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Journal articles on the topic 'Integrazione internazionale'

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Picard, Michelle, and Yves Alavo. "La biodiversitŕ nella cittŕ di Montreal." TERRITORIO, no. 58 (September 2011): 49–53. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-058007.

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Abstract:
La cittŕ di Montreal continua a giocare un ruolo preponderante in materia di sviluppo e di pianificazione della biodiversitŕ, sia alla scala locale che internazionale. Il Settore di Coordinamento della Biodiversitŕ della Cittŕ di Montreal, promuove azioni di diffusione e di integrazione tra le politiche settoriali, della natura in cittŕ, dell'ambiente e dello sviluppo sostenibile. La cittŕ porta avanti modelli di pianificazione della biodiversitŕ e della loro interessante trasversalitŕ nei diversi livelli operativi e amministrativi, presi come esempi da altre realtŕ urbane canadesi e internazionali. Gli strumenti urbanistici municipali mirano alla prevenzione, educazione, conservazione e concertazione, grazie alla ricerca scientifica, alla gestione ecologica dei grandi parchi, alla preservazione degli ecosistemi urbani e alla salvaguardia delle specie rare.
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Speziale, Valerio. "Il datore di lavoro nell'impresa integrata." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 125 (May 2010): 1–86. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2010-125001.

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Abstract:
Il saggio analizza la codatorialitŕ nel rapporto di lavoro. L'analisi si sofferma sulla disciplina in materia in ambito internazionale e sulla compatibilitŕ della codatorialitŕ con l'art. 2094 cod. civ.. Quindi il saggio esamina se la contitolaritŕ del contratto di lavoro č possibile nei casi in cui, attraverso contratti commerciali (somministrazione, appalto, franchising, ecc.) si realizza uno stretto rapporto di integrazione organizzativa tra imprese autonome. Il saggio ipotizza che, in alcune di queste situazioni di integrazione contrattuale ed in base ai principi civilistici in tema di collegamento negoziale o ai caratteri costitutivi della subordinazione, sia possibile qualificare come datore di lavoro non solo chi organizza e dirige i lavoratori ma anche l'impresa che, con il contratto commerciale, utilizza il lavoro e non ha rapporti diretti con i lavoratori.
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Ventresca, Roberto. "Processi di liberalizzazione tra integrazione continentale e conflittualità internazionale. Italia, Europa, Oece (1947-1953)." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 292 (March 2020): 185–212. http://dx.doi.org/10.3280/ic292-oa1.

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Pistone, Sergio. "Un'Italia federale in un'Europa federale." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 2 (October 2011): 5–16. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2011-002001.

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Abstract:
L'unificazione italiana su base federale č una idea che fu presente in modo significativo nel dibattito politico-culturale del Risorgimento. Ma la situazione internazionale caratterizzata da una strutturale lotta per la potenza fra gli stati europei e la arretratezza complessiva dell'Italia imposero una scelta rigidamente centralistica. Un'evoluzione in senso federale dello stato italiano č diventata possibile dopo il 1945, perché il processo di integrazione europea ha comportato il superamento dei rapporti di potenza fra gli stati europei e permesso una decisiva attenuazione (se non ancora il pieno superamento) dei divari economico-sociali, territoriali e ideologici presenti in Italia. Il completamento dell'unificazione europea in termini federali č la condizione ineludibile perché l'Italia continui a progredire e per impedire che la spinta alla trasformazione in senso federale del paese diventi un fattore di crisi dell'unitŕ statale invece che di una sua modernizzazione.
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Russo, Pasquale. "I migranti forzati in Puglia tra campi di accoglienza e progetti territoriali per l'integrazione: il centro di Borgo Mezzanone." MONDI MIGRANTI, no. 3 (March 2010): 99–112. http://dx.doi.org/10.3280/mm2009-003006.

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Abstract:
La presenza di migranti forzati nella regione Puglia č un fenomeno che dal secondo conflitto mondiale si č esteso sino ad oggi con modalitŕ e dinamiche in parte simili, in parte mutate dalle politiche nazionali ed europee. Per comprendere la presenza e l'accoglienza posta in essere dalle istituzioni italiane in Puglia in favore dei richiedenti asilo č opportuno analizzare le modalitŕ di accoglienza sul piano nazionale nel periodo compreso tra la fine del secondo conflitto mondiale ed oggi. I centri di accoglienza per richiedenti asilo (CARA) odierni sono il frutto di poltiche nazionali decennali legate all'emergenza. Per comprendere la funzione dei CARA si guarderŕ al centro di Borgo Mezzanone in provincia di Foggia. I CARA. sono concepiti come strutture di sosta temporanea per i richiedenti asilo e al loro interno gli asilanti permangono molto spesso sino all'enventuale riconoscimento di una protezione internazionale. Conseguenzialmente i centri di accoglienza si traformano da luoghi di emergenza per soste temporanee, in "abitazioni" inadatte a tutti i suoi ospiti e particolarmente alle categorie vulnerabili: minori, anziani, disabili. Con l'eventuale riconoscimento della protezione internazionale solo il Servizio di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR), dal 2002, offre un modello di accoglienza agganciato a standard europei. Per i restanti migranti forzati non accolti dallo SPRAR si verifica un difficile percorso di integrazione viziato da un "oblio" istituzionale.
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Molli, Samuele Davide, and Maurizio Ambrosini. "Immigrazione, Religione e Integrazione. Il caso delle comunità sikh e filippine in Lo." EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no. 1 (October 2021): 99–121. http://dx.doi.org/10.3280/erp1-special-2021oa12470.

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Abstract:
La trasformazione multireligiosa dell'Italia è uno dei più rilevanti fenomeni sociali seguiti ai flussi migratori, nonché una delle questioni più controverse. L'articolo entra nel merito del nuovo pluralismo e discute il rapporto tra le comunità religiose ristabilite dagli immigrati e i processi di integrazione che ne derivano. Dopo una rassegna della letteratura internazionale sul tema, il contributo prende in esame due casi studio rappresentativi dei tipi di pluralismo religioso: il caso dei sikh in provincia di Bergamo e dei cattolici filippini nella città di Milano; in chiave comparativa, si confronta il ruolo della religione per due significative esperienze di radicamento territoriale e di partecipazione economica degli immigrati in Lombardia. Nello specifico, in primo luogo, vengono ricostruiti i processi alla base dello sviluppo di una nuova geografia religiosa; si analizzano le differenti risorse che la partecipazione ai luoghi di culto fornisce ai fedeli sikh e filippini per fronteggiare le difficoltà derivanti dall'inserimento in nuovo contesto. Vengono poi esaminate le forme di accettazione nei confronti di tali tipi di pluralismo, e infine viene indagato lo spirito civico sviluppato invece verso la più ampia realtà sociale. L'articolo conclude mostrando come le comunità religiose, nonostante le difficoltà rilevate rispetto al loro riconoscimento, siano una risorsa per i processi di integrazione degli immigrati, con importanti ricadute per la società ricevente.
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Miller, James Edward. "Integrazione internazionale e sviluppo interno. Stati uniti e Italia nei programmi di riarmo del blocco atlantico, 1945–1955." Journal of Modern Italian Studies 16, no. 3 (June 2011): 419–21. http://dx.doi.org/10.1080/1354571x.2011.565653.

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Spagnolo, C. "Integrazione internazionale e sviluppo interno: Stati Uniti e Italia nei programmi di riarmo del blocco atlantico, 1945-1955." Journal of American History 99, no. 2 (August 20, 2012): 642–43. http://dx.doi.org/10.1093/jahist/jas229.

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Tedeschi, Paolo. "Integrazione Internazionale e Sviluppo Interno: Stati Uniti e Italia nei Programmi di Riarmo del Blocco Atlantico (1945-1955)." European Review of History: Revue europeenne d'histoire 18, no. 5-6 (October 2011): 892–94. http://dx.doi.org/10.1080/13507486.2011.632209.

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Manghi, Sergio. "Liberi, liberi. Tra violenza e fraternitŕ." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 14 (September 2010): 55–68. http://dx.doi.org/10.3280/eds2010-014005.

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Abstract:
Dal 1945 ad oggi, le nostre societŕ e il nostro immaginario collettivo sono cambiati profondamente. Ed č cambiato anche il modo di significare la violenza smisurata che ha fatto il suo ingresso nella storia con le bombe di Hiroshima e Nagasaki, nel frattempo proliferate. All'immaginario postbellico, caratterizzato da aspettative di forte integrazione sociale e da un rapporto protettivo, "pater-materno", tra individui e istituzioni, č seguito l'immaginario degli anni '60 e '70, caratterizzato dal dilagare del desiderio "filiale" di indipendenza e di libertŕ. A partire dai primi anni '80, la spinta libertaria č stata incorporata, trasformata e sublimata dall'immaginario "neo-liberale" del capitalismo tecnonichilista (Magatti). Con questa inedita configurazione sociale, caratterizzata dal convergere delle spinte libertarie - radicalmente individualizzate, frammentate ed estetizzate ("godimento cinico": "i"ek) - e degli apparati tecnologici sviluppati in tutti gli ambiti della vita, incluso quello militare, ormai potentemente nuclearizzato, il nichilismo profetizzato da Nietzsche tende a permeare l'immaginario collettivo. Nelle nostre relazioni, dal livello internazionale a quello interpersonale, emerge una nuova sfida: la sfida della fraternitŕ. La sfida del riconoscimento reciproco tra i "figli" in uscita - auspicabilmente - dall'adolescenza della libertŕ.
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Bottasso, Anna, and Maurizio Conti. "Economie di integrazione verticale ed economie di scopo nel settore idrico e fognario: alcune considerazioni alla luce dell'evidenza empirica internazionale." ECONOMIA PUBBLICA, no. 3 (November 2021): 89–128. http://dx.doi.org/10.3280/ep2021-003005.

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Abstract:
In questo lavoro vengono affrontati due temi molto rilevanti nel dibattito eco-nomico relativo alla configurazione ottimale dei settori idrico e fognario. In par-ticolare, viene discussa la letteratura empirica internazionale che ha analizzato l'esistenza di possibili economie di scopo derivanti dalla gestione congiunta del servizio idrico al dettaglio e all'ingrosso. A questo proposito, la maggioranza degli studi esaminati tende a identificare l'esistenza di non trascurabili economie di integrazione verticale, soprattutto nel caso di operatori di medie e piccole dimen-sioni. Inoltre, viene passata in rassegna l'evidenza empirica relativa alla presenza di economie di scopo tra il servizio di depurazione e smaltimento delle acque reflue e le parti rimanenti della filiera del Servizio Idrico Integrato. Da questi lavori sembra di poter concludere che esistano di economie di scopo tra (alcune delle) componenti della filiera idrica e fognaria per imprese di dimensioni medio-piccole. In particolare, tali economie sarebbero presenti nei segmenti dove è più semplice condividere taluni fattori produttivi, oltre alla competenza tecnico-manageriale, quali il segmento relativo alla potabilizzazione dell'acqua e quello del trattamento e smaltimento dei reflui. Il lavoro discute infine l'applicabilità di tali risultati al caso italiano
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Passarin, Chiara. "Integrazione internazionale e sviluppo interno, Stati Uniti e Italia nei programmi di riarmo del blocco atlantico (1945–1955), by Simone Selva." Labor History 52, no. 4 (November 2011): 582–84. http://dx.doi.org/10.1080/0023656x.2011.632530.

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Cherubini, Luca, Leonardo Ghezzi, Renato Panicciŕ, and Stefano Rosignoli. "L'interscambio commerciale tra il mezzogiorno e il centro nord: struttura e meccanismi di propagazione degli shock." RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO, no. 1 (May 2012): 42–86. http://dx.doi.org/10.3280/rest2012-001003.

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Abstract:
In questo lavoro si esaminano le interdipendenze economiche tra le diverse aree geografiche del Paese, nel periodo 1995-2006, attraverso un modello di Input- Output multiregionale. I risultati mettono in luce che la domanda di beni rivolta al Mezzogiorno produce solo in parte effetti sull'economia locale, mentre si generano significativi incrementi dell'offerta proveniente dalle altre aree geografiche e dall'estero. Per esempio, nel 2006 un aumento di 100 euro della domanda finale interna del Mezzogiorno induceva un incremento complessivo della produzione di 169 euro, di cui 97 a beneficio della produzione locale e 52 del resto dell'Italia; lo stesso aumento nel Nord-Ovest attivava una produzione totale di circa 172 euro, di cui 114 nella stessa area e circa 35 nelle altre aree del Paese. La domanda finale interna che si genera nelle singole macro-aree produce nel Mezzogiorno un saldo commerciale interregionale negativo, mentre nel Nord-Ovest genera un surplus nelle transazioni commerciali con le altre macro-aree. La dipendenza dell'economia meridionale dall'offerta del Centro-Nord non mostra variazioni di rilievo nel periodo di analisi, mentre il Nord-Est e il Centro hanno aumentato gradualmente, nel tempo, il proprio livello di integrazione produttiva e commerciale con il Nord-Ovest. La minore apertura al commercio internazionale delle regioni centrali e meridionali le rende meno vulnerabili agli shock negativi della domanda mondiale.
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Busà, Maria Grazia, Arianna Notaro, and Andrea Liotto. "LA COMUNICAZIONE NON VERBALE COME STRUMENTO DI INCLUSIONE E INTEGRAZIONE: RISULTATI DI UN QUESTIONARIO." Italiano LinguaDue 14, no. 1 (July 26, 2022): 242–72. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18177.

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Abstract:
L’immigrazione rappresenta una sfida d’integrazione a livello locale ed internazionale e per questo negli ultimi anni sono aumentati gli interventi volti a facilitare il processo di integrazione dei cittadini di Paesi Terzi. Un’attenzione particolare viene posta a questioni di carattere linguistico, culturale e sociale. In generale, manca invece la riflessione sull’importanza del linguaggio non-verbale nella comunicazione interculturale e di come questo aggiunga una chiave di interpretazione cruciale al messaggio che viene veicolato: la mancata attenzione al non-verbale può tradursi in episodi di esclusione sociale e di stereotipizzazione che possono avere conseguenze determinanti per l’inserimento dell’individuo nella società. Si ritiene invece che una maggiore consapevolezza delle differenze nel linguaggio non-verbale esistenti tra le culture potrebbe favorire la comprensione e l’accettazione delle diversità, migliorare le relazioni personali e professionali con i migranti e favorirne l’inserimento nella società. Questo articolo presenta i risultati di un questionario creato e distribuito nell’ambito del Programma Nazionale del Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione (FAMI) e volto a comprendere il grado di consapevolezza sul non verbale di operatori sociali a contatto con migranti provenienti da differenti realtà geografiche, sociali e religiose e a raccogliere dati utili a sviluppare un progetto che includa le dinamiche del non verbale nella formazione degli operatori che lavorano nell’ambito dell’integrazione e dell’inclusione dei migranti. Non verbal communication as a tool for inclusion and integration: results of a questionnaire Immigration represents a challenge for integration at local and international levels and for this reason, in recent years, there has been an increase in interventions aimed at facilitating the process of integration of third-country nationals. Particular attention is paid to linguistic, cultural and social issues. In general, however, there is a lack of reflection on the importance of non-verbal language in intercultural communication and how this adds a crucial key of interpretation to the message that is being conveyed: the lack of attention to the non-verbal can result in episodes of social exclusion and stereotyping that can have decisive consequences for the integration of the individual into society. On the other hand, it is believed that a greater awareness of the differences in non-verbal language between cultures could promote understanding and acceptance of diversity, improve personal and professional relationships with migrants and facilitate their integration into society. This article presents the results of a questionnaire created and distributed within the framework of the Programma Nazionale del Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione (National Program of the Asylum, Migration and Integration Fund) (FAMI) and is aimed at understanding the degree of awareness of non-verbal language among social workers in contact with migrants from different geographical, social and religious backgrounds, in order to collect data useful to develop a project that includes the dynamics of non-verbal language in the training of professionals working in the field of integration and inclusion of migrants.
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Giacomelli, Elena. "Ruoli, mansioni e competenze professionali all'interno del mondo dell'accoglienza: professionalità a confronto." WELFARE E ERGONOMIA, no. 2 (January 2021): 113–31. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-002009.

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Abstract:
La ricerca persegue l'obiettivo di formulare e rispondere ad alcune domande relative al ruolo e alle competenze professionali dell'operatore che lavora con richiedenti e titolari di protezione internazionale. L'interrogativo di fondo nasce sul campo grazie all'esperienza della ricercatrice come operatrice di accoglienza presso la Provincia Autonoma di Trento, che costituisce il caso empirico approfondito. L'osservazione partecipante ha fatto emergere la rilevanza che le scelte, i ruoli e i valori degli operatori assumono nell'influenzare il significato dell'accoglienza praticata e talora persino i percorsi d'integrazione dei soggetti beneficiari. Oltre all'osservazione, la ricerca si è avvalsa di interviste in profondità a 55 operatori. Focalizzandosi sulle figure professionali che più lavorano con il concetto di "vulnerabilità" - operatori di accoglienza, assistenti sociali e psicologi - l'analisi va ad individuare i punti di intersezione e contatto tra le varie professionalità, permettendo di rilevare le micro-tattiche che sono messe in atto nella quotidianità del lavoro, rispetto alla formalità delle procedure. Si vedrà come l'operatore di accoglienza si sia di fatto professionalizzato all'interno del sistema, luogo dove ha sviluppato le proprie competenze e costruito le proprie "grammatiche d'azione". Su un versante parallelo e a tratti convergente, assistenti sociali e psicologi sono invece professionalità che si sono formate "fuori" dal sistema-mondo dell'accoglienza ma, una volta arrivate "dentro", si sono trovate ad assumere ruoli e competenze professionali in parte nuovi, che possono talora far emergere contraddizioni e contrasti, ma anche innovative forme di integrazione con quelle degli operatori di accoglienza.
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Costato, Luigi. "Lo storico problema dell’alimentazione: la sicurezza degli approvvigionamenti, la food sovereignity e la nuova agricoltura." Przegląd Prawa Rolnego, no. 2(29) (December 30, 2021): 169–81. http://dx.doi.org/10.14746/ppr.2021.29.2.6.

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Abstract:
L’agricoltura è stata il motore che ha consentito lo sviluppo della civiltà umana; attraverso i suoi surplus alimentari ha permesso lo sviluppo di attività non agricole (sacerdoti e guerrieri) e l’affermarsi di differenziazioni economiche che permangono anche oggi (lavoratori e redditieri, ricchi e poveri). Ma la distribuzione degli alimenti fra tutta l’umanità ancor ora è insufficiente, malgrado gli strumenti di trasporto disponibili. Il legislatore europeo di questo secolo e le linee evolutive del commercio internazionale hanno progressivamente segnato una dichiarata e consapevole integrazione fra regole di prodotto e regole di produzione, fra ciclo della vita e mercato, valorizzando il ruolo dell’impresa verso la costruzione di un modello disciplinare unitario ed integrato, al cui interno rilievo essenziale e crescente viene riconosciuto alle scelte di coerenza ambientale e di corretto uso delle risorse naturali. Ma i cambiamenti climatici e la necessità di cambiare modello di sviluppo comporteranno una riduzione drastica degli allevamenti per diminuire la produzione di metano e CO2, e la sostituzione della carne con prodotti di laboratorio contenenti altre proteine derivate probabilmente da molecole di carne che non hanno mai vissuto in una stalla, una forte rivalutazione dei boschi e loro coltivazione in zone aride o artiche ovvero in altissima montagna per incarcerare CO2, lo sviluppo di coltivazioni erbacee modificate per produrre non solo carboidrati, ma anche vitamine e proteine; insomma, ci stiamo avviando verso una nuova rivoluzione agricola dove allo scopo ambientalistico si affiancherà anche lo scopo produttivistico: l’uomo incentiverà l’arboricoltura e alcune coltivazioni erbacee, ridurrà drasticamente l’allevamento di animali dando origine ad una nuova agricoltura, più efficace dal punto di vista ambientale ma anche meglio adatta alla coincidenza del settore primario con la sopravvivenza del genere umano, tentando di diminuire la sua invasività e di ricostruire un pianeta capace di sopportare la nostra invasiva presenza.
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Gallo, Gerardo, Simona Mastroluca, and Salvatore Strozza. "Integrazione dei figli e risorse familiari nelle adozioni internazionali." MINORIGIUSTIZIA, no. 2 (November 2020): 67–82. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-002006.

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Abstract:
Sulla base dei dati del censimento della popolazione del 2011 è stato possibile individuare i bambini e i ragazzi adottati all'estero e metterli a confronto con altre tre categorie di minori residenti: i nati all'estero "ricongiunti" a genitori immigrati, i nati in Italia da genitori immigrati non italiani e i nati in Italia da nativi italiani dalla nascita. I risultati dell'analisi mostrano che il compimento della scuola dell'obbligo da parte dei ragazzi adottivi, per quanto ritardato, risulta diffuso allo stesso livello di quello registrato dagli altri ragazzi italiani. Fondamentale è il ruolo svolto dalle famiglie adottive che si caratterizzano per grado d'istruzione e condizioni economiche nettamente più elevati delle altre coppie con figli.
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Menzani, T. "Simone Selva. Integrazione Internazionale e Sviluppo Interno. Stati Uniti e Italia nei Programmi di Riarmo del Blocco Atlantico (1945-1955) [International ntegration and Internal Development. United States and Italy in the Rearmament Programme of the Atlantic Block (1945-1955)]." Enterprise and Society 12, no. 1 (June 4, 2010): 235–37. http://dx.doi.org/10.1093/es/khq067.

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La Notte, Alessandra, and Luca Frappiccini. "Come strutturare un sistema di contabilitŕ ambientale per il territorio e gli enti locali. Una proposta di integrazione fra il sistema CLEAR e l'approccio NAMEA." ECONOMICS AND POLICY OF ENERGY AND THE ENVIRONMENT, no. 3 (April 2010): 87–107. http://dx.doi.org/10.3280/efe2009-003005.

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Abstract:
Negli ultimi decenni il concetto di contabilitŕ ambientale ha attraversato un notevole sviluppo dal punto di vista teorico, applicativo e nelle possibili utilizzazioni. Al momento presente da una parte, a livello macroeconomico, gli uffici statistici nazionali e comunitari assieme ad organizzazioni internazionali hanno lavorato ad un sistema di conti integrati economico-ambientali (SEEA) che ‘completa' attraverso conti satellite il sistema di contabilitŕ nazionale. Dall'altra parte iniziative locali, come Agenda 21, coordinate anche da organizzazioni internazionali, come ICLEI, hanno avviato una serie di sperimentazioni che introducono la rendicontazione sull'ambiente negli enti pubblici locali. Si tratta di due sistemi diversi che operano a diversi livelli instituzionali. Ci si chiede quindi se č possibile ed utile trovare fra essi un punto di incontro. Puň essere utile perchč, da una parte, a scala sub-regionale una contabilitŕ ambientale del territorio č del tutto assente e, dall'altra, sarebbe di aiuto una rigorosa base metodologica per la rendicontazione ambientale degli enti locali. Tale impostazione diventa possibile nel momento in cui si fa una chiara distinzione fra i moduli contabili veri e propri e gli indicatori da inserire nei documenti atti alla comunicazione. In questo lavoro si propone un sistema di integrazione fra i conti integrati economico- ambientali (SEEA) e il bilancio ambientale diffuso in molti comuni e province italiani (CLEAR). Nello specifico si presenta una possibile integrazione fra i dati NAMEA- emissioni in atmosfera e rifiuti e alcuni indicatori dei conti fisici CLEAR nella Provincia di Torino.
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Menzani, Tito. "Simone Selva. Integrazione Internazionale e Sviluppo Interno. Stati Uniti e Italia nei Programmi di Riarmo del Blocco Atlantico (1945–1955) [International ntegration and Internal Development. United States and Italy in the Rearmament Programme of the Atlantic Block (1945–1955)]. Rome: Carocci, 2009. 384 pp. ISBN 978-88-430-5253-0, €40 (paperback)." Enterprise & Society 12, no. 1 (March 2011): 235–37. http://dx.doi.org/10.1017/s1467222700009794.

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ALMEIDA, Carla Verônica Albuquerque, and Fabiana Pedreira GELARD. "Formação Inicial Docente e Práticas Pedagógicas Antirracistas: Experiências do PIBID Pedagogia." INTERRITÓRIOS 6, no. 12 (December 7, 2020): 114. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v6i12.248992.

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Abstract:
RESUMOO presente texto apresenta os resultados das práticas pedagógicas desenvolvidas por um grupo de estudantes bolsistas do PIBID do curso de Licenciatura em Pedagogia, da Universidade da Integração Internacional da Lusofonia Afro-Brasileira – campus Malês/BA. Objetiva refletir sobre as experiências formativas desses discentes e a importância de práticas pedagógicas promotoras de uma educação antirracista e de inclusão e valorização das culturas africanas e afro-brasileiras no cotidiano escolar. O subprojeto interdisciplinar Letras e Pedagogia: Educação, Linguagens e práticas pedagógicas: um outro olhar para as identidades étnico-raciais teve como um de seus objetivos o desenvolvimento de atividades voltadas à aplicabilidade das leis 10.639/03 e 11.645/08 com vistas à formação de uma cidadania plena a partir da articulação da Educação para as Relações Étnico-raciais e as Culturas Africana e Afro-brasileira, bem como a promoção de práticas interdisciplinares entre as diferentes áreas do conhecimento, com vista a uma educação antirracista.Formação Inicial Docente. PIBID. Educação Antirracista. ABSTRACTThis text presents the results of the pedagogical practices developed by a group of PIBID scholarship students from the Pedagogy Degree course, from the University of International Integration of Afro-Brazilian Lusophony - Malês / BA campus. It aims to reflect on the training experiences of these students and the importance of pedagogical practices that promote an anti-racist education and the inclusion and appreciation of African and Afro-Brazilian cultures in school life. The interdisciplinary subproject Letters and Pedagogy: Education, Languages and pedagogical practices: another look at ethnic-racial identities had as one of its objectives the development of activities aimed at the applicability of laws 10.639 / 03 and 11.645 / 08 with a view to the formation of full citizenship based on the articulation of Education for Ethnic-Racial Relations and African and AfroBrazilian Cultures, as well as the promotion of interdisciplinary practices between different areas of knowledge, with a view to anti-racist education.Initial Teacher Education. PIBID. Anti-racist Education. RESUMENEste texto presenta los resultados de las prácticas pedagógicas desarrolladas por un grupo de becarios PIBID de la carrera de Pedagogía, en la Universidad de Integración Internacional de la Lusofonia Afrobrasileña - campus Malês/BA. Tiene como objetivo reflexionar sobre las experiencias de formación de estos estudiantes y la importancia de las prácticas pedagógicas que promueven una educación antirracista y la inclusión y valoración de las culturas africanas y afrobrasileñas en la vida escolar. El subproyecto interdisciplinario Letras y Pedagogía: Educación, Idiomas y Prácticas Pedagógicas: otra mirada a las identidades étnico-raciales tuvo como uno de sus objetivos el desarrollo de actividades encaminadas a la aplicabilidad de las leyes 10.639 / 03 y 11.645 / 08 con miras a la formación de ciudadanía plena basada en la articulación de la Educación para las Relaciones Étnico-Raciales y las Culturas Africanas y Afrobrasileñas, así como la promoción de prácticas interdisciplinarias entre las diferentes áreas del conocimiento, con miras a la educación antirracista.Formación Docente Inicial. PIBID. Educación Antirracista. SOMMARIOQuesto testo presenta i risultati delle pratiche pedagogiche sviluppate da un gruppo di studenti con borsa di studio PIBID del corso di laurea in pedagogia, presso l'Università di integrazione internazionale della lusofonia afro-brasiliana - campus di Malês/BA. Ha lo scopo di riflettere sulle esperienze formative di questi studenti e sull'importanza delle pratiche pedagogiche che promuovono un'educazione antirazzista e l'inclusione e l'apprezzamento delle culture africane e afro-brasiliane nella vita scolastica. Il sottoprogetto interdisciplinare Lettere e Pedagogia: Educazione, Lingue e pratiche pedagogiche: un altro sguardo alle identità etnico-razziali aveva come obiettivo lo sviluppo di attività finalizzate all'applicabilità delle leggi 10.639 / 03 e 11.645 / 08 in vista della formazione cittadinanza piena basata sull'articolazione dell'educazione alle relazioni etnicorazziali e culture africane e afro-brasiliane, nonché la promozione di pratiche interdisciplinari tra diverse aree di conoscenza, in un'ottica di educazione antirazzista.Formazione iniziale degli insegnanti. PIBID. Educazione antirazzista.
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Beretta, Enrico, Vacche Alessandra Dalle, and Andrea Migliardi. "Competitivitŕ ed efficienza della supply-chain: un'indagine sui nodi della logistica in italia." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 2 (November 2012): 135–73. http://dx.doi.org/10.3280/ed2012-002001.

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Abstract:
La logistica č importante sia per la sua incidenza diretta sul Pil nazionale sia, in modo indiretto, nel consentire una maggiore o minore competitivitŕ del sistema-paese. La complessiva debolezza del sistema logistico italiano, documentata da varie fonti interne e internazionali, ha numerose cause: inadeguatezze nelle infrastrutture di trasporto a lungo raggio, ma anche dei raccordi di "ultimo miglio"; frammentazione e scarsa integrazione tra gli operatori; inefficienze localizzate nelle singole modalitŕ di trasporto; problemi nei raccordi tra i vettori di diverso tipo (ossia nell'intermodalitŕ); carenze programmatorie e normative. Il presente lavoro approfondisce queste tematiche mediante un'indagine condotta presso un campione di spedizionieri italiani. Per quanto attiene alle infrastrutture, gli operatori riterrebbero utile il completamento degli assi ferroviari in grado di connettere il paese alle principali direttrici di traffico europee, nonché di assicurare un efficace collegamento fra il Nord e il Sud del paese, ma anche un potenziamento dei raccordi locali con altri tipi di vettori, specie quello marittimo. Altri problemi risiedono negli allacci delle aree portuali alla viabilitŕ ordinaria e nell'insoddisfacente funzionamento dei nessi intermodali tra le diverse forme di trasporto. I centri logistici vengono ritenuti nel complesso sufficienti, anche se si riscontrano problemi circa l'eccessiva frammentazione e la distribuzione sul territorio. Tariffe del trasporto, durata e prevedibilitŕ dei tempi, efficienza e affidabilitŕ degli operatori sarebbero nel complesso sufficienti, a eccezione del comparto ferroviario. L'organizzazione della catena logistica risente di una scarsa programmazione delle attivitŕ, dell'insufficiente integrazione tra gli operatori e della loro eccessiva frammentazione. Le dotazioni informatiche degli operatori e il ricorso all'ICT vengono giudicate nel complesso sufficienti, ma č carente l'integrazione dei sistemi tra i diversi operatori, con conseguenze negative sul trattamento complessivo del ciclo della merce e sulla tracciabilitŕ delle spedizioni. Dall'indagine sono emerse anche diverse indicazioni di policy. In primo luogo, gli operatori chiedono di razionalizzare il quadro normativo, di rilanciare liberalizzazioni e concorrenza e di concentrare le risorse su un contenuto novero di obiettivi infrastrutturali realizzabili. In secondo luogo, gli operatori stessi potrebbero contribuire alla concentrazione e razionalizzazione dell'offerta. Infine, le Associazioni di categoria nazionali e locali dovrebbero stimolare l'integrazione dei diversi sistemi di ICT e promuovere il rispetto di standard minimi di servizio.
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Bompiani, Adriano. "L’Italia e la “Dichiarazione di Amsterdam” sui diritti dei pazienti." Medicina e Morale 47, no. 1 (February 28, 1998): 47–90. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1998.843.

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Abstract:
In questo lavoro si compie un’analisi della “Dichiarazione sulla promozione dei diritti dei pazienti in Europa”, redatta da un gruppo di esperti sotto gli auspici dell’Ufficio Regionale Europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nella riunione tenutasi ad Amsterdam (28-30 marzo 1994). L’iniziativa dell’OMS dimostra il crescente interesse degli Stati appartenenti alla Regione Europea a rendere comparabili le norme degli ordinamenti interni concernenti l’accesso e l’utilizzazione da parte dei pazienti dei servizi sanitari, venendo incontro non solamente ad ormai codificati diritti soggettivi della persona umana, ma anche a legittime aspirazioni di miglioramento della qualità e dei rapporti umani nell’assistenza. Richiamata la lunga serie delle “Dichiarazioni sui diritti dell’uomo” proclamate in diversi documenti internazionali di alto valore morale, e le parallele dichiarazioni riguardanti i “diritti dei pazienti”, l’analisi prosegue delineando i contenuti fondamentali della Dichiarazione di Amsterdam e valutandoli sotto il profilo etico-giuridico. Si è cercato anche di verificare - brevemente - le analogie intercorrenti fra detta “Dichiarazione di Amsterdam” e la “Carta dei servizi pubblici sanitari”, strumento che intende attuare l’art. 14 del D. Leg. n. 502/1992 (e successive modificazioni ed integrazioni). “Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell’art.1 della legge 23 ottobre 1992 n. 421”. L’art. 14, come è noto, ha per oggetto i “Diritti dei cittadini”. L’applicazione dei principi solennemente dichiarati nei vari documenti esaminati richiede - ormai - una convinta adesione ai postulati dell’etica della cura, interpretati nella tradizione personalista.
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Bilancia, Francesco. "Profili evolutivi dei più recenti sviluppi della giurisprudenza costituzionale italiana con riferimento alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo." Revista do Direito, no. 43 (May 19, 2014): 03–24. http://dx.doi.org/10.17058/rdunisc.v0i43.5661.

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Abstract:
Questo breve scritto intende fornire un quadro d’insieme dei più recenti sviluppi della giurisprudenza costituzionale italiana con riferimento all’uso degli accordi internazionali di protezione dei diritti umani, che opera attraverso un “processo di grandiose proporzioni, il quale investe il futuro stesso dello Stato: non di questo o quello Stato, ma – se così può dirsi – della forma-Stato”. Questo processo, destinato a svolgersi in un indefinibile arco di tempo ma costantemente sostenuto dalla più attenta giurisprudenza, non avrebbe – non ha – potuto “non investire il destino della stessa (…) Costituzione ”. La lunga e complicata evoluzione del processo di “interazione” tra i diversi documenti costituzionali statali e tra questi e le Carte internazionali di protezione dei diritti fondamentali si è spesso caratterizzato per un cammino di piccoli passi, di fasi di integrazione a volte più intense, a volte più incerte, senza escludere vere e proprie battute d’arresto, ma comunque qualificato ed arricchito da importanti episodi giurisprudenziali di cui, momento per momento, la dottrina ha preteso di ricostruire la fotografia di sintesi, nell’incessante vano tentativo di ridurre la complessità a sistema. Non è, è bene dirlo subito, l’intenzione di queste brevi note che traggono, piuttosto, spunto da alcune più recenti pronunce della Corte costituzionale italiana, riferite alla Convenzione ed alla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’Uomo (CEDU), riconducibili al percorso giurisprudenziale avviato a partire dalle sentenze nn. 348 e 349 del 2007 . Come è noto ormai la Corte costituzionale italiana riconduce il contrasto tra una norma interna ed una norma della Convenzione europea dei diritti dell’uomo alla violazione mediata dell’art. 117, comma 1, Cost., di cui la stessa Corte costituzionale dovrà essere investita nel caso in cui il giudice interno non sia in condizione di risolvere l’antinomia per via di interpretazione conforme. A giudizio della Corte resta, infatti, preclusa al giudice di merito la strada dell’applicazione diretta della norma CEDU mediante la contestuale disapplicazione della norma interna incompatibile , ritenendo non assimilabile tale sistema di garanzie allo schema di adattamento del diritto interno al diritto comunitario e dell’UE . Piuttosto, a giudizio della Corte costituzionale resta, non solo possibile, ma addirittura necessario verificare, in sede di giudizio di costituzionalità, la specifica compatibilità in concreto della norma CEDU invocata quale parametro, per come interpretata ed applicata dalla Corte di Strasburgo, con le diverse disposizioni costituzionali. Sul piano formale della dottrina costituzionale del sistema delle fonti le disposizioni della CEDU , quindi, in quanto dotate di forza passiva superiore a quella delle norme di legge ordinaria, fungeranno da norme interposte nel giudizio di costituzionalità delle norme interne con esse incompatibili per violazione indiretta dell’art. 117 Cost. Laddove, all’opposto, stante la loro non equiparabilità formale alle disposizioni costituzionali, potrebbe darsi il caso di un giudizio di costituzionalità della legge di recepimento della Convenzione nell’ipotesi di contrasto con altre disposizioni costituzionali; non quindi più soltanto dei principi fondamentali come previsto, secondo la nota dottrina costituzionale dei “controlimiti”, con riferimento ai rapporti del diritto interno con le norme di diritto comunitario direttamente applicabili.
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Cerbara, Loredana, and Maria Girolama Caruso. "Fragilità e rischio di povertà educativa negli adolescenti in Italia. I dati delle indagini del CNR-IRPPS." WELFARE E ERGONOMIA, no. 1 (June 2020): 119–27. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-001011.

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Abstract:
Se attraverso i dati ufficiali (ISTAT, MIUR e altre Istituzioni) si può analizzare dal punto di vista statistico il fenomeno della povertà educativa, costruendo graduatorie territoriali, na-zionali e internazionali, sono le indagini direttamente rivolte ai ragazzi, o anche agli educa-tori, a dare completezza al quadro complessivo del rischio di marginalizzazione a cui sono esposti i minori. Dal 2014 il CNR-IRPPS ha svolto una serie di indagini rivolte ai giovani delle scuole secondarie, sia inferiori che superiori, per approfondire la conoscenza sulla condizione giovanile. Si tratta di esperienze pratiche derivanti dalle attività di ricerca di due progetti del CNR-IRPPS, uno dedicato alla pratica dello sport come veicolo di integrazione sociale (IRPPS WPs n. 106 e 108), che è stato realizzato attraverso quattro survey distinte, e l'altro più specificamente dedicato allo studio della condizione giovanile (IRPPS WPs n. 107; Tintori e Cerbara, 2016) sia in contesti territoriali limitati che a livello nazionale. In entram-bi i progetti un team di ricercatori si è recato nelle scuole per effettuare, durante l'indagine, l'osservazione diretta del comportamento degli studenti ammessi nel campione, rivelando una serie di elementi importanti, in primo luogo per la scuola che è chiamata ad intervenire anche sulla povertà educativa, ma anche a livello di ricerca sociale più allargata. Partendo dal presupposto che la povertà educativa solo in parte coincide con la povertà eco-nomica, i dati raccolti dimostrano che, anche quando le condizioni economiche sono accetta-bili, può verificarsi la presenza di fattori di rischio di esclusione sociale che spesso si so-vrappongono, fino a determinare una vera e propria barriera che impedisce ai ragazzi di vedersi nello stesso modo dei propri pari. Vivere in una famiglia con background migratorio oppure con uno status culturale non elevato, ma anche essere donna, costituiscono elementi sufficienti perché i giovani rimangano vittime di condizionamenti sociali che impediscono lo-ro di scegliere il proprio futuro. E anche i comportamenti devianti (uso di sostanze pericolo-se, atti di violenza verbale o fisica, ecc.) possono essere determinati da situazioni di disagio correlabili con una povertà culturale che è più difficile da determinare ma che è altrettanto importante delle altre declinazioni di povertà. Alla voce degli studenti si aggiunge poi quella dei docenti che, attraverso le due indagini con-dotte dal CNR-IRPPS, hanno potuto esprimere il proprio parere sulla situazione dei giovani da un punto di osservazione particolare ed hanno dato alcune indicazioni su come la scuola potrebbe intervenire per limitare le situazioni di difficoltà nell'integrazione tra i giovani.
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Montero Herrero, Santiago. "La mujer romana y la expiación de los andróginos." Vínculos de Historia. Revista del Departamento de Historia de la Universidad de Castilla-La Mancha, no. 8 (June 20, 2019): 33. http://dx.doi.org/10.18239/vdh_2019.08.02.

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Abstract:
RESUMENEl nacimiento en la Antigua Roma de niños con rasgos sexuales masculinos y femeninos a la vez, los llamados andróginos o hermafroditas, eran considerados como un gravísimo prodigio. Su expiación, necesaria para el restablecimiento de las buenas relaciones entre los hombres y los dioses, quedó en manos exclusivamente de mujeres: ancianas, matronas y virgines.PALABRAS CLAVE: Antigua Roma, Matrona, prodigio, expiación, andróginoABSTRACTThe birth in ancient Rome of children with both male and female sexual features, so-called androgynes or hermaphrodites, was regarded as a an extraordinary phenomenon. Their expiation, necessary for the restoration of good relations between men and gods, remained exclusively in the hands of women: old women, midwives and virgines.KEY WORDS: Ancient Rome, midwife, prodigy, expiation, androgynus BIBLIOGRAFÍAAbaecherly Boyce, A. (1937), “The expiatory rites of 207 B. C.”, TAPhA, 68, 157-171.Allély, A. 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d’Amato, Maurizio. "Cyclical capitalization [Capitalizzazione ciclica]." Valori e Valutazioni 31 (February 2023): 69–88. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20223106.

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Abstract:
The paper provides the methodological foundations of a property valuation method based on income approach called cyclical capitalization. The model is proposed for the valuation of income producing properties and was originally introduced by d'Amato (2001) and relies on the assumption of more than a single capitalization rate it integrates direct capitalization with the analysis of an entire market cycle. Such integration has been required in literature (Kazdin,1944; Pyhrr et al.,1990). The procedure has recently and indirectly been recalled by international valuation standards (IVS 2017; IVS 2020; IVS 2022; IVS 105 item 50.21 letter (e)), as it will be discussed in the paper. International Valuation Standards since 2017 required a different approach to the determination of terminal value (going out value, scrap value, exit value, terminal value, exit value) in Discounted Cash Flow Analysis. The models proposed in the paper are the basic ones systematized in the first contributions that took up and reorganized this line of research from its original systematic introduction (d’Amato, 2013; d’Amato, 2015; d’Amato, 2017a; d’Amato, 2017b). The initial applications were based on the office market in London. The first application to the Italian market will be made in this contribution referring to the office real estate market in Milan offered by the then REAG Study Office (currently Kroll). Evidence from the application shows that the proposed model is capable of reaching a prudent value judgments than the income-capitalization estimate normally used. Prudent opinion of value can help in determining the security value and the most likely market value under specific market conditions. Il lavoro introduce il lettore ai fondamenti metodologici di una procedura di valutazione basata sulla capitalizzazione del reddito denominata capitalizzazione ciclica. La procedura di valutazione introdotta precedentemente (d’Amato,2001) si basa sulla ipotesi di formulare la previsione di più di un solo saggio di capitalizzazione, in maniera da integrare il processo di capitalizzazione con l’analisi di un intero ciclo di mercato. Tale integrazione è stata richiesta da tempo (Kaz- din,1944; Pyhrr et al.,1990). La procedura è stata indirettamente richiamata dagli standard di valutazione internazionali (IVS 2017; IVS 2020; IVS 105 punto 50.21 lettera (e)), come si avrà modo di vedere. Il richiamo degli standard è esplicitamente riferito alla capitalizzazione del reddito per la stima del valore di uscita (going out value, scrap value, exit value, terminal value) che chiude la normale applicazione metodologica della attualizzazione del flusso di cassa scontato, altrimenti definita Discounted Cash Flow Analysis. I modelli proposti nel contributo sono quelli basilari, sistematizzati nei primi contributi che riprendono e riorganizzano questa linea di ricerca dalla sua originale sistematica introduzione (d’Amato, 2013; d’Amato, 2015; d’Amato, 2017a; d’Amato, 2017b). Le prime applicazioni sono state effettuate facendo riferimento al mercato londinese. La prima applicazione al mercato italiano sarà effettuata in questo contributo facendo riferimento ai dati del mercato immobiliare degli uffici a Milano offerti dall’allora Ufficio Studi REAG (attualmente Kroll). Le evidenze che derivano dalla applicazione mostrano che il modello proposto è in grado di formulare giudizi di valore maggiormente prudenti rispetto alla stima per capitalizza- zione del reddito normalmente utilizzata. Valutazioni più prudenti possono essere di aiuto nella determina- zione del valore cauzionale e del più probabile valore di mercato in specifiche condizioni di mercato.
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Barros, Paulo Henrique Nunes De, and Josefa Sônia Pereira da Fonseca. "Come ottenere la riduzione dei costi attraverso lo stoccaggio e la distribuzione: un approccio logistico." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, April 22, 2021, 110–41. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/economia-aziendale/approccio-logistico.

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Abstract:
Il presente lavoro mira a rivelare la possibilità di ridurre i costi delle aziende con interferenze nella Gestione della Catena di fornitura, in particolare in Magazzino e Distribuzione, attraverso la presentazione dettagliata del tema riduzione dei costi e il argomento di studio dei risultati ottenuti dall’azienda UPS, scelta per essere la più grande azienda nel settore logistico. Lo studio cerca di rispondere alla domanda su come ottenere la riduzione dei costi attraverso lo stoccaggio e la distribuzione, dal punto di vista della logistica. Per questo verrà presentata la prospettiva della logistica nella business administration, chiarendo i concetti di gestione e visione della filiera, trasporto e stoccaggio, raccolta e distribuzione dei prodotti, combinando il case study proposto con i concetti di rilevanza nell’area della Gestione della Catena di fornitura (CS). Di conseguenza, abbiamo scoperto che è possibile ottenere una riduzione dei costi attraverso una gestione razionale di CS, evidenziando l’importanza della Logistica, dei suoi strumenti e della sua storia, mostrando i metodi utilizzati da UPS nella sua gestione di CS, per raggiungere livelli internazionali di eccellenza sul territorio, e risultati sopra le attese, prestando particolare attenzione a ciascuna delle fasi di gestione: Stoccaggio e Distribuzione dei prodotti. Il documento conclude che le aziende che intendono affermarsi nel complesso campo della logistica devono comprendere non solo tutti gli anelli della filiera, avendo come valore l’impegno per il risultato della qualità, ma anche un efficiente Magazzino e gestione della distribuzione, con l’utilizzo di moderni strumenti di integrazione come nel caso dei sistemi ERP, puntando al loro reale inserimento nel mercato internazionale che ha numerose attrattive. Per riuscire a ridurre i costi della Catena di fornitura, è essenziale un modello di business basato sulla risposta con la sofisticazione finanziaria richiesta dalle best practice, è essenziale la gestione totale e la visione del ciclo della Catena di fornitura, raggiungendo una maggiore agilità ed efficacia.
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"Osservatorio italiano. Circolari. Cittadini extracomunitari/Asilo." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 4 (March 2012): 267–78. http://dx.doi.org/10.3280/diri2011-004020.

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Abstract:
1. Ministero interno 29.11.2011 n. 2707 - chiarimenti sulla rinuncia alla Protezione internazionale Espulsioni2. Ministro interno 13.12.2011 n. 11050/110(4) - accesso ai centri Ingresso3. Ministero interno 16.11.2011 n. 8710 - titoli di viaggio in favore di cittadini somali. Risposta a quesito Lavoro e previdenza sociale4. Ministero lavoro e politiche sociali 28.11.2011 n. 4773 - comunicazioni obbligatorie in caso di assunzione di lavoratore non comunitario regolarmente soggiornante in Italia5. Ministero interno 5.12.2011 n. 8827 - comunicazioni obbligatorie dei datori di lavoro6. Ministero interno 5.12.2011 n. 9172 - comunicazioni obbligatorie in caso di assunzione di lavoratore straniero regolarmente soggiornante in Italia7. Ministero interno, Ministero lavoro e politiche sociali 30.12.2011 n. 9508 - d.p.c.m. del 17.2.2011, concernente la programmazione transitoria dei flussi di ingresso dei lavoratori extracomunitari stagionali nel territorio dello Stato per l'anno 2011 - comunicazione del datore di lavoro di conferma assunzione Protezione temporanea e stato di emergenza8. Ministero interno 2.12.2011 n. 30 - ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 23.11.2011 n. 3982, concernente lo stato di emergenza umanitaria legato all'eccezionale afflusso di cittadini appartenenti ai Paesi del Nord Africa. Iscrizione nello schedario della popolazione temporanea di cui all'art. 32 del regolamento anagrafico Soggiorno9. Ministero interno 6.12.2011 n. 8946 - d.p.r. 14.9.2011 n. 179, recante il Regolamento concernente la disciplina dell'accordo di integrazione tra lo straniero e lo Stato, a norma dell'art. 4 bis, co. 2, del TU sull'immigrazione. Prime indicazioni operative10. Ministero interno 27.1.2012 n. 400 - decreto 6.10.2011 "Contributo per il rilascio ed il rinnovo del permesso di soggiorno". Istruzioni operative
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Paris, Mario. "Attività economiche etnicamente connotate e città. Formazione e dinamiche recenti nel comparto Sarpi-Canonica-Bramante a Milano." Storia e Futuro Giugno 2022, no. 55 (September 20, 2022). http://dx.doi.org/10.30682/sef5522l.

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Abstract:
L’obiettivo del presente contributo è quello di esplorare la natura e la caratterizzazione dell’offerta di attività economiche urbane etnicamente connotate e quali siano le dinamiche evolutive in atto, con l’intento di definire alcune questioni emergenti e proporle all’agenda dei decisori pubblici come tema da trattare negli strumenti di governo del territorio. A partire dall’analisi delle posizioni ricorrenti nel dibattito internazionale sul tema, si approfondisce il caso del comparto Sarpi-Canonica-Bramante a Milano, caratterizzato da un’offerta di attività economiche urbane di matrice cinese. Lo studio del processo di formazione e consolidamento di questo sistema – che si configura come un laboratorio di integrazione culturale, funzionale ed economica – permette di riflettere sul ruolo che queste attività possono avere nel configurare ed abitare gli spazi pubblici della città post-pandemica. The aim of the present paper is to explore the nature and characterisation of ethnic diversity in urban economic activities available today and the ongoing development of these establishments. In doing so, we may identify some emerging issues and have policymakers add them to their agenda as topics of discussion for local government strategies. After reviewing the recurring positions in the international debate on the subject, this paper explores the case of the Sarpi-Canonica-Bramante area in Milan, which is characterised by a unique range of economic activities of Chinese origin. We then study how this system started, strengthened and how it has become a workshop for cultural, functional and economic integration. This analysis allows us to reflect on the role these businesses may play in shaping and inhabiting the public spaces of the post-pandemic urban context.
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Fava, Emilio, Pablo Zuglian, Dario Ferrario, Daria Taino, Martina Conte, and Francesca Cadeo. "Memories and Future. Storia e sviluppi di un gruppo di ricerca italiano: dagli studi di efficacia alle analisi delle resistenze al cambiamento." Research in Psychotherapy: Psychopathology, Process and Outcome 13, no. 2 (February 23, 2011). http://dx.doi.org/10.4081/ripppo.2010.20.

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Abstract:
L'obiettivo di questo articolo è di riassumere brevemente come si sia formato e sviluppato il nostro gruppo di ricerca e quali indirizzi di ricerca abbia preso nel corso degli anni. Tale fine risponde all'esigenza condivisa di una maggiore collaborazione e integrazione tra i vari gruppi che si sviluppi anche al di fuori dei contatti stimolanti, ma purtroppo sporadici, che avvengono ai congressi, sia nazionali che internazionali, in modo da aprire eventuali nuove strade di condivisione di percorsi di ricerca comune. Siamo convinti che la conoscenza reciproca sia la "via maestra" alla costruzione di nuovi progetti e alla realizzazione di quelle conoscenze scientifiche per cui la nostra Società è nata.
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Lupo, Nicola. "Clausole „europee” implicite ed esplicite nella Costituzione italiana." Toruńskie Studia Polsko-Włoskie, May 5, 2022, 187–208. http://dx.doi.org/10.12775/tsp-w.2021.013.

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Abstract:
Il contributo analizza i legami tra la Costituzione italiana e il processo di integrazione europea, legami che sono in genere delineati dalle „clausole europee”: le disposizioni costituzionali – contenute nel testo originario delle Costituzioni degli Stati membri o introdotte in seguito – che, con formule assai variegate, consentono o richiedono l’adesione all’Unione europea, ponendo eventualmente limiti e condizioni alle future tappe del processo di integrazione europea. A questo scopo, larga parte del contributo è dedicata all’analisi della disposizione che, per l’Italia, ha funzionato da clausola europea „implicita e generale”: ossia, l’art. 11 della Costituzione italiana. Si ripercorrono le sue origini, in Assemblea Costituente e alla luce dell’esperienza fascista, i suoi molteplici (ma strettamente connessi) contenuti e, soprattutto, l’interpretazione di tale articolo che si è affermata, sin dagli anni ‘50, al fine di dare esecuzione in Italia dei trattati istitutivi delle Comunità europee. Si dà inoltre conto del referendum consultivo svoltosi nel 1989 e delle revisioni costituzionali intervenute successivamente, con cui si sono introdotti specifici ed espliciti riferimenti all’Unione europea (le più importanti delle quali negli articoli 81, 97, 117 e 119 Cost.), seppure senza mai sostituire, né emendare la clausola di carattere generale di cui all’art. 11. Si sostiene che l’uso dell’art. 11 della Costituzione come „clausola europea implicita e generale”, pur in origine dovuto a circostanze storico-politiche peculiari, abbia rappresentato uno snodo cruciale e a pieno titolo fondativo per l’evoluzione della Costituzione italiana. L’apertura alle organizzazioni internazionali volte a promuovere la pace e la giustizia tra le nazioni e le conseguenti necessarie limitazioni di sovranità hanno permesso all’Italia di figurare tra i promotori delle diverse fasi dell’integrazione europea; e, al contempo, alla Costituzione repubblicana di evolversi, nell’arco di più di un settantennio, in piena coerenza con i suoi valori fondanti, perlopiù senza bisogno di ricorrere a revisioni costituzionali.
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