Academic literature on the topic 'Italia liberale'

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Journal articles on the topic "Italia liberale"

1

Coppa, Frank J., and Gian Carlo Jocteau. "L'armonia Perturbata: Classi Dirigenti e Percezione degli Scioperi nell' Italia Liberale." American Historical Review 95, no. 4 (October 1990): 1240. http://dx.doi.org/10.2307/2163620.

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Sandí Morales, José Aurelio. "La Santa Sede in Costa Rica 1870-1936." Revista de Estudios Históricos de la Masonería Latinoamericana y Caribeña 12, no. 1-2 (July 1, 2020): 319–24. http://dx.doi.org/10.15517/rehmlac.v12i1-2.41636.

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Abstract:
El investigador José Aurelio Sandí Morales ha defendido una Tesis doctoral, cuyo título es: “La Santa Sede in Costa Rica 1870-1936. Il rapporto politico-religioso e diplomatico tra il governo del Costa Rica, la gerarchia cattolica del Paese e la Santa Sede nel periodo liberale costaricano”, en la Universidad Scuola Normale Superiore, Pisa en Italia, el 24 de enero de 2018. José Aurelio Sandí Morales nació en 1984 en Costa Rica.
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Coco, Vittorio. "La polizia in Italia. Una storia complessa." SOCIETÀ E STORIA, no. 173 (November 2021): 556–64. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-173009.

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Abstract:
I sette contributi che compongono il dossier sono l'esito di un seminario tenutosi presso l'Università degli studi di Milano nell'ambito delle attività del Cepoc (Centro per lo studio delle polizie e del controllo del territorio). In quella occasione si sono discussi quattro volumi di recente pubblicazione (editi tra 2018 e 2019) aventi per oggetto diversi aspetti di storia delle polizie in Italia in età contemporanea, con la partecipazione sia degli autori e curatori dei volumi, sia di studiosi della materia. Ne esce un quadro articolato e problematizzato degli indirizzi secondo i quali in Italia si va consolidando una storiografia dedicata a questi temi, sin qui relativamente trascurati con riferimento all'età contemporanea. Nello stesso tempo si offrono numerosi gli spunti, anche in chiave utili a stimolare nuove linee di ricerca. In questo contributo l'autore discute in particolare i volumi di Michele Di Giorgio, Per una polizia nuova. Il movimento per la riforma della Pubblica Sicurezza (1969-1981), e di Laura Di Fabio, Due democrazie, una sorveglianza comune. Italia e Repubblica Federale Tedesca nella lotta al terrorismo interno e internazionale (1967-1986), nonché Salvatore Ottolenghi, Una cultura professionale per la polizia dell'Italia liberale e fascista. Antologia degli scritti (1883-1934), a cura di Nicola Labanca e Michele Di Giorgio.
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Di Amato, Annamaria. "Dallo Stato liberale allo Stato fascista: la progressiva trasformazione della rappresentanza politica tra antiparlamentarismo e corporativismo." Ciencia Nueva. Revista de Historia y Política 2, no. 2 (November 23, 2018): 78. http://dx.doi.org/10.22517/25392662.18701.

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Abstract:
En Italia, a finales de la primera guerra mundial, la Cámara electiva estuvo afectada por una profunda transformación debida a la reforma electoral de 1919 y a la consiguiente entrada de los partidos de masas en los equilibrios político-institucionales. La clase dirigente liberal, tradicionalmente acostumbrada a la circunscripción uninominal, quedó perjudicada y totalmente desplazada a la hora de constituir los gobiernos. En esos trances, gracias también a la fusión del movimiento de los Fasci di combattimento con el Partido nacionalista, Mussolini logró granjearse cierta confianza en el ámbito político de los liberales que llamaríamos “históricos” tanto de derecha como de izquierda, y sobre todo por parte del Soberano. La alimentada ambigüedad en algunas cuestiones constitucionales –sobre todo en la primera fase de su gobierno– le permitieron construir sin oposiciones un régimen político que, rápidamente, desembocó en el autoritarismo en particular tras la primera reforma electoral y el delito Matteotti. El Parlamento –sobre todo la Cámara electiva– fue el órgano más afectado por las reformas electorales fascistas (1924, 1928, 1939), que lo cambiaron completamente, introduciendo una nueva forma de representación política, el corporativismo, que reemplazaba la representación individual, alterando la naturaleza profunda del Estado liberal.
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Di Figlia, Matteo. "Gli ebrei in Italia, il dibattito su Israele e la questione ebraica. Quattro riflessioni recenti." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 298 (June 2022): 171–83. http://dx.doi.org/10.3280/ic2022-298013.

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Abstract:
La storia degli ebrei nell'Italia contemporanea è stata molto discussa dalla recente storiografia. In questa nota si prendono in esame quattro libri pubblicati tra il 2018 e il 2020 che affrontano il tema da prospettive differenti come il ruolo politico degli ebrei nell'Italia liberale e negli anni della grande guerra, la storia delle persecuzioni in età fascista, il problematico avvento della Repubblica, la raffigurazione degli ebrei e di Israele nelle sinistre italiane e la più generale percezione di Israele nel mondo politico e culturale italiano.
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Stanco, Gianfranco. "Le prospettive del policentrismo in Italia – Radici e costruzioni identitarie tra storiografia e dottrina giuridica." A&C - Revista de Direito Administrativo & Constitucional 12, no. 49 (July 16, 2012): 67. http://dx.doi.org/10.21056/aec.v12i49.169.

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Abstract:
Lo Stato italiano è stato fondato nell’Ottocento secondo un modello di dominio del territorio centralizzato e gerarchizzato, sacrificando le aspettative municipalistiche e federalistiche emerse durante il Risorgimento. L’autore indaga sui fattori che hanno determinato lo sviluppo accentrato dell’amministrazione pubblica nello Stato liberale e nello Stato autoritario fascista e sui tentativi della scienza giuridico-amministrativa di proporre moduli di organizzazione in linea orizzontale. La ricerca, utilizzando un approccio storico-comparativo, ricostruisce le linee del conflitto tra monismo e pluralismo giuridico nei secoli XIX-XX ed individua i percorsi evolutivi del policentrismo italiano nell’ordinamento costituzionale.
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Mori, Simona. "Polizia e società italiana fra Otto e Novecento: spunti da alcuni studi recenti." SOCIETÀ E STORIA, no. 173 (November 2021): 575–89. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-173011.

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Abstract:
I sette contributi che compongono il dossier sono l'esito di un seminario tenutosi presso l'Università degli studi di Milano nell'ambito delle attività del Cepoc (Centro per lo studio delle polizie e del controllo del territorio). In quella occasione si sono discussi quattro volumi di recente pubblicazione (editi tra 2018 e 2019) aventi per oggetto diversi aspetti di storia delle polizie in Italia in età contemporanea, con la partecipazione sia degli autori e curatori dei volumi, sia di studiosi della materia. Ne esce un quadro articolato e problematizzato degli indirizzi secondo i quali in Italia si va consolidando una storiografia dedicata a questi temi, sin qui relativamente trascurati con riferimento all'età contemporanea. Nello stesso tempo si offrono numerosi gli spunti, anche in chiave utili a stimolare nuove linee di ricerca. In questo contributo l'autrice discute i volumi di Michele Di Giorgio, Per una polizia nuova. Il movimento per la riforma della Pubblica Sicurezza (1969-1981), e di Laura Di Fabio, Due democrazie, una sorveglianza comune. Italia e Repubblica Federale Tedesca nella lotta al terrorismo interno e internazionale (1967-1986), nonché Salvatore Ottolenghi, Una cultura professionale per la polizia dell'Italia liberale e fascista. Antologia degli scritti (1883-1934), a cura di Nicola Labanca e Michele Di Giorgio, e Dura lex sed lex. Storia e rappresentazione della Polizia di Stato dal 1852 alla Riforma del 1981, a cura di Raffaele Camposano e Fabio Santilli.
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Cornelli, Roberto. "Spunti dalla storia per una teoria della polizia." SOCIETÀ E STORIA, no. 173 (November 2021): 565–74. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-173010.

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Abstract:
I sette contributi che compongono il dossier sono l'esito di un seminario tenutosi presso l'Università degli studi di Milano nell'ambito delle attività del Cepoc (Centro per lo studio delle polizie e del controllo del territorio). In quella occasione si sono discussi quattro volumi di recente pubblicazione (editi tra il 2018 e il 2019) aventi per oggetto diversi aspetti di storia delle polizie in Italia in età contemporanea, con la partecipazione sia degli autori e curatori dei volumi, sia di studiosi della materia. Ne esce un quadro articolato e problematizzato degli indirizzi secondo i quali in Italia si va consolidando una storiografia dedicata a questi temi, sin qui relativamente trascurati con riferimento all'età contemporanea. Nello stesso tempo si offrono numerosi gli spunti, anche in chiave interdisciplinare, utili a stimolare nuove linee di ricerca. In questo contributo l'autore discute i volumi di Michele Di Giorgio, Per una polizia nuova. Il movimento per la riforma della Pubblica Sicurezza (1969-1981), e di Laura Di Fabio, Due democrazie, una sorveglianza comune. Italia e Repubblica Federale Tedesca nella lotta al terrorismo interno e internazionale (1967-1986), nonché Salvatore Ottolenghi, Una cultura professionale per la polizia dell'Italia liberale e fascista. Antologia degli scritti (1883-1934), a cura di Nicola Labanca e Michele Di Giorgio, e Dura lex sed lex. Storia e rappresentazione della Polizia di Stato dal 1852 alla Riforma del 1981, a cura di Raffaele Camposano e Fabio Santilli.
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Teresa Giusti, Maria. "Passi cauti. I rapporti fra Italia liberale e Russia rivoluzionaria, dall'Impresa di Fiume alla vigilia del fascismo." VENTUNESIMO SECOLO, no. 50 (November 2022): 50–81. http://dx.doi.org/10.3280/xxi2022-050004.

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10

Felice, Emanuele. "La norma e l'eccezione: i divari regionali in Italia (1891-2001) attraverso un'analisi shift-share." QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no. 4 (December 2011): 77–112. http://dx.doi.org/10.3280/qu2011-004003.

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Abstract:
La norma e l'eccezione: i divari regionali in Italia (1891-2001) attraverso un'analisi shift-share L'articolo analizza le nuove stime del valore aggiunto regionale, per anni benchmark dal 1891 al 2001, con riferimento alla struttura occupazionale e al prodotto per addetto, nell'agricoltura, industria e servizi. Viene stimato l'impatto della distribuzione della forza lavoro e della produttivitŕ per addetto sui divari regionali e, attraverso un'analisi shift-share, vengono misurate le componenti strutturali e locali della crescita, in quattro distinti periodi storici: l'etŕ liberale (1891-1911), gli anni fra le due guerre (1911-1951), il miracolo economico (1951-1971) e i decenni della ristrutturazione post-fordista (1971-2001). Dai risultati, emergono importanti spunti di riflessione sul «modello» italiano di disuguaglianza regionale nel lungo periodo, che sembra differenziarsi soprattutto per il percorso del Mezzogiorno, la cui convergenza durante il miracolo economico si č interrotta negli ultimi decenni.
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Dissertations / Theses on the topic "Italia liberale"

1

Veca, Ignazio. "Il mito di Pio IX : realtà e rappresentazioni di un papa liberale e nazionale in Italia e in Francia (1846-1849)." Thesis, Paris, EPHE, 2015. http://www.theses.fr/2015EPHE4017.

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Abstract:
Ce travail propose une étude du caractère «libéral» et «national» accordé à Jean-Marie Mastaï Ferretti, le pape Pie IX, pendant ses premières trois années de pontificat. Par les biais d'une documentation hétérogène (sources d'archives, pamphlets, tracts, journaux, lithographies populaires, correspondances privées, mémoires et journaux intimes), l'étude fournit une reconstruction de la naissance de ce caractère avec l'amnistie pontificale de 1846; de ses métamorphoses complexes qui croisent la politique papale, le statut des images et des dévotions aux XIX siècle et la propagande politique et religieuse, aussi que l'imagerie du complot; et de sa partielle dissolution après les révolutions de 1848. L'enquête, tout en se confrontant avec le concept de «mythe» – outil avec lequel le phénomène a été souvent interprété – procède par une mise en question de cette catégorie et parvient à la remplacer par le concept plus opératoire d'«investissement émotif»: la figure d'un pape «libéral» et «national» serait alors le produit d'un travail culturel collectif – auquel Pie IX lui-même n'a pas été étranger – qui relève des préoccupations théologico-politiques de la société post-révolutionnaire européenne: résoudre les dilemmes de l'époque, en conciliant des concepts logiquement (et apparemment) incompatibles comme liberté et ordre, nationalité et théologie catholique. La méthode choisie est celle de l'histoire comparée: il s'agit en effet de reconstruire un contexte pluriel, relevant d'un entrelacement de sources, de deux côté des Alpes, afin de parvenir à une connaissance plus pointue d'une grande utopie vécue à la moitié du XIX siècle
This dissertation offers a study of the «liberal» and «national» nature attributed to John-Mary Mastai Ferretti, the pope Pius IX, during his first three years of pontificate. Exploiting an heterogeneous mass of sources (archival items, typing and handwritten papers, pamphlets, posters, newspapers, popular engravings and etchings, private letters, journals), this study retraces the origins of the phenomenon since the papal amnisty of 1846; its mixed transformations which come across papal policy, the status of images and devotional practices in 19th century, political as well as religious propaganda, and conspiracy theory besides; finally, its partial dissolution after the revolutions of 1848. Facing the concept of «myth» – a tool uncritically used for a long time to interpret the phenomenon –this study proceeds on questioning this category and it attains to the most operational concept of «emotional investment»: hence the figure of a «liberal» and «national» pope would be the product of a collective work – to whom Pius himself was not extraneous – which was a matter for the theologico-political worries of post-revolutional european society: namely to solve the religious and political dylemmas of modern age, in order to appeasing some ideas which are not logically (and apparently) compatible, such as freedom and order, nationalism and catholic theology. The method choised to investigate this phenomenon is the comparative one: in retracing a plural context (that is a network of sources) between the two sides of Alps, it will be possible to have a more deep knowledge of a great living utopia in the middle of 19th century
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Satto, Christian. "Bettino Ricasoli politico nell'Italia unita (1861-1880)." Thesis, Paris Sciences et Lettres (ComUE), 2018. http://www.theses.fr/2018PSLEP012.

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Abstract:
L'analyse de l'action politique de Bettino Ricasoli (1809-1880) au lendemain de l'unité italienne, notamment en tant que Président du conseil des ministres (1861-62 et 1866-67), aide à mieux comprendre quelques-uns des moments décisifs du processus de construction de l'État et de la nation après 1861 en Italie. En ces deux occasions, en effet, l'homme d'État florentin dû affronter une série de défis considérables, dont le problème de la stabilité du cabinet et de ses rapports avec la Couronne, les rapports entre l’État et l’Église et entre la religion catholique et la société civile, les relations internationales, en particulier avec la France de Napoléon III, la création d'un système administratif unitaire et l'achèvement de l'unité politique et territoriale du nouvel État. Les réponses données par Ricasoli à ces problèmes constituent les éléments fondamentaux permettant de le situer dans le cadre de l'Italie libérale et de la « Droite historique », appelée à gouverner le Royaume après la mort de Cavour, dont l’homme politique toscan, soulignons-le, fut le premier successeur
The analysis of Bettino Ricasoli’s (1809-1880) political action after the Risorgimento, with particular attention to his role as Prime Minister (1861-62 and 1866-67), is interesting to understand some of the turning points in the construction of State and Nation in Italy. On both occasions, indeed, the Florentine statesman dealt with a number of important issues, including the problem of the Executive’s stability and its relationship with the Crown; the relationship between Church and State and between religion and society; relations with France; the establishment of a unitary administrative system; and the completion of the new state’s political and territorial unity. His answers to these problems are essential to contextualize his figure within Liberal Italy and the Historical Right, the political movement which was to lay the foundations of the new unitary state after Cavour’s death, whose first successor was Ricasoli
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Riall, Lucy. "Sicily and the unification of Italy : liberal policy and local power, 1859-1866 /." Oxford : Clarendon press, 1998. http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb36712548g.

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Randeraad, Nico. "Authority in search of liberty : the prefects in liberal Italy /." Amsterdam : Thesis publ, 1993. http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb35825642n.

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Favero, Giovanni. "Le misure del regno direzione di statistica e municipi nell'Italia liberale /." Padova : Il poligrafo, 2001. http://catalog.hathitrust.org/api/volumes/oclc/47754005.html.

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6

Pecci, Paola. "La "novella strada" del poema epico rinascimentale: Gian Giorgio Trissino e "La Italia liberata da' Gotthi"." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3424234.

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Abstract:
This dissertation is based on Trissino’s epic poem "La Italia liberata da’ Gotthi". It’s divided into two different parts: the first one is a monographic analysis of the different components of the book, while the second is a commented transcript of the unpublished autograph known as "Zibaldone dell’Italia liberata". More in details, the first part begins with considerations about the "Sesta divisione della Poetica" and the "Lettera dedicatoria a Carlo V", Trissino’s theoretical works about epic poetry. Next part concerns a general presentation of the "Italia", encompassing editions, structure, subjects, sequence of events and characters of the poem, with the intent of approaching the reader to a work often disregarded by the critics. Next chapter deals with the sources of the poem with a specific focus to the reference to Homeric "Iliad": it is discussed how Trissino refers to every single book of "Iliad" and demonstrated how this link is more than a mere inspiration. Last section concerns some elements of the poem still matter of debate: "Italia"’s characters organization and Trissino’s conception of the epic hero; a possible political interpretation of the poem. The second part is directed to the commentary and analysis of the "Zibaldone" manuscript. It contains autographic notes in view of the draft of the Italia, regarding the structure of the poem, the topics of the books, the Italian geopolitical situation of 6th century, the setting details, the trial version of many lines. This in-depth analysis can be considered a visit into the writing workshop of the author, giving insights into two fundamentals aspects of the composition process: it allows to monitor methods, tools and techniques used by Trissino, as well as exploring his readings and inspirations.
La mia tesi dottorale coincide con una monografia sull’"Italia liberata da’ Gotthi" di Gian Giorgio Trissino, poema eroico che si propone quale ambizioso tentativo di rifondazione dell’epos rinascimentale. L’elaborato si compone di due macro-sezioni. La prima parte, più specificamente monografica, comprende: un’analisi delle opere di teoria poetica del Vicentino e una presentazione generale del poema – con focus su genesi ed edizioni dell’"Italia", struttura narrativa, sistema dei personaggi, temi ricorrenti e simmetrie interne, geografia e cronologia delle vicende narrate – che ha l’obiettivo di rendere note ai lettori le caratteristiche di un’opera che – secoli di sepoltura "nelle librarie e nello studio d'alcun letterato" – hanno reso sostanzialmente sconosciuta ai più; una ricerca sulle fonti dell’opera, che concede grande spazio al confronto tra l’"Italia" e l’"Iliade" omerica, suo principale ipotesto classico; infine, alcuni itinerari critici su questioni di particolare rilevanza nel panorama degli studi trissiniani. La seconda sezione dell’elaborato contiene la trascrizione e il commento dello "Zibaldone autografo dell’Italia liberata", manoscritto inedito conservato nel Fondo Castiglioni della Biblioteca Braidense di Milano. Si tratta di un codice che assembla appunti autografi in vista della stesura dell’"Italia": un vero e proprio cantiere di progettazione del poema, in cui Trissino raccoglie annotazioni di vario genere (dagli schemi relativi alla struttura dei diversi libri del poema, ad elenchi di personaggi, fino alle prove di versi, l’elemento più prezioso in assoluto perché, qualora messe a confronto con la loro versione definitiva all’interno dell’opera, fanno luce sul modo di lavorare dell’autore). Lo studio dello "Zibaldone" si è rivelato di notevole interesse sotto due punti di vista: in primo luogo perché consente un ingresso privilegiato nell’officina scrittoria trissiniana. Secondariamente il codice si è dimostrato uno strumento di inestimabile valore per l’indagine delle letture trissiniane e l’approfondimento di un argomento rispetto al quale ancora non sono state avviate indagini significative: la biblioteca del Trissino.
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Nuraddin, Nabila. "Women and the Media : The Representation of Muslim Women in Liberal-nonpartisan Italian Newspapers." Thesis, Högskolan för lärande och kommunikation, Högskolan i Jönköping, HLK, Medie- och kommunikationsvetenskap, 2017. http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:hj:diva-36391.

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Abstract:
Muslim women are misrepresented through frames and stereotypes that the media uses to further an established narrative. Through a Critical Discourse Analysis, the study analyzes three liberal-nonpartisan Italian newspapers and their approach towards two themes, which are the burkini debate that occurred in late August 2016 and the analysis of three different Muslim women within the Italian society. The study concludes that Muslim women are negatively framed through the usage of a discourse that stereotypes them and constructively misrepresents their reality.
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8

Reid, Joshua. "Romance of Translation: Tasso’s Gerusalemme Liberata in the Elizabethan Twilight." Digital Commons @ East Tennessee State University, 2017. https://dc.etsu.edu/etsu-works/2855.

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Abstract:
The translations of Tasso’s Gerusalemme liberata by Richard Carew (1594) and Edward Fairfax (1600) import the hybrid genre of the Italian romance epic into the evolving literary polysystem of the English Renaissance. These two significant translations present an intriguing struggle between fidelity to the source text and freedom, which mirrors the friction between epic and romance at the heart of the Gerusalemme liberata. This friction takes shape most clearly in the treatment of the power dynamics of the crusaders vis-à-vis Godfrey and in the translation of the ‘forma altera’ of Armida. While Carew attempts an ‘epic’ translation conforming to the source text, creating a Gerusalemme conquistata-type of translation, Fairfax submits to the allure of Armida and to the romance of translator errancy. To translate this unique hybrid genre is to encounter translation’s process double; in a fundamental sense, translation is romance, and the romance epic is translation.
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9

De, Bortoli Elena <1989&gt. "Dalla "Liberata" alla "Conquistata": fonti sacre e profane." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4127.

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Abstract:
L’elaborato analizza i cambiamenti strutturali e stilistici della riscrittura della "Gerusalemme liberata" di Torquato Tasso, rivolgendo soprattutto l’attenzione all’uso delle fonti utilizzate (in particolare le opere storiografiche e la Bibbia) nella "Gerusalemme conquistata". Nella prima parte del lavoro si prendono in considerazione gli studi più importanti riguardanti la riscrittura del poema tassiano. Il capitolo si divide in due parti: il primo paragrafo è riservato ai lavori sulle modifiche complessive operate nel poema seriore, mentre il secondo è dedicato alle monografie sull’uso della fonte scritturale nella "Conquistata". In un secondo momento la tesi presenta in modo analitico le differenze strutturali più evidenti tra i due poemi; si prende in considerazione la sinossi delle due opere tassiane compilata da Maria Teresa Girardi nel suo studio "Tasso e la nuova «Gerusalemme». Studio sulla «Conquistata» e sul «Giudicio»" (2002), in cui l’autrice compara i libri della "Conquistata" con i canti della "Liberata" ed esamina i materiali nuovi inseriti nel secondo poema. Il terzo capitolo si basa sulle linee guida delle modifiche operate nella "Conquistata": l’innalzamento del registro linguistico e stilistico; l’avvicinamento al modello omerico nella caratterizzazione dei personaggi e nella ripresa di alcuni episodi dell’"Iliade"; la maggior aderenza alle fonti storiche; l’ampliamento del dettato allegorico, con particolare attenzione all’auto commento del poeta nei "Discorsi del poema eroico" e nel "Giudicio sovra la «Gerusalemme» riformata". L’ultima parte dell’elaborato è basata sull’utilizzo della fonte biblica, la cui presenza è notevolmente incrementata all’interno della "Conquistata": il capitolo esamina tutti i libri del poema seriore dividendoli in gruppi di quattro e considerando all’interno di essi l’utilizzo della Sacra Scrittura.
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10

Piffaut, Ludovic. "L'univers médiéval et ses figures de représentations dans l'opéra italien (1690-1730)." Thesis, Tours, 2012. http://www.theses.fr/2012TOUR2006.

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Abstract:
L’univers médiéval tient une place importante dans la culture poétique italienne du XVème au XVIIIème siècle. Emblèmes de cet univers, les poèmes épiques de l’Arioste et du Tasse, imités de ceux d’Homère, promeuvent les histoires les plus populaires des théâtres italiens des XVIIème et XVIIIème siècles. L’écriture du Moyen Âge dans l’opéra, entre 1690 et 1730, montre une diversité des esthétiques et des figures poétiques et dramatiques. Grâce à l’Accademia dell’Arcadia, la rénovation du livret ouvre de nouvelles perspectives à son exploitation, que développera Zeno contrairement à Metastasio. En s’appuyant sur la tragédie française, celle-ci lie étroitement art poétique et musical. L’air symbolise ce point de rencontre des affects et de leur représentation musicale. Il contribue à la célébrité de l’Artaserse (1730) de Vinci et celui de Hasse. Ces opéras précipitent le déclin des sujets médiévaux et laissent la place à un nouveau modèle lyrique
Medieval universe took an important place in the Italian poetic culture from the 16th to the 18th century. Emblems of this universe, Ariosto and Tasso’s epic poems, imitated of Homer’s, upgraded to most popular histories of the Italians theatres of the 17th and 18th centuries. The Middle Ages’ representation in Opera between 1690 and 1730, showed a diversity of esthetics but dramatic and poetic figures too. Thanks to the Accademia dell’Arcadia, the renovation of the libretto led to consider new prospects of its exploitation. Zeno developed the new vision of Middle Ages contrary to Metastasio. Supporting by French tragedy, this renovation unified with strength poetical and musical art. The aria symbolized the meeting point of affects and their musical representations. It contributed to the celebrity of Vinci’s and Hasse’s Artaserse (1730). These two operas hastened the decline of medieval subjects and installed a new lyric model
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Books on the topic "Italia liberale"

1

Spini, Giorgio. Italia liberale e protestanti. Torino: Claudiana, 2002.

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2

Spini, Giorgio. Italia liberale e protestanti. Torino: Claudiana, 2002.

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3

Ginex, Giovanna. L' Italia liberale: 1870-1900. Roma: Editori riuniti, 1998.

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4

Romeo, Rosario. L' Italia liberale: Sviluppo e contraddizioni. Milano: Il Saggiatore, 1987.

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5

Formula Italia: Il nuovo progetto nazionale e liberale. Milano, Italy: FrancoAngeli, 2010.

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6

Pelanda, Carlo. Formula Italia: Il nuovo progetto nazionale e liberale. Milano, Italy: FrancoAngeli, 2010.

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7

Gobetti, Piero. La rivoluzione liberale: Saggio sulla lotta politica in Italia. Torino: G. Einaudi, 1995.

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8

Todero, Fabio, and Raoul Pupo. Fiume, D'Annunzio e la crisi dello Stato liberale in Italia. Trieste: Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione, 2010.

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9

Paola, Bresso, and Cereja Federico, eds. L' Italia liberale e fascista: Scritti e documenti (1861-1939). Roma: La nuova Italia scientfica, 1992.

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10

Melillo, Savino. L' Italia bipolare: La destra, la sinistra e la rivoluzione liberale. Foggia: Bastogi, 2000.

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Book chapters on the topic "Italia liberale"

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Forlenza, Rosario, and Bjørn Thomassen. "Liberal Modernity." In Italian Modernities, 23–55. New York: Palgrave Macmillan US, 2016. http://dx.doi.org/10.1057/978-1-137-49212-8_2.

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Mazza, Roberto. "A Coherent Inconsistency: Italian Cultural Diplomacy in Palestine, 1918–1938." In European Cultural Diplomacy and Arab Christians in Palestine, 1918–1948, 331–52. Cham: Springer International Publishing, 2020. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-030-55540-5_16.

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Abstract:
AbstractWhile following a broad chronology divided between Italy in the liberal era and later under the fascist regime, this chapter attempts to present an overview of Italian cultural activities and their various purposes and development. During the liberal era, Italian cultural policies were for the most part designed to target the needs of Italian communities. While the early phase of fascist rule was essentially a continuation of the previous regime, the 1930s marked a major shift in the understanding and promotion of cultural policies in the Middle East, especially in Palestine. This chapter will show how the fascist regime inconsistently supported both the Arabs and the Zionists in its quest to challenge the British.
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Baldoli, Claudia. "Liberal Italy." In A History of Italy, 204–37. London: Macmillan Education UK, 2009. http://dx.doi.org/10.1007/978-1-137-01366-8_7.

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4

Martin, James. "Liberalism and the Italian Crisis." In Piero Gobetti and the Politics of Liberal Revolution, 13–30. New York: Palgrave Macmillan US, 2008. http://dx.doi.org/10.1057/9780230616868_2.

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5

Martin, James. "Politicizing Liberalism Gobetti’s Italian Legacy." In Piero Gobetti and the Politics of Liberal Revolution, 111–12. New York: Palgrave Macmillan US, 2008. http://dx.doi.org/10.1057/9780230616868_7.

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6

Bandelli, Daniela. "The Italian Case: A Strong Opposition in the Name of Women’s Sexual Identity and Motherhood." In Sociological Debates on Gestational Surrogacy, 105–21. Cham: Springer International Publishing, 2021. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-030-80302-5_7.

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Abstract:
AbstractSurrogacy is prohibited by law in Italy but it is increasingly undergone abroad by Italian aspiring parents. Although the majority of couples resorting to surrogacy internationally are heterosexuals, the surrogacy debate in Italy intertwines with discussions on homo-parenting and the problem of children born through surrogacy abroad, remaining in a legal limbo once they arrive in Italy. Since 2015, Italian feminists, led by the feminist group Senonoraquando-Libere (Snoq-L), in alliance with French feminists, have mobilized for the universal ban of surrogacy and the enforcement of surrogacy national prohibition, along with saying no to attempts of legalization promoted by same-sex families and civil rights organizations. Italian feminists are engaging in a battle that presently, and until surrogacy will be prohibited by law, does not closely pertain to the exploitation or commodification of women in the country, but to the commodification of women in other countries of the world, and more broadly to the theoretical notion of “the woman”. Although there are other feminists who do not agree with the abolitionist demand, this case study does not identify a structured regulatory or pro-surrogacy feminist front.
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7

Simpson, Thomas. "“To Liberate Italy from the Italians”." In Murder and Media in the New Rome, 133–47. New York: Palgrave Macmillan US, 2010. http://dx.doi.org/10.1057/9780230116535_8.

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Marcheschi, Daniela. "David Sassoli: Europa, Europa!" In Libere carte, 111–13. Florence: Firenze University Press, 2023. http://dx.doi.org/10.36253/979-12-215-0010-3.12.

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Abstract:
David Sassoli has best interpreted the great Italian tradition of Europeanism, which had in Giuseppe Mazzini, Vincenzo Gioberti, Altiero Spinelli and Ernesto G. Rossi, the highest and most concrete theoretical and political expressions of the contemporary age. Europe means democracy, therefore freedom, social justice, solidarity among the peoples and within the peoples that make up the European Union. It means building and looking upwards towards peace.
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9

Dawes, Helena. "The Italian State, the Catholic Church and Women." In Catholic Women’s Movements in Liberal and Fascist Italy, 8–43. London: Palgrave Macmillan UK, 2014. http://dx.doi.org/10.1057/9781137406347_2.

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Gooch, John. "‘The Most Liberal of Generals’." In Army, State and Society in Italy, 1870–1915, 96–113. London: Palgrave Macmillan UK, 1989. http://dx.doi.org/10.1007/978-1-349-09921-4_6.

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Conference papers on the topic "Italia liberale"

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Khitruk, Ekaterina. "Публичное и частное в философии религии Ричарда Рорти." In The Public/Private in Modern Civilization, the 22nd Russian Scientific-Practical Conference (with international participation) (Yekaterinburg, April 16-17, 2020). Liberal Arts University – University for Humanities, Yekaterinburg, 2020. http://dx.doi.org/10.35853/ufh-public/private-2020-14.

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Abstract:
The article covers the religious conception in the work of the famous American philosopher Richard Rorty. The author emphasises the secular and finalist views of R. Rorty on the nature of religion, and on the philosopher’s gradual perception of the need for their creative reinterpretation due to the actualisation of the role of religion in intellectual and political spheres. The article uncovers two fundamental constituents of Richard Rorty’s religious philosophy. The first of them is associated with R. Rorty’s perception of the ‘weak thinking’ concept in the writings of Italian philosopher Gianni Vattimo. R. Rorty holds ‘weak thinking’ and ‘kenosis’ to be the key to understanding the possibility of religion in the postmodern era. The second aspect concerns the existence of religion in the public space. Here the distinction between ‘strong’ narratives and ‘weak’ thinking correlates with the politically significant distinction between ‘strong’ religious institutions and private (parish, community) religious practice. Rorty believes that the activity of ‘strong’ religious structures threatens liberal ‘social hope’ on the gradual democratisation of mankind. The article concludes that Richard Rorty’s philosophy of religion presents an original conception of religion in the context of modern temporal humanism; the concept positively evaluates religious experience to the extent that it does not become a basis for theoretical and political manipulations on the part of ‘strong’ religious institutes.
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