Academic literature on the topic 'Investimenti finanziari'

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Journal articles on the topic "Investimenti finanziari"

1

Trupiano, Gaetana. "Tax Harmonization of Capital Incomes in the European Union." Journal of Public Finance and Public Choice 12, no. 1 (April 1, 1994): 41–53. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907539824.

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Abstract:
Abstract Con la liberalizzazione dei movimenti di capitali il maggiore ostacolo alla efficiente localizzazione di investimenti diretti e finanziari nell’Unione Europea è rappresentato dalle differenze nel trattamento fiscale delle attività finanziarie nei diversi paesi membri.In questo lavoro, dopo una discussione critica a favore e contro l’armonizzazione del trattamento fiscale dei redditi di capitale, sono illustrate sinteticamente le principali differenze nei sistemi di tassazione delle attività finanziarie nella U.E.Si passa, quindi, ad una analisi delle proposte di armonizzazione europea presentate dal 1989 sottolineando l’importanza di un sistema generalizzato di ritenuta alla fonte a titolo d’acconto o definitivo.Particolarmente interessante è l’esame dei possibili effetti di tali proposte sul sistema finanziario italiano in presenza di una struttura della tassazione dei redditi di capitale che, nonostante le recenti modifiche, appare ancora frammentata e distorsiva.
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La Rocca, Maurizio, Tiziana La Rocca, and Fabiola Montalto. "Investimenti e vincoli finanziari: evidenze da una cluster analysis." ECONOMIA E POLITICA INDUSTRIALE, no. 1 (February 2012): 83–117. http://dx.doi.org/10.3280/poli2012-001004.

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3

Cardosi, Emilio. "Gli effetti delle agevolazioni finanziarie sulle decisioni di investimento e sulle performance delle imprese: una valutazione empirica della legge 488/92." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 1 (September 2010): 135–73. http://dx.doi.org/10.3280/ed2010-001006.

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Abstract:
La tematica delle agevolazioni finanziarie a favore delle imprese costituisce, da sempre, oggetto di notevole attenzione ed interesse da parte di studiosi, economisti e policy maker. La domanda di ricerca deriva da esigenze di policy - allo scopo di migliorare l'efficienza e l'efficacia delle norme di incentivazione - oltre che dalla richiesta di analisi empiriche per dare risposta a quesiti di tipo teorico. Gli studi presenti nella letteratura nazionale che esaminano gli effetti che le agevolazioni finanziarie producono sulle imprese - utilizzando dati d'impresa e non dati aggregati - non sono molto numerosi. L'articolo analizza gli effetti prodotti dalla legge 488/92 sulle imprese, partendo dal fondamentale ruolo che gli intermediari finanziari hanno svolto nella fase applicativa. A tal scopo č stata condotta un'indagine sperimentale attraverso la somministrazione di un questionario ad un campione di imprese agevolate e non, secondo la metodologia di analisi casi-controlli definita in letteratura comparison group design. I due gruppi di imprese sono stati esaminati in funzione degli investimenti effettuati, delle politiche di finanziamento, delle strategie, dei fattori di competitivitŕ, nonché delle performance conseguite. In particolare, tramite apposito test statistico inferenziale, č stata valutata l'addizionalitŕ dello strumento agevolativo, intesa come capacitŕ dello stesso di stimolare nuovi progetti di investimento. L'analisi empirica ha evidenziato come la misura d'incentivazione abbia favorito le decisioni di investimento delle micro e piccole imprese - generalmente piů esposte ai fenomeni di razionamento del credito - ma non quelle delle medie e grandi imprese, costituendo al contempo una leva importante per l'attivazione dei finanziamenti bancari ordinari. Č stata, inoltre, sviluppata un'analisi sull'andamento della redditivitŕ delle imprese del campione considerato, nell'arco temporale interessato dai programmi di investimento, in funzione dei fattori competitivitŕ adottati. Dall'indagine č emerso che le performance delle imprese che hanno fatto prevalentemente ricorso a fattori di tipo non-price competition - che dovrebbero caratterizzare la fase della selezione competitiva - tendono ad essere mediamente piů elevate, rispetto a quelle delle altre imprese e ciň indipendentemente dall'agevolazione ricevuta. Lo studio propone, quindi, un contributo al dibattito scientifico e di politica industriale in tema di valutazione degli effetti degli incentivi, secondo un approccio di tipo micro e con un'analisi di selezionati elementi dell'ambiente esterno ed interno delle imprese.
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4

Di Pumpo, Matteo. "Brevi note sugli obblighi informativi degli intermediari in materia di investimenti aventi ad oggetto strumenti finanziari complessi." Cultura e Diritti, no. 3 (2019): 37–46. http://dx.doi.org/10.12871/97888331804034.

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5

Nicolini, Gianni, and Camilla Mazzoli. "Il pricing della consulenza in materia di investimento in Italia." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 3 (September 2011): 491–507. http://dx.doi.org/10.3280/ed2010-003005.

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Abstract:
I livelli di cultura finanziaria degli investitori, non sempre sufficienti a comprendere e valutare pienamente gli strumenti finanziari ed i servizi di investimento loro proposti dagli intermediari, rendono determinante il ruolo della consulenza finanziaria nell'ambito dell'asset management. Il recepimento della direttiva Mifid ha incrementato l'interesse, giŕ evidenziato in letteratura, in tema di consulenza finanziaria; in particolare, l'attenzione č stata rivolta al riconoscimento giuridico del consulente indipendente ed alla gestione dei conflitti di interesse che possono insorgere sia nell'attivitŕ di consulenza che in quella di distribuzione di prodotti e servizi finanziari. Nel lavoro gli autori presentano i risultati di una verifica empirica condotta sul mercato italiano al fine di individuare le logiche di formazione e le strutture di pricing della consulenza, verificando le differenze esistenti con i modelli di pricing adottati nei principali mercati internazionali (in particolare Usa ed Australia). I risultati evidenziano come la forma organizzativa del consulente rappresenti il principale elemento di condizionamento del pricing, che risulta influenzato in modo determinante anche dalle dimensioni dell'advisor e dal suo grado di preparazione. Dal confronto internazionale emerge una forte eterogeneitŕ dei modelli di pricing, solo in parte da attribuire a vincoli di carattere normativo e regolamentare.
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6

Benazzi, Adriano, and Pier Luigi Marchini. "Profili critici di tassazione dei redditi di capitale e dei fondi di investimento." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 3 (September 2011): 445–90. http://dx.doi.org/10.3280/ed2010-003004.

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Abstract:
La tassazione del risparmio gestito e, piů in generale, dei redditi di capitale, rappresenta da sempre una delle questioni piů rilevanti, critiche e complesse. Ciň sia per le implicazioni economico-scientifiche connesse al sistema di tassazione dei cosiddetti "redditi finanziari", sia per l'eterogeneitŕ e mutevolezza delle forme di impiego del capitale e di "generazione" dei suoi frutti economici, sia in conseguenza delle possibili problematiche di asimmetria di trattamento e di potenziale instabilitŕ che potrebbero essere generati a seguito di una non coerente architettura del sistema impositivo riguardante la tassazione di tali redditi di natura finanziaria. Il presente contributo si pone l'obiettivo di fornire una rappresentazione dell'attuale regime tributario nazionale applicabile ai redditi di capitale ed, in particolare, ai redditi generati dai fondi di investimento, al fine di comprenderne profili storici, presupposti teorici, caratteristiche e, alla luce di tali considerazioni, le connesse criticitŕ e tendenze evolutive presenti nell'attuale contesto economico nazionale ed internazionale.
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Spigarelli, Francesca. "Gli investimenti diretti esteri della Federazione russa." QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no. 1 (March 2011): 151–84. http://dx.doi.org/10.3280/qu2011-001007.

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Abstract:
Gli investimenti diretti all'estero stanno caratterizzando l'espansione internazionale di molte economie emergenti, che fanno leva su di essi per affermarsi rapidamente a livello economico e politico globale. La Russia č uno dei protagonisti in questo scenario. Essa si contraddistingue sia per il fatto che le imprese investitrici all'estero sono poche ed operanti tipicamente nel settore primario, sia per la portata finanziaria delle singole iniziative. Il lavoro propone un'analisi delle principali caratteristiche del fenomeno, a livello globale, europeo ed italiano: direttrici degli investimenti, trend principali, protagonisti e motivazioni strategiche sottostanti. Alcune riflessioni di sintesi su criticitŕ e prospettive del processo di internazionalizzazione dell'economia russa chiudono il contributo.
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Arienti, Leonardo. "Illegittimo il raddoppio dei termini per l'accertamento delle disponibilità estere non dichiarate (CTP Emilia Romagna, 23 febbraio 2022)." settembre-ottobre, no. 5 (October 6, 2022): 856–60. http://dx.doi.org/10.35948/1590-5586/2022.181.

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Abstract:
Massima La presunzione di evasione e il raddoppio dei termini per l’accertamento sanciti dall’art. 12, D.L. n. 78/2009 con riferimento agli investimenti e alle attività di natura finanziaria detenuti in Paesi a regime fiscale privilegiato e non dichiarati non hanno efficacia retroattiva e dunque non si applicano al contribuente che, per un anno di imposta anteriore all’entrata in vigore della suddetta disposizione, non ha indicato nel quadro RW (inerente il monitoraggio di investimenti esteri o di altre attività estere di natura finanziaria detenute in stati o territori a fiscalità privilegiata) il trust di Jersey di cui è beneficiario e in cui sono segregate le partecipazioni in due società lussemburghesi (e che secondo il Fisco sarebbe interposto).
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Mariotti, Sergio. "Tendenze degli investimenti diretti esteri dopo la crisi finanziaria: che accade?" ECONOMIA E POLITICA INDUSTRIALE, no. 3 (September 2009): 123–31. http://dx.doi.org/10.3280/poli2009-003007.

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Abstract:
- This article investigates the recent trends in FDIs, focussing on the effects provoked by the financial crisis. The crisis has impacted in a significant manner on the more volatile component of FDIs, i.e. cross-border M&As. On the contrary, forecasts for greenfield FDIs are just in line with the decline expected in world export, after a strong increase registered in 2008. With the possibility that the financial crisis could catalyse a trend toward the so called "reverse globalization", the paper argues that there is evidence of an increasing heterogeneity in firms' behaviour, with some firms now considering whether or not to scale back offshoring production by returning operations to, or closer to, home. Nevertheless, there is no evidence, or at least not yet, that we are witnessing a major shift in the direction and dynamics of international delocalisation processes. Keywords: foreign direct investments, multinational firms Parole chiave: investimenti diretti esteri, imprese multinazionali Jel Classification: F23
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Ferri, Vittorio. "Il contributo straordinario per le trasformazioni urbane, l'imposta di scopo e il bilancio partecipativo: tre strumenti per il finanziamento della città pubblica." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 129 (March 2021): 41–63. http://dx.doi.org/10.3280/asur2020-129-s1003.

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Abstract:
La costruzione della città pubblica richiede il finanziamento di politiche, progetti urbani e opere pubbliche. L'obiettivo principale di questo contributo è di richiamare l'attenzione su tre strumenti poco utilizzati dai comuni italiani per finanziare gli investimenti: il contributo straordinario per le trasformazioni urbane, l'imposta di scopo e il bilancio partecipativo. Questi strumenti sono importanti per aumentare e migliorare il finanziamento della città pubblica.
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Dissertations / Theses on the topic "Investimenti finanziari"

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Busillo, Francesco <1995&gt. "Selezione e gestione degli investimenti sui mercati finanziari." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16304.

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Abstract:
Questa tesi si propone di introdurre e analizzare a fondo il tema della gestione degli investimenti finanziari, affrontando temi come la gestione del rischio e l'ottimizzazione del rendimento dei portafogli da parte dell'investitore privato. Verrà, quindi, inizialmente trattato il tema del rischio e della redditività di un investimento, analizzando matematicamente il significato di tali concetti e come un investitore deve tenerne conto in maniera ottimale nella selezione del suo portafoglio e nella gestione delle sue posizioni a mercato. Sarà poi introdotto il concetto di analisi tecnica dei mercati e come essa si differenzia da un approccio matematico e quantitativo della gestione degli investimenti, ponendo particolare enfasi sull'utilizzo del famoso indicatore Ichimoku. Infine, verranno introdotti degli elementi di finanza comportamentale e di psicologia dell'investitore, con attenzione particolare all'influenza che elementi esterni hanno sulla razionalità dell'investitore privato e sulla sua capacità di valutazione degli investimenti in maniera oggettiva.
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Frare, Danilo <1990&gt. "Profilo degli investitori e asset allocation degli investimenti finanziari." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/7550.

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Abstract:
Questo lavoro ha lo scopo di analizzare il profilo dei clienti di una Banca di Credito Cooperativo e il processo di asset allocation relativo agli investimenti finanziari. Diversi studi hanno evidenziato che numerose famiglie non partecipano ai mercati azionari e pertanto non traggono vantaggio dal premio per il rischio. Le ricerche hanno dimostrato che questo fenomeno, noto con il termine di stock market participation puzzle, è influenzato da diversi fattori, tra i quali i costi di partecipazione, le conoscenze in materia finanziaria e le abilità cognitive di un individuo, il livello di reddito e di ricchezza, le aspettative e la fiducia di un investitore. In questo lavoro utilizzerò le informazioni derivanti dal questionario MiFID per esaminare i fattori che influenzano le decisioni di investimento dei clienti. Nello specifico prenderò in considerazione la conoscenza e l’esperienza in materia di investimento, il titolo di studio, la professione svolta, il reddito e la ricchezza, gli obiettivi di investimento e la reazione ai movimenti di mercato. Per prima cosa verranno esaminati i fattori che determinano la scelta da parte di un individuo di investire solamente in strumenti non rischiosi, mentre in seguito verranno studiati anche quelli relativi alla decisione di investire in azioni. Infine inserirò nell'analisi anche la composizione del portafoglio, suddividendo gli strumenti rischiosi da quelli non rischiosi e dalla liquidità.
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Scapin, Riccardo <1995&gt. "Evoluzione degli Investimenti ESG nell'industria del risparmio gestito." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21090.

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Abstract:
Il tema della sostenibilità ha assunto una importanza sempre più crescente negli ultimi anni coinvolgendo molti aspetti della vita di consumatori, risparmiatori e istituti finanziari. La tesi vuole focalizzarsi su una analisi sull'evoluzione, sempre più presente, degli investimenti sostenibili nel mercato finanziario, con un particolare focus nell'industria del risparmio gestito e la presenza nello stesso mercato di sempre più numerosi prodotti "green". Tutto questo cercando di dimostrare il loro potenziale in termini di guadagno sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista ambientale.
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Pecile, Marta <1992&gt. "Investimenti nel mercato dell'arte: analisi e sviluppo dell'Art Lending." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15299.

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Abstract:
La tesi si focalizza sugli investimenti nel mercato dell’arte, settore sempre più in espansione che sta registrando trend favorevoli in diversi contesti geografici (Italia, Europa, America e Asia). In particolare, viene analizzato il fenomeno dell’Art Lending, ovvero la possibilità per gli investitori di ricevere un reddito fisso garantito da beni artistici. Nel primo capitolo è analizzato in maniera generale il mercato dell’arte, dai suoi esordi al significato che assume oggi l’investimento in ambito artistico (art banking, fondi, borse finanziarie, quotazioni). Il secondo capitolo è dedicato interamente alla descrizione del fenomeno dell’Art Lending, considerando gli attori convolti, il processo di valutazione delle opere, vantaggi e criticità del metodo. Il terzo capitolo affronta la tematica della legislazione dei beni artistici, in particolare verte sul confronto tra la regolamentazione italiana e americana, evidenziando i punti che hanno portato al pieno sviluppo del fenomeno negli Stati Uniti piuttosto che in Italia. La pratica dell’Art Lending permette la concessione di finanziamenti rimborsati tramite una garanzia che ha per oggetto un’opera artistica. Le motivazioni alla base di tale scelta sono diverse e dipendono da vari bisogni, sia da parte dei collezionisti che da clienti privati. I servizi di wealth management erogati dai gruppi bancari includono tale dinamica, tuttavia il settore consta un deficit importante a livello ordinale e legislativo. Nato negli ambienti finanziari statunitensi, il fenomeno dell’Art Lending sta diventando sempre più una realtà Europea.
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Speciale, Andrea <1995&gt. "La crescita degli investimenti responsabili in Giappone: analisi dei motori amministrativi e finanziari." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16727.

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Abstract:
L’elaborato si pone l’obiettivo di analizzare le cause che hanno portato ad una significativa crescita degli investimenti responsabili (socially responsible investments, SRI) negli ultimi anni in Giappone. Lo studio pone il proprio focus sul mercato giapponese e rientra nel corpus della letteratura scientifica che lo riguarda. Esso è collocabile anche nella letteratura che si occupa dell’osservazione delle iniziative amministrative e delle performance a livello globale, identificate come due delle cause della crescita delle quote di SRI, con la peculiarità di fare riferimento al già citato mercato giapponese, poco trattato in questo ambito di studi. Le iniziative amministrative nazionali e internazionali, tra cui si può citare lo Stewardship Code voluto dal governo Abe e i Sustainable Development Goals dell’ONU, hanno non solo regolamentato una pratica nuova e conosciuta a pochi, supportando così gli investitori istituzionali, ma hanno anche intensificato il dialogo sulle tematiche sostenibili, diffondendo nuovi valori etici alla base della scelta degli investitori privati. Per quanto concerne la performance finanziaria dei SRI, gli ultimi studi concordano nell’affermare che gli investimenti sostenibili non hanno performance minori rispetto a quelli ortodossi, confutando la Modern Portfolio Theory, teoria che scredita l’approccio agli SRI. In particolare, nell’ultima parte dell’analisi vengono riportati casi di studi sia di compagnie con alti valori di sostenibilità che di indici SRI giapponesi per dimostrare questa teoria. I SRI, diffusi negli Stati Uniti già dagli anni venti, furono introdotti in Giappone solo alla fine degli anni novanta in seguito a forti cambiamenti economici e sociali. Sebbene nel primo decennio di sviluppo la crescita delle loro quote sia rimasta contenuta, dal 2016 in Giappone sia gli investitori privati che quelli istituzionali hanno iniziato a dedicare una parte sempre maggiore del loro portafogli ad investimenti di tipo sostenibile.
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Busetto, Marco <1996&gt. "Gli ETF Smart Beta: analisi e prospettive degli investimenti fattoriali." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18882.

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Abstract:
Il lavoro si focalizza sull'analisi di una tipologia particolare di Exchange Traded Funds:gli Smart Beta. Questi fondi passivi scelgono un approccio di investimento di tipo ibrido, a metà tra la gestione passiva, tanto cara agli Etf, e la gestione attiva, tipica dei fondi di investimento, gestiti attivamente nella ricerca di sovraperformance rispetto al benchmark. L'opera va ad esplorare le origini accademiche alla base del factor investing, per poi soffermarsi sulle caratteristiche peculiari degli Smart Beta e le varie tipologie. Infine viene operato un confronto delle varie strategie di investimento e delle performance.
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Barison, Roberto <1993&gt. ""Rischio e rendimento degli investimenti sostenibili. Un'analisi del mercato azionario europeo"." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15486.

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Abstract:
La finanza sostenibile sta ricevendo una crescente attenzione da parte delle principali società di gestione di fondi e da parte dei consulenti finanziari, ma non è chiaro se vi sia un vantaggio finanziario per il cliente oppure quale sia il costo che deve affrontare. L’obiettivo di questa tesi è individuare se vi sia un beneficio oppure uno svantaggio derivante dal tenere in considerazione gli aspetti non finanziari delle società in cui si investe o dei fondi che vengono acquistati; inoltre viene comparata la scelta di acquistare direttamente pacchetti di azioni di società sostenibili con un l’acquisto di un portafoglio di fondi comuni di investimento. Il punto di vista tenuto in considerazione è quello di un consulente indipendente interpellato da un cliente facoltoso per la costruzione di un portafoglio di investimento. La tecnica utilizzata è la minimizzazione della perdita cui l’investitore potrebbe incorrere in media nel dieci percento peggiore dei casi, ossia l’Expected Shortfall, con un rendimento minimo soddisfacente pari al rendimento medio conseguito dai principali Exchange-Traded Funds replicanti il mercato azionario europeo.
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Berengo, Giampiero <1994&gt. "Gli strumenti finanziari del Fondo europeo per gli investimenti a sostegno delle PMI europee." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14147.

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Abstract:
L’Unione europea, nonostante le numerose difficoltà che sta incontrando negli ultimi anni, è sempre rimasta al fianco delle piccole e medie imprese che sono il motore della crescita economica degli Stati membri. Tramite la Banca Centrale europea e il Fondo europeo per gli investimenti, l’Europa mette a disposizione dei fondi per gli intermediari finanziari locali che vengono poi destinati alle imprese del territorio. Viene infatti periodicamente predisposto un Quadro Finanziario Pluriennale che contiene diversi obiettivi stabiliti dalla Commissione europea e che vedono le piccole e medie imprese innovative come principale destinatario finale per fornire il necessario sostegno al loro inserimento nei vari segmenti di mercato. Vi sono diversi metodi con cui il FEI supporta le imprese come i prestiti, l’erogazione di garanzie o la partecipazione diretta al capitale. Ulteriori tecniche che si stanno affermando sono rese possibili grazie allo sviluppo della tecnologia, come il crowdfunding. Il filo comune che lega questi strumenti finanziari è la presenza costante delle istituzioni europee a supporto delle PMI virtuose che possono contare su un valido appoggio finanziario esterno necessario per far fronte agli investimenti richiesti dal proprio business plan. I dati raccolti e analizzati dal FEI confermano l’efficacia di queste politiche finanziarie, anche se permangono ancora alcune situazioni di difficoltà causate da eccessivi squilibri economici ereditati dai periodi post-crisi. Il Quadro Finanziario Pluriennale per il periodo 2021-2027 punterà a ridurre queste asimmetrie e fronteggiare adeguatamente il mancato apporto del Regno Unito che si appresta ad uscire dall’UE.
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9

MOLINARO, GIUSEPPE. "La tassazione degli impieghi di capitale tra investimenti diretti ed intermediazione." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2010. http://hdl.handle.net/2108/1355.

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Abstract:
La tassazione dei redditi di natura finanziaria, tipicamente quelli derivanti dall’impiego del risparmio delle persone fisiche, riveste una fondamentale importanza nella politica tributaria dei Paesi evoluti sia in un’ottica interna (esigenze di gettito, contrasto di fenomeni elusivi, etc.) sia in un’ottica esterna (in primis, con l’attuazione di politiche difensive o aggressive sia per scongiurare il rischio di fughe sia per favorire l’attrazione di capitali). I modelli di tassazione di tali redditi si differenziano tra quelli applicabili al “risparmio diretto” e quelli applicabili al “risparmio intermediato”: i due comparti presentano aspetti e problematiche diverse, ma senza soluzione di continuità, poiché la disciplina fiscale del “risparmio intermediato” non può prescindere in alcun caso dalla ricognizione della disciplina fiscale del “risparmio diretto”. L’obiettivo principale del lavoro svolto è stato quindi quello di analizzare le peculiarità del nostro sistema di tassazione dei redditi finanziari, le attuali criticità, dovute principalmente alla disomogeneità del sistema stesso, e le possibili ipotesi di relativa evoluzione. In particolare, si è provveduto preliminarmente ad una ricognizione delle diverse forme di impiego in attività finanziarie della ricchezza degli italiani analizzando altresì la composizione del gettito erariale derivante dai “redditi finanziari”, che costituiscono un ideale “comparto reddituale” nel cui novero sono riconducibili due delle sei categorie di redditi previste dal Testo Unico: i redditi di capitale ed i redditi diversi di natura finanziaria. Come noto, non esiste una definizione paradigmatica delle menzionate categorie reddituali; per entrambe, infatti, il Testo Unico fornisce un’elencazione casistica, che include fattispecie puntuali e tassative di proventi finanziari rilevanti ai fini impositivi; astrattamente è possibile ricondurre la categoria dei redditi di capitale al concetto di redditi-prodotto (ovvero quei redditi che costituiscono il frutto – civile, come gli interessi o economico, come i dividendi – derivante dall’impiego di capitale) e le plusvalenze di natura finanziaria al concetto di redditi-entrata (ovvero quei proventi, anche differenziali, in cui il negozio di impiego del capitale sussiste ma non si pone come diretta causa produttiva dei proventi medesimi). Con particolare riferimento agli interessi – che costituiscono il reddito di capitale per eccellenza, assieme ai dividendi – si è altresì evidenziato che, da un punto di vista contabile ed in un’ottica di tassazione aziendale, tali proventi sono equiparabili a tutti gli altri costi mentre sotto un profilo più strettamente microeconomico, gli stessi costituiscono di fatto una rendita e, per questo, si differenziano dagli ordinari oneri per fattori della produzione. In un’ottica di teoria economica della remunerazione dei fattori produttivi, infatti, gli interessi sono, in un certo senso, equiparabili ai salari ed ai profitti. Pertanto, anche a livello macro-economico, gli interessi – a differenza dei proventi derivanti dalle attività produttive in senso stretto – non concorrono alla formazione del reddito nazionale (P.I.L.) costituendo una ripartizione, sotto forma di rendita, del valore aggiunto economico nazionale. Altro saliente tema trattato è quello della misura dell’aliquota di imposizione dei redditi finanziari che assume rilevanza centrale nel nostro sistema impositivo, in cui detti redditi percepiti da persone fisiche al di fuori dell’esercizio di attività d’impresa, di norma, non sono tassati come tutti gli altri proventi attraverso un’imposizione progressiva ma subiscono un prelievo proporzionale sostitutivo. La maggior parte delle fattispecie di redditi finanziari è infatti assoggettata all’aliquota del 12,50%, che potrebbe sembrare piuttosto modesta e, per questo, da più parti se ne prospetta un aumento. Tuttavia, si deve considerare che buona parte del rendimento finanziario non è reddito ma ricostituzione del capitale eroso dall’inflazione. In altri termini, il rendimento derivante dagli strumenti finanziari serve, in primo luogo, a salvaguardare il potere d’acquisto del capitale investito, nel senso che si può parlare di un provento vero e proprio solo se si riesce a coprire l’inflazione, altrimenti si determina una perdita di capitale reale. Pertanto, la decisione di attestarsi su una aliquota di livello piuttosto modesto, tenuto conto del criterio nominalistico del nostro regime impositivo che non prevede indicizzazioni, consente di favorire una sorta di compensazione per controbilanciare lo svantaggio derivante dall’erosione inflattiva. Si è altresì evidenziato che il “successo della tassazione” dei redditi finanziari è attribuibile in buona parte al modesto livello di aliquota fiscale ma anche al ruolo determinante degli intermediari che assumono in carico tutti (o quasi) gli obblighi strumentali e procedurali finalizzati all’assolvimento degli obblighi impositivi. E’ evidente, infatti, il ruolo centrale rivestito dagli intermediari-“grandi esattori” nel sistema di tassazione dei redditi finanziari, sia in sede di applicazione delle ritenute alla fonte o dell’imposta sostitutiva sui redditi di capitale sia nell’ambito dei regimi del risparmio amministrato e gestito per la tassazione dei redditi diversi di natura finanziaria (regimi a cui si è dato ampio risalto nell’ambito della trattazione). Come correttamente rilevato in dottrina, gli intermediari “garantiscono una certa sicurezza dell’investimento, ma ne tassano i redditi in una specie di apoteosi della tassazione aziendale, che vede un intervento veramente sporadico di un fisco che si fida totalmente degli intermediari, in genere con ragione. Al contrario, i redditi conseguiti fuori da queste strutture, tra privati e privati o aziende non strutturate, vengono di solito nascosti al fisco”. Gli intermediari finanziari che intervengono nella tassazione dei redditi finanziari – erogando direttamente o indirettamente redditi a diversi stakeholders (i.e. i dipendenti, i consulenti, gli azionisti, i clienti, etc.) e, in veste di sostituto d’imposta, operando le ritenute alla fonte a titolo di acconto o d’imposta e le imposte sostitutive sui redditi finanziari, nonché tutti i conseguenti onerosi adempimenti strumentali correlati – rappresentano la fattispecie di più rigida organizzazione amministrativo-aziendale; si tratta, infatti, di operatori economici di grandi o grandissime dimensioni, che si avvalgono di procedure standardizzate, complesse ed articolate, e sono soggetti ad una serie di controlli interni ed esterni . Si è quindi evidenziato che la tassazione delle rendite finanziarie, effettuata per il tramite dei c.d. “grandi contribuenti”, costituisce la massima espressione della tassazione aziendale, in quanto la “ricchezza finanziaria” viene canalizzata e tassata attraverso le imprese bancarie e finanziarie. Tuttavia, l’attuale sistema di tassazione dei redditi finanziari, per quanto discretamente efficiente risulta non omogeneo e, talvolta, non neutrale, evidenziando quindi dei margini di miglioramento. Ci si riferisce, tra gli altri, ai “disallineamenti” rappresentati dall’esistenza di un doppio (triplo, in realtà) livello di aliquote impositive, dalla disparità di timing della tassazione degli OICR italiani (tassati in base al risultato maturato) e degli OICR comunitari armonizzati (tassati al realizzo), nonché dalle differenti caratteristiche proprie dei diversi regimi di tassazione del risparmio (dichiarativo, amministrato e gestito). Attesa la sempre maggiore rilevanza della mobilità internazionale dei capitali, si è ritenuto opportuno, inoltre, analizzare brevemente il trattamento dei redditi finanziari transnazionali sia in uscita (c.d. outbound incomes) sia in entrata (c.d. inbound incomes).
The taxation of financial income, typically those arising from the investment of the savings of individuals, is of fundamental importance in tax policy of advanced countries in both domestic perspective (requirements of revenue, contrast elusive phenomena, etc..) and external perspective (especially with the implementation of defensive or aggressive policies to avoid the risk of escape and to facilitate the attraction of capital.) The models of taxation of such income are different from those applicable to "direct savings" and those applicable to "savings intermediated": the two sectors have different issues and aspects, but without interruption since the tax discipline of the "savings intermediated" cannot ignore in any case the recognition of the tax provisions of the "direct savings." The main objective of the work was made therefore to analyze the peculiarities of our system of taxation of financial income, current problems, mainly due to the discontinuity of the system, and any possible changes therein. In particular, it was done previously to recognition of different forms of employment in financial activities of the wealth of Italians also analyzing the composition of tax revenue derived from "investment income", which are an ideal "income fund" in that group are due two of the six categories of incomes provided by the Italian “TUIR”: capital gains and other income of financial nature. As known, there is not a paradigmatic definition of the mentioned income categories, for both, in fact, the Italian “TUIR” provides a list , which includes precise and stringent cases of financial incomes relevant for tax purposes ; abstractly, you can bring the abstract category of income the concept of capital-income products (ie those revenues which were the result - civil or economic interests as such as dividends - resulting from the capital) and capital gains of a financial nature to the concept of income-entry (ie those income, also differential, where the shop exists but use of capital does not arise as a direct result of the production proceeds thereof). With particular reference to the interests - that constitute the income of capital for excellence, together with dividends - has also shown that, from an accounting point of view and in a perspective of corporate taxation, these proceeds are comparable to all other costs while under a more strictly microeconomic, the same are in fact an income and, therefore, differ from ordinary charges for factors of production. From the perspective of economic theory of the remuneration of production factors, in fact, the interest is, in a sense, comparable to wages and profits. Therefore, even if at the macro-economic interests - unlike income from production activities in the strict sense - not contribute to the formation of national income (GDP) being a breakdown in the form of annuity, the national economic value added. Another salient theme is that the measure in the rate of taxation of financial income that assumes central importance in our tax system, where such income received by individuals outside the exercise of business activities, usually are not taxed as other income through progressive taxation but undergo a proportional levy replacement. Most of the cases in financial income is in fact assessed at 12.50%, which may seem rather modest and, therefore, from many it expects a rise. However, one must consider that much of the financial performance of the recovery is not income but capital eroded by inflation. In other words, the yield from the securities is, first, to preserve the purchasing power of invested capital in the sense that one can speak of a real income only if it manages to cover inflation, otherwise determines a loss of real capital. Therefore, the decision remained at a relatively low rate, given the nominalistic criterion of our tax system that provides indexing, grants a kind of compensation to offset the disadvantage of inflationary erosion. It was also revealed that the "success tax" of financial income is largely attributable to the low level of tax rate but also the role of intermediaries will be responsible for all (or almost) instrumental and procedural requirements intended for the performance tax obligations. It 's obvious fact, the central role of intermediaries-"great debt" in the system for taxation of financial income, both in the application of withholding tax or capital gains tax replacement under both regimes of savings managed and operated for the taxation of income, other financial in nature (schemes to which you have given wide coverage in the discussion). As correctly noted in the literature, the broker "provide a certain security of investment, but tax the income in a kind of apotheosis of corporate taxation, which sees very occasional action of a fiscal intermediaries who trusts completely, usually with reason. In contrast, income earned outside of these structures, private companies and private or unstructured, are usually hidden from the tax. " Financial intermediaries involved in the taxation of investment income – paying directly or indirectly income to various stakeholders (ie employees, consultants, shareholders, customers, etc..) and, as a tax substitute, making withholding source as an advance od'imposta and substitute taxes on investment income and all consequences arising from compliance-related equipment - represent the case of more rigid corporate-administrative organization; they are, in fact, operators of large or very large sizes, making use of standardized procedures, complex and are subject to a number of internal and external controls. It is therefore clear that the taxation of capital gains, made through CDs "Large taxpayers", is the excellence of corporate taxation, as the "financial wealth" is channeled and taxed through banking and other financial firms. However, the current system of taxation of financial income, as fairly efficient is not uniform and sometimes is not neutral, thus highlighting the scope for improvement. This refers, among others, the "mismatch" represented by the existence of a double (triple, actually) the level of tax rates, the difference in timing of the taxation of Italian investment funds (taxed under the income accruing) and of investment funds harmonized Community (taxed at realization) and the different characteristics of different systems of taxation of savings. Pending the increasing importance of international capital mobility, it was decided to also analyze briefly the treatment of transnational financial income and outgoing (outbound incomes) and incoming (inbound incomes).
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LIPPI, ANDREA. "Gli investimenti non finanziari nel private banking: scelte strategiche, aspetti tecnico-valutativi e modalità di customer relationship management." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/115.

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Abstract:
L'obiettivo della ricerca è evidenziare se l'investimento in beni non finanziari è preso in considerazione dalle private banks operanti in Italia nella costruzione dei portafogli dei loro clienti facoltosi, se nel processo di ottimizzazione siano seguite le logiche della modern portfolio theory e quali modalità vengono adottate nella fase di presentazione delle performance. si procede quindi ad esaminare gli investimenti in oro, in arte, in diamanti, in vino e in immobili per verificarne gli impatti sulla rischiosità e sulle performance di portafoglio.
The goal of this thesis is to verify if private banks that operate in Italy use goods as investment for diversifying HNW or U-HNW individuals portfolio, if they take in consideration the modern portfolio theory for asset allocation and how performances are presented to investors. So it analyses the investment as gold, real estate, art, diamond and wine to achieve the impact of them on portfolio risk and performance.
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Books on the topic "Investimenti finanziari"

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Mannheimer, Renato. Occhio alla borsa: Gli italiani e gli investimenti finanziari. Milano, Italy: FrancoAngeli, 2001.

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Centro pontino di iniziative giuridico sociali and Convegno nazionale "Mafia e investimenti" (1986 : Latina, Italy), eds. Gli Investimenti della mafia: La difesa del sistema economico finanziario. Ancona: Nuove ricerche, 1987.

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Moretti, Anna, and Francesco Zirpoli. Osservatorio sulla componentistica automotive italiana 2021. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2021. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-564-3.

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Abstract:
Nel 2021 il mondo ha dovuto fare i conti per il secondo anno di fila con la crisi sanitaria ed economica determinata dalla diffusione del virus COVID-19. Per l’industria dell’auto la crisi ha prodotto una serie di effetti sia sull’offerta sia sulla domanda, tra cui la crisi dei semiconduttori, l’incertezza economica legata alla crisi sanitaria, e la decisa accelerazione, a trazione EU, della transizione verso la mobilità elettrica. Per la filiera automotive italiana, ulteriori incognite sono legate alla formazione di Stellantis e il conseguente spostamento del baricentro decisionale fuori dall’Italia. Il quadro che emerge dal rapporto 2021 dell’Osservatorio è quello di una filiera i cui risultati in termini di fatturato, produzione ed export continuano ad essere in contrazione, e che necessita con urgenza dell’avvio di un programma di investimenti pubblici per sostenere l’attrattività di investimenti privati in Italia, e del rilancio dei poli italiani di eccellenza attraverso nuovi investimenti in ricerca e sviluppo, struttura manageriale, risorse finanziarie e una rinnovata capacità di ‘fare rete’.
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Lobuono, Michele. La responsabilità degli intermediari finanziari: Profili di tutela civile nei servizi di investimento. Napoli: Edizioni scientifiche italiane, 1999.

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5

Civale, Fabio. Il contenzioso bancario e finanziario: Usura, anatocismo, servizi di investimento, derivati, leasing. Roma: Aracne, 2014.

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6

Carriero, Giuseppe. Statuto dell'impresa di investimento e disciplina del contratto nella riforma del mercato finanziario. Milano: Giuffrè, 1997.

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7

Cossu, Monica. La "gestione di portafogli di investimento" tra diritto dei contratti e diritto dei mercati finanziari. Milano: Giuffrè, 2002.

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8

Sergio, De Angeli, Benanni V, Unione fiduciaria, and Associazione Necchi, eds. I Fondi comuni di investimento mobiliare di diritto italiano: Aspetti giuridici, tributari, tecnici e finanziari. Milano, Italy: F. Angeli, 1985.

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9

Parrella, Filippo, and Marco Tofanelli. Banche, promotori e Internet nell'offerta di prodotti finanziari: La pratica e la normativa dell'offerta fuori sede e a distanza di prodotti finanziari e servizi di investimento. Milano: Il sole 24 ore, 2000.

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Capire I Mercati Finanziari: Impara la Finanza Tramite Strategie Operative per I Mercati Finanziari, Analisi Tecnica per Neo Investitori Ed Investimenti Finanziari Intelligenti. Independently Published, 2021.

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Conference papers on the topic "Investimenti finanziari"

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Cerasoli, Mario. "Rigenerazione e centralità urbane vs sprawl." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7949.

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Abstract:
Le aree urbane centrali, storiche e non, hanno dimostrato, nell’ultimo quindicennio, una straordinaria vitalità e una sorprendente capacità di mettere in atto strategie di rilancio. A dispetto di un annunciato, ma mai verificatosi, declino epocale del proprio ruolo, le realtà urbane continuano a presentarsi come un luogo privilegiato di crescita economica e di sperimentazione sociale e culturale, e si rivelano oggi autonome protagoniste, inserendosi nei circuiti economici innovativi, attirando dall’esterno nuove risorse, finanziarie ed umane, ed incrementando flussi turistici e culturali. Molte operazioni di riqualificazione di siti industriali e portuali sono state completate, producendo effetti positivi nell’attrazione di nuove attività e di investimenti e benefici in termini di miglioramento della qualità urbana. Nonostante la prefigurazione di realtà in cui la diffusione delle tecnologie telematiche e le forme di produzione e comunicazione immateriale, avrebbero determinato decentramenti e indifferenze localizzative, nelle città si assiste ad una rinnovata concentrazione delle più importanti funzioni politiche, direzionali, strategiche e finanziarie, nonché ad una consolidata importanza delle interazioni face-to-face, che restano un fattore rilevante per la costituzione di reti funzionali ad attività lavorative. Questi temi hanno caratterizzato la Sessione Rigenerazione urbana vs Sprawl. In the last 15 years, central urban areas demonstrated a particular vitality and an amazing capacity to put in place recovery strategies. In spite of an announced, but never happened, epochal decline of their role, urban realities continue to present themselves like a privileged place of economic growth and social and cultural experimentation. They appear as independent protagonists, inserting themselves in innovative economic circuits, attracting new finance and human resource from the outside, increasing tourist and cultural flows. A lot of industrial and port sites renovation have been completed having a positive effect in attracting new activities, investments and improvement of urban quality. In spite of forecasts of a reality in which the broadcast of technologies and immaterial form of production and communication would have led to decentralization and indifference as to localization, inside the city, there is a refocusing of the most important political, strategic, management and financial functions, as well as consolidation of the importance of interactions “face – to – face”, that are a really important factor for the constitution of a new functional network and work activities. These themes have characterized the Session Urban Regeneration vs Sprawl.
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