Dissertations / Theses on the topic 'Inventario archivistico'

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1

Vivian, Alice <1991&gt. "Il fondo Tiziano Terzani (1938-2004) : inventario archivistico analitico." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17029.

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Abstract:
In questa tesi si descrive l'intervento archivistico svolto sul fondo Tiziano Terzani, noto giornalista, corrispondente di Der Spiegel e collaboratore di altre testate italiane ed estere, attualmente conservato presso la Fondazione Giorgio Cini ETS di Venezia, che è stato effettuato nel periodo compreso tra luglio 2017 e luglio 2019. Il risultato di questo intervento, che costituisce il corpus della tesi, è l'inventario analitico del fondo, ossia lo strumento principe per l'identificazione, la descrizione, la tutela, la valorizzazione e la fruizione di un fondo archivistico. Tale strumento è stato redatto secondo la classica tripartizione: introduzione storico-istituzionale, storico-archivistica e metodologica; descrizione analitica del fondo secondo le norme internazionali; indice dei nomi di persona, famiglia, ente, luogo. Segue l'appendice documentaria e iconografica, che propone riproduzioni di documenti significativi e testimonianze fotografiche delle operazioni svolte. Scopo di questo lavoro è quindi sia quello di fornire una visione d'insieme dell'archivio, che permetta un sicuro orientamento generale nel fondo ed un suo inserimento nel contesto degli altri archivi privati conservati dalla Fondazione Cini, sia di realizzare una descrizione dettagliata per un facile accesso ai singoli documenti, grazie soprattutto alla particolare attenzione che si è riservata alle modalità con cui il soggetto produttore ha organizzato le proprie carte.
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2

Mocchiutti, Iuris <1981&gt. "Il fondo Strade, piazze, mura, fiere e mercati, stazi, fabbriche (sec. XIV-XIX). Inventario archivistico analitico." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18898.

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Abstract:
Il fondo Strade, piazze, mura, fiere e mercati, stazi, fabbriche (vulgo Strade, piazze e fabbriche), appartenente all’Archivio civico antico di Padova ora conservato presso il locale Archivio di Stato, è composto dalla documentazione prodotta dalle magistrature cittadine che, durante il periodo di dominazione veneziana e quello napoleonico, si occuparono della gestione degli edifici (fabbriche), delle strade e delle piazze pubbliche, dell’utilizzo del suolo pubblico per fiere e mercati o con stazi permanenti, e del controllo sulle attività edilizio-urbanistiche e commerciali private. Si tratta pertanto di un fondo per materia, frutto dei riordinamenti cui fu sottoposta la documentazione cittadina nel corso dell’Ottocento dal personale del Museo civico di Padova. Con la redazione di questo inventario archivistico analitico – che si presenta nella classica tripartizione in introduzione storico-istituzionale, storico-archivistica e metodologica, schede descrittive e indice – si è voluto quindi tentare di ovviare alla destrutturazione attuata con i riordinamenti per materia, fornendo agli studiosi uno strumento di descrizione e ricerca, il più possibile analitico, che rappresenti la vastità, la complessità e la varietà documentale di questo fondo, composto da 129 buste e ricco di fascicoli cartacei, pergamene, volumi e registri, disegni e stampe, dal quale far emergere un’inedita storia della città di Padova.
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3

Cogo, Desy <1987&gt. "Inventario archivistico del fondo 'Sistemazione Fluviale' dell'Ufficio civico dei Lavori Pubblici del Comune di Padova (1929 - 1943)." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4796.

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4

Spagni, Marco <1983&gt. "Le carte perdute e ritrovate: la parte antica dell’archivio della Comunità e del Comune di Caldonazzo (1470-1896) Vicende storiche e inventario archivistico." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18522.

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Abstract:
La tesi consiste nella redazione dell’inventario analitico della parte più antica dell’archivio della Comunità e del Comune di Caldonazzo, composta da novantanove unità archivistiche e un diplomatico di quarantasei unità documentarie, cartacee e pergamenacee, e nella ricostruzione delle vicende archivistiche occorse a questo “frammento d’archivio” uscito dall’archivio comunale presumibilmente alla fine dell’Ottocento, ritrovato nei primi anni Duemila presso la Biblioteca del Convento di San Bernardino di Trento e riconsegnato al Comune di Caldonazzo nel 2015. Il fondo copre un arco cronologico di più di quattro secoli (1470-1896) e rappresenta un’importante testimonianza per la storia della comunità caldonazzese, in quanto composto da provvedimenti normativi, atti di compravendita, documenti di locazioni dei beni comuni (pascoli, boschi e zone di pesca) e fascicoli di contenziosi, in particolare questioni di confine, daziarie e fiscali. La struttura del lavoro è quella classica degli strumenti di descrizione archivistica, suddivisa in tre parti: introduzione con ricostruzione della storia istituzionale e archivistica del fondo e della metodologia di riordino e di redazione dell’inventario; schede archivistiche analitiche; indice dei nomi di persona, dei luoghi e delle istituzioni, per consentire una più facile consultazione.
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5

Marcolin, Francesca <1984&gt. "Processi penali celebrati a Padova in un periodo di transizione: 1797-1801. Inventario archivistico analitico delle bb. 469-493 del fondo "Archivio giudiziario criminale"." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6083.

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Abstract:
La tesi ha come oggetto l'inventariazione delle buste nn. 469-493 del fondo "Archivio giudiziario criminale" conservato nell'Archivio di Stato di Padova; esse contengono soprattutto fascicoli di processi penali celebrati a Padova e nel territorio circostante in un periodo di repentini cambiamenti politici, ossia tra gli ultimi anni del secolo XVIII e il primo del XIX. Di queste carte sono state redatte delle schede archivistiche descrittive, si è inoltre ricostruita la storia del fondo e quella dei soggetti produttori. Le schede sono state indicizzate per consentire maggiori chiavi di accesso alla documentazione descritta.
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6

Della, Bianca Matilde <1995&gt. "La serie "Sentenze e conciliazioni dei Giudici di Pace di Aviano e Maniago" (1807-1813) del fondo "Pretura di Maniago" (1807-1948). Inventario archivistico analitico." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19639.

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Abstract:
Il presente lavoro nasce da una preliminare ricognizione del fondo della Pretura di Maniago conservato nell’Archivio di Stato di Pordenone e prende in esame in sub-fondo composto da sedici volumi di sentenze dei giudici di pace di Aviano e Maniago emesse durante il periodo napoleonico (1807-1813). Lo studio vuole indagare la peculiare e poco studiata figura del giudice di pace all’interno del territorio friulano, e non solo, in un contesto di grandi cambiamenti istituzionali caratterizzati dalla necessità di razionalizzazione dell’organizzazione amministrativa e giudiziaria ed analizzando l’impatto di questa condizione a livello archivistico. Si è investigato sui motivi della presenza di carte della giudicatura di pace di Aviano unite a quelle della giudicatura di pace di Maniago, sulla soppressione dell’istituzione e sugli elementi di dissomiglianza e continuità con le successive.
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7

COSSU, PAOLA. "Guido Piamonte, un critico musicale di eredità malipieriana. Trattamento archivistico e studio del fondo Guido Piamonte conservato alla Fondazione Ugo e Olga Levi di Venezia. Volume 1. Trattamento archivistico, profilo del soggetto produttore e sua contestualizzazione (1930-1950). Volume 2. Inventario analitico della serie Rassegna stampa." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2022. http://hdl.handle.net/11584/328753.

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Abstract:
The focus of my doctoral research is the Guido Piamonte Collection conserved in the archives of the Ugo and Olga Levi Foundation in Venice. The work consists of two volumes dedicated, one to the archival treatment of the collection and its producing subject, with the consequent historical contextualization, the other to the analytical inventory of the series called ‘Newspaper clipping’. The first volume completed by the inventory of the articles contained in the series reserved for them and four appendices: a table that reconstructs the structure of the collection, a table of the documentary units dated between the thirties and fifties, a transcription of the articles treated within the thesis, and a last appendix in which the letters from Guido Piamonte to Gian Francesco Malipiero (his teacher) preserved in the Gian Francesco Malipiero Collection of the Giorgio Cini Foundation in Venice are listed. The first chapter focuses specifically on the description of the collection ‘Guido Piamonte’. Donated to the Ugo and Olga Levi Foundation by his sister Giannina, the ‘Guido Piamonte’ collection consists of three series: ‘Library’, ‘Miscellaneous’ and ‘Newspaper clipping’. This latter gathers more than seven thousand articles written by Piamonte between the 1930s and 1980s. The second chapter aims to frame the journalistic environment in which the collection's producer has operated and outline the characteristics of his journalism. After an excursus on the general situation of Italian and Venetian journalism after World War II, the study examines, from a quantitative and qualitative point of view, the Piamonte’ journalistic collaborations. Fully inscribed in the Italian twentieth century, Piamonte's activity is clearly divided into two periods, distinct from the watershed year of his journalistic production, 1945. Only the long-lasting collaboration with the newspaper ‘Gazzettino’ crosses this date and the turbulences of 1943-45. The third chapter concentrates on the following area: it outlines the situation of Italian music criticism between 1930 and 1950, and then, through Piamonte's writings, it examines the approach and methods of his journalism in relation to national cultural tendencies, including Croce's aesthetics. The last chapter reconstructs Piamonte's view on Venetian cultural and musical life and that of its institutions. Piamonte's relationship with Gian Francesco Malipiero, which began as a master-pupil relationship and was troubled by Malipiero's complex character but also rich in important episodes, contributes to expand the biography of both critic and composer. Furthermore, the Piamonte’s vision of the Venetian institutional dynamics provides a singular perspective of the events that involved, for example, the Teatro La Fenice and the International Festival of Contemporary Music in the problematic period between the Second World War. The praise of musical progress, common in the writings of the Venetian years (1930-1950), will no longer be credited to the new avant-gardes; on the contrary, Piamonte will not miss an opportunity to emphasize the decadence of Italian music in the second half of the twentieth century. The experience of the Venetian years, so determining in the years of his formation, would become paradigmatic in his activity as critic in the late period. The second volume of the thesis consists of a description of the ‘Newspaper clipping’ series of the Piamonte collection. Since this treatment is not the common practice for such kind of series, it is necessary to research and develop descriptive criteria based on international standards. The thesis therefore also fulfills an archival task of this type.
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8

Candeo, Silvia <1980&gt. "INVENTARIO D'ARCHIVIO." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2672.

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9

Toschetti, Ilaria <1995&gt. "Archivio carrarese o carte di Pietro Ceoldo? Inventario." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19702.

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Abstract:
La tesi ha lo scopo di comprendere e descrivere, attraverso un inventario, il lavoro di raccolta documentaria, frutto dello studio erudito e della operosa ricerca di documenti carraresi, di Pietro Ceoldo, sacerdote padovano e segretario devoto della famiglia carrarese Papafava, nato a Padova nel 1738 e morto nel 1813. La raccolta, denominata «Papafava-Ceoldo», è conservata presso l'Accademia Galileiana di Scienze, Lettere ed Arti in Padova e fu descritta nel 1917 da Luigi Torri, bibliotecario e musicologo, nato a Bondendo, in provincia di Ferrara e trasferitosi a Padova, nel 1905, per lavorare presso la biblioteca universitaria. L'inventario proposto ha lo scopo di descrivere la raccolta secondo regole archivistiche, non seguite nella precedente descrizione e presentando un indice dei nomi di persona e famiglia, località, istituzioni e cariche civili e dignità ecclesiastiche, autori citati e cose notevoli, essenziale per permettere la consultazione dell'inventario.
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Tonietto, Nicola <1990&gt. "Lo spirito dei documenti: Poli Distillerie. Inventario dell'archivio." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21966.

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Abstract:
La tesi consiste nell'elaborazione dell'inventario dell'archivio aziendale delle Poli Distillerie di Schiavon (VI), storica realtà artigianale nel campo della distillazione della grappa e altri liquori. L'inventario è introdotto da una parte iniziale in cui viene ricostruita la storia dell'azienda e della famiglia che gestisce l'impresa sin dalla fondazione nel 1898, una seconda parte descrive la storia dell'archivio aziendale e in una successiva il lavoro e le metodologie adottate per la sistemazione dell'archivio e l'elaborazione dell'inventario.
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Volpin, Marianna <1988&gt. "Inventario analitico dell'archivio del comune soppresso di Concadirame (Ro)." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3242.

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Zigiotti, Lia <1995&gt. "Pordenonese per scelta: le carte dello storico Andrea Benedetti (1896-1978). Inventario." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17362.

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Abstract:
La tesi consiste nell'inventario dell'archivio di Andrea Benedetti, storico di Rovigno d'Istria nato nel 1896 e morto in provincia di Pordenone nel 1978. Il fondo è conservato oggi presso l'Archivio di Stato di Pordenone dove fu donato dal figlio nel 1980. Il Benedetti dedicò i suoi studi principalmente all'araldica istriana, alla storia friulana e in particolare a quella pordenonese. La parte più consistente del fondo (composto da 41 buste e poche altre unità disomogenee, suddivise in quattro serie) è formata dalle bozze di articoli e monografie, sia editi che inediti, e dalla corrispondenza scientifica. Il lavoro si è innestato su un progetto di riordino sviluppato fra il 1997 e il 2007 circa che però non era stato concluso e non aveva prodotto né soluzioni idonee né strumenti di ricerca: l'obiettivo di questo lavoro è stato quindi quello di descrivere la documentazione per mezzo del software Archimista 3.1.0, di razionalizzare le soluzioni adottate dal precedente riordino e di rendere finalmente accessibile all'utenza la documentazione prodotta da Andrea Benedetti.
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Giusti, Gaia <1996&gt. "L’archivio parrocchiale della B.V. del Carmine di Udine: storia, riordino e inventario." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19686.

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Abstract:
In questa tesi ho voluto redigere l’inventario e studiare la storia dell’archivio parrocchiale della B.V. del Carmine e dei SS. Pietro e Paolo di Udine, una delle più antiche parrocchie cittadine. Essa raccoglie in sé due chiese: S. Pietro apostolo, antica chiesa parrocchiale non più esistente, e l’attuale chiesa della B.V. del Carmine. Fu inoltre sede di due diversi conventi: prima di un gruppo di Carmelitani calzati, tra il 1525 e il 1770 e successivamente di un gruppo di Minori conventuali, tra il 1771 e il 1806. Entrambi i conventi furono smantellati a causa di successive soppressioni delle congregazioni religiose per mano veneziana e napoleonica. L'archivio parrocchiale è tuttora conservato nella canonica, in buone condizioni ma privo di strumenti di corredo. Dopo un attento studio e piccoli interventi di riordino, ne ho steso l’inventario: per la struttura ho preso come esempio gli alberi archivistici e le serie presenti in Ecclesiae Venetae, mentre per la sua realizzazione formale mi sono attenuta alle schede descrittive del software Arianna, dal quale deriva CEI-Ar, applicativo voluto dalla CEI per la descrizione degli archivi storici ecclesiastici. In questo modo il mio lavoro si pone come una solida base per una eventuale futura adesione ai sistemi informativi degli archivi storici della chiesa. Inoltre, per rendere la tesi più completa ho cercato di rintracciare gli archivi dei Carmelitani e dei Francescani che vi hanno dimorato, attualmente non più conservati nella canonica.
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Garofalo, Giovanna <1986&gt. "Il fondo “Avvisi” dell’Archivio di Stato di Venezia. Inventario analitico e proposta di riordino." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14184.

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Abstract:
Lo scopo della tesi è quello di redigere un inventario analitico e una proposta di riordino, per permettere una migliore consultazione del fondo "Avvisi", conservato nell'Archivio di Stato di Venezia. È riunito sotto questo fondo materiale di natura varia: lettere e dispacci originali di informatori ufficiali e ufficiosi, dispacci replicati, avvisi e sommari di avvisi. La cosa che accomuna questi documenti è il loro scopo, ovvero la trasmissione e il controllo delle informazioni dirette a Venezia o da Venezia inviate in altri luoghi. Si è sentito il bisogno di attuare un'attenta revisione critica del lavoro svolto in precedenza e la creazione di uno strumento di corredo, sia per le indicazioni relative al fondo sia per la descrizione dello stesso. Il fondo, che nella Guida generale degli Archivi di Stato del 1966 contava 40 pezzi, da una precedente inventariazione sommaria, risulta mancante di 22 pezzi. In seguito all’attuale lavoro, invece, si arriverà a contare un totale di 30 pezzi.
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Grazia, Mura Angela. "L’archivio dell’Ufficio capitaniale e vicariale di Fassa. Sezione di Antico regime (1550-1803)." Doctoral thesis, Università di Siena, 2018. http://hdl.handle.net/11365/1046842.

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Abstract:
Angela Grazia Mura L’archivio dell’Ufficio capitaniale e vicariale di Fassa. Sezione di Antico regime (1550-1803) Tesi di dottorato in Beni culturali e Storia medievale discussa presso l’Università degli studi di Siena a.a. 2016-2017, tutor prof. Andrea Giorgi Abstract Oggetto della ricerca è lo studio dell’archivio dell’Officio capitaniale e vicariale di Fassa di Antico regime, nell’arco di tempo compreso tra l’inizio di una organizzata e strutturata produzione documentaria (1549) e la secolarizzazione del Principato vescovile di Bressanone (1803), organismo statuale dell’Impero del quale esso amministrava la circoscrizione territoriale (giudizio) corrispondente all’omonima valle, oggi nella porzione nord-orientale del Trentino (I). Lo studio della struttura ordinamentale dell’archivio e dal suo inventario, oggetto della parte centrale del lavoro, consente di delineare il contesto di produzione, trasmissione e conservazione documentaria, il funzionamento della cancelleria principale dell’ufficio e le sue relazioni con quelle periferiche, ma anche gli strumenti di cui il potere principesco si serviva per amministrare la giustizia e le proprie rendite dal territorio. Ne emergono elementi di dettaglio per tratteggiare il quadro delle competenze istituzionali dell’ente produttore – di controllo politico e di amministrazione della giustizia, della fiscalità e delle rendite economiche vescovili in Valle –, che si sono espresse, nell’arco di questi due secoli e mezzo, attraverso la documentazione scritta. La descrizione del profilo storico-istituzionale del Giudizio di Fassa e delle relazioni verticali – con il Principato da una parte e con le sue comunità dall’altra – e trasversali, con i giudizi circumvicini con il potere principesco vescovile, che viene presentata nella prima parte del lavoro, consente di collocare opportunamente le modalità di inquadramento di terre, persone e comunità entro il quadro giuspubblicistico. Lo studio del fondo archivistico lasciato dall’Ente, oggi conservato presso l’Archivio di Stato di Trento, e l’inventario, a livello di fascicolo, delle 430 unità individuate, vengono presentati nella seconda parte del lavoro, con un’opportuna premessa sulla struttura ordinamentale e sulle vicende archivistiche otto- e novecentesche. Le opere consultate – manoscritte, al di fuori del fondo oggetto dello studio, e a stampa – sono riportate nella terza parte del lavoro, assieme all’edizione di documenti inediti relativi alla Val di Fassa ritenuti di particolare rilevanza per illuminare l’assetto costituzionale del Giudizio e le dinamiche di produzione e conservazione documentaria. I motivi di interesse storico e culturale di questa ricerca derivano dalla posizione della Val di Fassa, posta a cerniera tra l’area culturale tedesca e quella italiana, e parte integrante di un enclave ladino-dolomitico, e dal suo essere profondamente compenetrata di usi giuridici provenienti da ciascuna di queste tradizioni. Le stesse procedure di documentazione che troviamo attestate in questo distretto, mostrano dagli albori della prima Età moderna, in piena aderenza con quanto vediamo accadere nello stesso torno di anni nei territori di lingua tedesca sottoposti allo statuto della Contea del Tirolo o al principe vescovo di Bressanone, ove vigevano statuti locali allineati a quelli tirolesi, i segnali di una precoce statalizzazione delle funzioni in area italiana comunemente assolte dai notai e la progressiva assunzione della pubblica scritturalità in capo alle cancellerie degli organi locali. Questo determinante passaggio, dai primi anni del XVI secolo, segnala una radicale trasformazione nelle modalità di conferimento della riconoscibilità pubblica ai documenti: all’affievolirsi dell’istituto notarile corrisponde, infatti, una presenza più assidua del sigillo quale elemento di validazione degli atti. A cavallo tra Quattro- e Cinquecento la documentazione di tutti i rapporti di diritto civile dei soggetti privi di autonoma capacità di validare con un proprio sigillo i negozi giuridici inerenti ai propri beni e ai propri diritti (riservata al ceto nobiliare, all’alto clero e alle città, poi estesa progressivamente alla nobiltà minore, ai ministeriali, al notabilato urbano e rurale), quindi di cives e di contadini («bey Stetten und Gerichten»), venne fatta convergere verso le cancellerie dei giudizi (cittadini o rurali) e validata con il sigillo del giudice, ovvero del capitano e vicario: nella fascia territoriale governata o orientata allo Statuto tirolese non più il notaio ma l’ufficiale del giudizio – quindi l’emissario sul territorio del potere signorile – conferiva, con la sua autorità, fides publica agli accordi stipulati fra privati, apponendovi il proprio sigillo e facendo registrare l’atto stesso tra le scritture ufficiali. L’assolvimento di queste competenze impose, a partire dal primo XVI secolo, d’individuare adeguati strumenti per instaurare il controllo centrale sullo stato delle proprietà ai fini della perequazione fiscale. In questa direzione si rivelò strategico attingere allo stato delle proprietà reali e alla situazione patrimoniale della popolazione, tenendone registrazione ufficiale in appositi libri di archiviazione o d’insinuazione aggiornati e conservati dai giudizi, chiamati in lingua locale Verfachbücher. La diffusione della tipologia documentaria dei Verfachbücher riguardò le giurisdizioni tirolesi soggette ai conti del Tirolo e all’episcopato brissinese, e quindi la stessa Valle di Fassa e il confinante Giudizio di Livinallongo, mentre nelle giurisdizioni tirolesi sottratte all’episcopato trentino – come il Primiero e le altre ai Confini d’Italia – o alla Repubblica di Venezia – come Ampezzo – si lasciò sussistere il diritto vigente e con esso la prassi notarile di validazione e conservazione degli atti. Si delinea così una mappa di distribuzione abbastanza frastagliata e non immediatamente sovrapponibile né, da una parte, ai confini dei territori soggetti allo statuto del Tirolo, né, d’altro canto, ai territori ove prevaleva la lingua tedesca. In numerosi istituti del diritto di famiglia, particolarmente riguardanti il diritto di successione e la trasmissione dei diritti reali, ed in quelli del diritto comunitario, che ebbero riflessi visibili non solo nell’organizzazione delle comunità insediate e nello sfruttamento delle risorse collettive ma anche e nell’evoluzione dei nuclei abitati, la Valle di Fassa guarda invece, in prevalenza, alle vicine comunità trentine, e in particolare alla Valle di Fiemme. Lo spaccato offerto sulla storia istituzionale del Giudizio di Fassa offre dunque numerosi spunti di collegamento con i processi di sviluppo storico della regione trentino-tirolese nella Prima età moderna.
The PhD thesis deals with the archival fonds produced by the Officio capitaniale e vicariale di Fassa (the Captain’s and Vicar’s Office of Val di Fassa, I-TN), covering a period from the middle of the 16th century – when the structured organisation of the archives began – to the secularisation of the see of the Prince Bishop of Bressanone at end of the 17th century. From this small state body within the German Empire the Fassa Officio administered the territory and population of Val di Fassa, which is nowadays part of North-East Trentino. The 430 descripted units of the fonds created by this institution are now preserved in the State Archives in Trento. The first part deals with the institutional history of the Fassa Officio and the pattern of government – with the Officio on the one hand as a link between the Prince Bishop and the rural community and, on the other hand, its relationship with the other Giudizi in the surrounding territory. It gives us an insight into the management of land, persons and community from a public law point of view. The analysis of the structure and inventory of the fonds, which constitutes the central part of the thesis, sheds light on the production, transmission and conservation of the written documentation of the main Chancellery of the Officio, and its relationship with the peripheral scribes, and also the means by which the Prince Bishop administered justice and kept track of his income from his lands. The range of competence of this administrative and jurisdictional body is well documented for over two centuries. In the third part of the thesis are listed published and manuscript sources; also the transcription and comment of unpublished documents relevant to Fassa and its constitutional organisation, and to show the custom of documentation. The historical and cultural interest of this research is related to the geographical position of Val di Fassa (which in Ladin means a “strip of land”), wedged between a German-speaking area to the North and an Italian-speaking area to the South, and at the same time an integral part of a Ladino Dolomite enclave. Val di Fassa is therefore a melting pot of various judicial and cultural customs. The keeping of public documentation in this area shows from the early modern period that the work previously carried out by notaries was being taken over by public officials. Documentation was becoming progressively the task of the chancelleries of the giudizi and of the local public bodies. The same was happening in most of the neighbouring German-speaking Tyrol as well as in the rest part of Prince Bishopric of Bressanone. This significant change at the beginning of the 16th century shows a radical transformation in the method of making documents probative (i.e. imbued with publica fides, public faith and credit): the custom of putting a seal on a document as a guarantee of authenticity went hand in hand with the weakening of the function of the notaries of the Latin tradition. Between the 15th and 16th century contracts between persons (cives and peasants) who were not allowed to validate with a seal of their own their legal transactions, needed to be written by public chancelleries and validated by a judge (only nobles, high-ranking clergy and towns had their own seal, which was later extended to lower-ranking nobles and the upper middle classes in towns and in the country). In the strip of land falling within the jurisdiction of the Tyrolean statute it was no longer the notary but the judicial officer, meaning the local lord’s emissary, who authenticated – fides publica – contracts between private parties. This he did by stamping his seal on the document and by officially registering the contract. From the 16th century on, in order to establish central control over property rights for tax proposes, people’s rights to property were entered in special archival registers kept in the Giudizi, known locally as libri di archiviazione or Verfachbücher. This type of documentation also spread to areas under Tyrolean jurisdiction, governed by the Counts of Tyrol and also in the see of Bressanone, which included Val di Fassa and the neighbouring Giudizio of Livinallongo. This change in the law did not however affect areas that were now under Tyrolean jurisdiction and no longer under the Bishop of Trento – i.e. Primiero and the other Giudizi on the Italian border – or under the Republic of Venice – such as Ampezzo –, where the previous legal system continued to exist and the notary procedure continued as before. As we see, the pattern of distribution of these contract registers in the whole region is not strictly confined to German-speaking areas, nor to areas that came under the Tyrolean Statute. Val di Fassa, on the other hand, was primarily influenced by neighbouring Trentino – particularly by Val di Fiemme – with regard to the broad spectrum of private law including family law, property, testamentary law and community law. This in turn has affected not just the organisation of the community and access to jointly-owned resources, but indeed the whole pattern of settlement. Val di Fassa as case of study provides insight into the historic and institutional development of the whole Trentino-Tyrolean Region in the early modern age.
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Stignani, Alberto <1982&gt. "Gli archivi delle parrocchie soppresse della diocesi di Bologna: riordino, inventario e spunti di ricerca." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16236.

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Abstract:
La tesi prende spunto da un tirocinio curricolare svolto presso l’Archivio Generale Arcivescovile di Bologna. L’attività di tirocinio ha comportato il riordino dei materiali archivistici, la loro inventariazione e il ricondizionamento delle unità archivistiche, con conseguente assegnazione per ciascuna di un numero di corda. Il fondo delle parrocchie soppresse è attualmente composto dalla documentazione di 43 parrocchie, per una consistenza di circa 50 metri lineari. L’inventario che si propone vuole essere uno strumento di corredo utile alla conservazione e alla valorizzazione dei fondi stessi; secondariamente l’inventario vuole essere uno strumento al servizio degli studiosi, che saranno agevolati nel reperire i documenti utili alle loro ricerche. La tesi si sviluppa in introduzione, inventario, approfondimenti, bibliografia. Nell'introduzione accenno all’attività di tirocinio svolta e illustro le tipologie di documentazione inventariata, con riferimento alla normativa che ha regolato nel corso dei secoli la tenuta degli archivi parrocchiali. Contestualizzo anche la soppressione del 1986, che ha portato alla formazione del fondo oggetto di studio. L'Inventario è il cuore dell'elaborato, strumento fondamentale per la gestione dell'archivio ed esito dell'attività di riordinamento dei materiali. La descrizione dei fondi parrocchiali è preceduta da brevi accenni di carattere storico sulle parrocchie oggetto di studio. Successivamente ho condotto alcuni approfondimenti, partendo da alcuni pezzi archivistici che più mi avevano incuriosito e che potevano collegarsi a fatti o personaggi storici rilevanti, non solo a livello locale. Ho approfondito le tematiche oggetto di approfondimento con la lettura dell’edito, di queste letture do conto in bibliografia. L’elaborato è completato da una galleria fotografica, per dare conto dell’avanzamento del lavoro di inventariazione e illustrare i materiali archivistici oggetto di approfondimento.
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Brotto, Giacomo <1990&gt. "Le voci di San Giorgio. Inventario e digitalizzazione dei nastri magnetici della Fondazione Giorgio Cini." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17088.

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Gobbo, Giulia <1989&gt. "Archivio storico del comune di Padova: inventario analitico del fondo "Atti amministrativi per categorie" (anno 1930)." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4845.

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Abstract:
Scopo della tesi è redigere uno strumento analitico per la consultazione del fondo "Atti amministrativi per categorie" (anno 1930), che fa parte dell'Archivio storico del Comune di Padova. Tale strumento si compone di tre parti: introduzione storico- istituzionale, storico-archivistica e metodologica; schedatura analitica del fondo; indice dei nomi di persona e di famiglia, di località e delle istituzioni. Nella parte introduttiva è stato analizzato in particolare il contesto storico-istituzionale in cui ha operato il comune di Padova durante il primo trentennio del XX secolo e le vicende dell'archivio civico in quegli anni.
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Gioia, Ginevra <1991&gt. "Il riordino delle Carte Ugo Carrega al Mart di Trento e Rovereto – problemi, metodologia e inventario." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16258.

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Abstract:
La documentazione prodotta dall’artista verbovisuale Ugo Carrega e denominato “Carte Ugo Carrega”, fa parte di un complesso documentario più ampio: la “Donazione Valeria e Ugo Carrega”, conservata dal 2015 presso il Mart di Trento e Rovereto. I materiali della donazione testimoniano oltre 50 anni di attività di un esponente di un movimento d’avanguardia sotto ogni suo aspetto: dal ruolo di artista, a quello di teorico e promotore della corrente. Il problema di fondo è che la donazione è di fatto stata divisa all’interno dell’istituto tra archivio, biblioteca e gabinetto della grafica, in base della diversa natura dei materiali. Questo lavoro, su richiesta del personale dell’Archivio del ‘900 del Mart, ha avuto come obiettivo quello di riordinare le “Carte Ugo Carrega”, confrontandole anche con il resto della donazione e ridiscutendo le spartizioni fatte in passato, e di realizzare una loro descrizione analitica, fornendo inoltre uno strumento di raccordo che restituisca l’interezza della donazione. L’elaborato è diviso in tre parti: la prima, d’introduzione, riporta la biografia di Carrega, le vicende che hanno interessato il corpus e l’esposizione della metodologia secondo la quale è stato svolto il lavoro. Seguono l’inventario e un’appendice nella quale sono riportati materiali utili alla comprensione delle scelte fatte e dei documenti contenuti nel corpus. I materiali della donazione testimoniano oltre 50 anni di attività dell’esponente di un movimento d’avanguardia sotto ogni suo aspetto: dal ruolo di artista, a quello di teorico e promotore della corrente. L’oggetto di questa tesi di laurea magistrale è stato suggerito dal personale dell’Archivio del ‘900 del Mart e gran parte del lavoro è stata realizzata dalla sottoscritta in occasione di un tirocinio formativo svolto presso l’archivio del museo nell’estate 2019. L’elaborato è diviso in tre parti: la prima, d’introduzione, riporta la biografia di Carrega, le vicende che hanno interessato il corpus e l’esposizione della metodologia secondo la quale è stato svolto il lavoro. Seguono l’inventario e un’appendice nella quale sono riportati materiali utili alla comprensione dei documenti contenuti nel corpus.
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Notolini, Giulia <1991&gt. "L’archivio dell’Orto botanico di Padova e dei suoi prefetti (1763-1915): inventario analitico, vicende istituzionali e profili biografici." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13543.

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Abstract:
L’Orto botanico di Padova fu istituito nel 1545 per la coltivazione delle piante medicinali, ossia dei “semplici”, i medicamenti che provenivano direttamente dalla natura (hortus simplicium). Gli studenti di medicina si dedicavano a tali studi nei mesi estivi, quando non era possibile effettuare autopsie nel teatro anatomico a causa delle alte temperature. Tale istituto era retto da un direttore, tradizionalmente chiamato prefetto, che si occupava della gestione amministrativa dell’Orto botanico e della sovrintendenza ai lavori dei giardinieri, ricoprendo inoltre la cattedra di Botanica presso l’Università degli Studi di Padova. Il fondo archivistico oggetto di questo lavoro, conservato presso la storica biblioteca dell’istituto, è quindi composto, oltre che dall’archivio proprio dell’Istituto di epoca sette-novecentesca, anche dalla documentazione relativa all’attività scientifica di quattro tra i più importanti prefetti che hanno retto l’istituto in questo periodo: Giovanni Marsili, Giuseppe Antonio Bonato, Roberto De Visiani e Pier Andrea Saccardo. In tale carteggio si ritrovano infatti i documenti inerenti la docenza universitaria, la copiosa corrispondenza personale ed esperti botanici di fama internazionale e il materiale preparatorio per la redazione di saggi ed articoli scientifici. L’inventario analitico dell’archivio dell’Orto botanico di Padova e dei suoi prefetti, che costituisce la presente tesi, rappresenta quindi il principale strumento che si offre all’Istituto per la tutela della propria documentazione e agli studiosi per la valorizzazione dei suoi contenuti, ai fini della ricerca storico-scientifica. Esso è redatto secondo la classica tripartizione: introduzione storico-istituzionale, storico-archivistica e metodologica; descrizione analitica del fondo secondo le norme internazionali; indice dei nomi di persona, famiglia, luogo ed istituzione.
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Bitto, Alice <1987&gt. "I Registri di Classe della Scuola "A. Manzoni" di Parabiago Inventario analitico 1900-1970 ed elaborazione di un’applicazione di base di dati." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17216.

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Abstract:
La tesi deriva dall'attività di riordino e inventariazione della serie storica Registri di classe (1900-1970) conservata presso l'Istituto Comprensivo "A Manzoni" di Parabiago (Mi). Si è ricostruita la storia del fondo, della scuola e del museo scolastico ospitato presso la stessa e si sono presentate le schede archivistiche realizzate. Al fine di facilitare la fruibilità dei documenti trattati, in particolar modo delle Cronache di vita della scuola contenute nei registri, si è elaborata un'applicazione di basi di dati sfruttabile pre progetti didattici e di valorizzazione.
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Gallo, Lidia <1986&gt. "Archivio storico del comune di Due Carrare (PD): inventario analitico dei fondi “Congregazione di Carità ed Ente comunale di assistenza – ECA” dei comuni soppressi di Carrara Santo Stefano (1867-1979) e Carrara San Giorgio (1891-1979)." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5488.

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Abstract:
Laureanda: Gallo Lidia 839661 Titolo tesi: Archivio storico del comune di Due Carrare (PD): inventario analitico dei fondi “Congregazione di Carità ed Ente comunale di assistenza – ECA” dei comuni soppressi di Carrara Santo Stefano (1867-1979) e Carrara San Giorgio (1891-1979) L’elaborato qui presentato è la realizzazione di un inventario dei fondi archivistici “Congregazione di Carità poi Ente comunale di assistenza - ECA” dei due comuni soppressi di Carrara Santo Stefano e Carrara San Giorgio, che si sono unificati nel 1995 dando vita all’odierno comune di Due Carrare (PD). Nell’archivio storico del comune di Due Carrare sono perciò confluiti gli archivi dei precedenti due comuni. L’archivio è attualmente in fase di riordino e inventariazione. I due fondi “Congregazione di Carità poi Ente comunale di assistenza - ECA” dei comuni di Santo Stefano e San Giorgio fanno parte dell’archivio comunale come archivi aggregati, non erano mai stati schedati né riordinati; da qui è partita l’idea di realizzarne l’inventario. L’inventario è uno strumento descrittivo che si realizza alla fine di un processo di riordino, permette di orientarsi all’interno delle singole unità che compongono il fondo e consente la ricostruzione della struttura dell’archivio nella sua organizzazione originaria. Esso è composto da tre parti:  introduzione, in cui si ricostruisce la storia istituzionale dell’ente produttore, si da conto delle vicende accorse all’archivio nel corso del tempo e si presenta la metodologia di lavoro seguita;  sezione descrittiva (schedatura archivistica);  indice dei nomi di persone e famiglie, località, istituzioni e cariche e cose notevoli, strumento assolutamente indispensabile per facilitare la ricerca di informazioni all’interno della schedatura. Rispettando questa tripartizione, il lavoro che è stato fatto si compone di:  introduzione generale, in cui si ricostruisce la storia dei due comuni di Carrara Santo Stefano e San Giorgio, delle due Congregazioni di Carità, dei due Enti comunali di assistenza e dei loro relativi archivi; infine si spiega il metodo utilizzato per la realizzazione del riordino e dell’inventariazione;  schede archivistiche: ogni fondo “Congregazione di Carità poi Ente comunale di assistenza” è stato a sua volta diviso in due sub-fondi, rispettivamente “Congregazione di Carità” ed “Ente comunale di assistenza”, ognuno dei quali composto da tre serie: Gestione amministrativa, Gestione assistenziale e Gestione contabile;  indice dei nomi di persone e famiglie, località, istituzioni e cariche e cose notevoli. Grazie alla redazione dell’inventario si è potuta ricostruire una panoramica dell’assistenza effettuata nel territorio dei due comuni dal 1867 al 1978 circa, sottolineando diversità ed affinità. Il punto d’arrivo della realizzazione di questo mezzo di corredo è comunque quello di dare la possibilità di consultazione e di ulteriore studio dei documenti contenuti nell’archivio.
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Steffan, Annalisa <1994&gt. "Verso un inventario delle carte di Giuseppe Mazzariol e una proposta di riconnessione virtuale dei suoi archivi. Censimento analitico dei materiali dei fondi conservati presso la Fondazione Querini Stampalia e il Dipartimento Filosofia e Beni Culturali - Università Ca’ Foscari Venezia." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17177.

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Abstract:
Storico dell’arte, docente e politico, Giuseppe Mazzariol (Venezia, 1922 - Treviso, 1989) è stata una figura centrale del panorama culturale italiano dagli anni Cinquanta per il suo impegno e il suo innovativo approccio alla diffusione della cultura. A Venezia Mazzariol collabora con le maggiori istituzioni culturali - lo IUAV, l’Università Ca’ Foscari Venezia, la Fondazione Querini Stampalia, la Biennale Internazionale d’Arte, Università Internazionale d’Arte … - ed è attivo nel dibattito politico sul futuro della città lagunare, in particolare negli anni in cui presiede il Consorzio per lo Sviluppo Economico Sociale (CoSES). Oggi, la documentazione raccolta e conservata da Mazzariol nell’arco della sua brillante carriera compone i due archivi personali: l’Archivio Giuseppe Mazzariol conservato presso la Fondazione Querini Stampalia e l’Archivio Fototeca Giuseppe Mazzariol conservato presso il Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali dell’Università Ca’ Foscari Venezia. Nella seguente ricerca vengono presentati i censimenti analitici afferenti ai due archivi in questione. Tramite questi, si pongono le basi per la realizzazione di un futuro inventario e per un progetto di riunione virtuale delle carte dei due archivi. I censimenti sono introdotti dalla biografia di Giuseppe Mazzariol, dalla storia archivistica e dalla descrizione del contenuto di quest’ultimi.
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MANALI, Sara. "Un archivio per la storia italo-albanese di Sicilia: il Seminario greco di Palermo. Inventario e guida ai fondi (secc. XVIII-XX)." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2021. http://hdl.handle.net/10447/514975.

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GATTI, ELENA. "FRANCESCO PLATONE DE' BENEDETTI E GIOVANNI ANTONIO DE' BENEDETTI (1482-1512), OVVERO LA TIPOGRAFIA BOLOGNESE A CAVALLO FRA XV E XVI SECOLO. CATALOGO CULTURALE E MERCATO LIBRARIO A CONFRONTO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6149.

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Abstract:
Il lavoro ha indagato alcuni aspetti del primo trentennio di vita dell'officina tipografica bolognese fondata da Francesco Platone de' Benedetti (1482-1496), focalizzandosi in particolare sulla produzione del primo erede, il nipote Giovanni Antonio (1499-1512), sui rispettivi cataloghi culturali e, infine, sul mercato librario bolognese a cavallo fra il XV e il XVI secolo. Tre i punti nodali della ricerca: 1) la rappresentazione del circuito intellettuale che gravitò attorno ai due de’ Benedetti, con particolare attenzione per i curatori editoriali; 2) l’accertamento delle edizioni sine notis ancora da attribuire in via definitiva a Francesco de’ Bendetti, per una comparazione credibile dei cataloghi di zio e nipote e per comprendere, fin dove possibile, le logiche commerciali che Francesco progettava per la sua azienda; 3) un’analisi del progetto culturale di Francesco de' Benedetti basandosi sul suo inventario di magazzino, da cui si evincono: il pubblico cui l’officina mirò, le coordinate (geografiche e culturali) del mercato del libro a Bologna sullo scorcio del secolo XV, i confini del network commerciale in cui Platone de’ Benedetti seppe inserire la sua impresa.
The research has investigated some aspects of the first three decades of the bolognese typography founded by Francesco Platone de 'Benedetti (1482-1496), focusing, in particular, on the production of the first heir, his nephew Giovanni Antonio (1499-1512), on their cultural catalogs and, finally, on the book trade in Bologna between Fifteenth and Sixteenth centuries. Three key points of the research: 1) the representation of the intellectuals (their life, their work) gravitated around the typography, with particular attention to the editors; 2) analysis of the sine notis editions still attributed to Francesco Benedetti, for a comparison of the catalogs of uncle and nephew, and to understand, as far as possible, the commercial logic Francesco was planning for his business; 3) an analysis of Francesco Benedetti's cultural project, based on his famous shop inventory, from which can be deduced: the custumers the typography aimed to, geographical and cultural coordinates of the book trade in Bologna at the turn of the XV century, the shape of the commercial network in which Francesco de 'Benedetti entered his business.
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GATTI, ELENA. "FRANCESCO PLATONE DE' BENEDETTI E GIOVANNI ANTONIO DE' BENEDETTI (1482-1512), OVVERO LA TIPOGRAFIA BOLOGNESE A CAVALLO FRA XV E XVI SECOLO. CATALOGO CULTURALE E MERCATO LIBRARIO A CONFRONTO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6149.

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Abstract:
Il lavoro ha indagato alcuni aspetti del primo trentennio di vita dell'officina tipografica bolognese fondata da Francesco Platone de' Benedetti (1482-1496), focalizzandosi in particolare sulla produzione del primo erede, il nipote Giovanni Antonio (1499-1512), sui rispettivi cataloghi culturali e, infine, sul mercato librario bolognese a cavallo fra il XV e il XVI secolo. Tre i punti nodali della ricerca: 1) la rappresentazione del circuito intellettuale che gravitò attorno ai due de’ Benedetti, con particolare attenzione per i curatori editoriali; 2) l’accertamento delle edizioni sine notis ancora da attribuire in via definitiva a Francesco de’ Bendetti, per una comparazione credibile dei cataloghi di zio e nipote e per comprendere, fin dove possibile, le logiche commerciali che Francesco progettava per la sua azienda; 3) un’analisi del progetto culturale di Francesco de' Benedetti basandosi sul suo inventario di magazzino, da cui si evincono: il pubblico cui l’officina mirò, le coordinate (geografiche e culturali) del mercato del libro a Bologna sullo scorcio del secolo XV, i confini del network commerciale in cui Platone de’ Benedetti seppe inserire la sua impresa.
The research has investigated some aspects of the first three decades of the bolognese typography founded by Francesco Platone de 'Benedetti (1482-1496), focusing, in particular, on the production of the first heir, his nephew Giovanni Antonio (1499-1512), on their cultural catalogs and, finally, on the book trade in Bologna between Fifteenth and Sixteenth centuries. Three key points of the research: 1) the representation of the intellectuals (their life, their work) gravitated around the typography, with particular attention to the editors; 2) analysis of the sine notis editions still attributed to Francesco Benedetti, for a comparison of the catalogs of uncle and nephew, and to understand, as far as possible, the commercial logic Francesco was planning for his business; 3) an analysis of Francesco Benedetti's cultural project, based on his famous shop inventory, from which can be deduced: the custumers the typography aimed to, geographical and cultural coordinates of the book trade in Bologna at the turn of the XV century, the shape of the commercial network in which Francesco de 'Benedetti entered his business.
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PASCONE, PAOLO SAVERIO. "L’immagine di Roma. Le carte dell’Ufficio del cerimoniale e dei servizi della propaganda e dell’Ufficio studi del Governatorato di Roma (1935-1945)." Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11573/1310134.

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Abstract:
La ricerca punta a ricostruire il ruolo e l’attività dell’Ufficio del cerimoniale e dei servizi della propaganda e dell’Ufficio studi, organi del Governatorato di Roma. I documenti utilizzati sono principalmente quelli prodotti dagli uffici stessi (1935-1945), conservati presso l’Archivio storico capitolino e riuniti, al momento di iniziare il progetto, in un unico complesso documentario. Il lavoro è proceduto con l’esame e la schedatura delle carte e, contestualmente, con lo studio comparato dei modelli di gestione documentaria utilizzati negli uffici capitolini, che ha permesso di risalire ai criteri di ordinamento originali. Tale analisi ha portato al riconoscimento di soggetti produttori, struttura e partizioni del complesso. I documenti sono quindi stati inquadrati nel contesto storico di riferimento, approfondendo la specificità dell’istituto governatoriale e il rapporto instaurato dal regime fascista con la capitale e con le autonomie locali. La storia istituzionale è stata ricostruita tramite la visione della normativa, il confronto fra le attribuzioni e le funzioni effettivamente svolte, la verifica dell’attività ordinaria e dei metodi di lavoro. L’intervento di riordino, finalizzato alla rappresentazione organica dei due fondi, si è concluso con la redazione degli inventari. Obiettivo derivato della ricerca è poi quello di fornire, attraverso la vicenda dei due uffici, un punto di vista ulteriore sulle politiche del regime per la capitale. Le carte dell’Ufficio cerimoniale e propaganda permettono di appurare quale discrezionalità rimase in capo ai vertici amministrativi capitolini nella definizione delle politiche di propaganda, e in particolare quali furono gli ambiti di intervento nell’organizzazione degli eventi celebrativi che interessarono Roma, città vetrina dello Stato fascista. L’attività del Cerimoniale, nella sua funzione legata alla cura dell’etichetta e al mantenimento delle relazioni istituzionali dei governatori, fu inoltre utile al regime per conservare il consenso della classe dirigente romana. L’Ufficio studi si prodigò in indagini e ricerche strumentali alla riorganizzazione degli uffici capitolini e al miglioramento della gestione municipale, partecipando a numerose commissioni fra cui quella dedicata alle problematiche dei quartieri periferici. Nei documenti è possibile, tra l’altro, rintracciare il tentativo operato durante il governatorato di Giuseppe Bottai, con il contributo dello Studi, di dare un ordinamento corporativo alla struttura amministrativa romana.
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