Dissertations / Theses on the topic 'Ionizzanti'
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Pasqua, di Bisceglie Anita. "Inquinamento domestico da radizioni non ionizzanti." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3422475.
Full textLo scopo dello studio è quantificare l’inquinamento domestico da campi elettromagnetici in un campione di abitazioni all’interno del comune di Padova e di confrontarlo con i limiti di legge attualmente in vigore. Lo spettro elettromagnetico di interesse è quello delle radiazioni non ionizzanti caratterizzate da frequenza compresa tra 0 e 300 GHz. Di queste distinguiamo, per convenzione, le radiazioni elettromagnetiche a bassa frequenza comprese tra 0 Hz e 300 Hz e le alte frequenze tra 300 Hz e 300 GHz. Nell’ambito delle radiazioni a bassa frequenza quelle di maggior interesse sono le radiazioni con frequenza pari a 50 Hz chiamate anche ELF (Extremely Low Frequency), proprie della corrente alternata della rete elettrica. Quest’ultima comprende nell’ambiente esterno le linee ad alta e media tensione ossia le centrali elettriche, gli elettrodotti, e le cabine di trasformazione. All’interno delle abitazioni vi sono poi molteplici fonti di radiazioni a bassa frequenza rappresentate dagli elettrodomestici e dai dispositivi elettrici in genere collegati alla linea di bassa tensione; negli ultimi anni nelle abitazioni si stanno diffondendo nuovi dispositivi in grado di emettere radiazioni a bassa frequenza, quali gli inverter degli impianti fotovoltaici. Le principali fonti di campi elettromagnetici ad alta frequenza, esterne alle abitazioni, sono gli impianti di readiotelecomunicazione, le stazioni radio-base per la telefonia mobile, gli impianti satellitari, i sistemi wi-fi, i radar ecc. In ambiente domestico, invece, è interessante rilevare che, negli ultimi vent’anni, è andato aumentando in maniera esponenziale l’utilizzo di apparecchi emettitori di onde ad alta frequenza di uso assai comune quali forni a microonde, telefoni cellulari, telefoni cordless, router wi-fi, baby-call, lampadine a basso consumo, sistemi di allarme ed antifurto. Durante lo studio sono state condotte misure di campi elettromagnetici sia ad alta che a bassa frequenza all’interno delle abitazioni, valutando il contributo sia delle fonti interne, che da quelle esterne ad esse. La strumentazione utilizzata è costituita dall’analizzatore portatile di campi elettromagnetici a banda larga PMM 8053 che, collegato a sonde diverse, è in grado di coprire un range tra i 5 Hz e i 40 GHz. Per le misure in continuo di campi elettromagnetici a bassa frequenza, sono invece stati utilizzati i misuratori Emdex II ed Emdex Lite, che coprono intervalli di frequenza compresi tra 40 e 800 Hz e tra 40 Hz e 1 kHz rispettivamente. Al fine di valutare l’andamento dell’irraggiamento nell’intorno di apparecchi interni alle abitazioni, sono state pianificate misurazioni a distanze crescenti dalla fonte di emissione. Viceversa le misure mirate a quantificare l’inquinamento domestico dovuto alle fonti esterne alle abitazioni (elettrodotti, cabine di trasformazione, stazioni radio-base) hanno richiesto un campionamento di tipo fisso, della durata di almeno 24 ore. I valori ottenuti misurando radiazioni elettromagnetiche a bassa frequenza da sorgenti presenti all’interno delle abitazioni, quali gli elettrodomestici di uso comune, non sono significativamente alti. Fanno eccezione quelli relativamente elevati (oltre 50 µT) riscontrati in prossimità degli inverter degli impianti fotovoltaici che comunque si riducono a valori inferiori o prossimi all’1 µT, già ad un metro di distanza dall’inverter stesso. Analizzati nel loro insieme i dati raccolti nella misurazione dei campi magnetici domestici risultano inferiori al valore di riferimento di 100 µT stabilito dalla Comunità Europea nel 1999. Tale valore è da considerarsi protettivo rispetto ai soli effetti acuti dovuti agli ELF, quali l’induzione di correnti elettriche all’interno dell’organismo. Riguardo agli effetti a lungo termine indotti dai campi elettromagnetici a bassa frequenza, la comunità scientifica non è giunta a conclusioni univoche, sebbene siano noti da diversi anni gli studi internazionali che evidenziano un aumentato rischio di sviluppare leucemia infantile nelle popolazioni esposte a ELF superiori agli 0,3-0,4 µT emessi dagli elettrodotti. Tali riscontri hanno indotto l’International Agency for Research on Cancer (IARC) ad assumere una posizione prudenziale, classificando gli ELF come possibili cancerogeni per l’uomo. I dati ottenuti in relazione alle sorgenti di campi elettromagnetici ad alta frequenza presenti nelle abitazioni da noi considerate evidenziano intensità di campi elettrici non irrilevanti, se misurati in prossimità della fonte (distanza di 10 cm). Come atteso, i valori ottenuti decrescono drasticamente allontanandosi dalla sorgente e non superano in ogni caso i valori di riferimento, posti dalla Raccomandazione del Consiglio della Comunità Europea del 12 luglio 1999. Ancora una volta, tali valori limite fanno riferimento ai soli effetti acuti sperimentalmente testati, quali l’innalzamento di temperatura nei tessuti biologici indotto dalle radiofrequenze. Per quanto riguarda gli effetti a lungo termine dovuti all’esposizione a radiofrequenze, la letteratura scientifica riporta risultati discordi, tanto che la IARC si è recentemente espressa mantenendo una posizione possibilistica relativamente al rapporto tra radiofrequenze prodotte dai telefoni cellulari e neoplasie. In quest’ottica viene proposta una strategia cautelativa di assunzione di “distanze di sicurezza” almeno rispetto a quegli apparecchi le cui emissioni risultano più elevate (es. forni a microonde) o il cui utilizzo può essere protratto per diverse ore al giorno, come nell’utilizzo di telefoni cellulari o cordless o per i sistemi wi-fi. Un altro aspetto importante considerato del presente studio è rappresentato dall’irraggiamento percepito nelle abitazioni di campi elettromagnetici generati da sorgenti esterne ad esse. Le sorgenti a bassa frequenza considerate nello studio cono state le cabine di trasformazione e gli elettrodotti. I valori di campo magnetico misurati nelle abitazioni poste sotto o in prossimità degli elettrodotti risultano non trascurabili, pur sempre inferiori al limite di 100 µT e al valore di attenzione di 10 µT stabiliti dalla norma, ma prossimi in alcuni casi all’obiettivo di qualità di 3 µT. Sempre in un’ottica cautelativa, l’assunzione di distanze di sicurezza nell’istallazione delle linee dell’alta tensione, o il loro interramento, possono costituire azioni utili al fine di ridurre i possibili effetti a lungo termine legati all’esposizione a campi elettromagnetici a bassa frequenza. Per valutare l’inquinamento domestico da campi elettromagnetici ad alta frequenza dovuto a fonti esterne, sono state condotte misure in abitazioni poste in prossimità delle stazioni radio-base per la telefonia mobile. I valori ottenuti risultano decisamente contenuti, sia rispetto ai valori limiti stabiliti dalla legge, che all’obiettivo di qualità di 6 V/m. I valori misurati in queste condizioni sono peraltro del tutto trascurabili se paragonati a quelli emessi dagli apparecchi wireless o a microonde di uso comune, presenti nelle nostre abitazioni, a cui è stato precedentemente accennato.
LOPES, Vincenzo. "trattamento dei reflui civili urbani del comune di Palermo mediante radiazioni ionizzanti." Doctoral thesis, Palermo, 2012. http://hdl.handle.net/10447/94277.
Full textSalaroli, Roberta <1973>. "Ruolo di β-catenina nella risposta a radiazioni ionizzanti di linee cellulari di medulloblastoma umano." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/603/1/Salaroli_tesi.pdf.
Full textSalaroli, Roberta <1973>. "Ruolo di β-catenina nella risposta a radiazioni ionizzanti di linee cellulari di medulloblastoma umano." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/603/.
Full textBedoni, M. "Analisi morfologica degli effetti di radiazioni ionizzanti su epidermide umana in un modello anatomico di colture organotipiche." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2007. http://hdl.handle.net/2434/63847.
Full textMONTI, ANDREA MAURIZIO. "Point defects in quartz: Role in trapping and luminescence." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2021. http://hdl.handle.net/10281/311082.
Full textIn this thesis work, the trapping and luminescence properties of point defects in quartz have been studied. Such properties are used in retrospective dosimetry in order to evaluate the age of archaeological artefacts, the age of geological sediments and the absorbed radiation in the event of nuclear accidents. The study aims at clarifying the specific mechanisms that rule such properties in quartz. Despite being quartz a well-known material and many applications in the aforementioned fields already existing, these are based on empirical methods and a theory that can explain and predict the emissions in quartz in a detailed way is still incomplete. To do so, two luminescence techniques are used, both induced, directly or indirectly, by ionizing radiation such as thermoluminescence (TL) and radioluminescence (RL), and a technique to study paramagnetic defects, or in general unpaired electrons, that is electron paramagnetic resonance (EPR). In fact, TL and RL alone are not enough to directly identify the defects that are responsible for such emissions, but it is possible to try to correlate their data with other techniques that can directly observe such defects, such as EPR. By correlating TL and EPR data, germanium related centres with trapped electrons, specifically [GeO4]- and [GeO4/Li+]0, have been identified as responsible for the TL emissions known as the peaks at 110 °C and 375 °C. At the same time, it was also possible to identify an anomaly in the thermal stability of one of these germanium centres, responsible for the 110 °C peak, confirming the correlation of the two signals, TL and EPR, but also raising new potential critical issues in the applications for dating and dosimetry. Through EPR studies, new unreported paramagnetic centres have been identified and their thermal stability has been characterized. One of them has been assigned to a centre compensated by interstitial hydrogen, while the others are still lacking a precise labelling. The thermal stability of titanium and aluminium related centres has also been studied, in search of possible correlations with luminescence properties. Some proposals have been advanced, but further studies are needed for this last specific point. Through RL and TL, it has been shown how the emission wavelengths in quartz are very sample dependent and how they are influenced by the thermal history of the studied sample. Specifically, through wavelength resolved TL it was possible to show how the properties of the studied samples do not agree with some published theoretical models. The study was able to propose an alternative, although so far just at a qualitative level. Such proposal claims that there may be spatial correlations between point defects in quartz, allowing specific direct recombination with no passage in the conduction and valence bands of the material. Despite this study is far from having found a complete description of quartz behaviour, new important steps have been added to the huge specific literature, contributing to a deeper comprehension of the luminescence properties of this material.
Strada, Luca. "Analisi e comparazione di tecnopolimeri radiopachi nei dispositivi medicali e sperimentazione delle caratteristiche con interazione di sorgenti ionizzanti." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8244/.
Full textZafiropoulos, Demetre. "Dosimetria biologica delle radiazioni ionizzanti: valutazione della dose con metodologie citogenetiche tramite la costruzione di curve di calibrazione." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3423927.
Full textPer valutare il rischio di danno biologico di un individuo dopo una sovraesposizione alle radiazioni ionizzanti, un incidente o un’azione terroristica che coinvolge le radiazioni è indispensabile valutare la dose assorbita dalla persona esposta. La valutazione della dose assorbita e quindi della pericolosità di una sovraesposizione utilizzando metodologie di tipo biodosimetrico tramite curve di riferimento, presuppone che gli individui della popolazione presentino la stessa sensibilità alle radiazioni ionizzanti. Presuppone cioè che una determinata dose di radiazioni della stessa qualità produca lo stesso numero di aberrazioni cromosomiche a tutti i membri della popolazione. E’ anche noto che tra i membri della popolazione esiste una variabilità nella radiosensibilità e che esistono persone particolarmente radiosensibili. Argomento di questa tesi di dottorato è l’applicazione di varie metodiche citogenetiche per individuare aberrazioni cromosomiche non stabili, cromosomi dicentrici ed anelli con centromero nei linfociti T del sangue periferico (PBL) umano, formatisi in seguito ad esposizione a radiazioni ionizzanti da sorgente gamma emittente, nonché la costruzione di curve di calibrazione dose-effetto che possono, in caso di sovraesposizione, dare una risposta rapida ed affidabile sulla dose assorbita. La valutazione di tale dose, in caso di incidente, è di fondamentale importanza per la radioprotezione dei lavoratori che operano con radiazioni ionizzanti e, in caso di esposizione, per la popolazione. Di grande rilevanza è anche l’affidabilità e il tempo in cui tale valutazione è ottenuta soprattutto per gli interventi medici di urgenza. Si è proceduto quindi allo sviluppo, consolidamento e applicazione nel campo della dosimetria biologica di metodologie originali, sensibili e affidabili di analisi citogenetica delle aberrazioni cromosomiche (AC) per la valutazione della dose ricevuta da un individuo dopo una sovraesposizione alle radiazioni ionizzanti. Oltre all’applicazione classica della colorazione delle AC con la soluzione in Giemsa, quanto sopra riportato ha riguardato: • sviluppo, consolidamento e applicazione di metodiche originali di dosimetria biologica utilizzando la tecnica dell’ibridizzazione fluorescente in situ (FISH), con sonde peptidiche di acido nucleico (PNA) che colorano i telomeri e il centromero dei cromosomi; • sviluppo e applicazione della metodica della condensazione prematura dei cromosomi (PCC); • sviluppo di una metodica veloce, sensibile ed affidabile, assolutamente originale nel campo della dosimetria biologica, per valutare in poche ore la dose ricevuta da un individuo, ottenuta combinando la metodica della PCC e la tecnica FISH che include sonde peptidiche di acido nucleico (PNA). Con l’applicazione delle varie metodiche si è proceduto alla costruzione di apposite curve di calibrazione ove le aberrazioni cromosomiche riscontrate per cellula (esperimenti in vitro) sono riportate in funzione della dose gamma. Sono stati utilizzati i linfociti di tre donatori sani di età tra i 30 e i 50 anni. L’irraggiamento in vitro è stato effettuato presso i Laboratori Nazionali di Legnaro dell’INFN utilizzando una sorgente gamma (gamma beam) di 60Co con rateo di dose di 0,5 Gy/min. L’intervallo di dose, per creare le curve di calibrazione, è stato tra i 0,3 Gy e gli 8 Gy. Sono state analizzate in totale circa 12.500 cellule in metafase e interfase, con l’utilizzo di un microscopio ottico munito di fluorescenza; l’irraggiamento con raggi gamma produce nei cromosomi (dicentrici ed anelli) una distribuzione del danno di tipo Poissoniano (Edwards, 1979). Ogni curva lineare quadratica di dose-effetto è stata costruita analizzando un minimo di 500 metafasi o riscontrando 100 aberrazioni per dose (IAEA, Cytogenetic Dosimetry, 2011). Si è proceduto quindi a controllare, attraverso la verifica del test statistico u-test, che la distribuzione delle aberrazioni nelle metafasi soddisfacesse tale distribuzione per ogni dose utilizzata per costruire le curve di calibrazione; inoltre è stata verificata la corrispondenza del fit con il modello lineare quadratico f = y0+aD+bD2 utilizzando il software SigmaPlot versione 13.0 e sono stati calcolati i coefficienti del modello con i rispettivi errori standard e i valori di p value (livello di significatività assegnato, ossia una misura di evidenza contro l’ipotesi nulla) ottenendo delle stime sulla dose. Quindi, sono state costruite per ogni metodica le curve di calibrazione con limite di confidenza al 95% per stimare l’incertezza sulla dose ricevuta una volta noto il numero di aberrazioni per cellula. Le curve di calibrazione ottenute con le varie metodiche sono confrontate tra loro e discussi i vantaggi delle metodiche utilizzate. Sono state applicate diverse metodologie di dosimetria biologica e sono state costruite curve di calibrazione per ogni metodica. L’equazione per ogni curva è in grado di fornire una valutazione della dose assorbita dall’individuo in caso di esposizione accidentale alle radiazioni ionizzanti. L’applicazione, in dosimetria biologica, della tecnica della Condensazione Prematura dei Cromosomi (PCC) in combinazione con la tecnica dell’ibridizzazione fluorescente in situ (FISH) e le sonde Peptidiche di Acido Nucleico (PNA) è assolutamente originale e pochi Laboratori al mondo la applicano in questo momento. La metodica offre grandi vantaggi di rapidità, accuratezza e sensibilità quando confrontata con quelle convenzionali.
Ronchi, Alice <1982>. "Attivazione del sistema Wnt in linee cellulari di medulloblastoma umano: valutazione della risposta biologica e della risposta alle radiazioni ionizzanti." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3290/1/Ronchi_Alice_tesi.pdf.
Full textRonchi, Alice <1982>. "Attivazione del sistema Wnt in linee cellulari di medulloblastoma umano: valutazione della risposta biologica e della risposta alle radiazioni ionizzanti." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3290/.
Full textGirardi, Cristina. "Human cell response to ionizing radiation in ground gravity and microgravity condition." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3427434.
Full textLe radiazioni ionizzanti (IR), colpendo le cellule degli organismi eucarioti è in grado di provocare danni a proteine, lipidi e molecole di DNA, in modo diretto o indiretto come risultato della formazione di radicali liberi. Tra i numerosi tipi di danno al DNA, le rotture a doppio filamento o double-strand breaks (DSBs) rappresentano il tipo di lesione più grave, dal momento che una riparazione inefficiente o non accurata può portare a morte cellulare o instabilità genomica. La presenza di DSBs induce una complessa risposta al danno al DNA che vede coinvolti una serie di eventi cellulari quali: la rilevazione del danno, la trasduzione del segnale agli effettori della riparazione, l’arresto del ciclo cellulare e l’induzione di apoptosi. Nei mammiferi, una delle risposte cellulari più precoci dopo l’induzione di una doppia rottura è la fosforilazione dell’istone H2AX (γ-H2AX) in corrispondenza del sito di danno, che avviene per opera delle fosfatidilinositolol-3-OH-chinasi (ATM, DNA-PK and ATR). Questo evento sembra essere importante nel reclutamento di fattori di segnalazione del danno e di proteine coinvolte nella riparazione delle DSBs nei siti danneggiati (i.e 53BP1, Mre11, Rad50, Nbs1), dando origine a ionizing radiation-induced foci (IRIF), che possono essere costituiti da migliaia di queste molecole proteiche. Monitorando la cinetica di formazione e scomparsa degli IRIF, che si accumulano nei siti danneggiati, è possibile analizzare il danno al DNA e la sua riparazione; in particolare, è stato osservato che la diminuzione dei foci di γ-H2AX correla con la progressione della riparazione delle DSBs. Gli eventi di segnalazione attivati in risposta alle radiazioni ionizzanti dipendono, oltre che dalle caratteristiche genetiche e fisiologiche del sistema biologico osservato, anche dalle condizioni ambientali presenti durante la riparazione del DNA. Per questa ragione abbiamo analizzato e confrontato la risposta cellulare umana alle IR in condizioni diverse di gravità, normale come sulla Terra (1g) e ridotta come nell’ambiente spaziale; in quest’ultimo l’esposizione ai raggi cosmici a cui l’uomo è soggetto durante le missioni spaziali e associata alla riduzione della forza di gravità. L’ambiente spaziale è caratterizzato dalla presenza di radiazioni ionizzanti, nella forma di particelle atomiche cariche che rappresentano il più importante fattore limitante la lunga permanenza dell’uomo nello spazio, ma anche dalla condizione di assenza di peso, che prende il nome di microgravità (10-4–10-6g). In letteratura sono stati riportati alcuni effetti della microgravità osservati in astronauti di ritorno dai voli spaziali, questi riguardano: la soppressione del sistema immunitario, l’atrofia muscolare, problemi cardiovascolari e la demineralizzazione e decalcificazione ossea. Cellule mantenute in coltura durante le missione spaziali e modelli a terra della microgravità mostrano inibizione della proliferazione dei linfociti, soppressione o alterazione della secrezione di citochine, modificazioni del citoscheletro e anche incremento delle aberrazioni cromosomiche e apoptosi. Pertanto, capire se gli effetti della radiazione ionizzante possano essere influenzati dalla microgravità rimane un punto di rilevante importanza nella valutazione dei rischi durante le missioni spaziali. In questo lavoro, la microgravità è stata simulata in laboratorio usando il bioreattore “Rotating Wall Vessel” (Synthecon) messo a punto nei laboratori della NASA a Houston; questo strumento permette di riprodurre un aspetto dei voli spaziali che è l’assenza di peso, condizione che prende il nome di “modeled microgravity” (MMG). Nella prima parte di questo progetto è stata studiata la riparazione delle DSBs in linfociti umani irradiati con raggi gamma e mantenuti durante il tempo di riparazione in 1g o MMG. La formazione e la scomparsa dei foci dell’istone γ-H2AX è stata monitorata a diversi tempi dall’irradiazione mediante immunofluorescenza; nei medesimi campioni è stato anche analizzato l’indice apoptotico e la frammentazione del DNA, quest’ultimo con la tecnica della pulsed-field gel electrophoresis (PFGE) in cui la frazione di DNA rilasciata nel gel (FR) è considerata una misura delle DSBs. I risultati ottenuti confermano che l’incubazione in MMG durante il tempo di riparazione influenza la sopravvivenza cellulare, l’apoptosi e ritarda la riparazione delle DSBs, incrementando l’effetto genotossico delle radiazioni ionizzanti. Sulla base delle osservazioni fatte, si è passati a studiare se la IR e la MMG possono avere un’azione sinergica sulle cellule analizzando i profili di espressione dei microRNAs: regolatori negativi dell’espressione genica. I microRNAs (miRNAs) sono una classe di corti RNA (~22nt) endogeni, che svolgono un ruolo chiave in molti processi cellulari poiché reprimono l’espressione dei mRNA target. Nelle cellule animali, queste molecole vanno a reprimere la traduzione dei geni codificanti proteine legandosi a sequenze complementari nelle regioni non tradotte al 3’ terminale (3’UTR) dei mRNA. Per questo motivo i miRNAs sono coinvolti in numerosi processi biologici come: lo sviluppo, la proliferazione cellulare, l’apoptosi, la funzionalità delle cellule staminali e la tumorigenesi. Scopo: Questo progetto si proponeva di: i) analizzare l’efficienza di riparazione del DNA in condizione di microgravità simulata (MMG), puntando l’attenzione alla cinetica di riparazione delle DSBs; ii) capire se la radiazione ionizzante e la microgravità simulata possono avere un’azione sinergica in cellule umane, confrontando i miRNA radio-responsivi nelle due condizioni di gravità (1g e MMG) Attività svolta: La presenza di foci nucleari dell’istone γ-H2AX e l’indice apoptotico sono stati monitorati in linfociti umani irradiati con raggi γ e non, incubati in 1g e MMG. Negli stessi campioni è stata studiata la riparazione delle DSBs analizzando la frazione di DNA rilasciata (FR) dopo Pulsed-field gel electrophoresis (PFGE). In seguito, usando l’approccio dei microarray con “Human miRNA microarray Kit V2” (Agilent) e della real-time qPCR, sono stati analizzati i profili di espressione dei miRNAs in linfociti umani irradiati con raggi γ e incubati in 1g e MMG. Impiegando poi i microarrays “Whole Human Genome Oligo Microarray” (Agilent) per gli stessi campioni di cellule, è stato possibile determinare i profili di espressione genica; allo scopo di identificare i probabili mRNA target dei miRNA radio-responsivi i dati di espressione dei miRNA e dei mRNA sono stati integrati in un’analisi di anticorrelazione. Infine, per studiare i processi biologici maggiormente coinvolti nella risposta cellulare alle radiazioni ionizzanti è stata eseguita una Gene Ontology analysis (GO) applicata ai miRNA-mRNA target significativamente anti-correlati. Risultati e conclusioni: I risultati ottenuti dallo studio dei foci dell’istone γ-H2AX in PBL irradiati mostrano che il numero medio di foci/nucleo a tempi brevi di riparazione nelle due condizioni di gravità è comparabile. Al contrario, per tempi lunghi, la diminuzione del numero di foci è significativamente differente; infatti, a 24h dall’irradiazione i PBL incubati in 1g presentano 2 foci/nucleo, mentre quelli in MMG 6.4 foci/nucleo. Per verificare che la scomparsa dei foci di γ-H2AX fosse correlata con la riparazione delle DSBs è stata utilizzata la tecnica della PFGE. La cinetica di riparazione delle DSBs è stata analizzata in PBL irradiati e incubati in 1g e MMG; nelle cellule incubate in MMG il contenuto di DNA frammentato era maggiore rispetto alla 1g (FR 77% vs. 33% a 2 h e FR 50% vs. 17% a 6 h, rispettivamente). Probabilmente la MMG influisce sulle modificazioni strutturali della cromatina che avvengono in risposta alla DSBs, diminuendo l’efficienza di riparazione; pertanto, la riparazione delle DSBs che in 1g avviene in poche ore, richiede più tempo in MMG. Nella seconda parte del progetto sono stati analizzati i profili di espressione di miRNA in PBL irradiati con raggi γ e incubati in 1g e MMG. Dai risultati ottenuti è emerso che la radiazione altera i profili di espressione dei miRNA in modo dose e tempo dipendente, in entrambe le condizioni di gravità. L’esposizione ai raggi gamma in 1g altera i profili di espressione dei miRNA, sia a tempi brevi che lunghi, con maggior numero di miRNA radio-responsivi a 24h dopo esposizione alla dose maggiore (2Gy). Dal confronto dei profili di espressione di miRNA in PBL irradiati e mantenuti 24h nelle due condizioni di gravità vengono individuati miRNAs espressi in modo specifico durante l’incubazione in MMG; questi miRNAs vengono probabilmente alterati dall’azione combinata della IR con la MMG con effetto dose-dipendente. Anche le cellule non irradiate ma mantenute 24h in MMG presentano 42 miRNA deregolati rispetto alla 1g. Per far luce sul meccanismo col quale i miRNAs possono modulare alcuni processi biologici in risposta alle radiazioni ionizzanti, sono stati analizzati i profili di espressione di mRNAs negli stessi campioni per i quali sono stati ricavati i profili dei miRNAs. L’analisi di anti-correlazione tra i miRNA e i mRNA differenzialmente espressi e l’analisi computazionale con PITA hanno permesso di predire geni target dei miRNA. Infine, è stata eseguita la Gene Ontology analisi su geni target significativamente anti-correlati, allo scopo di identificare le categorie biologiche di appartenenza. Dai nostri risultati è emerso che alcuni geni sono attivati in PBL irradiati e incubati 24h sia in 1g che MMG, molti di loro sono gravità-specifici. In cellule irradiate con 2Gy e incubate in 1g un grande numero di mRNAs alterati appartiene alle categorie della risposta al danno al DNA (DDR): apoptosi, risposta allo stress, risposta al danno al DNA. Queste categorie non sono risultanti dall’analisi dei PBL irradiati e mantenuti in MMG, dove invece sono alterati processi coinvolti nel differenziamento e attivazione cellulare, sistema immunitario, produzione di citochine ed emopoiesi; tutte caratterizzate da una sostanziale down-regolazione genica. Questo studio fornisce prove che la MMG associata alla radiazione ionizzante porta ad una non appropriata risposta al danno al DNA in linfociti umani, dovuta probabilmente alla perdita di miRNAs radio-responsivi coinvolti nella DDR. Per meglio studiare le funzioni biologiche dei miRNAs in condizione di microgravità simulata è stato necessario puntare l’attenzione sulla validazione dei messageri target predetti e sull’analisi funzionale. Per questa ragione il programma finale di dottorato è stato svolto presso il laboratorio del Prof. Riccardo Dalla-Favera all’“Institute for Cancer Genetics” (Columbia University, New York, USA), per un periodo di sette mesi, allo scopo di acquisire competenze di biologia molecolare che vengono applicate allo studio dei microRNAs.
LEDDA, MARIO. "Studio dell'effetto delle radiazioni non ionizzanti sul processo di maturazione e differenziamento dei granuli cerebellari di ratto neonato: studi in vitro e in vivo." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/774.
Full textRizzello, Emanuele <1988>. "Radiazioni ionizzanti come fattore di rischio per l'insorgenza del mesotelioma maligno: revisione della letteratura scientifica e analisi dei registri "Surveillance, Epidemiology, and End Results" (SEER)." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amsdottorato.unibo.it/9725/1/Tesi%20PhD%20Emanuele%20Rizzello.pdf.
Full textThe aim of this research work was to study the risk of developing mesothelioma in subjects exposed to ionizing radiation. This thesis consists of a scientific literature review and an analysis of the SEER (Surveillance, Epidemiology and Final Results) database. The review was designed to investigate the relationship between exposure to ionizing radiation (external beam radiation therapy, EBRT, or occupational exposure) and the onset of mesothelioma. After screening 4104 items, the research led to a qualitative analysis of 19 studies in the literature; a meta-analysis was also carried out on 16 papers, that respected the inclusion criteria and reported all data we needed. A general risk estimate was found to be equal to 1.87 with 95% CI: 1.44-2.29. The analysis of the SEER database focused on the study of the risk to develop peritoneal mesothelioma as a second malignancy in subjects with localized prostate cancer treated with radiotherapy. In the study period between 1973 and 2015, 38 peritoneal mesotheliomas (as second neoplasm) were identified: 17 among patients previously treated with radiotherapy. The Hazard Ratio (HR) for EBRT, relative to non-irradiated patients, was found to be 1.72, with a 95% (CI) of 0.90-3.29. From the data analysis of SEER registries and scientific literature review on both high dose (EBRT) and low and fractionated dose (occupational exposure) exposures, an increased risk of developing mesothelioma after ionizing radiation exposure was highlighted. The last chapter on this thesis work reports all the papers I published in the field of Occupational Medicine, completed during the PhD programme.
Lorenzi, Giacomo. "Transistor organici a effetto di campo (OFETs) come rivelatori di raggi X." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13369/.
Full textLarocca, Samanta. "La risposta cellulare ai diversi tipi di radiazione tramite espressione genica e radiobiologia sistemica." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7832/.
Full textGeminiani, Sandro. "Identificazione di frammenti nucleari con l'esperimento FOOT prodotti in trattamenti di adroterapia." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/22833/.
Full textSantini, Nicola. "Utilizzo di tecnologie innovative come alternativa alle tecnologie tradizionali per l'inattivazione microbica, l'estrazione di componenti secondarie e riduzione dello scarto di prodotti a base di pomodoro." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amslaurea.unibo.it/25108/.
Full textDI, BELLA Giovanna. "Il magnesio ionizzato negli anziani diabetici." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2014. http://hdl.handle.net/10447/91245.
Full textPedretti, Enrico. "Effetti della radiazione ionizzante su cristalli singoli di perovskiti ibride." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/24292/.
Full textMA, TENG. "Effetti da Radiazione Ionizzante a Dosi Ultra Alte in Tecnologie CMOS su Scala Nanometrica." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2022. http://hdl.handle.net/11577/3439939.
Full textIonizing radiation may affect the electrical response of the electronic systems, inducing a variation in their nominal electrical characteristics and gradually degrading their performance. It is essential to study the total ionizing dose (TID) effects in electronic devices used in radiation environments such as space and avionics systems, high-energy physics experiments, and nuclear power plants. This thesis mainly focuses on the high-energy experiments, in which the large hadron collider (LHC) at CERN, especially the upgraded high luminosity-LHC, is currently expected to reach the highest TID level. In this thesis work, I investigate the TID effects in nanometer scale CMOS technologies irradiated to ultra-high doses. The analysis of TID degradation mechanisms focuses on evaluating the measurable effects that affect the electrical characteristics of the devices and identifying the microscopic properties of the radiation-induced defects. The radiation measurements of several transistors based on the FinFET and gate-all-around FET (GAAFET) structures of different manufactures are performed with different device types, dimensions, chip layout and bias conditions, identifying the most TID sensitive parameters of the devices. The type, density, location and energy levels of the defects induced by ionizing radiation are studied through DC static characteristics and low-frequency 1/f noise measurements. The experimental measurements presented in this work provide a unique and comprehensive set of data, pointing out the strong effect of scaling down on the TID-induce phenomena in modern advanced CMOS technologies. All TID responses of the 16 nm bulk FinFETs and Si nanowire GAAFETs confirm the high TID tolerance of the nanoscale CMOS technologies with ultra-thin gate oxide, due to the reduced charge trapping in the gate dielectrics. However, the aggressive scale down of devices has led to new TID-induced effects related to other thick oxides and modern fabrication processes, such as shallow trench insulation (STI) oxides, spacer dielectrics, and halo implantations. Some new TID degradation mechanisms appear in 16 nm bulk FinFETs and Si nanowire GAAFETs, causing strong dependence on the irradiation bias conditions, channel length and chip layout. This thesis work identifies the weak points of FinFET and GAAFET technologies at ultra-high doses and provides chip designers with the key elements to improve their TID tolerance.
Loiacono, Federica. "Feedback da AGN e cinematica del gas ionizzato nella galassia a z~2 GMASS 0953." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/12976/.
Full textVerdi, Matteo. "Caratterizzazione di detector di raggi X basati su perovskiti." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/14593/.
Full textMantovani, Rocco. "Orbitali molecolari di legame e antilegame per lo ione molecolare idrogeno H2+: risoluzione esatta e approssimazione LCAO." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8301/.
Full textSacchi, Sara. "Radiation tolerance of novel organic flexible X-Ray detectors." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/23601/.
Full textCracco, Valentina. "Gas origin in the extended narrow line region of Nearby Seyfert galaxies." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3421626.
Full textLa Extended Narrow Line Region (ENLR) dei Nuclei Galattici Attivi (AGN) e' una regione di gas ad alta ionizzazione, di forma conica o biconica con dimensioni fino a 15-20 kpc e gli apici in direzione del nucleo attivo. Questa struttura, detta anche coni di ionizzazione, e' una prova della validita' del Modello Unificato (Antonucci 1993), che predice che il flusso della radiazione ionizzante emessa dal nucleo sia collimato dal toro di polveri. La struttura della ENLR e' complicata e sono numerose le questioni irrisolte, per esempio non e' chiara l’origine del gas ionizzato presente in queste regioni. Il gas potrebbe essere parte del mezzo interstellare della galassia ospite, ed essere semplicemente ionizzato dal nucleo attivo, oppure potrebbe essere mezzo intergalattico acquisito dall’esterno in seguito a interazioni gravitazionali. Finora sono state scoperte solo 25 Seyfert 2 con coni di ionizzazione. Questo basso numero di oggetti potrebbe essere dovuto a un effetto di selezione, oppure all’assenza di gas distribuito su larga scala nella galassia ospite, ma potrebbe anche indicare che servono particolari condizioni per formare la ENLR. In questo lavoro abbiamo studiato l’orgine del gas utilizzando dati spettroscopici integral field (IFU), longslit e echelle. A causa del piccolo campo di vista dei dati IFU c’e' bisogno di un confronto con immagini broad band dell’intera galassia, per poter meglio interpretare l’informazione ottenuta dal dato spettroscopico. Abbiamo ridotto e analizzati i dati, che sono stati ottenuti nell’ambito della nostra campagna osservativa di galassie di Seyfert vicine. I dati IFU sono stati acquisiti con lo spettrografo MPFS al telescopio di 6-mt del SAO, i dati longslit con AFOSC al telescopio di 1.8-mt dell’Osservatorio Astrofisco di Asiago e i dati echelle con MagE al telescopio Magellan di 6.5-mt. Le immagini sono state in parte ottenute con SCORPIO al telescopio di 6-mt del SAO e in parte dall’archivio ING. Il lavoro e' basato sul seguente metodo: (i) analisi delle proprieta' fisiche del gas (densita', temperatura e metallicita'), (ii) analisi dei rapporti di righe, (iii) studio della cinematica del gas e delle stelle, (iv) analisi morfologica. Abbiamo applicato questo metodo a due galassie che mostrano emissione di [O III] estesa, NGC 7212 una Seyfert 2 e MRK 6 una Seyfert 1.5. Abbiamo ottenuto valide prove di un origine esterna del gas ionizzato per entrambi gli oggetti. L’origine esterna e' attesa nel caso di NGC 7212 che e' una galassia in un sistema fortemente interagente, comunque abbiamo trovato anche in MRK 6 indizi di un possibile merger. Abbiamo poi sfruttato il vantaggio offerto dai dati IFU che permettono di campionare spazialmente la ENLR in regioni da 1"×1" e abbiamo poi selezionato 12 Seyfert 2 per effettuare uno studio statistico delle proprieta' spettroscopiche di un elevato numero di queste regioni. Dall’analisi di 848 sub-regioni abbiamo notato che la maggior parte mostra proprieta' simili a quelle della NLR. Tutti questi risultati suggeriscono che siano necessarie particolari condizioni iniziali per formare delle NLR con dimensioni dell’ordine di alcuni kpc.
Pace, Marzia. "L'atomo di idrogeno: righe, serie e sua importanza in astrofisica." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/12821/.
Full textMartire, Fiorello, Roberto Bartolino, and Raffaele Agostino. "Sorveglianza fisica della protezione contro Ie radiazioni ionizzanti relativa alia costruzione e all'esercizio della sorgente STAR nell'ambito del progetto materia." Thesis, 2014. http://hdl.handle.net/10955/1276.
Full textNastro, Valentina, Luca Pierantonio De, and Giovanni Falcone. "Radioattività ambientale: studio e monitoraggio di radiazioni ionizzanti derivanti dal radon in particolari aree calabresi." Thesis, 2014. http://hdl.handle.net/10955/534.
Full textLEPONE, MARIA TERESA. "Il degrado dei materiali lignei indotto dalle radiazioni elettromagnetiche." Doctoral thesis, 2013. http://hdl.handle.net/11573/918580.
Full textSAMPAOLI, CAMILLA. "Nuovi approcci terapeutici del carcinoma corticosurrenalico: effetto del rosiglitazone e studio del ruolo di p53 nella risposta al trattamento con radiazioni ionizzanti." Doctoral thesis, 2012. http://hdl.handle.net/11573/918343.
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