult Medfly flight starts during the first week of July, but the intensity (number of captures) remains at a very low level until August, when it begins to increase, peaking during September. After this, adult activity decreases in October and stops by the end of November. According to our observations, performed both in the open field and under controlled conditions, C. capitata overwinters at the larval stage in infested apples falling to the ground in orchards. The application of Tassan’s degree-day model based on temperature records provided a good estimate of first generation development (325.2 °DD from eggs to adult and 44 °DD for the adult preoviposition period) in the area where direct behavioural observations were carried out. To evaluate apple susceptibility, qualitative parameters (e.g. hardness, acidity, sugar and starch) of the main apple varieties cultivated in Trentino (Gala, Red Delicious, Golden Delicious, Granny Smith, Kanzi, Morgen and Fuji) were measured and correlated with the oviposition preference and larval survival of two Medfly strains in laboratory and field tests. The results showed that susceptibility to C. capitata oviposition increased when fruits had a high sugar content and a low penetrating resistance, as in the case of Golden Delicious, Kanzi and Fuji. In contrast, Granny Smith, Red Delicious and Morgen showed low susceptibility, due to their lower sugar content and higher peel and pulp hardness. As regards larval fitness, the results suggested that the tested varieties considerably affected various aspects of the biology of both immature and adult stages such as larval survival, duration of larval and adult developmental stage and size of the pupae. Golden Delicious, Gala, Kanzi and Fuji were the most favourable environments among the seven tested varieties. In contrast, Granny Smith, Red Delicious and Morgen were shown not to be favourable for larval and adult development. Two Medfly strains, one from Trentino and one from Spain, were used to assess the efficacy of five commercial insecticides containing the following active ingredients: Etofenprox, Cyazypir, Beta-Cyfluthrin, Spinosad and Thiacloprid. Sublethal doses of Spinosad and Beta-Cyfluthrin caused high mortality in Spanish strains. Moreover, Beta-Cyfluthrin, Etofenprox and Spinosad also reduced damage by females to apples at the recommended field rate. When used against the Trentino strain, Spinosad caused high adult mortality at the recommended field dose, while Cyazypyr and Etofenprox did not work sufficiently to prevent puncture, egg laying and larval development in fruit. Recommended field rates of all the selected insecticide formulations were repellent for egg-laying females of both strains, so both oviposition and fruit damage were significantly reduced on treated ripening fruits. The behavioural observations and experimental results obtained in this thesis allow a better understanding of the bio-ethology of C. capitata in a northern fruit growing region such as Trentino, providing fundamental information for advisors and growers to optimise the current pest management strategy. In the future, some of the results obtained in this study will be of great relevance for developing innovative and more sustainable control tactics.
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ZANONI, Sara. "Study of the bio-ethology of Ceratitis capitata Wied. in Trentino and development of sustainable strategies for population control." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2018. http://hdl.handle.net/11695/83677.

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Abstract:
Ceratitis capitata Wiedemann (Dittero: Tefritide), chiamata anche mosca mediterranea o mosca della frutta, è un insetto estremamente polifago e polivoltino originario delle aree tropicali e subtropicali. Si presume originaria dell’Africa diffusa successivamente in numerosi areali tra cui il bacino del Mediterraneo, parte del centro-sud America e Australia. Le femmine fecondate ovidepongono nell’epicarpo del frutto in via di maturazione e le larve, con la loro attività trofica, provocano il disfacimento della polpa causando una perdita commerciale del prodotto. Le larve a maturità fuoriescono dal frutto, si lasciano cadere a terra e si impupano nel suolo dove successivamente sfarfalleranno i nuovi adulti. La sua presenza è stata registrata per la prima volta in Italia nel 1863 e successivamente si è gradualmente spostata verso nord colonizzando la maggior parte delle piante coltivate nelle zone a clima temperato. Nelle regioni meridionali questo insetto è in grado di compiere fino a sette generazioni all’anno; questo numero decresce gradualmente mano a mano che la specie si trova a vivere in aree più a nord. In bibliografia, il limite settentrionale della sua distribuzione è indicato attorno al 41° parallelo. La sua presenza al di sopra di esso è imputabile ad infestazioni occasionali, data dal trasporto e commercializzazione di frutta infestata, in quanto è stata valutata incapace di superare l’inverno al di sopra di queste latitudini. La presenza di C. capitata in Trentino è stata registrata per la prima volta nel 1990, ma solo a partire dal 2010 sono stati individuati numerosi danni su frutta in via di maturazione su vasta superficie coltivata a melo. A partire da questo momento la mosca mediterranea si è riproposta costantemente sul territorio trentino richiamando l’attenzione di ricercatori e istituzioni locali per svolgere studi di comportamento e biologia su questo Tefritide in relazione alle condizioni ambientali ed al sistema melicolo di produzione della regione Trentino (nord Italia). I principali obiettivi di questo lavoro erano infatti: • individuare la miglior tipologia di trappola in grado di implementare un efficacie piano di monitoraggio; • valutare la sensibilità varietale alle ovideposizioni e allo sviluppo larvale in relazione al valore di alcuni parametri fisico-chimici delle mele al momento della maturità commerciale; • monitorare l’attività di volo di questo insetto a livello locale; • validare il modello gradi giorno di Tassan (Tassan et al., 1982) per stimare la durata del ciclo vitale e il numero delle potenziali generazioni di mosca mediterranea in Trentino: • valutare la capacità di svernamento della popolazione durante il periodo invernale; • valutare l’efficacia di diversi insetticidi per il controllo di infestazioni localizzate di C. capitata; Quattro tipi diversi di trappole commerciali, caricate con attrattivi diversi (cromotropiche, para-feromonale, attrattivi alimentari) sono state comparate in appezzamenti trentini di melo. Decis® Trap caricata con attrattivo alimentare, in grado di catturare sia maschi che femmine, è risultata essere la più adatta per il monitoraggio di questo insetto. In Trentino, il volo degli adulti di C. capitata inizia durante la prima settimana di luglio ma l’intensità delle catture (numero di catture per trappola) rimane a livelli molto bassi fino ad agosto quando incrementa producendo un picco di catture durante il mese di settembre. Nel mese di ottobre l’attività degli adulti decresce fermandosi completamente alla fine di novembre. Confermando le nostre osservazioni, eseguite in campo e in condizioni climatiche controllate, questo insetto riesce a superare l’inverno allo stadio di larva in mela caduta a terra in campo. L’applicazione del modello gradi giorno di Tessan, basato sulle temperature registrate durante tutta la stagione, è in grado di fornire una buona stima sullo sviluppo della prima generazione (da uovo ad adulto 325,2 °DD e 44 °D per il periodo di pre-ovideposizione) nell’area in cui sono state fatte osservazioni dirette sul comportamento di questo insetto. La suscettibilità varietale è stata valutata mettendo in relazione i parametri qualitativi (durezza, acidità, succosità e amido) delle principali varietà di mela coltivate in Trentino (Gala, Red Delicious, Golden Delicious, Granny Smith, Kanzi, Morgen and Fuji) con la preferenza di ovideposizione e la fitness larvale di due diversi ceppi di C. capitata in condizioni di laboratorio e di campo. I risultati ottenuti hanno dimostrato che la suscettibilità all’ovideposizione incrementa quando in frutti con un alto contento di zucchero e bassa resistenza alla penetrazione come nel caso delle varierà Gala, Golden Delicious, Kanzi and Fuji. Al contrario, le varietà Granny Smith, Red Delicious and Morgen hanno mostrato una bassa sensibilità per il basso contenuto zuccherino ed elevata durezza della buccia e polpa. Per quanto riguarda la fitness larvale, i risultati suggeriscono che le varietà testate influenzano in modo considerevole vari aspetti della biologia degli stadi pre-immaginali e degli adulti come la sopravvivenza larvale nei frutti, la durata del ciclo di sviluppo (da uovo ad adulto) e la dimensione delle pupe. Golden Delicious, Gala, Kanzi and Fuji sono risultate essere le più favorevoli delle sette varietà messe in prova. Granny Smith, Red Delicious e Morgen invece, non hanno premesso un adeguato sviluppo delle larve e degli adulti. Due diverse popolazioni di mosca mediterranea, una originaria del Trentino e una Spagnola (Girona) sono state utilizzate per testare l’efficacia di cinque insetticidi commerciali, ognuno con un principio attivo diverso quali: Etofenprox, Cyazypir, Beta-Cyfluthryn, Spinosad and Thiacloprid. Dagli studi di efficacia insetticidi è risultato che Spinosad e Beta-Cyfluthryn a dosi sub-letali causano elevata mortalità in adulti della popolazione spagnola. Inoltre, Beta-Cyfluthryn, Etofenprox e Spinosad, alla dose raccomandata di campo, riducono i danni da ovideposizione su frutta. Sulla popolazione trentina, alla dose raccomandata di campo Spinosad ha provocato una mortalità elevata negli adulti, mentre Cyazypyr ed Etofenprox non hanno funzionato a sufficienza per prevenire i danni di ovideposizione su frutta, sul numero di uova e sullo sviluppo larvale nei frutti. Tutti i formulate insetticidi utilizzati alla dose di etichetta sono comunque risultati repellenti per l’ovideposizione da parte delle femmine in entrambe le popolazioni testate infatti i danni su frutta sono risultati significativamente ridotti su frutta trattata. Le osservazioni comportamentali e i risultati sperimentali ottenuti nell'ambito di questo lavoro di tesi consentono di comprendere meglio la bio-etologia di C. capitata in una regione frutticola settentrionale come il Trentino. Queste informazioni sono fondamentali per consulenti tecnici e agricoltori al fine di ottimizzare le attuali strategie di gestione del fitofago. Nelle prospettive future, molti di questi risultati saranno di grande importanza per lo sviluppo di tattiche di controllo innovative e più sostenibili.
The Mediterranean fruit fly (Medfly), Ceratitis capitata Wiedemann (Diptera Tephritidae), is a ubiquitous pest in subtropical and tropical regions worldwide. The gravid female deposits eggs inside the fruit and the newly emerged larvae feed on fruit pulp, causing fruit decay. The mature larvae leave the fruit and pupate in the soil, where new adults emerge. C. capitata is a highly polyphagous, multivoltine pest species and it is one of the world’s most economically important fruit pests. From its supposed origin in Africa, it has spread to a number of countries, including the Mediterranean, parts of South and Central America and Australia. It was first detected in southern Italy in 1863, from where it gradually spread northward and it now infests all major temperate fruit crops, including the apple, throughout the country. C. capitata is reported to complete up to seven generations per year in the most southerly regions and this number gradually decreases as the pest spreads northward. The northern limit of its distribution has been indicated to be around the 41st parallel north and its presence above this is considered to be occasional, mainly due to infested fruit trading, as this species is reported to be unable to overwinter above this latitude. The presence of C. capitata was first reported in a limited area of Trentino in 1990. After this initial report, it was not observed until 2010, when severe apple damage caused by C. capitata was reported in a much larger area. From this year on, Mediterranean fruit fly infestation regularly appeared in the warmest apple growing areas of Trentino, claiming the attention of local research institutes and demanding in-depth study of the bio-ethology of this Tephritid pest in relation to environmental conditions and the apple production system in this northern Italian region. The main objectives of this project were: • to select the most effective trap in order to implement an efficient monitoring plan; • to evaluate the susceptibility of apple varieties to oviposition and larval development in relation to physical-chemical parameter values at harvest time; • to monitor the flight activity of the fly at area-wide level; • to validate Tassan’s degree-day model (Tassan et al., 1982) for estimation of the length of life-cycles and number of potential Medfly generations in Trentino; • to assess the survival of overwintering populations; • to evaluate the efficacy of different insecticides in controlling Medfly fruit infestation. Four types of differently baited commercial traps (chromotropic, pheromone and food attractant) were compared in an apple orchard. A Decis® trap baited with a food attractant and catching both males and females was shown to be the most suitable for monitoring pests. In Trentino, adult Medfly flight starts during the first week of July, but the intensity (number of captures) remains at a very low level until August, when it begins to increase, peaking during September. After this, adult activity decreases in October and stops by the end of November. According to our observations, performed both in the open field and under controlled conditions, C. capitata overwinters at the larval stage in infested apples falling to the ground in orchards. The application of Tassan’s degree-day model based on temperature records provided a good estimate of first generation development (325.2 °DD from eggs to adult and 44 °DD for the adult preoviposition period) in the area where direct behavioural observations were carried out. To evaluate apple susceptibility, qualitative parameters (e.g. hardness, acidity, sugar and starch) of the main apple varieties cultivated in Trentino (Gala, Red Delicious, Golden Delicious, Granny Smith, Kanzi, Morgen and Fuji) were measured and correlated with the oviposition preference and larval survival of two Medfly strains in laboratory and field tests. The results showed that susceptibility to C. capitata oviposition increased when fruits had a high sugar content and a low penetrating resistance, as in the case of Golden Delicious, Kanzi and Fuji. In contrast, Granny Smith, Red Delicious and Morgen showed low susceptibility, due to their lower sugar content and higher peel and pulp hardness. As regards larval fitness, the results suggested that the tested varieties considerably affected various aspects of the biology of both immature and adult stages such as larval survival, duration of larval and adult developmental stage and size of the pupae. Golden Delicious, Gala, Kanzi and Fuji were the most favourable environments among the seven tested varieties. In contrast, Granny Smith, Red Delicious and Morgen were shown not to be favourable for larval and adult development. Two Medfly strains, one from Trentino and one from Spain, were used to assess the efficacy of five commercial insecticides containing the following active ingredients: Etofenprox, Cyazypir, Beta-Cyfluthrin, Spinosad and Thiacloprid. Sublethal doses of Spinosad and Beta-Cyfluthrin caused high mortality in Spanish strains. Moreover, Beta-Cyfluthrin, Etofenprox and Spinosad also reduced damage by females to apples at the recommended field rate. When used against the Trentino strain, Spinosad caused high adult mortality at the recommended field dose, while Cyazypyr and Etofenprox did not work sufficiently to prevent puncture, egg laying and larval development in fruit. Recommended field rates of all the selected insecticide formulations were repellent for egg-laying females of both strains, so both oviposition and fruit damage were significantly reduced on treated ripening fruits. The behavioural observations and experimental results obtained in this thesis allow a better understanding of the bio-ethology of C. capitata in a northern fruit growing region such as Trentino, providing fundamental information for advisors and growers to optimise the current pest management strategy. In the future, some of the results obtained in this study will be of great relevance for developing innovative and more sustainable control tactics.
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Schir, Emanuela. "Extraction landscapes: From active quarry to disused sites: methodological approaches and future scenarios of the porphyry territory in Trentino." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2010. https://hdl.handle.net/11572/368769.

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Abstract:
“...‘Landscape’ means an area, as perceived by people, whose character is theresult of the action and interaction of natural and/or human factors; ... Acknowledging that the landscape is an important part of the quality of life for people everywhere: in urban areas and in the countryside, in degraded areas as well as in areas of high quality, in areas recognised as being of outstanding beauty as well as everyday areas ...†. The starting point for this research is the new landscape definition given by the “European Landscape Convention†. Landscape is - as per this definition - the degraded territory and the excavated sites created by the mining activity. This research is focused on the analysis and interpretation of the porphyry territory in Trentino in order to achieve a sustainable transformation. The natural scenery and the cultural features of the territory are deformed by the signs and over development that have unshaped the natural profile and morphology compromising the continuity and identity of the sites. The aim of this research is to find strategies to propose a new methodology for the quarry planning capable to develop at the same time both the excavation typology and the future reuse of the sites. In this perspective, negative topics as “refuse†, “recycling†, “scrap†, “wound†become occasion for rethinking and create landscapes. The general aim is to rethink the extraction landscapes in Trentino in order to obtain their sustainable development based on a balanced relation between social need, economy and environment. This study aims to find the linkage between the quarry activities and the tourist, cultural and social features, so that the degraded territory can be transformed in new “created landscapes†. This would appropriately fits the goals of the “European Landscape Convention†: “‘Landscape planning’ means strong forward-looking action to enhance, restore or create landscapes†.
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Schir, Emanuela. "Extraction landscapes: From active quarry to disused sites: methodological approaches and future scenarios of the porphyry territory in Trentino." Doctoral thesis, University of Trento, 2010. http://eprints-phd.biblio.unitn.it/262/1/EXTRACTION_LANDSCAPES_ESCHIR.pdf.

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Abstract:
“...‘Landscape’ means an area, as perceived by people, whose character is theresult of the action and interaction of natural and/or human factors; ... Acknowledging that the landscape is an important part of the quality of life for people everywhere: in urban areas and in the countryside, in degraded areas as well as in areas of high quality, in areas recognised as being of outstanding beauty as well as everyday areas ...”. The starting point for this research is the new landscape definition given by the “European Landscape Convention”. Landscape is - as per this definition - the degraded territory and the excavated sites created by the mining activity. This research is focused on the analysis and interpretation of the porphyry territory in Trentino in order to achieve a sustainable transformation. The natural scenery and the cultural features of the territory are deformed by the signs and over development that have unshaped the natural profile and morphology compromising the continuity and identity of the sites. The aim of this research is to find strategies to propose a new methodology for the quarry planning capable to develop at the same time both the excavation typology and the future reuse of the sites. In this perspective, negative topics as “refuse”, “recycling”, “scrap”, “wound” become occasion for rethinking and create landscapes. The general aim is to rethink the extraction landscapes in Trentino in order to obtain their sustainable development based on a balanced relation between social need, economy and environment. This study aims to find the linkage between the quarry activities and the tourist, cultural and social features, so that the degraded territory can be transformed in new “created landscapes”. This would appropriately fits the goals of the “European Landscape Convention”: “‘Landscape planning’ means strong forward-looking action to enhance, restore or create landscapes”.
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Caterino, Serena <1984&gt. "Il Green Marketing Turistico e i fenomeni del Greenwashing. Il caso studio degli Eco Hotel in Trentino Alto Adige." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2490.

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Abstract:
La seguente tesi si propone lo scopo di esaminare il fenomeno del Green Marketing turistico, soffermandosi in particolare sui rischi che alcune aziende possono correre nel tentativo di dare un'immagine ecologica di sé senza modificare realmente la propria realtà. A tal proposito verrà studiata e analizzata la comunicazione online di alcuni Eco Hotel del Trentino Alto Adige al fine di compararli sotto determinati parametri e di individuare eventuali casi di Greenwashing. Nel primo capitolo, l'elaborato parte col spiegare l'evoluzione del concetto di sostenibilità, per passare in seguito a trattare temi quali la nascita del termine Green Marketing fino alla descrizione dei suoi usi opportunistici da parte dei diversi attori del mercato che spesso e volentieri non fanno che ricadere in mere pratiche di Greenwashing. Nel secondo capitolo l'elaborato entra nel vivo della questione per descrivere il Green Marketing applicato al settore turistico. Le pratiche green in questo settore rimandando ai concetti di turismo sostenibile ed ecoturismo nati quando l'attenzione nei confronti dell'ambiente iniziava ad avere un peso preponderante per il turista nella scelta del viaggio e della destinazione. Certificazioni, Self Commitment e Award sono strumenti utili a migliorare e assicurare performance ambientali negli Hotel, oltre che ad aumentare la credibilità delle imprese turistiche che a questo scopo hanno la possibilità di collaborare con partner esterni quali organizzazioni ambientaliste, governative o non governative. Tale discussione fa, infine, da trampolino al terzo e ultimo capitolo in cui si cerca di analizzare e comprendere quale possa essere il confine tra Green Marketing e Greenwashing negli Eco Hotel del Trentino Alto Adige, considerata, a livello internazionale, regione all'avanguardia per quanto concerne l'attenzione posta all'ecologia e alla sostenibilità.
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Fratton, Irene <1995&gt. "Ho ‘mparà quela volta, ala scola dei pizzi… Storie di allieve e maestre delle scuole di merletto del Trentino." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18815.

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Abstract:
Nel territorio dell’attuale provincia di Trento, dal 1873 al 1978, furono attive alcune scuole statali femminili, nelle quali si insegnava il mestiere di merlettaia. La tesi indaga la storia di queste istituzioni, inquadrandola nella cornice degli avvenimenti storici che hanno caratterizzato il territorio trentino negli ultimi centocinquant’anni. La ricerca su fonti documentarie e la storia orale consentono di mettere a confronto il punto di vista istituzionale con le memorie personali delle protagoniste. Dopo aver ricostruito la storia del merletto come prodotto per il mercato, come arte e come professione, la tesi si concentra sul ruolo delle scuole sul territorio, sull’identità di maestre e allieve, sulle aspettative della comunità nei loro confronti, con una prospettiva di genere che rileva le disparità di potere tra una forza lavoro completamente femminile e una classe dirigente interamente maschile. Infine, viene sviluppata una riflessione sulla recente riappropriazione delle tecniche di produzione artigianale del merletto da parte di alcune associazioni culturali di donne.
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GOBBI, STEFANO. "Fine spatial scale modelling of Trentino past forest landscape and future change scenarios to study ecosystem services through the years." Doctoral thesis, country:IT, 2021. http://hdl.handle.net/10449/71234.

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Abstract:
Landscape in Europe has dramatically changed in the last decades. This has been especially true for Alpine regions, where the progressive urbanization of the valleys has been accom- panied by the abandonment of smaller villages and areas at higher elevation. This trend has been clearly observable in the Provincia Autonoma di Trento (PAT) region in the Italian Alps. The impact has been substantial for many rural areas, with the progressive shrinking of meadows and pastures due to the forest natural recolonization. These modifications of the landscape affect biodiversity, social and cultural dynamics, including landscape perception and some ecosystem services. Literature review showed that this topic has been addressed by several authors across the Alps, but their researches are limited in space coverage, spatial resolution and time span. This thesis aims to create a comprehensive dataset of historical maps and multitemporal orthophotos in the area of PAT to perform data analysis to identify the changes in forest and open areas, being an evaluation of how these changes affected land- scape structure and ecosystems, create a future change scenario for a test area and highlight some major changes in ecosystem services through time. In this study a high resolution dataset of maps covering the whole PAT area for over a century was developed. The earlier representation of the PAT territory which contained reliable data about forest coverage was considered is the Historic Cadastral maps of the 1859. These maps in fact systematically and accurately represented the land use of each parcel in the Habsburg Empire, included the PAT. Then, the Italian Kingdom Forest Maps, was the next important source of information about the forest coverage after World War I, before coming to the most recent datasets of the greyscale images of 1954, 1994 and the multiband images of 2006 and 2015. The purpose of the dataset development is twofold: to create a series of maps describing the forest and open areas coverage in the last 160 years for the whole PAT on one hand and to setup and test procedures to extract the relevant information from imagery and historical maps on the other. The datasets were archived, processed and analysed using the Free and Open Source Software (FOSS) GIS GRASS, QGIS and R. The goal set by this work was achieved by a remote sensed analysis of said maps and aerial imagery. A series of procedures were applied to extract a land use map, with the forest categories reaching a level of detail rarely achieved for a study area of such an extension (6200 km2 ). The resolution of the original maps is in fact at a meter level, whereas the coarser resampling adopted is 10mx10m pixels. The great variety and size of the input data required the development, along the main part of the research, of a series of new tools for automatizing the analysis of the aerial imagery, to reduce the user intervention. New tools for historic map classification were as well developed, for eliminating from the resulting maps of land use from symbols (e.g.: signs), thus enhancing the results. Once the multitemporal forest maps were obtained, the second phase of the current work was a qualitative and quantitative assessment of the forest coverage and how it changed. This was performed by the evaluation of a number of landscape metrics, indexes used to quantify the compaction or the rarefaction of the forest areas. A recurring issue in the current Literature on the topic of landscape metrics was identified along their analysis in the current work, that was extensively studied. This highlighted the importance of specifying some parameters in the most used landscape fragmentation analy- sis software to make the results of different studies properly comparable. Within this analysis a set of data coming from other maps were used to characterize the process of afforestation in PAT, such as the potential forest maps, which were used to quantify the area of potential forest which were actually afforested through the years, the Digital Ele- vation Model, which was used to quantify the changes in forest area at a different ranges of altitude, and finally the forest class map, which was used to estimate how afforestation has affected each single forest type. The output forest maps were used to analyse and estimate some ecosystem services, in par- ticular the protection from soil erosion, the changes in biodiversity and the landscape of the forests. Finally, a procedure for the analysis of future changes scenarios was set up to study how afforestation will proceed in absence of external factors in a protected area of PAT. The pro- cedure was developed using Agent Based Models, which considers trees as thinking agents, able to choose where to expand the forest area. The first part of the results achieved consists in a temporal series of maps representing the situation of the forest in each year of the considered dataset. The analysis of these maps suggests a trend of afforestation across the PAT territory. The forest maps were then reclassi- fied by altitude ranges and forest types to show how the afforestation proceeded at different altitudes and forest types. The results showed that forest expansion acted homogeneously through different altitude and forest types. The analysis of a selected set of landscape met- rics showed a progressive compaction of the forests at the expenses of the open areas, in each altitude range and for each forest type. This generated on one hand a benefit for all those ecosystem services linked to a high forest cover, while reduced ecotonal habitats and affected biodiversity distribution and quality. Finally the ABM procedure resulted in a set of maps representing a possible evolution of the forest in an area of PAT, which represented a similar situation respect to other simulations developed using different models in the same area. A second part of the result achieved in the current work consisted in new open source tools for image analysis developed for achieving the results showed, but with a potentially wider field of application, along with new procedure for the evaluation of the image classification. The current work fulfilled its aims, while providing in the meantime new tools and enhance- ment of existing tools for remote sensing and leaving as heritage a large dataset that will be used to deepen he knowledge of the territory of PAT, and, more widely to study emerging pattern in afforestation in an alpine environment.
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Gobbi, Stefano. "Fine spatial scale modelling of Trentino past forest landscape and future change scenarios to study ecosystem services through the years." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2021. http://hdl.handle.net/11572/324420.

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Abstract:
Over recent decades, forest land cover is dramatically changing in European mountains and in the Alps in particular. Since the 1950s the progressive urbanization of the valleys and the abandonment of mountain and rural dwellers has intensified. More than 60% of the Trentino land, is covered by forest and mainly by high forest. This human migration have brought to a progressive shrinking of meadows and pastures due to the natural forest expansion causing a dramatic change in the landscape, the consequences of which affect biodiversity, social and cultural dynamics and landscape perception as well as ecosystem services. The objective of this research focused on the application and experimentation of advanced GIS and modeling techniques to compare aerial imagery, historical maps and data and remote sensed images to understand the past landscape changes and their dynamics in Trentino and to build future scenarios based on long-term set ofobservations. The research produced a fine scale dataset representing past forest landscape for the Trentino territory. The analysis of these output data revealed a progressive afforestation process which interested homogeneously all the Trentino territory. A future forest landscape scenarios at a detailed scale (10 m) was as well produced, to simulate the future of the forest in a protected area of Trentino, to outline if the afforestation process will continue. Along with these main output of the research, new tools for image processing and evaluation of forest changes were developed.
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Moser, Riccarda. "Small Fruit Production in Mountain Areas with the use of Biocontrol Agents: Investigating Farmers' Attitudes and Consumers' Choice in Trentino." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2011. https://hdl.handle.net/11572/368290.

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Abstract:
In recent years, concerns have been raised over the effects of the overuse of agricultural pesticides on the environment and human health. Biocontrol agents (BCAs) can serve as an alternative to chemicals in integrated pest management (IPM) systems. Although the adoption of BCAs is strongly affected by the socioeconomic environment in which they are to be applied and by farmers’ attitudes, these factors have been poorly investigated in BCA research and development programs. This thesis empirically investigates the farmers’ attitude to an IPM that employs BCAs extensively to understand which are the factors that may prevent the adoption on large scale for this strategy and which may represent the key for its success. Moreover, it aims to provide some insight about the role of different source of information and of government in spreading information about BCAs. Simultaneously with the evaluation of the agro-systems (farms) in which there is the highest probability for successful BCA implementation, it is also important to understand whether there would be a market for products obtained with BCAs. This thesis focuses on identifying the attributes that have been shown to be relevant and determinant in purchasing and willingness to pay (WTP) for sustainable grown fruits and vegetables and on evaluating the consumers’ preferences and their willingness to pay for fruit obtained with BCAs. Moreover, it aims to discover whether the consumers choice is influenced by threshold values (cut-offs).
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Moser, Riccarda. "Small Fruit Production in Mountain Areas with the use of Biocontrol Agents: Investigating Farmers' Attitudes and Consumers' Choice in Trentino." Doctoral thesis, University of Trento, 2011. http://eprints-phd.biblio.unitn.it/562/1/Riccarda_Moser_PhD_Thesis.pdf.

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Abstract:
In recent years, concerns have been raised over the effects of the overuse of agricultural pesticides on the environment and human health. Biocontrol agents (BCAs) can serve as an alternative to chemicals in integrated pest management (IPM) systems. Although the adoption of BCAs is strongly affected by the socioeconomic environment in which they are to be applied and by farmers’ attitudes, these factors have been poorly investigated in BCA research and development programs. This thesis empirically investigates the farmers’ attitude to an IPM that employs BCAs extensively to understand which are the factors that may prevent the adoption on large scale for this strategy and which may represent the key for its success. Moreover, it aims to provide some insight about the role of different source of information and of government in spreading information about BCAs. Simultaneously with the evaluation of the agro-systems (farms) in which there is the highest probability for successful BCA implementation, it is also important to understand whether there would be a market for products obtained with BCAs. This thesis focuses on identifying the attributes that have been shown to be relevant and determinant in purchasing and willingness to pay (WTP) for sustainable grown fruits and vegetables and on evaluating the consumers’ preferences and their willingness to pay for fruit obtained with BCAs. Moreover, it aims to discover whether the consumers choice is influenced by threshold values (cut-offs).
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Tsouri, Maria. "Knowledge Networks in Emerging ICT Regional Innovation Systems: An Explorative Study of the Knowledge Network of Trentino ICT Innovation System." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2017. https://hdl.handle.net/11572/368732.

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Abstract:
Although the last thirty years Regional Innovation Systems (RIS) received great attention by policy makers, only during the last decade social networks were applied in the fields of innovation and regional economics. The majority of the existing empirical studies on networks adopt a static point of view, representing a regional knowledge network at a certain point in time, while there are few recent attempts exploring the evolution of knowledge networks and the dynamics that drive it. The present work aims at covering some of the gaps in the literature, using the dataset on collaborative projects from the ICT activity in Trentino. It introduces an original multidimensional framework to analyze the knowledge flows inside, from within and towards the regional network. It also identifies the key actors inside the region and describes their role in knowledge creation and diffusion. Concerning the spatial and temporal evolution of the knowledge networks, this thesis investigates the preferences of the economic actors operating inside regional networks, in terms of shared characteristics, while it explores the dynamics developed through time by the behavior of economic agents during high and low certainty periods, contributing to the inertia and the resilience of the regional knowledge network. The present research is the first that introduces Social Network Analysis (SNA) using data on knowledge transfer from Trentino, considering the entire universe of actors involved in the regional ICT knowledge network for the last fifteen years, and allocating it to an original multidimensional framework, in order to reveal the value of the knowledge network per se, and the impact of the regional policies on the network and not on the output of the innovation process. On the spatial evolution of networks, it explores in depth the preferences of the actors of a regional knowledge network, in order to make it more solid through strong collaborations. It proves that the effect of every kind of proximity or distance is different, while it introduces the measure of relational proximity, exploring the effect of the position of an actor inside the knowledge network in relation with the rest of the actors. However, the major finding of this thesis is the introduction of the temporal aspect in the evolution of the regional knowledge network, and the exploration of the agent behavior during periods of uncertainty. The introduction in the network evolution of an external negative event, like economic crisis, allows the deduction of useful conclusions on how the actors behave in terms of trust and collaboration creation.
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Tsouri, Maria. "Knowledge Networks in Emerging ICT Regional Innovation Systems: An Explorative Study of the Knowledge Network of Trentino ICT Innovation System." Doctoral thesis, University of Trento, 2017. http://eprints-phd.biblio.unitn.it/2005/1/declaration.pdf.

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Abstract:
Although the last thirty years Regional Innovation Systems (RIS) received great attention by policy makers, only during the last decade social networks were applied in the fields of innovation and regional economics. The majority of the existing empirical studies on networks adopt a static point of view, representing a regional knowledge network at a certain point in time, while there are few recent attempts exploring the evolution of knowledge networks and the dynamics that drive it. The present work aims at covering some of the gaps in the literature, using the dataset on collaborative projects from the ICT activity in Trentino. It introduces an original multidimensional framework to analyze the knowledge flows inside, from within and towards the regional network. It also identifies the key actors inside the region and describes their role in knowledge creation and diffusion. Concerning the spatial and temporal evolution of the knowledge networks, this thesis investigates the preferences of the economic actors operating inside regional networks, in terms of shared characteristics, while it explores the dynamics developed through time by the behavior of economic agents during high and low certainty periods, contributing to the inertia and the resilience of the regional knowledge network. The present research is the first that introduces Social Network Analysis (SNA) using data on knowledge transfer from Trentino, considering the entire universe of actors involved in the regional ICT knowledge network for the last fifteen years, and allocating it to an original multidimensional framework, in order to reveal the value of the knowledge network per se, and the impact of the regional policies on the network and not on the output of the innovation process. On the spatial evolution of networks, it explores in depth the preferences of the actors of a regional knowledge network, in order to make it more solid through strong collaborations. It proves that the effect of every kind of proximity or distance is different, while it introduces the measure of relational proximity, exploring the effect of the position of an actor inside the knowledge network in relation with the rest of the actors. However, the major finding of this thesis is the introduction of the temporal aspect in the evolution of the regional knowledge network, and the exploration of the agent behavior during periods of uncertainty. The introduction in the network evolution of an external negative event, like economic crisis, allows the deduction of useful conclusions on how the actors behave in terms of trust and collaboration creation.
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Giacomoni, Erica <1983&gt. "EXCURSUS SUL PROCESSO COSTITUTIVO DEL “SISTEMA MUSEALE TRENTINO” E ANALISI DI UN MUSEO CHE VI APPARTIENE: IL MUSEO ALTO GARDA." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4259.

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Abstract:
Con questa tesi si persegue l’intento di delineare il quadro complessivo del cosiddetto “sistema” museale trentino ripercorrendo per grandi tappe le fasi costitutive e lo sviluppo dei principali musei che lo compongono con attenzione anche ai motivi che hanno indotto soggetti pubblici e privati nel passato e nel presente a impegnarsi nella istituzione dei musei o a contribuire al loro sostentamento e processo di crescita durante tre fasi salienti della storia trentina. In tale ambito si intende presentare il Museo dell’Alto Garda con sede a Riva del Garda che, per il fatto di essere un museo di medie dimensioni ubicato in un ambito territoriale a fortissima vocazione turistica estiva ma anche primaverile, apprezzata soprattutto dal mondo tedesco, presenta delle peculiarità e potenzialità che lo differenziano in parte dagli altri musei del sistema e che si riflettono nelle politiche gestionali. La tesi è divisa in tre parti. Nella prima si descrivono le competenze della Provincia in materia di musei e il processo normativo volto alla creazione di un vero sistema museale. Nella seconda parte si riassumono le vicende storiche che hanno portato alla situazione attuale partendo dall’Ottocento, che ha visto porsi in Trentino il problema della costituzione di “patri” musei durante l’appartenenza all’Impero austro ungarico, per passare poi alla fase che va dalla conquista italiana del Trentino nel 1918 fino al termine della seconda guerra mondiale e infine a quella della ricostruzione sociale ed economica successiva a questo evento bellico. Nella terza parte si procede a esaminare il Museo dell’Alto Garda nei suoi aspetti storici, istituzionali, organizzativi e economici, la sua mission, le sue attività.
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Pastori, Bianca. "Agricoltrici per scelta. Percorsi di vita e di lavoro, saperi, pratiche e relazioni delle produttrici agricole a Primiero (Trentino orientale)." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3421832.

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Abstract:
Women farmers by choice. Life and work histories, skills, practices, networks among agricoltural producers of Primiero (Eastern Trentino region) The research presents an ethnographic account of four women farmers' everyday work in the alpine valley of Primiero. The analysis is framed by a survey of peasant studies - especially in the italian anthropologic tradition - alpine anthropology and feminist studies of work and labour.
La tesi si inserisce nel quadro del rinnovato interesse degli studi antropologici sull'agricoltura contemporanea descrivendo le storie di vita e il lavoro quotidiano di quattro produttrici agricole di montagna che vivono e lavorano nella Comunità di Primiero (Trentino orientale). Il resoconto entografico è stato inquadrato, nei capitoli introduttivi, da una disamina degli studi antropologici - sopratutto italiani - sul mondo contadino, dell'antropologia alpina e degli studi sul lavoro femminile.
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