Academic literature on the topic 'Intensità della ricerca'

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Journal articles on the topic "Intensità della ricerca"

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Potter, T. W., and Simon Stoddart. "A century of prehistory and landscape studies at the British School at Rome." Papers of the British School at Rome 69 (November 2001): 3–34. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200001744.

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Abstract:
UN SECOLO DI STUDI PREISTORICI E DEL PAESAGGIO ALLA ‘BRITISH SCHOOL AT ROME’Questo articolo esamina i cento anni di tradizione di studi preistorici e del paesaggio della ‘British School at Rome’. Questo secolo di ricerca consiste in tre fasi principali: la direzione di Ashby, quella di Ward-Perkins e gli ultimi tre decenni del ventesimo secolo. Le prime due sezioni, scritte principalmente da Tim Potter prima della sua scomparsa, ripercorrono lo sviluppo degli studi topografici dai primi decenni del ventesimo secolo fino allo studio regionale degli anni’ 60. Nell'ultima sezione l'attivita della ‘British School at Rome’ è inserita nel contesto delle tendenze più recenti nell'archeologia del paesaggio: una combinazione di orientamento delle problematiche ed un'accresciuta intensità di ricerca. Nonostante l'Etruria sud-orientale sia generalmente considerata come il principale interesse delle ricerche sul paesaggio condotte dalla ‘British School’, questo articolo cerca di sottolineare anche l'importanza di ricerche condotte altrove, particolarmente nell'Africa settentrionale, Malta ed in Italia meridionale. L'obiettivo per il futuro è di vedere fino a che punto la tradizione britannica di sintesi riuscirà a collegare queste nuove tendenze negli studi sull'archeologia di paesaggio.
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Andreula, C. F., A. N. M. Recchia-Luciani, I. Kambas, and A. Carella. "Ipotesi di correlazione tra istopatologia e neuroradiologia in risonanza magnetica nelle neoplasie endocraniche primitive: Gli astrocitomi." Rivista di Neuroradiologia 5, no. 2 (May 1992): 247–64. http://dx.doi.org/10.1177/197140099200500213.

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Abstract:
Obiettivo del lavoro è il tentativo di produrre informazioni sia sulla anatomia macroscopica che sulla intima struttura delle neoplasie, in virtù della capacità della RM di studiare la correlazione tra dimensioni molecolari, movimenti molecolari, tempo di correlazione (parametri fisici tissutali) e tempi di rilassamento attraverso lo studio della intensità di segnale in T1, T2, Densità Protonica. È stato affrontato in particolare il problema degli astrocitomi a causa della loro elevata incidenza, valutabile nel 25–30% dei gliomi cerebrali (a loro volta circa la metà dei tumori cerebrali adulti). Vengono analizzate le diverse classificazioni adottate, su basi e con obiettivi diversi, tutte portatrici di contributi conoscitivi, a causa della non omogeneità «pacchetto» di queste neoplasie, per cui diverse aree del tumore possono presentare diversa malignità; e la accertata evoluzione verso gradi di maggiore malignità (‘dedifferenziazione») in circa il 10% delle forme più benigne. A ciò va aggiunta la evenienza di forme multicentriche. Viene affrontato anche il problema della prognosi nei vari gradi, dipendente anche dalla localizzazione e dal volume raggiunti, fattori non introducibili in «pacchetto» su base istologica: localizzazione della neoplasia, unicita o molteplicità delle lesioni, peso assunto dalleffetto massa tumorale. La seconda fase dello studio prevede il controllo stereotassico in doppio cieco, con il calcolo dei coefficienti di correlazione che misurano il grado di accordo tra diagnosi neuroradiologica e diagnosi istologica. Particolare attenzione viene posta al tema dell'utilizzo di mdc paramagnetico, in particolare Gadolinio, ed alio studio della funzione della barriera ematoencefalica. Nella seconda parte si focalizza il tema della comprensione specifica dei vari tipi di astrocitomi, forzando la possibilità di attribuire un certo comportamento RM ad un tipo istologico. ‘Idea guida» è la ricerca del «perché» del segnale», per attribuirlo all'evento anatomopatologico con l'uso costante di semplici parametri per cercare di identificare il grado di benignità» o di malignità» di un astrocitoma con ricadute prognostiche ‘plausibili».
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Bianchi, Lavinia. "La narrazione nella relazione educativa: le parole dell'intercultura." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 1 (June 2020): 270–79. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2020oa9254.

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Abstract:
Le narrazioni della migrazione si caratterizzano per complessità, intensità e molteplici finalità tra loro composite: di natura amministrativa (l'audizione davanti alla Commissione Territoriale per la richiesta di Protezione Internazionale), sociale (il colloquio sociale per l'apertura della cartella e per la progettazioneorientamento), educativa (i colloqui educativi per la progettazione dei PEI1 e del PDI) e psicologica (i colloqui terapeutici individuali di gruppo e i vari setting etnopsicologici). Troppo spesso sospesi tra narrazioni tossiche e strumentalizzazioni spettacolarizzanti (Fiorucci, 2017) i discorsi della migrazione rappresentano, invece, una possibilità educativa ed educante, una risorsa potenzialmente efficace per una solida e restitutiva relazione educativa. Questa riflessione teorica è frutto di analisi autoetnografica, dei memo narrativi (Charmaz, 2014) raccolti dal 2011 al 2018 nella pratica educativa in accoglienza e nella ricerca Dottorale relativa all'educazione dei Msna costruita tra il 2015 e il 2018.
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Sgreccia, Elio, and Marina Casini. "Diritti umani e bioetica." Medicina e Morale 48, no. 1 (February 28, 1999): 17–47. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1999.808.

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Abstract:
Esiste un legame tra la riflessione sulla bioetica e quella sui diritti umani? Lo scritto muove da questo interrogativo per giungere dopo un’articolata analisi alla conclusione che il limpido e chiaro riconoscimento della dignità e del conseguente diritto alla vita di ogni essere umano a partire dalla fecondazione costituisce terreno e presupposto comune delle due discipline e, allo stesso tempo, è ciò che consente loro di non navigare verso le derive individualistiche dell’utilitarismo e del relativismo etico. L’analisi del rapporto fra diritti umani e bioetica parte da un dato storico e cioè dalla svolta che il processo di Norimberga e la Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo hanno impresso nel cammino dell’umanità. Questa nuova tappa accompagna gli albori del “filone giuridico-normativo della bioetica” che nel corso degli anni assumerà sempre maggior consistenza, tanto da sfociare in un autonomo campo di riflessione noto sotto il nome di “biodiritto” o “biogiuridica”. A riguardo l’articolo presenta una disamina ricognitiva (non esente da osservazioni di tipo valutativo) dei principali documenti giuridici nazionali e internazionali che si occupano di “questioni di bioetica”. Dal ricco affresco di questi emerge da un lato la constatazione di un rapporto che esprime la necessità di un’integrazione fra diritti umani e bioetica, dall’altro l’urgenza di dare un solido ed autentico fondamento agli uni e all’altra. È questa una problematica di cruciale importanza, perché sia i diritti umani che la bioetica risentono di una crisi metafisica tanto più evidente e acuta quanto più ci si avvicina ai momenti di maggiore precarietà e debolezza dell’esistenza umana, nei quali la vita umana “è”, semplicemente “è”. In questo senso, l’embrione umano è l’emblema di ogni povertà ed emarginazione. La via d’uscita dalla “crisi” e dunque la ricerca del fondamento - sia per i diritti umani che per la bioetica - va trovata all luce della dignità umana, sempre presente con la stessa forza e intensità in tutti e in ciascuno, da rispettare e promuovere in primo luogo nel rispetto e nella promozione del diritto ad esistere che della dignità è la prima manifestazione, la più immediata concretizzazione.
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Micelli, Ezio, and Eleonora Righetto. "How do metropolitan cities evolve after the 2008/2012 crisis and the Covid-19 pandemic? An analysis from real estate market values." Valori e Valutazioni 31 (February 2023): 49–67. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20223105.

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Abstract:
Italian cities have been touched by two major events, the 2008 and 2012 crises and the Covid-19 pandemic in 2020 and 2021. The research aimed to verify whether, and in what way, Italian cities have embarked on a path of transformation, outlining their possible trajectories of change in the intervening decade. The cities considered were the metropolitan cities to which the legislature has assigned the role of territorial reference for areas of a regional nature. The research examined real estate market values for their ability to represent a city’s degree of attractiveness in synthetic form. The other variables used made it possible to detect trends in the determinants of the real estate market: economic growth, demographic development and changes in the territorial capital endowment. Concerning the research objectives, cluster analysis appeared to be the most suitable tool to represent changes by aggregating cities according to common patterns. The survey considered the reactions of the different cities in the two five-year periods related to each exogenous shock and, overall, in the decade under review for a long-term reading of the trends. The conclusions reached by the survey show how, between 2012 and 2017, there was a concentration of wealth and population in the major centers and in particular in the city of Milan, characterized by rising property values against a generalized decline in the Italian market. In the second five-year period from 2017 to 2022, the pattern is reproduced with similar intensity, despite a vast debate on the crisis of large cities and their sustainability in the face of the pandemic. An overall ten-year view from 2012 to 2022 of metropolitan cities shows trends with a sufficiently solid and stable character. In the case of Milan, the expression of a clear-cut process of concentration on which the pandemic has had no effect, is counterbalanced by a second cluster of peripheral metropolitan cities that are suffering from processes that penalize their development prospects, while the third cluster of cities is distinguished by a profile that combines opportunities for growth and critical aspects in demographic and economic terms. Le città italiane sono state toccate da due importanti eventi, la crisi del 2008 e del 2012 e la pandemia Covid- 19 nel corso del 2020 e 2021. La ricerca ha l’obiettivo di verificare se, e in quale modo, le città italiane hanno intrapreso un percorso di trasformazione, delineando le loro possibili traiettorie di cambiamento nel decennio intercorso. Le città considerate sono state le città metropolitane cui il legislatore ha attribuito il ruolo di riferimento territoriale per ambiti di carattere regionale. La ricerca ha esaminato i valori del mercato immobiliare per la loro capacità di rappresentare in forma sintetica il grado di attrattività di una città. Le altre variabili impiegate hanno permesso di rilevare l’andamento dei determinanti del mercato immobiliare: crescita economica, sviluppo demografico e variazione nella dotazione di capitale territoriale. Rispetto agli obiettivi della ricerca, la cluster analysis è apparsa lo strumento maggiormente idoneo a rappresentare i cambiamenti aggregando le città secondo pattern comuni. L’indagine ha considerato le reazioni delle diverse città nei due quinquenni legati a ciascun shock esogeno e, complessivamente, nel decennio in esame per una lettura di lungo periodo delle tendenze in atto. Le conclusioni cui perviene l’indagine evidenziano come tra il 2012 e il 2017, vi sia un percorso di concentrazione della ricchezza e della popolazione nei centri maggiori e in particolare nella città di Milano, contraddistinta da valori immobiliari in crescita a fronte di un declino generalizzato del mercato italiano. Nel secondo quinquennio dal 2017 al 2022, lo schema si riproduce con analoga intensità, a dispetto di un vasto dibattito sulla crisi delle grandi città e sulla loro sostenibilità alla prova della pande- mia. Una visione complessiva decennale dal 2012 al 2022 delle città metropolitane evidenzia tendenze do- tate di un carattere sufficientemente solido e stabile. Al caso di Milano, espressione di un processo di concentrazione chiaro e netto su cui la pandemia non ha avuto effetti, fa riscontro un secondo cluster di città metropolitane periferiche che scontano processi che ne penalizzano le prospettive di sviluppo, mentre un terzo cluster di città si distingue per un profilo che unisce opportunità di crescita e aspetti critici sotto il profilo demografico ed economico.
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Dugo, Sandra. "Felicità e infelicità nel pensiero di Giacomo Leopardi." Revista Italiano UERJ 12, no. 2 (July 13, 2022): 22. http://dx.doi.org/10.12957/italianouerj.2021.67585.

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Abstract:
ABSTRACT: Il percorso lungo il quale vorrei condurre i lettori riguarda il tema esistenziale, per alcuni versi antropologico e metafisico, da cui emergono con particolare intensità le riflessioni filosofiche di Giacomo Leopardi sulla ricerca della felicità. L’obiettivo non è stabilire se Leopardi sia un poeta pessimista o affermare il contrario, rischieremmo di ridurre il nostro studio a una interpretazione insoddisfacente. È importante ribadire la valenza filosofica delle sue opere, considerando che è impossibile ignorare il legame imprescindibile della produzione poetica con l’evoluzione del pensiero filosofico. Dall’analisi dei Canti emergono numerosi rinvii ai Pensieri e alla “teoria del piacere”, tema che compare ripetutamente nelle pagine che leggiamo e la cui evoluzione negli anni è progressiva. Il presente articolo ci conduce alle letture e agli studi della poesia e della filosofia degli antichi greci e latini. L’obiettivo di questo lavoro è l’approfondimento della teoria del piacere per comprendere come il pensiero esistenziale del filosofo aderisce alla poetica della suggestione e della memoria.Parole chiave: Giacomo Leopardi. Teoria del Piacere. Edonismo. Poetica della sugestione. Poetica della memoria. RESUMO: Quero propor um percurso de leitura sobre o tema existencial, por isso o presente trabalho comenta alguns aspectos antropológicos e metafísicos, dos quais emergem com particular intensidade as reflexões filosóficas de Giacomo Leopardi sobre a busca da felicidade. O objetivo deste artigo não é estabelecer se Leopardi é um poeta pessimista ou afirmar o contrário, correríamos o risco de limitar o nosso estudo a uma interpretação insatisfatória ou errada. É importante valorizar o significado filosófico de suas obras, considerando que é impossível ignorar a correlação essencial entre a produção poética e a evolução do pensamento filosófico. Analisando os Canti, observamos inúmeras referências e correspondências com os Pensamentos e com a “Teoria do Prazer”, tema frequente nas páginas que lemos e cuja evolução progressiva foi continua durante os anos. Este artigo nos leva às leituras e estudos da poesia e da filosofia dos antigos gregos e latinos. O objetivo deste trabalho é aprofundar a Teoria do Prazer para compreender como o pensamento existencial do filósofo adere à poética da sugestão e da memória.Palavras-chave: Giacomo Leopardi. Teoria do Prazer. Hedonismo. Poética da sugestão. Poética da memória. ABSTRACT: The path along which I would like to lead the readers concerns the existential theme, in some ways anthropological and metaphysical, from which the Giacomo Leopardi’s philosophical reflections about the theory of pleasure emerges with particular intensity. Thus, the my objective is not to establish that Leopardi is pessimistic or assert the opposite, we would risk reducing this study in a sterile and superficial interpretation. It’s important to reiterate the philosophical relevance of the Leopardi's works, considering that it’s impossible to ignore the essential relationship between the poetic production and the development of the philosophical thought. Analysing the Canti, we observe numerous references to Zibaldone “Thoughts” and to the “Theory of pleasure”; the theme appears repeatedly in the pages and whose evolution in the years is progressive. This article leads us to the readings and studies of the Greeks and Latins poetry and philosophy. The focus of this work is deepening the theory of pleasure and understanding how the Leopardi’s existential reflections adheres to the poetics of suggestion and memory.Keywords: Giacomo Leopardi. Theory of pleasure. Hedonism. Poetics of suggestion. Poetics of memory.
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Tosini, Giorgio, Carlo Cristini, and Bruno Mario Cesana. "Sequenze di scene di violenza non giustificata e giustificata, condotte aggressive e affettivitŕ." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 1 (March 2010): 21–46. http://dx.doi.org/10.3280/rip2009-001002.

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Abstract:
Lo scopo principale di questa ricerca č la valutazione dell'effetto della visione di scene violente su un gruppo di studenti universitari (30 f, 30 m), presentate in due differenti sequenze: una scena di violenza "giustificata" seguita da una di violenza "non giustificata" o viceversa. Si sono utilizzati i seguenti questionari: 1) prima e dopo le sequenze, Questionario I-R sulle condotte aggressive, Scala d'Ansia ASQ-IPAT; 2) dopo ogni singola scena, Questionario self-report per valutare intensitŕ e tono edonico delle emozioni provate e il livello di giustificazione della violenza della scena. Sono stati esaminati anche processi di regolazione delle emozioni (suppression, reappraisal e autoefficacia). Ruminazione ed ansia (totale e nascosta) sono diminuite dopo la visione di entrambe le sequenze. Dopo la sequenza con la scena di violenza "non giustificata" seguita da quella "giustificata", la ruminazione č diminuita in modo significativo rispetto alla sequenza inversa. L'intensitŕ e la sgradevolezza delle emozioni negative provate durante la scena di violenza "giustificata" hanno registrato valori piů bassi rispetto a quelli della scena "non giustificata". La valutazione del livello di giustificazione della violenza della prima scena ha un effetto sulla valutazione di quella della seconda scena in entrambe le sequenze (effetto carry-over). Il livello di giustificazione della violenza "giustificata" č effettivamente piů alto rispetto a quella "non giustificata". Il processo di reappraisal, l'autoefficacia nel controllo delle emozioni negative, l'autoefficacia nell'epressione delle emozioni positive e l'autoefficacia empatica percepita non hanno avuto effetti.
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Maeran, Roberta, Angelo Boccato, Davide Bottecchia, and Alessandra Cicciarella. "Networking: una possibile strategia per gli interventi di outplacement." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 3 (December 2021): 1–25. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12107.

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Abstract:
Il networking è una strategia che ha come obiettivo la gestione della propria rete di conoscenze per acquisire informazioni in modo informale, in particolare, su possibili proposte lavorative non pubblicizzate mediante inserzioni. Senza una solida rete di contatti le persone in cerca di lavoro incontreranno maggiori ostacoli nel loro percorso. Nello specifico contesto italiano la maggior parte delle opportunità professionali sono nascoste e regolate da un processo di passaparola.Focus della presente ricerca è quello di descrivere come il networking venga percepito e utilizzato dai partecipanti a percorsi di outplacement per valutarne un suo possibile utilizzo come strategia per il reinserimento lavorativo. Il questionario prende in esame le tre dimensioni del networking (intensità, qualità e atteggiamento) oltre alle capacità comunicative, all'autoefficacia, alla personalitàproattiva e alla resilienza.La ricerca, svolta in collaborazione con Intoo, società leader nei servizi di outplacement in Italia, ha coinvolto 146 disoccupati attivi con un'età media di 46.94 anni.Differenze significative si sono riscontrate per due dimensioni del networking: per l'intensità in rapporto al genere e per l'atteggiamento con l'ultimo ruololavorativo ricoperto dai partecipanti.Non sono emerse differenze significative per quanto riguarda età, titolo di studio e periodo trascorso dall'inizio del percorso di outplacement e le dimensioni del networking. Tali dimensioni presentano tutte correlazioni positive e significative con i costrutti di personalità. Vengono discussi implicazioni e limiti dello studio.
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Rinaldini, Matteo, Anna Chiara Scapolan, Stefano Rodighiero, and Fabrizio Montanari. "Il time crafting negli spazi di coworking." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (December 2021): 67–92. http://dx.doi.org/10.3280/so2021-002003.

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Abstract:
Attingendo e contribuendo alla letteratura sulla accelerazione sociale, agli studi organizzativi sul job crafting e alla più recenti ricerche sui coworking, l'articolo indaga le forme di time crafting attivate dai mobile workers che frequen-tano gli spazi di coworking. I risultati riportati si basano su una ricerca empirica qualitativa esplorativa che ha coinvolto 126 frequentatori di 39 spazi di coworking nella Regione Emilia-Romagna. L'evidenza empirica suggerisce che i coworkers attivano due forme di time crafting per strutturare e gestire il loro tempo e la rela-zione tra il loro tempo di lavoro e di non lavoro: il time boundaries crafting e il re-lational time crafting. La prima forma si riferisce fondamentalmente a tutte quel-le azioni volte a separare o sovrapporre tempo di lavoro e tempo di non lavoro che vengono favorite dalla frequentazione dello spazio di coworking. La seconda for-ma include quelle azioni volte a concentrare all'interno dello spazio di coworking tutto il tempo dedicato alle relazioni professionali e a ritualizzare le relazioni extra-lavorative che si sviluppano spontaneamente nel coworking. In entrambe le forme di time crafting, lo spazio di coworking gioca un ruolo rilevante fornendo ai mobili workers che lo frequentano artefatti fisici, servizi e risorse immateriali (fondamen-talmente il senso di comunità) che li supportano nelle loro azioni volte a strutture e gestire la collocazione temporale (timing), l'estensione nel tempo (length) e l'intensità (intensity, pace) delle loro attività lavorative e non lavorative.
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Achilli, Riccardo, and Gioacchino de Candia. "La stima delle determinanti strutturali del tasso di irregolaritŕ del lavoro in Italia: un'analisi settoriale." RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO, no. 2 (June 2010): 70–102. http://dx.doi.org/10.3280/rest2010-002004.

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Abstract:
L'articolo presenta un'analisi sulle motivazioni del ricorso al lavoro irregolare nei vari comparti produttivi, nei quali č stata suddivisa l'economia del sistema Italia dal 1981 al 2004. Dopo una rapida rassegna delle principali teorie esplicative del fenomeno del sommerso, la prima parte illustra i risultati della stima di un modello econometrico cross-section, relativo ad alcune cause strutturali dei differenziali nel tasso di irregolaritŕ del lavoro riscontrabili nei vari settori produttivi dell'economia italiana nel periodo 1981-2004. Nella seconda parte l'analisi viene sviscerata per i comparti economici considerati (agricoltura, manifatturiero, costruzioni, commercio e servizi) ponderando le variabili inserite nel modello, al fine di comprendere al meglio le determinanti del lavoro irregolare nei suddetti settori. L'analisi mostra chiaramente come il fenomeno del lavoro irregolare non sia tanto da ricercare in un'eccessiva esositŕ fiscale e previdenziale, quanto nella difficoltŕ da parte delle imprese a essere pienamente concorrenziali sul mercato, con particolar riferimento alla difficoltŕ, nei settori dove il sommerso č piů diffuso, a implementare modelli competitivi basati su qualitŕ e innovazione (che richiedono un capitale umano specializzato e qualificato, difficilmente reclutabile in forme irregolari o informali). Nei settori ad alta intensitŕ di sommerso, le imprese eccedono nella ricerca di soluzioni competitive povere, basate sul contenimento dei costi (e in primis del costo del lavoro rispetto alla sua produttivitŕ). La presenza di mercati del lavoro settoriali basati su ampie fasce di precarietŕ, specie nelle fasce meno qualificate della forza lavoro, č coerente con tale impostazione minimalista alla competitivitŕ, ma un'ampia diffusione del precariato sembra associarsi fortemente a una diffusa presenza di lavoro nero. Inoltre, dall'analisi prospettata emerge una forte differenziazione del fenomeno del lavoro irregolare nei comparti principali del sistema economico nazionale. Tuttavia, si evidenzia anche il fil rouge del lavoro irregolare valido per tutti i settori economici: la despecializzazione. La questione del contrasto all'economia irregolare č quindi eminentemente di tipo sistemico, va affrontata con leve che non possono essere meramente di tipo agevolativo (come invece hanno cercato di fare i principali strumenti di contrasto al nero in Italia, vedi i contratti di riallineamento, con risultati molto modesti in termini di riemersione) ma che impattano su aspetti strutturali della competitivitŕ dei nostri poli produttivi, del funzionamento del mercato del lavoro e del sistema dell'istruzione e della formazione del capitale umano.
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Dissertations / Theses on the topic "Intensità della ricerca"

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Pericci, Francesco. "INDAGINI MULTISCALARI DEI PAESAGGI ARCHEOLOGICI TRA LA VAL D'ASSO E TREQUANDA." Doctoral thesis, Università di Siena, 2021. http://hdl.handle.net/11365/1131020.

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Abstract:
Il progetto ha avuto lo scopo di affrontare una serie di aspetti centrali della ricerca archeologica: la scala di dettaglio, la visibilità, l’intensità. Tradizionalmente in archeologia vi sono differenti livelli di scala che nella sostanza possiamo riassumere nei due livelli analitici fondamentali micro e macro. A questi corrispondono rispettivamente ricerche caratterizzate da altissimo grado di dettaglio (scavo) e indagini territoriali (survey). In mezzo a questi due estremi è stato riconosciuto lo spazio per un terzo livello analitico definito locale o contestuale. Un livello di scala intermedio più prossimo alla definizione a alla rappresentazione dei paesaggi archeologici. L’obiettivo del progetto ha riguardato il superamento dei limiti connessi alla visibilità di una serie di evidenze per così dire “deboli” (di carattere prevalentemente negativo), sia di tipo insediativi, sia riconducibile a quelle strutture caratteristiche dell’off-site finora in genere invisibili alle tradizionali metodologie d’indagine. Il progetto ha previsto di indagare due territori contigui ma profondamente diversi dal punto di vista dello studio e delle conoscenze storico archeologiche note. Da un lato la media valle dell’Asso, sulla quale sono state effettuate ricerche relativamente recenti di ricognizione territoriale e di scavi archeologici. Dall’altro il comune di Trequanda, racchiuso tra le Crete senesi, la Val d’Asso e la Valdichiana, caratterizzato da labili notizie di ritrovamenti fortuiti datate alla metà del XX secolo e rari studi scientifici a carattere puntuale. Lungo la media valle dell’Asso è stato adottato un approccio alla ricerca prevalentemente su scala locale/contestuale composto da ricerche multidisciplinari attraverso l’applicazione di metodi intensivi all’indagine territoriale estensiva. In particolare sono state effettuate indagini geofisiche su porzioni di territorio contigue per un totale di circa 40 ha. Le prospezioni sono state elaborate allo scopo di mappare le principali anomalie magnetiche evidenziate. Alcune di queste tracce sono state oggetto di verifica attraverso la realizzazione di saggi di scavo stratigrafici al fine di verificare l’attendibilità del dato e creare dei modelli da poter replicare. Sul territorio di Trequanda sono state condotte ricerche tradizionali propedeutiche all’avvio del progetto. Inizialmente è stato effettuato uno spoglio dei dati editi storico archeologici, analisi del territorio, studio delle foto aeree storiche e ricognizioni aeree. La parte più consistente dell’indagine ha riguardato lo studio del territorio su macro scala tramite ricognizioni di superficie per un totale di circa 9 kmq. Porzioni campione di territorio sono state indagate più intensivamente e con metodi innovativi per mezzo di indagini geofisiche, l’uso dei droni sia per l’esplorazione di porzioni di territorio che per l’analisi microtopografica e analisi termografiche in modo puntuale su alcuni siti di particolare interesse. Infine, anche in questo caso, sono stati effettuati scavi in modo da avere un riscontro dettagliato sulle tracce individuate con altre metodologie.
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SPINELLO, ANDREA ORAZIO. "Il cambiamento nel modo di produzione della conoscenza. Un’esplorazione degli effetti delle infrastrutture di ricerca nel lavoro degli scienziati sociali." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11573/1080344.

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Abstract:
Pratiche di ricerca fondate su condivisione della ricchezza informativa, intensità del dato e maggiore capacità di “fare rete” per la risoluzione delle questioni scientifiche stanno configurando un "nuovo percorso per la scienza". Lo sfruttamento condiviso di dati osservazionali e sperimentali alimentato grazie alla disponibilità di risorse fisiche o virtuali, quali le infrastrutture di ricerca, sta caratterizzando lo sforzo collettivo delle comunità scientifiche in misura sempre maggiore. Nel dominio delle scienze sociali, esse sono rappresentate primariamente dai database di ricerca strutturati, come le collezioni di dati derivate da progetti specifici e quelle di interesse europeo o di caratura internazionale caratterizzate da aggiornamento costante e ampia apertura. Il lavoro intende esplorare gli effetti dell’utilizzo di tali risorse nell'ambito della comunità dei sociologi operando uno studio di caso applicato al maggior polo universitario e al maggior ente pubblico di ricerca italiani: Sapienza Università di Roma e Consiglio Nazionale delle Ricerche. La domanda di ricerca si focalizza sul cambiamento indotto dall'utilizzo delle infrastrutture di ricerca nei processi che presiedono alla produzione di nuova conoscenza, in particolare per quanto riguarda lo sviluppo del disegno della ricerca, l’attivazione di dinamiche collaborative e l’orientamento all'interdisciplinarità, e indaga inoltre su quale sia il giudizio degli scienziati sociali in riferimento alle ricadute di tale sfruttamento sui prodotti della ricerca.
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Books on the topic "Intensità della ricerca"

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Canio, Roberta Di. La disperata ricerca della certezza: Criteri etici di orientamento nelle terapie intensive neonatali. Milano, Italy: Franco Angeli, 2011.

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Conference papers on the topic "Intensità della ricerca"

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Babicheva, Hanna. "INTERWEAVING FACILITATED AND TRADITIONAL TRAINING AT THE INTENSIVE ENGLISH COURSE AMONG ARMY OFFICERS." In TENDENZE ATTUALI DELLA MODERNA RICERCA SCIENTIFICA. European Scientific Platform, 2020. http://dx.doi.org/10.36074/05.06.2020.v2.03.

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