Journal articles on the topic 'Intensità della ricerca'

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Potter, T. W., and Simon Stoddart. "A century of prehistory and landscape studies at the British School at Rome." Papers of the British School at Rome 69 (November 2001): 3–34. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200001744.

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Abstract:
UN SECOLO DI STUDI PREISTORICI E DEL PAESAGGIO ALLA ‘BRITISH SCHOOL AT ROME’Questo articolo esamina i cento anni di tradizione di studi preistorici e del paesaggio della ‘British School at Rome’. Questo secolo di ricerca consiste in tre fasi principali: la direzione di Ashby, quella di Ward-Perkins e gli ultimi tre decenni del ventesimo secolo. Le prime due sezioni, scritte principalmente da Tim Potter prima della sua scomparsa, ripercorrono lo sviluppo degli studi topografici dai primi decenni del ventesimo secolo fino allo studio regionale degli anni’ 60. Nell'ultima sezione l'attivita della ‘British School at Rome’ è inserita nel contesto delle tendenze più recenti nell'archeologia del paesaggio: una combinazione di orientamento delle problematiche ed un'accresciuta intensità di ricerca. Nonostante l'Etruria sud-orientale sia generalmente considerata come il principale interesse delle ricerche sul paesaggio condotte dalla ‘British School’, questo articolo cerca di sottolineare anche l'importanza di ricerche condotte altrove, particolarmente nell'Africa settentrionale, Malta ed in Italia meridionale. L'obiettivo per il futuro è di vedere fino a che punto la tradizione britannica di sintesi riuscirà a collegare queste nuove tendenze negli studi sull'archeologia di paesaggio.
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Andreula, C. F., A. N. M. Recchia-Luciani, I. Kambas, and A. Carella. "Ipotesi di correlazione tra istopatologia e neuroradiologia in risonanza magnetica nelle neoplasie endocraniche primitive: Gli astrocitomi." Rivista di Neuroradiologia 5, no. 2 (May 1992): 247–64. http://dx.doi.org/10.1177/197140099200500213.

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Abstract:
Obiettivo del lavoro è il tentativo di produrre informazioni sia sulla anatomia macroscopica che sulla intima struttura delle neoplasie, in virtù della capacità della RM di studiare la correlazione tra dimensioni molecolari, movimenti molecolari, tempo di correlazione (parametri fisici tissutali) e tempi di rilassamento attraverso lo studio della intensità di segnale in T1, T2, Densità Protonica. È stato affrontato in particolare il problema degli astrocitomi a causa della loro elevata incidenza, valutabile nel 25–30% dei gliomi cerebrali (a loro volta circa la metà dei tumori cerebrali adulti). Vengono analizzate le diverse classificazioni adottate, su basi e con obiettivi diversi, tutte portatrici di contributi conoscitivi, a causa della non omogeneità «pacchetto» di queste neoplasie, per cui diverse aree del tumore possono presentare diversa malignità; e la accertata evoluzione verso gradi di maggiore malignità (‘dedifferenziazione») in circa il 10% delle forme più benigne. A ciò va aggiunta la evenienza di forme multicentriche. Viene affrontato anche il problema della prognosi nei vari gradi, dipendente anche dalla localizzazione e dal volume raggiunti, fattori non introducibili in «pacchetto» su base istologica: localizzazione della neoplasia, unicita o molteplicità delle lesioni, peso assunto dalleffetto massa tumorale. La seconda fase dello studio prevede il controllo stereotassico in doppio cieco, con il calcolo dei coefficienti di correlazione che misurano il grado di accordo tra diagnosi neuroradiologica e diagnosi istologica. Particolare attenzione viene posta al tema dell'utilizzo di mdc paramagnetico, in particolare Gadolinio, ed alio studio della funzione della barriera ematoencefalica. Nella seconda parte si focalizza il tema della comprensione specifica dei vari tipi di astrocitomi, forzando la possibilità di attribuire un certo comportamento RM ad un tipo istologico. ‘Idea guida» è la ricerca del «perché» del segnale», per attribuirlo all'evento anatomopatologico con l'uso costante di semplici parametri per cercare di identificare il grado di benignità» o di malignità» di un astrocitoma con ricadute prognostiche ‘plausibili».
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Bianchi, Lavinia. "La narrazione nella relazione educativa: le parole dell'intercultura." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 1 (June 2020): 270–79. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2020oa9254.

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Abstract:
Le narrazioni della migrazione si caratterizzano per complessità, intensità e molteplici finalità tra loro composite: di natura amministrativa (l'audizione davanti alla Commissione Territoriale per la richiesta di Protezione Internazionale), sociale (il colloquio sociale per l'apertura della cartella e per la progettazioneorientamento), educativa (i colloqui educativi per la progettazione dei PEI1 e del PDI) e psicologica (i colloqui terapeutici individuali di gruppo e i vari setting etnopsicologici). Troppo spesso sospesi tra narrazioni tossiche e strumentalizzazioni spettacolarizzanti (Fiorucci, 2017) i discorsi della migrazione rappresentano, invece, una possibilità educativa ed educante, una risorsa potenzialmente efficace per una solida e restitutiva relazione educativa. Questa riflessione teorica è frutto di analisi autoetnografica, dei memo narrativi (Charmaz, 2014) raccolti dal 2011 al 2018 nella pratica educativa in accoglienza e nella ricerca Dottorale relativa all'educazione dei Msna costruita tra il 2015 e il 2018.
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Sgreccia, Elio, and Marina Casini. "Diritti umani e bioetica." Medicina e Morale 48, no. 1 (February 28, 1999): 17–47. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1999.808.

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Abstract:
Esiste un legame tra la riflessione sulla bioetica e quella sui diritti umani? Lo scritto muove da questo interrogativo per giungere dopo un’articolata analisi alla conclusione che il limpido e chiaro riconoscimento della dignità e del conseguente diritto alla vita di ogni essere umano a partire dalla fecondazione costituisce terreno e presupposto comune delle due discipline e, allo stesso tempo, è ciò che consente loro di non navigare verso le derive individualistiche dell’utilitarismo e del relativismo etico. L’analisi del rapporto fra diritti umani e bioetica parte da un dato storico e cioè dalla svolta che il processo di Norimberga e la Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo hanno impresso nel cammino dell’umanità. Questa nuova tappa accompagna gli albori del “filone giuridico-normativo della bioetica” che nel corso degli anni assumerà sempre maggior consistenza, tanto da sfociare in un autonomo campo di riflessione noto sotto il nome di “biodiritto” o “biogiuridica”. A riguardo l’articolo presenta una disamina ricognitiva (non esente da osservazioni di tipo valutativo) dei principali documenti giuridici nazionali e internazionali che si occupano di “questioni di bioetica”. Dal ricco affresco di questi emerge da un lato la constatazione di un rapporto che esprime la necessità di un’integrazione fra diritti umani e bioetica, dall’altro l’urgenza di dare un solido ed autentico fondamento agli uni e all’altra. È questa una problematica di cruciale importanza, perché sia i diritti umani che la bioetica risentono di una crisi metafisica tanto più evidente e acuta quanto più ci si avvicina ai momenti di maggiore precarietà e debolezza dell’esistenza umana, nei quali la vita umana “è”, semplicemente “è”. In questo senso, l’embrione umano è l’emblema di ogni povertà ed emarginazione. La via d’uscita dalla “crisi” e dunque la ricerca del fondamento - sia per i diritti umani che per la bioetica - va trovata all luce della dignità umana, sempre presente con la stessa forza e intensità in tutti e in ciascuno, da rispettare e promuovere in primo luogo nel rispetto e nella promozione del diritto ad esistere che della dignità è la prima manifestazione, la più immediata concretizzazione.
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Micelli, Ezio, and Eleonora Righetto. "How do metropolitan cities evolve after the 2008/2012 crisis and the Covid-19 pandemic? An analysis from real estate market values." Valori e Valutazioni 31 (February 2023): 49–67. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20223105.

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Abstract:
Italian cities have been touched by two major events, the 2008 and 2012 crises and the Covid-19 pandemic in 2020 and 2021. The research aimed to verify whether, and in what way, Italian cities have embarked on a path of transformation, outlining their possible trajectories of change in the intervening decade. The cities considered were the metropolitan cities to which the legislature has assigned the role of territorial reference for areas of a regional nature. The research examined real estate market values for their ability to represent a city’s degree of attractiveness in synthetic form. The other variables used made it possible to detect trends in the determinants of the real estate market: economic growth, demographic development and changes in the territorial capital endowment. Concerning the research objectives, cluster analysis appeared to be the most suitable tool to represent changes by aggregating cities according to common patterns. The survey considered the reactions of the different cities in the two five-year periods related to each exogenous shock and, overall, in the decade under review for a long-term reading of the trends. The conclusions reached by the survey show how, between 2012 and 2017, there was a concentration of wealth and population in the major centers and in particular in the city of Milan, characterized by rising property values against a generalized decline in the Italian market. In the second five-year period from 2017 to 2022, the pattern is reproduced with similar intensity, despite a vast debate on the crisis of large cities and their sustainability in the face of the pandemic. An overall ten-year view from 2012 to 2022 of metropolitan cities shows trends with a sufficiently solid and stable character. In the case of Milan, the expression of a clear-cut process of concentration on which the pandemic has had no effect, is counterbalanced by a second cluster of peripheral metropolitan cities that are suffering from processes that penalize their development prospects, while the third cluster of cities is distinguished by a profile that combines opportunities for growth and critical aspects in demographic and economic terms. Le città italiane sono state toccate da due importanti eventi, la crisi del 2008 e del 2012 e la pandemia Covid- 19 nel corso del 2020 e 2021. La ricerca ha l’obiettivo di verificare se, e in quale modo, le città italiane hanno intrapreso un percorso di trasformazione, delineando le loro possibili traiettorie di cambiamento nel decennio intercorso. Le città considerate sono state le città metropolitane cui il legislatore ha attribuito il ruolo di riferimento territoriale per ambiti di carattere regionale. La ricerca ha esaminato i valori del mercato immobiliare per la loro capacità di rappresentare in forma sintetica il grado di attrattività di una città. Le altre variabili impiegate hanno permesso di rilevare l’andamento dei determinanti del mercato immobiliare: crescita economica, sviluppo demografico e variazione nella dotazione di capitale territoriale. Rispetto agli obiettivi della ricerca, la cluster analysis è apparsa lo strumento maggiormente idoneo a rappresentare i cambiamenti aggregando le città secondo pattern comuni. L’indagine ha considerato le reazioni delle diverse città nei due quinquenni legati a ciascun shock esogeno e, complessivamente, nel decennio in esame per una lettura di lungo periodo delle tendenze in atto. Le conclusioni cui perviene l’indagine evidenziano come tra il 2012 e il 2017, vi sia un percorso di concentrazione della ricchezza e della popolazione nei centri maggiori e in particolare nella città di Milano, contraddistinta da valori immobiliari in crescita a fronte di un declino generalizzato del mercato italiano. Nel secondo quinquennio dal 2017 al 2022, lo schema si riproduce con analoga intensità, a dispetto di un vasto dibattito sulla crisi delle grandi città e sulla loro sostenibilità alla prova della pande- mia. Una visione complessiva decennale dal 2012 al 2022 delle città metropolitane evidenzia tendenze do- tate di un carattere sufficientemente solido e stabile. Al caso di Milano, espressione di un processo di concentrazione chiaro e netto su cui la pandemia non ha avuto effetti, fa riscontro un secondo cluster di città metropolitane periferiche che scontano processi che ne penalizzano le prospettive di sviluppo, mentre un terzo cluster di città si distingue per un profilo che unisce opportunità di crescita e aspetti critici sotto il profilo demografico ed economico.
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Dugo, Sandra. "Felicità e infelicità nel pensiero di Giacomo Leopardi." Revista Italiano UERJ 12, no. 2 (July 13, 2022): 22. http://dx.doi.org/10.12957/italianouerj.2021.67585.

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Abstract:
ABSTRACT: Il percorso lungo il quale vorrei condurre i lettori riguarda il tema esistenziale, per alcuni versi antropologico e metafisico, da cui emergono con particolare intensità le riflessioni filosofiche di Giacomo Leopardi sulla ricerca della felicità. L’obiettivo non è stabilire se Leopardi sia un poeta pessimista o affermare il contrario, rischieremmo di ridurre il nostro studio a una interpretazione insoddisfacente. È importante ribadire la valenza filosofica delle sue opere, considerando che è impossibile ignorare il legame imprescindibile della produzione poetica con l’evoluzione del pensiero filosofico. Dall’analisi dei Canti emergono numerosi rinvii ai Pensieri e alla “teoria del piacere”, tema che compare ripetutamente nelle pagine che leggiamo e la cui evoluzione negli anni è progressiva. Il presente articolo ci conduce alle letture e agli studi della poesia e della filosofia degli antichi greci e latini. L’obiettivo di questo lavoro è l’approfondimento della teoria del piacere per comprendere come il pensiero esistenziale del filosofo aderisce alla poetica della suggestione e della memoria.Parole chiave: Giacomo Leopardi. Teoria del Piacere. Edonismo. Poetica della sugestione. Poetica della memoria. RESUMO: Quero propor um percurso de leitura sobre o tema existencial, por isso o presente trabalho comenta alguns aspectos antropológicos e metafísicos, dos quais emergem com particular intensidade as reflexões filosóficas de Giacomo Leopardi sobre a busca da felicidade. O objetivo deste artigo não é estabelecer se Leopardi é um poeta pessimista ou afirmar o contrário, correríamos o risco de limitar o nosso estudo a uma interpretação insatisfatória ou errada. É importante valorizar o significado filosófico de suas obras, considerando que é impossível ignorar a correlação essencial entre a produção poética e a evolução do pensamento filosófico. Analisando os Canti, observamos inúmeras referências e correspondências com os Pensamentos e com a “Teoria do Prazer”, tema frequente nas páginas que lemos e cuja evolução progressiva foi continua durante os anos. Este artigo nos leva às leituras e estudos da poesia e da filosofia dos antigos gregos e latinos. O objetivo deste trabalho é aprofundar a Teoria do Prazer para compreender como o pensamento existencial do filósofo adere à poética da sugestão e da memória.Palavras-chave: Giacomo Leopardi. Teoria do Prazer. Hedonismo. Poética da sugestão. Poética da memória. ABSTRACT: The path along which I would like to lead the readers concerns the existential theme, in some ways anthropological and metaphysical, from which the Giacomo Leopardi’s philosophical reflections about the theory of pleasure emerges with particular intensity. Thus, the my objective is not to establish that Leopardi is pessimistic or assert the opposite, we would risk reducing this study in a sterile and superficial interpretation. It’s important to reiterate the philosophical relevance of the Leopardi's works, considering that it’s impossible to ignore the essential relationship between the poetic production and the development of the philosophical thought. Analysing the Canti, we observe numerous references to Zibaldone “Thoughts” and to the “Theory of pleasure”; the theme appears repeatedly in the pages and whose evolution in the years is progressive. This article leads us to the readings and studies of the Greeks and Latins poetry and philosophy. The focus of this work is deepening the theory of pleasure and understanding how the Leopardi’s existential reflections adheres to the poetics of suggestion and memory.Keywords: Giacomo Leopardi. Theory of pleasure. Hedonism. Poetics of suggestion. Poetics of memory.
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Tosini, Giorgio, Carlo Cristini, and Bruno Mario Cesana. "Sequenze di scene di violenza non giustificata e giustificata, condotte aggressive e affettivitŕ." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 1 (March 2010): 21–46. http://dx.doi.org/10.3280/rip2009-001002.

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Abstract:
Lo scopo principale di questa ricerca č la valutazione dell'effetto della visione di scene violente su un gruppo di studenti universitari (30 f, 30 m), presentate in due differenti sequenze: una scena di violenza "giustificata" seguita da una di violenza "non giustificata" o viceversa. Si sono utilizzati i seguenti questionari: 1) prima e dopo le sequenze, Questionario I-R sulle condotte aggressive, Scala d'Ansia ASQ-IPAT; 2) dopo ogni singola scena, Questionario self-report per valutare intensitŕ e tono edonico delle emozioni provate e il livello di giustificazione della violenza della scena. Sono stati esaminati anche processi di regolazione delle emozioni (suppression, reappraisal e autoefficacia). Ruminazione ed ansia (totale e nascosta) sono diminuite dopo la visione di entrambe le sequenze. Dopo la sequenza con la scena di violenza "non giustificata" seguita da quella "giustificata", la ruminazione č diminuita in modo significativo rispetto alla sequenza inversa. L'intensitŕ e la sgradevolezza delle emozioni negative provate durante la scena di violenza "giustificata" hanno registrato valori piů bassi rispetto a quelli della scena "non giustificata". La valutazione del livello di giustificazione della violenza della prima scena ha un effetto sulla valutazione di quella della seconda scena in entrambe le sequenze (effetto carry-over). Il livello di giustificazione della violenza "giustificata" č effettivamente piů alto rispetto a quella "non giustificata". Il processo di reappraisal, l'autoefficacia nel controllo delle emozioni negative, l'autoefficacia nell'epressione delle emozioni positive e l'autoefficacia empatica percepita non hanno avuto effetti.
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Maeran, Roberta, Angelo Boccato, Davide Bottecchia, and Alessandra Cicciarella. "Networking: una possibile strategia per gli interventi di outplacement." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 3 (December 2021): 1–25. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12107.

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Abstract:
Il networking è una strategia che ha come obiettivo la gestione della propria rete di conoscenze per acquisire informazioni in modo informale, in particolare, su possibili proposte lavorative non pubblicizzate mediante inserzioni. Senza una solida rete di contatti le persone in cerca di lavoro incontreranno maggiori ostacoli nel loro percorso. Nello specifico contesto italiano la maggior parte delle opportunità professionali sono nascoste e regolate da un processo di passaparola.Focus della presente ricerca è quello di descrivere come il networking venga percepito e utilizzato dai partecipanti a percorsi di outplacement per valutarne un suo possibile utilizzo come strategia per il reinserimento lavorativo. Il questionario prende in esame le tre dimensioni del networking (intensità, qualità e atteggiamento) oltre alle capacità comunicative, all'autoefficacia, alla personalitàproattiva e alla resilienza.La ricerca, svolta in collaborazione con Intoo, società leader nei servizi di outplacement in Italia, ha coinvolto 146 disoccupati attivi con un'età media di 46.94 anni.Differenze significative si sono riscontrate per due dimensioni del networking: per l'intensità in rapporto al genere e per l'atteggiamento con l'ultimo ruololavorativo ricoperto dai partecipanti.Non sono emerse differenze significative per quanto riguarda età, titolo di studio e periodo trascorso dall'inizio del percorso di outplacement e le dimensioni del networking. Tali dimensioni presentano tutte correlazioni positive e significative con i costrutti di personalità. Vengono discussi implicazioni e limiti dello studio.
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Rinaldini, Matteo, Anna Chiara Scapolan, Stefano Rodighiero, and Fabrizio Montanari. "Il time crafting negli spazi di coworking." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (December 2021): 67–92. http://dx.doi.org/10.3280/so2021-002003.

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Abstract:
Attingendo e contribuendo alla letteratura sulla accelerazione sociale, agli studi organizzativi sul job crafting e alla più recenti ricerche sui coworking, l'articolo indaga le forme di time crafting attivate dai mobile workers che frequen-tano gli spazi di coworking. I risultati riportati si basano su una ricerca empirica qualitativa esplorativa che ha coinvolto 126 frequentatori di 39 spazi di coworking nella Regione Emilia-Romagna. L'evidenza empirica suggerisce che i coworkers attivano due forme di time crafting per strutturare e gestire il loro tempo e la rela-zione tra il loro tempo di lavoro e di non lavoro: il time boundaries crafting e il re-lational time crafting. La prima forma si riferisce fondamentalmente a tutte quel-le azioni volte a separare o sovrapporre tempo di lavoro e tempo di non lavoro che vengono favorite dalla frequentazione dello spazio di coworking. La seconda for-ma include quelle azioni volte a concentrare all'interno dello spazio di coworking tutto il tempo dedicato alle relazioni professionali e a ritualizzare le relazioni extra-lavorative che si sviluppano spontaneamente nel coworking. In entrambe le forme di time crafting, lo spazio di coworking gioca un ruolo rilevante fornendo ai mobili workers che lo frequentano artefatti fisici, servizi e risorse immateriali (fondamen-talmente il senso di comunità) che li supportano nelle loro azioni volte a strutture e gestire la collocazione temporale (timing), l'estensione nel tempo (length) e l'intensità (intensity, pace) delle loro attività lavorative e non lavorative.
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Achilli, Riccardo, and Gioacchino de Candia. "La stima delle determinanti strutturali del tasso di irregolaritŕ del lavoro in Italia: un'analisi settoriale." RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO, no. 2 (June 2010): 70–102. http://dx.doi.org/10.3280/rest2010-002004.

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Abstract:
L'articolo presenta un'analisi sulle motivazioni del ricorso al lavoro irregolare nei vari comparti produttivi, nei quali č stata suddivisa l'economia del sistema Italia dal 1981 al 2004. Dopo una rapida rassegna delle principali teorie esplicative del fenomeno del sommerso, la prima parte illustra i risultati della stima di un modello econometrico cross-section, relativo ad alcune cause strutturali dei differenziali nel tasso di irregolaritŕ del lavoro riscontrabili nei vari settori produttivi dell'economia italiana nel periodo 1981-2004. Nella seconda parte l'analisi viene sviscerata per i comparti economici considerati (agricoltura, manifatturiero, costruzioni, commercio e servizi) ponderando le variabili inserite nel modello, al fine di comprendere al meglio le determinanti del lavoro irregolare nei suddetti settori. L'analisi mostra chiaramente come il fenomeno del lavoro irregolare non sia tanto da ricercare in un'eccessiva esositŕ fiscale e previdenziale, quanto nella difficoltŕ da parte delle imprese a essere pienamente concorrenziali sul mercato, con particolar riferimento alla difficoltŕ, nei settori dove il sommerso č piů diffuso, a implementare modelli competitivi basati su qualitŕ e innovazione (che richiedono un capitale umano specializzato e qualificato, difficilmente reclutabile in forme irregolari o informali). Nei settori ad alta intensitŕ di sommerso, le imprese eccedono nella ricerca di soluzioni competitive povere, basate sul contenimento dei costi (e in primis del costo del lavoro rispetto alla sua produttivitŕ). La presenza di mercati del lavoro settoriali basati su ampie fasce di precarietŕ, specie nelle fasce meno qualificate della forza lavoro, č coerente con tale impostazione minimalista alla competitivitŕ, ma un'ampia diffusione del precariato sembra associarsi fortemente a una diffusa presenza di lavoro nero. Inoltre, dall'analisi prospettata emerge una forte differenziazione del fenomeno del lavoro irregolare nei comparti principali del sistema economico nazionale. Tuttavia, si evidenzia anche il fil rouge del lavoro irregolare valido per tutti i settori economici: la despecializzazione. La questione del contrasto all'economia irregolare č quindi eminentemente di tipo sistemico, va affrontata con leve che non possono essere meramente di tipo agevolativo (come invece hanno cercato di fare i principali strumenti di contrasto al nero in Italia, vedi i contratti di riallineamento, con risultati molto modesti in termini di riemersione) ma che impattano su aspetti strutturali della competitivitŕ dei nostri poli produttivi, del funzionamento del mercato del lavoro e del sistema dell'istruzione e della formazione del capitale umano.
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Rossi, Roberta, Elisabetta Todaro, Giovanna Torre, and Chiara Simonelli. "Omosessualitŕ e desiderio di genitorialitŕ: indagine esplorativa su un gruppo di omosessuali italiani." RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no. 1 (July 2010): 23–40. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2010-001002.

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Abstract:
Il desiderio di avere un figlio rappresenta un tipo di progettualitŕ multidimensionale, complessiva ed allargata per l'identitŕ individuale e di coppia. L'obiettivo della presente ricerca consiste nell'esplorare la presenza del desiderio di genitorialitŕ in un gruppo di omosessuali italiani, approfondendo le motivazioni ed il grado di riflessivitŕ e d'intensitŕ del desiderio di avere un figlio. La ricerca ha coinvolto 226 soggetti (143 M; 83 F) di etŕ compresa tra i 17 ed i 67 anni (media 31 anni; DS 9.36). Le aree indagate nel presente lavoro sono: dati sociodemografici, l'orientamento sessuale, le motivazioni alla genitorialitŕ (categorie: Benessere; Controllo Sociale; Felicitŕ; Identitŕ; Genitorialitŕ; Continuitŕ), il tempo impiegato a riflettere sui motivi per avere un figlio (Riflessivitŕ) e l'intensitŕ del desiderio alla genitorialitŕ (Intensitŕ del Desiderio). I risultati evidenziano che un'ampia maggioranza del gruppo esprime un desiderio di genitorialitŕ e l'intenzione di portarlo a compimento, con una maggiore rappresentanza delle donne e dei soggetti in coppia. I motivi per desiderare un figlio sono soprattutto legati alla sperimentazione dei sentimenti positivi che la relazione con un figlio comporta e al senso di realizzazione personale e di coppia. Non sono risultate per nulla influenti motivazioni di pressione sociale. L'indagine suggerisce l'importanza di considerare le nuove forme di progettualitŕ espresse dagli omosessuali alla luce di vecchi stereotipi evidenziando la crescita di nuove assertivitŕ nell'affermazione identitaria omosessuale.
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D'Ovidio, Fabrizio. "L'effetto dei legami positivi e negativi sulle prestazioni sportive." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (April 2013): 62–90. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002003.

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Abstract:
L'assunto teorico dell'indagine condotta si basa sull'influenza agita sulle prestazioni dalle relazioni instaurate tra i membri di squadre sportive. L'impiego della Social Network Analysis (SNA) in questo contesto di studio si rende estremamente pertinente, dato che le squadre sportive presentano confini netti, costituiscono gruppi di soggetti ben definiti (reticoli completi), generano misure di outcome facilmente misurabili e l'efficacia dell'interdipendenza tra i propri membri produce un impatto diretto sulle performance (Lusher et al., 2010). L'unitŕ di analisi č costituita dai match disputati dalle squadre campionate, appartenenti a quattro specialitŕ sportive (pallacanestro, pallavolo, pallamano e pallanuoto) e distinti livelli di intensitŕ agonistica (dalla massima serie al dilettantismo). Attraverso gli strumenti della SNA, nell'indagine condotta vengono rilevate le relazioni interpersonali di matrice professionale e amicale: le prime misurano l'intesa di gioco e la reputazione professionale di ciascun giocatore; le seconde catturano quanto spesso gli atleti dichiarano di frequentarsi al di fuori dell'ambiente sportivo. I legami instaurati tra i giocatori vengono inoltre distinti in positivi e negativi. La ricerca si concentra perlopiů sulle relazioni di segno negativo in virtů della teoria dell'asimmetria negativa dei legami, secondo la quale gli eventi negativi stimolano una maggiore attivitŕ fisiologica, affettiva, cognitiva e comportamentale rispetto a quelli positivi o neutri (Labianca e Brass, 2006). Le medie degli indegree centrality dei legami positivi e negativi, e di tipo professionale e amicale, vengono impiegate per predire le performance collettive delle squadre, operativizzate attraverso la differenza standardizzata dei punteggi ottenuti in ciascun match. L'analisi condotta dimostra che l'appartenenza ad una serie agonistica rispetto ad un'altra influenza notevolmente l'effetto dei legami sulle prestazioni: in generale, i legami positivi si rendono premianti in termini di rendimento per le squadre professioniste, mentre quelli negativi risultano ostacolare le performance delle squadre meno professionali. Nello specifico, nelle squadre professioniste le relazioni di antipatia e di ostilitŕ tra i giocatori sono neutralizzate dall'osservanza delle regole tecniche in base alle quali essi sono chiamati ad interagire - osservanza che fa tutt'uno con la professionalitŕ loro richiesta, mentre le relazioni di segno positivo si rendono estremamente determinanti. Nel caso delle squadre non professioniste (i cui atleti percepiscono solo modesti vantaggi economici dall'attivitŕ agonistica sportiva), al contrario, i legami negativi tra i giocatori in campo (anche se in media assai meno frequenti che tra i giocatori professionisti) peggiorano sensibilmente i risultati conseguiti, mentre quelli positivi non dimostrano avere alcun effetto significativo.
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Ravaldi, Claudia, Giorgio Mello, Valentina Pontello, Leonardo Rimediotti, Valdo Ricca, and Alfredo Vannacci. "Aspetti psicologici della morte intrauterina. Ricerca, esperienze e protocolli di intervento." PSICOBIETTIVO, no. 3 (May 2010): 121–39. http://dx.doi.org/10.3280/psob2009-003006.

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Abstract:
La morte intrauterina č un evento tragico che ogni anno in Italia colpisce circa 2000 famiglie nella seconda metŕ della gravidanza. La perdita di un bambino in utero č un lutto paragonabile per intensitŕ, manifestazioni psicologiche e decorso, al lutto per la perdita di una persona adulta. Il vissuto dei genitori, nonostante questo, č purtroppo scarsamente riconosciuto a livello sociale. Si tende a minimizzare l'effetto di questa perdita, le cui caratteristiche rimangono ignorate dai piů. Il lutto perinatale č spesso ignorato anche dagli operatori, che nel loro corso di studi non vengono solitamente formati sul lutto, e dunque l'assistenza psicologica offerta č spesso insufficiente, o lasciata alla volontŕ del singolo operatore: studi condotti in proposito evidenziano come una cattiva o inadeguata assistenza sia responsabile di traumatizzazione secondaria nei genitori e possa ostacolare una buona elaborazione del lutto. Per questi motivi, l'associazione CiaoLapo ONLUS ha avviato nel 2007 una collaborazione con l'Azienda Ospedaliera Careggi, per lavorare sulla formazione degli operatori e sul sostegno ai genitori. Da questa esperienza sono nate alcune linee guida che descrivono i momenti salienti dell'assistenza alla coppia colpita da morte in utero e gli accorgimenti da adottare per migliorare la pratica clinica. Scopo di questo lavoro č presentare questa esperienza e descrivere le linee guida alla luce della piů recente letteratura sugli aspetti psicologici del lutto perinatale.
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Potito, Serena. "L’economia napoletana e il commercio internazionale tra ‘800 e ‘900: I Magazzini Generali e il Deposito Franco = The Neapolitan economy and international trade between 800 and 900: The Magazzini Generali and the Free Warehouse." Pecvnia : Revista de la Facultad de Ciencias Económicas y Empresariales, Universidad de León, no. 16/17 (December 1, 2013): 241. http://dx.doi.org/10.18002/pec.v0i16/17.1343.

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Abstract:
<p>I Magazzini Generali, creati su modello dei <em>docks</em> inglesi e dei magazzini francesi -e regolamentati da una legge del 1871- si diffusero nelle maggiori città italiane, con alterna fortuna: comune era lo scopo di provvedere alla custodia delle merci, rilasciando speciali titoli di commercio, e di agevolare l’incontro tra produttore e acquirente, riducendo i tempi di negoziazione.</p> <p>Essi sono, dunque, da annoverare fra gli strumenti commerciali con cui si intendeva intensificare e favorire i traffici di merci nel periodo in cui il commercio internazionale su larga scala andava riducendo le barriere tra paesi, accompagnato dallo sviluppo e ammodernamento delle infrastrutture.</p> <p>Nell’ambito del dibattito sul tentativo italiano di ritagliarsi un ruolo durante la prima globalizzazione -con la crescita della liberalizzazione del commercio internazionale e, nello stesso tempo, lo sviluppo del protezionismo moderno- la presente ricerca mette a fuoco l’esperienza della costituzione dei Magazzini Generali di Napoli, per alcuni decenni i più importanti d’Italia. La Società Meridionale dei Magazzini Generali ne assunse la gestione nel 1874 e -attraverso lo studio di testimonianze dell’epoca, degli Atti del Consiglio Comunale e della Camera di Commercio, di dati di bilancio presenti nell’Archivio di Stato di Napoli- questo saggio ne ripercorre l’iter costitutivo e le vicende dei primi anni. Oltre a offrire un quadro della situazione politica ed economica del Mezzogiorno d’Italia, ed in particolare di Napoli, nella congiuntura economica tra fine ‘800 e inizio ‘900, emergono spunti interessanti relativi all’ammodernamento delle infrastrutture portuali cittadine, e alla questione della creazione di un punto franco (uno degli ipotetici cardini dello sviluppo industriale della città): in un quadro di occasioni mancate ed ostacoli legati alle caratteristiche del processo storico, dal confronto con economie di differenti realtà europee.</p><p>The <em>Magazzini Generali</em>, created on the model of the British docks and of the French <em>magasins généraux</em> -and regulated by an Act of 1871- became widespread in major Italian cities, with varying success: common purpose was to provide for the custody of the goods, issuing special bonds trade, and to facilitate the meeting between producer and buyer, reducing the time of negotiation. They are -therefore- to be counted among the commercial tools with which it was intended to intensify and facilitate the traffic of goods in the period in which international trade -on a large scale- was reducing the barriers between countries, accompanied by the development and modernization of infrastructure. In the debate on the Italian attempt to carve out a role during the first globalization -with the growth of international trade liberalization and, at the same time, the development of modern protectionism- the present research focuses on the experience of the constitution of Magazzini Generali of Naples, for several decades the most important ones in Italy. The <em>Società Meridionale of Magazzini Generali</em> took over the management in 1874 and -through the study of contemporary testimonies, of the Acts of the City Council and of the Chamber of Commerce, of balance sheet data present in the State Archives of Naples- this essay traces its incorporation process and the events of the early years. In addition to providing an overview of the political and economic situation of Southern Italy, especially in Naples, during the economic situation between the end of '800 and '900, interesting ideas emerge relating to the modernization of port infrastructure, and about the question of creating a free point (one of the hypothetical cornerstones of the industrial development of the city): in a framework of missed opportunities and of obstacles related to the characteristics of the historical process, by comparing with the economies of different European realities.</p>
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Altieri, P. R., D. Di Benedetto, G. Galetta, R. A. Intonti, A. Mercadante, S. Nuzzo, and P. Verwilligen. "A beam monitor based on MPGD detectors for hadron therapy." EPJ Web of Conferences 174 (2018): 01011. http://dx.doi.org/10.1051/epjconf/201817401011.

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Abstract:
Remarkable scientific and technological progress during the last years has led to the construction of accelerator based facilities dedicated to hadron therapy. This kind of technology requires precise and continuous control of position, intensity and shape of the ions or protons used to irradiate cancers. Patient safety, accelerator operation and dose delivery should be optimized by a real time monitoring of beam intensity and profile during the treatment, by using non-destructive, high spatial resolution detectors. In the framework of AMIDERHA (AMIDERHA - Enhanced Radiotherapy with HAdron) project funded by the Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Italian Ministry of Education and Research) the authors are studying and developing an innovative beam monitor based on Micro Pattern Gaseous Detectors (MPDGs) characterized by a high spatial resolution and rate capability. The Monte Carlo simulation of the beam monitor prototype was carried out to optimize the geometrical set up and to predict the behavior of the detector. A first prototype has been constructed and successfully tested using 55Fe, 90Sr and also an X-ray tube. Preliminary results on both simulations and tests will be presented.
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Marri, Marcello. "Valutazione e terapia del dolore nel disabile grave." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 3 (April 2012): 49–54. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-003008.

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Abstract:
Negli ultimi anni la ricerca di laboratorio e quella clinica hanno aperto nuovi scenari nella fisiopatologia del dolore, permettendo un'approfondita comprensione di numerosi eventi presenti nella persona sofferente. La trasformazione del dolore da "sintomo-segnale d'allarme" caratteristico dell'evento acuto in una vera e propria sindrome "dolore-malattia" caratteristica del quadro cronico č in funzione della "persistenza nel tempo" o della "alta intensitŕ non controllata". All'evoluzione temporale del dolore č associato l'impatto negativo sulla persona. Differenze di ordine neurofisiologico, neuropsicologico e comportamentale giustificano la distinzione dolore acuto-sintomo/dolore cronico-sindrome [4]. Queste scoperte, insieme ad una nuova sensibilitŕ culturale che si č fatta strada nella societŕ civile, hanno permesso a molti operatori sanitari di porre il dolore al centro dell'attenzione della loro attivitŕ assistenziale. Pertanto si sono predisposti e vengono seguiti in molti Centri di cura protocolli e/o procedure che prevedono l'utilizzazione di scale per la valutazione dell'intensitŕ percepita del dolore o della inabilitazione che ne consegue e per la misurazione della componente affettiva, in diversi tipi di soggetti e/o in diversi quadri patologici, utilizzando, come nel caso dei neonati/lattanti o di condizioni cliniche estreme (coma farmacologico), il rilievo del cambiamento di alcuni parametri vitali o fisiologici. Queste scale possono essere distinte, semplificando e dal punto di vista della modalitŕ di "somministrazione", in due gruppi: quelle di Autovalutazione e quelle di Eterovalutazione. Numerose équipe hanno lavorato per trovare i segni comportamentali e fisici idonei a reperire e misurare il dolore nel bambino con disabilitŕ complessa e che non puň esprimersi verbalmente [3]. In Francia l'équipe dell'Ospedale "San Salvadour" (Hyčres) ha messo a punto una scala di 10 item, la DESS (Douleur Enfant San Salvadour), sul modello della DEGR (Douleur Enfant Gustave Roussy). I 10 punti si riferiscono alle modificazioni, in presenza di dolore, di segni neurologici abituali [2]. Un gruppo canadese ha messo a punto e validato una lista di 30 item molto semplici (pianto, grido, gemito, smorfia ecc.) che non necessita di conoscenza preliminare del bambino con disabilitŕ: č la NCCPC (Non-Communicating Children's Pain Checklist) [1]. Per trattare il dolore abbiamo a disposizione due approcci: cercare di interferire con il Sistema Eccitatorio filtrando o inibendo la trasmissione del messaggio "dolore" o rinforzare il Sistema Inibitorio. I mezzi a disposizione per ridurre il dolore sono numerosi e complementari. Per ottenere buoni risultati č sovente necessario associarne molti.
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Farina, Fatima, and Alessandra Vincenti. "Lavorare stanca. Esistenze/resistenze nei percorsi lavorativi." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 2 (November 2022): 37–47. http://dx.doi.org/10.3280/es2022-002004.

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Abstract:
Se il lockdown ha interrotto per milioni di persone l'andare al lavoro, non ha interrotto il lavoro, né trasformato l'immaginario del lavoro, sempre misurato su un imperativo di performatività vitale. Il fenomeno delle cosiddette "Grandi dimissioni" pare però accelerato dallo stop imposto dalla pan- demia. Si tratta di un fenomeno tutto da analizzare - anche per la difficoltà di reperire alcuni dati - e da comprendere con ricerche che vadano a indagare in profondità i cambiamenti nei percorsi di lavoro così come il rifiuto di condizioni lavorative di sfruttamento. L'ipotesi di un rigetto delle condizioni di lavoro e dunque di vita è certo una delle opzioni, ma è da considerare un possibile tentativo di sovvertire l'ordine valoriale imposto con pratiche che esprimo- no obiezione e diserzione dal sistema. Se il discorso pubblico è focalizzato sulla mancanza di offerta nei settori ad alta intensità di lavoro, l'interrogativo da porsi va al di là del mismatch tra domanda e offerta e riguarda le condizioni con- siderate oggi accettabili per lavorare.
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Kampmann, Christoph. "Rechtswahrung als Selbstzweck? Zur päpstlichen Politik im Dreißigjährigen Krieg 1633–1635 im Spiegel neupublizierter Quellen." Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 98, no. 1 (March 1, 2019): 31–44. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2018-0005.

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Abstract:
Riassunto Il contributo esamina (riferendosi ai volumi dei „Nuntiaturberichte aus Deutschland“ pubblicati di recente) la politica curiale durante la Guerra dei Trent’anni, in particolare nella sua fase svedese fino alla pace di Praga (1630–1635). Questi anni sono significativi, perché a partire dal 1633/34 si constata, da parte del governo imperiale, una disponibilità al compromesso decisamente maggiore in proposito del diritto religioso. Si pone il quesito di come la curia abbia valutato questo fatto. Le fonti considerate confermano i giudizi finora formulati dagli storici (tra gli altri Konrad Repgen e Robert Bireley) secondo cui la Curia era contraria a fare concessioni alla parte protestante sul piano confessionale. Appare però un secondo aspetto della politica condotta dalla Curia verso l’Impero, vale a dire una profonda diffidenza nei confronti dell’imperatore, sospettato di perseguire un accordo confessionale soprattutto per poter continuare a condurre, dopo una riconciliazione all’interno dell’Impero, la guerra contro la Francia con la stessa intensità. La Curia era evidentemente convinta che per la politica di Vienna fosse prioritaria l’unità della Casa d’Austria e la subordinazione agli interessi della Spagna. Nel complesso l’analisi mette in dubbio che la linea della Curia come attore politico indipendente nelle relazioni esterne europee fosse caratterizzata da un così forte contrasto tra le posizioni tese per principio alla salvaguardia del diritto da un lato e l’adozione di una politica flessibile dall’altro. Dal punto di vista della Curia la salvaguardia del diritto non sembra essere stato solo un fine in sé, come neppure l’agire politico in maniera flessibile era indipendente dall’osservanza di fondamentali principi di diritto. Qui si apre un campo di ricerche future che vanno ben oltre la politica curiale verso l’Impero e possono prendere importanti spunti dai volumi del carteggio dei nunzi ora pubblicati.
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Orsini, Giampiero. "A Model for Buildings' Vulnerability Assessment Using the Parameterless Scale of Seismic Intensity (PSI)." Earthquake Spectra 15, no. 3 (August 1999): 463–83. http://dx.doi.org/10.1193/1.1586053.

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Abstract:
After the earthquake of 1980 in Irpinia the Italian Government promoted a damage survey, with the cooperation of researchers of the “Progetto Finalizzato Geodinamica, Consiglio Nazionale delle Ricerche PFG-CNR.” The data of the damage survey have been used in several studies during previous years, and in the present work they have been elaborated on with the aim of assessing a value of the seismic excitation in each administrative unit according to the Parameterless Scale of Seismic Intensity (PSI) (Spence et al., 1991). The PSI intensities are in good correlation with the values of the MSK scale: for each degree of the latter, the PSI intensity, a continuous variable, shows a spectrum of values. At the same time, a model for damage prediction has been identified, where the frequency of a damage degree in a territorial unit is a function of PSI. The proposed damage prediction model has been compared with the Damage Probability Matrix method and the range of variation of the losses evaluated in scenario analyses at the National Seismic Survey has been estimated.
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Dell'Anna, Silvia, and Dario Ianes. "Preventing school disaffection, failure and dropout. The ESF projects “Last Round” and “Energy Start”." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 21, no. 2 (July 31, 2021): 93–105. http://dx.doi.org/10.36253/form-11318.

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Abstract:
Early school leaving is a very important issue in our country, both for its individual consequences and for the social and economic repercussions. The Covid-19 pandemic has exacerbated some existing trends, increasing risk factors and putting at greater risk of dropout some portions of the school population. The article reflects on the phenomenon of early school leaving and on intervention options, with particular reference to the period of COVID-19 emergency. Starting from the results of two project experiences conducted in 2020 in some secondary schools of the Autonomous Province of Bolzano, the contribution examines the protective and risk factors, the needs of students at risk, the contents and teaching strategies of interventions. Finally, it reflects on the different options for implementation, on monitoring and research. Prevenire la disaffezione scolastica, l’insuccesso e l’abbandono. I progetti FSE “Last Round” ed “Energy Start” La dispersione scolastica rappresenta una questione di grande rilevanza nel nostro Paese, sia per le sue conseguenze individuali sia per le ricadute sociali ed economiche. La pandemia da Covid-19 ha acuito alcune tendenze già esistenti, ampliando i fattori di rischio e colpendo con maggiore intensità alcune porzioni di popolazione scolastica. L’articolo riflette sul fenomeno dell’abbandono scolastico precoce e sulle opzioni di intervento, con particolare riferimento al periodo di emergenza sanitaria. A partire dai risultati di due esperienze progettuali condotte nell’anno 2020 in alcune scuole secondarie delle Provincia Autonoma di Bolzano, il contributo prende in esame i fattori protettivi e di rischio, i bisogni dell’utenza a rischio di dispersione, i contenuti e le strategie didattiche degli interventi formativi. Infine, si riflette sulle differenti modalità di implementazione, sul monitoraggio e sulla ricerca.
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Budetta, P. "Assessment of rockfall risk along roads." Natural Hazards and Earth System Sciences 4, no. 1 (March 9, 2004): 71–81. http://dx.doi.org/10.5194/nhess-4-71-2004.

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Abstract:
Abstract. This paper contains a method for the analysis of rockfall risk along roads and motorways. The method is derived from the Rockfall Hazard Rating System (RHRS) developed by Pierson et al. (1990) at the Oregon State Highway Division. The RHRS provides a rational way to make informed decisions on where and how to spend construction funds. Exponential scoring functions are used to represent the increases, respectively, in hazard and in vulnerability that are reflected in the nine categories forming the classification. The resulting total score contains the essential elements regarding the evaluation of the degree of the exposition to the risk along roads. In the modified method, the ratings for the categories "ditch effectiveness", "geologic characteristic", "volume of rockfall/block size", "climate and water circulation" and "rockfall history" have been rendered more easy and objective. The main modifications regard the introduction of Slope Mass Rating by Romana (1985, 1988, 1991) improving the estimate of the geologic characteristics, of the volume of the potentially unstable blocks and the underground water circulation. Other modifications regard the scoring for the categories "decision sight distance" and "road geometry". For these categories, the Italian National Council's standards (Consiglio Nazionale delle Ricerche - CNR) have been used (CNR, 1980). The method must be applied in both the traffic directions because the percentage of reduction in the decision sight distance greatly affects the results. An application of the modified method to a 2km long section of the Sorrentine road (no 145) in Southern Italy was developed. A high traffic intensity affects the entire section of the road and rockfalls periodically cause casualties, as well as a large amount of damage and traffic interruptions. The method was applied to seven cross sections of slopes adjacent to the Sorrentine road. For these slopes, the analysis shows that the risk is unacceptable and it should be reduced using urgent remedial works.
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Maldonato, Aldo. "IN ALTA QUOTA CON IL DIABETE TIPO 1." il Diabete 30, N. 4, dicembre 2018 (December 15, 2018). http://dx.doi.org/10.30682/ildia1804a.

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Abstract:
A quasi un secolo dalla scoperta dell’insulina, la terapia del diabete tipo 1 ha fatto e continua a fare enormi progressi, tanto che un diabetologo degli anni Settanta (per esempio chi scrive) piovuto improvvisamente oggi fra noi farebbe fatica a raccapezzarsi fra insuline “ingegnerizzate”, penne monouso, microinfusori, misuratori della glicemia in continuo e algoritmi di correzione. Da una parte ciò non soddisfa appieno né i pazienti né gli operatori sanitari, i quali – tutti – auspicano che si arrivi alla scomparsa della malattia (guarigione anziché cura, ovvero cure vs care), tuttavia non si può negare che i progressi della cura hanno liberato i pazienti da tante schiavitù che li affliggevano ancora trent’anni fa, e ciò ha consentito ai giovani con diabete di cimentarsi con successo in tutte le discipline sportive (1-2), incluse quelle considerate “estreme” e una volta “proibite” ai diabetici. Fra queste, l’alpinismo – in tutte le sue declinazioni – presenta caratteristiche particolari perché, accanto ad alcuni aspetti decisamente favorevoli, come la durata medio-lunga dell’esercizio e un’intensità di sforzo che si mantiene per lo più nell’ambito aerobico, esso si svolge in un ambiente in cui le normali attività metaboliche avvengono in presenza di una minore pressione parziale di ossigeno atmosferico, e chi lo pratica deve sapere far fronte a numerosi pericoli oggettivi e soggettivi (3). Le modificazioni ormonali, cardio-respiratorie, renali e metaboliche indotte dall’alta quota sono state oggetto di studio da molti anni, ma non sempre è stato facile definirle in modo univoco a causa dell’elevato numero di variabili in gioco (tipo e intensità dello sforzo, grado di allenamento, stato nutrizionale, condizioni ambientali e meteorologiche, quota effettiva…), e della difficoltà di effettuare studi controllati su numeri sufficienti di soggetti in condizioni riproducibili. Per quanto riguarda le “persone con diabete tipo 1” (D-T1), le poche ricerche effettuate hanno mirato a chiarire se l’alta quota è alla loro portata e se può precipitare/accelerare la comparsa delle complicanze tardive.
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Perla, Loredana, Ettore Felisatti, Valentina Grion, Laura Sara Agrati, Rosa Gallelli, Viviana Vinci, Ilenia Amati, and Roberta Bonelli. "Oltre l'era Covid-19: dall'emergenza alle prospettive di sviluppo professionale." EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, no. 2 (December 2020). http://dx.doi.org/10.3280/exioa2-2020oa10802.

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Abstract:
L'Universit&agrave; &egrave; entrata prepotentemente nell'era della didattica a distanza (DaD) per far fronte all'imperativo di garantire la formazione ai giovani anche nel periodo di lockdown imposto a seguito della pandemia del Covid-19. L'esperienza ha costretto la docenza ad una veloce riconversione della didattica tradizionale all'interno di modelli di azione on line per molti di loro sconosciuti e inusuali. Ci&ograve; ha determinato modificazioni significative negli approcci e nelle pratiche in uso, favorendo scelte e soluzioni spesso non considerate in precedenza.La ricerca indaga nello specifico l'esperienza della DaD, definendone il costrutto, per far emergere le modificazioni intervenute nella pratica didattica, ponendo un'attenzione particolare alla mediazione didattica e alla valutazione, due aree considerate fondative ed emblematiche nell'azione di insegnamentoapprendimento.Attraverso la somministrazione di un questionario on line a cui hanno risposto 721 docenti, si evidenziano le metamorfosi intervenute nell'azione di mediazione e di valutazione. Insieme ad un aumento di interesseverso l'utilizzo di pratiche on line compaiono elementi di criticit&agrave;, connessi soprattutto al permanere di modelli tradizionali, e di innovazione, indotti dall'esigenza di offrire agli studenti un livello adeguato di qualit&agrave; didattica per l'apprendimento.Nell'insieme gli esiti emersi sembrano profilare, sia pure con diverso grado di intensit&agrave;, l'esigenza di considerare come centrale la professionalit&agrave; del docente indicata quale fattore chiave per riconvertire positivamente l'esperienza della DaD oltre il portato contingente.
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"The Italian PROGRES project on non-hospital residential facilities." Epidemiology and Psychiatric Sciences 10, no. 4 (December 2001): 260–75. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00005431.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo – 1. Effettuare un censimento di tutte le Strutture Residenziali (SR) psichiatriche presenti in Italia (Fase 1); 2. Condurre una approfondita valutazione delle strutture e dei pazienti ospitati in un campione rappresentativo pan al 20% delle SR censite (Fase 2); 3. Attivare programmi specifici di formazione per il personale delle SR (Fase 3). Metodi – Per la raccolta dei dati di Fase 1 e stata elaborata una scheda apposita. Questa scheda e stata somministrata, sotto forma di intervista strutturata, direttamente ai responsabili delle SR; in molti casi le informazioni sono state integrate con quelle fornite direttamente da operatori delle SR o dei Dipartimenti di Salute Mentale (DSM). Risultati – Al termine della Fase 1 sono state censite (maggio 2000) 1370 SR con 4 o più posti residenziali, con un numero totale di posti pari a 17138, un numero medio di 12.5 posti per SR ed un tasso di posti residenziali per 10000 abitanti pari a 2.98 (superiore allo standard del Progetto Obiettivo Tutela della Salute Mentale 1998-2000, pari a 2/10.000). II tasso di posti residenziali e pari a poco meno di 3/4 del tasso stimato da Ruggeri et al. (2000) di pazienti con disturbi mentali gravi e persistenti di tipo psicotico (13.9 per 10000). La dotazione di SR e risultata molto variabile tra le varie aree d'Italia. La maggioranza delle SR (51%) e stata attivata dal gennaio 1997 in poi; circa i tre quarti delle SR hanno una copertura assistenziale 24 ore su 24. I DSM gestiscono direttamente oltre la meta delle SR; la grande maggioranza delle SR (78%) e finanziata direttamente dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN). La meta circa delle SR (49%) ospita prevalentemente pazienti compresi nella fascia di eta tra 40 e 59 anni. Per quanto riguarda gli operatori, nelle SR lavorano 11240 operatori a tempo pieno, più una quota significativa di operatori a tempo parziale; il numero medio totale di operatori per SR e di 13.6. Circa il 40% degli operatori delle SR non ha una qualificazione specifica di tipo psichiatrico. Il totale dei pazienti ospitati nelle SR e di 15943; di essi, il 58% non e mai stato ricoverato in Ospedale Psichiatrico (OP), mentre il 40% circa lo e stato; una piccola quota (1.6%) e stata ricoverata in Ospedale Psichiatrico Giudiziario (OPG). Infine, nel corso del 1999 il 38% delle SR non ha dimesso nessun ospite, il 31% ha dimesso un massimo di due ospiti, e soltanto nel 31% circa delle SR sono stati dimessi tre o più ospiti. Discussione – Dal PROGRES emerge un'ampia variabilita nella dotazione di SR tra le varie Regioni e P.A., che e correlata alia dotazione di altre strutture assistenziali psichiatriche. La maggior parte delle SR fornisce un'assistenza di tipo intensivo, e sembra mancare quel range differenziato di strutture, in termini di intensita assistenziale, livelli di autonomia, ecc, da molti considerato come ottimale per il trattamento prolungato di pazienti gravi con livelli di disabilita che fluttuano nel tempo. Le SR hanno un ridotto turn-over, il che pone dei problemi rispetto alia possibility di una futura, ulteriore espansione di queste strutture. Conclusioni – Il progetto PROGRES sta fornendo importanti informazioni relative ad un'intera tipologia di strutture, che riveste un particolare rilievo per l'attuale sistema dei servizi psichiatrici. L'esperienza fatta con il PROGRES dimostra inoltre che e possibile, utilizzando le risorse disponibili all'interno del SSN, progettare e portare avanti, con efficienza e in tempi rapidi, progetti di ricerca multicentrici di ampia portata.
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Vivaldi, N., M. Scialla, and V. Maggiora. "La valutazione del fabbisogno infermieristico attraverso il sistema di rilevazione NEMS (Nine Equivalent of Manpower Score). L’esperienza della Terapia Intensiva Rianimazione polivalente dell’Aziende Ospedaliera S.S. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo." Working Paper of Public Health 3, no. 1 (June 15, 2014). http://dx.doi.org/10.4081/wpph.2014.6729.

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Abstract:
Introduzione: La complessità del malati, l’assistenza che necessitano, l’esigenza di adeguare e ottimizzare le risorse infermieristiche, hanno determinato la necessità di ricercare uno strumento con maggiore rilevanza scientifica per valutare l’effettivo carico di lavoro infermieristico presso l’ U.O. Terapia Intensiva Rianimazione dell’Azienda Sanitaria Ospedaliera S.S. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo. Obiettivo: Misurare il carico di lavoro infermieristico con strumenti validi in letteratura per valutare il numero di infermieri necessari in rapporto alla reale necessità bisogni - assistenza dei pazienti ricoverati presso U.O. Rianimazione attraverso evidenze, scale scientifiche e dati oggettivi di lavoro. Materiale metodi: Creazione di uno Studio Osservazionale di coorte prospettica effettuato nell’arco di 12 mesi: ( 1 maggio 2013 - 30 aprile 2014) sulla rilevazione dei carichi d lavoro attraverso la scala “NEMS”.
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