Journal articles on the topic 'Italiani nel mondo'

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Gabaccia, Donna. "Italian history and gli italiani nel mondo, part I." Journal of Modern Italian Studies 2, no. 1 (March 1997): 45–66. http://dx.doi.org/10.1080/13545719708454939.

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Gabaccia, Donna. "Italian history and gli italiani nel mondo, Part II." Journal of Modern Italian Studies 3, no. 1 (March 1998): 73–97. http://dx.doi.org/10.1080/13545719808454967.

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Natale, Paolo. "GLI ITALIANI E IL VOTO EUROPEO: MOLTE CONFERME, POCHE SMENTITE." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 29, no. 3 (December 1999): 547–71. http://dx.doi.org/10.1017/s004884020002894x.

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Abstract:
IntroduzioneCome da molte parti è stato sottolineato, e come confermano puntualmente i sondaggi d'opinione, Fattuale fase politica nazionale è marcata da una profonda e crescente disaffezione dei cittadini nei confronti del mondo della politica in generale e di quello partitico in particolare.Tutti i giudizi che vengono formulati dagli italiani in merito alle più rilevanti istituzioni politiche o agli attori politici occupano - nel ranking complessivo delle «fiducie» (riportate in tab. 1) - le posizioni decisamente più basse. Senza particolari distinzioni tra elettori di sinistra o di destra, la popolazione italiana appare unanime nel considerare gravemente insufficienti sia i partiti che i principali organi di rappresentanza politica.
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Liguori, Mario. "IL GRAND TOUR NEL PARADISO ABITATO DA DIAVOLI." ZBORNIK ZA JEZIKE I KNJIŽEVNOSTI FILOZOFSKOG FAKULTETA U NOVOM SADU 2, no. 2 (December 17, 2012): 319. http://dx.doi.org/10.19090/zjik.2012.2.319-327.

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Abstract:
Nel corso del Settecento e dell'Ottocento l'Italia diventò meta del viaggio di formazione noto come Grand Tour. In quel periodo si rafforzò il mito dell'Italia, che si era formato nei secoli precedenti grazie al clima mite, al retaggio culturale del mondo antico e alla straordinaria esperienza del Rinascimento. Ciononostante, presso i viaggiatori stranieri che amavano l'Italia gli italiani non godevano della medesima considerazione. Essi erano considerati indegni di vivere in quel Paese straordinario. In tal senso i napoletani erano visti come esseri caratterizzati da tutti i difetti degli italiani e la stessa Napoli veniva considerata come un paradiso abitato da diavoli.
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Gabaccia, D. "Gli italiani nel mondo: Italy's Workers around the World." OAH Magazine of History 14, no. 1 (September 1, 1999): 12–16. http://dx.doi.org/10.1093/maghis/14.1.12.

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Jorio, Paolo. "Il filo di lana: San Gennaro nel mondo." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 52, no. 2 (April 30, 2018): 229–56. http://dx.doi.org/10.1177/0014585818757200.

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Abstract:
Tra il 1860 e il 1960 si è consumato il più grande esodo che la storia moderna conosca con circa trenta milioni di italiani che hanno lasciato la nostra penisola. Le privazioni, la fame erano tante e tali da far prendere la triste decisione di partire e cercare di sostenere da lontano la propria famiglia. Straziante il distacco: intere famiglie si stavano per lasciare per sempre e certamente non si sarebbero mai più visti. Al porto di Napoli, ci si affacciava dalla nave per vedere ancora una volta, forse l’ultima, i volti amati. C’era chi urlava il nome di chi lasciava, chi prendeva in braccio i bambini e li mostrava, chi aveva portato con sé un gomitolo di lana e lo svolgeva tenendone un capo e lanciando l’altro capo giù sul molo al proprio caro in modo da rimanere in contatto sino a quando la nave non avrebbe salpato. L’urlo della sirena scatenava un mare di fazzoletti bianchi e i fili di lana rimanevano tesi nelle mani di ciascuno sino a quando il piroscafo non si allontanava dalla banchina. E poi il distacco: sono partiti tutti pe’ terre assaje luntane, ma quel filo di lana, lasciato penzoloni alla partenza, non si è però spezzato perchè molti di loro si sono sentiti poi più italiana di quelli rimasti in patria.
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Nicola, Laura Di. "Classici italiani nel mondo. Quale canone per il nuovo millennio?" Narrativa, no. 38 (December 1, 2016): 43–54. http://dx.doi.org/10.4000/narrativa.793.

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Zavatti, Francesco. "Appealing Locally for Transnational Humanitarian Aid." Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 99, no. 1 (November 1, 2019): 313–39. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2019-0014.

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Abstract:
Riassunto Nel marzo 1847, Papa Pio IX emanò l’Enciclica „Praedecessores Nostros“, un appello rivolto ai prelati di tutto il mondo affinché organizzassero tre giorni di preghiere e di raccolta di offerte a favore dell’Irlanda colpita dalla carestia. Negli stati italiani, le parole del Papa furono comunicate ai fedeli dai vescovi, che emanarono appelli locali. L’invito era di seguire l’esempio del Papa, il cui contributo personale, risalente ai mesi precedenti, aveva avuto vasta eco sui quotidiani della penisola. Con l’ausilio di un corpus di venticinque appelli scritti dai vescovi sull’impulso dell’Enciclica, l’articolo analizza la riproduzione di un appello umanitario globale negli stati italiani. L’articolo contestualizza la distribuzione della „Praedecessores Nostros“ e degli appelli dei vescovi nella storia politica e culturale nei territori italiani e mappa l’impatto della censura su questa iniziativa caritatevole. In secondo luogo, un’analisi testuale mostra gli elementi narrativi, le risorse metadiscorsive, le parole chiave e i riferimenti biblici e patristici che costituivano la specifica economia morale attraverso la quale i vescovi invitavano a donare a livello locale.
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Alberti, Chiara Stella Sara, and Cristóbal F. Barría Bignotti. "Cucinare, mangiare, digerire: rappresentazioni del cibo latinoamericano in un contesto globale." Quaderni Culturali IILA 2, no. 2 (December 15, 2020): 7–24. http://dx.doi.org/10.36253/qciila-1450.

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Abstract:
Uno dei luoghi dove sperimentiamo nel quotidiano gli effetti del mondo globalizzato è la nostra tavola. Non sono più i piatti, ad esempio italiani, che fanno il giro del mondo seguendo le ondate di coloni e migranti, ma prodotti provenienti da tutto il mondo che condividono gli scaffali dei supermercati e che ci permettono di preparare pietanze di varia provenienza (La Cecla, 2016; Nicolosi, 2006;Wilk, 2016). Anche i danni ambientali e sociali di un’industria alimentare sempre più globale sono entrati a far parte della nostra vita quotidiana. L’assunzione di manodopera a basso costo legata alla tratta internazionale degli schiavi, la privatizzazione di beni comuni come l’acqua, il furto della terra alle popolazioni indigene e l’inquinamento causato dai trasporti intercontinentali, sono solo alcuni dei fenomeni legati a questa industria (Mintz 1986; Barndt, 2013). Occorre quindi osservare la questione dell’alimentazione secondo una prospettiva integrale, in cui si considerino i fenomeni tradizionalmente intesi come“naturali” anche come fenomeni “sociali”, visti, al tempo stesso, con uno sguardo locale e globale.
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Infantino, Agnese, Franca Giuliana Zuccoli, and Renata Lanza. "Bambini migranti: alcune riflessioni a partire da percorsi italiani." Zero-a-Seis 23, no. 43 (March 12, 2021): 583–601. http://dx.doi.org/10.5007/1980-4512.2021.e72928.

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Abstract:
L’articolo tenta di porre con sguardo interrogativo alcune questioni educative che oggi, di fronte a fenomeni e cambiamenti di portata mondiale (le migrazioni, le disuguaglianze nelle risorse, le mutazioni climatiche) segnalano la crisi del modello di sviluppo occidentale e il pericolo rispetto alla stessa sopravvivenza sia umana, sia ecologica. I modelli e le categorie pedagogiche consolidate nel mondo occidentale, tra cui l’idea di “bambino attivo” e adulto empatico, si rivelano inefficaci e parziali di fronte a sfide che impongono nuove visioni educative e un ruolo più attivo, trasformativo e responsabile da parte degli adulti. Per approfondire questi temi si sono coinvolti con un questionario più di cento futuri educatori e insegnanti, indagando le loro idee di “bambino migrante” e le necessità connesse all’interno delle classi.
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Mistri, Maurizio. "Processi cognitivi ed organizzazione dei distretti industriali." ARGOMENTI, no. 30 (March 2011): 39–67. http://dx.doi.org/10.3280/arg2010-030003.

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Abstract:
Questo saggio ha l'obiettivo di analizzare la capacitŕ di adattamento del sistema dei distretti industriali italiani ai cambiamenti in atto nella economia mondiale e nell'universo delle innovazioni tecnologiche. L'analisi viene compiuta con un riferimento costante alle basi cognitive dei processi decisionali degli agenti che operano nei distretti industriali. Il concetto di conoscenza, in effetti, ha una base strettamente cognitivista, a differenza di quanto č accaduto per il concetto di informazione. La riflessione sulla conoscenza in economia politica puň partire dall'idea che ogni sistema economico č incardinato in sistemi piů ampi (politici, culturali, militari, ecc.) che ne condizionano il funzionamento e le dinamiche evolutive. Ne deriva che nel mondo economico i processi dinamici non sono del tutto conoscibili ex ante, a causa dei limiti informativi e dei limiti computazionali a cui sono soggetti gli agenti economici.
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Campanale, Laura. "ITALIANITÀ ALIMENTARE NELLA LINGUA E CULTURA TEDESCA: IL CONTRIBUTO DELLA GELATERIA ITALIANA IN GERMANIA." Italiano LinguaDue 14, no. 1 (July 26, 2022): 309–37. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18182.

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Abstract:
È innegabile il successo del Made in Italy alimentare in paesi come la Germania, uno tra i nostri maggiori importatori, in cui da anni si sono diffusi ovunque tipici locali italiani. Per i tedeschi la nostra cultura culinaria, simbolo di genuinità e convivialità, è talmente apprezzata da avere influenzato le loro abitudini alimentari. Diversi nostri prodotti come la pizza, la pasta, l’espresso fanno ormai parte del patrimonio alimentare e linguistico tedesco, senza dimenticare il gelato, di cui pochi ne conoscono storia e origini. Per tale motivo, tratteremo del successo e della diffusione delle gelaterie italiane in Germania, presentando, infine, una serie di italianismi relativi al mondo della gelateria, a dimostrazione della capacità innovativa ed espansiva della lingua italiana nel tedesco. Italian food in German language and culture: the contribution of Italian gelato in Germany The success of Made in Italy food in countries such as Germany, one of our major importers, is undeniable. For years, typical Italian restaurants have been spreading everywhere. For Germans, our culinary culture, a symbol of authenticity and conviviality, is so appreciated that it has influenced their eating habits. Many of our products such as pizza, pasta, espresso are now part of the German food and linguistic heritage, without forgetting ice cream, of which few know its history and origins. For this reason, we will deal with the success and diffusion of Italian ice cream parlors in Germany, presenting a series of Italianisms related to the world of gelato, demonstrating the innovative and expansive capacity of the Italian language in German.
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Costantini, Emanuela. "Gli albanesi che sognavano Celentano. La cultura popolare italiana nell'Albania comunista." MONDO CONTEMPORANEO, no. 2 (May 2021): 153–69. http://dx.doi.org/10.3280/mon2020-002008.

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Abstract:
La notevole influenza esercitata dalla musica leggera e in generale dal mondo dello spettacolo italiano sulla società albanese è un aspetto dato per acquisito dal-la storiografia, che non lo ha approfondito in modo sistematico. Si tratta di un processo che ha avuto le sue radici nel periodo comunista e rispetto al quale i mass media hanno svolto un ruolo centrale. Fino al 1973, pur alternandosi fasi di maggiore e minore apertura, la ricezione dei programmi italiani fu in parte possibile le-galmente e questo consentì la conoscenza della musica leggera e delle forme di spettacolo legate alla radio, alla televisione e al cinema. In seguito, la stretta repressiva imposta da Hoxha rese più difficile la circolazione di questi contenuti, ma non la fermò. La popolazione cercò i più creativi espedienti per continuare a captare il segnale proveniente da oltre Adriatico e ciò contribuì a sviluppare nell'immaginario collettivo l'idea dell'Italia come mondo alternativo rispetto a quello albanese, fatto di restrizioni e privazioni. All'inizio degli anni Novanta, questo fu uno dei fattori che spinse parte della popolazione albanese a cercare nuove opportunità proprio nella Penisola del Festival di Sanremo, del calcio e dei divi del cinema.
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Luketin Alfirević, Antonia, and Katarina Matković. "Sulla percezione del diverso nella fraseologia italiana e croata." Zbornik radova Filozofskog fakulteta u Splitu, no. 14 (December 17, 2021): 119–31. http://dx.doi.org/10.38003/zrffs.14.7.

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Abstract:
Confrontarsi con “l’altro”/“il diverso” è uno dei modi universali della concezione del mondo. L’identificazione della propria comunità e la definizione del proprio io avviene attraverso le contrapposizioni con “l’altro”/“il diverso” partendo spesso da pregiudizi o stereotipi. Nel presente contributo ci proponiamo di indagare i riflessi linguistici della percezione di sé stessi e degli altri nella fraseologia italiana e croata. Tenendo conto delle considerazioni generali sui legami fondamentali tra lingua e cultura, vengono prese in esame le espressioni idiomatiche contenenti etnonimi. Gli esempi italiani si confrontano con gli esempi croati cercando di ricavare l’immagine degli “altri” nella fraseologia, ma anche le particolarità della cultura e mentalità espresse attraverso il modo di indicare lo straniero nelle due lingue. Infine, vengono illustrate le equivalenze e le differenze dellʼaspetto semantico e culturale delle espressioni idiomatiche tra le due lingue.
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Pensato, Rino. "1911-2011. Il centenario artusiano e Casa Artusi a Forlimpopoli." SOCIETÀ E STORIA, no. 136 (July 2012): 413–18. http://dx.doi.org/10.3280/ss2012-136009.

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Abstract:
L'autore ricostruisce il contributo di Pellegrino Artusi all'unificazione dei costumi alimentari degli italiani, cento anni dopo la sua morte (1911) e 120 anni dopo la pubblicazione del suo capolavoro, La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene (1891). Il suo "ricettario" viene pubblicato ininterrottamente da 120 anni ed č l'unico ricettario italiano ad essere stato tradotto nelle principali lingue del mondo. Il successo č dovuto al metodo di raccolta e scelta delle ricette, prelevate, piů che da altri ricettari italiani e stranieri, dalla "pratica" di cercare le ricette direttamente, da cuochi e soprattutto persone comuni, che Artusi conosceva attraverso i suoi viaggi per tutta la penisola, o per corrispondenza. Il gastronomo e letterato Artusi agě anche sulla lingua della cucina, abbandonando quasi del tutto i diffusissimi francesismi e introducendo una lingua sobria ma elegante, molto influenzata, come la sua cucina, dagli usi toscani e romagnoli. In suo onore (e della sua "cucina di casa") venne aperto nel 2007 a Forlimpopoli, sua cittÀ natale (in Romagna), il primo centro in Italia culturale e gastronomico dedicato appunto alla cucina domestica, Casa Artusi, che ospita la suo interno.
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Marone, Francesca. "Smart cities, pari opportunità e tecnologie informatiche. Un approccio pedagogico di genere." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 1 (June 2020): 442–63. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2020oa9498.

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Abstract:
L'obiettivo del presente contributo è quello di analizzare il rapporto tra genere e tecnologie, nel contesto delle smart cities. La letteratura sul rapporto tra donne e ICT evidenzia un consistente gap tra i sessi. Ciò suggerisce la necessità di superare le persitenti dicotomie alla base delle discriminazioni sessuali che storicamente condizionano la percezione che le donne hanno di se stesse. In Italia, il digital divide è emerso come una nuova espressione del tradizionale modello socioculturale refrattario ai cambiamenti e capace di relegare le donne ai margini della vita del Paese. I dati italiani più recenti concordano con la letteratura internazionale nel mettere in evidenza un approccio femminile poco friendly al mondo digitale; ad esempio, la presenza femminile all'interno dei percorsi educativi e professionali dell'area STEM risulta significativamente inferiore a quella maschile. Pertanto, il contributo presenta i primi risultati di una ricerca condotta con metodi misti e basata sui principi della pedagogia critica femminista, con l'obiettivo di identificare quali significati le donne della città di Napoli attribuiscono a un "approccio orientato al genere" relativamente allo sviluppo tecnologico e sociale all'interno dei contesti urbani
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Ferrini, Caterina. "Le lingue e i profili sociolinguistici dei neoemigrati italiani nel mondo: tra cervelli, braccia e ipotesi di “innesti”." Italian Canadiana 32 (May 18, 2022): 31–54. http://dx.doi.org/10.33137/ic.v32i.38716.

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Carrera, Letizia. ""Tornare a casa". I viaggi delle radici degli albanesi residenti in Puglia." MONDI MIGRANTI, no. 3 (November 2022): 93–114. http://dx.doi.org/10.3280/mm2022-003006.

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Abstract:
Le radici rappresentano la metafora di un senso di appartenenza che va oltre la presenza fisica nel paese di origine. La crescente attenzione al turismo delle radici testimonia lo spazio riconosciuto a un bisogno di identità e di radicamento avverti-to in misura crescente in un mondo altamente mobile e interconnesso. La ricerca dal titolo "Tornare a casa. I viaggi di ritorno degli albanesi residenti in Puglia", è un'indagine esplorativa centrata sul turismo delle radici di questi soggetti provenienti da un Paese che ha una storia di emigrazione del tutto peculiare. Attraverso la realizzazione di interviste semistrutturate sono state indagate le motivazioni dell'esperienza migratoria, il loro senso di appartenenza, la frequenza e le rappre-sentazioni che i soggetti ascoltati hanno del viaggio di ritorno. L'analisi dei protocolli di intervista ha reso possibile individuare una tipologia a tre voci: i nostalgici, i doppi cittadini, i malinconici, i solo italiani.
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Tekavčić, Pavao. "Studi ladini in onore di Luigi Heilmann nel suo 75 ° compleanno, a cura di Guntram A. Plangg e Fabio Chiocchetti, «Mondo Ladino» X (1986), Institut Cultural Ladin «majon di fashegn« Vigo di Fassa, pp. 3-466." Linguistica 27, no. 1 (December 1, 1987): 175–79. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.27.1.175-179.

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Abstract:
La stratificazione linguistica lungo la costa orientale dell'Adriatico assieme ai molteplici contatti di genti (Greci, Latini, Italiani, Slavi) rende interessante e pro­ ficuo qualsiasi studio linguistico in questa dominio; trattandosi poi di ambiente ma­ rino, è comprensibile l'importanza della terminologia talassozoonimica. A questi studi si dedica da quasi quarant'anni il noto romanista zagabrese e ordinaria di filo­ logia romanza all'Ateneo di Zagabria Vojmir Vinja. Adesso, come coronamento della sua lunga attività scientifica in questa campo (documentata in una serie di studi precedentemente pubblicati), l'autore ci offre illibro qui recensito, che nel vero sen­ so della parola è il suo magnum opus, un'ampia e documentatissima sintesi delle sue ricerche talassozoonimiche. Una tale opera esige una preparazione vasta e moltepli­ ce, dalla linguistica (esame sistematico-strutturale) e filologia (studio delle fonti an­ tiche) attraverso la storia culturale fino all'economia, all'oceanografia e addirittura all'ittiologia.
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Martusciello, Mariaelena. "Stereotipi di lingua e cultura italiana nel film d'animazione americano: il caso di "Luca"." Lingue e culture dei media 6, no. 1 (August 8, 2022): 103–18. http://dx.doi.org/10.54103/2532-1803/18575.

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Abstract:
L’articolo propone l’analisi linguistica degli italianismi presenti nel doppiaggio in lingua originale del film d’animazione Disney Pixar “Luca”, ambientato nell’Italia del 1959 e uscito sulla piattaforma streaming Disney+ nell’estate del 2021. Tale ricerca ha avuto lo scopo di verificare quale immagine della lingua e della cultura italiane venga veicolata dal film e quali siano gli stereotipi culturali sul nostro Paese maggiormente diffusi nel mondo, in particolare nel contesto anglo-americano. Sono state prese in considerazione due categorie di italianismi, quelli lessicali e quelli fraseologici e morfosintattici. Ciò che è emerso dall’indagine è che la maggioranza dei termini e delle locuzioni italiane presenti nel film contribuisce a rafforzare alcuni stereotipi sulla nostra nazione, legati agli ambiti semantici in cui l’influenza italiana nel mondo è risultata da sempre predominante: l’enogastronomia, la cultura musicale e cinematografica, l’espressività verbale e gestuale particolarmente marcata. This paper provides a linguistic analysis of the italian words and phrases occurred in the original dubbing of the Disney Pixar featured film "Luca", set in Italy in 1959 and appeared on the Disney+ streaming platform in the summer of 2021. This research aimed to verify which image of the Italian language and culture is conveyed by the movie and what are the most widespread Italian stereotypes in the world, especially in the USA.. What emerged from the survey is that the majority of Italian terms and phrases in the film contribute to reinforce some of the stereotypes about Italy, most of all in the semantic spheres in which the italian culture influence has always been predominant, as food and wine, music and cinema, verbal and gestural expressiveness particularly marked.
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Caramori, Alessandra Paola, Jéssica Mahyara Teixeira, Suelen Najara de Mello, and Marlon Da Fonseca Misceno de Araújo. "O ensino de italiano no âmbito da Rede Andifes Idiomas sem Fronteiras nos tempos de ensino." Revista Italiano UERJ 12, no. 1 (September 5, 2021): 20. http://dx.doi.org/10.12957/italianouerj.2021.62140.

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Abstract:
RESUMO: A Educação, no ano de 2020, a partir do início da pandemia de Covid-19, sofreu grande impacto com o fechamento das instituições escolares e consequente transformação das aulas presenciais em remotas. Nos cursos de língua italiana das Universidades Federais da Rede IsF-italiano, fomentadas pela Embaixada Italiana, a mudança do presencial para o remoto foi súbita, ainda no mês de março de 2020, obrigando-nos à transformação abrupta de modalidade de ensino/aprendizagem e de nossas práticas. Como as orientações pedagógicas para a formação continuada dos professores vinham sendo feitas, desde o início do Programa IsF-italiano, em 2016, na modalidade a distância, não estávamos totalmente afastados do mundo virtual, mas essa orientação se dava na direção das aulas em presença física. Com o passar dos meses, sempre na busca de novos conhecimentos, novos meios, recursos e ferramentas tecnológicos e de seus usos, e no compartilhamento constante destes saberes entre os professores, chegamos ao final de 2020, com muitos e relevantes aprendizados.Palavras-chave: Formação continuada de professores de italiano. Ensino/aprendizagem de língua italiana. Rede IsF-italiano. Ensino remoto. Covid-19. ABSTRACT: L'istruzione, nell'anno 2020, dall'inizio della pandemia Covid-19, ha subito un grande impatto, con la chiusura delle istituzioni scolastiche e la conseguente trasformazione delle classi in classi a distanza. Nei corsi di lingua italiana delle Università Federali della Rete IsF-italiano, sostenuti dall'Ambasciata Italiana, il cambiamento si è fatto all'improvviso, ancora nel mese di marzo 2020, costringendoci ad una brusca trasformazione della modalità di insegnamento/apprendimento e delle nostre pratiche didattiche. Poiché gli orientamenti pedagogici per la formazione continua degli insegnanti sono state fatte dall'inizio del Programma IsF-italiano, nel 2016, in modalità a distanza, non eravamo del tutto lontani dal mondo virtuale, ma questo orientamento è stato dato nella direzione delle classi in presenza fisica. Nel corso dei mesi, sempre alla ricerca di nuove conoscenze, nuovi mezzi, ricorsi e strumenti tecnologici e dei loro usi, e nel compartire costanti di questi saperi tra i professori, siamo arrivati alla fine del 2020, con molti apprendimenti rilevanti.Parole chiave: Formazione continua di professori di italiano. Insegnamento/apprendimento di lingua italiana. Rete IsF-italiano. Insegnamento (da) remoto. Covid-19. ABSTRACT: Education, from the beginning of the Covid-19 pandemic in the year 2020, suffered great impact with the closure of school institutions and the consequent transformation of traditional classroom classes into remote classes. In the Italian language courses of the Federal Universities of the Rete IsF-Italiano, promoted by the Italian Embassy, the change from formal to remote was sudden, still in March 2020, forcing us to abruptly change the teaching/learning modality and our practices. Since the pedagogical guidelines for the continued formation of teachers had been made, since the beginning of the Programa Italiano-Isf in 2016, in the distance mode, we were not utterly far from the virtual world, yet this orientation was proposed in the direction of the classes in physical presence. Over the months, always searching for new knowledge, new means, technological resources and tools, and their uses, and the constant sharing of this knowledge among teachers, we arrived, at the end of 2020, with many relevant learnings.Keywords: Further training of Italian teachers. Italian language teaching/learning. Isf-Italian Network. Remote teaching. Covid-19.
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Salvi, Sergio. "La "rivoluzione verde" di Nazareno Strampelli." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 3 (March 2011): 107–21. http://dx.doi.org/10.3280/aim2009-003006.

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Abstract:
Nazareno Strampelli (1866-1942) fu il più importante genetista agrario italiano durante i primi quattro decenni del ventesimo secolo. Grazie all'applicazione dei principi dell'ibridazione e della genetica mendeliana nel suo programma di miglioramento genetico del frumento avviato a Rieti fin dal 1903, egli creò numerose varietà di frumento a fusto breve, resistenti alle "ruggini" e a maturazione precoce, molto simili alle cosiddette "varietà ad alto rendimento" ottenute negli anni Cinquanta da Norman Borlaug e ampiamente diffuse in tutto il mondo all'epoca della "rivoluzione verde". Dopo la seconda guerra mondiale, le varietà di Strampelli (protagoniste della cosiddetta "Battaglia del grano" lanciata in Italia dal regime fascista nel 1925) furono rapidamente ed ampiamente adottate dai principali Paesi produttori di frumento, giocando un ruolo fondamentale nei rispettivi programmi di miglioramento genetico così come nei moderni approcci volti a combattere i nuovi ceppi emergenti di ruggine. Oggi, nonostante il rimarchevole ruolo giocato da quelle varietà italiane sulla produzione mondiale di frumento sia stato ampiamente dimostrato, Nazareno Strampelli continua a non essere adeguatamente riconosciuto né come il "precursore" della "rivoluzione verde", né come uno scienziato autentico.
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Balboni, Paolo E. "Lo “stato generale” dell’italiano per stranieri." Annales Universitatis Paedagogicae Cracoviensis. Studia de Cultura 1, no. 9 (2017): 289–96. http://dx.doi.org/10.24917/20837275.9.1.26.

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Abstract:
Abstrakt Il saggio presenta una ricognizione dei problemi e delle prospettive per la diffusione della lingua italiana nel mondo: lo fa con una logica da saggio di pensiero e non di dati, anche se rimanda ai dati degli Stati Generali dell’Italiano nel Mondo. Gli assi costitutivi della riflessione sono due: una riflessione sul ‘mercato delle lingue’ in un mondo che, dopo gli entusiasmi della globalizzazione di vent’anni fa, ha una pericolosa tendenza a tornare ad occuparsi del proprio particulare, in una logica estremamente locale, molto diversa dalla glocalizzazione al cui interno la diffusione dell’italiano pare facilitata; in secondo luogo, gli elementi caratterizzanti di una ‘politica di qualità’ secondo le regole del marketing, applicato al ‘prodotto’ Italia/italiano. Il quadro che emerge è molto meno drammatico di quanto si ascolti di solito nei convegni di italianisti, e presenta punti di forza accanto a punti critici, che tuttavia appaiono superabili. „Stan generalny” języka włoskiego dla obcokrajowców Esej diagnozuje problemy i prezentuje perspektywy rozprzestrzeniania się języka włoskiego na świecie: choć logika wywodu jest eseistyczna, ważny punkt odniesienia stanowią także dane instytucji Stati Generali dell’Italiano nel Mondo. Obrano dwie zasadnicze osie refleksji: pierwsza z nich podejmuje tematykę “rynku języków” we współczesnym świecie, w którym, przy ostudzonym znacznie zachwycie globalizacją sprzed dwudziestu lat, daje się zauważyć niebezpieczna tendencja powrotu do partykularyzmów, według logiki skrajnego lokalizmu, odmiennego jednak od “glokalizacji”, w warunkach której rozprzestrzenianie się języka włoskiego wydaje się łatwiejsze. Drugą osią refleksji są charakterystyczne elementy “polityki jakości”, opracowywanej według reguł marketingowych i aplikowanej wobec “produktu” pod nazwą Italia. Obraz sytuacji wyłaniający się z takiej refleksji okazuje się dużo mniej dramatyczny od tego, który zwykło się odmalowywać na konferencjach italianistycznych; wyodrębnione zostają bowiem zarówno mocne strony, jak i punkty krytyczne, które jednak nie wydają się przeszkodami niemożliwymi do pokonania.
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Fellin, Luciana. "Storia linguistica dell’emigrazione italiana nel mondo." Italian American Review 4, no. 2 (July 1, 2014): 147–49. http://dx.doi.org/10.5406/italamerrevi.4.2.0147.

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Martelli, Barbara. "TWO HALVES OF THE SAME KIWI: ITALIAN LANGUAGE AND CULTURE AMONG NEW ZEALANDERS OF ITALIAN ORIGIN." Italiano LinguaDue 14, no. 1 (July 26, 2022): 338–59. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18183.

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Abstract:
This essay documents the diffusion of the Italian language and culture in Aotearoa-New Zealand, an officially bilingual (English and Māori), as revealed by the double name, and multicultural society. By adopting an eclectic approach that combines sociolinguistics, language teaching methodology, and cultural anthropology, my paper is a micro-ethnography performed on a group of five women of Italian origin with different levels of competency in Italian as their second language. This group of Kiwis – as New Zealanders frequently refer to themselves – ranged age from 16 to 68 and reside in greater Auckland, New Zealand’s most populous city. Their testimonies were collected through a series of face-to-face semi-structured qualitative interviews and based on several sessions of participant observation involving immersion and interaction in the socio-cultural environment of the informants. Notwithstanding their small number, the stories collected in this research disclose a significant ethnographic relevance as they testify to key aspects of Italianness in the social and historical context of New Zealand. In line with the sociolinguistic theories on the circulation of Italian in the world, on the motivations underpinning its learning and on the typology of speakers, I specifically addressed the following topics: Italian as a language of migration, Italian as a language of culture, Italian taught at university, Italian as part of a fluid and transnational multi-identity, and Italian in the global market. Due metà dello stesso Kiwi: lingua e cultura italiana tra i neozelandesi di origine italiana Il seguente saggio documenta la diffusione della lingua e della cultura italiana in Aotearoa - Nuova Zelanda, paese ufficialmente bilingue (inglese e Māori), come rivela il doppio nome, e multiculturale. Attraverso un approccio eclettico che combina sociolinguistica, glottodidattica e antropologia culturale, l’articolo si propone come micro-etnografia condotta su un gruppo di cinque donne di origine italiana con diversi livelli di competenza in italiano come lingua seconda. Questo gruppo di informatrici Kiwi – questo è il nome con il quale i/le neozelandesi si riferiscono comunemente a sé stessi/e – ha un’età compresa tra i sedici e i sessantotto anni e risiede nell’area metropolitana di Auckland, la città più popolosa della Nuova Zelanda. Le loro testimonianze sono state raccolte tramite una serie di interviste qualitative semi-strutturate, condotte di persona, e diverse sessioni di osservazione partecipante che hanno comportato l’immersione e l’interazione nell’ambiente socio-culturale delle informatrici. Nonostante il loro numero limitato, le storie raccolte in questa ricerca dimostrano una significativa rilevanza etnografica poiché testimoniano aspetti chiave dell’italianità nel contesto storico-sociale neozelandese. In linea con le teorie sociolinguistiche sulla circolazione dell'italiano nel mondo, sui motivi dell’apprendimento e sulla tipologia dei parlanti, ho esaminato nello specifico i seguenti argomenti: l’italiano lingua di migrazione, l’italiano lingua di cultura, l’italiano insegnato all’università, l’italiano come parte di una pluri-identità fluida e transnazionale e, infine, l’italiano nel mercato globale.
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Zuccarello, Maria Franca. "Il Cibo Nella Letteratura di Primo Levi e nel Cinema di Roberto Benigni." Revista de Italianística, no. 19-20 (December 30, 2010): 176. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i19-20p176-194.

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Abstract:
La cucina italiana è il risultato di tradizioni, molte delle quali risalgono a tempi molto antichi ed ai molti popoli stranieri che hanno dominatole regioni italiane, apportandovi cultura ed innumerevoli ricette chene fanno, nelle sue diversità, il prodotto Made in Italy, conosciuto in tutto il mondo. Molti autori hanno parlato del cibo in momenti di azione dei personaggi, attorno ad imbandite tavole di gente ricca e potente, o del campo, senza risorse per fare delle buone ricette. Però non parleremo qui dei piaceri del buon cibo italiano, ma della necessità del cibo come alimento che dà la forza per continuare a vivere. Ed allora, così come Primo Levi in Se questo è un uomo, ci domandiamo: è uomo chi mangia un cibo senza sapore, senza colore, senza odore e quindi senza piacere, che gli serve solo per sopravvivere? E vedremo anche la maniera giocherellona ed allegra, cheall’inizio del film La vita è bella Benigni usa per parlare del cibo, mentre nella seconda parte, quando la sua vita non è più un gioco - malgrado lui la conduca come tale affinché il figlio non capisca dove sono stati portati, fadi tutto affinché non manchi al piccolo Giosuè.
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Graziadei, Michele. "La proprietà fiduciaria, la proprietà nell’interesse altrui, e i trust. Un itinerario." gennaio-febbraio, no. 1 (February 3, 2022): 26–47. http://dx.doi.org/10.35948/1590-5586/2022.47.

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Abstract:
TesiTanto nel mondo di common law, quanto nel mondo di civil law, è necessario disporre di regole robuste, quando si tratta di gestire la ricchezza delegando tale compito ad altri. Nel diritto italiano, il tentativo di mettere al bando ogni forma di proprietà eretta nell’interesse altrui non si è rivelata vincente, ed è da ripensare. Questo ripensamento è compatibile con le strutture fondamentali del diritto italiano, le quali devono riconoscere come fisiologico il potere di alienare i beni su cui verte il rapporto tra le parti. Tale potere, infatti, salvaguarda il valore capitale gestito. Qualunque sia l’origine del rapporto, è dunque un errore ritenere che si caratterizzi essenzialmente per il limitato potere di disposizione del gestore. The author’s view Both in the common law world and in civilian jurisdictions robust rules are necessary when it comes to managing wealth by delegating this function to others. Italy’s attempt to ban all forms of ownership established for the benefit of others has not proved successful, and needs to be reconsidered. The fundamental structures of Italian law are compatible with the regular recognition of the power to alienate assets entrusted to the manager. The power to dispose of such assets, safeguards the capital value of the managed wealth. Whatever the origin of the relationship, it is therefore a mistake to think this relationship it fundamentally characterized by the manager’s limited power of disposition.
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Di Figlia, Matteo. "Gli ebrei in Italia, il dibattito su Israele e la questione ebraica. Quattro riflessioni recenti." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 298 (June 2022): 171–83. http://dx.doi.org/10.3280/ic2022-298013.

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Abstract:
La storia degli ebrei nell'Italia contemporanea è stata molto discussa dalla recente storiografia. In questa nota si prendono in esame quattro libri pubblicati tra il 2018 e il 2020 che affrontano il tema da prospettive differenti come il ruolo politico degli ebrei nell'Italia liberale e negli anni della grande guerra, la storia delle persecuzioni in età fascista, il problematico avvento della Repubblica, la raffigurazione degli ebrei e di Israele nelle sinistre italiane e la più generale percezione di Israele nel mondo politico e culturale italiano.
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Jaran, Mahmoud. "ELIAS CANETTI E TONI MARAINI A MARRAKECH: UN VIAGGIO NELLA MEMORIA." Revista Internacional de Culturas y Literaturas, no. 14 (2013): 28–42. http://dx.doi.org/10.12795/ricl.2013.i14.03.

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Abstract:
Nel presente articolo, si prendono in esame due opere di due autori decisamente lontani l’uno dall’altra, ma che si incontrano negli stessi luoghi nei loro sentimenti. La prima opera è “Le voci di Marrakech” (1968), dello scrittore bulgaro di famiglia ebrea e premio Nobel per la Letteratura, Elias Canetti, mentre la seconda è “Ultimo tè a Marrakech”, un diario di viaggio uscito nel 2000, della scrittrice e poetessa italiana, Toni Maraini. Entrambi questi viaggi nel mondo arabo, sono ritratto socioculturale del Marocco contemporaneo, conditi da squarci di vita quotidiana, i quali in modi e forme differenti, offrono la possibilità di compiere una serie di analisi e di riflessioni che interessano la tesa relazione ontologica tra occidente e oriente, ma anche una vasta gamma di campi interdisciplinari: dal femminismo alla teoria postcoloniale;dalla politica ai cultural studies
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Premrl, Mirjam. "Commento delle scelte delle forme verbali nei cloze degli studenti di Italianistica e di Traduzione: (identificazione dei punti critici e confronto tra i gruppi)." Linguistica 49, no. 1 (December 29, 2009): 161–203. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.49.1.161-203.

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Abstract:
Nel presente contributo l'autrice si concentra sull'osservazione e sul commento delle scelte delle forme verbali nei cloze degli studenti del 2., del 3. e del 4. anno del corso di laurea in Lingua e letteratura italiana, del 2. e del 3. anno del corso di Laurea in Mediazione interlinguistica e del 4. anno del corso di laurea in Traduzione. Il punto in comune di tutti e tre i corsi è l'insegnamento esplicito delle caratteristiche e del funzionamento del sistema verbale italiano, anche se nell'ambito di Italianistica la quantità di ore dedicate a questo tipo di insegnamento è superiore rispetto a quella prevista nell'ambito di Traduzione, mentre nell'ambito di Traduzione una quantità maggiore di lezioni concerne esercitazioni di traduzione e composizione di testi. Per gli scopi della ricerca è stato elaborato un test composto da cinque testi autentici brevi ma completi e da un brano tratto dal romanzo Il giardino dei Finzi-Contini di Giorgio Bassani, trasformati in seguito nei cloze. Ma visto che la scelta della forma verbale nei cloze dipende non soltanto dalla conoscenza degli usi, bensì anche dall'interpretazione felice del mondo testuale, i cloze sono stati completati da attività quali sottolineare espressioni sconosciute, tradurre il testo in sloveno, completare i cloze preceduti dalla versione slovena del testo. Dai risultati traspare che gli studenti non hanno problemi particolari nella comprensione del mondo testuale, mentre incontrano difficoltà nell'interpretazione attiva delle sue caratteristiche e nell'applicazione degli usi alla realtà extralinguistica. Per la quantità di usi inappropriati si rivelano come i più critici fenomeni quali l'anteriorità nell'ambito delle frasi indipendenti e relative, l'espressione della temporalità relativa nell'ambito dei costrutti sintattici complessi e nel discorso indiretto libero, il preludio, la scelta tra il perfetto e l'imperfetto e l'espressione di notizie riferite su azioni passate con il condizionale composto. Si è scoperto, però, che la criticità di uno stesso fenomeno varia in dipendenza dalla sua riconoscibilità nel co- e contesto. I risultati hanno inoltre confermato - eccetto che per un gruppo - il miglioramento della prestazione con il progredire degli studi. Al tempo stesso si è potuta notare l'importanza dell'insegnamento esplicito e dell'osservazione attiva degli usi delle forme verbali, dato che né le preconoscenze, acquisite spesso in modo informale e utili soprattutto nella ricostruzione del mondo testuale, né l'esperienza relativa alla composizione di testi possono eliminare l'influsso dell'interferenza. Data la presenza implicita della madrelingua nella produzione linguistica del discente in un'altra lingua straniera, l'autrice propone delle attività in classe che prendano come spunto i testi in madrelingua. Per superare le difficoltà di applicazione delle nozioni teoriche ai casi pratici gli studenti dovrebbero essere esposti ancora di più alla lettura e all'analisi dei vari tipi testo in lingua straniera. Gli studenti dovrebbero essere inoltre incitati a un processo consapevole di ricostruzione del mondo testuale.
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Neri, Demetrio. "Sulla bioetica." PARADIGMI, no. 1 (April 2010): 115–24. http://dx.doi.org/10.3280/para2010-001009.

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Abstract:
L'ormai radicata presenza della bioetica nel panorama culturale internazionale č un indizio del fatto che, nell'ultimo scorcio del secolo scorso, essa ha rappresentato un modo nuovo di affrontare i problemi morali scaturenti dal mondo della medicina e della ricerca biologica. Nei primi tre paragrafi l'articolo tratteggia alcuni aspetti della "novitŕ" della bioetica, con particolare riguardo al suo porsi come nuovo spazio pubblico per un dibattito etico improntato all'argomentazione razionale e al rispetto del pluralismo. L'ultimo paragrafo č dedicato a una sintetica presentazione della situazione italiana e termina con alcuni interrogativi di "biopolitica".
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Scaramellini, Guglielmo, and Luca Muscarà. "Calogero Muscarà(1929-2020)." RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no. 1 (March 2022): 114–24. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa1-2022oa13370.

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Abstract:
Il 5 novembre 2020, a novantun'anni, il professor Calogero Muscarà è mancato per una polmonite interstiziale, nonostante avesse superato l'infezione da Covid-19. Egli stava ancora lavorando, con la passione e la lucidità che Gli erano sempre state proprie, sui temi ai quali si era dedicato fin dai primi anni di studio: Venezia, la sua storia e il suo presente; il sistema politico-amministrativo italiano dall'Unità a oggi e i suoi rapporti con l'evoluzione socio-economica-culturale del Paese in chiave territoriale; il concetto di megalopoli e la sua possibile applicazione all'Italia, tema cui era dedito dagli anni Settanta. Solo poche settimane prima aveva infatti licenziato l'articolo "Compartimentazione amministrativa dello Stato italiano e processi di formazione di una megalopoli nel Nord Italia", l'ultimo che abbia dato alle stampe e che uscirà quest'anno in un volume collettaneo a lui dedicato (Scaramellini, a cura di, 2022). Non Gli è stato possibile invece completare un altro saggio, più approfondito e articolato, sul medesimo tema e in gestazione da lungo tempo, a causa di un incidente informatico, ma soprattutto per l'incalzare del tempo e forse il presentimento che la pandemia lo attendesse al varco. Tale saggio, già steso a grandi linee ma ancora senza titolo, ripercorreva un tema sempre a Lui caro, fin dal suo esordio nella Geografia italiana: la storia dei rapporti intercorsi fra il mutare dell'ordinamento politico-amministrativo del Paese dopo l'Unità e il non sempre convergente sviluppo sociale, culturale, economico, in una parola, civico del sistema-Paese Italia e delle sue partizioni ‘regionali' (secondo i tratti delineati da Pietro Maestri nel 1868 e sostanzialmente confermate nelle successive vicende politiche, istituzionali, sociali, culturali, economiche, fino ai giorni nostri). Professore emerito della Sapienza, presidente della World Society for Ekistics, membro onorario della Société de Géographie de Paris e della Società geografica italiana di Roma, Calogero Muscarà è stato protagonista del rinnovamento della geografia italiana nel periodo del ‘miracolo economico', affrontando nei decenni successivi l'analisi dei profondi cambiamenti avvenuti nell'organizzazione del territorio italiano dalla fine della seconda guerra mondiale e le conseguenti problematiche ambientali, economiche, regionali, urbane e culturali, e contribuendo alla diffusione della geografia francese in Italia e alla conoscenza della geografia italiananel mondo francofono.
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Vučo, Julijana. "LE POLITICHE LINGUISTICHE EDUCATIVE E LA LINGUA ITALIANA NEL CONTESTO GLOBALE E REGIONALE OBRAZOVNE JEZIČKE POLITIKE I ITALIJANSKI JEZIK U GLOBALNOM I REGIONALNOM KONTEKSTU." Folia linguistica et litteraria XI, no. 30 (2020): 323–40. http://dx.doi.org/10.31902/fll.30.2020.18.

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Abstract:
Numerose sono le ragioni che motivano lo studio di lingue straniere. La diffusione e la distribuzione di lingue straniere dipende da motivi economici, politici, culturali e tecnico-organizzativi coordinati alle specificità e necessità locali. Nelle decisioni dei creatori delle politiche linguistiche o singoli interessati per quale lingua optare, partecipano numerosi fattori, dai motivi legati alle urgenze strategiche concordi alle visioni globali, fino a quelli ispirati dalle ragioni personali dell’individuo. La lingua italiana è parlata da cca 70 milioni di parlanti, caratterizzata da forte mobilità sia di forme migratorie tradizionali sia di quelle moderne legate al turismo e scelte professionali. Nel senso economicoproduttivo, l’Italia fa parte della rosa dei paesi più sviluppati del mondo. Questi fattori creano molte e sviluppate ragioni per l’interazione in lingua italiana. Nel presente contributo, seguendo le dichiarate e le più importanti competenze del Duemila europeo, si discutono le attuali politiche educative prevalentemente linguistiche, la potenza delle lingue, la spendibilità e la posizione dell’italiano nell’interazione linguistica nel mondo moderno, come pure le possibili prospettive dello sviluppo del ruolo della lingua italiana nel contesto globale e regionale.
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Toscano, Mario. "La lunga strada dalla Prussia a Israele: Harry A. Hinden dalla Scuola marittima di Civitavecchia al campo profughi di Pollone (1935-1948). Una testimonianza." MONDO CONTEMPORANEO, no. 2 (December 2012): 115–37. http://dx.doi.org/10.3280/mon2012-002005.

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Abstract:
Nel corso del Ventesimo secolo vari e complessi sono stati i rapporti dell'Italia con il mondo ebraico. Tra le vicende significative vanno considerate l'esperienza della Scuola marittima di Civitavecchia, frutto della collaborazione tra il regime fascista e il movimento sionista revisionista di Jabotinsky alla metŕ degli anni Trenta e il favorevole atteggiamento delle autoritŕ italiane nei confronti dei superstiti della Shoah e della loro immigrazione clandestina in Palestina dalle coste della penisola tra il 1945 e il 1948. La testimonianza di Harry A. Hinden, ebreo tedesco, residente in Lettonia, deportato in un campo di prigionia in Unione Sovietica nel 1941, offre un contributo di conoscenze vivace e originale su queste due vicende particolari, all'interno di una cronaca che rievoca le vicissitudini di una famiglia ebraica alle prese con gli eventi della "grande" storia del Novecento.
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Orazi, Stefano. "Periodici femminili del 1848 nello Stato Pontificio." IL RISORGIMENTO, no. 1 (May 2021): 67–95. http://dx.doi.org/10.3280/riso2021-001004.

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Abstract:
L'autore ha inteso porre in evidenza il contesto in cui nascevano a Roma due periodici aperti al mondo femminile, "La donna italiana" e "Una donna bizzarra", che rispetto ad altre similari realtà giornalistiche della Penisola si muovevano in un territorio, quello pontificio, nel quale la libertà di stampa trovava maggiori limitazioni che altrove. Dalle voci emerse nei due giornali romani si è voluto evidenziare il comune e coraggioso invito rivolto alle donne a partecipare alla generale richiesta di riforme liberali, nel desiderio di stimolarle ad impegnarsi nella trasformazione di una società più aperta e più giusta, specie in tema di rappresentanza politica e modernità giuridica. Il contributo è arricchito da alcune rare lettere conservate all'Archivio del Museo Centrale del Risorgimento, che contribuiscono ad accrescere la comprensione del ruolo delle donne prima e dopo l'unità d'Italia.
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Spaliviero, Camilla. "Teaching Italian as a second language through digital storytelling: Students’ perceptions towards izi.TRAVEL." EuroAmerican Journal of Applied Linguistics and Languages 9, no. 1 (April 10, 2022): 91–121. http://dx.doi.org/10.21283/2376905x.15.1.265.

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Abstract:
EN The use of technology-enhanced language learning, representing an urgent issue due to the Covid-19 pandemic, has also been promoted by many studies in second language acquisition. Nevertheless, research in this field is only partially developed for the teaching of Italian as a second language (L2) within the university context and for investigating students’ perceptions. This article presents an action research project on the use of izi.TRAVEL, a website housing more than 15,000 audio guides for touring various sites in cities around the world. The aim of the study is to contribute to developing didactic practices relative to Italian as an L2 through digital storytelling, in order to raise and foster students’ linguistic and digital skills. Participants were a small group of students studying Italian as an L2 as part of a master’s program at an Italian university. Data were collected through a questionnaire, a focus group, and students’ multimodal artifacts. Results show the positive impact of project participation on students’ attitudes and perceived learning outcomes, as well as improvements in linguistic, cultural, environmental, and digital competences. Key words: TEACHING ITALIAN AS AN L2, DIGITAL STORYTELLING, IZI.TRAVEL, STUDENTS’ PERCEPTIONS, ACTION RESEARCH ES El uso de la tecnología para la adquisición lingüística es promovido por varios estudios, y constituye una cuestión urgente en el contexto de la pandemia del Covid-19. Sin embargo, este tema de investigación se ha desarrollado solo parcialmente respecto a la enseñanza del italiano como L2 en la universidad y a las percepciones del alumnado. En este artículo se presenta un proyecto de investigación-acción sobre el uso de izi.TRAVEL, un sitio web que tiene más de 15,000 audioguías para recorrer varios sitios de ciudades de todo el mundo. Izi.TRAVEL se implementó con un pequeño grupo de estudiantes de italiano como L2 matriculados en un Máster internacional de una universidad italiana. El objetivo del estudio es desarrollar prácticas didácticas del italiano como L2 a través de la narrativa digital para fomentar las habilidades lingüísticas y digitales del alumnado. Los datos se recogieron a través de un cuestionario, un grupo focal y los productos multimodales del alumnado. Los resultados muestran el impacto positivo de la participación en el proyecto en las actitudes del alumnado y en sus resultados de aprendizaje percibidos, así como mejoras en sus competencias lingüística, cultural, ambiental y digital. Palabras clave: ENSEÑAR ITALIANO L2, NARRATIVA DIGITAL, IZI.TRAVEL, PERCEPCIONES DE LOS ESTUDIANTES, INVESTIGACIÓN-ACCIÓN IT L’uso delle tecnologie per l’apprendimento linguistico è promosso da diversi studi e si è andato imponendo come questione urgente ne contesto della pandemia Covid-19. Tuttavia, in quest’ambito risultano ancora scarsi gli studi sulla didattica dell’italiano L2 nel contesto universitario e dalla prospettiva degli studenti. Su queste basi, nell’articolo si presenta un progetto di ricerca-azione riguardante l’uso di izi.TRAVEL, un sito web che contiene più di 15,000 audioguide per visitare le città di tutto il mondo. Il progetto è stato pilotato con un piccolo gruppo di apprendenti di italiano L2 iscritti in un Master internazionale di un’università italiana. L’obiettivo dello studio è quello di contribuire allo sviluppo di pratiche didattiche sull’italiano L2 attraverso il Digital Storytelling per promuovere le competenze linguistiche e digitali degli apprendenti. I dati sono stati raccolti attraverso un questionario, un focus group e i prodotti multimodali degli studenti. I risultati rivelano che l’impatto della partecipazione nel progetto sugli atteggiamenti degli/delle apprendenti e sui risultati dell’apprendimento percepiti è stato positivo poiché migliorano le competenze linguistiche, culturali, ambientali e digitali. Parole chiave: INSEGNARE ITALIANO L2, DIGITAL STORYTELLING, IZI.TRAVEL, PERCEZIONI DEGLI STUDENTI, RICERCA-AZIONE
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Nencioni, Tommaso. "Tra neutralismo e atlantismo. La politica internazionale del Partito socialista italiano 1956-1966." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 260 (February 2011): 438–70. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-260005.

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Abstract:
L'articolo illustra gli elementi di continuitŕ e di rottura nell'azione internazionale del Partito socialista italiano, e la stretta relazione tra i cambiamenti nei riferimenti internazionali del partito e le mutazioni nella strategia da esso adottata per la lotta politica in Italia. Nella prima parte, l'autore analizza i caratteri del dibattito teorico che si sviluppa all'interno del partito socialista nel periodo in cui esso definisce la sua strategia in termini neutralisti. Sono passati in rassegna i termini del dibattito ideologico tra la corrente autonomista guidata da Nenni e Lombardi e quella di sinistra sui temi del neutralismo: europeismo, sostegno al Movimento dei non allineati, riavvicinamento al socialismo europeo e azione da svolgere in politica estera col governo di centrosinistra. Nella seconda parte dell'articolo l'autore esamina il ruolo della politica internazionale nella definizione degli equilibri del centrosinistra e il dibattito sull'Europa e sulle rivoluzioni in atto nel "terzo mondo" che si sviluppa all'interno del Psi, fino alla riunificazione di questo col Partito socialdemocratico e il suo ingresso nell'alveo del socialismo europeo.
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Bergamaschi, Maurizio, and Marco Casterignanň. "Pratiche etnografiche nel mondo urbano. Il dibattito francese." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 95 (July 2011): 7–17. http://dx.doi.org/10.3280/sur2011-095001.

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Abstract:
Gli autori intendono presentare al lettore italiano alcune piste di ricerca che caratterizzano oggi il panorama dell'etnografia urbana in Francia. Dai contributi presentati si evince che l'approccio etnografico consente di "andare oltre" la conoscenzache si ha dei fenomeni urbani. Gli autori ritengono che in questo sia possibile far emergere un'"altra cittŕ" che tuttavia, per poter essere scoperta, necessita dell'epistemologia e del metodo che caratterizzano il lavoro sul campo di tipo etnografico.
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Eltantawy, Sameh. "L’ESTETICA ITALIANA CONTEMPORANEA NEL MONDO ARABO: Esempipratici di alcunifilosoficontemporanei." سلسلة أبحاث المؤتمر السنوی الدولی" کیف نقرأ الفلسفة" 5, no. 1 (November 1, 2020): 29–48. http://dx.doi.org/10.21608/philos.2020.138073.

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Romanello, Emily. "Massimo Vedovelli (ed.), Storia linguistica dell’emigrazione italiana nel mondo." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 48, no. 2 (July 11, 2014): 314–18. http://dx.doi.org/10.1177/0014585814529242.

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Vedovelli, Massimo. "Nuove motivazioni e pubblici della lingua italiana nel mondo." Estudos Italianos em Portugal, no. 1 (2006): 309–35. http://dx.doi.org/10.14195/0870-8584_1_15.

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Ožbot, Martina. "Tradurre per sbagliare, tradurre per imparare: la traduzione nello studio dell'italiano a livello universitario." Linguistica 44, no. 1 (December 1, 2004): 47–58. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.44.1.47-58.

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Abstract:
L'articolo esamina l'uso delta traduzione nelt' apprendimento di lingue straniere, accennando prima al ruolo ridotto che quest'attività ha tradizionalmente avuto nelto studio linguistico, per arrivare poi alte caratteristiche delta traduzione nel mondo reale, dalte quali si suggerisce di partire anche nelle situazioni didattiche. In base a un'analisi delte traduzioni italiane di due testi sloveni fatte da studenti universitari di grado avanzato si può osservare che i maggiori problemi che gli apprendenti hanno in italiano sono di tipo testuale e contrastivo; in gran parte essi sono dovuti alt'interferenza diretta o indiretta con la madre­ lingua. Data la natura eminentemente testuale e bilingue dell'attività di traduzione questa viene propos­ ta come un efficace contributo alto sviluppo delta competenza linguistica del par/ante et senso più ampio.
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Benegiamo, Marcello, and Paola Nardone. "Tecnocrazia e politica in Italia dalla crisi del 1907 al Primo Dopoguerra = Technocracy and political crisis in Italy from 1907 till the early after World War." Pecvnia : Revista de la Facultad de Ciencias Económicas y Empresariales, Universidad de León, no. 19 (February 2, 2016): 43. http://dx.doi.org/10.18002/pec.v0i19.3581.

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Abstract:
<p>Uscito a pezzi dalla pesante crisi finanziaria e industriale del 1907, che aveva messo a nudo i limiti della struttura economica del Paese, il capitalismo industriale italiano elaborò un programma, portato avanti fino al primo dopoguerra, che prevedeva l’instaurazione di un governo di tecnocrati. Questo avrebbe dovuto trainare il Paese fuori dalla crisi, pianificarne l’economia e trasformarlo in una grande potenza industriale, con forti connotazioni imperialistiche. Segnali in tale direzione si erano registrati anche nei decenni precedenti, tra fine Ottocento e inizi Novecento, quando ebbe inizio un processo di concentrazione nel settore siderurgico e meccanico. Un percorso peraltro stimolato dalle commesse statali sempre più consistenti (Galli Della Loggia, 1970; Battilossi, 1999; Amatori e Colli, 1999; Bolchini, 2002). La crisi industriale e finanziaria del 1907 e la recessione a livello mondiale che ne seguì, accelerarono la soluzione tecnocratica, che prevedeva un’alleanza, più o meno stretta, con una parte della classe politica e l’entrata in guerra. Negli anni immediatamente seguenti il conflitto, il potere dei tecnocrati sulla scena politica italiana sembrò accrescersi notevolmente, soprattutto quando il governo progettò un programma di espansione economica nelle regioni del Caucaso, nei Balcani e nel Levante ex ottomano, territori in grado di fornire materie prime e di assorbire la produzione italiana in eccesso rispetto alle richieste di un mercato interno asfittico. La collaborazione tra mondo imprenditoriale, bancario e politico non produsse il risultato sperato. La caduta del governo Nitti e il ruolo destabilizzante e filotedesco della Banca Commerciale Italiana nell’Est europeo e nel Caucaso furono tra le cause principali che impedirono il decollo del progetto tecnocratico,<strong> </strong>provocando una dura reazione da parte dei fratelli Perrone alla guida del gruppo Ansaldo.</p><p>Heavily Weakened by the financial and industrial crisis of 1907, which showed all the limits of the economic structure of Italy, the Italian industrial capitalism developed a program that continued until the early after World War, which was taking into account the establishment of a government of technocrats.</p><p>This should had to take the country out of crisis, establish an economical plan and turn it into a major industrial power, with strong imperialist characteristics. Signals in this direction were also recorded in the previous decades, from the late nineteenth and early twentieth century, when a process of concentration of the main groups of entrepreneurs and capitalists began in the steel and mechanical industry. A path anyway enhanced by more and more orders from the government (Galli Della Loggia, 1970; Battilossi, 1999; Amatori and Colli, 1999; Boldrini, 2002). The industrial and financial crisis of 1907 and the global recession that followed, accelerated the technocratic solution, which were looking for a more or less closer alliance, with a part of the political class and going into war. Soon after the war, the political power of the technocrats in Italy seemed to grow significantly, especially when the Government developed a program of economic expansion in the regions of the Caucasus, Balkans and on the countries of the ex East Ottoman, these territories could provide raw materials and, with respect of an internal market completely saturated, to absorb the exceeding Italian production. The collaboration within the world of business, banking and politics did not produce the desired result. The fall of the Nitti´s Government and the pro German and destabilizing role of the Italian Commercial Bank in Eastern Europe and on the Caucasus were the major drivers against the launch of the technocratic project, inducing a though reaction by the Perrone brothers leading the group Ansaldo.</p>
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Italia, Paola. "Il romanzo digitale:." Textual Cultures 12, no. 2 (August 29, 2019): 57–70. http://dx.doi.org/10.14434/textual.v12i2.27688.

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Abstract:
L’articolo propone una riflessione sullo stato dell’arte del romanzo italiano nel mondo digi- tale svolta attraverso l’analisi dei testi in prosa della modernità presenti nel portale Biblio- teca Italiana e affronta i casi di studio di Manzoni, Pirandello e Tozzi, per analizzare tre progetti complementari e diversi di edizione cartacea e digitale, e di interazione tra ricerca accademica, istituzioni bibliotecarie ed editoria. I casi mostrano come il romanzo, per la sua polifonia, le sue dinamiche genetiche, la sua contaminazione con le arti visive e drammati- che, richieda una infrastruttura digitale che metta in relazione tutti questi aspetti tra loro, anche in chiave didattica, costituendo un banco di prova della necessaria trasformazione dell’edizione critica digitale in un sito di ricerca e conoscenza dei testi e dei loro autori. This article proposes a reflection on the state of the art of the Italian novel in the digital world carried out through the analysis of modern prose texts in the website BibliotecaItaliana.it, examining the case studies of Manzoni, Pirandello, and Tozzi, and in particular three com- plementary projects and several digital editions as well as interactions among academic rese- arch, institutions, librarians, and publishers. The case studies show how the novel — thanks especially to its polyphony, its genetic dynamics and contamination with the visual and dra- matic arts — requires an infrastructure that also links all these aspects from an educational point of view. The novel may be considered as a testing ground for the necessary transforma- tion of the digital critical edition into a “knowledge site” of texts and their authors.
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Seche, Giuseppe. "Il commercio dei cavalli tra Sardegna e Corona d’Aragona alla fine del XV secolo. Prime considerazioni." Anales de la Universidad de Alicante. Historia Medieval, no. 23 (May 26, 2022): 105. http://dx.doi.org/10.14198/medieval.21403.

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Abstract:
Lo studio propone prime considerazioni sul commercio dei cavalli tra il Regno di Sardegna e i territori della Corona d’Aragona nella seconda metà del XV secolo. L’analisi si basa su 51 licenze di esportazione e consente di ricostruire le dinamiche di un traffico regolato dall’autorità pubblica, evidenziando gli ufficiali impegnati nel controllo e nel rilascio delle relative autorizzazioni. I profili dei soggetti coinvolti sono quelli dei mercanti di professione, cui si aggiungono i membri dell’alta società urbana, con ruoli nell’amministrazione della città o del regno, e coloro che trasportano equini in maniera occasionale. Infine, non mancano gli esponenti del mondo feudale, spesso in affari con i mercanti d’oltremare, i quali possono far valere franchigie, esenzioni fiscali e vantaggiosi legami con i funzionari del regno. Tra i luoghi di destinazione si segnalano le grandi piazze commerciali iberiche (Barcellona, Maiorca e Valenza) e alcune città italiane (Napoli, Piombino e Roma), dove i cavalli potevano essere acquistati da uomini di alto rango (si pensi al sacrestano maggiore Alonso Cortés) ed essere utilizzati anche per ragioni militari o per servizio di stato. Emerge un commercio rischioso ma con grandi margini di guadagno, portato avanti da soggetti specializzati che si avvalgono di navigli con particolari caratteristiche tecniche. Il proseguimento della ricerca consentirà di precisare le conoscenze sul trattamento fiscale riservato ai cavalli e pone già nuove domande sulle pratiche di allevamento, che dovevano rispondere alla continua e regolare richiesta di animali proveniente dal mondo iberico e da quello italiano.
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Sabbatino, Pasquale. "I "Peli" della Gatta Cenerentola di De Simone e del Cunto de li cunti di Basile. Una parodia dell'illustre don Benedetto Croce." Quaderni d'italianistica 29, no. 2 (June 1, 2008): 73–92. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v29i2.8457.

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Abstract:
Nel corso del presente intervento si pone l'attenzione sul profondo e prolifico legame letterario che intercorre tra il drammaturgo novecentesco Roberto De Simone e lo scrittore seicentesco Giovanbattista Basile. In questo senso si evidenziano tre tappe salienti. De Simone debuttò nel 1976 al Festival dei due Mondi di Spoleto con un'opera intitolata La gatta cenerentola chiaramente inspirata alla favola di Basile, nel 1989 pubblicò la traduzione dall'antico napoletano in dialetto moderno della raccolta Il Pentamerone ovvero Lo cunto de li cunti trattenimento de piccerille (Napoli, ed. Il Mattino), mentre del 2002 è la doppia riscrittura, in dialetto e in italiano, del Cunto de li cunti di Basile (Torino, Einaudi). L'analisi, in particolar modo, di quest'ultima opera permette, inoltre, di sottolineare il forte intento parodico di De Simone nei confronti di Benedetto Croce. Nell'anno del cinquantesimo anniversario della morte del filosofo abruzzese, De Simone decide di inserire nella propria riscrittura del Cunto di Basile il personaggio Croce, condannandolo irriverentemente a "un peteggiare involontario, ereditato dall'aerofagia patita prima di morire".
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Lenassi, Nives. "Alcune osservazioni sull’uso dei paradigmi verbali nell’italiano L2: l’italiano per gli affari." Linguistica 61, no. 2 (December 30, 2021): 79–95. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.61.2.79-95.

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Abstract:
Nella produzione dei testi di corrispondenza italiana i comunicatori sloveni provenienti dal mondo del lavoro spesso affrontano con insicurezza la verbalizzazione dei complessi rapporti aspettuali, temporali e modali previsti dal sistema verbale italiano. Tali insicurezze sono evidenti sia nei testi redatti dai parlanti con un’elevata competenza linguistico-comunicativa sia in quelli composti da comunicatori che possiedono un repertorio linguistico più limitato. Questi ultimi sono anche più propensi a comporre messaggi molto sintetici, con una gamma piuttosto ristretta di paradigmi verbali anche nelle situazioni in cui le esigenze e gli scopi comunicativi richiederebbero la redazione di un testo più esteso. Visti i disagi dei non madrelingua, ci si è chiesti quanto spazio dedicano vari libri di testo per l’italiano per gli affari alle attività il cui obiettivo è lo sviluppo della competenza relativa alla conoscenza e all’uso dei paradigmi verbali nell’ambito della corrispondenza commerciale. La ricerca dimostra che – in dipendenza da vari parametri quali il livello QCER dei singoli libri di testo, il loro orientamento più o meno comunicativo, l’importanza ascritta alla corrispondenza commerciale ecc. – possiamo constatare notevoli differenze tra i materiali analizzati in quanto alla presenza delle attività e ai paradigmi verbali trattati in esse. Un numero maggiore di attività e una loro distribuzione proporzionata nella prassi glottodidattica potrebbe sensibilizzare gli utenti/apprendenti a un’attenzione più focalizzata e accurata nel riconoscere l’insieme degli elementi che stimolano l’uso di singoli paradigmi verbali nei testi di corrispondenza commerciale. L’obiettivo di tale approccio ovvero sensibilizzazione è quello di giungere prima a una comprensione adeguata dei testi e dopo a una stesura dei messaggi pragmaticamente efficaci.
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Ferrari, Paolo. "Introduzione a L'industria bellica nella storia d'Italia. Economia e tecnologia negli studi di Andrea Curami." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 261 (February 2011): 575–84. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-261001.

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Abstract:
Andrea Curami (1947-2010) č stato docente di Meccanica applicata e di altre materie al Politecnico di Milano, esperto di motori e di automobilismo, storico delle vicende militari ed economiche italiane tra Ottocento e seconda guerra mondiale. Si č occupato anche di storia dei trasporti e ha promosso le ricerche di un gruppo di studiosi riunito attorno a sé. A partire dagli studi sull'aeronautica, ha sviluppato un'analisi originale dell'industria bellica italiana, coniugando storia delle vicende militari e storia economica e della tecnologia, ponendo al centro i rapporti tra committenza pubblica e un mondo dell'industria, continuamente oscillante tra innovazione e sfruttamento delle risorse pubbliche, che progressivamente si afferma quale componente decisiva della classe dirigente. Curami ha in particolare studiato la Grande guerra quale snodo cruciale di questo processo, e il riarmo fascista, quando l'industria č in grado di imporre alle forze armate mezzi spesso obsoleti e inadeguati. Del riarmo fascista e della mancata mobilitazione nel secondo conflitto mondiale egli propone un modello interpretativo nel quale l'analisi tecnica diviene funzionale alla comprensione delle politiche seguite dalle imprese, con un'interpretazione originale dei rapporti tra forze armate, politica e grande industria.
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Pegoraro, Marisa, Maria Pia Zito, Patrizia Galeotti, Alessia Delalio, Francesco Rossi, and Vincenza Guadagno. "Infermieristica Nefrologica: Competenze Assistenziali Generali e Specifiche." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, no. 1 (March 4, 2014): 42–49. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.860.

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Abstract:
L’articolo esprime la posizione attuale dell’associazione EDTNA/ERCA Filiale Italiana rispetto al dibattito sulle competenze infermieristiche avanzate – o specialistiche - in atto nella comunità medico-sanitaria nazionale. Facendo riferimento al modello ISFOL, come strumento della definizione delle competenze nel mondo del lavoro, nel territorio europeo ed oltre, il modello viene declinato per il mondo sanitario ed ulteriomente capillarizzato per le aree di assistenza infermieristica nefrologica. Il modello riconosce competenze di base, competenze di settore, trasversali e specifiche. Attraverso questo percorso, da generico e a specifico, vengono riconosciute 6 aree specifiche di assistenza nefrologica (ambulatorio, degenza, dialisi peritoneale, emodialisi, area critica, trapianti) ed in ognuna di esse vengono elencate le competenze di pertinenza infermieristica (sapere e saper fare, saper essere). L’elaborato si propone come strumento di riferimento, di confronto e di stimolo per le varie realtà operative nazionale dell’assistenza nefrologica.
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Mariotti, Ilaria, and Mina Akhavan. "Gli spazi di coworking prima e durante la pandemia covid-19: tipologie, geografia ed effetti." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 1 (June 2021): 66–84. http://dx.doi.org/10.3280/es2021-001006.

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Abstract:
L'avvento del digitale ha contribuito all'aumento di alternative ai luoghi di lavoro tradizionali, quali ad esempio gli spazi di coworking, dove lavoratori autonomi e dipendenti, e piccole im-prese possono avvantaggiarsi di interazione sociale e professionale al fine di ridurre i rischi di isolamento (in particolare nel caso di lavoro a domicilio) e aumentare le occasioni di incontro. La pandemia Covid-19 ha avuto un impatto negativo sugli spazi di coworking: il 21,76% de-gli spazi nel mondo ha chiuso e il 71,67% ha registrato una significativa riduzione del numero di coworker che frequentano lo spazio, i quali hanno iniziato a lavorare a domicilio. In Italia il numero di coworking chiusi nei mesi di marzo e aprile ammonta al 59,15%, mentre il 36,62% è aperto ad attività essenziali. Durante la pandemia, il numero dei lavoratori a distanza e a do-micilio è significativamente aumentato e il coworking di prossimità può rappresentare un vali-do luogo di lavoro. Il presente contributo si inserisce in questo contesto e si propone di de-scrivere le tipologie, la geografia e i principali effetti dei nuovi luoghi del lavoro prima e du-rante la pandemia Covid-19, con attenzione al caso italiano.
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