Academic literature on the topic 'Italia contemporanea'

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Journal articles on the topic "Italia contemporanea"

1

Labanca, Nicola. "Settant'anni di "Italia contemporanea"." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 291 (January 2020): 9–13. http://dx.doi.org/10.3280/ic2019-291001.

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2

Redaelli, Paola. "Italia contemporanea. Covers (2021)." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 299 (October 2022): 223–25. http://dx.doi.org/10.3280/icyearbook2021-oa012.

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3

Asquer, Enrica, Toni Rovatti, Alessandra Gissi, and Alessio Gagliardi. "Foreword." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 299 (October 2022): 5–6. http://dx.doi.org/10.3280/icyearbook2021-oa001.

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Abstract:
The second edition of our English-language "Yearbook", which we present here, consolidates the project launched over a year ago by the journal Italia contemporanea with the support of the Istituto Nazionale Ferruccio Parri and the publisher FrancoAngeli. With this new edition, the journal renews the practice of translating into English a selection of research articles and shorter discussion articles that the journal has published, in Italian, in the previous year. This initiative continues to represent a valuable form of transnational dissemination of the research and the historiographical and methodological debates that usually appear in the pages of Italia contemporanea. Indeed, the journal hopes to continue to make an innovative contribution to the project of making Italian historiography more competitive by overcoming the scarce global knowledge of its language and encouraging intellectual exchange with scholars of Italian history based abroad
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4

Ciglioni, Laura, and Guido Panvini. "Interviste sulla storia contemporanea. Risponde Jean-François Sirinelli." MONDO CONTEMPORANEO, no. 2 (February 2022): 177–83. http://dx.doi.org/10.3280/mon2021-002006.

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Abstract:
Da molti anni gli storici dell'età contemporanea, in Italia e all'estero, si stanno interrogando sullo "stato di salute" della disciplina. La proliferazione di nuovi campi di studio, la sempre più marcata specializzazione delle ricerche, la contaminazione con le altre scienze sociali, la formazione di un confronto storiografico "globale", favorito, in parte, dalla diffusione delle tecnologie digitali, il complesso rapporto con il dibattito pubblico, la difficile stagione, in termini sia di risorse che di ruolo, sperimentata dalle scienze umane: sono solo alcuni dei temi che animano la riflessione attorno alla storia contemporanea. In anni recenti un vivace dibattito internazionale sulle prospettive degli studi storici nel nuovo millennio è stato animato da studiosi e istituzioni di ricerca di primo piano. Mondo contemporaneo vuole fornire un contributo a questa discussione, rivolgendosi, attraverso lo strumento dell'intervista, a eminenti storici per un bilancio della storiografia sull'età contemporanea, per riflettere sul ruolo dello storico oggi e sulle sfide che la disciplina affronta nel nostro tempo. In questo fascicolo interviene su tali temi Jean-François Sirinelli.
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5

Ciglioni, Laura, and Guido Panvini. "Interviste sulla storia contemporanea. Risponde Federico Romero." MONDO CONTEMPORANEO, no. 1 (September 2020): 109–16. http://dx.doi.org/10.3280/mon2020-001004.

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Abstract:
Da molti anni gli storici dell'età contemporanea, in Italia e all'estero, si stanno interrogando sullo "stato di salute" della disciplina. La proliferazione di nuovi campi di studio, la sempre più marcata specializzazione delle ricerche, la contaminazione con le altre scienze sociali, la formazione di un confronto storiografico "globale", favorito, in parte, dalla diffusione delle tecnologie digitali, il complesso rapporto con il dibattito pubblico, la difficile stagione, in termini sia di risorse che di ruolo, sperimentata dalle scienze umane: sono solo alcuni dei temi che animano la riflessione attorno alla storia contemporanea. In anni recenti un vivace dibattito internazionale sulle prospettive degli studi storici nel nuovo millennio è stato animato da studiosi e istituzioni di ricerca di primo piano. Mondo contemporaneo vuole fornire un contributo a questa discussione, rivolgendosi, attraverso lo strumento dell'intervista, a eminenti storici per un bilancio della storiografia sull'età contemporanea, per riflettere sul ruolo dello storico oggi e sulle sfide che la disciplina affronta nel nostro tempo. In questo fascicolo interviene su tali temi Federico Romero.
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6

Di Fabio, Laura. "Due democrazie, una sorveglianza comune. Note a margine di una ricerca." SOCIETÀ E STORIA, no. 173 (November 2021): 539–45. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-173007.

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Abstract:
I sette contributi che compongono il dossier sono l'esito di un seminario tenutosi presso l'Università degli studi di Milano nell'ambito delle attività del Cepoc (Centro per lo studio delle polizie e del controllo del territorio). In quella occasione si sono discussi quattro volumi di recente pubblicazione (editi tra 2018 e 2019) aventi per oggetto diversi aspetti di storia delle polizie in Italia in età contemporanea, con la partecipazione sia degli autori e curatori dei volumi, sia di studiosi della materia. Ne esce un quadro articolato e problematizzato degli indirizzi secondo i quali in Italia si va consolidando una storiografia dedicata a questi temi, sin qui relativamente trascurati con riferimento all'età contemporanea. Nello stesso tempo si offrono numerosi gli spunti, anche in chiave utili a stimolare nuove linee di ricerca. In questo contributo l'autrice argomenta i motivi alla base del volume, da lei scritto, Due democrazie, una sorveglianza comune. Italia e Repubblica Federale Tedesca nella lotta al terrorismo interno e internazionale (1967-1986), disegnandone un profilo.
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7

Labanca, Nicola. "Enzo Collotti e la storia contemporanea in Italia." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 298 (June 2022): 15–25. http://dx.doi.org/10.3280/ic2022-298002.

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Abstract:
Il gruppo di interventi che questo articolo introduce mira a ricordare, a pochi mesi dalla morte, un grande studioso italiano di respiro europeo. Enzo Collotti (1929-2021) è stato per lunghi decenni una delle figure più importanti della storiografia contemporaneistica italiana. Questo articolo, oltre a ricordare i punti essenziali del suo percorso di vita e di studi, sottolinea l'essere stato Collotti sia formalmente uno dei primi docenti universitari italiani di storia contemporanea, sia il suo esserlo stato sostanzialmente da studioso impegnato, ma in modalità che in niente perdevano per questo in rigore filologico e metodologico. Gli articoli si occupano degli anni trascorsi da Collotti presso l'Istituto Giangiacomo Feltrinelli, 1959-1963 (David Bidussa), della sua dimensione di grande storico del Novecento europeo (Mariuccia Salvati), della difficoltà di dichiararsi Linkssozialist nel secondo dopoguerra e dell'essere stato il più grande storico germanista dell'Italia della seconda metà del Ventesimo secolo (Brunello Mantelli), del suo impegno per il processo della Risiera di San Sabba (Tullia Catalan), del suo percorso di ricerca sulle persecuzioni antiebraiche e sulla Shoah in Italia e in Europa (Valeria Galimi), sulla sua apertura internazionale e ai nuovi percorsi storiografici in quanto docente universitario (Silvia Salvatici), e su una importante e trentennale attività svolta con gli insegnanti delle scuole superiori di Firenze (Gaspare Polizzi).
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8

Canavero, Alfredo. "La storia religiosa contemporanea in Italia (1980-1993)." Anuario de Historia de la Iglesia 4 (May 14, 2018): 307–30. http://dx.doi.org/10.15581/007.4.24938.

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9

Willson, Perry. ""Italia contemporanea" agli albori della storia delle donne." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 300 (November 2022): 17–25. http://dx.doi.org/10.3280/ic2022-300002.

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10

Coco, Vittorio. "La polizia in Italia. Una storia complessa." SOCIETÀ E STORIA, no. 173 (November 2021): 556–64. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-173009.

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Abstract:
I sette contributi che compongono il dossier sono l'esito di un seminario tenutosi presso l'Università degli studi di Milano nell'ambito delle attività del Cepoc (Centro per lo studio delle polizie e del controllo del territorio). In quella occasione si sono discussi quattro volumi di recente pubblicazione (editi tra 2018 e 2019) aventi per oggetto diversi aspetti di storia delle polizie in Italia in età contemporanea, con la partecipazione sia degli autori e curatori dei volumi, sia di studiosi della materia. Ne esce un quadro articolato e problematizzato degli indirizzi secondo i quali in Italia si va consolidando una storiografia dedicata a questi temi, sin qui relativamente trascurati con riferimento all'età contemporanea. Nello stesso tempo si offrono numerosi gli spunti, anche in chiave utili a stimolare nuove linee di ricerca. In questo contributo l'autore discute in particolare i volumi di Michele Di Giorgio, Per una polizia nuova. Il movimento per la riforma della Pubblica Sicurezza (1969-1981), e di Laura Di Fabio, Due democrazie, una sorveglianza comune. Italia e Repubblica Federale Tedesca nella lotta al terrorismo interno e internazionale (1967-1986), nonché Salvatore Ottolenghi, Una cultura professionale per la polizia dell'Italia liberale e fascista. Antologia degli scritti (1883-1934), a cura di Nicola Labanca e Michele Di Giorgio.
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Dissertations / Theses on the topic "Italia contemporanea"

1

Esposito, Diego. "Il dibattito critico sulla scultura contemporanea in Italia (1960 – 2010)." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2014. http://hdl.handle.net/10556/1869.

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Abstract:
2011-2012
Intorno agli anni Sessanta in Italia la ricerca sulla scultura si rinnova, sperimentando nuove e inaspettate relazione con lo spazio circostante con l’intenzione di stabilire col pubblico un diretto e più intimo dialogo. Lontana ormai dalla distinzione del piedistallo, la scultura cerca un rapporto più serrato e complice con l’ambiente, abbattendo ogni separazione tra luogo aulico dell’arte e spazio comune della vita. In questa nuova prospettiva, la scultura rifiuta la “figuratività” e la “verticalità”, che da sempre la connotano e mette in discussione le tecniche e i materiali tradizionali. Si assiste così al tramonto dell’intaglio e della modellatura a favore della sperimentazione di nuovi processi costruttivi, di procedimenti, come l’accumulo o l’assemblaggio, che non richiedono una particolare manualità; contestualmente, si assiste al rifiuto delle materie tradizionali della scultura sostituite, o, talvolta, affiancate, da materiali di origine industriale o da elementi prelevati dalla natura. La scultura intraprende dunque un radicale processo di rinnovamento estetico la conduce verso territori linguistici i cui confini appaiono sfumati, tanto poco decodificabili che la scultura è, a detta di Meneguzzo, “oggi la disciplina più difficile da definire” [a cura dell'autore]
XI n.s.
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2

Marino, Andrea. "Forza Italia. Nascita, evoluzione e sviluppo del centro destra italiano (1993-2001)." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2012. http://hdl.handle.net/10556/357.

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Abstract:
2010 - 2011
Nel 1994 culminò la crisi del sistema politico e si aprì una nuova fase della democrazia in Italia. Nelle elezioni di marzo vinse il Polo delle Libertà. Forza Italia ottenendo il 21 per cento ed otto milioni di voti divenne il primo partito in Italia. Il suo leader, Silvio Berlusconi, veniva nominato presidente del Consiglio. Dopo cinquanta anni di sostanziale immobilità del sistema politico a guidare l’esecutivo ci sarebbe stato un partito nato solo pochi mesi prima. La crisi del biennio 1992-93 aveva portato al dissolvimento delle forze politiche che avevano guidato l’Italia dal postfascismo. L’alleanza di pentapartito che aveva retto le redini del governo nell’ultimo decennio semplicemente non esisteva più. Compariva Forza Italia, il movimento attorno al quale, Silvio Berlusconi, aveva costruito la coalizione che aveva sconfitto l’alleanza di sinistra. Nei suoi quattordici anni di vita, Forza Italia, ha rappresentato la novità più consistente del quadro politico scaturito dopo la crisi e la fine della «Prima repubblica». Berlusconi è stato due volte presidente del Consiglio e il suo partito ha avuto sempre risultati elettorali eccellenti, radicandosi, con il passare del tempo, sul territorio, con migliaia di militanti ed amministratori. Elettoralmente Forza Italia ereditò, come è emerso dalle ricerche sui flussi elettorali, sempre con maggiore consistenza, il voto moderato e il radicamento territoriale che fu del pentapartito. A cui poi seguì anche un trasferimento dei gruppi dirigenti della vecchia maggioranza di governo. Partito in sordina, in periferia, attraverso le elezioni amministrative, è poi diventato un fenomeno rilevante anche a livello nazionale, soprattutto dopo il 2001. Nel contempo molti dirigenti nazionali artefici della “rivoluzione del ‘94” invece, seguendo il percorso inverso, tornarono in provincia come sindaci e governatori... [a cura dell'autore]
X n.s.
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3

Meloni, Costanza <1988&gt. "Fondazioni private di arte contemporanea in Italia e negli Stati Uniti." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2408.

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4

Casini, Valentina <1981&gt. "Sinistra extraparlamentare e Partito comunista in italia 1968-1976." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7070/1/AMS_TESI.pdf.

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Abstract:
La ricerca affronta il rapporto tra il Partito comunista italiano e le organizzazioni della sinistra extraparlamentare nate nel biennio 1968-1969. Sulla base di documentazione d’archivio e fonti a stampa, vengono ricostruite ed analizzate le relazioni tra questi due soggetti nel periodo compreso tra la fine degli anni Sessanta e la metà del decennio successivo, quando i principali gruppi politici della sinistra extraparlamentare si dotarono di una struttura organizzativa più stabile che segnava una discontinuità con l’esperienza precedente. Nel corso della prima metà degli anni Settanta, i rapporti tra il PCI e queste organizzazioni furono complessi e talvolta contraddittori. Il conflitto si consumò prevalentemente sulla reciproca pretesa di possedere l’esclusiva rappresentanza politica del fermento sociale che attraversava il paese in quegli anni: il PCI rappresentando se stesso come l’unica forza politica capace di mediare tra movimenti sociali e istituzioni; i gruppi della sinistra parlamentare come «avanguardie» di un irrealizzabile progetto «rivoluzionario».
The aim of the research is to reconstruct and interpret the relationship between the Italian Communist Party and the Radical Left-Wing Groups in Italy from 1969 to 1976. Based on researches in the archives of the Italian Communist Party, Ministry of Interior and small archives that conserve unpublished documents of the groups, the paper will focus on the constant attention and monitoring that the Italian Communist Party addressed to the extreme left groups and on how those political organizations have been changed their approach and strategy toward the PCI during this period. During the first half of the Seventies, the relationship between the PCI and these organizations were complex and sometimes contradictory. The conflict was consumed mainly on the mutual claim to possess the exclusive political representation of the social unrest that crossed the country in those years: the PCI representing himself as the only political force capable of mediating between social movements and institutions; the Radical Left-Wing Groups as «avant-garde» of a unfeasible «revolutionary» project.
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5

Casini, Valentina <1981&gt. "Sinistra extraparlamentare e Partito comunista in italia 1968-1976." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7070/.

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Abstract:
La ricerca affronta il rapporto tra il Partito comunista italiano e le organizzazioni della sinistra extraparlamentare nate nel biennio 1968-1969. Sulla base di documentazione d’archivio e fonti a stampa, vengono ricostruite ed analizzate le relazioni tra questi due soggetti nel periodo compreso tra la fine degli anni Sessanta e la metà del decennio successivo, quando i principali gruppi politici della sinistra extraparlamentare si dotarono di una struttura organizzativa più stabile che segnava una discontinuità con l’esperienza precedente. Nel corso della prima metà degli anni Settanta, i rapporti tra il PCI e queste organizzazioni furono complessi e talvolta contraddittori. Il conflitto si consumò prevalentemente sulla reciproca pretesa di possedere l’esclusiva rappresentanza politica del fermento sociale che attraversava il paese in quegli anni: il PCI rappresentando se stesso come l’unica forza politica capace di mediare tra movimenti sociali e istituzioni; i gruppi della sinistra parlamentare come «avanguardie» di un irrealizzabile progetto «rivoluzionario».
The aim of the research is to reconstruct and interpret the relationship between the Italian Communist Party and the Radical Left-Wing Groups in Italy from 1969 to 1976. Based on researches in the archives of the Italian Communist Party, Ministry of Interior and small archives that conserve unpublished documents of the groups, the paper will focus on the constant attention and monitoring that the Italian Communist Party addressed to the extreme left groups and on how those political organizations have been changed their approach and strategy toward the PCI during this period. During the first half of the Seventies, the relationship between the PCI and these organizations were complex and sometimes contradictory. The conflict was consumed mainly on the mutual claim to possess the exclusive political representation of the social unrest that crossed the country in those years: the PCI representing himself as the only political force capable of mediating between social movements and institutions; the Radical Left-Wing Groups as «avant-garde» of a unfeasible «revolutionary» project.
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Fameli, Pasquale <1986&gt. "Le poetiche del comportamento in Italia negli anni Settanta." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amsdottorato.unibo.it/8607/1/FAMELI%20Pasquale%20-%20Tesi%20Dottorato.pdf.

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Abstract:
Questo studio offre una panoramica comparata delle poetiche comportamentiste sorte in Italia tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Settanta. Una tale impresa non può che partire da un attento riesame del paradigma critico dell’Arte Povera, messo a punto da Germano Celant tra il 1967 e il 1971, sia per il ruolo di assoluta centralità che essa ha rivestito in quel periodo sia per l’importanza storica gradualmente conquistata negli ultimi decenni attraverso grandi mostre in gallerie e musei italiani e internazionali di elevato prestigio. A fronte della visione “ristretta” che il monopolio poverista offre oggi di quella fertile stagione, intendiamo offrire una visione più ampia e sistematica che ponga in primo piano i valori e la varietà delle poetiche rispetto ai settarismi della critica militante di allora che, ancora oggi, influenzano e condizionano la critica storiografica. Da questa revisione si passa al recupero di esperienze che hanno costeggiato e anticipato le soluzioni dell’Arte Povera. Si prendono perciò in esame le esperienze antiform e performative di Eliseo Mattiacci e di Paolo Icaro, nonché quelle di altre personalità autonome attive sul territorio italiano come Claudio Cintoli, Mario Nanni, Hidetoshi Nagasawa e Germano Olivotto, ricostruendo inoltre la situazione dello Studio Bentivoglio di Bologna. Un’indagine a tutto campo sulle poetiche comportamentiste italiane permette infine di individuare tipologie operative condivise indirizzate oltre i riduzionismi dell’Arte Povera: l’uso processuale e relazionale del medium fotografico con Franco Vaccari, Luca Patella, Aldo Tagliaferro, Adriano Altamira, Ugo Mulas e altri; l’uso immaginifico-simbolico del linguaggio con Vincenzo Agnetti, Emilio Isgrò, Ketty La Rocca, Maurizio Nannucci, Bruno Di Bello e altri, la materializzazione performativa dell’immaginario da parte di Giuseppe Desiato, Fabio Mauri, Luigi Ontani, Cioni Carpi, Michele Zaza e le “mitologie individuali” di Gino De Dominicis, Vettor Pisani e Claudio Parmiggiani.
This study offers a comparative overview of the poetics of Comportamento [behavior] that arose in Italy in the late 1960s and early 1970s. Such a feat can only start from a careful reexamination of the critical paradigm of Arte Povera, developed by Germano Celant between 1967 and 1971, both for the role of absolute centrality that it has played in that period and for the historical importance gradually conquered in the last decades through large exhibitions in high-prestige Italian and international galleries and museums. Faced with the "restricted" vision that the poverista critics monopoly offers today of that fertile season, we intend to offer a broader and more systematic vision that focuses on the values ​​and variety of poetics compared to the sectarianism of the militant criticism of the time that, even today, influence and condition historiographic criticism. From this review we move on to the recovery of experiences that have skirted and anticipated the solutions of Arte Povera. We therefore examine the antiform and performative experiences of Eliseo Mattiacci and Paolo Icaro, as well as those of other autonomous personalities active in Italy such as Claudio Cintoli, Mario Nanni, Hidetoshi Nagasawa and Germano Olivotto, also reconstructing the situation of the Bentivoglio Studio in Bologna. An all-encompassing survey on Italian behavioral poetics finally allows us to identify shared operative typologies that go beyond the reductionism of Arte Povera: the processual and relational use of the photographic medium with Franco Vaccari, Luca Patella, Aldo Tagliaferro, Adriano Altamira, Ugo Mulas and others; the imaginative-symbolic use of language with Vincenzo Agnetti, Emilio Isgrò, Ketty La Rocca, Maurizio Nannucci, Bruno Di Bello and others, the performative materialization of the imaginary by Giuseppe Desiato, Fabio Mauri, Luigi Ontani, Cioni Carpi, Michele Zaza and the "individual mythologies" of Gino De Dominicis, Vettor Pisani and Claudio Parmiggiani.
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7

Bullo, Eleonora <1985&gt. "La fotografia sportiva in Italia: dal Fascismo ad oggi." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3512.

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Abstract:
La tesi analizza le finalità che la fotografia sportiva ha avuto in Italia. Il primo capitolo serve ad individuare quali siano stati gli sviluppi a livello internazionale delle tecniche ed espressioni che hanno contribuito al nascere di questa disciplina. La seconda parte, invece, tende a dimostrare come, in Italia, la fotografia di sport sia stata utilizzata, in epoca fascista, a fini propagandistici e dal secondo dopoguerra in poi, a seguito del boom fotogiornalistico, come sostegno visivo alle cronache di avvenimenti sportivi e come veicolo pubblicitario.
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8

Soares, dos Santos Jacia Maria <1979&gt. "Il malessere docente nella scuola contemporanea : uno studio tra Brasile e Italia." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/10260.

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Abstract:
Questa ricerca, di natura qualitativa, ha come focus lo studio del malessere docente nella scuola contemporanea, un tema antico, ma che oggi assume caratteristiche diverse rispetto al passato. La ricercatrice ha unito le proprie conoscenze del contesto brasiliano, dove ha lavorato sia come insegnante, sia nel campo della gestione delle politiche pubbliche per l’Educazione, e quelle recentemente acquisite in Italia, per studiare il tema in ambito scolastico nei due Paesi sopraindicati. L’obiettivo è stato quello di indagare i fattori che portano gli insegnanti italiani e brasiliani a sperimentare il malessere nei due differenti contesti, cercando di comprendere il problema dal punto di vista di chi lo vive, ovvero, gli insegnanti stessi. L’ipotesi sostiene che il malessere docente, più che frutto dalle cattive condizioni di lavoro, come ad esempio la bassa rimunerazione o l’eccesso di compiti, sia risultato dell’insicurezza del docente nel far fronte alle nuove esigenze della scuola. Il malessere si rivelerebbe, pertanto, come conseguenza della paura del fallimento espressa dai docenti. Paura di essere considerati inadeguati di fronte alle nuove richieste della scuola, in un momento in cui non è più sufficiente possedere le conoscenze da trasmettere, in quanto oggi ai docenti viene richiesto di svillupare negli alunni i processi cognitivi, mentali, relazionali, emotivi, ecc. Negli ultimi vent’anni, gli studi sul malessere docente si sono diffusi in molti Paesi ocidentali. Tuttavia, la maggior parte di essi è dedicata ai docenti della scuola media e superiore, considerati come più suscettibili al malessere e allo sviluppo di malattie correlate al lavoro, dovute ai problemi da affrontare, tra cui: indisciplina degli adolescenti e giovani, ritenuti molto più ribelli comparati ai bambini; difficoltà nello stabilire partnership, data la frammentazione delle discipline che contribuisce alla chiusura dei docenti nel proprio campo specifico; assenza di collaborazione delle famiglie che, gradualmente, tendono ad allontanarsi dalla vita scolastica dei figli, ecc. In questo studio, tuttavia, l’interesse principale ricade sulla scuola primaria, dove il problema, anche se presentando con minore intensità, influenza quotidianamente le prestazioni dei docenti. I partecipanti alla ricerca sono, pertanto, maestri delle scuole pubbliche brasiliane e italiane, che volontariamente hanno accettato di collaborare. Gli strumenti metodologici consistono nella realizzazione di interviste semi-strutturate, sottoposte a tecniche di analisi del contenuto. L’analisi dei dati ha dimostrato che la complessità dei compiti a cui devono rispondere i docenti, abbinati al basso ritorno, non solo in termini economici, ma anche in termini di fiducia, di collaborazione, di investimenti, fa sì che l’insegnamento, gradualmente, diventi insopportabile per alcuni giovani insegnanti, con alte aspettative lavorative. In questo senso, il gruppo di maestre brasiliane, essendo più giovane di quello italiano, ha dimostrato un livello di insoddisfazione e di malessere molto più elevato. Ad eccezione di questa particolarità, i due gruppi di insegnanti hanno lamentato problemi piuttosto simili, denunciando il malessere docente come una caratteristica comune della scuola moderna, diffusa nei più diversi Paesi, indipendentemente del livello di sviluppo e dei problemi ancora presentati dal sistema scolastico.
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Pizzato, Fedra Alessandra <1984&gt. "Fossili della nazione : paleontologia, antropologia e nazionalismo in Italia (1871-1915)." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8836.

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Abstract:
L’obiettivo generale della tesi è analizzare i rapporti tra paletnologia e antropologia e il nation building process italiano tra 1871 e 1915. Per fare questo il lavoro si è svolto su due fronti, corrispondenti a due parti della tesi. Una prima parte dedicata alle strategie di autopromozione degli scienziati e alla costruzione di diverse teorie sulle origini nazionali e alle relazioni che intercorrevano tra queste e diverse anime del nazionalismo italiano. I casi di studio analizzati in questa sezione sono in particolare quelli delle figure e delle opere di Giuseppe Sergi e Luigi Pigorini. Una seconda parte della tesi è invece dedicata alla divulgazione di tali idee e ad alcune significative modalità di interazione tra mondo scientifico, società e politica. In questa prospettiva si affrontano alcune questioni relative alla nascita dei musei nazionali e locali; si riflette sul tema dell’associazionismo borghese; si discute il problema del Trentino e della definizione dei confini nazionali dal punto di vista degli scienziati.
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10

POLA, FRANCESCA. "MITICO PLASTICO MAGICO. Italia e Germania 1918-1925. Episodi e figure di un dialogo artistico." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/218.

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Abstract:
La ricerca ha individuato come elemento specifico d'interesse la ricostruzione storico-critica delle relazioni artistiche tra Italia e Germania, nel periodo compreso tra il 1918 e il 1925, nel corso del quale sono stati riscontrati gli episodi più rilevanti e i momenti originanti di sviluppi significativi per gli artisti, i galleristi e gli intellettuali coinvolti in queste relazioni. La ricostruzione storica delle vicende espositive, bibliografiche, documentarie, che hanno costituito il tessuto attraverso il quale si sono sviluppati e intrecciati i percorsi dei due ambiti culturali, è stata arricchita dall'individuazione e dall'approfondimento di alcuni aspetti e tematiche che si sono riconosciuti come ricorrenti e fondanti il dialogo artistico tra Italia e Germania nel corso del periodo preso in esame. Il primo capitolo si concentra sul quadro di riferimento storico-critico e sulle figure di mediatori che ne hanno permesso gli scambi, mentre il secondo sull'ambito delle relazioni tra Valori Plastici e la Germania. Il terzo capitolo ricostruisce le vicende di alcuni artisti tedeschi che nel periodo in questione soggiornano in Italia (Georg Schrimpf, Carlo Mense, Alexander Kanoldt, Christian Schad). L'ultimo capitolo accenna invece ad alcune ipotesi di analisi comparativa, che testimoniano del comune terreno di ricerca.
This research has been considering as a specific element of interest the historical-critical reconstruction of the artistic relationships between Italy and Germany in the period 1918-1925. During these years, it has recognized the most relevant episodes and the originating moments for meaningful developments in the following decades, for artists, galleries, intellectuals involved in these relationships. The historical reconstruction of exhibitions, publications, documents, which determined the environment for the courses of the two cultural surroundings to develop and intertwine, has been enriched by the identification and study of some aspects and themes recognized as recurring and founding for the artistic dialogue between Italy and Germany in the analyzed period. The first chapter focuses on the historical-critical frame of reference and on the figures of mediators who allowed these exchanges, while the second concentrates on the relationships between Valori Plastici and Germany. The third chapter reconstructs the Italian stays of some German artist who reside in Italy during this period (Georg Schrimpf, Carlo Mense, Alexander Kanoldt, Christian Schad). The last chapter proposes some hypotheses for comparative analysis, that testify the common ground of research.
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Books on the topic "Italia contemporanea"

1

Mammarella, Giuseppe. L' Italia contemporanea (1943-1985). Bologna: Il Mulino, 1985.

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2

Mammarella, Giuseppe. L' Italia contemporanea, 1943-1992. Bologna: Il Mulino, 1993.

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3

Mammarella, Giuseppe. L' Italia contemporanea: 1943-1998. Bologna: il Mulino, 1998.

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4

Mammarella, Giuseppe. L' Italia contemporanea (1943-1989). Bologna: Il Mulino, 1990.

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5

Ludovico, Pratesi, and Ganzenua Francesca, eds. I musei d'arte contemporanea in Italia. Milano: Skira, 2006.

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6

Laboratorio Italia: La fotografia nell'arte contemporanea. Milano: Johan & Levi, 2009.

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7

Lucas, Ceil. Italia contemporanea: Conversations with native speakers : workbook. New Haven: Yale University Press, 2001.

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8

Storia della Chiesa in Italia nell'età contemporanea. Milano: Jaca Book, 1986.

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9

Filippo, Mazzonis, ed. L' Italia contemporanea e la storiografia internazionale. Venezia: Marsilio, 1995.

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10

Dante, Umberto. L' Italia dentro l'Italia: Storia dell'Abruzzo nell'età contemporanea. L'Aquila: Libreria Colacchi, 2003.

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Book chapters on the topic "Italia contemporanea"

1

Pezzotti, Barbara. "Risorgimento e identità italiana nel giallo contemporaneo." In Biblioteca di Studi di Filologia Moderna, 17–28. Florence: Firenze University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-597-4.04.

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Abstract:
By analysing three Italian crime novels – Piero Soria’s Cuore di lupo (1999), Massimo Siviero’s Il terno di San Gennaro (1999) and Marcello Fois’s Dura madre (2001), – this essay investigates how Italian crime fiction set in present times reflects on the Risorgimento and its legacy. It argues that by referring to a crucial period of Italian history, the crime stories analysed in this chapter address an unsolved relationship between the North and the South of Italy brought to light in the 1990s by the success of controversial political parties such as the Lega Nord. In particular, I show how with Dura madre, Fois indicates a way of uniting Italy through a mutual understanding that preserves regional identities and cultures.
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2

Ferretti, Niccolò, and Alessandro Zito. "Introduzione al design in Italia: uno sguardo d’insieme." In Italienisches, europäisches und internationales Immaterialgüterrecht, 77–88. Berlin, Heidelberg: Springer Berlin Heidelberg, 2020. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-662-62179-0_3.

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Abstract:
ZusammenfassungCos’è il design? Per dare una risposta a questa domanda viene in aiuto una definizione di un celebre architetto contemporaneo: „nel linguaggio corrente design indica sia il mestiere di chi trasferisce valore estetico e originalità a un artefatto fisico o virtuale sia quell’artefatto medesimo. Si dice infatti comunemente che un certo oggetto è di design. Entrambi, prodotto e mestiere, sono caratterizzati da ricerca espressiva, innovazione tecnologica, eterodossia formale, contemporaneità“. La tutela dei disegni e modelli è un bene fondamentale per le imprese di qualsiasi dimensione.
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3

Magoni, Davide. "Forme digitali della «mappa» in letteratura italiana contemporanea." In Studi e ricerche del Dipartimento di Lettere e Filosofia, 245–63. Firenze: Società Editrice Fiorentina, 2023. http://dx.doi.org/10.35948/dilef/978-88-6032-688-1.14.

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Abstract:
La conoscibilità del territorio non dipende dalla performatività degli strumenti con cui lo spazio viene riprodotto. Nel presente articolo si commentano alcuni romanzi italiani contemporanei che mostrano quanto la cartografia digitale, malgrado proponga riproduzioni accurate dello spazio, possa indurre interpretazioni stranianti della realtà in cui si vive.
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4

Cantore, Attilio. "An Extreme Vocal Program to be Enjoyed with the Eyes." In Musik und Klangkultur, 139–52. Bielefeld, Germany: transcript Verlag, 2023. http://dx.doi.org/10.14361/9783839458914-009.

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Abstract:
In the following pages, I aim to explain the key organizational phases of the 30. Festival Internazionale di Musica Contemporanea ('30th International Festival of Contemporary Music') held in Venice in 1967. The major objective of my report is to highlight the most relevant concert, which was titled »triomphe conjugal« ('marital triumph'). I shall offer an account of Berberian's recital (11 September), retracing the birth and the reception of this one-woman show through official documents, newspaper articles and private correspondence. It was a very revolutionary recital, especially according to the Italian audience.
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5

Crocco, Claudia. "28. Corpora e testi di italiano contemporaneo." In Manuel des anthologies, corpus et textes romans, edited by Maria Iliescu and Eugeen Roegiest, 509–34. Berlin, München, Boston: DE GRUYTER, 2015. http://dx.doi.org/10.1515/9783110333138-033.

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6

Toso, Fiorenzo. "29. Antologia di testi dialettali italiani contemporanei." In Manuel des anthologies, corpus et textes romans, edited by Maria Iliescu and Eugeen Roegiest, 535–58. Berlin, München, Boston: DE GRUYTER, 2015. http://dx.doi.org/10.1515/9783110333138-034.

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7

Bianchi, Roberto. "Educare e istruire con i fumetti: alcune ipotesi sulla Storia contemporanea." In Raccontare la Resistenza a scuola, 125–33. Florence: Firenze University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-650-6.17.

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Abstract:
The paper highlitghts the role played by comics in stimulating formative and cultural literacy processes held in contemporary world. After having devoted time to the Italian situation, it highlights the potential and the limits comics met on an educational basis, as it is necessary to use them critically and on a reasonable basis. After the First World War, comics were spread extensively for war propaganda aims. Afterwards, the Great War has consolidated its presence in essays and volumes, as several comics about it were published, almost of all for its anniversary.
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8

Kaczmarek, Tomasz. "Pirandello a Łódź ovvero Adam Hanuszkiewicz mette in scena Così è (se vi pare)." In Sperimentare ed esprimere l’italianità. Aspetti letterari e culturali. Doświadczanie i wyrażanie włoskości. Aspekty literackie i kulturowe. Wydawnictwo Uniwersytetu Łódzkiego, 2021. http://dx.doi.org/10.18778/8220-478-0.15.

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Abstract:
Nel presente articolo si tratta dell’allestimento di Così è (se vi pare) di Pirandello che ebbe un successo notevole sul palcoscenico del Teatr Powszechny a Łódź nel 1989. Questa rappresentazione fu importante non solo per la carriera del regista, Adam Hanuszkiewicz, ma anche per la ricezione della produzione pirandelliana di cui le vicende non furono fino ad allora particolarmente favorevoli. Essa propose nuove possibilità interpretative fin qui celate dell’opera dell’autore italiano. Di fatti, oltre a trasgredire le convenzioni sceniche, secondo alcuni ormai desuete, il Siciliano mise avanti una nuova drammaturgia frammentaria e apparentemente incompiuta che si concentra piuttosto sulla “vita” che sull’“azione prettamente agonistica”. Esponendo un nuovo paradigma del “dramma-della-vita” che sta in netta oposizione al “dramma-nella-vita”, ossia “dramma assoluto”, egli diede vita alla drammaturgia moderna e contemporanea. Aderendo all’ottica teatrale e drammatica di Pirandello, Hanuszkiewicz tende dunque a liberare l’autore di Enrico IV dalle tradizionali interpretazioni che si focalizzavano essenzialmente sul suo sistema chiamato “pirandellismo” oppure sul presunto “esistenzialismo”. Il regista polacco non esitò ad adottare il dramma ai tempi moderni, senza però intaccare i presupposti “ideologici” dell’opera: Hanuszkiewicz la rilesse secondo la chiave contemporanea ed anche profondamente personale, scoperchiandone il suo carattere sempre attuale nonché universale che poteva essere accolto con comprensione e ammirazione non solamente in Italia. L’articolo ripercorre quindi la fortuna dello spettacolo che, al pari dei Giganti della montagna, messo in scena da Izabella Cywińska (1974), aprì una nuova strada alla riscoperta dell’opera dello scrittore agrigentino.
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9

Dygul, Jolanta. "Il teatro italiano nella Polonia contemporanea Włoska dramaturgia we współczesnej Polsce." In Italia e Polonia (1919-2019). Un meraviglioso viaggio insieme lungo cento anni / Włochy i Polska (1919-2019). Sto lat wspólnej fascynującej podróży. Warsaw University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.31338/uw.9788323541400.pp.281-296.

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10

Barisoni, Elisabetta. "1919 e dintorni." In Storie dell’arte contemporanea. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-199-7/004.

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Abstract:
The years 1919-20 were fundamental for the development of the renovated exhibitions held at Ca’ Pesaro Gallery and started a crucial period for Italian art. The dialogue between Nino Barbantini and Margherita Grassini Sarfatti suggests new considerations on the proceedings of art criticism at that age and on the struggle for power undertaken by various groups and cultural centers in the peninsula.
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Conference papers on the topic "Italia contemporanea"

1

Pucci, Paola. "Pratiche di mobilitá e fonti digitali: opportunità e limiti dei dati di traffico telefonico." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7925.

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Abstract:
I cambiamenti nelle pratiche di mobilità nei territori della città contemporanea costituiscono un’utile chiave di lettura del processo di trasformazione dei tempi, dei luoghi e dei modi della vita sociale e dei programmi di attività che concorrono a strutturare il territorio. In questa prospettiva - che assume la mobilità come dispositivo di lettura delle trasformazioni urbane e sociali (Urry, 2005) - la sfida che si pone riguarda la disponibilità di fonti utili a restituire la variabilità spazio-temporale delle pratiche di mobilità con continuità temporale. In questo contesto, un valido supporto ai metodi tradizionali di rilevamento viene da fonti digitali, riconducibili alle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione, di cui il paper descrive potenzialità e limiti, con particolare riferimento ai dati di traffico telefonico. A partire dai risultati di una ricerca empirica condotta dal Dastu Politecnico di Milano sui dati di telefonia mobile della rete di Telecom Italia (Manfredini, Pucci, Tagliolato, 2012 e 2013), il paper evidenzia le possibili applicazioni di tali fonti per l’analisi, la visualizzazione e l’interpretazione delle pratiche di mobilità e dei ritmi d’uso degli spazi urbani, utili per costruire politiche per la mobilità più efficaci ed eque, poiché meno generaliste. Changes in mobility practices are a useful tool to describe urban transformations in times, places, social life and work programs, as well as a structural element of contemporary cities. This is because mobility is cause and consequence of changes in the organization of everyday life (Urry, 2000). With the aim to reading the density of urban spaces usages and urban mobility practices, a valid support of conventional urban analysis methods comes from digital data sources (mobile phone data, ICT, digital traces acquired by social media).This paper focuses on the potentialities and limits offered by mobile phone data to a reading of the site practices and rhythms of usage of the contemporary city by identifying the principal mobile practices of different urban populations in Milan Urban Region. Starting from the results of a research carried out at the Dastu, Politecnico di Milano, using mobile phone data provided by Telecom Italia (Manfredini, Pucci & Tagliolato, 2012 and 2013) we will demonstrate how new maps, based on the processing of mobile phone data can represent spatialized urban practices and how they can give new insights for analyze space-time patterns of mobility practices. In the paper, the identification of temporary urban populations through mobile phone data (density of the calls and origin - destination traces of the calls) has not only a knowing purpose, but it is the condition for recognize new claims referred to “communities of practice”, by which to build mobility policies incisive, also because not generalist.
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