Journal articles on the topic 'Interpretazione giudici'

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Corso, Lucia. "Opinione dissenziente, interpretazione costituzionale e costituzionalismo popolare." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 1 (July 2011): 27–55. http://dx.doi.org/10.3280/sd2011-001002.

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Abstract:
L'opinione dissenziente č il meccanismo attraverso cui i giudici che dissentono dalle conclusioni raggiunte dalla maggioranza fanno sentire la propria voce. Il saggio ricostruisce le ragioni di questo istituto con riferimento alla giustizia costituzionale americana ed avanza la tesi che la presenza dell'opinione dissenziente modifica la giurisprudenza costituzionale non solo nei contenuti, ma anche nello stile ed innesca una discussione virtuale fra giudici e cittadini coinvolgendo questi ultimi nei dibattiti sui diritti fondamentali. Contro lo scetticismo di alcuni neocostituzionalisti italiani, viene prospettata la tesi che ilpossa migliorare la qualitŕ democratica di un sistema giuridico.
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Zahn, Rebecca, and Bruno de Witte. "La prospettiva dell'Unione europea: dare preminenza al mercato interno o rivedere la dottrina Laval?" GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 131 (August 2011): 433–46. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2011-131006.

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Abstract:
La Corte del lavoro svedese ha deciso il caso Laval con sentenza del 2 dicembre 2009. Essa ha applicato ai privati i principi del diritto dell'Unione relativi alla responsabilitŕ dello Stato al fine di condannare al risarcimento dei danni un'organizzazione sindacale per aver intrapreso un'azione collettiva illegittima. L'ampia interpretazione del diritto europeo data dai giudici svedesi č problematica sotto diversi punti di vista. Il rinnovato quadro costituzionale europeo, a seguito dell'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, pone in una nuova prospettiva non solo la decisione della Corte svedese, ma anche la stessa sentenzadella Corte di giustizia. Alla luce di ciň, gli autori si chiedono se la Corte svedese abbia adottato un'interpretazione corretta con riferimento alla questione della responsabilitŕ in caso di violazione del diritto dell'Unione, e discutono alcune delle piů vaste questioni sollevate dalla sentenza.
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3

Barreto, Williem Da Silva, and Sérgio Urquhart de Cademartori. "Teoria pura del diritto." Revista de Direito da Faculdade Guanambi 8, no. 01 (May 18, 2021): e302. http://dx.doi.org/10.29293/rdfg.v8i01.302.

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Abstract:
OBIETTIVO: introdurre i concetti di base della teoria pura del diritto e discutere i problemi che circondano il tema dell'interpretazione in Kelsen. METODO: la ricerca viene svolta qualitativamente, utilizzando il metodo bibliografico, con indagini svolte su libri e articoli accademici, pubblicati su prestigiose riviste. RILEVANZA / ORIGINALITÀ: lo studio è rilevante, in considerazione dell'influenza espressiva della teoria pura del diritto negli ordinamenti giuridici contemporanei. Inoltre, sono giustificati approcci critici, con l'obiettivo di: a) identificare, nel pensiero kelseniano, possibili inconsistenze; e b) proporre modifiche riguardanti la sua applicabilità pratica. RISULTATI: si conclude che la concessione di un'eccessiva discrezionalità all'interprete costituisce un difetto rilevante per la teoria pura del diritto. CONTRIBUTI TEORICI / METODOLOGICI: la teoria pura del diritto non risponde efficacemente alle richieste presentate agli interpreti / giudici. Pertanto, il contributo teorico sta nella promozione di archetipi giuridici che affrontano in modo più solido i fenomeni di interpretazione / decisione.
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Andenas, Mads, and Eirik Bjorge. "Giudici nazionali e interpretazione evolutiva della Convenzione europea dei diritti umani. La prospettiva inglese, francese e tedesca." DIRITTI UMANI E DIRITTO INTERNAZIONALE, no. 3 (December 2010): 471–86. http://dx.doi.org/10.3280/dudi2010-003001.

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5

Rozkrut, Tomasz. "Papieska Rada ds. Tekstów Prawnych: interpretacja autentyczna kanonów Kodeksu z 1983 roku." Prawo Kanoniczne 52, no. 1-2 (June 5, 2009): 115–37. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2009.52.1-2.04.

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Abstract:
Dopo il breve cenno storico del Pontificio Consiglio per l’Interpretazione dei Testi Legislativi, che parte dal motu proprio „Cum iuris canonici” (1917) di Benedetto XV fino alla Costituzione apostolica „Pastor bonus” (1988) di Giovanni Paolo II, vengono presentate le competenze del Dicastero secondo art. 154-158 della „Pastor bonus” (funzione interpretativa, aiuto tecnico-giuridico agli altri Dicasteri della Curia Romana, esame dei decreti generali degli organismi episcopali, giudizio di conformità delle leggi particolari e dei decreti emanati dai legislatori inferiori con le leggi universali della Chiesa) e anche le sue altre attività nella Chiesa (incontri con vescovi, rapporti con istituzioni scientifiche, simposi, pubblicazioni, etc.). Successivamente vengono presentate: dichiarazioni, note esplicative, istruzione „Dignitas connubii”, ma specialmente interpretazioni autentiche dei canoni del Codice di Giovanni Paolo II, sistemate secondo i libri del CIC del 1983, ricordando, che ogni interpretazione della legge ha sempre una componente di creazione. Alla fine vengono convocati eventuali alcuni casi, dove sembra che la legge non sia chiara o sarebbe bene domandare il Pontificio Consiglio per l’Interpretazione dei Testi Legislativi sulla conformità della legge particolare con la legge universale.
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6

Claudio, Viazzi. "Alla ricerca dei veri giacobini. Magistratura, sistema politico, modello costituzionale." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 6 (February 2011): 7–29. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-006002.

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Abstract:
1. Crisi della giustizia: una pluralitŕ di letture scisse tra loro2. Strategia dell'inefficienza, processi riformatori "personalizzati" e modello costituzionale: esiste un nesso?3. La riforma della Costituzione: crisi del modello o crisi della politica?4. Le due piste del costituzionalismo moderno: Rousseau e Locke5. Dove stanno allora i giacobini?6. L'insopprimibile politicitŕ della giurisdizione7. Ruolo del giudice e interpretazione del diritto8. Una conclusione provvisoria.
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Čatić, Ivica. "Giudizio e annuncio di un incontro nuovo: analisi del messaggio di Mt 23,37-39 (I)." Diacovensia 30, no. 2 (2022): 261–85. http://dx.doi.org/10.31823/d.30.2.5.

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Abstract:
Il lavoro, diviso nei due articoli successivi, intende indagare il messaggio di breve pericope Mt 23,37-39. L’importanza della ricerca proviene da alcuni fatti il quale primo è rapporto drammatico tra Israele ed il suo Messia, come lo presenta il Primo evangelista, e dal fatto che Mt 23,37-39 contiene l’ultime parole di Gesù rivolte al popolo d’Israele prima del racconto della passione. Il secondo fatto si riferisce all’unanimità degli studiosi riguardo al messaggio del testo. Esso presenta un crux interpretorum al quale sono state assegnate contrastanti interpretazioni. Una prima linea degli interpretatori comprende la nostra pericope come l’annuncio della salvezza finale; l’altra, invece, pensa che si tratta di un giudizio definitivo mentre la terza qui trova il messaggio di salvezza condizionata. In situazione di tale disaccordo tra i ricercatori autorevoli spinge ad intraprendere l’analisi esaustiva del testo di Mt 23,37-39 la quale mette sotto analisi ogni punto pertinente al messaggio finale. Il risultato di questa ricerca per primo offrirà la base di proporre la nostra interpretazione propria e, per secondo, presenterà il contributo per facilitare comprensione dell’impatto del nostro testo sull’insieme della teologia del Vangelo di Matteo. L’importanza di questo tema viene accentuata anche nel contesto del dialogo interreligioso recente perché potrebbe facilitare un passo avanti verso la verità che, benché questo oggi non è ancora evidente, è unica per tutti. Questo primo articolo contiene l’analisi letteraria della nostra pericope. Essa appartiene principalmente alla lettura sotto l’aspetto sincronico, benché non è escluso l’uso temporaneo di elementi del metodo storico-critico e dell’analisi in chiave comunicativa. Nel lavoro saranno esaminati contesto remoto e prossimo, delimitazione ed articolazione del testo, mentre il secondo articolo prosegue con analisi semantica.
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Bilancia, Francesco. "Profili evolutivi dei più recenti sviluppi della giurisprudenza costituzionale italiana con riferimento alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo." Revista do Direito, no. 43 (May 19, 2014): 03–24. http://dx.doi.org/10.17058/rdunisc.v0i43.5661.

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Abstract:
Questo breve scritto intende fornire un quadro d’insieme dei più recenti sviluppi della giurisprudenza costituzionale italiana con riferimento all’uso degli accordi internazionali di protezione dei diritti umani, che opera attraverso un “processo di grandiose proporzioni, il quale investe il futuro stesso dello Stato: non di questo o quello Stato, ma – se così può dirsi – della forma-Stato”. Questo processo, destinato a svolgersi in un indefinibile arco di tempo ma costantemente sostenuto dalla più attenta giurisprudenza, non avrebbe – non ha – potuto “non investire il destino della stessa (…) Costituzione ”. La lunga e complicata evoluzione del processo di “interazione” tra i diversi documenti costituzionali statali e tra questi e le Carte internazionali di protezione dei diritti fondamentali si è spesso caratterizzato per un cammino di piccoli passi, di fasi di integrazione a volte più intense, a volte più incerte, senza escludere vere e proprie battute d’arresto, ma comunque qualificato ed arricchito da importanti episodi giurisprudenziali di cui, momento per momento, la dottrina ha preteso di ricostruire la fotografia di sintesi, nell’incessante vano tentativo di ridurre la complessità a sistema. Non è, è bene dirlo subito, l’intenzione di queste brevi note che traggono, piuttosto, spunto da alcune più recenti pronunce della Corte costituzionale italiana, riferite alla Convenzione ed alla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’Uomo (CEDU), riconducibili al percorso giurisprudenziale avviato a partire dalle sentenze nn. 348 e 349 del 2007 . Come è noto ormai la Corte costituzionale italiana riconduce il contrasto tra una norma interna ed una norma della Convenzione europea dei diritti dell’uomo alla violazione mediata dell’art. 117, comma 1, Cost., di cui la stessa Corte costituzionale dovrà essere investita nel caso in cui il giudice interno non sia in condizione di risolvere l’antinomia per via di interpretazione conforme. A giudizio della Corte resta, infatti, preclusa al giudice di merito la strada dell’applicazione diretta della norma CEDU mediante la contestuale disapplicazione della norma interna incompatibile , ritenendo non assimilabile tale sistema di garanzie allo schema di adattamento del diritto interno al diritto comunitario e dell’UE . Piuttosto, a giudizio della Corte costituzionale resta, non solo possibile, ma addirittura necessario verificare, in sede di giudizio di costituzionalità, la specifica compatibilità in concreto della norma CEDU invocata quale parametro, per come interpretata ed applicata dalla Corte di Strasburgo, con le diverse disposizioni costituzionali. Sul piano formale della dottrina costituzionale del sistema delle fonti le disposizioni della CEDU , quindi, in quanto dotate di forza passiva superiore a quella delle norme di legge ordinaria, fungeranno da norme interposte nel giudizio di costituzionalità delle norme interne con esse incompatibili per violazione indiretta dell’art. 117 Cost. Laddove, all’opposto, stante la loro non equiparabilità formale alle disposizioni costituzionali, potrebbe darsi il caso di un giudizio di costituzionalità della legge di recepimento della Convenzione nell’ipotesi di contrasto con altre disposizioni costituzionali; non quindi più soltanto dei principi fondamentali come previsto, secondo la nota dottrina costituzionale dei “controlimiti”, con riferimento ai rapporti del diritto interno con le norme di diritto comunitario direttamente applicabili.
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Maier, Johann. "Salmo 24, 1: Interpretazione rabbinica, berakah giudaica e benedizione cristiana." Augustinianum 28, no. 1 (1988): 285–300. http://dx.doi.org/10.5840/agstm1988281/216.

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Panebianco, Angelo. "PARLAMENTO-ARENA E PARTITI." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 17, no. 2 (August 1987): 203–7. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200016658.

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Abstract:
IntroduzioneLe tesi di Giuseppe Di Palma sul parlamento italiano possono essere discusse da due diverse angolature: si può, da un lato, valutare la descrizione/interpretazione del caso esaminato; si può, dall'altro lato, discutere il quadro teorico proposto e utilizzato. I due aspetti non sono, a giudizio di chi scrive, così strettamente collegati fra loro come potrebbe apparire a prima vista. Si può infatti concordare con molte delle osservazioni di Di Palma sulla evoluzione dei rapporti parlamentari in Italia pur mantenendo riserve sulla prospettiva teorica prescelta (la teoria della istituzionalizzazione nella variante offerta da Polsby).
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Damiani, Martina. "Un "artista della penna consumato e geniale"." SPONDE 1, no. 1 (July 27, 2022): 91–102. http://dx.doi.org/10.15291/sponde.3893.

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Abstract:
Filippo Zamboni (Trieste, 1826-Vienna, 1910) si contraddistingue per i suoi studi su Dante, riportati, per esteso, in gran parte delle sue opere. Tra queste, ci siamo soffermati su due in particolare Gli Ezzelini, Dante, e gli schiavi. Pensieri storici e letterari (1864) e Il bacio nella luna: Pandemonio. Ricordi e bizzarrie (1911). Oltre all'analisi delle sue interpretazioni di alcuni passi sue interpretazioni di alcuni passi della Divina Commedia, è stata approfondita la singolare riscrittura del contrappasso dantesco destinato ai peccatori del quarto cerchio dell’Inferno. Nel Pandemonio, l’autore immagina puniti, tra gli avari, i proprietari delle miniere che non si potevano limitare a spingere pesanti massi, come nell’immaginario dantesco, ma si vedono condannati a simulare per l’eternità il lavoro massacrante dei minatori. Sono state sviluppate inoltre le considerazioni sullo scrittore daparte della critica, riportando le recensioni e i giudizi espressi nella stampa periodica con particolare riferimento agli scritti della poetessa istriana Giuseppina Martinuzzi, che più di altri si è occupata di Filippo Zamboni. A tale proposito, ci si è concentrati su un manoscritto della Martinuzzi, intitolato Alcuni stampati e manoscritti di Filippo Zamboni ed altri che di lui dicono, conservato presso in Museo popolare di Albona, che ci ha permesso di approfondire l’importanza di questo dantista triestino, oggi poco conosciuto.
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Marraffa, Massimo. "Esperimenti in filosofia." PARADIGMI, no. 3 (December 2011): 153–71. http://dx.doi.org/10.3280/para2011-003011.

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Abstract:
La "filosofia sperimentale" č l'uso dei metodi delle scienze cognitive per dare risposta a questioni empiriche che sono rilevanti per alcuni dibattiti filosofici. L'articolo esamina alcuni importanti lavori in filosofia sperimentale e discute due differenti interpretazioni delle sue implicazioni metafilosofiche: secondo i "riformisti" i risultati ottenuti dai filosofi sperimentali rappresentano un'integrazione indispensabile dell'impiego delle intuizioni prodotte in risposta a casi ipotetici (esperimenti mentali) quale base probativa per la valutazione di tesi filosofiche; secondo gli "eliminazionisti" i dati della filosofia sperimentale decretano la fine della prassi del ricorso alle intuizioni in filosofia. In ambedue i casi, si sostiene, il giudizio sulla filosofia sperimentale č positivo in quanto ulteriore tassello nel processo di affermazione della tradizione naturalistica quineana.
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Paffarini, Jacopo. "Costituzione e linguaggio normativo." Revista Brasileira de Direitos Fundamentais & Justiça 9, no. 31 (June 30, 2015): 32–55. http://dx.doi.org/10.30899/dfj.v9i31.175.

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Abstract:
Il problema dell’interpretazione del linguaggio normativo costituisce una fonte di riflessione non solo per il giurista che rivolge la sua attenzione al proprio ordinamento, ma anche per il comparatista che si accinge a studiare il diritto straniero. Secondo un orientamento oramai consolidato all’interno della scienza comparatistica, per la corretta identificazione del «termine del confronto» non basta la conoscenza del «diritto scritto», ma è necessario apprendere le regole ermeneutiche praticate nell’«altro» contesto normativo. In tal senso, si è detto che il giudizio comparativo può definirsi rigoroso soltanto quando il giurista evita di trasferire «gli atteggiamenti mentali del suo diritto» nei termini della comparazione. Nel presente contributo si intende mettere in luce le regole comuni ed i limiti della logica giuridica, evidenziando come, attraverso la comparazione, la dottrina abbia preso coscienza dei fattori extragiuridici che intervengono inevitabilmente nel processo di creazione/interpretazione del diritto.
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Cingari, Salvatore. "Antonio Gramsci, il trasformismo e l'Italia della globalizzazione." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 266 (September 2012): 67–79. http://dx.doi.org/10.3280/ic2012-266003.

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Abstract:
Il saggio č diviso in tre paragrafi. Nel primo si ricostruisce l'utilizzo del concetto di trasformismo nel Gramsci precedente alla carcerazione. L'esigenza di elaborare un pensiero politico autonomo del proletariato deriva dall'idea di contrapposizione a una politica socialista tendente al compromesso e a un protezionismo che danneggia i ceti subalterni e il Sud Italia. Nel secondo paragrafo si analizzano i Quaderni del carcere, in cui il trasformismo č una componente fondamentale della teoria della "rivoluzione passiva". Attraverso il passaggio dei democratici nelle file moderate e dei socialisti in quelle democratiche o riformiste e poi anche dei sindacalisti nel fascismo, le fasi rivoluzionarie in Italia hanno trovato esito nella conservazione degli equilibri sociali tradizionali. Nel terzo paragrafo si affronta il problema di come il giudizio di Gramsci sul trasformismo sia stato preso in esame negli ultimi anni in Italia in relazione a un piů generale sforzo di interpretazione della ‘transizione' politica del paese negli anni della globalizzazione.
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Pancerz, Roland Marcin. "Hermeneutyka antropomorfizmów biblijnych u Dydyma Ślepego." Vox Patrum 55 (July 15, 2010): 521–34. http://dx.doi.org/10.31743/vp.4354.

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Abstract:
Uno dei scrittori del IV secolo, che si è inserito nella controversia antropomorfita sorta in quel secolo tra i monaci del deserto egiziano, è Didimo il Cieco d’Alessandria. Nel suo Commento ai Salmi troviamo due immediate menzioni del gruppo degli antropomorfiti e la confutazione del loro errore. L’Alessandrino rimprovera loro di riferire l’essere ad immagine di Dio (Gen 1, 26) al corpo umano, di capire gli antropomorfismi biblici su Dio letteralmente, e in conseguenza di credere che Dio veramente abbia membra umane e una forma esteriore. Commentando molti frammenti biblici che parlano di Dio in questo modo, Didimo spesso mette in rilievo la necessità di un’adeguata interpretazione di tali espressioni. Il fondamentale principio interpretativo – desunto peraltro dalla tradizione anteriore – è quello di intendere queste parole qeoprepîj, cioè in modo degno di Dio, adeguato alla natura di Dio. Il significato degli antropomorfismi non può essere quello suggerito immediatamente dalla lettera della Scrittura, ma deve essere strettamente sottoposto al concetto della realtà a cui essi si riferiscono. Si deve quindi tener conto che Dio è un essere immateriale, spirituale, invisibile, privo di forma e grandezza, incomposto, immutabile, non legato ad alcun posto e libero dalle passioni umane. Nella sua teoria ermeneutica Didimo sembra pure richiamare l’attenzione sulla regola dell’analogia della fede. Nell’interpretazione degli antropomorfismi trova un ampio uso il metodo allegorico, ciò che del resto è tipico per la scuola alessandrina. Così lo scrittore ricava dalle espressioni antropomorfiche della Scrittura diversi significati, non di rado molto profondi: „il volto” di Dio è per esempio il Figlio di Dio oppure la stessa esistenza di Dio, le sue idee o la sua salvezza; lo scrutare gli uomini attraverso „le palpebre” (Sal 10, 4) esprime la divina clemenza nel giudizio; „il grembo” e „il cuore” di Dio Padre, da cui è generato il Figlio, indicano la stessa sostanza del Padre; “le mani” di Dio significano le sue varie potenze (creatrice, punitiva, protettrice), poi i due Testamenti, e infine il Figlio e lo Spirito Santo – due mediatori del Padre nella creazione del mondo; “l’ira” di Dio indica un castigo o un travaglio mandati da Lui, oppure le potenze che fanno il servizio di punizione. Ovviamente in queste interpretazioni Didimo risente spesso della tradizione anteriore (Filone e Origene). Grazie alla presa di posizione contro l’antropomorfismo Didimo appare a noi come un teologo maturo che difende l’immaterialità e la trascendenza di Dio, sa interpretare saggiamente la Scrittura e riesce a ricavarne numerosi e validi contenuti teologici.
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Izzet, Vedia E. "The mirror of Theopompus: Etruscan identity and Greek myth." Papers of the British School at Rome 73 (November 2005): 1–22. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200002956.

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Abstract:
LO SPECCHIO DI TEOPOMPO: IDENTITÀ ETRUSCA E MITO GRECOQuesto articolo prende in considerazione un singolo specchio etrusco come punto di partenza per un'inchiesta sulla natura dell'interazione tra Etruschi e Greci. Nonostante la mancanza d'informazioni circa il rinvenimento archeologico, si discute la possibilità di ricostruire un sostrato culturale all'interno del quale lo specchio fu visto e usato. Partendo dai recenti lavori sull'identità culturale, da studi sul corpo e sul genere e sulla teoria mortuaria, l'articolo procede con l'analisi dell'episodio del mito greco raffigurato sullo specchio. Contestando l'identificazione tradizionale della scena e offrendone una complementare si argomenta il valore delle singole interpretazioni per le rappresentazioni antiche. Si suppone che la raffigurazione suggerisca due letture simultanee, quella di Turan e Adone e quella del giudizio di Paride, e che i temi che questi due miti sottolineano si completano e per questo si reiterano a vicenda. Se un simile sofisticato e ‘consapevole’ spettatore può essere assunto per l'immagine etrusca, l'articolo conclude suggerendo una spiegazione altrettanto sofisticata per gli aspetti apparentemente scioccanti dell'iconografia, una spiegazione che rispecchia argomenti contemporanei dei Greci sulle donne etrusche.
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Kotecki, Dariusz. "„Bądź wierny aż do śmierci” (Ap 2,10)." Verbum Vitae 11 (January 14, 2007): 159–84. http://dx.doi.org/10.31743/vv.1426.

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Abstract:
L'articola affronta il tema della fedelta nel libro dell'Apocalisse sulla base dell'analisi di Ap 2,10: "Sii fedele alla morte". Questo testo fa parte della lettera alla Chiesa di Smirne e nella struttura della lettera costituisce l'esortazione particolare del Risorto alla sua Chiesa che vive nelle difficolta, tribolazioni, poverta e viene in certo modo perseguitata dai Giudei, chiamati "sinagoga di satana". La chiesa di Smirne e l'unica, accanto a quella di Filadelfia, alla quale Gesu non indirizza nessuna critica. L'esortazione "sii fedele fino alla morte" non significa necessariamente un invito al martirio, pero non si puo escludere tale interpretazione, perche i cristiani nel libro dell'Apocalisse sono visti com e potenziali martiri. Quest'esortzione e valida per tutte le communita ecclesiali di Asia Minore del tempo dell'Apocalisse e per tutta la Chiesa di ogni tempo e posto. Questa e un invito alla vita secondo lo stile pasquale, che ci ha insegnato Gesu Cristo - "testimone fedele". La realizzazione di quest'esortazione non e possibile senza una collaborazione continua con la grazia di Gesu, che proviene dal suo mistero pasquale. Cristano rimane fedele solo se assorbisce tutte le forze da Gesu Risorto, perció l'Apocalisse dice che cristiani "hanno vinto per mezzo del sangue dell'Agnello" (Ap 12,11).
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BOTEZATU, Vanina Narcisa. "LE DIFFERENTI INTERPRETAZIONI DEL TERMINE “GIUDICE” NELL’ORDINAMENTO GIURIDICO ROMENO." Annals of the University of Craiova. Series Philology. Linguistics 43, no. 1 (January 20, 2022). http://dx.doi.org/10.52846/aucssflingv.v43i1.4.

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Abstract:
The article briefly presents the various interpretations of the Italian term “giudice” [judge] in Romanian language. The analysis of legal texts has implied various directions of study, i.e. terminological documentation, description of legal concepts and compared analysis of terminology. Since legal discourse is classified as a unit of pragmatics, the terms were also analysed from the point of view of their use, as any act or linguistic transfer determines the actual establishment of a legal act.
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Canale, Damiano. "La precomprensione dell’interprete è arbitraria?" Direito Público 19, no. 103 (October 31, 2022). http://dx.doi.org/10.11117/rdp.v19i103.6722.

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Abstract:
Il concetto di precomprensione svolge un ruolo chiave nella metodologia giuridica contemporanea. È infatti opinione ampiamente condivisa che l’interpretazione giudiziale sia condizionata dalle competenze linguistiche e tecnico-giuridiche del giudice, dalle sue presupposizioni e inclinazioni, dai suoi valori e preferenze politiche; fattori, questi, che conducono il giudice ad anticipare il senso (precomprendere) del testo oggetto di interpretazione, prefigurando la soluzione del caso. Ma se la precomprensione precede qualsiasi processo interpretativo, condizionandone gli esiti, come distinguere una precomprensione corretta, legittima, adeguata da una precomprensione errata, illegittima, inadeguata? Questo saggio tenta di rispondere a tale quesito ricostruendo il modo in cui il concetto di precomprensione è stato elaborato dall’ermeneutica novecentesca, in particolare da Gadamer e da Heidegger. La tesi centrale del saggio è che la precomprensione si presta ad essere considerata corretta se corrisponde alla “cosa stessa” (Sache selbst) disciplinata dal testo normativo. Tale criterio può essere articolato concettualmente mediante un approccio inferenzialista ai contenuti linguistici e al ragionamento giuridico.
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"Diritto italiano. Diritti civili." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 4 (March 2012): 126–42. http://dx.doi.org/10.3280/diri2011-004010.

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Abstract:
1. Corte costituzionale sentenza 12/16.12.2011 n. 329 - questione di legittimitŕ costituzionale dell'art. 80 co. 19 l. n. 388/2000 - indennitŕ di frequenza riconosciuta ai minori disabili extracomunitari legalmente soggiornanti solo se in possesso di carta di soggiorno - illegittimitŕ della condizione - accoglimento2. Tribunale di Milano 9.1.2012 - azione civile contro discriminazione - bando Presidenza del Consiglio, Ufficio nazionale per il servizio civile - selezione volontari - requisito accesso cittadinanza italiana - carattere discriminatorio - accoglimento - interpretazione costituzionalmente orientata secondo art. 2 Cost. del termine "cittadino" ex art. 3 d.lgs. 77/2002 - poteri del giudice - sospensione e ordine di modifica bando - art. 28 d.lgs. N. 150/2011 - disciplina del processo sommario di cognizione - prima applicazione
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"Diritto italiano. Asilo." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 2 (September 2011): 128–36. http://dx.doi.org/10.3280/diri2011-002009.

Full text
Abstract:
1. Corte di cassazione 24.3.2011 n. 6879 - cittadino del Burkina Faso richiedente la protezione internazionale - rigetto delle plurime censure di rito e di merito proposte nel ricorso per Cassazione - disamina delle tipologie di protezione internazionale anche diverse da quelle previste dalle direttive comunitarie 2. Corte appello di Milano 3.2.2011 n. 4 - cittadino nigeriano - richiedente la protezione sussidiaria o il diritto di asilo - valutazione della prova alla stregua dei criteri indicati dalla direttiva 2004/83/CE nella interpretazione di Cassazione n. 27310/08.RASSEGNA DI GIURISPRUDENZA3. Corte appello di Roma 7.3.2011 n. 963 - cittadino ivoriano richiedente status di rifugiato - protezione sussidiaria o diritto di asilo - poteri istruttori del giudice quale espressione del dovere di cooperazione legislativamente stabilito 4. Tribunale di Trieste 11.11.2009 n. 505 - cittadino tunisino richiedente lo status di rifugiato - illiceitŕ della condotta del Ministero - Dipartimento di pubblica sicurezza per il rimpatrio disposto in pendenza del termine per la presentazione del gravame - sussistenza della lesione del diritto del richiedente di essere sentito dal giudice - sussistenza del diritto alla protezione internazionale in presenza di atti di repressione di condotte dirette a rivendicare la libertŕ e condizioni di lavoro piů dignitose
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Primavesi, Oliver. "Die Zerstörungskraft der göttlichen Liebe: Empedokles im XII. Gesang von Dantes Inferno." Deutsches Dante-Jahrbuch 90, no. 1 (January 28, 2015). http://dx.doi.org/10.1515/dante-2015-0003.

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Abstract:
RiassuntoIl canto XII dell’Inferno si apre con l’evocazione del terremoto che, poco prima dell’arrivo di Cristo agli inferi, aveva causato una frana al di sopra del settimo cerchio. Virgilio ricorda che egli stesso, per spiegare tale avvenimento, aveva dapprima fatto ricorso alla teoria del filosofo presocratico Empedocle, secondo il quale l’amore divino condurrebbe il mondo, ciclicamente, nel caos. Se questo tentativo di spiegazione è stato recentemente interpretato come un errore pagano-razionalistico, il presente contributo si propone di mostrare che Dante, attraverso la bocca di Virgilio, interpreta la dottrina del ciclo cosmico proposta da Empedocle come prefigurazione della corrispondenza fra la discesa di Cristo agli Inferi e il suo ritorno nel Giorno del Giudizio. Tale interpretazione fu già espressa da Luca Signorelli verso il 1500 negli affreschi del Duomo di Orvieto.
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"Diritto italiano. Diritti civili." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 2 (September 2011): 142–63. http://dx.doi.org/10.3280/diri2011-002011.

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Abstract:
1. Corte costituzionale sentenza 4/7.4.2011 n. 115 - illegittimitŕ costituzionale dell'art. 54, co. 4, del d.lgs. 18.8.2000, n. 267, come sostituito dall'art. 6 del D.L. maggio 2008, n. 92 (Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica), conv. con mod. dall'art. 1, co. 1, della l. 24.7.2008, n. 125 - violazione dei parametri di cui agli artt. 3 co. 1, 23 e 97 Cost. - sussistenza nella parte in cui la norma ha inserito la congiunzione "anche" prima delle parole "contingibili e urgenti" 2. Corte costituzionale ordinanza 6/15.4.2011 n. 139 - illegittimitŕ costituzionale dell'art. 38 co. 1, d.lgs. 165/2001 nella parte in cui «non consente di estendere l'accesso ai posti di lavoro presso le amministrazioni pubbliche anche ai cittadini extracomunitari» per violazione artt. 4 e 51 Cost. - mancata sperimentazione da parte del giudice remittente dell'interpretazione costituzionalmente orientata della norma impugnata - conseguente manifesta inammissibilitŕ della questione.NOTA di Marco Paggi, Sull'illegittimitŕ costituzionale della discriminazione nell'accesso al pubblico impiego: un'occasione mancata?RASSEGNA DI GIURISPRUDENZA3. Corte di cassazione 11.1.2011 - n. 450 - risarcimento danni conseguente a sinistro stradale con lesione di diritti inviolabili della persona straniera - interpretazione costituzionalmente orientata della condizione di reciprocitŕ e conseguente irrilevanza della stessa 4. Corte appello di Genova 24.11.2010 - non manifesta infondatezza della questione di legittimitŕ costituzione degli artt. 1 l. n. 289/90 ed 80, co. 19 l. n. 388/2000 nella parte in cui l'erogazione dell'indennitŕ di frequenza viene subordinata, per il cittadino straniero, alla titolaritŕ della carta di soggiorno - prospettata violazione degli artt. 2, 3, 32, 34, 38, 117 Cost
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