Academic literature on the topic 'Interazioni madre-bambino'

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Journal articles on the topic "Interazioni madre-bambino"

1

Salomonsson, Bjorn. "La terapia madre-bambino e il suo impatto sulla psicoanalisi dell'adulto." INTERAZIONI, no. 1 (July 2012): 11–29. http://dx.doi.org/10.3280/int2012-001002.

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Abstract:
Le esperienze che derivano da trattamenti psicoanalitici madre-bambino ci aiutano a comprendere e a gestire la psicoanalisi dell'adulto. I bambini ci sommergono di espressioni non verbali riguardanti i loro stati emotivi. Lavorando con una mamma che tranquillizza il suo bambino, lo psicoanalista č in grado di osservare interazioni contenitore-contenuto da una prospettiva diversa rispetto a quella di un setting psicoanalitico tradizionale e puň cosě giungere a una nuova comprensione del modo in cui lo stesso terapeuta interagisce con il paziente adulto. I conflitti tra madri e bambini rivelano il modo in cui i due soggetti influenzano reciprocamente i rispettivi mondi interiori. Assistere a tali interazioni aiuta lo psicoanalista ad acquisire familiaritŕ nel parlare a pazienti adulti di se stesso, come se si trattasse di un oggetto esterno. Talvolta ciň potrebbe comportare la manifestazione del modo in cui i fattori inconsci sottostanti ai suoi interventi e comportamenti influiscano sul paziente. Vengono qui presentati come esempi il lavoro svolto con un bambino di due settimane e la madre e quello condotto con una donna di 35 anni. La terapia madre-bambino ha costituito una fonte di ispirazione per l'analisi della donna adulta, la cui qualitŕ si č gradualmente trasformata, per usare due metafore prese a prestito da Freud, da "campo di battaglia" a "campo di gioco".
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Fedeli, Claudia, and Rosario Montirosso. "Gli affetti come organizzatori dell'esperienza." GROUNDING, no. 1 (November 2010): 19–32. http://dx.doi.org/10.3280/gro2010-001005.

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Abstract:
L'osservazione delle interazioni madre-bambino e l'utilizzo dello strumento della Still-Face hanno consentito di approfondire la conoscenza delle primitive regolazioni emotive reciproche e metterle in relazione con il successivo sviluppo psicologico del bambino e del suo stile dello "stare con". Particolarmente significativa č la capacitŕ di riparare le rotture che intervengono nella relazione. Numerosi sono i paragoni che possono essere fatti con la situazione terapeutica.
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Montirosso, Rosario, Lynne Murray, Guenda Ghezzi Perego, Roberto Brusati, Francesco Morandi, and Renato Borgatti. "Modalitŕ interattive nella relazione precoce tra madre e bambino affetto da labio-palato-schisi. Studio osservativo su un campione italiano." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 3 (April 2010): 134–52. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2009-003007.

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Abstract:
I bambini affetti da labio-palato-schisi (LPS) possono presentare difficoltŕ nell'interazione socio-emozionale con la madre. L'obiettivo dello studio č analizzare la qualitŕ degli scambi affettivi in una fase precoce dello sviluppo. Hanno preso parte alla ricerca due gruppi (clinico e di controllo) composti entrambi da 16 diadi madre-bambino. Un'interazione di cinque minuti viso-a-viso č stata vi- deo-registrata quando il bambino aveva 2 mesi di vita. I comportamenti e lo stile interattivo della madre e del bambino sono stati codificati mediante il sistema GRS - Global Rating Scales [29]. Č stato inoltre somministrato il questionario BDI - Beck Depression Inventory - compilato dalle madri per valutare la sintomatologia depressiva. I risultati evidenziano che rispetto ai bambini del gruppo di controllo i bambini con LPS manifestano una ridotta partecipazione allo scambio relazionale con la madre. Le madri del gruppo clinico appaiono meno sensibili rispetto alle madri del gruppo di controllo. Tra i due gruppi di madri non emergono differenze ai punteggi ottenuti al questionario sulla sintomatologia depressiva. Tuttavia, nel corso dell'interazione con il loro bambino le madri del gruppo clinico manifestavano segni di natura depressiva. Globalmente le interazioni madrebambino affetto da LPS risultano meno fluide e con un minor numero di scambi comunicativi positivi. In conclusione, la presenza di LPS nel bambino interferisce in modo rilevante sulla qualitŕ dell'interazione precoce madre-bambino. Questi risultati suggeriscono l'importanza di pianificare interventi precoci indirizzati a facilitare la relazione tra la madre e il bambino affetto da LPS.
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Valoriani, Vania, Serena Vaiani, maria Gabriella Ferrari, and Paola Benvenuti. "Stile di attaccamento adulto, interazione precoce madre-bambino e rischio depressivo." RIVISTA DI STUDI FAMILIARI, no. 1 (May 2009): 87–103. http://dx.doi.org/10.3280/fir2009-001007.

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Abstract:
- This report presents the preliminary data from a study conducted on 43 (primiparae) first time mothers with the aim of investigating possible links between the attachment style of the mothers to be, their mood disturbances during the transitional phase from pregnancy to early post-partum and the quality of their early interaction with the baby. We postulated that women with insecure attachment would show poorer sensitivity in the motherinfant interaction and a tendency towards a potentially depressed mood. The results established a link between the mother's attachment style and the quality of the early mother-infant interaction: particularly significant were the low scores in the area of maternal sensitivity which might be indicative of a reduced ability to attune to the baby's needs and difficulty in establishing and maintaining meaningful relationships.Key Words: Adult attachment style, early mother-infant interaction, maternal responsiveness, depressive risk
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5

Fivaz-Depeursinge, Elisabeth, Chloč Lavanchy-Scaiola, and Nicolas Favez. "La comunicazione triangolare del bambino piccolo in famiglia: un accesso all'intersoggettivitŕ triadica? Considerazioni teoriche e casi clinici." RICERCA PSICOANALITICA, no. 3 (September 2012): 65–88. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2012-003008.

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Abstract:
Nel corso di questi ultimi decenni, il concetto d'intersoggettivitŕ primaria ha raccolto consensi tra gli studiosi dello sviluppo e i clinici. Ma una nuova sfida viene lanciata ai nostri modelli dalle recenti scoperte sulle competenze triangolari del bambino molto piccolo e sulla sua capacitŕ di comunicare simultaneamente con i due genitori. Queste scoperte fanno emergere la questione di una forma collettiva d'intersoggettivitŕ. Le scoperte sulla competenza triangolare di bambini di 3-4 mesi in interazione con padre e madre in differenti contesti della Lausanne trilogue play situation sono passate in rassegna e illustrate con uno sguardo che esamina se essa sia basata su un programma diadico o triangolare e se le condizioni per una forma gruppale di intersoggettivitŕ primaria siano soddisfatte. La discussione si focalizza sulle revisioni che tali scoperte richiedono alla teoria dell'intersoggettivitŕ, alla teoria dello sviluppo e alla pratica clinica, portandoci verso una psicologia tri-personale.
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Valoriani, Vania, Serena Vaiani, and maria Gabriella Ferrari. "Intersoggettivitŕ primaria, interazione precoce ed esperienza di allattamento: soddisfazione materna ed esordio depressivo come fattori di rischio per lo sviluppo infantile." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 3 (April 2010): 72–95. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2009-003004.

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Abstract:
Questo studio longitudinale ha valutato 33 madri dal 3° trimestre di gravidanza ai 3 mesi circa dal parto. Il campione fa parte di un piů ampio studio sulla transizione alla genitorialitŕ, dal quale sono state selezionate le donne con una relazione stabile con il partner e un buon supporto sociale percepito per poter escludere fattori di rischio psicosociale, che non riportavano precedenti disturbi psichiatrici, gravidanza fisiologica e bambini nati sani e a termine. In gravidanza č stato valutato il tono dell'umore materno, la soddisfazione nella relazione di coppia e i sintomi psichiatrici life-time. A circa 3 mesi dal parto il protocollo comprendeva la videoregistrazione dell'interazione con il bambino secondo la metodica del Global Rating Scale (GRS), il retest della scala per la depressione e un'intervista sul contesto emotivo della maternitŕ con riferimento all'andamento e alla soddisfazione nell'esperienza di allattamento. I risultati hanno evidenziato correlazioni negative fra segni di depressione della madre dopo il parto e la scala della sensibilitŕ del GRS, cosě come la qualitŕ del supporto del partner č apparsa correlata con le problematiche relative all'esperienza di allattamento e a piů evidenti sintomi depressivi. La comunicazione nell'interazione dei bambini che avevano avuto un allattamento problematico, o lo avevano giŕ interrotto o mai iniziato, č risultato piů povera nelle scale del GRS. I risultati confermano l'ipotesi che la relazione di allattamento possa essere un fattore protettivo nello sviluppo di competenze in- fantili, come dimostrato dai bambini durante l'interazione con la madre, nel senso di maggior capacitŕ di elicitare risposte positive nella madre.
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Dissertations / Theses on the topic "Interazioni madre-bambino"

1

IERARDI, ELENA. "Maternità in adolescenza: interazioni madre-bambino, fattori di rischio e valutazione dell’efficacia di un programma di intervento." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10281/68591.

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Abstract:
La maternità in adolescenza è considerata un fattore di rischio per la qualità della relazione madre-bambino, per lo sviluppo socio-emotivo del bambino e per la salute e le opportunità di vita della madre (Aiello & Lancaster, 2007). Il primo studio è volto a individuare delle differenze tra 50 diadi madri adolescenti-bambini e 50 diadi madri adulte-bambini negli stili di interazione e di disponibilità emotiva diadica a livello macroanalitico e nella regolazione emotiva a livello microanalitico a 3 mesi di vita del bambino, considerando anche il modello di attaccamento materno e la funzione riflessiva della madre. I risultati indicano che le madri adolescenti rispetto alle madri adulte hanno più modelli di attaccamento insicuro e più bassi punteggi di funzione riflessiva. Inoltre le madri adolescenti rispetto alle madri adulte sono meno sensibili, più intrusive e ostili, strutturano meno l’attività di gioco del bambino ed esprimono più emozioni negative e meno positive verso i figli e i loro bambini sono meno cooperativi e responsivi ed esprimono più affetti negativi e meno positivi rispetto ai bambini di madri adulte. A livello diadico, le diadi con madri adolescenti rispetto alle diadi con madri adulte trascorrono meno tempo in stati di coordinazione affettiva positiva e più tempo in stati di coordinazione affettiva negativa. Il secondo studio è volto a valutare l’efficacia del programma di intervento PRERAYMI (Promoting responsiveness, emotion regulation and attachment in young mothers and infants), caratterizzato dall’uso della tecnica del video-feedback, dalla consultazione psicologica e dal monitoraggio psicomotorio, effettuato a partire dai primi mesi di vita del bambino, nel migliorare gli stili di interazione e di regolazione emotiva sia dopo 3 mesi sia dopo 6 mesi di intervento e nel favorire un legame di attaccamento sicuro del bambino alla madre a 14 mesi. 29 diadi madri adolescenti-bambini che hanno ricevuto l’intervento sono state confrontate con 16 diadi madri adolescenti-bambini del gruppo di controllo. I risultati mostrano che le madri del gruppo di intervento rispetto alle madri del gruppo di controllo aumentano la sensibilità e l’espressione di emozioni positive e diminuiscono i comportamenti controllanti e l’emozionalità negativa e i loro bambini aumentano i comportamenti cooperativi e diminuiscono i comportamenti passivi dopo 3 e 6 mesi di intervento. Le diadi del gruppo con intervento rispetto al gruppo di controllo trascorrono più tempo nella coordinazione affettiva positiva e nella coordinazione affettiva totale, meno tempo in stati di non coordinazione affettiva e incrementano la capacità di riparazione dell’errore di comunicazione dai 3 ai 9 mesi. Inoltre le diadi con intervento rispetto alle diadi di controllo aumentano il coinvolgimento reciproco del gioco con gli oggetti. A 14 mesi, il 66% dei bambini che ha completato l’intervento ha un attaccamento sicuro alla madre, al contrario tutti i bambini del gruppo di controllo hanno un attaccamento insicuro. Infine è presentato un caso clinico per illustrare le modalità dell’intervento PRERAYMI.
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Dozio, Elisabetta. "La transmission du traumatisme de la mère au bébé en contexte humanitaire." Thesis, Sorbonne Paris Cité, 2017. http://www.theses.fr/2017USPCB217.

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Abstract:
Nombreuses prévues et études sur la transmission inter et trans-générationnelle du traumatisme nous confirment l'évidence de la transmission sans pour autant en donner une description détaillé du processus qui pourrait être à la base de la transmission directe de la mère au bébé. La compréhension de ce processus pourrait permettre de penser et promouvoir des dispositifs de soin précoce pour les mères traumatisées et leurs bébés. Cela s'avère d'autant plus important dans les contextes de trauma collectif, comme les situations d'urgence humanitaire, où une large partie de la population est exposée à des événements traumatiques extrêmes et répétés. Dans le but d’identifier les déterminantes propres à la transmissions directe du traumatise psychique de la mère au bébé en contexte humanitaire, nous avons recrutées vingt-quatre dyades mère-bébé, en trois pays affectés par la crise politico-religieuse centrafricaine démarrée en 2013 (République Centrafricaine, Tchad et Cameroun). Dans les vingt-quatre dyades, les mères ont été exposées à un ou plusieurs événements traumatiques, en l'absence du bébé, avant sa naissance ou pendant la grossesse ; l'âge de bébé est compris entre un mois et trois ans. Ces Mères et bébés ont étés rencontré lors d'un entretien semi structuré que nous avons filmé. Cela pour permettre une microanalyse des interactions trans-modales (visuelles, corporelles, vocales) entre mère et bébé, dans l'idée de comprendre si pendant la révocation de l'événement traumatique de la part de la mère, les interactions subissaient des modifications et dans ce cas, lesquels. Les interactions dyadiques ont été aussi observées dans une situation de jeu libre sans la présence d'interviewer. Les représentations maternelles ainsi que les marqueurs traumatiques dans le discours ont été pris en compte comme facteurs contributeurs de la transmission traumatique. Les résultats de l'analyse des échanges dyadiques pendant l'entretien, montrent une évidence dans le changement d'interactions dans le moment de révocation traumatique de la mère. Les détails de cette différence d'interaction entre mère et bébé sont présentés dans la session de résultats. Dans la discussion ils sont ensuite mis en relation avec le discours de la mère où nous pouvons remarquer le rôle de représentations maternelle à propos du bébé qui ont une implication importante dans la transmission traumatique. L'analyse de toutes ces composantes multiples semble nous indiquer que le traumatisme maternelle influence les représentations de la mère à propos du bébé, de sa relation avec lui et du mandat transgénérationnelle dont le bébé va être investi. De plus les mères traumatisées, envahies par leur propre état émotionnel négatif ont des difficultés à interpréter correctement les expressions verbales et non verbales du bébé et à trouver des réponses appropriées. Cette difficulté se traduit dans la transmission de son état émotionnel négatif au bébé, qui interprète l'absence de réponse de la mère ou les réponses pas adéquates à ses sollicitations, comme des signaux négatifs vis-à-vis de son propre état émotionnel. Lé bébé et il n'a pas d' autres stratégies que celle d'internaliser l'état affectif négatif maternel et de le transformer dans son propre état interne. Malgré l'évidence de la transmission de l état émotionnel négatif de la mère au bébé, nous avons pu observer certains facteurs de protection qui peuvent préserver les mères et les bébés de l'inévitabilité de cette transmission. Les mères et les bébés montrent plusieurs ressources et compétences internes qui nous laissent penser qu'une réparation est possible ainsi qu'une prévention de la transmission traumatique quand le processus est déjà démarré. Pour conclure ce travail nous présentons de propositions cliniques de prise en charge des mère ayant vécu un traumatisme et leur bébé, dans le but de réduire les effets de la possible transmission du traumatisme au bébé ou, quand possible, de la prévenir
Several studies on the inter- and trans-gerational transmission of trauma confirm the evidence of transmission without giving a detailed description of the process that could be the basis of mother to child direct transmission. Understanding this process could help to think and promote early care for traumatized mothers and their children. This is especially important in contexts of collective trauma, such as humanitarian emergencies, where a large part of the population is exposed to extreme and repeated traumatic events. In order to identify the determinants of the mother to child direct transmission in a humanitarian context, we recruited twenty-four mother-child dyads, in three countries affected by the Central African political and religious crisis started in 2013 (Central African Republic, Chad and Cameroon). The twenty-four dyads were composed by mothers exposed to one or more traumatic events, in the absence of the child, before childbirth or during pregnancy and their children, aged from one month to three years. We met the mother-child dyads during a semi-structured interview that we filmed in order to allow a microanalysis of the cross-modal (visual, bodily, vocal) interactions between mother and child. The objective was to understand whether interactions underwent modifications during the revocation of the traumatic event by the mother, and if yes, to have a better comprehension of these changes. Dyadic interactions were also observed in a free play situation without the presence of interviewers. Maternal representations as well as traumatic markers in mother discourse have been taken into account as factors contributing to the traumatic transmission. The results of the dyadic exchanges analysis during the interview show some evidences in the modification of interactions during the traumatic revocation of the mother. The details of this difference in mother-child interactions are presented in the results session. In the discussion session, the results from the microanalysis of interactions, have been connected to the mother's speech where we can notice the role of maternal representations about the child that have an important involvement in traumatic transmission. The analysis of all these multiple components seems to indicate that maternal trauma influences the mother's representations about the child, her relationship with him and the intergenerational mandate of which the child will be assigned to. In addition, traumatized mothers who are overwhelmed by their own negative emotional state, have difficulties in interpreting the child's verbal and non-verbal expressions correctly and finding appropriate answers. This difficulty is reflected in the transmission of mother negative emotional state to the child, who interprets the mother's lack of response or inadequate responses to his solicitations, as negative signals about his own emotional state. The child has no other strategies than internalizing the maternal negative affective state and transforming it into its own internal state. Despite the evidence of the transmission of the negative emotional state from the mother to the child, we have observed some protective factors that can preserve mothers and children from the inevitability of this transmission. Mothers and children show many internal resources and skills that suggest a possible recovery as well as give the basis to think about the prevention of traumatic transmission, when the process is already underway. To conclude this work we present clinical applications for the management of traumatized mothers and their young children in order to reduce the effects of the possible transmission of trauma to the child or, where possible, to prevent it
Diversi studi sulla trasmissione inter e tran-generazionale del trauma confermano l'evidenza della trasmissione, ma senza fornire una descrizione dettagliata del processo che potrebbe essere alla base della trasmissione diretta dalla madre al bambino. Comprendere questo processo potrebbe aiutare a pensare e promuovere la cura precoce delle madri traumatizzate e dei loro bambini. Ciò è tanto più importante nelle situazioni di trauma collettivo, come possono essere le emergenze umanitarie, dove una gran parte della popolazione è esposta a eventi traumatici estremi e ripetuti. Al fine di individuare le caratteristiche specifiche della trasmissione diretta del trauma psichico dalla madre al bambino in ambito umanitario, abbiamo reclutato ventiquattro diadi madre-bambino in tre paesi colpiti dalla crisi politico-religiosa della Repubblilca Centrafricana che ha avuto inizio nel 2013 (Centrafrica, Ciad e Camerun). Nelle ventiquattro diadi, la madre ha assistito a uno o più eventi traumatici in assenza del bambino, prima della nascita o durante la gravidanza e il bambino ha un'età compresa tra un mese e tre anni. Hanno partecipato a un' intervista semi-strutturata che abbiamo filmato per consentire la microanalisi delle interazioni cross-modali (visive, corporee, vocali) tra madre e bambino, con l'obiettivo di comprendere se durante la rievocazione dell'evento traumatico della madre, le interazioni madre-bambino si modificano e in questo caso, come. Le interazioni diadiche sono state osservate anche in una situazione di gioco libero senza la presenza d¿intervistatori. Le rappresentazioni materne e gli elementi identificatori del trauma nel discorso della madre sono stati considerati come fattori che contribuiscono alla trasmissione traumatica. I risultati delle analisi dell'interazione diadica durante l'intervista mostrano un cambiamento evidente dell'interazione nel momento della narrazione traumatica della madre. I dettagli delle differenze osservate nell'interazione madre-bambino sono presentati nella sessione dei risultati e nella discussione sono messi in relazione con il contenuto e la forma del discorso della madre, in cui è possibile vedere il ruolo delle rappresentazioni materne à proposito del bambino, nella trasmissione del trauma. L'analisi di tutti queste componenti multiple suggerisce che il trauma materno ha un impatto sulle rappresentazioni della madre a proposito del suo bambino, del rapporto che ha con lui e del mandato transgenerazionale di cui il bambino sarà portatore. Inoltre, le madri traumatizzate, invase dal proprio stato emotivo negativo, mostrano una difficoltà a interpretare correttamente le espressioni verbali e non verbali del bambino e a trovare delle risposte adeguate alle sue sollicitazioni. Questa difficoltà si traduce nella trasmissione dello stato emotivo negativo della madre al bambino, che interpreta la mancanza di risposta della madre o le risposte inadeguate alle sue richieste, come segnali negativi rispetto al suo stato emotivo. Il bambino non riesce a trovare altre strategie oltre a quella di interiorizzare lo stato emotivo negativo della madre e trasformarlo nel proprio stato emotivo interno. Nonostante le prove della trasmissione dello stato emotivo negativo dalla madre al bambino, abbiamo osservato alcuni fattori protettivi in grado di preservare le madri e i bambini dall'inevitabilità della trasmissione. Madri e bambini mostrano diverse risorse e competenze interne che ci portano a immaginare che una "riparazione" è possibile, cosi come anche la prevenzione della trasmissione traumatica, nel caso in cui il processo è già avviato. Per concludere questo lavoro, presentiamo delle proposte cliniche destinate alle madri traumatizzate e ai loro bambini, al fine di ridurre gli effetti della possibile trasmissione del trauma al bambino o, quando possibile, per impedirla
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GAZZOTTI, SIMONA. "Madri adolescenti e sviluppo socio-emotivo infantile: sperimentazione di un modello di intervento preventivo." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2011. http://hdl.handle.net/10281/19822.

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Abstract:
Many studies show that motherhood in adolescence constitutes a risk factor for the establishment of an appropriate relationship between mother and child (Aiello e Lancaster, 2008; Osofsky, Hann e Peebles, 1993; Reid e Meadows-Oliver, 2007; Secco, Profit, Kennedy, Walsh, Letourneau e Stewart, 2007) and for a positive development of socio-emotional communication and attachment during infancy (Osofsky, 1992; Broussard, 1995; Frodi, Grolnick, Bridges e Berko, 1990; Ward e Carlson, 1995; Moran, Forbes, Evans, Tarabulsy e Madigan, 2008). However, the styles of emotional regulation adopted by adolescent mothers and their children during the first year of life are few investigated. In this perspective, the thesis presents an intervention project with young mothers and their children, in collaboration with the San Paolo Hospital and coordinated by Prof. Riva Crugnola. We present two different studies using data collected during treatment with observed mothers. In the first study we compare the styles of interaction and emotion regulation of adolescent and adult mothers at 3 months of life of their children. Dyads with teen mothers are less responsive than those with adult mothers and less able to share positive emotions: showing less positive states (mothers and children) and more negative states (mothers). In the second study we evaluated the effectiveness of the intervention with adolescent mothers, noting a decrease of maternal intrusiveness. Finally, two cases are illustrated to highlight the treatment technique.
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LONGOBARDI, Emiddia. "Funzione comunicativa del comportamento materno e sviluppo comunicativo-linguistico del bambino nel secondo anno di vita." Doctoral thesis, 1991. http://hdl.handle.net/11573/384760.

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