Academic literature on the topic 'Interruzione del nesso causale'

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Journal articles on the topic "Interruzione del nesso causale"

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Bauch, Martin. "Der Regen, das Korn und das Salz: die Madonna di San Luca und das Wettermirakel von 1433." Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 95, no. 1 (January 11, 2016). http://dx.doi.org/10.1515/qfiab-2015-0008.

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Abstract:
RiassuntoIl miracoloso cambiamento del tempo, avvenuto dopo settimane di incessante pioggia nel luglio del 1433 a Bologna durante una processione della Madonna di San Luca, viene collocato ora per la prima volta in un contesto che va oltre la storia della pietà: nel presente articolo si studiano le fonti fi scali e amministrativi di Bologna per tracciare la situazione socio-economica e politica della città e del contado nella prima metà degli anni Trenta del XV secolo e per valutare l’eventuale parte avuta dalle avversità metereologiche nell’inasprire la crisi. In particolare si esaminano le carte dell’Uffi cio del Sale e della Tesoreria e la loro utilità per le ricerche storico-climatici. La ricostruzione - sulla base di fonti narrative - di eventi metereologici estremi, di epidemie e carestie, verifi catisi negli anni Trenta del XV secolo in tutta Italia, e un accenno alla situazione europea mostrano che il rischio di avversità climatiche è meno forte nell’area mediterranea che nei territori a nord delle Alpi. Infi ne si indaga il nesso causale tra precipitazioni e periodi di carestia e si tematizza la mancata considerazione di fattori naturali da parte della ricerca italiana sulla fame.
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2

Carrasco de Paula, Ignacio. "Il discernimento sulla procreazione medicalmente assistita: i concetti chiave del Magistero della Chiesa Cattolica." Medicina e Morale 62, no. 5 (October 30, 2013). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2013.88.

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Abstract:
Lo scopo di questo saggio non è quello di presentare la dottrina della Chiesa Cattolica sulla procreazione medicalmente assistita, ma di fornire alcuni concetti chiave per la corretta interpretazione delle Istruzione Donum Vitae del 1987. Tra i concetti presentati, vanno sottolineati, sul piano morale, i termini “artificiale”, “razionalità” e “dignità”, includendo anche la distinzione tra “assistenza” e “sostituzione” per quanto riguarda la funzione procreativa. Condizioni indispensabili per una procreazione medicalmente assistita eticamente corretta sarebbero la salvaguardia del nesso causale della unione coniugale e il riconoscimento della donna come luogo esclusivo degno del concepimento di un nuovo essere umano. ---------- The purpose of this essay is not to present an exposition of the teaching of the Catholic Church on the procedure for medically assisted procreation, but to provide some key concepts for the correct interpretation of the statements principally contained in the Instruction Donum Vitae published in 1987. Among the concepts presented, we should wish to underline, on moral grounds, the terms “artificial”, “rationality” and “dignity” also including the distinction between “assistance” and “substitution” as regards the procreative function. Indispensible conditions for an ethically correct medically assisted procreation would be the safeguarding of the causal role of conjugal union and the recognition of the woman as the exclusive place worthy of the conception of a new human being.
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Zanotto, Paolo. "Lo spirito del libertinage e la genesi del capitalismo moderno. Riflessioni sulla «purezza quasi classica» di Benjamin Franklin." REVISTA PROCESOS DE MERCADO, March 19, 2021, 251–84. http://dx.doi.org/10.52195/pm.v5i2.313.

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Abstract:
Come dimostra ampiamente il dibattito accademico degli ultimi decenni, la controversia sulle origini del capitalismo non cessa di suscitare un enorme interesse. Da un secolo a questa parte, in seguito alla pubblicazione del classico di Max Weber sull’argomento1, si sono susseguite anche le polemiche sulla bontà della sua interpretazione. L’idea secondo cui l’etica calvinista sarebbe stata il motore ideologico che spinse il progresso verso un’organizzazione razionale dell’economia liberale ha incontrato non pochi seguaci, ma altrettanti contestatori. Lo stesso Giorgio Galli, nell’incipit dell’introduzione ad un’assai diffusa edizione dello scritto weberiano, non ha potuto fare a meno di riconoscere come il sociologo tedesco sia considerato, «si può dire unanimemente, uno tra i grandi maestri —forse il maggiore— delle scienze sociali e umane del nostro secolo. Ma mentre l’insieme della sua opera è oggetto di generale apprezzamento, il saggio sull’Etica protestante e lo spirito del capitalismo incontra lo stesso destino degli scritti di Marx sulla struttura di classe e di Bachofen sul matriarcato: oggetto di continue contestazioni, viene continuamente riproposto; criticato una volta «in modo definitivo», risorge dalle ceneri; e deve essere ricriticato altre diecine di volte»2. Stando poi alla drastica affermazione formulata da Herberth Lüthy, «nessuno degli accostamenti di Weber su punti di dottrina o di etica tra l’insegnamento calviniano e l’economia capitalistica ha veramente resistito alla critica»3. Non c’è dubbio che sussistano punti oscuri nell’interpretazione in base alla quale si pretenderebbe di unire con un nesso causale puritanesimo e capitalismo. Fra le maggiori critiche avanzate, due svettano in particolare. Una è quella che, fondandosi non sulle interpretazioni ma sui fatti storici, ha posto l’accento su come il sistema si fosse sviluppato ed affermato, cronologicamente, ben prima della riforma protestante. A tentare di fornire una data precisa, per quanto puramente simbolica, dell’atto di nascita del capitalismo si è provato il giurista Ubaldo Giuliani-Balestrino4.
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Dissertations / Theses on the topic "Interruzione del nesso causale"

1

DE, ANGELIS Roberta Maria. "La prova del nesso causale." Doctoral thesis, Università degli studi di Cassino, 2022. https://hdl.handle.net/11580/91065.

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Abstract:
Il lavoro affronta l'annosa questione relativa alla prova del nesso causale attraverso la disamina delle principali questioni di diritto sostanziale e di diritto processuale che il tema affrontato pone in sede di accertamento processuale. The work addresses the age-old question relating to the proof of the causal link through the examination of the main issues of substantive law and procedural law that the topic addressed raises during the trial.
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2

CALLEGARI, Silvia. "L’accertamento del nesso causale nelle malattie professionali." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2012. http://hdl.handle.net/11392/2388777.

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Abstract:
The thesis aims to analyze the major issues related to the establishment of a causal link in the trials for occupational diseases, in order to verify if the use of criminal law still represents a viable option. The difficulties on the evidence related to the establishment of causation in occupational diseases are closely related to the role of scientific evidence in criminal proceedings. When the science can not provide clear answers to the questions asked by the judge he will be unable to reach a verdict. Therefore, this context of scientific uncertainty has led the Italian case law to the definitive renunciation of criminal prosecution. However, this renunciation would have serious consequences as criminal law has an important function in the prevention system. There are two possible ways: on the one hand, there is the solution proposed by the Public Prosecutor of Turin, based on the enhancement of the cases of danger existing in our system and configuration of a "harm to the people". Second, the evidentiary difficulties in establishing the causal link could be overcome by using an alternative establishment of the victim. By using this institution, it is possible to convict the employer without a complete identification of each victim. In other words, the numerical proportion of sick workers epidemiologically identified would be attributed to the employer, without specifying each victim’s identity.
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Zirulia, S. "AMIANTO E DIRITTO PENALE. IL PROBLEMA DEL NESSO CAUSALE." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2013. http://hdl.handle.net/2434/217772.

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Abstract:
I processi penali per le vittime dell’amianto rappresentano un capitolo fondamentale della storia giudiziaria contemporanea. Prendono il via nei primi anni ’90, all’indomani della messa al bando del pericoloso minerale , sotto la spinta degli inquietanti dati epidemiologici relativi all’incidenza di gravissime e spesso letali malattie dell’apparato respiratorio tra la popolazione dei soggetti esposti. Muoiono d’amianto coloro che hanno lavorato maneggiandolo, e talvolta muoiono d’amianto anche i loro famigliari, venuti a contatto con gli indumenti da lavoro impregnati di fibre tossiche. Muoiono d’amianto persino coloro che hanno avuto la sfortuna di abitare accanto ad una fabbrica o ad un cantiere che disperdevano le micidiali polveri nei dintorni. I dati epidemiologici non lasciano dubbio alcuno in merito al fatto che l’impiego industriale dell’amianto abbia provocato una vera e propria ecatombe . La causa della strage, dunque, è da anni sotto gli occhi di tutti. Ma l’accertamento delle responsabilità penali è spesso ostacolato da insormontabili difficoltà relative alla prova del nesso causale tra le condotte dei singoli imputati, i quali magari hanno ricoperto incarichi di responsabilità per poco tempo, e le malattie che hanno colpito singole vittime, spesso esposte all’amianto per lunghi archi temporali. Vent’anni di processi penali per malattie d’amianto hanno messo in luce come la partita dell’innocenza o della colpevolezza si giochi quasi interamente sul piano dell’accertamento del nesso causale. Le aule penali si sono così trasformate in luoghi dove si dibatte attorno a delicatissime questioni relative all’eziologia delle patologie tumorali, oltre che alla effettiva conoscibilità dei rischi per la salute umana quando ancora l’utilizzo del minerale era legale. Questioni di fatto, che devono poi passare dal setaccio delle categorie della responsabilità penale; ma che, proprio in ragione della carica di drammaticità umana e sociale di cui sono intrise, inducono talvolta la magistratura ad allargare le maglie di quel setaccio, nell’ottica di intercettare istanze di giustizia sostanziale che altrimenti rimarrebbero – per i più, incomprensibilmente – prive di ascolto. I processi in materia d’amianto diventano così uno dei terreni più fertili per il germogliare delle tecniche di flessibilizzazione del paradigma causale; e, parallelamente, costituiscono uno dei principali bersagli delle voci dottrinali che denunciano un l’ingiusto squilibrio tra la protezione dell’innocente e la tutela delle vittime. D’altra parte, l’intima relazione che intercorre tra lo statuto stesso della causalità e la fase del suo accertamento processuale costituisce un problema che travalica il settore della responsabilità da amianto, investendo direttamente alcuni dei più spinosi – e tuttora irrisolti – rompicapo della parte generale del diritto penale. Ecco allora che la responsabilità penale da amianto assurge ad ineguagliabile occasione per riflettere su quei problemi; offrendo al contempo – questo il vantaggio dell’approccio settoriale – un serbatoio assai ricco di casistica giurisprudenziale. Il metodo che è stato adottato per lo svolgimento della presente indagine risulta coerente con il suo oggetto: alle delicate questioni che notoriamente colorano qualsiasi dibattito sulla causalità penale si cercherà infatti di dare delle risposte immerse nel processo, in omaggio all’idea popperiana che non esistono discipline – e tantomeno confini tra discipline – ma soltanto problemi a risolvere. L’approccio interdisciplinare, inoltre, sembra costituire il migliore antidoto rispetto ai rischi connessi ad un processo che troppo di frequente non si limita ad accertare ma indebitamente plasma le categorie sostanziali, compromettendo i canoni costituzionali di tipicità e tassatività della fattispecie: posto infatti che diritto e processo penale non possono vivere separatamente – a differenza di quanto accade in altre branche del diritto – l’unico modo per comprendere ed eventualmente contrastare indebite sovrapposizioni tra sostanza e rito pare essere quello di trattarli congiuntamente anche nell’ambito della riflessione dottrinale. Oltre che per le ragioni già esplicitate, l’approccio concentrato su questo specifico settore della responsabilità penale trova giustificazione nel fatto che i processi per le vittime dell’amianto rappresentano ancora oggi una pagina fondamentale delle cronache giudiziarie, e purtroppo continueranno ad esserlo per molto tempo, se è vero che il picco di incidenza di mesoteliomi – l’incurabile tumore tipicamente correlato alla fibra di amianto – si raggiungerà attorno al 2015 . Il presente lavoro si articola in quattro capitoli. Nel primo viene analiticamente passata in rassegna la giurisprudenza in materia di amianto formatasi nel corso di oltre vent’anni di processi, mettendo a fuoco i principali problemi che emergono nell’accertamento della causalità e della colpa. Nel secondo si rivolge l’attenzione alle categorie dogmatiche che vengono in rilievo ai fini dell’imputazione degli eventi lesivi nei reati colposi d’evento: la prospettiva che si adotta è dunque di più ampio respiro, benché molti dei riferimenti giurisprudenziali vengano siano tratti dalla rassegna condotta nel primo capitolo. Nel terzo capitolo vengono svolte considerazioni relative ai rapporti tra scienza e processo penale, tematica di centrale importanza in un sistema di accertamento causale improntato al modello di sussunzione sotto leggi scientifiche. Nel quarto capitolo, infine, si adotta la prospettiva in action cui si è fatto riferimento, nell’ottica di indagare l’intreccio tra le categorie della causalità e la fase del loro accertamento. I paragrafi introduzione, posti al principio dei capitoli II, III, e IV, hanno la funzione di congiungere, attraverso ideali ponti, gli argomenti trattati in quel capitolo con quelli trattati nel capitolo precedente ed in quello successivo.
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MICHELONE, CHIARA. "Il nesso causale nella responsabilità medica: una analisi critica del diritto applicato." Doctoral thesis, Università degli studi di Pavia, 2021. http://hdl.handle.net/11571/1434994.

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MARIOTTI, MARCO. ""Responsabilità colposa 'per fatto altrui"." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2019. http://hdl.handle.net/2434/630694.

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Abstract:
Il lavoro ha ad oggetto i casi in cui l’agente che ha tenuto una condotta colposa risponde penalmente anche se la lesione del bene giuridico protetto non sia stata da lui direttamente provocata, ma sia piuttosto immediatamente riconducibile alla condotta eterolesiva o al comportamento autolesivo di un altro soggetto. Tale forma di responsabilità “in relazione ad un fatto altrui”, lungi dall’essere del tutto eccezionale, si presenta in numerosi casi di omesso controllo, di inadempiuto obbligo di impedimento del reato altrui, di lavoro in équipe o all’interno di organizzazioni complesse quali grandi realtà produttive. La tesi esplora le problematiche strutturali di questa forma di responsabilità, individuando alcune “note relazionali”, elementi che fanno dipendere la definizione e la misura della responsabilità di chi è meno prossimo alla lesione del bene giuridico anche dalla condotta altrui. L’analisi, che interessa diversi elementi del reato, mira a valutare se a questi tratti di relazionalità corrispondano altrettanti istituti giuridici adeguatamente sviluppati, o se le incertezze dogmatiche e applicative impediscano una chiara ripartizione delle responsabilità tra i vari soggetti coinvolti nella realizzazione del reato. Nell’ambito del fatto tipico, viene analizzato il problema della sovrapposizione ed interruzione del nesso causale tra le diverse condotte e l’evento del reato, e ribadita la validità del paradigma condizionalistico, anche per accertare l’influenza del comportamento di un soggetto sulle deliberazioni prese da un altro (c.d. causalità psichica). Vengono poi criticamente analizzate le diverse teorie sulle fonti delle posizioni di garanzia, in cui la responsabilità del garante esiste e si manifesta necessariamente in dipendenza del comportamento di un altro soggetto. Sul punto, viene svolta una comparazione con l’ordinamento tedesco, che in tempi recenti ha optato per un approccio tassonomico dei singoli casi di omesso impedimento del fatto altrui, in chiave espansiva rispetto al riferimento alle sole fonti legali e negoziali, con il rischio, tuttavia, di aggirare il canone di tipicità. Con riguardo alla colpevolezza, il tema è la dimensione “relazionale” della colpa, che si declina in vari istituti: nella formulazione stessa di alcune regole cautelari che impongono di tener conto della condotta altrui; nel principio di affidamento, che limita la responsabilità dei singoli coinvolti in un’azione plurisoggettiva, e richiede un delicata individuazione dei suoi confini per non generare vuoti di tutela; nell’annoso tema della c.d. “causalità della colpa”, in particolare poiché l’interposizione della condotta di un altro soggetto rende quantomai incerta la verifica dell’evitabilità dell’evento. Infine, vengono esplorati i travagliati istituti concorsuali colposi. Dopo aver evidenziato le incertezze strutturali e la limitata funzione incriminatrice della cooperazione colposa, viene affermata la sostanziale inutilità dell’istituto: proprio grazie alle numerose “note relazionali” presenti nella struttura del reato, la parametrazione della responsabilità del singolo può tenere conto dell’interazione con un altro soggetto anche nella forma monosoggettiva. Ancora più significativi i dubbi concernenti il concorso colposo in reato doloso. Da ultimo, viene sostenuta l’autonomia dell’imputazione ex art. 40, comma 2 c.p. rispetto alle figure concorsuali, dal momento che anch’essa esprime una responsabilità monosoggettiva, anche se in un contesto plurisoggettivo.
This thesis provides a critical analysis of the circumstances in which an agent, who performs a negligent act, is held criminally liable for damage which was however not directly caused by his or her negligent act, but rather was caused by the act of another (with the view of causing damage either to another or to itself). This form of criminal liability “in relation to the conduct of another”, far from being exceptional, is common in many cases of failure to control or failure to prevent the commission of criminal offences by others, particularly in the context of team-working, and even more so within complex organisations having large corporate structures. The thesis examines the structural problems with this form of criminal liability. It identifies “relational elements”, the elements which enable the creation of a link between the responsibility of the agent whose conduct was the furthest to the damage, and the conduct of those having directly caused the damage. These relational elements impact both the basis on which liability attaches to the negligent agent, and the extent to which this liability exists. This analysis will cover both elements of a criminal offence, that is both the actus reus and the mens rea, with the aim of evaluating whether the legal framework at its current state effectively deals with “relational elements” as grounds for attaching liability, or whether too many uncertainties subsist when making this link– in both theoretical and practical terms– which prevent the clear and effective allocation of criminal liability among the different agents involved. First of all, with regards to the actus reus, this paper addresses the issue of concurring and intervening causes which may break the chain of causality between the agent’s action and the consequence of the actus reus, reaffirming the “sine qua non” paradigm. Furthermore, the research assesses the relevance in this context of the influence which one agent’s behaviour can have on the decisions subsequently taken by others, (known as a “psychological cause” of an action). The paper also critically analyses different theories regarding the basis of guarantees, whereby the guarantor’s liability only exists in relation to the act of another. On this point, a comparative analysis has highlighted how German case law has developed in such a way as to allow guarantees to arise from a factual basis, as opposed to solely through contract or other legally binding instruments, thus running the risk of violating the rule of law. Secondly, with regard to the mens rea element of an offence, the research examines three different examples of “relational elements”, by which another’s conduct needs to be taken into consideration, therefore entering into the mens rea element: (i) precautionary rules which can require the agent to observe another subject’s behaviour and to act accordingly; (ii) the expectation that other subjects involved will act lawfully, which needs to be accurately evaluated in order not to leave any gaps in the prevention of crime; (iii) the complex issue of foreseeability and avoidability of the consequences of one’s conduct, becomes even more intricate with the interposition of another’s conduct. Lastly, the paper will focus on joint enterprise in negligence cases. Having first of all stressed the structural uncertainties and the limited prosecutorial use of the concept of joint enterprise in the context of negligence offences, the thesis argues that through the different “relational elements” present in an offence, each agent’s liability can be independently determined by taking into account the interactions with others. It is worth noting that in the case where the mens rea element of an offence requires intentional participation to another’s negligent behaviour, these uncertainties appear to be even greater. In conclusion, the paper will point out that the liability of guarantors is independent from their participation in the joint criminal enterprise, as this type of liability arises from the guarantee itself.
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Manzari, Marco. "Lo stress occupazionale. Proposta di un metodo per la valutazione del nesso causale tra esposizione a fattori potenzialmente stressogeni in ambito lavorativo e insorgenza di patologie stress correlabili. Studio di fattibilità in soggetti afferenti presso l'ambulatorio di Medicina del Lavoro dell'Università degli Studi di Torino." Doctoral thesis, 2011. http://hdl.handle.net/10447/102406.

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Books on the topic "Interruzione del nesso causale"

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Napoli, Gaetano Edoardo. Il nesso causale come elemento costitutivo del fatto illecito. Napoli: Edizioni scientifiche italiane, 2012.

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