Academic literature on the topic 'Italie (nord-est)'
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Journal articles on the topic "Italie (nord-est)":
Diamanti, Ilvo. "Italie du Nord-Est : une sécession invisible." Critique internationale 3, no. 1 (1999): 27–34. http://dx.doi.org/10.3406/criti.1999.1588.
Diamanti, Ilvo. "Italie du Nord-Est : une sécession invisible." Critique internationale 3, no. 2 (July 1, 1999): 27–34. http://dx.doi.org/10.3917/crii.p1999.3n1.0027.
Pia Sorvillo, Maria, and Valerio Terra Abrami. "La fécondité en Italie et dans ses régions : analyse par période et par génération." Population Vol. 48, no. 3 (March 1, 1993): 735–51. http://dx.doi.org/10.3917/popu.p1993.48n3.0751.
Sivan, Hagith. "Le corps d'une pécheresse, le prix de la piété: La politique de l'adultère dans l'Antiquité tardive." Annales. Histoire, Sciences Sociales 53, no. 2 (April 1998): 231–53. http://dx.doi.org/10.3406/ahess.1998.279663.
Lajus, Claire. "L’expérience des mères autochtones en couple mixte face aux discriminations raciales vécues par leur(s) enfant(s)." Revue internationale de l'éducation familiale 52, no. 2 (March 13, 2024): 131–51. http://dx.doi.org/10.3917/rief.052.0131.
Izzo, Annalisa. "Le Roland furieux de l’Arioste: y aurait-il récit sans malentendu?" Cahiers du Centre de Linguistique et des Sciences du Langage, no. 44 (March 23, 2016): 49–62. http://dx.doi.org/10.26034/la.cdclsl.2016.527.
Perrotti, Daniela. "La ruralité urbaine : de plateforme d’expérimentation à lieu de la mise en scène d’un nouveau modèle de durabilité." Environnement urbain 6 (January 15, 2013): 100–117. http://dx.doi.org/10.7202/1013715ar.
Fois-Braga, Humberto. "Le corps dépaysé : la migration transsexuelle et la prostitution dans le récit de voyage brésilien A Princesa." Textures, no. 24-25 (January 1, 2018): 219–42. http://dx.doi.org/10.35562/textures.269.
Giuffrida, Giovanni. "Accompagner les processus pastoraux pour renouveler les ministères. Réflexion à partir de la situation en Italie du Nord." Nouvelle revue théologique Tome 145, no. 4 (September 22, 2023): 606–19. http://dx.doi.org/10.3917/nrt.454.0606.
Chevrefils Desbiolles, Yves. "camoufleurs français en Italie. Le cubisme d’André Mare s’est évanoui à Venise." L'uomo nero. Materiali per una storia delle arti della modernità 19, no. 19-20 (December 13, 2022): 202–15. http://dx.doi.org/10.54103/2974-6620/uon.n19-20_2022_pp202-215.
Dissertations / Theses on the topic "Italie (nord-est)":
Tummolo, Cosentino Maura Rosaria. "Céramique à vernis noir dans la Basilicate du Nord-Est : (IVe-Ier siècles av. J.-C.)." Aix-Marseille 1, 2008. http://www.theses.fr/2008AIX10067.
Fasser, Nicolò. "Lithic armatures manufacture during the Late Glacial and the beginning of the Early Holocene between North-Eastern Italy and South-Western France : production methods and techniques." Electronic Thesis or Diss., Toulouse 2, 2022. http://www.theses.fr/2022TOU20016.
This Ph.D thesis focuses on manufacturing modalities of lithic armatures during the Late Glacial and the first part of the Early Holocene in two specific areas: North-Eastern Italy and South-Western France. These two regions and more generally the Western-Atlantic and Mediterranean-Balkan areas are characterized, after the Gravettian period, by a clear cultural separation. The aim of this project was to contribute to the definition of the cultural framework in these two regions trying to emphasise variations and/or continuity into each chrono-cultural sequence and possible common trends between the two analysed territories. To answer this question, armatures from six sites located in South-Western France and North-Eastern Italy have been analysed. For the Italian area we selected three Late Epigravettian sites, and a Sauveterrian one, spanning from the latest part of the Oldest Dryas (GS-2a) to the beginning of the Early Holocene. For the French area we choose two multi-layered sites referring to the Upper Magdalenian, Early and Late Azilian and Early Laborian. Armatures were examined by applying a specifically designed methodology. This is based on two complementary approaches, an experimental and a technological one. Both were aimed at reconstructing the whole chaîne opératoire of armatures manufacture, from blanks selection to retouch methods and techniques. The latter were identified by combining a low and high magnifications analysis and a quantitative approach creating a new protocol for the study of lithic backed armatures. Applying this type of analysis allowed observing the variability of Late Glacial armatures in a new light. Despite the considerable morpho-functional divergences among armatures from the two territories analysed, common transformations concerning blanks selection and both retouch methods and techniques were recorded, suggesting the presence of important social networks linking Eastern and Western societies across time
Questa tesi di dottorato si concentra sulle modalità di fabbricazione delle armature litiche durante il Tardoglaciale e l’inizio del primo Olocene in due aree specifiche: l’Italia nord-orientale e la Francia sud-occidentale. Fin dai primi studi della fine del XIX e l’inizio del XX secolo, la variabilità tipologica delle armature litiche dopo il Gravettiano ha permesso di stabilire una divisione culturale tra le regioni atlantico-occidentali e quelle mediterraneo-balcaniche. La prima ha visto il susseguirsi di diverse culture (Solutreano, Badegouliano, Maddaleniano, Aziliano e Laboriano), mentre la seconda è caratterizzata da una maggiore continuità culturale che ha portato allo sviluppo dell’Epigravettiano antico e recente. All’inizio dell’Olocene entrambe le aree studiate presentano evidenze riferibili al Sauveterriano.L’obiettivo di questo progetto di ricerca è di contribuire alla definizione del quadro culturale di queste due regioni è di verificare se a questa chiara diversità morfo-tipologica corrisponde una differenza nelle modalità di produzione e in particolare nella selezione dei supporti, nei metodi e nelle tecniche di ritocco. Per raggiungere tale obiettivo sono state analizzate le armature di due siti della Francia sud-occidentale e di quattro dell’Italia nord-orientale. Per l’area italiana sono stati selezionati siti dell’Epigravettiano recente e del Sauveterriano localizzati in Friuli e nelle Prealpi e Alpi venete datati tra la fine del Dryas antico (GS-2a) e l’inizio dell’Olocene (17.000-10.000 cal BP). Per quanto riguarda l’area francese, invece, abbiamo scelto due siti pluristratificati che coprono approssimativamente lo stesso arco cronologico di quelli italiani e si riferiscono al Magdaleniano superiore, all’Aziliano antico e recente e al Laboriano antico. Non è stato possibile analizzare armature riferibili al Laboriano recente e al Sauveterriano francese.Le armature sono state studiate tramite una metodologia appositamente elaborata. Quest’ultima si basa su due approcci complementari, uno sperimentale e uno tecnologico. Entrambi mirano a ricostruire l’insieme delle catene operative che portano alla produzione delle armature. Sono state realizzate tre principali sessioni sperimentali: la prima è stata dedicata alle tecniche di ritocco, la seconda alla tecnica del microbulino e la terza all’identificazione di altre tecniche utili ad ottenere una fratturazione controllata del supporto. In seguito, il campione sperimentale è stato esaminato combinando un’analisi a basso e alto ingrandimento e un analisi quantitativa. Si è quindi elaborato un approccio integrato spesso utilizzato nell’ambito dell’analisi funzionale, ma raramente applicato per la ricostruzione delle modalità di fabbricazione di strumenti litici.L’applicazione di questa metodologia ha permesso di osservare la variabilità delle armature sotto una nuova luce. I risultati delle analisi effettuate indicano che nonostante le notevoli differenze da un punto di vista morfo-funzionale tra le armature delle due aree prese in esame, molteplici sono i punti in comune. Questi riguardano soprattutto le modalità di selezione dei 3 supporti, i metodi e le tecniche di ritocco, che in diversi periodi del Tardoglaciale sembrano seguire un trend simile. Sebbene i motivi di queste affinità tecnologiche potrebbero essere ricondotti alle dinamiche climatico-ambientali che colpiscono entrambe le regioni durante il Tardoglaciale e l’inizio dell’Olocene, la presenza degli stessi comportamenti tecnici su ampia scala non può che essere il risultato di un’importante rete di connessioni tra gruppi umani appartenenti a diverse culture
Fraccaro, Deborah. "Le capital social comme ressource intégrative d’une société locale." Thesis, Paris 4, 2012. http://www.theses.fr/2012PA040050.
The research work presented in this doctoral thesis analysed the solidaristic bonds generated by spontaneous voluntary actions within a territorial community. Such bonds form a distinctive social resource conceptualized as “solidaristic social capital”, meant as a public good that benefits the social well-being of a local society. Three main aspects of this resource were investigated: 1) its specificities; 2) the process of its micro-foundation; 3) its theoretical implications for a theory of society. As for the first aspect, a survey of voluntary actions was conducted in two provinces in North-Eastern Italy (Trento and Treviso). Data showed a variety of types of actions producing solidaristic bonds, carried out by a heterogeneous set of social groups. In order to explain the generative process of social capital, a series of biographical interviews were conducted, which shed light on the life stories of promoters of voluntary actions, as well as on the limitations of the rational choice theory in accounting for the complexity of their motivations. Finally, the main theoretical implications of the notion of social capital were discussed, focusing on its nature as a public good and on its contribution to a theory of civil society and social cohesion. On the one hand, the solidaristic social capital emerged as a source that helps strengthen social bonds. On the other, this notion might play a crucial role in the theoretical elaborations based on the associationalistic approach to civil society and on individualistic models of community type of social cohesion
Prazzoli, Giuseppe <1991>. "Ruolo della Consulenza e sviluppo economico tra Italia (Nord-Est nello specifico) e Romania." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10057.
Marchesin, Claudia <1997>. "Il mercato e le funzionalità dei software gestionali ERP nelle aziende del Nord-Est Italia." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19764.
Deline, Philip. "Etude géomorphologique des interactions entre écroulements rocheux et glaciers dans la haute montagne alpine : le versant sud-est du massif du Mont-Blanc (Vallée d'Aoste, Italie)." Chambéry, 2002. http://www.theses.fr/2002CHAMS009.
Zerbinati, Gloria. "Il sacro, il riscatto, la perdita dell'anima. L'Italia del Nord-Est nel documentario cinematografico dal dopoguerra al miracolo economico." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3425650.
La tesi analizza le trasformazioni paesaggistiche, antropologiche, culturali, economiche dell’Italia del Nord-Est attraverso le immagini dei documentari realizzati tra l’immediato dopoguerra e gli anni del boom economico. Lo studio si articola secondo un approccio pluridisciplinare - sociologico, artistico, psicanalitico, filosofico, storico-economico - che favorisce una lettura più stratificata e molteplice della rappresentazione cinematografica di tale mutamento, ponendo a questione l’osmosi intercorrente fra difformi materie che, da angolazioni diverse, catturano un comune sentire riproducendolo nella forma loro più congeniale. Dopo una breve introduzione, in cui vengono esplicate le scelte metodologiche e contenutistiche, si passa al vero e proprio corpus della tesi, composta da tre macroaree: Lavoro, rito, sacralità; Il paesaggio, l’anima dei luoghi, i luoghi senz’anima; La perdita di importanza dell’uomo nei confronti dello spazio. Nella prima, dopo aver preso atto della totale assenza di documentari di matrice religiosa o di carattere antropologico assimilabili a quelli prodotti nel Sud Italia nel medesimo periodo, la presenza del sacro viene indagata sotto altri aspetti. Poiché la sacralità si declina, in fondo, sempre in una ritualità, un possibile riscontro è rintracciabile nel rituale lavorativo. Soprattutto grazie ai cortometraggi che Ermanno Olmi realizza per l’Edisonvolta, il lavoro diventa l’emblema del rito sacrale, dell’uomo-demiurgo che, pur nel rapido passaggio alla modernità, mantiene i propri saperi e la propria individualità. Ciò però viene controbilanciato da altri autori, che mostrano invece la disumanizzazione del lavoratore all’interno della fabbrica, indagando così le varie facce del medesimo problema. Nella seconda macroarea, il lavoro non ha più alcuna attinenza col sacro, ma diventa strumento che affranca dalla fame, dalla desolazione, dall’umiliazione, come è evidente nelle opere di Florestano Vancini che, sostenute dalla Camera del Lavoro di Ferrara, associano all’impegno civile e politico uno stile che risente della lezione neorealista così come della pittura dei Macchiaioli. Il paesaggio, che in Vancini è argomento di denuncia, a causa del degrado, o di divagazioni pittoriche, se declinato in chiave bucolica, in registi come Piavoli, ma anche in altri meno conosciuti come Renzo Ragazzi, è immediatamente portatore di mito. La posizione antropocentrica delineata nella prima parte e quella di equilibrio tra uomo e natura tratteggiata nella seconda vengono soppiantate, nella terza macroarea, da una progressiva spersonalizzazione dell’uomo culminante talora nella sua scomparsa, per lasciare il campo a spazi vuoti o a costruzioni architettoniche dagli inquietanti richiami dechirichiani. L’autore che meglio identifica questa parabola è Michelangelo Antonioni, i cui lavori, saturi di problematiche filosofiche, esistenziali ed estetiche, sono anche tra i pochi che interroghino direttamente lo statuto ontologico della visione. I cortometraggi di Antonioni vengono confrontati con quelli di registi che, consapevolmente o inconsapevolmente, risentono della sua influenza e rimangono affascinati dalle “forme” di paesaggi contadini e urbani, decretando al tempo stesso la perdita di rilevanza dell’uomo. Nella conclusione, oltre a fare il punto sulle varie tendenze ricavate dallo studio del materiale cinematografico analizzato, si tenta di individuare chi oggi, nel documentario e nel cinema di finzione, riprenda le fila del discorso sulla trasformazione del territorio e ricerchi nuovamente un’anima nel paesaggio, affermando l’arte, la letteratura, la poesia e soprattutto il cinema come luoghi della memoria e come strumenti atti a contrastare, coraggiosamente, l’appiattimento e la barbarica distruzione.
Terlato, Gabriele. "Fate of cave bear in northeastern italy: anthropic impact, extinction chronology, stable isotope and genetic evidence." Doctoral thesis, Universitat Rovira i Virgili, 2019. http://hdl.handle.net/10803/668377.
El oso de las cavernas es uno de los animales más emblemáticos del Pleistoceno superior final de Europa y es muy bien conocido como especie por la cantidad de restos localizados en múltiples cuevas. A pesar de esto, algunos aspectos relacionados con su historia evolutiva, como por ejemplo la interacción con los humanos, su ecología o la cronología de su extinción, son aún desconocidos en el área mediterránea del Sur de los Alpes. Esta investigación tiene como objetivo revisar el debate sobre la extinción y la paleoecología de los osos de las cavernas, Ursus spelaeus (sensu lato), a partir de los análisis arqueozoológicos, tafonómicos y químicos de los restos recuperados en algunos yacimientos del Paleolítico medio y superior del Nordeste de Italia: Rio Secco, Fumane, Buso doppio del Broion, Paina y Trenes Caves. Los restos de osos de las cavernas son frecuentemente recuperados en las cuevas y, en muchos casos, ellos representan a los animales más abundantes en los conjuntos faunísticos. Los restos analizados provienen de los niveles datados entre 49-42 ky cal. BP (Rio Secco i Fumane) i 33-23 ky cal. BP (Buso doppio del Broion, Trene i Paina), y muchos de ellos están asociados a evidencias de presencia humana. Los análisis arqueozoológicos y tafonómicos han estado dirigidos a entender el rol del impacto humano sobre las poblaciones de oso de las cavernas durante el citado rango temporal. Otras técnicas, como por ejemplo los isótopos estables, el análisis de ADN antiguo y las dataciones radiométricas han sido aplicadas a los huesos de estos animales en los yacimientos de Buso doppio del Broion, Trene i Paina Caves, para adquirir una visión detallada de su ecología, dieta, dinámica de poblaciones y cronología de su extinción. Solamente una perspectiva holística como la utilizada en esta tesis doctoral puede aportar luz a este difícil tema sobre la extinción de un animal tan icónico como el oso de las cavernas. Los artículos realizados durante el periodo de formación permitan señalar que la desaparición de estos animales se produjo en el Nordeste de Italia entre los 24-23 ky cal. BP. Este estudio permite soportar la idea de un potencial impacto humano como uno de los condicionantes más significativos de la desaparición de este animal no solo en esta área geográfica, sino en toda Europa.
Cave bears was one of the most impressive animals of the Late Pleistocene in Europe and are well known from many caves. Despite the enormous quantities fossils unearthed, some aspects of their history/habits, such as interaction with humans, ecology and extinction chronology, are still little known from the Mediterranean area in the Southern Alps. This research aims at revisiting the debate about the extinction and paleoecology of cave bear, Ursus spelaeus (sensu lato), through archaeozoological, taphonomic and chemical analysis of the bones of this species, from Middle and Upper Palaeolithic sites of northeastern Italy. Key sites for this purpose are Rio Secco, Fumane, Buso doppio del Broion, Paina and Trene caves. Cave bear remains are very often found in these caves and, in several cases are the most frequent fossils found in the assemblages. The remains of cave bear analyzed came from layers dated 49 – 42 ky cal. BP (Rio Secco and Fumane) and 33 – 23 ky cal. BP (Buso doppio del Broion, Trene and Paina), most of them associated with evidence of human presence. Archaeozoological and taphonomic analysis were performed to better understand the role of human impact on cave bear populations during a wide span of time. Further techniques, such as a stable isotope, radiometric and ancient DNA analysis were applied to cave bear bones, selected from Buso doppio del Broion, Paina and Trene caves, in order to acquire a detailed picture of the ecology, diet, population dynamics and extinction chronology of cave bears. Only thanks this cross-disciplinary perspective was it possible to significantly improve our understanding of the difficult issue of extinction of this “iconic” animal. The articles made during this research indicate that the disappearance of these animals in Northeast Italy occurred between 24-23 ky cal. BP. This study supports the idea of a potential human impact as one of the most significant factors in the disappearance of this animal, not only in this geographical area, but throughout Europe.
Guadagno, Eleonora. "Comment le phénomène du déplacement environnemental est-il perçu par les pays industrialisés ? Observations empiriques en Italie à partir des glissements de terrain à Sarno et à Cerzeto." Phd thesis, Université de Poitiers, 2014. http://tel.archives-ouvertes.fr/tel-01064675.
Grönwald, Holger [Verfasser], and Sebastian [Akademischer Betreuer] Brather. "Archäologie und Geschichte des hoch- und spätmittelalterlichen Landesausbau im Friaul – Rolle und Entwicklung der Burg Cucagna und ihrer Ausstattung im Nordosten Italiens = Archaeology and history of the High and Late Middle Age land development in Friuli – The role and development of Cucagna castle and its environs in the northeast of Italy = Evidenze archeologiche e evoluzione del sistema insediativo in Friuli in epoca medie-vale – Ruolo e sviluppo del Castello di Cucagna e del suo equipaggiamento nel nord-est Italia." Freiburg : Universität, 2015. http://d-nb.info/1119716918/34.
Books on the topic "Italie (nord-est)":
Rossi, Fiorenzo. Da Nord Est a Nord Ovest: Gli emigrati veneti in Italia nel XX secolo. Padova: CLEUP, 2006.
Museo della ceramica in Cottoveneto., ed. La ceramica del Nord-Est =: Ceramics of Northeast Italy. Cornuda (Treviso): Antiga, 2007.
Antonio, Sema. Piume a nord est: I bersaglieri sul fronte dell'Isonzo : 1915-1917. Gorizia: Libreria editrice goriziana, 1997.
Vrsaj, Egidio. Il nuovo ordine economico mondiale e la sfida del 1992: Nord-Sud e Est-Ouest, Italia-Centro Europa-COMECON, Alpe-Adria/Arge-Alp/COTRAO, Friuli-Venezia Giulia, imprese e 1992. Trieste: Edizioni Italo Svevo, 1988.
Book chapters on the topic "Italie (nord-est)":
"Anciens noms de métiers dans le Patriarcat d’Aquilée (Italie du nord-est) et leurs influences historiques et linguistiques." In Chronik, Namenetymologie und Namengeschichte, Forschungsprojekte. Berlin, Boston: De Gruyter, 2002. http://dx.doi.org/10.1515/9783110919479-006.
Reports on the topic "Italie (nord-est)":
Stumpo, Sergio. The Sustainability of Urban Heritage Preservation: Caso di studio: Verona, Italia. Inter-American Development Bank, August 2010. http://dx.doi.org/10.18235/0007767.
Stumpo, Sergio. The Sustainability of Urban Heritage Preservation: Caso di studio: Siracusa, Italia. Inter-American Development Bank, August 2010. http://dx.doi.org/10.18235/0007766.