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Dissertations / Theses on the topic 'Integrazione internazionale'

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1

CITO, MARIA LUISA. "INTEGRAZIONE E RESILIENZA NELL'ADOZIONE INTERNAZIONALE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/698.

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Abstract:
Il tema dell’integrazione nell’adozione internazionale è oggetto di molti studi nel mondo occidentale, di taglio soprattutto psicologico e sociologico: la pedagogia è poco interpellata, pur trattandosi di un tema che riguarda principalmente l’infanzia. Un’analisi della letteratura internazionale rivela come la prospettiva dell’integrazione sia insufficiente a rendere conto della complessità del vissuto dei minori adottivi, contrassegnato da un’appartenenza culturale, ma soprattutto da trascorsi di trauma e abbandono. La prospettiva teorica della resilienza, declinata in senso interculturale, appare più idonea ad interpretare la situazione degli adottati all’estero. Attraverso l’analisi di racconti di adottivi, pubblicati in vari Paesi, e di interviste raccolte tra adottivi adulti, emergono alcuni temi ricorrenti nelle storie di adozione ed alcune linee di riflessione pedagogica, particolarmente in chiave di resilienza e di intercultura. L’adozione internazionale si rivela complessivamente efficace, rappresenta una buona opportunità di recupero, ma richiede da parte dei genitori e dagli altri riferimenti educativi delle competenze interculturali, un rispetto che sappia accogliere la complessità del minore che vive una pluralità di appartenenze, la capacità di costruire insieme a lui una narrazione che riannodi i fili del passato a quelli del presente, un atteggiamento di apertura al mondo che possa preservare spazi di crescita e di dialogo con realtà diverse.
Integration in international adoption is the subject of many studies in the western world, mainly from the point of view of psychology and sociology; pedagogy is not involved much, even if adoption mostly concerns children. An analysis of the international literature reveals that the perspective of integration is not sufficient to explain the complexity of adoptive children lives, characterized by a cultural membership but especially by a past of traumatisms and neglect. The theoretical perspective of resilience, adapted from the point of view of interculture, appears more appropriate to interpret the situation of children adopted abroad. Through the analysis of stories of adopted people, published in different countries, and of interviews to adoptive adults, some recurrent subjects in the adoption stories emerge, and some lines of pedagogic reflection, mostly in an optic of resilience and interculture. International adoption appears effective on the whole, it represents a good opportunity to catch-up, yet it requires of parents and of other educative figures intercultural competences, a respect able to accept the complexity of children living plural identities, the capacity of building with them a narrative construction of their past and present, an aptitude of openness to the world able to preserve moments of growth and of dialogue with different people and cultures.
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CITO, MARIA LUISA. "INTEGRAZIONE E RESILIENZA NELL'ADOZIONE INTERNAZIONALE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/698.

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Abstract:
Il tema dell’integrazione nell’adozione internazionale è oggetto di molti studi nel mondo occidentale, di taglio soprattutto psicologico e sociologico: la pedagogia è poco interpellata, pur trattandosi di un tema che riguarda principalmente l’infanzia. Un’analisi della letteratura internazionale rivela come la prospettiva dell’integrazione sia insufficiente a rendere conto della complessità del vissuto dei minori adottivi, contrassegnato da un’appartenenza culturale, ma soprattutto da trascorsi di trauma e abbandono. La prospettiva teorica della resilienza, declinata in senso interculturale, appare più idonea ad interpretare la situazione degli adottati all’estero. Attraverso l’analisi di racconti di adottivi, pubblicati in vari Paesi, e di interviste raccolte tra adottivi adulti, emergono alcuni temi ricorrenti nelle storie di adozione ed alcune linee di riflessione pedagogica, particolarmente in chiave di resilienza e di intercultura. L’adozione internazionale si rivela complessivamente efficace, rappresenta una buona opportunità di recupero, ma richiede da parte dei genitori e dagli altri riferimenti educativi delle competenze interculturali, un rispetto che sappia accogliere la complessità del minore che vive una pluralità di appartenenze, la capacità di costruire insieme a lui una narrazione che riannodi i fili del passato a quelli del presente, un atteggiamento di apertura al mondo che possa preservare spazi di crescita e di dialogo con realtà diverse.
Integration in international adoption is the subject of many studies in the western world, mainly from the point of view of psychology and sociology; pedagogy is not involved much, even if adoption mostly concerns children. An analysis of the international literature reveals that the perspective of integration is not sufficient to explain the complexity of adoptive children lives, characterized by a cultural membership but especially by a past of traumatisms and neglect. The theoretical perspective of resilience, adapted from the point of view of interculture, appears more appropriate to interpret the situation of children adopted abroad. Through the analysis of stories of adopted people, published in different countries, and of interviews to adoptive adults, some recurrent subjects in the adoption stories emerge, and some lines of pedagogic reflection, mostly in an optic of resilience and interculture. International adoption appears effective on the whole, it represents a good opportunity to catch-up, yet it requires of parents and of other educative figures intercultural competences, a respect able to accept the complexity of children living plural identities, the capacity of building with them a narrative construction of their past and present, an aptitude of openness to the world able to preserve moments of growth and of dialogue with different people and cultures.
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Miscoci, Mirabela Elena <1980&gt. "L'Unione Europea e le politiche di integrazione dei Rom." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7688/1/L%E2%80%99Unione_europea_e_le_politiche_di_integrazione_dei_rom.pdf.

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Abstract:
La tesi, articolata in sei capitoli, mira alla valutazione del grado di integrazione dei Rom cittadini europei negli Stati membri, in seguito all'attuazione di una serie di politiche, misure e mobilizzazione di risorse finanziarie, da parte dell’Unione europea, in materia di antidiscriminazione etnico-razziale, inclusione sociale e protezione delle minoranze. Il primo capitolo offre una panoramica sulla presenza dei Rom nell'Europa e una serie di spunti introduttivi al tema della loro integrazione. Il secondo capitolo mette in evidenza, oltre all'inquadramento giuridico del concetto di minoranza, alcune considerazioni sui limiti e sulle ambiguità del riconoscimento giuridico dei Rom in quanto minoranza europea, alla luce di numerosi strumenti normativi di diritto internazionale ed europei. Il terzo capitolo valuta il quadro antidiscriminatorio dell’Unione europea, con particolare attenzione alla Direttiva 2000/43/CE, e le politiche, i programmi e gli strumenti finanziari europei per contrastare la discriminazione dei Rom, basata sulla razza e sull'origine etnica. Il quarto capitolo analizza il ruolo delle politiche europee per l’integrazione dei Rom in quattro settori cardine, quali l’istruzione, l’occupazione, l’alloggio e la sanità. Il quinto capitolo affronta il problema di verificare se la reinterpretazione del tema delle minoranze sotto il profilo della diversità culturale, rappresenti un trend utile all'integrazione dei Rom o almeno porti i miglioramenti sperati in materia di accesso ad una abitazione adeguata, l'accesso all'istruzione, alla possibilità di inserirsi nel mondo di lavoro. Il sesto capitolo, da ultimo, attua una comparazione tra il sistema italiano e quello rumeno, per quanto riguarda il modo di affrontare la questione Rom, di rispondere all'appello europeo di elaborare una Strategia nazionale per la loro inclusione, del modo in cui fanno uso degli strumenti giuridici europei nello sviluppo e nell'attuazione delle politiche effettive, finalizzate all'integrazione dei Rom.
The thesis, divided into six chapters, aims to assess the integration’s level of the EU's Roma citizens in the Member States, afterwards the implementation of a series of European policies, measures and mobilization of financial resources on anti-ethnic racial discrimination, social inclusion and protection of minorities.
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Miscoci, Mirabela Elena <1980&gt. "L'Unione Europea e le politiche di integrazione dei Rom." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7688/.

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Abstract:
La tesi, articolata in sei capitoli, mira alla valutazione del grado di integrazione dei Rom cittadini europei negli Stati membri, in seguito all'attuazione di una serie di politiche, misure e mobilizzazione di risorse finanziarie, da parte dell’Unione europea, in materia di antidiscriminazione etnico-razziale, inclusione sociale e protezione delle minoranze. Il primo capitolo offre una panoramica sulla presenza dei Rom nell'Europa e una serie di spunti introduttivi al tema della loro integrazione. Il secondo capitolo mette in evidenza, oltre all'inquadramento giuridico del concetto di minoranza, alcune considerazioni sui limiti e sulle ambiguità del riconoscimento giuridico dei Rom in quanto minoranza europea, alla luce di numerosi strumenti normativi di diritto internazionale ed europei. Il terzo capitolo valuta il quadro antidiscriminatorio dell’Unione europea, con particolare attenzione alla Direttiva 2000/43/CE, e le politiche, i programmi e gli strumenti finanziari europei per contrastare la discriminazione dei Rom, basata sulla razza e sull'origine etnica. Il quarto capitolo analizza il ruolo delle politiche europee per l’integrazione dei Rom in quattro settori cardine, quali l’istruzione, l’occupazione, l’alloggio e la sanità. Il quinto capitolo affronta il problema di verificare se la reinterpretazione del tema delle minoranze sotto il profilo della diversità culturale, rappresenti un trend utile all'integrazione dei Rom o almeno porti i miglioramenti sperati in materia di accesso ad una abitazione adeguata, l'accesso all'istruzione, alla possibilità di inserirsi nel mondo di lavoro. Il sesto capitolo, da ultimo, attua una comparazione tra il sistema italiano e quello rumeno, per quanto riguarda il modo di affrontare la questione Rom, di rispondere all'appello europeo di elaborare una Strategia nazionale per la loro inclusione, del modo in cui fanno uso degli strumenti giuridici europei nello sviluppo e nell'attuazione delle politiche effettive, finalizzate all'integrazione dei Rom.
The thesis, divided into six chapters, aims to assess the integration’s level of the EU's Roma citizens in the Member States, afterwards the implementation of a series of European policies, measures and mobilization of financial resources on anti-ethnic racial discrimination, social inclusion and protection of minorities.
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GUAGLIANO, CLAUDIA. "Accordi di integrazione regionale e investimenti diretti esteri: Unione Europea, Est Europa e Mediterraneo." Doctoral thesis, Università Bocconi, 2004. http://hdl.handle.net/11565/4050828.

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6

Grossi, Andrea. "Stabilizzazione macroeconomica ed integrazione internazionale in relazione con l'Unione Europea : la transizione dell'economia ungherese /." Friborgo [(Svizzera)] : [s.n.], 2001. http://aleph.unisg.ch/hsgscan/hm00033299.pdf.

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7

MOURA, A. BELTRAME DE. "CARATTERI ED EFFETTI DELLA CITTADINANZA TRA DIRITTO INTERNAZIONALE E FENOMENI DI INTEGRAZIONE REGIONALE: UNIONE EUROPEA E MERCOSUL." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2014. http://hdl.handle.net/2434/231101.

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Abstract:
La presente tesi ha come obiettivo principale un’analisi dei caratteri salienti dell’istituto della cittadinanza e gli effetti che questo potrebbe produrre alla luce del diritto internazionale e dei processi di integrazione regionale. Tenendo presente che la cittadinanza, in quanto istituto di diritto interno, irradia i suoi effetti e soffre altresì limitazioni anche dall’esterno, tale da renderla rilevante per l’ordinamento giuridico internazionale, osserveremo come e in quali misure i fenomeni di integrazione regionale, quale Unione europea e Mercosul, impattano sulla tematica della cittadinanza. In questo senso, l’istituzione di una cittadinanza comune, la quale presuppone la titolarità di quella nazionale, è stata alla base delle iniziative dell’Unione in questo campo. Più di recente, tale interesse ha coinvolto anche il Mercosul in ragione della crescente attenzione verso la disciplina delle aree sociali oltre che quelle economiche, soprattutto per quanto riguarda la circolazione e il soggiorno delle persone e l’approvazione di un piano di azione che prevede l’istituzione della Cittadinanza del Mercosul, ispirata dal modello europeo, entro il 2021.
The primary purpose of this research is to conduct an analysis of the main features of citizenship and the effects that it might produce in the light of international law and of regional integration processes. Citizenship under national law radiates its effects and also suffers limitation from outside and for this reason it appears extremely relevant to international law. We will thus observe how and in which measures the regional integration phenomena, in particular the European Union and the Mercosur, have an impact on the issue of citizenship. In this sense, the establishment of a common citizenship, which presupposes nationality of a Member State, has been the basis for European Union initiatives in this field. More recently, these initiatives have also involved the Mercosur in light of an increasing attention towards the regulation of social as well as economic areas, especially with reference to the movement and residence of people and the approval of a plan of action for the establishment of the Mercosur Citizenship within 2021, that is inspired by the European model.
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8

Ragazzoni, Anita <1992&gt. "Accoglienza dei richiedenti protezione internazionale nella Provincia Autonoma di Trento: il tirocinio formativo come strumento di integrazione sociale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11491.

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Abstract:
Il processo di integrazione degli immigrati è bidirezionale e graduale, si attua attraverso le dimensioni economiche, sociali e culturali di una società. Partendo dal presupposto che l'integrazione lavorativa costituisca un tassello basilare dell'integrazione sociale, la ricerca analizza il tirocinio formativo come strumento di inserimento lavorativo. La tesi di ricerca ha l'obiettivo di indagare quanto l'attivazione dei tirocini formativi influisca sui processi di integrazione lavorativa e sociale dei richiedenti asilo accolti nel progetto di accoglienza straordinaria della Provincia autonoma di Trento. I dati aggregati di contesto mostrano i dettagli dei tirocini attivati dall'area orientamento al lavoro dal 2015 al 2017, tramite delle correlazioni tra i dati sono state individuate le variabili che incidono sull'esito positivo dei tirocini. La ricerca qualitativa, effettuata tramite interviste semi strutturate, approfondisce i vissuti degli utenti e degli operatori relativi all'attivazione e allo svolgimento di un tirocinio, le criticità che emergono e quanto incidono i tirocini sui percorsi di integrazione sociale dei richiedenti asilo.
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9

Bueti, Giorgia. "La mediazione linguistica e interculturale nelle adozioni internazionali." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/23995/.

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Abstract:
Articolato in tre capitoli, il presente elaborato ha lo scopo di sottolineare l’importanza della mediazione linguistica e interculturale nelle procedure di adozione internazionale in quanto strumento privilegiato per l’integrazione degli adottati all’interno dei loro principali contesti di vita: la famiglia e la scuola. Nel primo capitolo, dopo aver inquadrato giuridicamente l’istituto dell’adozione internazionale passando in rassegna le normative che lo regolano, descriveremo l’iter e l’ampiezza del fenomeno adottivo. Nel secondo capitolo, ci concentreremo, invece, sulla nozione di mediazione e sulla figura del mediatore, andando ad analizzare le strategie che questi può elaborare, grazie alla propria esperienza, per garantire il corretto inserimento del minore sia all’interno del nucleo familiare che della propria classe. Si farà riferimento alla formazione interculturale dei genitori e all’educazione interculturale in ambito scolastico in quanto modelli per una corretta e reale integrazione. Nel terzo capitolo, con l’aiuto di una traccia di intervista pensata per mediatori-interpreti che operano in questo settore, si andrà a restringere il campo della mediazione linguistica e interculturale esaminando la comunicazione mediata tra genitori adottivi e bambini adottati. Nello specifico, si analizzeranno il ruolo e le funzioni del mediatore-interprete all’interno della procedura e gli aspetti verbali, non verbali e para-verbali della comunicazione. Ci si concentrerà infine sulle difficoltà legate a questo tipo di interazione con particolare riferimento al concetto di imparzialità.
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10

Borea, Pasquale. "Evoluzione e prospettive del diritto dell’integrazione in Europa ed America Latina." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2011. http://hdl.handle.net/10556/196.

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Abstract:
2009 - 2010
Il fenomeno dell‟integrazione internazionale è divenuto, nell‟epoca più recente della globalizzazione, uno degli aspetti certamente più degni di interesse della più ampia materia del diritto internazionale. Com‟è noto, a partire dagli anni cinquanta del secolo scorso, sulla base della specifica realtà settoriale, geo-politica e geo-economica del continente europeo, si è avviato e sviluppato un processo assolutamente unico nel suo genere di integrazione, prima economica e poi giuridica e sempre più politica, che ha portato gli Stati aderenti a cedere gradualmente una parte della propria sovranità in ragione di una sorta di “sovranità comune”, finalizzata al rafforzamento del peso economico e politico dell‟area continentale europea. Le ragioni a fondamento di un tale processo sono certamente da ricercarsi negli eventi storici, anche dolorosi, che hanno caratterizzato il periodo storico della prima metà del „900 e, dunque, nella primaria ed immediata esigenza di ristabilire un “nuovo ordine” nel continente europeo, dilaniato dagli eventi bellici, con una duplice finalità: quella di garantire le condizioni per un ristabilimento di un pacifico ordine democratico e quella di consentire la ricostruzione e la ripresa dell‟economia dei paesi dell‟area. L‟esperienza integrazionista, partita con la istituzione della Comunità Europea del Carbone e dell‟Acciaio e proseguita con la Comunità Economica Europea (poi solo Comunità Europea), si è poi completata con l‟esperienza parzialmente diversa dell‟Unione Europea. Tali iniziative sono state recentemente integrate, dopo il fallito tentativo del c.d. Trattato-Costituzione (Roma 2004), dall‟ultimo Trattato di Lisbona che viene, nel presente lavoro, esaminato in due dei suoi ambiti più peculiari riguardanti l‟aspetto interno dell‟integrazione fra gli Stati membri, attraverso un rinnovato anelito a colmare i problemi di “deficit democratico” che nel corso degli anni e dell‟evoluzione del percorso di integrazione si sono manifestati e l‟aspetto esterno dell‟integrazione come proiezione del “blocco” continentale europeo nelle relazioni con gli altri attori dello scacchiere internazionale, in una dimensione di equilibri globali sempre più interconnessi e di relazioni sempre più basate sulla logica della rappresentanza di interessi riconducibili ad aree geo-economiche e geo-politiche. Tale 3 fenomeno integrazionista, mutato e sviluppatosi nel corso degli anni e delle varie fasi, va inteso come tendenza non più solo prettamente economica, ma anche politica, giuridica nonché culturale, finalizzata all‟instaurazione di una cooperazione istituzionalizzata fra un numero limitato di Stati con caratteristiche di stabilità e dinamismo per il perseguimento di obiettivi comuni. Il fenomeno integrazionista non è tuttavia esclusivamente limitato all‟area europea, anche in altre aree geografiche extraeuropee sono sorti, a partire dagli anni cinquanta-sessanta del secolo scorso, processi di convergenza in forme volontarie, graduali e progressive di cooperazione ed integrazione internazionale, anche se i risultati, finora conseguiti in tali esperienze associative, non sono paragonabili alla riuscita che le medesime esperienze hanno avuto nell‟area continentale europea. In particolare, la cooperazione ed integrazione regionale ha avuto un suo autonomo sviluppo nell‟area latinoamericana, caratterizzata da un tendenziale “comune sentire” di natura storica, politica, culturale e per certi aspetti giuridica. In tal senso, le diverse forme associative latinoamericane vengono tradizionalmente intese come fasi di un‟evoluzione, non certamente lineare, di un più ampio e generale movimento di integrazione di natura sub-continentale che affonda le sue radici nella c.d. “teoria internazionalista bolivariana” o “diritto internazionale bolivariano” e che trova fondamento nei tentativi di riunione o associazione, sulla base della historia compartida, delle giovani repubbliche di nuova indipendenza, già a partire dalla metà dell‟800. In tal senso, l‟anelito integrazionista latinoamericano ha radici profonde al pari di quello europeo, anche se, a conclusione di un ciclo di sviluppo ed evoluzione dei processi di integrazione, l‟associazionismo integrazionista in America Latina ha prodotto un pluralismo di organizzazioni che hanno finito per non incidere, o comunque incidere in maniera frammentata, sull‟integrazione economico-politica dell‟area. In tempi più recenti, anche in considerazione degli effetti limitati e frammentari prodotti dalle varie forme di cooperazione ed integrazione rappresentate da ALADI, SELA, Mercosur e Comunità Andina, l‟anelito all‟integrazione sub-continentale si ritrova con ilTrattato di Brasilia del 2008, istitutivo dell‟UNASUR. Tale trattato, quasi contemporaneo all‟evoluzione dell‟integrazione europea operata con il Trattato di Lisbona, riprende lo spirito integrazionista della “teoria bolivariana”, nel tentativo di sintetizzare le precedenti, plurali e frammentate forme di integrazione e cooperazione, che, con più o meno successo, a seconda dei casi, hanno caratterizzato l‟evoluzione dell‟integrazionismo latinoamericano. Come si vedrà nel corso del presente lavoro, le similitudini del Trattato di Brasilia con il Trattato di Lisbona sono molteplici, anche da un punto di vista di integrazione “interna”, anche se certamente non comparabili per il livello tecnico-giuridico, né per l‟assetto istituzionale ed il riparto delle competenze che, nell‟ambito europeo, sono, per così dire “rodati”, da un‟evoluzione progressiva e di successo che consente di consolidare il percorso integrazionista europeo, già fissato dal collante dell‟unione economica e monetaria e da meccanismi di rafforzamento dell‟integrazione interna che possono consentire, ora, uno sviluppo dell‟azione esterna dell‟Unione Europea sullo scenario delle relazioni globali extracontinentali. Nell‟Unione delle Nazioni Sudamericane vi è una forte componente di storia comune che non può, però, non fare i conti con il percorso, non sempre coerente, delle forme di integrazione e cooperazione economica e commerciale e delle rispettive evoluzioni, nonché con le differenze – talvolta molto profonde - fra i suoi Stati membri, sia per quel che riguarda gli assetti politici interni, gli equilibri sociali, sia per i fondamentali economici. Sulla base di tali premesse, si procederà ad un‟analisi, certamente non esaustiva né onnicomprensiva, dei processi di integrazione in un‟ottica bi-continentale che porterà a considerare prima, rapidamente, l‟evoluzione dell‟integrazione continentale europea, per poi focalizzare i due aspetti ritenuti essenziali sul piano della duplice integrazione “interno-esterna” contenuti nel Trattato di Lisbona. E ciò, come visione prospettica del futuro dell‟integrazione europea, all‟interno della stessa, attraverso i meccanismi di controllo parlamentare e, dunque, di democratizzazione del processo decisionale ed all‟esterno, nella sua capacità di diventare, in prospettiva, attore globale ad unica voce, nella sfida del tutto nuova di un treaty-making power europeo che costituirebbe la forma più alta di esercizio della “sovranità comune”. Nell‟ottica latinoamericana, d‟altro canto, si porrà l‟attenzione su quello che si può definire un “neo internazionalismo” di radice bolivariana, che riprende l‟anelito unitario ed integrazionista della storia comune (historia compartida) delle repubbliche sudamericane in evidente contrasto con il pluralismo associativo che ha caratterizzato l‟integrazione latinoamericana degli anni passati. Il passo rilevante che viene compiuto dal Trattato di Brasilia è il coinvolgimento di paesi da sempre estranei all‟integrazionismo latino-americano, allargando la portata del tentativo unitario anche a paesi che non hanno una matrice linguistica, storica e politica che si richiama alla tradizione prettamente latina, fornendo, in tal modo, una piattaforma di integrazione sub-continentale, non limitata alla matrice latino-americana, ma estesa a quella sud-americana. La sfida, nell‟ottica prospettica dell‟integrazione nel sub-continente latinoamericano, sarà quella di capire se il rinnovato anelito unitario rappresentato dal Trattato di Brasilia, possa essere una forma di associazione che può consentire un cambio di rotta rispetto alle passate esperienze frammentate e limitate alla istituzione di comunità, sistemi economici, mercati comuni, in considerazione della sempre più marcata globalizzazione, non solo degli scambi, ma anche e soprattutto della governance come forma di concerto mondiale sulle decisioni di natura politico-economico-finanziaria che porta a scenari di rappresentatività per “macro aree” continentali o sub-continentali, ove singoli paesi, che non si inquadrano nell‟ambito di una sovranità comune, volontaria, negoziata e funzionale alle proprie esigenze di “gruppo”, avrebbero difficoltà a guadagnare una effettiva incisività. In tal senso, si dovrà cercare di comprendere se, nell‟ambito dell‟integrazione latinoamericana, gli aspetti di integrazione “interna”, pure affrontati dal Trattato di Brasilia con la istituzione di un Parlamento comune sudamericano, possano rafforzarsi nella forma di Unione delle Nazioni 6 sudamericane, così come gli aspetti di integrazione “esterna”, cioè di rappresentatività unica continentale sullo scenario globale, possano essere integrati ed affidati ad una tale forma di Unione, o debbano rimanere confinati entro i ruoli assunti a livello globale da paesi “leader” o “locomotiva” con effetti trainanti sull‟intero continente. In ogni caso, anche se appare ancora lunga la strada dell‟integrazione unitaria latinoamericana, l‟istituzione di una Unione delle Nazioni Sudamericane appare un necessario punto di svolta per l‟evoluzione del frammentato, non costante e confuso pluralismo associativo, che può diventare un‟occasione importante per un continente che sarà certamente protagonista (e vi sono già chiari segnali nell‟espansione economica del Brasile ed alcuni buoni risultati di altri paesi come la Colombia) sullo scacchiere internazionale degli anni a venire. [prefazione a cura dell'autore]
IX n.s.
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TAGLIABUE, CLAUDIA. "RIFUGIATO IN FAMIGLIA. UNO STUDIO DI CASO SU UNA NUOVA FORMA DI ACCOGLIENZA PER RICHIEDENTI ASILO E TITOLARI DI PROTEZIONE INTERNAZIONALE E UMANITARIA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/50313.

Full text
Abstract:
La ricerca si pone l’obiettivo di indagare una nuova e sperimentale forma di intervento di accoglienza per richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale e umanitaria rappresentata dall’accoglienza in famiglia di persone adulte straniere. Lo strumento dell’accoglienza in famiglia per richiedenti asilo e rifugiati rientra in un campo multidisciplinare non ancora approfondito a livello teorico sia rispetto ai riferimenti scientifici che ne hanno alimentato l’ideazione e la riflessione progettuale sia a livello di pratiche professionali di lavoro sociale. In questa ricerca, costruita attraverso un intreccio di strumenti qualitativi, si vuole contribuire a ricostruire questi aspetti non ancora formalizzati che lo contraddistinguono e esplorare le dimensioni dell’integrazione sulle quali l’accoglienza in famiglia va ad agire. La peculiarità di tale esperienza risiede nella partecipazione di quattro soggetti differenti (pubblica amministrazione, terzo settore, famiglie e beneficiari) che hanno interagito tra loro, attivando dinamiche di collaborazione integrate con il territorio, sottolineando la valenza bidirezionale dei processi di integrazione nella vita quotidiana. Per fare ciò lo studio di caso si è concentrato sul progetto “Rifugiato in famiglia” del Comune di Milano, implementato successivamente alla nascita di altre esperienze simili all’estero e sul territorio italiano, che verranno approfondite al fine di meglio comprendere questo particolare intervento.
The research focuses on a new and experimental form of reception for asylum seekers and holders of international and humanitarian protection: hosting foreign adults in family. The intervention of hosting refugees in family is part of a multidisciplinary field that has not yet been investigated at a theoretical level, either in relation to the scientific references that nurtured design conception and reflection both at the level of professional social work practices. In this research, built through the aid of different qualitative methods, the aim is to contribute to reconstructing these not yet formalized aspects and to explore the dimensions of integration on which the reception in family works. The peculiarity of this experience lies in the participation of four different subjects (public administration, third sector, families and beneficiaries) interacting each other, activating integrated collaboration dynamics with the territory, underlining the bidirectional value of the integration processes in everyday life. In order to achieve this, the case study focused on the "Rifugiato in Famiglia” (Refugee in Family) project of the Municipality of Milan, implemented after the birth of other similar experiences abroad and in Italy, which will be analyzed in order to better understand this particular intervention.
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TAGLIABUE, CLAUDIA. "RIFUGIATO IN FAMIGLIA. UNO STUDIO DI CASO SU UNA NUOVA FORMA DI ACCOGLIENZA PER RICHIEDENTI ASILO E TITOLARI DI PROTEZIONE INTERNAZIONALE E UMANITARIA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/50313.

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Abstract:
La ricerca si pone l’obiettivo di indagare una nuova e sperimentale forma di intervento di accoglienza per richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale e umanitaria rappresentata dall’accoglienza in famiglia di persone adulte straniere. Lo strumento dell’accoglienza in famiglia per richiedenti asilo e rifugiati rientra in un campo multidisciplinare non ancora approfondito a livello teorico sia rispetto ai riferimenti scientifici che ne hanno alimentato l’ideazione e la riflessione progettuale sia a livello di pratiche professionali di lavoro sociale. In questa ricerca, costruita attraverso un intreccio di strumenti qualitativi, si vuole contribuire a ricostruire questi aspetti non ancora formalizzati che lo contraddistinguono e esplorare le dimensioni dell’integrazione sulle quali l’accoglienza in famiglia va ad agire. La peculiarità di tale esperienza risiede nella partecipazione di quattro soggetti differenti (pubblica amministrazione, terzo settore, famiglie e beneficiari) che hanno interagito tra loro, attivando dinamiche di collaborazione integrate con il territorio, sottolineando la valenza bidirezionale dei processi di integrazione nella vita quotidiana. Per fare ciò lo studio di caso si è concentrato sul progetto “Rifugiato in famiglia” del Comune di Milano, implementato successivamente alla nascita di altre esperienze simili all’estero e sul territorio italiano, che verranno approfondite al fine di meglio comprendere questo particolare intervento.
The research focuses on a new and experimental form of reception for asylum seekers and holders of international and humanitarian protection: hosting foreign adults in family. The intervention of hosting refugees in family is part of a multidisciplinary field that has not yet been investigated at a theoretical level, either in relation to the scientific references that nurtured design conception and reflection both at the level of professional social work practices. In this research, built through the aid of different qualitative methods, the aim is to contribute to reconstructing these not yet formalized aspects and to explore the dimensions of integration on which the reception in family works. The peculiarity of this experience lies in the participation of four different subjects (public administration, third sector, families and beneficiaries) interacting each other, activating integrated collaboration dynamics with the territory, underlining the bidirectional value of the integration processes in everyday life. In order to achieve this, the case study focused on the "Rifugiato in Famiglia” (Refugee in Family) project of the Municipality of Milan, implemented after the birth of other similar experiences abroad and in Italy, which will be analyzed in order to better understand this particular intervention.
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IANNI, PIERPAOLO. "IL RUOLO DEI PARLAMENTI NAZIONALI NEL PROCESSO DI INTEGRAZIONE GIURIDICA EUROPEA DOPO IL TRATTATO DI LISBONA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/17948.

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Abstract:
Questa tesi di ricerca si occupa del ruolo rivestito dai parlamenti nazionali italiano, britannico e tedesco. Analizza il modo in cui questi parlamenti partecipano al processo decisionale ed implementano il diritto dell'Unione europea dopo il Trattato di Lisbona. La ricerca si concentra su un'analisi comparata delle leggi, delle procedure e consuetudini parlamentari al fine di esaminare il ruolo rivestito dai parlamenti nazionali nel contesto europeo. Il nuovo quadro giuridico previsto dal Trattato di Lisbona promuove la creazione di un sistema parlamentare integrato, basato sulle istituzioni europee e sui parlamenti nazionali cui è attribuito un ruolo più incisivo nel processo decisionale europeo, nella convinzione che un loro maggiore coinvolgimento possa contribuire a garantire un livello più efficace di democrazia nel funzionamento complessivo dell'Unione. I parlamenti nazionali possono contribuire a rendere l'U.E. più o meno efficiente. Essi sono chiamati a svolgere un ruolo rilevante nel processo legislativo europeo, in particolare nella fase di formazione delle politiche e del diritto dell’Unione europea (c.d. fase ascendente) e nel monitoraggio dell'esecuzione del principio di sussidiarietà. Il Trattato di Lisbona introduce norme di partecipazione diretta dei parlamenti nazionali nel processo legislativo europeo, trasformandoli in "guardians of subsidiarity". Il Trattato di Lisbona e i relativi Protocolli riconoscono il ruolo della cooperazione interparlamentare, affidando ai parlamenti nazionali il compito di promuovere e organizzare la sua realizzazione all'interno dell'Unione europea. In questa prospettiva le competenze delle commissioni specializzate in affari europei e della COSAC (Conference of Parliamentary Committees for Union Affairs of Parliaments of the European Union) sono ulteriormente potenziate.
This research thesis deals with the role of national parliaments in Italy, United Kingdom and Germany. It analyses the way in which these Parliaments participate in the European Union and implement the Law of the European Union after the Treaty of Lisbon. The research focuses on a comparative analysis of parliamentary procedures, instruments, and practices in order to examine the respective roles of the European Institutions and the national parliaments within the European framework. The new legal framework laid down the Treaty of Lisbon encourages the creation of an integrated parliamentary system, based on the European Parliament and on the national parliaments which are assigned a more incisive role in the European decision-making process, in the belief that these innovations may contribute to guaranteeing a more effective level of democracy in the overall functioning of the Union. The national parliaments can contribute to making Europe more or less effective. They will be called on to play a more important role in the European law-making process, specifically in the pre-legislative dialogue with European institutions and particularly in the monitoring of the enforcement of the subsidiarity principle in European legislation proposals. The Treaty of Lisbon regulations introduce direct participation of national parliaments in the European law-making process, transforming them into the "guardians of subsidiarity". The Treaty of Lisbon and the related protocols recognise and encourage interparliamentary cooperation, entrusting national parliaments with the task of promoting and organising its achievement within the European Union. In this perspective, the competences of the Conference of Community and European Affairs Committees of Parliaments of the European Union (COSAC) are further enhanced. In this thesis, the reasons for overall inclusion of national parliaments in the European Union activities are analysed. The role of national parliaments in the EU according to the specific provisions of the EU treaties is also discussed and the largest part of the work is devoted to the ex ante subsidiarity principle control mechanism (the Early Warning System), which gives the right for the national parliaments to influence the EU legislative process.
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IANNI, PIERPAOLO. "IL RUOLO DEI PARLAMENTI NAZIONALI NEL PROCESSO DI INTEGRAZIONE GIURIDICA EUROPEA DOPO IL TRATTATO DI LISBONA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/17948.

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Abstract:
Questa tesi di ricerca si occupa del ruolo rivestito dai parlamenti nazionali italiano, britannico e tedesco. Analizza il modo in cui questi parlamenti partecipano al processo decisionale ed implementano il diritto dell'Unione europea dopo il Trattato di Lisbona. La ricerca si concentra su un'analisi comparata delle leggi, delle procedure e consuetudini parlamentari al fine di esaminare il ruolo rivestito dai parlamenti nazionali nel contesto europeo. Il nuovo quadro giuridico previsto dal Trattato di Lisbona promuove la creazione di un sistema parlamentare integrato, basato sulle istituzioni europee e sui parlamenti nazionali cui è attribuito un ruolo più incisivo nel processo decisionale europeo, nella convinzione che un loro maggiore coinvolgimento possa contribuire a garantire un livello più efficace di democrazia nel funzionamento complessivo dell'Unione. I parlamenti nazionali possono contribuire a rendere l'U.E. più o meno efficiente. Essi sono chiamati a svolgere un ruolo rilevante nel processo legislativo europeo, in particolare nella fase di formazione delle politiche e del diritto dell’Unione europea (c.d. fase ascendente) e nel monitoraggio dell'esecuzione del principio di sussidiarietà. Il Trattato di Lisbona introduce norme di partecipazione diretta dei parlamenti nazionali nel processo legislativo europeo, trasformandoli in "guardians of subsidiarity". Il Trattato di Lisbona e i relativi Protocolli riconoscono il ruolo della cooperazione interparlamentare, affidando ai parlamenti nazionali il compito di promuovere e organizzare la sua realizzazione all'interno dell'Unione europea. In questa prospettiva le competenze delle commissioni specializzate in affari europei e della COSAC (Conference of Parliamentary Committees for Union Affairs of Parliaments of the European Union) sono ulteriormente potenziate.
This research thesis deals with the role of national parliaments in Italy, United Kingdom and Germany. It analyses the way in which these Parliaments participate in the European Union and implement the Law of the European Union after the Treaty of Lisbon. The research focuses on a comparative analysis of parliamentary procedures, instruments, and practices in order to examine the respective roles of the European Institutions and the national parliaments within the European framework. The new legal framework laid down the Treaty of Lisbon encourages the creation of an integrated parliamentary system, based on the European Parliament and on the national parliaments which are assigned a more incisive role in the European decision-making process, in the belief that these innovations may contribute to guaranteeing a more effective level of democracy in the overall functioning of the Union. The national parliaments can contribute to making Europe more or less effective. They will be called on to play a more important role in the European law-making process, specifically in the pre-legislative dialogue with European institutions and particularly in the monitoring of the enforcement of the subsidiarity principle in European legislation proposals. The Treaty of Lisbon regulations introduce direct participation of national parliaments in the European law-making process, transforming them into the "guardians of subsidiarity". The Treaty of Lisbon and the related protocols recognise and encourage interparliamentary cooperation, entrusting national parliaments with the task of promoting and organising its achievement within the European Union. In this perspective, the competences of the Conference of Community and European Affairs Committees of Parliaments of the European Union (COSAC) are further enhanced. In this thesis, the reasons for overall inclusion of national parliaments in the European Union activities are analysed. The role of national parliaments in the EU according to the specific provisions of the EU treaties is also discussed and the largest part of the work is devoted to the ex ante subsidiarity principle control mechanism (the Early Warning System), which gives the right for the national parliaments to influence the EU legislative process.
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Menegati, Elena <1986&gt. "La questione corsa: identità ed integrazione nelle relazioni internazionali." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1596.

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Abstract:
L'elaborato analizza il caso dell'isola di Corsica, a partire dallo studio critico della storia dell'isola, per arrivare all'analisi delle sue relazioni internazionali con l'Unione Europea e il contesto mediterraneo. Dopo aver analizzato le varie dominazioni che si succedettero sull'isola e aver esaminato le caratteristiche dell'attuale Statuto speciale di Corsica, il focus dell'elaborato si sposta prima sull'approfondimento delle relazioni dell'isola con lo Stato francese nel suo complesso, poi sullo studio del rapporto e delle connessioni con l'Italia.In conclusione, la tesi sviluppa il ruolo della Corsica a livello europeo e mediterraneo, focalizzando la ricerca sui programmi europei di cooperazione regionale e sui futuri progetti per l'indipendenza dell'isola.
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DI, FELICE LORENA. "Qualità della sicurezza in Europa: la formazione dell'operatore di Polizia come leva stategica per l'integrazione: studio di caso in quattro paesi UE e indicazioni metodologiche per una sperimentazione internazionale." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1028.

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Abstract:
La ricerca approfondisce il rapporto tra qualità della sicurezza e qualità della formazione ai fini di realizzare uno spazio di sicurezza libertà e giustizia in Europa. Lo studio rivolge particolare attenzione alla formazione di polizia erogata in Europa dai differenti sistemi organizzativi che determinano l’accesso alla professione sviluppando un’analisi trasversale dei diversi Paesi da cui trarre gli elementi comuni attinenti al profilo di poliziotto. L’organizzazione delle forze di polizia negli Stati dell’Unione è risultata complessa e diversificata si è quindi impostato lo sviluppo della ricerca secondo la metodologia dello studio di caso, riferendosi a Italia Francia, Regno Unito, Polonia, Quattro Paesi significativi e rappresentativi . Obiettivo specifico dell’ analisi è pervenire a un profilo professionale formativo comune che permetta l’elaborazione di un’azione finalizzata alla definizione e alla successiva sperimentazione di un sistema di monitoraggio della qualità della formazione erogata nelle Scuole di polizia europee.
This Research investigates the relationship between security and education to realize an Area of security, freedom and justice in Europe. The focus is on Constable Courses of Police Training Schools within The European Union to find out a competency framework for cope. The Study is fully aware of the fact that different Police Training Systems are used within the Member States. Regarding this aspect the Research proposes study cases about Italy, France, United Kingdom and Poland. Its purpose is to have a vision on the core tasks of police and then to propose quality control standards to be implemented in National Police Courses.
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DI, FELICE LORENA. "Qualità della sicurezza in Europa: la formazione dell'operatore di Polizia come leva stategica per l'integrazione: studio di caso in quattro paesi UE e indicazioni metodologiche per una sperimentazione internazionale." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1028.

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Abstract:
La ricerca approfondisce il rapporto tra qualità della sicurezza e qualità della formazione ai fini di realizzare uno spazio di sicurezza libertà e giustizia in Europa. Lo studio rivolge particolare attenzione alla formazione di polizia erogata in Europa dai differenti sistemi organizzativi che determinano l’accesso alla professione sviluppando un’analisi trasversale dei diversi Paesi da cui trarre gli elementi comuni attinenti al profilo di poliziotto. L’organizzazione delle forze di polizia negli Stati dell’Unione è risultata complessa e diversificata si è quindi impostato lo sviluppo della ricerca secondo la metodologia dello studio di caso, riferendosi a Italia Francia, Regno Unito, Polonia, Quattro Paesi significativi e rappresentativi . Obiettivo specifico dell’ analisi è pervenire a un profilo professionale formativo comune che permetta l’elaborazione di un’azione finalizzata alla definizione e alla successiva sperimentazione di un sistema di monitoraggio della qualità della formazione erogata nelle Scuole di polizia europee.
This Research investigates the relationship between security and education to realize an Area of security, freedom and justice in Europe. The focus is on Constable Courses of Police Training Schools within The European Union to find out a competency framework for cope. The Study is fully aware of the fact that different Police Training Systems are used within the Member States. Regarding this aspect the Research proposes study cases about Italy, France, United Kingdom and Poland. Its purpose is to have a vision on the core tasks of police and then to propose quality control standards to be implemented in National Police Courses.
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Nguyen, Thi Nhu Quynh <1991&gt. "La integrazione economica dei immigranti vietnamiti in Francia e in Italia." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12419.

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Abstract:
L’argomento dell’immigrazione e degli immigrati è un argomento di lunga storia dell’umanità e viene sempre più discussi negli anni recenti. Questo è spiegabile sia per la sua importanza nelle ricerche antropologiche, sia per la sua presenza negli argomenti di recente come problemi di rifugiati di guerra dal Medio Oriente in Europa. I paesi europei hanno ospitato varie volte i flussi migratori nella sua storia. Gli studi dei flussi migratori in passato e dei suoi casi di successo nell’integrazione servono ad identificare i problemi in comune e quelli differenti aiutando i legislatori a pianificare una strategia di supporto nel processo di integrazione degli immigranti. Si può notare che in Francia, si registra una quantità maggiore degli immigranti vietnamiti che riescono ad integrare meglio nella società di arrivo che in Italia, Quindi questa tesi propone alcune spiegazioni per quella realtà, nella speranza che con queste spiegazioni si potrà capire quali sono gli elementi principali che contribuiscono a favorire ll processo di integrazione degli immigranti.
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MARANO, Jonathan Francesco. "CHINA’S NEW NORMAL: DEVELOPMENTAL MODEL REFORM AND IMPLICATIONS FOR FOREIGN BUSINESSES." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251083.

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Abstract:
L’elaborato affronta la tematica del New Normal in Cina, inteso come il programma di riforme che la Repubblica Popolare Cinese ha predisposto per accompagnare la nuova fase di transizione, che vede il sistema-Paese abbandonare il vecchio paradigma della “Fabbrica del Mondo”, alla ricerca di un nuovo modello di sviluppo. Tale modello passa attraverso la ricollocazione verso l’alto dell’economa nazionale nella catena del valore globale ed una maggiore attenzione nei confronti degli aspetti maggiormente qualitativi della crescita economica, nonché di una accresciuta integrazione nell’economia mondiale, grazie ad una promozione dello stato di diritto e di un ambiente economico maggiormente trasparente ed aperto nei confronti degli operatori internazionali. Nell’analisi delle politiche e delle riforme che accompagnano questo cambiamento, svolta attraverso l’analisi di settori considerati strategici e particolarmente significativi (ambiente, sanità e food safety), la premessa alla base del lavoro è che tale transizione non è semplicemente descrivibile come mera convergenza verso un modello ricalcante i sistemi politici ed economici delle economie avanzate occidentali. La riforma è bensì intesa come un processo incrementale, che all’adozione delle cosiddette best practices internazionali affianca un approccio pragmatico, che non recede la linea di continuità con il background storico, politico, istituzionale e culturale -spesso contraddittorio- di quella che è considerata essere la più antica civiltà ortogenetica del mondo. Il contributo chiave del presente lavoro è la problematizzazione, nei suoi vari aspetti, di questa congiuntura storica e del suo portato nei confronti delle strategie di medio e lungo termine degli operatori economici stranieri che decidono di operare in Cina, i quali da un lato possono godere di grandi opportunità di mercato liberate dalle riforme, dall’altro devono essere consapevoli delle sfide inevitabilmente poste dal cangiante contesto giuridico, economico ed istituzionale e delle sue traiettorie di sviluppo.
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