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Journal articles on the topic 'Intervento per genitori'

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1

Mura, Antonello, and Daniele Bullegas. "Prospettive trasformative di educazione genitoriale: itinerari di sviluppo e traiettorie teorico-operative." EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no. 2 (December 2021): 9–23. http://dx.doi.org/10.3280/erp2-special-2021oa12914.

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Abstract:
La presenza di una condizione di disabilità può modificare profondamente l'assetto familiare in termini organizzativi, relazionali e affettivi, influendo significativamente sulle capacità e sulle risorse genitoriali. Per tale ragione, diviene importante predisporre e implementare interventi efficaci nel supportare i genitori di fronte a simili sfide, anche al fine di sostenere quei processi inclusivi con cui le famiglie, la scuola e l'intera società sono chiamate a confrontarsi in un percorso dinamico e continuo di intervento, di ricerca e di formazione. Attraverso una revisione della letteratura internazionale, il presente lavoro restituisce gli esiti di una ricerca qualitativa che evidenzia in che termini e con quali modalità, all'interno del paradigma dell'Adult Education, l'approccio trasformativo abbia trovato concreta applicazione nell'ambito dell'educazione genitoriale. L'indagine di revisione, condotta su dieci studi empirici, prende in considerazione le esperienze e le percezioni dei genitori che hanno partecipato a programmi di supporto parentale. L'analisi ha permesso di elaborare tre temi principali: (1) le trasformazioni genitoriali, (2) il dispositivo formativo e (3) i genitori in transizione. I risultati riportati lasciano emergere la possibilità di delineare, sotto il profilo teorico e operativo, un modello di intervento e di supporto che, coerentemente con la teoria dell'apprendimento trasformativo, può incidere sulle prospettive di significato e sulle pratiche educative e di cura genitoriali.
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2

Palomba, Patrizia. "Il ritiro sociale in Italia. Il metodo di lavoro dell'Associazione Hikikomori Italia." PSICOBIETTIVO, no. 2 (June 2022): 87–104. http://dx.doi.org/10.3280/psob2022-002007.

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Abstract:
L'articolo descrive la storia e i principi guida del metodo di intervento dell'Associazione Hikikomori Italia, che opera in quasi tutte le Regioni del Paese, grazie alla collaborazione e al confronto costante di genitori e psicologi, che nella chiarezza e diversificazione dei propri ruoli, attuano costantemente una strategia condivisa per "rompere" il muro di silenzio di ragazzi/e e giovani adulti che vivono ritirati dalla vita sociale. L'approccio sistemico alla problematica e la necessità dell'integrazione di interventi di contesti che interagiscono inevitabilmente tra loro, conducono a un metodo di lavoro "integrato e complesso" che inizia con la presa in carico della famiglia (non del singolo), prosegue con l'inserimento dei genitori nei gruppi di auto-mutuo-aiuto regionali, fino alla presa in carico del ragazzo che esprime il disagio. Il raggiungimento di tale obiettivo richiede spesso interventi psico-educativi domiciliari, il coinvolgimento in piccoli gruppi di supporto tra pari, oltre a un capillare lavoro di sensibilizzazione a partire dalle scuole, ma che può coinvolgere contesti di vario genere affinché si possa svolgere un attento lavoro di prevenzione, la strategia principale su cui investire per evitare la cronicizzazione di una problematica molto complessa da affrontare in una fase più avanzata.
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3

Viscosi, Angela. "Vendicarsi per non lasciar andare Commento al caso clinico di M. in un'ottica sistemico-relazionale." PSICOBIETTIVO, no. 2 (June 2021): 146–50. http://dx.doi.org/10.3280/psob2021-002010.

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Abstract:
Partendo da un resoconto clinico, relativo alla storia di M. ed al reato di revenge porn, che commette subito dopo la fine della relazione con la sua compagna, l'autrice propone una rilettura in un'ottica sistemico-relazionale della funzione dei sintomi ed un possibile scenario di intervento per il progetto terapeutico. Dopo una prima fase iniziale volta alla rilettura della vendetta come dolore estremo della perdita ed impossibilità ad affrontare il trauma separativo, si è ipotizzato un intervento che possa prevedere un allargamento delle convocazioni, coinvolgendo anche i genitori di Marco, sino ad arrivare al rituale dello zaino, al fine di accompagnarlo verso la strada della differenziazione.
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4

Ravaldi, Claudia, Giorgio Mello, Valentina Pontello, Leonardo Rimediotti, Valdo Ricca, and Alfredo Vannacci. "Aspetti psicologici della morte intrauterina. Ricerca, esperienze e protocolli di intervento." PSICOBIETTIVO, no. 3 (May 2010): 121–39. http://dx.doi.org/10.3280/psob2009-003006.

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Abstract:
La morte intrauterina č un evento tragico che ogni anno in Italia colpisce circa 2000 famiglie nella seconda metŕ della gravidanza. La perdita di un bambino in utero č un lutto paragonabile per intensitŕ, manifestazioni psicologiche e decorso, al lutto per la perdita di una persona adulta. Il vissuto dei genitori, nonostante questo, č purtroppo scarsamente riconosciuto a livello sociale. Si tende a minimizzare l'effetto di questa perdita, le cui caratteristiche rimangono ignorate dai piů. Il lutto perinatale č spesso ignorato anche dagli operatori, che nel loro corso di studi non vengono solitamente formati sul lutto, e dunque l'assistenza psicologica offerta č spesso insufficiente, o lasciata alla volontŕ del singolo operatore: studi condotti in proposito evidenziano come una cattiva o inadeguata assistenza sia responsabile di traumatizzazione secondaria nei genitori e possa ostacolare una buona elaborazione del lutto. Per questi motivi, l'associazione CiaoLapo ONLUS ha avviato nel 2007 una collaborazione con l'Azienda Ospedaliera Careggi, per lavorare sulla formazione degli operatori e sul sostegno ai genitori. Da questa esperienza sono nate alcune linee guida che descrivono i momenti salienti dell'assistenza alla coppia colpita da morte in utero e gli accorgimenti da adottare per migliorare la pratica clinica. Scopo di questo lavoro č presentare questa esperienza e descrivere le linee guida alla luce della piů recente letteratura sugli aspetti psicologici del lutto perinatale.
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5

Gennari, Marialuisa, and Giancarla Tamanza. "Incontrare i figli quando i genitori si separano. Il coinvolgimento dei figli nella valutazione psicogiuridica dell'idoneitŕ genitoriale." INTERAZIONI, no. 2 (February 2013): 55–72. http://dx.doi.org/10.3280/int2012-002006.

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Abstract:
Il contributo illustra una modalitŕ clinico-familiare di realizzare le Consulenze Tecniche nei procedimenti di separazione e divorzio. Essa si fonda su una concezione relazionale della genitorialitŕ, intesa come una "funzione triangolare" che si determina nell'interrelazione tra i due genitori, il figlio ed i rispettivi sistemi relazionali di origine. In tale prospettiva il criterio valutativo preminente dell'adeguatezza genitoriale non si limita a considerare le "capacitŕ accuditive" di ciascun genitore, ma pone al centro dell'attenzione la capacitŕ e la volontŕ di ciascun genitore di promuovere l'accesso simbolico e fattivo dei figli all'intero contesto relazionale, ovvero la capacitŕ di ciascuno, di mantenere e consolidare la "unitŕ genitoriale" nei riguardi del minore stesso. Da tale presupposti teorici č stato sviluppato, all'interno di una logica di ricerca quasi-sperimentale, un protocollo operativo semistandardizzato, sia per quanto riguarda la procedura di intervento, sia per quanto riguarda le tecniche e gli strumenti. Tale specifica modalitŕ di lavoro č illustrata anche attraverso la presentazione di un caso clinico che mette in evidenza come essa sia particolarmente idonea a promuovere un costruttivo ascolto del minore all'interno dei processi giudiziali.
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Incerti, Alessia, Flavio Cimorelli, Francesca Fiore, Giada Maslovaric, Federica Rossi, and Isabel Fernandez. "Affrontare il trauma per gestire la disabilità: risultati preliminari di un intervento di gruppo per genitori." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 46 (July 2020): 69–86. http://dx.doi.org/10.3280/qpc46-2020oa10162.

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Abstract:
Le famiglie sono messe alla sfida dalla comunicazione della disabilità del proprio bambino. Hanno bisogno di ricreare un nuovo equilibrio per affrontare una difficoltà con un impatto così soverchiante. L'accettazione della disabilità del proprio bambino non è un processo che avviene in automatico. I genitori di bambini con disabilità di grado medio e grave sperimentano alti livelli di stress e di responsabilità, con effetti comparabili a quelli di un evento traumatico. L'Eye Movement Desensitization and Reprocessing (EMDR) permette la riorganizzazione dei ricordi in un modo adattivo e funzionale in accordo ai principi dell'Adaptive Information Processing, riducendo quindi il loro impatto emozionale. L'EMDR promuove un'elaborazione adattiva dell'esperienza traumatica di ricevere una diagnosi e una prognosi negativa riguardante il proprio bambino. Questo lavoro ha lo scopo di indagare l'efficacia di un protocollo di trattamento integrativo di gruppo (EMDR-IGTP). Hanno fatto parte dello studio 39 genitori e il trattamento consisteva in 10 sessioni di gruppo. Sono stati misurati lo stress emozionale, le strategie di coping e la crescita post-traumatica prima del trattamento e tre mesi dopo il termine del progetto, attraverso un confronto tra la media di diverse scale cliniche. Questi risultati preliminari rilevano un miglioramento nei punteggi della Scala della crescita post-traumatica dopo il trattamento. Il lavoro illustrerà il protocollo d'intervento e i risultati
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7

Busso, Emanuela. "Il nuovo paradigma della psicoanalisi infantile: l'importanza del "procedurale" in un approccio terapeutico integrato." RICERCA PSICOANALITICA, no. 3 (October 2011): 77–93. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2011-003007.

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Abstract:
Il testo traccia le linee generali di un nuovo paradigma dalla psicoanalisi infantile, definito "Approccio terapeutico integrato". Il modello nasce all'interno della teoria dei sistemi complessi e tiene conto dei dati dell' e delle scoperte neuro scientifiche sulla memoria procedurale. Si tratta di un intervento ad orientamento psicoanalitico sulle diverse componenti del sistema genitori-bambino, sistema che si estende ad altre persone significative per il bambino e di cui entra a far parte l'analista. L'intervento clinico, articolato su più livelli (interattivo, relazionale e intrapsichico), è caratterizzato dal coinvolgimento dei genitori nel processo terapeutico, dall'elasticità della tecnica e dall'utilizzo del gioco come espressione del sistema bambino-genitori-analista. Nelle vignette cliniche proposte, i bambini in seduta fanno apparentemente lo stesso gioco, ma con significati molto diversi in ogni singolo caso. L'analista non interpreta il contenuto del gioco, ma il lavoro terapeutico si svolge in gran parte su un livello implicito, procedurale del "come si gioca e si sta insieme". Ogni cambiamento nel modo di giocare segnala ed esprime un cambiamento nel sistema bambino-genitori-analista.
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Ferritti, Monya, Anna Guerrieri, and Luca Mattei. "Adozione e scuola: individuare i punti critici e accrescere la consapevolezza di genitori e insegnanti." MINORIGIUSTIZIA, no. 2 (November 2020): 83–94. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-002007.

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Abstract:
Dal 2000 al 2018, i minorenni adottati (AI e AN) sono stati più di 68.000. La ricerca internazionale rileva come l'adozione, intervento di recupero tra i più efficaci in ogni area di sviluppo dei bambini, non riesca tuttavia a garantire altrettanto nell'area della performance scolastica1. Per tale motivo, nel 2014 il Miur, in collaborazione con il Coordinamento Care, ha pubblicato le Linee di indirizzo per il diritto allo studio degli alunni adottati. Osservandone una disomogenea conoscenza e attuazione, il Coordinamento Care ha promosso nel 2019 un'indagine qualitativa per esplorare il benessere scolastico degli alunni adottati attraverso la somministrazione in Cawi di questionari a insegnanti e genitori adottivi. Da tale indagine emerge che il 39,2% dei genitori dichiara di avere figli a cui è riconosciuto un Bes a fronte di una scarsa conoscenza e formazione degli insegnanti sul tema (21,1%). Il presente lavoro, approfondendo come la scuola sia significativa per i ragazzi e le ragazze adottati, analizza le principali criticità.
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Chistolini, Marco. "Il Gruppo Adozioni Difficili, un'esperienza di intervento nelle gravi crisi adottive." MINORIGIUSTIZIA, no. 2 (November 2020): 116–29. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-002010.

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Abstract:
In questo articolo vengono proposte alcune riflessioni sul significato della crisi adottiva, con specifica attenzione alla definizione, alle cause e alle strategie di intervento. In particolare si intende presentare un'esperienza condotta dall'autore relativa alla conduzione di un gruppo di genitori adottivi con figli adolescenti o giovani adulti, in situazioni di grave crisi che hanno comportato il coinvolgimento dei Servizi Sociali e del Tribunale per i minorenni con la disposizione, in numerosi casi, dell'allontanamento del ragazzo dalla famiglia e l'inserimento in comunita. L'articolo si sofferma sui contenuti emersi nel gruppo e sui criteri che possono essere utilizzati sia per dare senso a quanto avviene in queste situazioni, sia per stabilire come intervenire per affrontarle.
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Trapani, Flaminia, and Arianna Russo. "Promozione della salute, tutela del benessere e riduzione delle diseguaglianze: il programma 1000 Giorni di Pianoterra ONLUS." WELFARE E ERGONOMIA, no. 1 (August 2022): 87–93. http://dx.doi.org/10.3280/we2022-001008.

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Abstract:
Le famiglie che vivono in contesti difficili sono esposte a fattori di rischio che possono compromettere lo sviluppo psicofisico dei minori. Il programma 1000 Giorni dell'associazione Pianoterra le sostiene con interventi precoci, multidi-mensionali e integrati ai servizi materno-infantili. Diverse ricerche in ambito neuro-scientifico e socio-economico hanno dimostrato che per interrompere il circolo vizioso del disagio e della povertà è essenziale in-tervenire precocemente, già prima della nascita e nei primissimi anni di vita di un bambino. È su questo presupposto che si fonda il programma 1000 Giorni. Nell'articolo se ne delinea la metodologia di intervento e si approfondiscono i servizi ideati per sostenere i minori più a rischio accompagnando i loro genitori in percorsi co-costruiti di supporto e rafforzamento delle competenze genitoriali che puntino all'autonomia. Si approfondisce anche in che modo il programma si è adeguato alle sfide poste dalla pandemia di Covid-19.
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Di Pietro, Maria Luisa, and Marina Cicerone. "La circoncisione maschile su neonati." Medicina e Morale 49, no. 6 (December 31, 2000): 1067–95. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2000.773.

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Abstract:
Il termine “circoncisione” indica l’asportazione totale o parziale del prepuzio nel maschio, una pratica presente fin dall’antichità ed eseguita ancora oggi in diverse aree geografiche per motivazioni religiose e culturali. Dopo un breve excursus storico, le Autrici analizzano le ragioni della circoncisione maschile neonatale (preventiva, terapeutica e rituale) e le eventuali complicanze (fisiche e psicologiche) ad essa correlate, al fine di avere dati obiettivi per valutarne l’utilità e l’efficacia sul piano clinico. Si tratta di una valutazione non facile, tanto che la proposta che generalmente viene avanzata è di lasciare ai genitori la scelta se circoncidere o meno il figlio. Sono i genitori in grado di prendere la giusta decisione? Sono in grado di esprimere un consenso informato? E l’aver ottenuto il consenso da parte dei genitori risponde alla difesa del miglior interesse del figlio? Quale sarebbe stata l’adesione del figlio alla proposta di circoncisione se questi fosse stato in grado di intendere e di volere? Un altro aspetto preso in considerazione è, poi, quello della richiesta di circoncisione rituale: deve farsi carico il Servizio Sanitario Nazionale anche di questo intervento? La questione, già presa in esame dal Comitato Nazionale per la Bioetica italiano, viene analizzata nell’ottica non tanto del riconoscimento o meno di forme di esercizio di culto, quanto della validità o meno a scopi profilattici della circoncisione.
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Tobia, Valentina, and Gian Luca Marzocchi. "Il benessere nei bambini con disturbi specifici dell'apprendimento e nei loro genitori: uno studio pilota con il questionario sul benessere scolastico - versione per genitori." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 4 (March 2013): 499–517. http://dx.doi.org/10.3280/rip2011-004004.

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Abstract:
Alcuni studi mostrano come alle difficolta scolastiche dei bambini con Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA), si affiancano difficolta di natura emotiva, comportamentale e relazionale, che vanno ad influenzare il benessere psicologico dei bambini stessi e dei loro genitori. In questo articolo vengono analizzati i risultati della somministrazione del Questionario sul Benessere Scolastico-versione per genitori (QBS-G), che valuta diversi aspetti dell'integrazione scolastica dei bambini con DSA e i vissuti dei loro genitori. In questo studio pilota viene misurata la validita della struttura interna del questionario con un'analisi fattoriale confermativa che mostra risultati accettabili; anche i punteggi di omogeneita interna delle singole sottoscale e del punteggio totale danno risultati da sufficienti a ottimi. I punteggi del questionario ottenuti dai genitori di bambini con DSA (n = 164) vengono confrontati con quelli di genitori di bambini con sviluppo tipico (n = 59), mostrando differenze significative. L'analisi del solo gruppo di genitori con figli con DSA evidenzia delle differenze nei punteggi in base al numero di disturbi in comorbilita (sottoscala Valutazione degli apprendimenti) e all'aver preso parte o meno ad un intervento (sottoscala Rapporto con scuola e insegnanti). Nell'articolo vengono discusse le implicazioni del benessere scolastico in relazione alla valutazione e al trattamento dei bambini con DSA. Parole chiave: Disturbi specifici dell'apprendimento, difficolta d'apprendimento, benessere scolastico, genitori. Abstract Few studies reported emotional, behavioural and relational difficulties in children with Specific Learning Difficulties (SLD), associated with a decline in school wellness. Furthermore, children's difficulties also afflict parents' wellness. In this study the results from the first administration of the Questionnaire on the School Wellness-parents' version (QSW-P), are described. The questionnaire's internal structure is analyzed using a confirmatory factor analysis, that showed acceptable fit indices. Furthermore, the validity analysis showed good psychometric properties of the instrument. The scores from the QSW-P administered to parents whose children have a diagnosis of SLD (n = 164) were compared to questionnaires of parents of children with typical development (n = 59): the two groups showed significant difference in some sub-scales of the questionnaire. Analyses run on the SLD group, showed differences in the QSW-P scores based on comorbidity (subscale Evaluation of learning processes) and on taking part in an intervention (subscale Relationship with teachers and school). The results of the QSWP in relationship with assessment and treatment of children with SLD are discussed.
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Ortelli, Valentina. "Il caso di Viola "insolente e sbruffoncella": un percorso psicoterapeutico multimodale tra lavoro con la bambina e intervento sulla genitorialità." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 46 (July 2020): 135–56. http://dx.doi.org/10.3280/qpc46-2020oa10165.

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Abstract:
Il caso clinico presentato è quello di Viola, una bambina di 7 anni con difficoltà comportamentali. Sebbene le manifestazioni non siano severe, non soddisfano, infatti, la diagnosi di disturbo oppositivo-provocatorio, interferiscono sul clima familiare e compromettono il funzionamento scolastico. Vi è un secondo aspetto, inizialmente non esplicitato dai genitori in chiave patologica, che riguarda l'enuresi notturna; tale problematica limita le possibilità di esplorazione del mondo extra-familiare ed è proprio quando emerge la possibilità di fare esperienze con i coetanei, che diventa necessario inserirla tra gli obiettivi terapeutici. In ottica cognitivo-evolutiva e costruttivista, in fase di valutazione è prioritario comprendere il significato interno del sintomo e svelarne la funzione relazionale. Nel caso di Viola è emerso come i comportamenti provocatori fossero il tentativo di controllare in maniera coercitiva gli adulti di riferimento e l'enuresi può essere visto come il sintomo per assicurarsi la prossimità del genitore. Il lavoro clinico è stato favorito da un'ottima collaborazione da parte della coppia genitoriale e buona parte della terapia si è focalizzata su di loro. Grazie alla ricostruzione degli ABC comportamentali in seduta e alla graduale aggiunta di sfumature cognitive ed emotive, i genitori hanno potuto cogliere la funzione relazionale del sintomo e avvicinarsi al mondo emotivo della figlia. L'intervento con la bambina, svolto in parallelo, è stato indirizzato ad una migliore gestione delle proprie emozioni e un lavoro di mentalizzazione in terza persona, finalizzato ad una crescente consapevolezza degli stati mentali altrui.
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Ronfani, Paola. "La violenza dei genitori verso i figli. Orientamenti della cultura giuridica e dei saperi esperti." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 2 (December 2011): 109–36. http://dx.doi.org/10.3280/sd2011-002006.

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Abstract:
Nella cultura giuridica, cosě come nei saperi esperti, in particolare quelli sociologico e psicologico, il dibattito internazionale sulla violenza, fisica e psicologica, dei genitori verso i figli ha raggiunto dimensioni ragguardevoli e si esprime in una vasta gamma di opinioni, valutazioni e proposte di programmi di intervento nei confronti delle vittime e dei perpetratori delle violenze. Nell'articolo, in cui si ripercorre tale dibattito facendo ampio riferimento alla letteratura straniera, si evidenzia come nella cultura giuridica vi sia una buona condivisione di orientamenti circa l'esigenza che il diritto proibisca espressamente ai genitori di sottoporre a trattamenti umilianti e degradanti i figli nell'esercizio delle loro funzione di cura ed educativa. Al contrario, nei saperi esperti gli orientamenti appaiono piů problematici e controversi per ciň che concerne sia l'ambito semantico del concetto di violenza familiare, sia la comprensione dei fattori sociali e culturali alla base dei comportamenti violenti dei genitori verso i figli. Questa disparitŕ di opinioni si riflette, sul piano pratico, nelle scelte dei possibili modelli di trattamento e di contrasto (politico- sociale, amministrativo, giudiziario) di tali comportamenti. Nel lavoro si sottolinea, in particolare, l'esigenza di non trascurare la correlazione, che emerge da numerose ricerche empiriche, fra disorganizzazione e vulnerabilitŕ sociali ed esercizio della responsabilitŕ genitoriale considerato moralmente inadeguato.
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Maggiolini, Alfio, Mauro Di Lorenzo, Virginia Suigo, Chiara Pastore, and Ilaria Rusconi. "La violenza filio-parentale." MINORIGIUSTIZIA, no. 2 (January 2022): 56–64. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-002005.

Full text
Abstract:
La violenza filio-parentale o parental abuse è un comportamento ripetuto di minacce, aggressioni, estorsioni e altre forme di violenza esercitate dai figli nei confronti dei genitori con l'obiettivo di esercitare su di loro un controllo. È difficile valutare la diffusione del fenomeno, che è comunque sicuramente sottostimato e che appare in aumento, anche perché non è riconosciuto in quanto tale. Una ricerca sui fascicoli amministrativi del Tribunale per i minorenni di Milano rileva una prevalenza del 14% di questi comportamenti. La violenza filio-parentale in quanto tale o primaria non è direttamente riconducibile a una psicopatologia del figlio o a esperienze pregresse di abuso, ma va piuttosto inquadrata in una dinamica dei ruoli famigliari, all'interno del contesto socioculturale attuale. È necessaria un'attenta riflessione psicosociale e clinica sulla violenza filio-parentale che eviti di assimilarle ogni rivendicazione di autonomia degli adolescenti o di ridurla esclusivamente a un disturbo del figlio o a una carenza d'autorità dei genitori, tutte prospettive che possono rischiare di avere un effetto iatrogeno. Per un intervento efficace è necessario prendere in considerazione la dinamica dei ruoli affettivi famigliari e il sistema di aspettative o proiezioni reciproche nel quadro della regolazione dei bisogni evolutivi dei figli adolescenti.
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Cavallini, A., Aldč G. Giammari, M. Sala, C. Marnoni, E. Pozzoni, and R. Borgatti. "La riabilitazione del bambino ipovedente." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 1 (October 2009): 48–66. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2009-001005.

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Abstract:
- La riabilitazione-abilitazione della funzione visiva č un insieme di interventi, stimolazioni, esercizi volti a condurre il bambino ad usare il residuo visivo al meglio delle proprie possibilitŕ. L'intervento riabilitativo si propone di adattare reciprocamente l'individuo e l'ambiente per portare il soggetto al maggior grado di autonomia, integrazione e indipendenza per lui possibili. L'intervento riabilitativo deve essere quanto piů precoce possibile perché la disabilitŕ visiva, come ogni disabilitŕ in etŕ evolutiva, puň interferire con lo sviluppo globale del bambino. Punto di partenza di un corretto intervento riabilitativo č la valutazione clinica a cui segue una approfondita valutazione funzionale sia visiva che neuropsicomotoria. Le modalitŕ dell'intervento variano a seconda dell'etŕ, delle caratteristiche funzionali dell'incompetenza visiva e del quadro clinico complessivo. La presa in carico riabilitativa del bambino affetto da ipovisus comprende sia interventi sull'ambiente che interventi con il bambino. I genitori e gli operatori devono essere consapevoli di come vede il bambino per poter adeguare i propri comportamenti e gli ambienti alle sue potenzialitŕ sensoriali. La scuola deve ricevere tutte le opportune informazioni sulla situazione visiva dell'alunno per poter adottare le modalitŕ didattiche piů idonee. La finalitŕ del trattamento con il bambino č quella di favorire una migliore conoscenza della realtŕ conducendolo ad usare in modo ottimale ed integrato tutti i canali sensoriali, favorire, nei piů piccoli, l'acquisizione di adeguate competenze psicomotorie e condurre il bambino verso la conquista dell'autonomia. L'approccio al bambino ipovedente richiede il lavoro di un team multidisciplinare costituito da diverse figure professionali (oftalmologi, neuropsichiatri, psicologi, terapisti della riabilitazione, pedagogisti, ortottisti) che si articolano nelle diverse fasi del follow-up.Parole chiave: ipovisione, riabilitazione, bambino
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Francesca, Addarii, Elisabetta Ciracò, and Ketty Polo. "Scacchi a scuola, funzioni esecutive e pandemia: uno studio esplorativo." QUADERNI ACP 29, no. 4 (2022): 153. http://dx.doi.org/10.53141/qacp.2022.153-156.

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Abstract:
L’epidemia da Covid-19 ha alterato significativamente l’apprendimento e lo sviluppo nei bambini in età scolare. Lo studio intende esplorare le funzioni esecutive prima e dopo la quarantena, indagando il possibile effetto di un intervento di un laboratorio di scacchi. Sono stati coinvolti 83 bambini: 39 (gruppo controllo-GC) hanno svolto le attività scolastiche in didattica a distanza; 44 (gruppo sperimentale-GS) hanno svolto didattica a distanza e un laboratorio di scacchi online. I genitori hanno compilato il questionario BRIEF per la valutazione delle funzioni esecutive prima dell’attivazione del laboratorio (marzo 2020) e al termine dell’anno scolastico (giugno 2020). I risultati evidenziano nel GC un aumento della frequenza di rischio nell’acquisizione delle funzioni esecutive (monitoraggio del compito, inibizione e regolazione comportamentale); al contrario, tali aree risultano migliorate nel GS. I risultati sostengono il laboratorio scacchi come utile strumento di supporto all’apprendimento e allo sviluppo di alcune funzioni esecutive.
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Boldrini, Elena, and Luca Bausch. "Transizioni dopo la scuola dell’obbligo: le scelte dei giovani in Ticino." Swiss Journal of Educational Research 31, no. 2 (September 1, 2009): 287–316. http://dx.doi.org/10.24452/sjer.31.2.5096.

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Abstract:
Nel contesto ticinese la propensione per la scelta di un percorso formativo con tirocinio in azienda è inferiore rispetto alla media nazionale, dove l’apprendistato duale risulta essere la via maggiormente praticata dai giovani in uscita dalle scuole dell’obbligo. Il presente contributo intende riferire di una ricerca pilota condotta nel Cantone Ticino in merito al passaggio dei giovani dal secondario I al secondario II, mirata alla comprensione delle modalità con cui questa transizione avviene e delle possibili problematicità insite in essa, relative soprattutto alla scelta di un percorso di formazione professionale con tirocinio in azienda.Sono state rilevate le scelte, le ragioni, i criteri e le difficoltà (per mezzo del Career Decision Difficulties Questionnaire) nel processo di scelta al termine della quarta media di circa 170 allievi del Cantone, allargando il rilevamento dei dati anche ai loro stessi genitori, agli orientatori scolastico-professionali, ai coordinatori di sede delle scuole coinvolte e ai docenti di classe. Dai due rilevamenti di dati condotti (a distanza di sei mesi) emergono alcune piste di intervento per quanto concerne l’educazione alla scelta dei giovani, sia nelle sue specificità di sistema (organizzativo-istituzionali), sia nelle sue declinazioni contenutistico-didattiche.
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Pagano, Olivia. "Adolescenti autoreclusi in casa. L'intervento terapeutico familiare." PSICOBIETTIVO, no. 2 (June 2022): 126–38. http://dx.doi.org/10.3280/psob2022-002011.

Full text
Abstract:
Il contributo propone una lettura del caso clinico di Sara dal punto di vista della terapia sistemica e relazionale. Nel commento al caso, al fine di approfondire gli aspetti clinici delle famiglie con ragazzi hikikomori inseriti in percorsi di terapia familiare, si è dato spazio a una riflessione sugli aspetti sociali del fenomeno, ovvero sulle tendenze attuali delle famiglie con un'analisi dell'adolescenza postmoderna nel mondo occidentale. Questa tipologia di sintomo manifestato dai ragazzi è conseguente a un iperinvestimento della famiglia e non può che farci riflettere su un altro sistema fortemente in crisi nella nostra società postmoderna: la coppia. I figli del nostro tempo vivono genitori protesi verso di loro, in una forma di abnegazione della coppia coniugale, sacrificata sull'altare della genitorialità. Nel commento clinico si è dato spazio alla terapia familiare come intervento sul caso, con un approccio integrato dove la peculiarità rispetto agli altri approcci, è connessa alla convocazione del padre e al suo ingaggio nel lavoro clinico. Un piccolo spazio è dedicato per le nuove forme di psicoterapie on line. Nelle conclusioni si descrivono nuove suggestioni e proposte di lavoro in favore di questa nuova forma di disagio psicologico e relazionale del nostro tempo così diffuso e allarmante.
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Kahn, Ruth, Steven Stemler, and Janice Berchin-Weiss. "Enhancing Parent Participation in Early Intervention Through Tools That Support Mediated Learning." Journal of Cognitive Education and Psychology 8, no. 3 (October 2009): 269–87. http://dx.doi.org/10.1891/1945-8959.8.3.269.

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Abstract:
The Ready to Learn parent–infant education program of the Lexington School for the Deaf in New York is a family-centered early intervention program. The staff used two new measurement instruments to scaffold their efforts to establish a collaborative relationship with parents who represent a variety of cultures and socioeconomic levels. The results demonstrate that these instruments can effectively measure changes in parents’ interactive behavior with teachers and with their children, as well as their active participation as mediators of their children’s learning opportunities over time. Specifically, the results indicate that parents contributed to setting goals for their children and the domains of the goals were consistent with the cognitive and family-centered focus of the program. Further, parents made significant gains in their ability to share information with staff, address their children’s hearing and communication needs, participate in meetings, and collaborate during assessment and team meetings over time. Le programme d’éducation parent—bébé « Prêt pour Apprendre » de l’École Lexington pour les Sourds de New York est un programme familial centré sur l’intervention précoce (Family-Centered Early Intervention). L’équipe utilisait deux nouveaux outils de mesure afin d’étayer leurs efforts pour établir une relation de collaboration avec les parents représentant une variété de cultures et de niveaux socio-économiques différents. Les résultats démontrent que ces instruments se révèlent effectivement capables de mesurer des changements dans le comportement interactif des parents avec les enseignants et avec leurs enfants. Ils sont aussi efficaces pour mesurer leur participation active comme médiateurs des opportunités d’apprentissage offertes à leurs enfants au fil du temps. Plus spécifiquement, les résultats indiquent que les parents ont contribué à fixer des objectifs à leurs enfants et que la nature des objectifs choisis était consistante avec la centration cognitive et familiale du programme cognitif et la famille. De plus, les parents ont fait des progrès significatifs dans leur capacité à partager des informations avec l’équipe, à s’ajuster aux capacités auditives de leurs enfants et à leurs besoins de communication, à participer aux réunions et à collaborer pendant l’évaluation et les réunions d’équipe. Das “Ready to Learn” (bereit zum Lernen)-Eltern-Kind-Erziehungsprogramm der Lexington School für Taube in New York ist ein familienzentriertes Frühinterventionsprogramm (FCEI). Das Personal nutzte zwei neue Messinstrumente, um seine Bemühungen zur Etablierung einer kollaborativen Beziehung mit Eltern aus einer Vielfalt von Kulturen und sozioökonomischen Schichten zu stützen. Die Ergebnisse demonstrieren, dass diese Instrumente effektiv Veränderungen im interaktiven Verhalten der Eltern mit den Lehrern und mit ihren Kindern sowie auch ihre aktive Partizipation als Mediatoren der Lerngelegenheiten ihrer Kinder im Zeitverlauf messen können. Die Ergebnisse zeigen, dass Eltern dazu beitrugen, Ziele für ihre Kinder zu setzen, wobei die Bereiche der Ziele konsistent waren mit dem kognitiven und familienzentrierten Fokus des Programms. Weiterhin machten die Eltern signifikante Gewinne in ihrer Fähigkeit deutlich, Information mit dem Personal zu teilen, die Hör- und Kommunikationsbedürfnisse ihrer Kinder anzusprechen, an Treffen teilzunehmen und bei der diagnostischen Erfassung wie bei den Treffen der Teams über die Zeit mitzuwirken. El programa para la preparación de los padres en la educación de sus hijos pequeños de la “Lexington School” para Sordos en Nueva York es un programa de intervención temprana centrado en la familia. El equipo de profesores utilizó dos nuevos instrumentos de medida para estructurar sus esfuerzos con el fin de establecer una relación colaborativa con los padres, los cuales representan una amplia variedad de niveles culturales y socioeconómicos. Los resultados demostraron que esos instrumentos pueden medir de forma efectiva cambios en el comportamiento interactivo de los padres con los profesores y con sus hijos, así como en su participación activa como mediadores de las oportunidades de aprendizaje de sus hijos a lo largo del tiempo. Específicamente, los resultados indican que los padres contribuyeron a centrar los objetivos de sus hijos y a dominar los objetivos de forma consistente relativos al foco del programa cognitivo centrado en la familia. Además, los padres pueden lograr significativas ganancias en sus habilidades para compartir información con el equipo de profesores, para dirigir la escucha y las necesidades de comunicación de sus hijos, para participar en las reuniones y para colaborar durante la evaluación y enseñar el modo de conducir una reunión a lo largo del tiempo. Il programma di educazione per bambini piccoli e per genitori Pronti ad imparare della Lexington School per sordi di New York è un programma di intervento precoce centrato sulla famiglia (FCEI). Lo staff ha usato due nuovi strumenti di misura per sostenere i propri sforzi di stabilire una relazione collaborativa con i genitori che presentavano una varietà di culture e livelli socio economici. I risultati dimostrano che questi strumenti possono misurare efficacemente i cambiamenti nel comportamento interattivo dei genitori con gli insegnanti e con i loro bambini, così come la loro partecipazione attiva a lungo termine come mediatori delle opportunità di apprendimento dei loro bambini. In specifico i risultati indicano che i genitori hanno contribuito a stabilire degli obiettivi per i propri figli ed il dominio degli obiettivi era coerente con il focus cognitivo e familiare del programma. Inoltre i genitori hanno arricchito in modo significativo la loro abilità di condividere informazioni con lo staff, indirizzare l’udito dei loro bambini e i bisogni comunicativi, partecipare alle riunioni e collaborare durante la valutazione e le riunioni di team.
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Montirosso, Rosario, Alberto Del Prete, Anna Cavallini, and Patrizia Cozzi. "Profilo neurocomportamentale in un gruppo di bambini pretermine sani. Applicazione della NICU Network Neurobehavioral Scale (NNNS)." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 3 (April 2010): 96–116. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2009-003005.

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Abstract:
Il presente studio č parte di un progetto di ricerca longitudinale multicentrico, denominato NEO-ACQUA (NEONATAL ADEQUATE CARE for QUALITY of LIFE), il cui principale obiettivo č la valutazione della qualitŕ della vita di bambini nati pretermine, ma considerati "sani" alla dimissione per l'assenza di patologie conclamate. In quest'articolo sono riportati i risultati relativi alla valutazione neurocomportamentale. Lo scopo primario č indagare possibili differenze nel profilo neurologico e comportamentale rispetto a bambini nati a termine. Hanno preso parte allo studio 69 bambini nati molto pretermine (etŕ gestazionale < 30a settimana e/o peso alla nascita < 1500 gr) e 33 bambini nati a termine. I pretermine sono stati valutati al raggiungimento dell'etŕ postmestruale a termine (_ 37 settimane), i nati a termine tra la seconda e la terza giornata di vita. La valutazione neurocomportamentale č stata eseguita tramite la Neonatal Intensive Care Unit Network Neurobehavioral Scale (NNNS). In confronto ai nati a termine, i pretermine presentavano un maggior numero di riflessi non ottimali e una scarsa qualitŕ del movimento. Sul piano comportamentale manifestavano una minore capacitŕ di attenzione e di partecipazione allo scambio con l'ambiente. Inoltre risultavano meno abili nella regolazione del distress. Infine, presentavano marcati livelli di stress. I risultati rilevano che, anche in assenza di documentate complicazioni cliniche, bambini fortemente pretermine presentano un'alterazione del profilo neurocomportamentale. Queste evidenze sono discusse alla luce del possibile utilizzo della NNNS in programmi di intervento precoce a favore dei bambini pretermine e di sostegno ai loro genitori.
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Cerruti, Marco. "Terapie fetali: questioni etiche / Fetal therapies: ethical issues." Medicina e Morale 65, no. 4 (October 6, 2016): 403–32. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2016.441.

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Abstract:
Le diagnosi prenatali sono in grado oggi di individuare numerose patologie che, se curate durante la gravidanza, comportano la guarigione o minori danni per il feto. Queste terapie richiedono però, prima della loro esecuzione, una valutazione etica. La prima parte presenta le varie fasi in cui è possibile intervenire (durante la gravidanza o dopo il parto). Ci sono anche patologie per le quali non esistono cure e che possono portare all’aborto eugenetico, contrario alla dignità dell’essere umano ed emblematico della cultura dello scarto. In questo percorso è fondamentale il counselling. La parte successiva analizza le possibilità terapeutiche. Innanzitutto è opportuno attuare con la coppia una terapia educazionale per comprendere il problema nel suo complesso e consentire una scelta consapevole. Quindi vengono presentate le tecniche d’intervento (medica, trasfusionale, chirurgica, genica). Per le situazioni più drammatiche si indica l’importanza di una terapia dell’accoglienza, anche attraverso le cure palliative e l’esperienza degli hospice perinatali. La terza parte focalizza i criteri di accesso alle terapie fetali in una prospettiva etica. Anzitutto la considerazione del feto come paziente, da trattare con un approccio individualizzato e proporzionato. Si considera inoltre la necessità di un consenso pienamente informato dei genitori, anche per gli interventi di natura sperimentale, e la valutazione delle ulteriori conseguenze della terapia fetale a medio e lungo termine. Quindi viene motivato il rifiuto dell’accanimento terapeutico che può comportare la rinuncia all’ intervento. Una riflessione finale riguarda l’elevato costo dell’intero processo in un’ottica di equità e sostenibilità delle cure. In conclusione, la considerazione del feto come soggetto di cui ci si prende cura e un approccio adeguato al processo diagnosi-prognosi-terapia, consentono di qualificare gli interventi di terapia fetale eticamente corretti per il bene del bambino.----------Through prenatal diagnosis it is nowadays possible to identify several pathologies which, if treated during pregnancy, can result in complete healing or in lesser damages to the fetus. These therapies, however, require an ethical assessment prior to their execution. Part one introduces the various stages in which a clinical intervention is possible (during pregnancy or after delivery). There are a number of pathologies for which no therapy is available and which may lead to eugenic abortion. This is against the dignity of the human being and it is emblematic of a “culture of waste”. In such circumstance, counselling is fundamental. The following section analyzes therapeutic opportunities. First of all, it is appropriate to involve the couple in an “educational therapy” in order to have them understand the problem as a whole and foster an informed choice. Subsequently, intervention techniques are presented (treatment, transfusion, surgery, genetics). For particularly unfortunate situations, the importance of a “welcome therapy”, of the perinatal hospice and palliative care is highlighted. The subsequent section focuses on access criteria to fetal therapies from an ethical perspective. First, the fetus is regarded as a patient to be treated with a personalized and proportionate approach. In addition, the need of an informed consent by parents is highlighted, also for experimental operations, and this leads to the assessment of further consequences that fetal therapy may have in the short-medium term. Also, the refusal of therapeutic persistence is analyzed, which may lead to renouncing treatment. A last consideration concerns the high cost of the whole procedure in terms of equity and sustainability of therapies. Finally, by regarding the fetus as a subject to take care of and fostering an adequate approach to the diagnosis-prognosis- therapy process, fetal therapies may be defined as ethically correct for the welfare well being of the child.
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Romano, Lucio. "Educazione della sessualità ed adolescenti. Indagine conoscitiva ed antropologie di riferimento." Medicina e Morale 49, no. 6 (December 31, 2000): 1–30. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2000.772.

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Abstract:
L’importanza e l’attualità di un percorso educativo nell’ambito della sessualità si evince, nell’articolo, da una indagine conoscitiva svolta in un gruppo di adolescenti (648 studenti dell’ultimo anno della scuola secondaria superiore, con un’età media di 17.2 anni). Nella compilazione di un questionario anonimo, semiaperto, gli adolescenti intervistati hanno palesato una evidente, e statisticamente significativa, richiesta di partecipazione a programmi di educazione della sessualità e di formazione al sentimento morale. La dimostrazione di un bisogno educativo da parte degli adolescenti è dimostrata altresì dalla confusione tra informazione ed educazione, dal disagio nel coinvolgere i genitori o i docenti, ad esempio, nelle problematiche inerenti la sessualità a fronte di una supposta pretesa conoscenza di educazione della sessualità. Prevale, infatti, una cultura informata ad una antropologia naturalistica e a una ideologia liberalizzante che ha ridotto l’adolescente, e non solo, a mero fruitore di una sessualità intesa come bene di consumo dove non alberga alcuna morale che si basi sulla responsabile apertura verso l’altro: sessualità che si traduce in sesso, in sola genitalità dove la norma è costituita da ciò che è biologicamente morale, ovvero il dato statistico diventa legge e determina il valore. Dall’analisi del questionario si palesa la necessità, pertanto, di una educazione della sessualità che proceda nell’ambito di uno sviluppo integrale della persona, processo educativo da intendere come perfezionamento ed intervento a favore della persona nella sua globalità fisica psichica spirituale, ovvero educazione alla differenza sessuale, educazione affettiva e morale, educazione al valore della vita. I punti di riferimento imprescindibili per una corretta formazione della sessualità e del sentimento morale sono rappresentati dalla unitotalità della persona, apertura e oblatività dell’amore, complementarietà, inscindibilità della dimensione unitiva e procreativa, trascendenza oltre il sé, verso l’altro e verso l’Altro.
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Fabrizi, Adele, Emanuela Napoli, and Gaetano Gambino. "Disordini della differenziazione sessuale e sviluppo dell'identitŕ di genere: linee guida per il management psico-medico." RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no. 1 (July 2011): 35–54. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2011-001003.

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Abstract:
La definizione di "Disordini della differenziazione sessuale" (DDS) indica una serie di condizioni cliniche congenite nelle quali lo sviluppo del sesso cromosomico, gonadico e/o fenotipico č atipico. L'attribuzione del sesso in neonati con genitali ambigui puň sollevare importanti problematiche bioetiche da parte di medici, chirurghi e genitori, condizionando, non di rado, la strutturazione dell'identitŕ sessuale e l'assunzione del genere. L'(ISNA), fautrice del rinvio in etŕ adulta degli interventi medici e chirurgici sui genitali, nel 2006 ha proposto delle linee guida per un nuovo modello di trattamento dei DDS. Il presente lavoro offre una review della letteratura scientifica di riferimento, con lo scopo di descrivere come si sono modificate nel tempo le decisioni circa l'attribuzione medica del sesso dei pazienti e analizzare lo sviluppo dell'identitŕ di genere in tali condizioni cliniche, evidenziando gli elementi principali di un adeguato management psico-medico.
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M. Crittenden, Patricia, Susan J. Spieker, Andrea Landini, and Giuliana Florit. "L'attaccamento adulto nella valutazione del rischio per il minore. Teoria e dati sull'uso della DMM-Adult Attachment Interview in contesti forensi." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 50 (August 2022): 98–114. http://dx.doi.org/10.3280/qpc50-2022oa14083.

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Abstract:
Al fine di valutare il rischio per il minore è fondamentale comprendere le strategie d'attaccamento dei genitori. L'articolo approfondisce i motivi per i quali la comprensione dell'attaccamento dei genitori che mettono a rischio i propri figli può chiarire i processi psicologici sottesi ai comportamenti pregiudizievoli e migliorare la valutazione del rischio per il minore e l'individuazione degli interventi necessari. Viene proposta la valutazione dell'attaccamento dei genitori tramite l'Adult Attachment Interview (AAI) classificata con il metodo del Modello Dinamico Maturativo dell'Attaccamento e Adattamento (DMM). Le DMM-AAI, classificate da professionisti formati e certificati e integrate con i dati provenienti da altre fonti in modo da elaborare delle formulazioni familiari individualizzate, soddisfano i requisiti di attendibilità e guidano l'individuazione degli interventi più efficaci. Viene presentata una meta-analisi relativa al metodo Berkeley che mette in discussione l'uso di tale metodo nel contesto forense. Ulteriori dati descritti nell'articolo riguardano il funzionamento psicologico di un gruppo di genitori a rischio valutati attraverso le DMM-AAI.
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Lambruschi, Furio, Francesca Lionetti, Melvin Piro, and Lavinia Barone. "Il video-feedback come intervento di supporto alla genitorialità per il trattamento delle difficoltà emotive e comportamentali." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 46 (July 2020): 47–68. http://dx.doi.org/10.3280/qpc46-2020oa10161.

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Abstract:
La teoria dell'attaccamento ha contribuito in modo importante al diffondersi di una serie di interventi rivolti alla diade genitore-bambino, la cui efficacia è stata dimostrata su base sperimentale, grazie ai rigorosi strumenti metodologici di cui dispone. Si tratta di programmi di intervento volti a sostenere lo sviluppo positivo della diade e in particolare a promuovere relazioni di attaccamento sicure e a ridurre il rischio di problematiche di tipo esternalizzante nei bambini. In questo contributo intendiamo proporre una rassegna ragionata dei principali interventi di video-feedback, orientati all'attaccamento e finalizzati oltre che al sostegno e alla promozione delle competenze genitoriali, anche al trattamento delle difficoltà emotive e comportamentali del bambino e dell'adolescente, definendone le caratteristiche principali e i contesti di applicazione. Data la centralità in questi programmi dell'uso del video, intendiamo anche delinearne l'evoluzione storica e il suo valore come tecnica specifica nel lavoro clinico in età evolutiva. Da ultimo verranno riassunti quelli che a nostro parere rappresentano gli ingredienti fondamentali delle procedure di video-feedback, evidenziandone operativamente alcune possibili linee di utilizzo strategico in coerenza con la prospettiva clinica cognitivocostruttivista. Nel far ciò verrà posta particolare attenzione al costrutto di disciplina sensibile (sensitive discipline), importante soprattutto lavorando con i disturbi esternalizzanti o in un'ottica di prevenzione.
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Del Missier, Giovanni. "Le mutilazioni genitali femminili." Medicina e Morale 49, no. 6 (December 31, 2000): 1097–143. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2000.774.

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Abstract:
L’articolo intende approfondire la tematica delle mutilazioni genitali femminili (MGF) per esprimere un fondato giudizio morale su queste pratiche e offrire delle linee di riferimento per la promozione di comportamenti sociali giusti e responsabili, nel pieno rispetto della dignità personale delle donne coinvolte. L’autore offre un quadro generale del fenomeno, emergente anche in Italia, individuando le testimonianze storiografiche delle MGF, le diverse tipologie di intervento, le conseguenze psico-fisiche che esse comportano per le donne che vi si sottopongono, la distribuzione geografica e quantitativa dei soggetti coinvolti. Vengono esaminate le motivazioni tradizionalmente addotte a giustificazione di queste pratiche e le teorie esplicative moderne fornite dalle scienze umane che hanno tentato di interpretare in vario modo le mutilazioni sessuali, con particolare attenzione alla riflessione ispirata ai diritti umani. Successivamente, vengono considerati criticamente i paradigmi etici più utilizzati in letteratura per schierarsi a favore o contro la legittimità delle MGF. I limiti rilevati inducono l’autore ad inquadrare il discorso in una più ampia cornice di tipo antropologico personalista e a percorrere una via di soluzione equidistante dal culturicentrismo e dal relativismo culturale. Sulla base del significato della corporeità si sostiene la grave illiceità delle pratiche mutilatorie, analizzando nel dettaglio le responsabilità dei diversi attori sociali che vi si possono trovare coinvolti. Sulla scorta di alcune argomentazioni derivate per analogia dai Teologi Dottori della tradizione cattolica viene individuato, inoltre, un criterio minimale di riferimento per avviare un dialogo interculturale non direttivo né paternalistico, ma rispettoso e fermo che conduca le etnie, presenti nella società italiana, a superare queste pratiche trasformandole in una nuova ritualità non cruenta, senza compromettere il patrimonio di valori che esse vorrebbero salvaguardare e trasmettere. L’esposizione si conclude con una serie di indicazioni volte a guidare la progettazione di interventi sociali finalizzati a modificare le tradizioni dannose per la salute, secondo una strategia ispirata non solo all’efficacia, ma soprattutto al rispetto della dignità umana e delle diversità culturali, con particolare riguardo ai problemi delle donne, delle famiglie, delle comunità di riferimento, degli operatori socio-sanitari e alla questione dell’introduzione di norme penali specifiche anti-MGF.
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Canzi, Elena, Laura Ferrari, Giulia Lopez, Francesca Vittoria Danioni, Sonia Ranieri, Miriam Parise, Ariela Francesca Pagani, et al. "Essere genitori durante l'emergenza COVID-19: stress percepito e difficoltà emotive dei figli." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 1 (March 2021): 29–46. http://dx.doi.org/10.3280/mal2021-001003.

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Abstract:
Un crescente numero di studi ha documentato l'impatto negativo delle misure restrittive di contenimento del contagio da COVID-19 sul benessere psicologico dei minori. Meno indagato è il ruolo dello stress genitoriale e il contributo dei diversi stressor sperimentati dai genitori sul malessere dei figli. Il presente studio cross-sectional intende esplorare il legame tra le difficoltà emotive dei minori (3-17 anni) e alcune specifiche fonti di stress sperimentate dai genitori in seguito al primo lockdown e quali di esse contribuiscano al malessere dei figli. 506 genitori italiani hanno compilato un questionario online a fine giugno 2020. I risultati mostrano un'influenza significativa dello stress legato alla limitazione della vita sociale e alla gestione della vita familiare, suggerendo l'importanza di interventi mirati su questi aspetti per ridurre l'impatto negativo della pandemia e promuovere il benessere della generazione più giovane.
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Pellegri, Alda. "La presa in carico del bambino pluridisabile." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 3 (April 2012): 21–27. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-003004.

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Abstract:
Viene sintetizzata la prassi di presa in carico derivante dall'esperienza trentennale condotta presso i Centri de "La Nostra Famiglia" su 1.730 bambini con pluridisabilitŕ, che rappresentano il 32% dei soggetti assistiti in quest'arco di tempo. La prassi comprende momenti diversi destinati ai singoli interlocutori: il bambino, la famiglia e gli operatori. Sulla scorta degli insegnamenti del prof. Giorgio Moretti, a ciascuno di questi interlocutori viene destinato un approccio "valorizzante": per il bambino si tratta di mettere in atto un processo conoscitivo riguardante le potenzialitŕ residue e i bisogni prevalenti; per i genitori si attuano interventi educativi destinati a far loro comprendere la realtŕ del figlio, superando gli atteggiamenti di negazione o iperprotezione a favore di un'accettazione rispettosa dei limiti esistenti; per gli operatori si organizza una costante attivitŕ formativa destinata a renderli capaci di formulare per i propri assistiti progetti esistenziali e di comunicare con i genitori in modo tale da stabilire con loro un rapporto di reciproca fiducia.
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Santona, Alessandra, Giacomo Tognasso, Lucia Porcedda, and Laura Gorla. "Cogenitorialità e funzionamento familiare nell'epoca del Covid-19." TERAPIA FAMILIARE, no. 129 (October 2022): 129–42. http://dx.doi.org/10.3280/tf2022-129008.

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Abstract:
A partire dall'inizio della pandemia causata dal Covid-19, per le famiglie con bambini, in particolare, si è verificato un drammatico flusso di eventi stressanti concorrenti. In particolare, il lockdown ha costretto genitori e figli a convivere nello stesso contesto condividendo scuola, lavoro, vita di coppia e familiare. Gli Autori hanno portato avanti un'indagine per valutare l'impatto della pande- mia sulle relazioni cogenitoriali e familiari. Sono state esplorate le dimensioni dell'Integrità familiare e Conflitto attraverso la Coparenting Scale e quelle della Forza Familiare, Comunicazione Familiare e Difficoltà Familiari attraverso lo Score-15. Hanno risposto 626 genitori e i risultati hanno indicato che nella mag- gior parte dei casi i soggetti avevano percepito la famiglia come risorsa ottenendo punteggi migliori rispetto a quelli dei campioni normativi. Lo studio rappresenta uno stimolo a considerare le relazioni familiari come un focus rilevante sia per la ricerca sugli effetti psicosociali della pandemia causata dal Covid-19 sia per la progettazione di interventi consulenziali e preventivi nel contesto della psicologia dell'emergenza.
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Villirillo, Caterina, Rossella Cascone, and Carlo Buonanno. "Luca: il timore di essere contaminato dalla madre e il ruolo dei genitori nel mantenimento della sintomatologia." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 46 (July 2020): 111–34. http://dx.doi.org/10.3280/qpc46-2020oa10164.

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Abstract:
In questo lavoro viene descritto il caso di un ragazzo di 16 anni, giunto in terapia con una diagnosi di disturbo ossessivo compulsivo, per la quale aveva già intrapreso una psicoterapia, con presa in carico farmacologica, senza miglioramento dei sintomi. La sintomatologia ossessiva è associata al timore di essere contaminato dall'alito materno. Tuttavia, fin dai primi incontri, emerge con chiarezza una maggiore complessità del quadro, per la presenza in comorbilità di un disturbo schizotipico di personalità, caratterizzato da comportamenti bizzarri e responsabile di una grave compromissione del funzionamento sociale e scolastico. L'intervento è stato realizzato attivando due setting e ha visto coinvolti Luca (20 incontri) e i genitori (10 incontri). Nell'articolo descriveremo la formulazione del caso, differenziando gli interventi sui sintomi ossessivi dalle procedure utilizzate per fronteggiare la sintomatologia schizotipica. Il miglioramento del disturbo ossessivo compulsivo è stato osservato già in fase di condivisione del profilo interno e lavorando sul timore di contaminazione con interventi di ristrutturazione cognitiva. Parallelamente, il trattamento si è focalizzato sull'aumento della cura di sé e la modifica delle abitudini disfunzionali, con un effetto determinante sulla riduzione dei rituali, un aumento della percezione di autoefficacia e una diminuzione sensibile del ritiro sociale. L'intervento con i genitori si è focalizzato sulla riduzione della critica e degli atteggiamenti sprezzanti verso Luca, tramite interventi di ristrutturazione cognitiva e tecniche di validazione che hanno portato a una parziale riduzione degli stessi. Come obiettivi contestuali, favorire la comprensione e l'accettazione del funzionamento di Luca, oltre che il riconoscimento dei suoi bisogni emotivi.
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Porchia, Stefania, Stefano Campostrini, Leonardo Speri, Lara Simeoni, and Mara Brunelli. "Valutare una campagna di promozione: il progetto GenitoriPiů." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 50 (December 2012): 23–40. http://dx.doi.org/10.3280/riv2011-050003.

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Abstract:
Il presente articolo descrive la valutazione del progetto "Genitori Piů - Campagna di promozione della salute nei primi anni di vita" che č stato realizzato a livello nazionale nel 2008-2009. Genitori Piů aveva come obiettivo l'aumento delle conoscenze e il cambiamento del comportamento negli operatori del percorso nascita e i neo genitori relativamente a 7 determinanti di salute del bambino di comprovata efficacia scientifica. La valutazione realizzata ha seguito l'intero evolversi del progetto attraverso il coinvolgimento costante dell'equipe del progetto e l'utilizzo di questionari strutturati rivolti sia agli operatori che ai neogenitori coinvolgendone rispettivamente 5.961 e 5.819 nelle diverse regioni aderenti al progetto. Nell'articolo si evidenzia come sia possibile fornire elementi di riflessione ai decisori attraverso l'utilizzo di diverse modalitŕ valutative come il confronto longitudinale nel tempo, il confronto spaziale di popolazioni simili in diverse realtŕ territoriale e il confronto tra categorie di popolazioni. Il lavoro valutativo ha messo in evidenza come le conoscenze e i comportamenti siano diversificati per territorio e per classe sociale di appartenenza e come si abbiano maggiori conoscenze e comportamenti corretti nelle zone dove siano stati realizzati interventi di prevenzione di piů lunga durata.
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Zanetta, Veronica, Rita Bozzato, Deborah Gnoato, Chiara Ranzini, Beatrice Guglielmetti, and Barbara Di Virgilio. "Operatori in ascolto di genitori e figli adottivi per individuare criticità e risorse." MINORIGIUSTIZIA, no. 2 (November 2020): 161–69. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-002014.

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Abstract:
L'articolo riferisce di una ricerca qualitativa originata nell'ottobre 2016 dal desiderio di conoscere il vissuto di alcune famiglie adottive rispetto al supporto ricevuto dagli operatori di riferimento. L'idea guida proviene da una riflessione di alcuni operatori in merito ai tanti anni di lavoro sulle adozioni e alla volontà di fare tesoro delle esperienze vissute. Sono state quindi individuate e contattate, attingendo gli archivi dei tre servizi coinvolti, le famiglie adottive che rientravano nel target della ricerca e che desideravano prendervi parte. Sono state raccolte informazioni attraverso interviste semi-strutturate, mirate a sondare determinate aree, svolte con figli maggiorenni e genitori adottivi con un minimo di 10 anni dall'inserimento nella loro famiglia. Si è cercato di comprendere quali siano state le difficoltà e gli aspetti positivi dei percorsi adottivi, per avere un rimando sul sostegno e l'accompagnamento adottivo, per migliorare gli interventi e la crescita professionale.
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Pagano, Ludovica. "IO, TU e i NOSTRI figli: uno sguardo alla famiglia omogenitoriale." RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no. 53 (June 2021): 75–95. http://dx.doi.org/10.3280/pr2021-053005.

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Abstract:
In questo articolo, l'autore ha la finalità di mettere in luce le fami-glie omogenitoriali, con lo scopo di indicare delle linee guida utili per coloro che intendono lavorare con queste tipologie di famiglie. Le ricerche evidenziano che non c'è una relazione tra l'orientamento sessuale dei genitori e qualsiasi tipo di misura dell'adattamento emotivo, psicosociale e comportamentale del bambino. Ad ogni modo, il terapeuta, oltre alle specificità che caratterizzano queste famiglie, deve tenere conto delle proprie risonanze emotive e di eventuali limiti rispetto alla possibilità di presa in carico di questi particolari nuclei familiari, per evitare di compiere interventi inefficaci o addirittura dannosi e lesivi.
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Barni, Petra, Laura Ferrari, Sonia Ranieri, and Rosa Rosnati. "Le crisi adottive: il punto di vista delle madri." MINORIGIUSTIZIA, no. 2 (November 2020): 57–66. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-002005.

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Abstract:
La letteratura sull'adozione da non molti anni ha cominciato a focalizzare l'attenzione sul tema dei fallimenti adottivi, ma ancora pochi sono i contributi che si sono occupati di approfondire le situazioni di crisi, cioè quei casi in cui sono presenti rilevanti problematicità psicologiche e relazionali all'interno della famiglia adottiva, accompagnate da molte difficoltà nel farvi fronte. Il presente lavoro prende in esame, mediante un questionario costruito ad hoc, l'esperienza vissuta da 44 madri adottive che stanno affrontando una crisi ed esplora la loro percezione rispetto alle difficoltà emotive e comportamentali dei figli, alla relazione di coppia e alla percezione del supporto ricevuto dai servizi e da altri genitori adottivi. I risultati evidenziano che le madri adottive percepiscono un alto livello di difficoltà emotive e comportamentali nei propri figli, livelli medio-alti di soddisfazione per quanto riguarda la relazione con il partner, un alto livello di supporto ricevuto da altri genitori adottivi e un basso livello di soddisfazione per il supporto ricevuto da parte degli operatori dei servizi. I risultati ottenuti offrono alcune riflessioni per la progettazione di interventi specifici di sostegno e di accompagnamento per le famiglie adottive, così da prevenire in modo sempre più efficace le situazioni di maggiore rischio.
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Balenzano, Caterina, and Amelia Manuti. "La riorganizzazione del lavoro e il benessere di minori e famiglie in pandemia: riflessioni interdisciplinari e lezioni per la ripartenza." SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, no. 2 (September 2022): 107–23. http://dx.doi.org/10.3280/siss2022-002008.

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Abstract:
Le restrizioni connesse alla gestione dell'emergenza sanitaria hanno inciso profondamente sulle opportunità di crescita dei minori, colpendo maggiormente i gruppi sociali più vulnerabili, come le famiglie a basso reddito e i bambini. Se i genitori home-workers hanno dovuto fronteggiare maggiori difficoltà di conciliazione, i caregiver che hanno perso il lavoro o subito una netta riduzione del reddito hanno vissuto un disagio economico e psicologico, che continua ad impattare sulla qualità delle relazioni familiari. L'analisi psico-sociologica delineata dal presente contributo cerca di mettere in luce gli effetti diretti e indiretti dell'emergenza sull'organizzazione del lavoro e sulla vita di minori e famiglie e pone l'attenzione sull'esigenza di promuovere il benessere individuale e professionale, attraverso la sperimentazione di misure e interventi innovativi nella fase di ripartenza.
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Devoken Fishbane, Mona. "Guarire le ferite transgenerazionali: un approccio relazionale e neurobiologico integrato." TERAPIA FAMILIARE, no. 125 (June 2021): 37–70. http://dx.doi.org/10.3280/tf2021-125003.

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Abstract:
Antichi risentimenti e problemi irrisolti con le famiglie di origine possono vincolare gli adulti nelle attuali relazioni con i genitori o fratelli e influenzare negativamente le relazioni con i partner o con i figli. Questo articolo intende esplorare le modalità tramite cui vecchie ferite vengono riattivate all'interno di relazioni attuali e come contribuiscano alla trasmissione transgenerazionale di eredità dolorose e traumi. Vengono proposti degli interventi clinici con clienti adulti per "svegliarsi dall'incantesimo dell'infanzia", curare ferite transgenerazionali, e maturare nuove relazioni con le famiglie di origine. Verranno esplorati i danni causati dalla colpevolizzazione dei propri genitori in terapia e ciò verrà messo in contrasto con l'enfasi che Ivan Boszormenyi-Nagy pone sulle azioni di ricongiungimento e sulla maturazione di risorse di fiducia nelle relazioni intergenerazionali. La famiglia verrà considerata sia nel suo contesto culturale - includendo gli effetti stressogeni e le risorse di resilienza - sia nel contesto del ciclo di vita. In tutto il testo terremo in considerazione il tema dell'etica relazionale - ovvero come possiamo vivere in accordo con i nostri valori e "raggiungere il meglio di noi stessi" nelle relazioni transgenerazionali.
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Curti, Simone, Raffaella D'Errico, Marco Gaietta, Elena Garavelli, Massimiliano Greco, Serena Trovati, Francesca Visco, and Alberto Pellai. "Internet e vittimizzazione sessuale: cosa sappiamo, cosa dice la ricerca, cosa č prioritario in prevenzione." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 2 (June 2010): 11–24. http://dx.doi.org/10.3280/mal2010-002002.

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Abstract:
Internet e i new media rappresentano un nuovo strumento potenzialmente alleato di chi vuole adescare minori per compiere reati sessuali. Gli studi epidemiologici disponibili confermano che il fenomeno č in crescita, cosě come il numero di arresti ad esso correlati, e che le vittime spesso agiscono consenzienti, consapevoli di comunicare con adulti estranei, mentre raramente parlano di ciň con gli adulti di riferimento (genitori/insegnanti). Il rischio di vittimizzazione cresce con l'etŕ della vittima e per le femmine. Strategie preventive efficaci devono comprendere non solo interventi normativi, ma anche programmi educativi volti ad aiutare gli adolescenti a costruire competenze che li rendano capaci di affrontare le esigenze ed i cambiamenti propri dell'etŕ evolutiva, in linea con il modello delle life skills proposto dall'OMS.
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Missonnier, Sylvain. "Gli aspetti psicologici della diagnosi prenatale: uno spazio comune di prevenzione tra il somatico e lo psichico." SETTING, no. 29 (March 2011): 61–77. http://dx.doi.org/10.3280/set2010-029002.

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Abstract:
Sylvain Missonnier sottolinea il carattere "estremo" della diagnosi prenatale, fatto ormai di routine nei Reparti di Maternitŕ. Se un neonato colpisce i fondamenti enigmatici del nostro essere, l'embrione e il feto inducono ad assumere posizioni difensive ancora piů forti, attingendo all'area del "perturbante". In particolare, l'incontro ecografico del feto produce nei genitori e negli operatori una vasta gamma di forti reazioni psichiche paradossali, che comportano incertezze inevitabili e i processi dell'anticipazione. L'autore illustra i suoi interventi di consultazioni terapeutiche individuali, coniugali e familiari, le attivitŕ di gruppo di preparazione alla nascita, i gruppi Balint con il personale medico, infermieristico e gli ecografisti del Reparto maternitŕ, che consentono la costruzione di ciň che René Kaës ha chiamato "l'apparato psichico del gruppo" che "svolge un lavoro psichico particolare: produrre e trattare la realtŕ psichica del e nel gruppo". L'attenzione č qui foca- lizzata sulla clinica del dare ai genitori la notizia di una disabilitŕ nel feto/neonato, sulla programmazione del parto (parto su appuntamento) e sul contesto ecografico. Lo psicoanalista parte dall'analisi dello scambio triangolare tra le immagini del feto, i genitori e l'ecografista, per individuare le dinamiche del processo di genitorialitŕ: il ruolo potenziale dell'incontro ecografico č quello di organizzatore psichico della genitorialitŕ e di punto di riferimento di una collaborazione multidisciplinare a favore dell'accettazione della diagnosi e delle sue ripercussioni sul processo di elaborazione individuale e sociale dell'incertezza tremenda del concepimento, che si apre la strada al limite tra la morte, l'informe e il mostruoso.
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Baldoni, Franco, Bruno Baldaro, and Mariagrazia Benassi. "Disturbi affettivi e comportamento di malattia nel periodo perinatale: correlazioni tra padri e madri." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 3 (April 2010): 25–44. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2009-003002.

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Abstract:
Secondo la teoria dell'attaccamento una funzione principale dell'essere genitori č fornire una "base sicura", cioč una particolare atmosfera di sicurezza e di fiducia all'interno della relazione con la figura di attaccamento. Questa necessitŕ si manifesta anche nella vita di coppia, in particolare durante la gravidanza e nel periodo successivo alla nascita di un figlio. Per studiare l'influenza di alcuni aspetti psicologici e comportamentali nelle madri e nei padri durante il periodo perinatale, gli autori hanno studiato un campione di 40 coppie valutate dal secondo trimestre di gravidanza al primo trimestre dopo il parto. In quattro occasioni a tutti i soggetti sono stati somministrati quattro questionari: il CES-D, il Symptom Questionnaire, l'Illness Behaviour Questionnaire e il Perinatal Couple Questionnaire. L'analisi statistica ha evidenziato che in questo periodo i padri manifestano alterazioni emotive con oscillazioni che sono correlate con la sofferenza materna. I padri le cui compagne hanno sofferto di disturbi affettivi durante il post-partum sono risultati piů depressi, ansiosi e irritabili, tendono a manifestare la loro sofferenza sotto forma di sintomatologia somatica e ad essere preoccupati per la propria salute e per il ruolo paterno. Gli interventi psicologici sui disturbi affettivi nel periodo perinatale dovrebbero perciň riguardare non solo la madre, ma entrambi i genitori. Nelle situazioni maggiormente a rischio, un aiuto psicoterapeutico finalizzato a ridurre la sintomatologia depressiva e ansiosa, le preoccupazioni ipocondriache e le difficoltŕ genitoriali puň favorire una migliore relazione di attaccamento non solo nei confronti del bambino, ma anche del proprio partner.
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Buonanno, Carlo, and Pietro Muratori. "Modelli di parent training." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 46 (July 2020): 9–30. http://dx.doi.org/10.3280/qpc46-2020oa10154.

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Abstract:
Il bambino sviluppa le proprie abilità e competenze cognitive, emotive e sociali all'interno della relazione con i propri caregiver. In questo contributo verrà preso in esame uno dei possibili modelli di intervento psicoterapeutici che mira a migliorare la relazione fra i caregiver e i propri figli: il parent training. Tale approccio è volto a migliorare l'insieme delle pratiche genitoriali, promuovendo quelle positive e riducendo il più possibile quelle disfunzionali, con l'obiettivo di promuovere il benessere dei figli e di conseguenza, dell'intero sistema familiare. Lo scop o in un programma di parent training è migliorare i livelli di competenza del genitore nel monitorare e gestire il comportamento dei figli e favorire la loro competenza sociale ed emotiva, oltre che allenare a riconoscere e rinforzare i comportamenti positivi del figlio. La letteratura suggerisce l'efficacia di questo tipo di intervento indiretto per numerosi disturbi in età evolutiva. In questo articolo verranno descritti alcuni modelli per i disturbi internalizzanti ed esternalizzanti, scegliendo quelli ritenuti più validi e con un maggior numero di studi di efficacia. Inoltre, anche la terza generazione della terapia cognitiva ha sviluppato nuovi modelli di parent training.
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Cerullo, Francesco. "Crisi nelle adozioni e tutela dei minori." MINORIGIUSTIZIA, no. 2 (November 2020): 142–47. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-002012.

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Abstract:
Nell'affrontare il tema della tutela dei minori nella crisi della famiglia adottiva, l'autore prende le mosse esaminando l'identità particolare di questo nucleo, ricostruendo la crisi delle relazioni come l'espressione di una violazione del tratto identitario autentico della famiglia adottiva. Esamina la crisi, intesa come espressione di dinamiche comportamentali irregolari poste in essere dal minore adottato; il tempo dell'adolescenza, come momento tipico per l'espressione dei comportamenti trasgressivi che mettono in crisi le relazioni adottive; la lettura emotiva della trasgressione, intesa come strumento per mettere alla prova gli adulti di riferimento, nel momento in cui ritorna, in questa fase di crescita, il dolore dell'abbandono e quindi del tradimento delle relazioni originarie. Illustra gli interventi dell'autorità: il primo vaglio, la comprensione della gravità della problematica, quindi la distinzione delle crisi dai fallimenti, gli interventi di recupero e ristrutturazione adeguati, rivolti all'intero nucleo, se gli adulti dello stesso sono ancora dotati di risorse idonee; o ai soli minori adottati, nel caso di genitori adottivi privi delle risorse e chiusi rispetto a proposte di lavoro che richiedano cambiamenti. In ordine al minore, il modello di sostegno e rieducazione non deve essere di tipo frontale e punitivo ma di tipo terapeutico evolutivo prendendo le mosse proprio dal bisogno emotivo espresso con la condotta irregolare.
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Schroeter, Vincentia. "Revisione della struttura del carattere borderline." GROUNDING, no. 1 (June 2011): 57–74. http://dx.doi.org/10.3280/gro2011-001007.

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Abstract:
Nel rivisitare la personalitŕ borderline, l'autrice riporta il pensiero di vari teorici sulla dinamica e l'eziologia del disturbo borderline. Esamina le insufficienze nel materiale didattico dell'Iiba. Riconsidera alcuni aspetti incluso la dinamica genitore-figlio: gli aspetti corporei includendo una nuova teoria sul perché non ci sia un solo tipo caratteriale su cui convenire. L'etŕ della ferita borderline, includendo una nuova teoria sia sull'etŕ sia sui blocchi corporei principali. Adatta il borderline sullo schema evolutivo della Mahler e della Horner. Avvertenze per il trattamento del paziente borderline sono dare la prioritŕ al respiro, al grounding e all'energia. Cita una nuova ricerca che conferma alcuni tratti del Bpd cui seguono interventi specifici per affrontare gli aspetti relazionali nel trattamento da un punto di vista bioenergetico.
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Canevelli, Francesco. ""Figli che rifiutano un genitore: intrecci relazionali nei percorsi di separazione" Prima parte." RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no. 53 (June 2021): 26–47. http://dx.doi.org/10.3280/pr2021-053003.

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Abstract:
L'Autore presenta il fenomeno del rifiuto che un figlio manifesta nei confronti di un genitore all'interno di alcune situazioni che fanno se-guito alla separazione. Il fenomeno viene inquadrato all'interno di specifici scenari in cui si realizzano intrecci relazionali che sostengono e rafforzano il rifiuto stesso e che forniscono cornici di senso al suo realizzarsi. Vengono esaminate le ricadute che il rifiuto e il tipo di intrecci in cui si inserisce comportano per i bisogni di sviluppo del figlio e dell'intero sistema familiare. Vengono infine presi in esame i diversi contesti e le possibili articolazioni degli interventi specialistici in que-sto tipo di situazioni.
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Canevelli, Francesco. ""Figli che rifiutano un genitore: intrecci relazionali nei percorsi di separazione" Seconda parte." RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no. 54 (January 2022): 37–59. http://dx.doi.org/10.3280/pr2021-054003.

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Abstract:
L'Autore presenta il fenomeno del rifiuto che un figlio manifesta nei confronti di un genitore all'interno di alcune situazioni che fanno se-guito alla separazione. Il fenomeno viene inquadrato all'interno di specifici scenari in cui si realizzano intrecci relazionali che sostengono e rafforzano il rifiuto stesso e che forniscono cornici di senso al suo realizzarsi. Vengono esaminate le ricadute che il rifiuto e il tipo di intrecci in cui si inserisce comportano per i bisogni di sviluppo del figlio e dell'intero sistema familiare. Vengono infine presi in esame i diversi contesti e le possibili articolazioni degli interventi specialistici in que-sto tipo di situazioni.
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Pappadà, Gabriella. "La condizione femminile in Italia in tempi di COVID-19." QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no. 111 (February 2021): 88–107. http://dx.doi.org/10.3280/qua2020-111005.

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Abstract:
Questo articolo si pone in continuità nell'ambito di un progetto di studio della conciliazione famiglia-lavoro che l'autrice cura da anni con l'intento di stimolare l'adozione di politiche di flessibilità dell'orario e dell'organizzazione del lavoro e di estensione dei servizi educativi e sociali. L'articolo analizza alcuni dati ISTAT ed alcuni dati europei tratti da EUROSTAT e da un'indagine ad hoc condotta da Eu-ropean Foundation for the improvement of Living and Working conditions duran-te il lockdown. Da un lato, il digital divide delle famiglie, delle imprese e della scuo-la italiana ha reso alquanto difficoltoso lo smart working e la didattica a distanza caricando sui genitori anche l'istruzione scolastica dei figli. Dall'altro lato, poter lavorare in smart working in modo efficiente ha messo in luce un incremento di produttività e un miglioramento della conciliazione famiglia-lavoro soprattutto per le donne. Opportuni interventi del Governo e delle imprese a tale riguardo possono condurre a netti miglioramenti nell'organizzazione flessibile del lavoro in armonia con gli impegni familiari.
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Tisch, M., H. Maier, and H. Sudhoff. "Balloon dilation of the Eustachian tube: clinical experience in the management of 126 children." Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 6 (December 2017): 509–12. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1690.

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Abstract:
La dilatazione tubarica con balloon è stata recentemente annoverata com nuovo metodo minimamente invasive per il trattmento della disfunzione cronica ostruttiva della tuba di Eustachio. Per la prima volta nel mondo, abbiamo definito il ruolo della suddetta tecnica nel trattamento della disfunzione tubarica cronica non rispondente ad altri trattamenti. Sono stati analizzati i dati clinici di 60 bambini (età media: 6,3 anni; range: da 28 mesi a 12 anni) sottoposti a dilatazione della Tuba di Eustachio con il balloon di Bielefeld. In aggiunta, sono stati reclutati i genitori di altri 66 bambini sottoposti a dilatazione con balloon, ed è stato chiesto loro di compilare un questionario standardizzato, e di rispondere ad alcune domande riguardo il decorso postoperatorio dei loro bambini. Non ci sono state complicanze durante gli interventi chirurgici. I sintomi clinici sono migliorati in più dell’80% dei casi. Nessun paziente ha riferito un peggioramento sintomatologico. L’83% dei partecipanti è rimasto notevolmente soddisfatto dei risultati derivanti dal trattamento. La dilatazione con balloon è una tecnica semplice, rapida e sicura per il trattamento della disfunzione tubarica non rispondente ad altri trattamenti sia negli adulti, sia nei bambini. Ulteriori studi, preferibilmente multicentrici, sarebbero utili per definire al meglio le indicazioni già esistenti e potenziali nuovi indicazioni per questa tipologia di trattamento, e per stabilire definitivamente il ruolo di questa tecnica nella gestione della disfunzione tubarica cronica refrattaria.
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Mombelli, Marina, and Sara Molgora. "La CTU: come promuovere una genitorialitŕ condivisa? Il punto di vista dei genitori." INTERAZIONI, no. 2 (February 2013): 85–96. http://dx.doi.org/10.3280/int2012-002008.

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Abstract:
L'evidenza clinica circa l'importanza di una "buona prassi" delle funzioni genitoriali nelle situazioni di separazione e divorzio non trova un corrispettivo a livello delle ricerche empiriche sul tema, specie se si considera la capacitŕ genitoriale a livello relazionale e non solo individuale. A partire dall'ipotesi che un percorso di Consulenza Tecnica d'Ufficio (CTU) possa favorire tale pratica, l'obiettivo del presente contributo č quello di indagare l'utilitŕ ed il valore di questa tipologia di interventi nel promuovere e nel sostenere una genitorialitŕ condivisa. A sedici genitori che hanno concluso un percorso di CTU da almeno un anno č stata somministrata un'intervista clinica semi-strutturata costituita ad hoc per la presente ricerca. Le interviste, interamente audio registrate, sono state analizzate con il software di analisi testuale T-LAB. Nello specifico, il contributo si focalizza sulle analisi condotte sull'intero corpus a partire dalla variabile di disegno "domanda". I risultati indicano che il percorso di CTU favorisce un cambiamento sia sul piano personale, sia a livello interpersonale-relazionale. In particolare, il consulente sembra assumere il ruolo di "timoniere", anche se risulta cruciale la posizione personale di impegno e fiducia di ciascuno dei protagonisti coinvolti.
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Salvi, Elisa, Vincenzo Guideti, and Andrea Lo Noce. "Temperamento, cefalea e psicopatologia in etŕ evolutiva." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 31 (December 2012): 29–40. http://dx.doi.org/10.3280/qpc2012-031003.

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Abstract:
Lo scopo di questo studio e stato quello di indagare il rapporto tra cefalea, temperamento, e comportamento in un campione di bambini reclutati presso gli ambulatori di Neuropsichiatria di Roma. Si tratta di 150 bambini, 90 maschi e 60 femmine, di eta compresa tra i 6-11 anni, durante il 2011-2012. I problemi di comportamento sono stati valutati attraverso la Child Behaviour Check List (CBCL) e le dimensioni temperamento attraverso il "Questionario Italiano del Temperamento" (QUIT). QUIT e CBCL sono state somministrate ai genitori dei bambini. La diagnosi e stata effettuata in base ai criteri della Classificazione Internazionale della Cefalea (ICHD II). Emicrania e cefalea tensiva hanno mostrato punteggi simili per quanto riguarda le scale principali della CBCL, con differenze significative nella scale dei problemi internalizzanti, dove hanno riportato punteggi peggiori i bambini con cefalea tensiva, e in quella dei problemi esternalizzanti punteggi peggiori per i soggetti emicranici. La cefalea e uno dei sintomi neurologici piu comuni riportati durante l'infanzia, che porta ad alti livelli di assenze scolastiche e si associa a diverse patologie. In generale, emicrania e cefalea tensiva sono associate a depressione, disturbi d'ansia, e ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder). I risultati, confermati dalla letteratura, sembrano sostenere l'ipotesi che ci sia una relazione tra cefalea e comportamenti psicopatologici. Lo sviluppo di una psicopatologia in soggetti con determinati profili temperamentali non e una regola. Dobbiamo porre attenzione nel lavoro quotidiano ad identificare i soggetti a rischio, sia per temperamento o fattori ambientali. L'identificazione precoce di questi fattori di rischio potrebbe dare la possibilita di interventi precoci che potrebbero tenere i bambini lontani dalla patologia.
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Cottatellucci, Claudio, and Luca Villa. "Una sentenza che viene da lontano: la Corte di cassazione conferma l'applicazione dell'art. 31 co. 3 per tutelare nella sua integritŕ lo sviluppo psico-fisico dei minori stranieri." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 1 (April 2010): 109–15. http://dx.doi.org/10.3280/diri2010-001007.

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Abstract:
Con la sentenza n. 22080/2009, seguita dopo poco dalla n. 823/2010 del 19.1.2010, la Corte di cassazione ha confermato l'orientamento dei tribunali per i minorenni che, concedendo l'autorizzazione ex art. 31 co. 3 TU d.lgs. n. 286/1998, riconoscevano i "gravi motivi connessi con lo sviluppo psicofisico" del minore nei danni derivanti dall'allontanamento del genitore irregolare. Su questa decisione - molto attesa - con cui la Suprema Corte ha preso posizione su uno degli aspetti attualmente piů controversi della legislazione minorile, riflettono due magistrati minorili.Luca Villa, esaminate le varie tipologie di ricorsi ex art. 31, evidenzia gli effetti che ha avuto la legge 94/2009 (il c.d. pacchetto sicurezza) sull'insieme degli interventi del tribunale per i minorenni: l'inasprimento del trattamento del migrante potrŕ avere un effetto paradossale, ovvero anticipare le istanze ex art 31, magari su sollecitazione degli stessi servizi sociali, ed i provvedimenti del tribunale anche in situazioni che in seguito non risulteranno meritevoli. Tale situazione inoltre potrŕ portare (una volta che si accede all'interpretazione propugnata dalle sentenze della Cassazione che qui si commentano) i ricorsi ex art 31 numeri assoluti, e percentuali rispetto ai carichi degli uffici, difficilmente sostenibili.Claudio Cottatellucci esamina il richiamo alle fonti, ampiamente trattato nelle due sentenze che richiamano una trama di principi costituzionali in tema di diritti dei minori elaborata giŕ nel corso degli anni '70 dello scorso secolo, allora essenzialmente con riferimento alla condizione della minore etŕ, ancor piů dell'infanzia, ed ai temi della sua protezione e dell'abbandono, in un momento storico in cui l'Italia ancora era, o quanto meno si rappresentava, piů Paese di emigrazione che di immigrazione. Č infatti tutta direttamente riconducibile a questa elaborazione culturale, per tanti aspetti fondativa della giurisprudenza minorile, l'esplicitazione del "catalogo dei diritti" dei minori tracciato nelle due pronunce.
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