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Journal articles on the topic 'Ipoglicemia'

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1

Doumenc, B., and J. Zundel. "Ipoglicemia." EMC - Urgenze 13, no. 1 (January 2009): 1–6. http://dx.doi.org/10.1016/s1286-9341(09)70019-5.

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2

Benmayouf, T., B. Villoing, and B. Doumenc. "Ipoglicemia." EMC - Urgenze 23, no. 2 (June 2019): 1–5. http://dx.doi.org/10.1016/s1286-9341(19)42035-8.

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3

Grimaldi, A. "Ipoglicemia reattiva." EMC - AKOS - Trattato di Medicina 12, no. 1 (January 2010): 1–3. http://dx.doi.org/10.1016/s1634-7358(10)70334-x.

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4

Risso, Francesco Maria, and Gianluca Tornese. "Ipoglicemia in un neonato e iperinsulinismo." Medico e Bambino 41, no. 1 (January 25, 2022): 57–58. http://dx.doi.org/10.53126/meb41057.

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Abstract:
The authors describe the case of a newborn with hyperinsulinemic hypoglicemia due to a genomic variant, with paternal segregation, in ABCC8 gene. The therapeutic and prognostic implications are discussed.
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5

Amouyal, C. "Sospetto di ipoglicemia nell’adulto non diabetico." EMC - AKOS - Trattato di Medicina 19, no. 3 (September 2017): 1–5. http://dx.doi.org/10.1016/s1634-7358(17)86086-1.

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6

Maurizi, Anna Rita, and Paolo Pozzilli. "Ipoglicemia cronica e deficit di memoria." L'Endocrinologo 18, S1 (April 27, 2017): 22–23. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-017-0321-3.

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7

Porcellati, Francesca, Paola Lucidi, Geremia B. Bolli, and Carmine G. Fanelli. "Ipoglicemia: implicazioni cliniche e impatto sulla salute." L'Endocrinologo 20, no. 1 (January 23, 2019): 4–9. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-018-00511-y.

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8

Gullo, Damiano, Miriam Magliozzo, and Maria Luisa Arpi. "Ipoglicemia: cosa fare quando si presenta in assenza di diabete." L'Endocrinologo 20, S1 (April 3, 2019): 5–6. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-019-00539-8.

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9

Bernard, V., C. Lombard-Bohas, M. C. Taquet, F. X. Caroli-Bosc, P. Ruszniewski, P. Niccoli, R. Guimbaud, et al. "Efficacia di everolimus in pazienti con insulinoma metastatico ed ipoglicemia refrattaria." L'Endocrinologo 14, no. 3 (June 2013): 132. http://dx.doi.org/10.1007/bf03346070.

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Magnani, Guest Editors: L., G. Beltramello, D. Brancato, A. Fontanella, and R. Nardi. "L’internista ospedaliero nella gestione del paziente diabetico complesso." Italian Journal of Medicine 6, no. 1 (April 27, 2018): 1. http://dx.doi.org/10.4081/itjm.q.2018.2.

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Abstract:
L’internista deve occuparsi (e rioccuparsi) del paziente diabetico complesso in OspedaleA. Fontanella, L. MagnaniDiagnosi, classificazione, epidemiologia clinica del diabete mellitoV. Provenzano, D. BrancatoUp-date degli studi disponibiliP. Gnerre, T.M. Attardo, A. Maffettone, G. BeltramelloIl diabete mellito costituisce ancora un equivalente di rischio cardiovascolare?G. Augello, T.M. AttardoLe terapie del diabete tipo 2 sono tutte uguali ai fini della riduzione della morbilità e mortalità cardiovascolare?V. ProvenzanoLe nuove tecnologie nella cura del diabete mellitoD. Brancato, V. ProvenzanoInsuline prandiali e insuline basaliR. PastorelliQuali target nel diabete mellito: il dogma dell’emoglobina glicata è davvero imprescindibile?V. ManicardiIl controllo dell’iperglicemia nel paziente anziano polipatologico: è sempre necessario iniziare l’insulina?G. Gulli, M. NizzoliLa nefropatia diabeticaF. Salvati, D. Manfellotto, M. StornelloCirrosi epatica e diabeteM. Imparato, L. FontanellaLa terapia personalizzata nel diabete di tipo 2A. Maffettone, C. Peirce, M. RinaldiLa gestione dell’iperglicemia nel paziente critico e instabileC. NozzoliLa disfunzione erettile nel paziente diabetico di tipo 2N. Artom, A. Bosio, G. PinnaQuali obiettivi di approccio integrato nella gestione del diabete mellito?E. Romboli, D. PanuccioIperglicemia, normoglicemia ed ipoglicemia nei pazienti anziani fragili: situazioni a rischio, politerapia e comorbilitàA. Greco, M. Greco, D. Sancarlo, F. Addante, G. D’Onofrio, D. Antonacci, S. De CosmoL’impatto clinico-prognostico dell’ipoglicemia nel paziente ospedalizzatoV. Borzì, L. Morbidoni, A. FontanellaL’internista chiamato in consulenza per un diabete gestazionale: quale approccio pragmatico?P. Novati, L. SaliLa frugalità nella gestione del diabete mellito: qualità assistenziale, governo clinico e costi correlatiP. Gnerre, G. Carta, D. MontemurroLa gestione dell’iperglicemia in area medica, ma senza esagerare.L. Magnani, G. BeltramelloAPPENDICE IUn approccio pragmatico per la valutazione globale e la gestione del paziente diabeticoF. Pieralli, A. Crociani, C. BazziniAPPENDICE IILe insuline e i farmaci ipoglicemizzanti orali disponibiliP. Zuccheri, L. Alberghini, E. SoraAPPENDICE IIILe scale di correzione insulinica: pro e controV. Borzì
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Savoiardo, M., L. Strada, G. Uziel, E. Ciceri, C. Antozzi, and M. Zeviani. "La risonanza magnetica nelle encefalomiopatie mitocondriali." Rivista di Neuroradiologia 5, no. 1_suppl (April 1992): 25–32. http://dx.doi.org/10.1177/19714009920050s105.

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Abstract:
Le encefalopatie mitocondriali sono un gruppo eterogeneo di malattie, in parte ancora in corso di definizione, per cui è sempre necessaria una conferma biochimica. Alcune malattie mitocondriali, come i difetti della β- ossidazione degli acidi grassi, possono causare gravi squilibri metabolici con ipoglicemia e coma che si ripercuotono in modo aspecifico sul sistema nervoso centrale determinando quadri di sofferenza cerebrale diffusa. Altre malattie mitocondriali determinano danni più specifici sul SNC. Nella prima infanzia la malattia più caratteristica è la malattia di Leigh, che determina alterazioni principalmente nel tegmento pontino e mesencefalico e nei nuclei della base. Alcuni casi presentano lesioni caratteristiche nei nuclei subtalamici, altri presentano reperti più aspecifici e diffusi simili a quadri di leucodistrofia. In età più tardiva (seconda infanzia o età adulta) la malattia più interessante dal punto di vista neuroradiologico è il MELAS, che presenta lesioni cortico-sottocorticali nelle regioni posteriori con distribuzione non tipicamente vascolare, sopra e sottotentoriali, che tuttavia possono essere ricondotte ai territori più distali dei vasi. Calcificazioni nei nuclei della base sono presenti in circa la metà dei casi. Un'altra encefalopatia mitocondriale dell'età giovanile o adulta è la sindrome di Kearns-Sayre, in cui la RM può dimostrare alterazioni nel tronco, nei talami, nei nuclei della base e nella sostanza bianca sottocorticale. Alterazioni nel neostriato possono essere osservate nelle sindromi distoniche associate ad atrofia ottica di Leber. Non sono descritte invece lesioni specifiche nel MERRF, in cui atrofia ed alterazioni della sostanza bianca sono state occasionalmente osservate. Esistono infine casi che presentano quadri clinici e neuroradiologici intermedi tra le varie sindromi mitocondriali. L'obiettivo di questa revisione è dimostrare alcuni aspetti tipici delle sindromi più comuni e indicare quali aspetti neuroradiologici, a volte inattesi, devono suggerire l'ipotesi di encefalopatia mitocondriale, permettendo cosi di indirizzare in modo corretto ulteriori indagini diagnostiche.
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Lozeron, P. "Neuropatie delle ipoglicemie." EMC - Neurologia 15, no. 3 (August 2015): 1–3. http://dx.doi.org/10.1016/s1634-7072(15)72179-3.

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Leonetti, Frida, Danila Capoccia, Federica Coccia, and Caterina Conte. "Le ipoglicemie funzionali." L'Endocrinologo 12, no. 5 (October 2011): 239–45. http://dx.doi.org/10.1007/bf03344840.

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De Luca, M. "Advanced hybrid closed-loop: review of the current systems available in Italy for the treatment of type 1 diabetes mellitus." Journal of AMD 25, no. 2 (July 2022): 120. http://dx.doi.org/10.36171/jamd22.25.2.1.

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Abstract:
OBIETTIVO DELLO STUDIO La terapia con microinfusore è raccomandata nelle persone con DMT1 per il raggiungimento degli obiettivi glicemici e di una migliore qualità di vita. Lo studio si propone di confrontare i diversi sistemi ibridi ad ansa chiusa attualmente disponibili in Italia al fine di valutare le caratteristiche di ognuno di essi, riconoscere il profilo del paziente a cui destinarli e prendere decisioni terapeutiche informate e consapevoli. DISEGNO E METODI È stata analizzata la letteratura e le schede tecniche relative a 3 diversi sistemi ibridi ad ansa chiusa attualmente commercializzati in Italia: MiniMed™ 780G associato al CGM Guardian e algoritmo SmartGuard, Tandem t:slimX2 associato al CGM Dexcom G6 con algoritmo Control IQ e Accu- Check Insight associato al CGM Dexcom G6 con algoritmo DBLG1. Sono stati inoltre analizzati i principali sistemi Hybrid Closed-loop open-source (Do It Yourself – Artificial Pancreas System). RISULTATI Il sistema Medtronic 780G utilizza il sensore Guardian 4, mentre i sistemi Tandem e Accu-chek Insight utilizzano il sensore Dexcom G6. I loro algoritmi (PID per Medtronic ed MPC per Tandem ed Accu-chek Insight) sono integrati alla pompa insulinica. Durante gli studi pivotal, a seconda della popolazione dello studio e dell’HbA1c di base, questi sistemi raggiungono una percentuale di tempo trascorsa nell’intervallo target tra il 65% ed il 76% con un basso rischio di ipoglicemia. OpenAPS è il primo sistema open source sviluppato per automatizzare il controllo glicemico, il cui algoritmo è stato creato e successivamente aggiornato dagli utenti stessi. CONCLUSIONI Una conoscenza approfondita e aggiornata delle più recenti tecnologie è fondamentale affinché il team diabetologico possa guidare i propri pazienti, fornendo loro l’educazione ed il supporto necessari ad una scelta di cura condivisa e consapevole. Questa rassegna riassume in modo pragmatico le principali caratteristiche dei sistemi Hybrid Closed-loop e si pone come strumento di consultazione per un utilizzo più appropriato di questa tecnologia. PAROLE CHIAVE diabete mellito; microinfusori; hybrid closed loop.
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Schiulaz, Ingrid, and Giulia Paviotti. "Ipoglicemie neonatali: dal sapere al saper fare." Medico e Bambino 41, no. 1 (January 25, 2022): 47–50. http://dx.doi.org/10.53126/meb41047.

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Gullo, Damiano, and Maria Luisa Arpi. "Diagnosi e terapia dei disturbi ipoglicemici." L'Endocrinologo 4, no. 4 (December 2003): 174–86. http://dx.doi.org/10.1007/bf03344473.

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Muscatiello, N., A. Salcuni, M. C. Nocchiero, E. Ierardi, A. Contillo, D. Faleo, M. Giovannini, C. Natale, and C. Panella. "8 OC Epilepsy and ipoglicemy: Possible role endosonography." Digestive and Liver Disease 34 (June 2002): A42. http://dx.doi.org/10.1016/s1590-8658(02)90165-9.

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Veltroni, Alessio, Elisa Cosaro, and Maria Vittoria Davì. "Caratteristiche clinico-patologiche, gestione clinica e prognosi dell’insulinoma maligno: studio multicentrico italiano." L'Endocrinologo 22, no. 2 (March 17, 2021): 139–43. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-021-00843-2.

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Abstract:
SommarioL’insulinoma maligno è un tumore neuroendocrino pancreatico estremamente raro ed è associato a una severa sindrome ipoglicemica che impatta negativamente sulla qualità di vita e sulla sopravvivenza dei pazienti affetti. La gestione terapeutica dell’insulinoma maligno è complessa sia per il controllo delle crisi ipoglicemiche, sia per il controllo della crescita tumorale. La sindrome ipoglicemica rappresenta una sfida terapeutica per l’endocrinologo in quanto spesso non è responsiva alla terapia medica sintomatica, in particolare al diazossido utilizzato in monoterapia o associato agli analoghi della somatostatina. Everolimus ha un ruolo nel trattamento delle crisi ipoglicemiche refrattarie da insulinoma maligno sia per l’azione di inibizione del rilascio di insulina che di insulino-resistenza. La chirurgia con approccio curativo dell’insulinoma maligno è raramente perseguibile a causa della diffusione metastatica, mentre la chirurgia a scopo di debulking può essere presa in considerazione in casi selezionati sia per il controllo sintomatico sia perché può aumentare l’efficacia delle terapie sistemiche o locoregionali. La terapia radiometabolica con analoghi caldi della somatostatina rappresenta un’opzione terapeutica nei pazienti con tumori a elevata espressione dei recettori della somatostatina sia per il controllo della sintomatologia che della crescita tumorale, sebbene l’esperienza negli insulinomi maligni sia piuttosto scarsa. Data la rarità della malattia, sono disponibili in letteratura solo descrizioni di singoli casi o studi condotti su casistiche limitate; pertanto, è difficile stabilire la sequenza terapeutica più efficace in questi casi. Recentemente è stato condotto uno studio multicentrico italiano, in 13 centri di riferimento, focalizzato sulle caratteristiche clinico-patologiche, sulle modalità di trattamento e sui fattori prognostici che condizionano decorso ed esito dell’insulinoma maligno allo scopo di individuare una strategia terapeutica mirata basata su criteri razionali ed evidenze cliniche. In questa rassegna verranno descritti i principali risultati dello studio che comprende una casistica tra le più ampie finora pubblicate.
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Bianchi, T., C. Vegni, and A. Marini. "Gravidanze Gemellari: Mortalità e Morbilità Neonatali. Casistica I.O.G.L. Mangiagalli Anni 1990-1992." Acta geneticae medicae et gemellologiae: twin research 43, no. 1-2 (1994): 121–22. http://dx.doi.org/10.1017/s000156600000310x.

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Abstract:
AbstractI nati da gravidanza gemellare costituiscono una popolazione a maggior rischio di mortalità e morbilità neonatale rispetto ai nati singoli. I principali problemi che si possono presentare sono la nascita pretermine, il ritardo di crescita intrauterina con le patologie associate e la maggiore incidenza di malformazioni congenite.Materiali. Negli anni 1990-92 sono nati 435 bambini da 215 gravidanze multiple: 132 pluricoriali e 57 monocoriali (delle quali 6 monoamniotiche); in 26 casi la placentazione non era definita. Le coppie erano 204, le triplette 10 e una gravidanza era quadrigemina.Risultati. Nel 79% dei casi il parto è avvenuto per taglio cesareo. Il 66.7% di neonati sono di basso peso alla nascita (<2500g) e il 62.5% prematuri (EG<37 settimane). Il 13.1% dei soggetti presentano un peso alla nascita <1500g. Il 19.3% sono piccoli per l'età gestazionale. Nel 28.3% dei casi è stata riscontrata una discordanza di peso maggiore del 20%. Sulla base della placentazione è possibile sottolineare alcune differenze significative: il peso medio alla nascita e l'età gestazionale media sono inferiori nei gemelli monocoriali (1995g e 34 settimane) rispetto ai bicoriali (2399g e 35.7 settimane) mentre non si rilevano differenze per altri parametri quali modalità di parto, prevalenza di piccoli per l'età gestazionale (SGA) o la discordanza di peso. La mortalità perinatale e neonatale è rispettivamente del 4.7% e 4.3 %, superiore nel gruppo dei monocoriali, rispetto ai bicoriali (mortalità perinatale 9% vs. 4%, neonatale 10.3% vs. 2.8%). Cause prevalenti di mortalità sono grave prematurità o idrope nei soggetti monocoriali, malformazioni nei bicoriali. La frequenza di malformazioni da noi riscontrata nei gemelli (6.4%) è doppia rispetto a quanto riferito nei singoli. Si è osservata un'alta prevalenza di RDS in forma grave (12.4%) e di patologie che riconoscono l'evento ischemico come favorente quali NEC (2.7%) e IR (1.6%). Una condizione di sofferenza ipossico-ischemica cerebrale, evidenziata da alterazioni neuroradiologiche, si ha nel 14.4% dei soggetti.Si è valutata la morbilità della popolazione suddividendo i soggetti in base a placentazione, sviluppo intrauterino, ordine di nascita e concordanza di peso o meno nella coppia. Asfissia (6.5%), RDS (35.5%), PDA (10.3%) sono significativamente più frequenti nei gemelli monocoriali. In tale gruppo vi è maggiore prevalenza anche di NEC, IR e alterazioni ipossico-ischemiche cerebrali, probabilmente attribuibili a riduzione del flus-so ematico in tali distretti più frequenti nella placentazione monocoriale. La patologia respiratoria grave (RDS), è più frequente negli AGA (14.2%) vs. SGA (4.2%) e rappresenta la più importante causa di morte; nei soggetti SGA vs. AGA vi è un'incidenza significativamente superiore di ipoglicemia (7.1%) e un maggior rischio di NEC e malformazioni. Non sono state osservate significative differenze di mortalità e morbilità fra 1° e 2° gemello, ad eccezione di ritardo di crescita intrauterina nel 2° gemello (21.1% vs. 11.2%). Nel confronto tra coppie di gemelli con discordanza di peso alla nascita e non, è emersa la maggior prevalenza nel primo gruppo di prematurità (EG media 34.4 sett. vs. 35.5), ritardo di crescita intrauterina e maggior rischio di RDS e malformazioni; l'incidenza di mortalità è significativamente superiore nei gemelli discordanti (10.3% vs. 2.9%). Si sottolinea l'elevata prematurità nei nati da gravidanza plurima. La Sindrome da Trasfusione Feto-Fetale, si è riscontrata con una incidenza del 2,7% in gemelli monocoriali.Conclusioni. La nostra esperienza conferma l'alto rischio di mortalità e morbilità neonatale nel neonato da gravidanza gemellare, rischio correlabile da un lato alla maggiore frequenza di prematurità, di IUGR o di patologia malformativa, dall'altro alle alterazioni circolatorie secondarie a possibili anastomosi vascolari. In particolare tale rischio è maggiore in caso di placentazione monocoriale, o discordanza di peso. Non si è al contrario riscontrata differenza di frequenza di patologia in rapporto all'ordine di nascita.
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Apicella, Matteo, Maria Cristina Campopiano, Michele Mantuano, Laura Mazoni, and Stefano Del Prato. "Guida pratica alla prevenzione e gestione dell’infezione da COVID-19 nelle persone con diabete." L'Endocrinologo 21, no. 4 (August 2020): 241–45. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-020-00767-3.

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Abstract:
Sommario La pandemia di COVID-19 rappresenta un’enorme sfida per il sistema sanitario nazionale. Sulla base dei dati ad oggi disponibili è emerso che le persone con diabete mellito presentano un maggior rischio di complicanze e morte per COVID-19. Pertanto, adottare misure preventive di igiene e di distanziamento sociale è cruciale, a maggior ragione in questa categoria di soggetti. A sostegno dei pazienti con diabete sono state intraprese molteplici iniziative al fine di garantire la continuità assistenziale, tra cui la proroga della validità dei piani terapeutici per i farmaci ipoglicemizzanti, le procedure per il rinnovo della patente di guida e l’attivazione di servizi di telemedicina. In caso di infezione da COVID-19 e sintomi lievi è possibile una gestione domiciliare della persona con diabete, raccomandando un attento monitoraggio glicemico. Il paziente diabetico che necessita di ospedalizzazione richiede una gestione multidisciplinare che includa il diabetologo, con l’obiettivo di mantenere un adeguato controllo glicemico in assenza di ipoglicemie. Le persone con diabete rappresentano un gruppo vulnerabile per il quale devono essere poste in atto strategie specifiche sia in termini di prevenzione che di trattamento.
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Dardano, Angela, Sara Barone, Giuseppe Daniele, Jancy Joseph Kurumthodathu, Stefano Del Prato, and Roberto Miccoli. "UN INSOLITO CASO DI IPOGLICEMIA IPERINSULINEMICA DA NESIDIOBLASTOSI E INSULINOMA." il Diabete 30, N. 4, dicembre 2018 (December 15, 2018). http://dx.doi.org/10.30682/ildia1804h.

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Abstract:
L’ipoglicemia iperinsulinemica (HH) è una rara condizione caratterizzata da inappropriata secrezione di insulina rispetto ai valori di glicemia. In condizioni fisiologiche, le cellule beta secernono insulina per mantenere la glicemia nel range di 3,3-5,6 mmol/l (1). Nell’ipoglicemia iper-insulinemica, la fine regolazione della secrezione di insulina è perturbata e l’insulina continua a essere secreta in presenza di ipoglicemia (2). L’HH può riconoscere cause genetiche (congenite) o non genetiche. Tra le prime, sono stati descritti difetti in diversi geni tra cui ABCC8, KCN11, GCK, SCHAD, GLUD1, SLC16A1, HNF1A, HNF4A e UCP2. In questo case report, verrà descritto un raro e insolito caso di ipoglicemia iperinsulinemica in età adulta dovuto a nesidioblastosi e insulinoma.
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Monami, Matteo, and Sara Aleffi. "Hyperglycemia, hypoglycemia and glycemic variability in the elderly: a fatal triad?" Monaldi Archives for Chest Disease 84, no. 1-2 (June 22, 2016). http://dx.doi.org/10.4081/monaldi.2015.726.

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Abstract:
<p>Diabetes mellitus is one of the most important causes of cardiovascular morbidity and mortality; the incidence of chronic complications of diabetes appears to be closely related to the degree of hyperglycaemia. However, results of clinical trials showed that intensive treatment of hyperglycaemia prevents microvascular complications, but has little or no effect on the incidence of cardiovascular events. Different hypoglycaemic drugs show different effects on cardiovascular risk. However, those trials have shown a neutral effect on cardiovascular mortality. This paradoxical result could be explained with the frequent use, in the past, of glucose-lowering agents capable of increasing the risk of hypoglicemia, glycemic variability and weight gain. In conclusion, an adequate glycemic control, in particular in elderly patients, should be achieved, whenever possible, using agents not inducing hypogycemia, glucose fluctuations, and weight gain. In fact, hypoglycaemia and glucose variability should be considered as independent cardiovascular risk factors to a similar extent to hyperglycemia. In this article, the author will review literature supporting the hypothesis that hyperglycemia, hypoglycaemia and glycemic variability are a fatal triad capable of increasing morbidity and mortality in patients with diabetes mellitus. </p><p><strong>Riassunto</strong></p><p>Il diabete mellito è una delle più importanti cause di morbilità e mortalità cardiovascolare, ed è stata dimostrata una stretta correlazione tra compenso glicometabolico ed incidenza di complicanze croniche del diabete mellito. Tuttavia, negli studi di intervento, il controllo accurato dell’iperglicemia sembra poter prevenire le complicanze microvascolari, ma ha effetti soltanto marginali sull’incidenza di eventi cardiovascolari secondari a malattia macrovascolare. Inoltre, i grandi trial di intervento hanno mostrato come la riduzione degli eventi cardiovascolari non si accompagni ad una riduzione della mortalità cardiovascolare. Tale paradosso potrebbe essere spiegato dal fatto che spesso, in passato, per ottenere un miglioramento glicometabolico si sono utilizzati farmaci ipoglicemizzanti in grado di aumentare il rischio ipoglicemico, la variabilità glicemica ed il peso corporeo. In conclusione, il miglioramento del compenso glicemico, specie nel paziente anziano, dovrebbe essere ottenuto, quando possibile, con farmaci a basso rischio ipoglicemico e non inducenti aumenti di peso, per evitare gli effetti negativi di ipoglicemie e eccessive fluttuazioni della glicemia che di per sé costituiscono dei fattori di rischio cardiovascolari al pari dell’iperglicemia. In questo articolo, si esplorerà l’ipotesi che iperglicemia, ipoglicemia e variabilità glicemica costituiscano una triade fatale in grado di aumentare morbilità e mortalità nei pazienti affetti da diabete mellito.</p>
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"Problemi di psicoterapia." RUOLO TERAPEUTICO (IL), no. 119 (March 2012): 67–78. http://dx.doi.org/10.3280/rt2012-119006.

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Abstract:
Viene tracciata la storia della schizofrenia e dei disturbi psicotici gravi a partire dalle prime concezioni dell'Ottocento fino a oggi (Morel, Kraepelin, Bleuler, Schneider, ecc.). Viene poi presentata la storia delle modalitŕ terapeutiche utilizzate per combattere questo disturbo. In questa prima parte vengono discussi i mezzi biologici, suddividendoli in quattro tappe principali: "terapia del sonno", terapia di shock (shock ipoglicemico provocato da insulina [Sakel], shock con cardiazolo che provocava convulsioni [von Meduna], elettroshock [Cerletti]), psicochirurgia (Burckhardt, Moniz, Freeman, ecc.), e farmaci (Cloropromazina, Reserpina, antipiscotici atipici, ecc.). Nella seconda e ultima parte, che verrŕ pubblicata nel prossimo numero, verrŕ discussa la storia dei i trattamenti psicologici.
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