Dissertations / Theses on the topic 'Insegnanti - Formazione'

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1

ABBIATI, GIOVANNI. "LA FORMAZIONE DEGLI INSEGNANTI IN ITALIA. LA VALUTAZIONE DI DUE POLITICHE DI FORMAZIONE PROFESSIONALE PER INSEGNANTI DI SCUOLA MEDIA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2013. http://hdl.handle.net/2434/219121.

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Abstract:
This dissertation aims at providing empirical evidence on the effectiveness of two training programs for math teachers in southern Italy (M@t.abel+ and PQM). The programs are structured as content focused, one year lenght blended training sessions. Exploiting similarities and differences in the training (mainly, on organization of tutoring sessions and the presence on incentives), the analysis show positive effects of the training on both students outcomes and teacher short and medium term behaviours. Implications for policy are discussed.
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2

Napoli, Stefania. "La formazione dell'insegnante competente." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2012. http://hdl.handle.net/10556/367.

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Abstract:
2010 - 2011
I rapidi cambiamenti che hanno investito la società negli ultimi decenni hanno coinvolto anche il corpo insegnante in servizio e i futuri maestri a cui sono richieste, già nell’ambito della formazione iniziale, sempre maggiori competenze. Già da tempo il personale docente ha dovuto modificare il suo modo d’insegnare per adeguarsi al passaggio da una scuola della conoscenza a una scuola della competenza. Quindi non più la semplice trasmissione di nozioni dal docente al discente ma una formazione che stimoli attraverso la scoperta, il lavoro di gruppo, l’ausilio delle nuove tecnologia, l’acquisizione di competenze. Questo nuovo ruolo dell’insegnante richiede una formazione specifica orientata all’acquisizione di tecniche e strategie didattiche adatte a relazionarsi con studenti sempre più eterogenei, che in particolar modo nella scuola primaria presentano marcate differenze culturali, di capacità, d’interessi e di valori. Studenti che si approcciano alla scuola con modalità totalmente differenti gli uni dagli altri. Gli insegnanti quindi si trovano di fronte ad una scuola di massa che deve rispondere ad una pluralità d’esigenze. Nodo cruciale è la formazione dei docenti che deve iniziare con un adeguato percorso universitario e continuare lungo tutto il corso di vita, al fine di acquisire in primis le competenze di base da arricchire costantemente con un patrimonio di conoscenze, pratiche, tecniche e modelli d’azioni in costante evoluzione grazie alla ricerca. In realtà, la formazione degli insegnanti è un percorso che continua lungo tutto il tragitto personale e professionale in quanto nuove competenze devono essere sviluppate costantemente per far fronte alle sfide che il mondo della scuola pone quotidianamente innanzi. Questo richiede una formazione iniziale di qualità e un successivo percorso che permetta di essere costantemente aggiornati.The rapid changes of last decades have deeply affected our society and as well as the in-service and future teachers to whom are required already in the initial training specific competences. For-back the teaching staff has had to change their way to teach in order to adapt to the transition from a school of knowledge to a school of competence. Therefore, not more a mere transmission of notions by a teacher to a learner but a training that sharpens the acquisition of skills through the discovery, the teamwork and the use of new technologies. This new role of the teacher requires a specific training oriented to the acquisition of techniques and teaching strategies suited to interact with students always more heterogeneous who in particular in Primary School show marked cultural differences, skills, interests and values. Students who approaches to the school in a completely different manner from each other. Because of these differences teachers find themselves to face with a mass education that must respond to a variety of needs. In order to achieve these results teachers have to make use of tools offered by the autonomy of didactics, research, and development. The training of teachers becomes a crucial issue, because it has to start with an appropriate degree course and continue throughout the whole life, in order to acquire the first basic skills which later need to be constantly enriched with a heritage of knowledge, practices, techniques and models of 'actions constantly changing thanks to the research. [a cura dell'autore]
X n.s.
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3

ZECCA, LUISA. "I laboratori pedagogico-didattici nella formazioni iniziale degli insegnanti. Il caso di scienze della formazione primaria di Milano-Bicocca." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2014. http://hdl.handle.net/10281/53436.

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Abstract:
La ricerca si compone di una parte teorica di ricognizione della letteratura sulla formazione iniziale degli insegnanti primari, e sui Laboratori Pedagogico-Didattici (LPD). La seconda parte è invece un’indagine naturalistica, che si ispira alla Grounded Theory e al metodo fenomenologico. Presso Scienze della Formazione Primaria dell’Università di Milano-Bicocca sono state realizzate interviste semi-strutturate in profondità con docenti responsabili di 4 aree disciplinari (psico-pedagogica, scientifico-matematica, storico-geografica, motoria-artistica e musicale), 16 studenti laureandi o appena laureati e 8 insegnanti ex studenti. Obiettivi della ricerca sono verificare l’efficacia, già provata da precedenti studi, del metodo laboratoriale in ambito universitario e capirne in profondità le metodologie, evidenziando punti di forza e criticità. Criteri fondamentali dell’approccio sono: apprendere dalla propria esperienza e costruire e immaginare possibili ‘pratiche’ da sperimentare in classe. Le competenze attese sono: imparare a interrogarsi su di sé come persona e sulle proprie rappresentazioni d’infanzia, dell’insegnamento e apprendimento, imparare ad ascoltare e osservare, a problematizzare e a riflettere sull’esperienza. Gli studenti individuano due tipi di Laboratori: ‘teorici’ e ‘pratici’; i primi sono valutati ‘inutili’ e le teorie sono percepite come poco connesse alle pratiche. I secondi sono al contrario utili e corrispondono all’approccio proposto dai docenti responsabili. Fattore determinante per un laboratorio di qualità è il ruolo del conduttore. Il conduttore di qualità sa gestire situazioni di apprendimento esperienziale ed è in grado di tenere legate ‘teoria’ e ‘pratica’. Una criticità emerge durante il Tirocinio o all’inizio della vita professionale: la scuola ‘reale’ viene percepita come molto ‘distante’ da quella ‘ideale’. Nella scuola reale è poco praticata una didattica laboratoriale, in cui piccoli gruppi cooperativi imparano facendo ricerca. Questa discrasia invita a intraprendere nuove strade di ricerca sulla formazione dei conduttori di LPD e su dispositivi formativi che connettano le scuole e l’università.
The present research envisages a theoretical section that recognizes previous studies carried out on Primary Teacher Education and on on-campus laboratories (LPD pedagogical-didactical laboratories). The second section is empiric and relates to a naturalistic case-study, based both on the phenomenological method and on the Grounded Theory. The experience of Milano-Bicocca involved teachers from four curriculum areas (psycho-pedagogical, scientific-mathematical, historical-geographical, motor-artistic and musical), 16 graduating or newly graduated students and 8 former-student teachers, that have all been involved in broad semi-structured interviews. The aim of the research is to verify the effectiveness, already proved through different studies, of on-campus laboratories, and fully understand their methodology, highlighting strengths and weaknesses. Experiental Learning is used in the LPD (pedagogical-didactical laboratories) in order to comprehend curricular subject matters and a teaching method, to improve reflexivity and didactic based on social-constructivism. Core criteria of this approach are learning from one’s own experience, learning by doing and by reflecting on new pedagogical methodologies. The expertise to be gained is: learning to understand ourselves and our childhood representation, teaching and learning, listening and observing. Students have pointed out two types of laboratories: ‘theoretical’ and ‘practical’; the former are considered ‘useless’ because theories are not linked to practice; the latter are useful and reflect the teachers’ approach. In order to run a high quality laboratory the role of the person in charge is key. A skilled laboratory leader is capable of managing experimental learning situations and of linking ‘practice’ to ‘theory’. During apprenticeship or at the beginning of one’s professional career, a specific issue emerges: the actual real school is completely different from the ideal one. The real school seldom teaches through laboratory where small cooperating groups learn by researching. These issues open up new paths of research on LPD education leaders and on training devices aimed at better connecting schools and Universities.
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4

Vignato, Anna. "Le competenze dell'insegnante. Formazione e pratiche nelle sfide della contemporaneità." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2012. http://hdl.handle.net/11577/3425826.

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Abstract:
In the so-called "knowledge society" the crucial role of teachers in the education of new generations is emphasized at several levels, both by individual countries and at European Community level. Changes and innovations in our society are affecting every aspect of our daily lives, and are the main drivers of the introduction of new work patterns for teachers, particularly in primary schools. For instance, challenges such as the advent of new communication technologies, multiculturalism, and the heterogeneity of individuals that are gaining access to education create numerous complex situations that the teacher has to face during his life in the classroom. The suitability of his competences becomes paramount, as well as the quality of teachers’ training in a perspective of lifelong learning. The research aims to investigate the daily reality of professional primary school teachers, focusing on the issues that most define this profession, such as core competences, the problems faced in an ever-changing society, and the gap between expectations and the actual training received. Research questions are distributed on two strands of research, developed within two reference groups: a group of teachers in active service, including teachers of the Regione Veneto, in Italy, and the province of Lleida, in Catalonia, and a group of teachers in training, i.e. students of the degree course in "Scienze della Formazione Primaria" of the University of Padua. The theoretical framework includes an overview of research issues, from the characteristics of the knowledge society, to the definition of competence, and a teacher's professional profile. The choice of contents ranges from the most relevant European documentation to works of contemporary education theorists, thus offering an overview of the evolution of the analysis on these themes. The research perspective embraces the complexity of real-life situations and uses - in addition to examining a sample belonging to two different national realities - a mixed research methodology appropriate to the study of situations characterized by multiple factors. A first research step, called "quantitative phase", required the collection of quantitative data through a highly structured questionnaire. A second research phase, called "qualitative", aims at the study of data collected through focus groups with teachers. The data obtained was analyzed through the application of the appropriate software for social research, namely SPSS during the quantitative phase and Atlas.ti during the qualitative phase. The results of the survey provide an overview of the profession and of the status of the teacher, and also give an insight on his training needs in today's society. For this purpose, we developed some guidelines that might find an application in the design and management of training courses, both basic and continuous, for primary school teachers.
Nell’attuale realtà chiamata “Società della conoscenza” il ruolo fondamentale degli insegnanti nella formazione delle nuove generazioni viene ribadito a più livelli, sia dai singoli Paesi che a livello comunitario. I cambiamenti e le innovazioni legati all’attualità spaziano in ogni ambito del quotidiano e implicano l’introduzione di nuove modalità di lavoro per gli insegnanti, specialmente nella scuola primaria. Ad esempio, sfide come l’avvento delle nuove tecnologie per la comunicazione, la realtà multiculturale, l’accesso all’istruzione di una pluralità di soggetti hanno creato una serie di situazioni complesse che l’insegnante si trova ad affrontare nella vita in classe. Emerge con forza la questione dell’adeguatezza del suo profilo di competenze e, di conseguenza, di una sua formazione di qualità in una prospettiva di life long learning. La ricerca intende approfondire la realtà professionale degli insegnanti di scuola primaria, focalizzandosi sui nodi che contraddistinguono tale professione, ovvero il suo profilo di competenze, le problematiche che si trova ad affrontare nella società delle innovazioni e la formazione ricevuta e desiderata. Le domande di ricerca sono distribuite su due filoni d’indagine, sviluppati all’interno di due gruppi di riferimento: un gruppo di insegnanti in servizio, di cui fanno parte docenti della Regione Veneto e della Provincia di Lleida, in Catalunya, e un gruppo di insegnanti in formazioni, ovvero studenti del corso di laurea in “scienze della Formazione Primaria” dell’ateneo di Padova. Il framework teorico comprende una rassegna sulle tematiche di ricerca, dalle caratteristiche della Società della conoscenza al costrutto di competenza, al profilo professionale dell’insegnante. La scelta dei contenuti spazia dai documenti europei considerati più importanti alle opere di teorici dell’educazione contemporanei e non, offrendo una linea evolutiva dei concetti in analisi. La prospettiva di ricerca abbraccia la complessità della situazione reale e utilizza, oltre che soggetti appartenenti a due realtà nazionali diverse, una metodologia di ricerca mista, adeguata all’approfondimento di situazioni connotate da molteplici fattori. Un primo momento di ricerca, chiamato “fase quantitativa”, prevede la raccolta di dati quantitativi attraverso un questionario altamente strutturato. Una seconda fase di ricerca, chiamata invece “qualitativa”, mira all’approfondimento dei dati raccolti attraverso focus group con gli insegnanti. I dati ottenuti sono stati analizzati attraverso l’applicazione di software adeguati alla ricerca sociale, ovvero SPSS per la fase quantitativa e ATLAS.ti per la fase qualitativa. Gli esiti dell’indagine offrono una panoramica sulla professione e sulla condizione dell’insegnante, andando anche ad indagare i suoi fabbisogni formativi nella società attuale. A tale scopo, vengono messe in rilievo alcune linee guida che potrebbero trovare accoglimento nella costruzione e gestione dei percorsi formativi, sia di base che continuativi, per gli insegnanti della scuola primaria.
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5

SOLERTI, PAOLA. "L'EDUCAZIONE LINGUISTICA NELLA SCUOLA PRIMARIA: STATO DELL'ARTE E FORMAZIONE DEGLI INSEGNANTI. ESITI DI UN'INDAGINE IN LOMBARDIA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2020. http://hdl.handle.net/10280/71037.

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Abstract:
Questo lavoro si fonda su due presupposti principali. Il primo di essi è che l’educazione linguistica sia un processo che si dipana «come un continuum attraverso l’insegnamento/apprendimento della lingua materna, seconda, delle lingue straniere, classiche, etniche» (Bosisio, Chini, 2014:25). In questo senso, il costrutto di educazione linguistica implica: una visione globale del repertorio linguistico individuale; lo spostamento del focus dell'apprendimento/insegnamento linguistico dalle singole lingue allo sviluppo integrato dei processi che favoriscono lo sviluppo linguistico, comunicativo, relazionale e cognitivo dell’individuo; una concezione dell’apprendimento linguistico secondo la quale lo sviluppo integrato delle lingue e dei linguaggi è trasversale a tutte le discipline e dunque tutti gli insegnanti, indipendentemente dalla materia o disciplina insegnata, sono “educatori linguistici” o, in altre parole, insegnanti di lingua. Il secondo presupposto di questo studio è che le modalità di attuazione dell’educazione linguistica sono, in ultima istanza, affidate agli insegnanti e subiscono, quindi, il condizionamento di saperi, credenze, teorie implicite, opinioni e atteggiamenti - in una parola della teacher cognition (Borg, 2003, 2006) - dei docenti. In questi presupposti teorici trova origine l’indagine condotta tramite la somministrazione di un questionario e volta a esplorare saperi, credenze, teorie implicite, opinioni e atteggiamenti degli insegnanti di scuola primaria nei confronti dell’educazione linguistica, del proprio ruolo di educatori linguistici, dell’apprendimento/insegnamento delle lingue, plurilinguismo ed educazione plurilingue. Nella prima parte di questo lavoro si delinea il quadro teorico dell’indagine. Nel dettaglio, il primo capitolo ricostruisce l’evoluzione del costrutto di educazione linguistica in Italia e Europa, mentre il secondo è dedicato alla language teacher cognition. La seconda parte è suddivisa in cinque capitoli nei quali si illustra la metodologia e si esaminano i dati emersi dall’indagine. Il lavoro si chiude con la discussione dei dati e alcune riflessioni conclusive, in cui vengono brevemente delineati possibili percorsi di formazione dei docenti e tracciate alcune possibili linee di ricerca futura.
This work is based on two main assumptions. The first is that a broad definition of language education is a process that unfolds ‘as a continuum through the teaching/learning of the mother tongue and of second, foreign, classical and ethnic languages’ (Bosisio, Chini, 2014:25). In this sense, the construct of language education entails the following: a global view of the individual linguistic repertoire; the shift of the focus of language learning/teaching from individual languages to the integrated development of processes that promote the linguistic, communicative, relational and cognitive development of the individual; and a view of language learning according to which the integrated development of languages takes place across all disciplines and therefore all teachers, regardless of the subject or discipline taught, are ‘linguistic educators’, or language teachers. The second assumption of this study is that how language education is implemented is, ultimately, entrusted to teachers and is therefore conditioned by their knowledge, beliefs, implicit theories, opinions, and attitudes – in other words, their teacher cognition (Borg, 2003, 2006). These theoretical assumptions are the basis of this survey, conducted through the administration of a questionnaire aimed at exploring the knowledge, beliefs, implicit theories, opinions, and attitudes of primary school teachers towards linguistic education, their role as linguistic educators, language learning/teaching, multilingualism, and multilingual education. In the first part of this work, the theoretical framework of the survey is outlined. In detail, the first chapter reconstructs the evolution of the construct of language education in Italy and Europe, while the second is dedicated to language teacher cognition. The second part is divided into five chapters in which the methodology is explained, and the data from the survey examined. The work ends with a discussion section and some concluding reflections, in which some possible paths of teacher training are briefly outlined, as well as some possible lines of future research.
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6

Galletti, Filippo <1992&gt. "La formazione degli stati regionali italiani (secc. XIII-XV). Acquisizioni scientifiche e ricadute sui manuali di storia, tra formazione degli insegnanti e approcci metodologici." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amsdottorato.unibo.it/10464/4/ITA%20tesi%20filippo%20dottorato.pdf.

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Abstract:
La ricerca intende indagare i rapporti tra le acquisizioni della ricerca scientifica nel campo della storia, con particolare riferimento al tema della formazione degli stati regionali italiani, e il suo insegnamento nella scuola secondaria di secondo grado. Nella parte dedicata al quadro teorico si sottolinea la sempre più stringente necessità di un insegnamento e apprendimento della storia di qualità nella società attuale, basati sul senso della partecipazione democratica attiva e allo sviluppo del pensiero critico, nonostante i documenti ufficiali ministeriali non sempre dedichino al tema la giusta importanza e i recenti risultati ottenuti grazie a un questionario somministrato a studenti universitari sembrino confermare una didattica ancora legata alla pratica tradizionale. A questo proposito, quindi, occorre rifondare e ricentrare l’importanza della storia grazie all’approfondimento del lessico specifico e delle premesse epistemologiche basilari della disciplina. A partire da queste premesse, nell’inquadramento empirico si analizza lo stato di avanzamento della ricerca scientifico-accademica recente nei confronti della formazione degli stati regionali italiani bassomedievali, si confronta il tema nei principali manuali scolatici adottati nell’area metropolitana di Bologna; e sono infine analizzate le concezioni circa la storia, la storia medievale e l’utilizzo del libro di testo degli insegnanti di storia di scuola secondaria di secondo grado grazie alle risposte derivate dalla somministrazione di un questionario sulla pratica docente. I risultati ottenuti permetteranno di cogliere eventuali scollature tra la ricerca accademica e l’insegnamento nella scuola secondaria della storia, della storia medievale e della formazione degli stati regionali, sottolineando, talvolta, la necessità sempre più urgente di una integrata formazione continua degli insegnanti.
The thesis aims to investigate the relationship between the findings of scientific research in the field of history, with particular reference to the theme of the formation of the Italian regional states in the late Middle Ages, and their teaching in secondary schools. In the part dedicated to the theoretical framework, it underlines the increasingly pressing need for quality teaching and learning of history in today's society, based on a sense of active democratic participation and on the development of critical thinking, despite the fact that official ministerial documents do not always devote due importance to the subject. In addition, recent results obtained through a questionnaire administered to university students seem to confirm didactics still linked to traditional practice. In this sense, therefore, it is necessary to refound and refocus the importance of history by deepening the specific vocabulary and the basic epistemological premises of the discipline. Starting from these issues, the empirical framework analyzes the state of progress of recent scientific-academic research on the formation of the Italian regional states of the late Middle Ages; compares the subject in the main school textbooks adopted in the metropolitan area of Bologna (Italy); and, finally, analyzes the conceptions on history, medieval history and the use of the textbook by secondary school history teachers thanks to the answers derived from the administration of a questionnaire on teaching practice. The results obtained will make it possible to detect possible gaps between academic research and the secondary teaching of history, medieval history, and the formation of regional states, sometimes underlining the increasingly urgent need for an integrated in-service training of teachers.
La tesis investiga las relaciones entre las averiguaciones de la investigación científica en el campo de la historia, con especial referencia al tema de la formación de los estados regionales italianos de la Baja Edad Media, y su enseñanza en los centros de secundaria. En la parte dedicada al marco teórico, se subraya la necesidad cada vez más acuciante de una enseñanza y un aprendizaje de la historia de calidad en la sociedad actual, basados en el sentido de la participación democrática activa y en el desarrollo del pensamiento crítico, a pesar de que los documentos ministeriales oficiales no siempre dediquen la debida importancia a la asignatura y de que los recientes resultados obtenidos a través de un cuestionario administrado a los estudiantes universitarios parezcan confirmar una didáctica todavía ligada a la práctica tradicional. En este sentido, por tanto, es necesario reenfocar la importancia de la historia profundizando en el vocabulario específico y en las premisas epistemológicas básicas de la disciplina. A partir de estos asuntos, el marco empírico analiza el estado de avance de la reciente investigación científico-académica sobre la formación de los estados regionales italianos de la baja Edad Media; compara el tema en los principales libros de texto escolares adoptados en el área metropolitana de Bolonia (Italia); y, por último, analiza las concepciones sobre la historia, la historia medieval y el uso del libro de texto de los profesores de historia de la escuela secundaria gracias a las respuestas derivadas de la administración de un cuestionario sobre la práctica docente. Los resultados obtenidos permitirán detectar posibles lagunas entre la investigación académica y la enseñanza secundaria de la historia, la historia medieval y la formación de los estados regionales, subrayando a veces la necesidad cada vez más urgente de una formación integrada en el servicio de los profesores.
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DEBE', ANNA. "MAESTRI "SPECIALI" ALLA SCUOLA DI PADRE GEMELLI. LA FORMAZIONE DEGLI INSEGNANTI PER FANCIULLI ANORMALI ALL'UNIVERSITA' CATTOLICA (1926-1978)." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2014. http://hdl.handle.net/10280/2994.

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Abstract:
La “Scuola per la preparazione del personale insegnante ed assistente degli anormali”, avviata da padre Agostino Gemelli nel 1926 presso l’Università Cattolica di Milano, fu uno dei primi tentativi italiani di formazione degli insegnanti dei fanciulli deficienti. La Scuola, oltre a rappresentare il percorso italiano verso l’inclusione scolastica dei fanciulli disabili, testimonia il lavoro di Gemelli nel campo dell’educazione speciale. L’attenzione al tema della disabilità da parte del frate francescano riflette l’interesse del mondo cattolico a lui contemporaneo per la formulazione di interventi guidati non solo da sentimenti caritatevoli, ma basati su solide fondamenta scientifiche. Inoltre, il lavoro evidenzia come la formazione dei docenti degli anormali sia cambiata dagli anni Venti agli anni Settanta del Secolo scorso, parallelamente al processo di progressivo abbandono delle scuole speciali in favore dell’inclusione scolastica dei disabili. La ricerca, che contribuisce a incrementare gli ancora scarsi studi italiani di storia della pedagogia speciale, è stata condotta attraverso un’approfondita indagine archivistica, con lo scopo di far luce su docenti, studenti, materiali e libri di testo della Scuola, dalle sue origini fino agli anni Settanta.
The “School for the special aids and assistants for disabled children”, opened in 1926 at the Catholic University of Milan by father Agostino Gemelli, was one of the very first in Italy to set up about disabled children teacher training. This School gives evidence of Gemelli’s work in the special education area and also represents the Italian path toward scholastic inclusion for disabled persons. The interest of Gemelli, one of the most famous psychologists in the XX Century Italian framework, towards disability reflects how the contemporary Catholic world cared about interventions for the weakest not only driven by a charity feeling but based on scientific studies. Moreover, the study highlights how teacher training has changed from the Twenties to the Seventies of the last Century, following the different way of looking at disabled children, from isolation in special schools to inclusion in common classes. The thesis contributes to improve Italian studies in the field of the history of special education, a subject that has, for the most part, to be written. The research is carried out through archival investigations with the purpose of shedding light on teachers, users, materials and textbooks of the School, since its origin until the Seventies.
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DEBE', ANNA. "MAESTRI "SPECIALI" ALLA SCUOLA DI PADRE GEMELLI. LA FORMAZIONE DEGLI INSEGNANTI PER FANCIULLI ANORMALI ALL'UNIVERSITA' CATTOLICA (1926-1978)." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2014. http://hdl.handle.net/10280/2994.

Full text
Abstract:
La “Scuola per la preparazione del personale insegnante ed assistente degli anormali”, avviata da padre Agostino Gemelli nel 1926 presso l’Università Cattolica di Milano, fu uno dei primi tentativi italiani di formazione degli insegnanti dei fanciulli deficienti. La Scuola, oltre a rappresentare il percorso italiano verso l’inclusione scolastica dei fanciulli disabili, testimonia il lavoro di Gemelli nel campo dell’educazione speciale. L’attenzione al tema della disabilità da parte del frate francescano riflette l’interesse del mondo cattolico a lui contemporaneo per la formulazione di interventi guidati non solo da sentimenti caritatevoli, ma basati su solide fondamenta scientifiche. Inoltre, il lavoro evidenzia come la formazione dei docenti degli anormali sia cambiata dagli anni Venti agli anni Settanta del Secolo scorso, parallelamente al processo di progressivo abbandono delle scuole speciali in favore dell’inclusione scolastica dei disabili. La ricerca, che contribuisce a incrementare gli ancora scarsi studi italiani di storia della pedagogia speciale, è stata condotta attraverso un’approfondita indagine archivistica, con lo scopo di far luce su docenti, studenti, materiali e libri di testo della Scuola, dalle sue origini fino agli anni Settanta.
The “School for the special aids and assistants for disabled children”, opened in 1926 at the Catholic University of Milan by father Agostino Gemelli, was one of the very first in Italy to set up about disabled children teacher training. This School gives evidence of Gemelli’s work in the special education area and also represents the Italian path toward scholastic inclusion for disabled persons. The interest of Gemelli, one of the most famous psychologists in the XX Century Italian framework, towards disability reflects how the contemporary Catholic world cared about interventions for the weakest not only driven by a charity feeling but based on scientific studies. Moreover, the study highlights how teacher training has changed from the Twenties to the Seventies of the last Century, following the different way of looking at disabled children, from isolation in special schools to inclusion in common classes. The thesis contributes to improve Italian studies in the field of the history of special education, a subject that has, for the most part, to be written. The research is carried out through archival investigations with the purpose of shedding light on teachers, users, materials and textbooks of the School, since its origin until the Seventies.
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Celentin, Paola <1972&gt. "La formazione degli insegnanti di lingue via internet: modello di analisi delle interazioni formative nei web-forum secondo una prospettiva costruttivista." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2005. http://hdl.handle.net/10579/531.

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10

Galbusera, Barbara. "Pedagogia e autismo: per una formazione degli operatori alla didattica scolastica." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2018. http://hdl.handle.net/10446/102057.

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Abstract:
L’obiettivo di questa tesi è discutere del tema “didattica ed autismo”, allo scopo di fornire un contributo teoretico e pratico per gli operatori che lavorano nella scuola primaria italiana con studenti diagnosticati all’interno del disturbo dello spettro autistico. Per questo motivo la trattazione è stata divisa in quattro parti. Nella prima vi è lo studio di come alcune scienze dell’educazione hanno analizzato l’autismo. Quindi, dopo aver effettuato un backgroud storico a partire dall’individuazione della diagnosi, si sono analizzati i contributi della psicologia (psicoanalitica, comportamentale e cognitiva), quelli della genetica e, infine, quelli nati dalla nosografia e dai Critical Autism Studies. La trattazione si è conclusa sostenendo che, ad oggi, le teorizzazioni sorte dalle scienze dell’educazione non sono riuscite a prendere in considerazione la persona con autismo come «intero» e che il loro utilizzo, non sussunto attraverso una prospettiva pedagogica, spesso non ha permesso la costruzione di esperienze di educazione per la persona, né ha favorito la didattica. Sono stati, inoltre, analizzati i contributi di autori che si stanno occupando di teorizzare l’educazione della persona con autismo attraverso la pedagogia speciale. Si è, infine, dimostrato come lo sguardo della pedagogia del personalismo permetterebbe di rimettere al centro la persona più che il suo autismo e consentirebbe maggiormente la costruzione di una didattica ad hoc. Nella seconda parte si è studiato come strutturare un colloquio pedagogico per raccogliere le esperienze degli insegnanti della scuola primaria che hanno lavorato con questi bambini. Lo scopo è stato quello di raccogliere le loro narrazioni al fine di scoprire il loro punto di vista sulla didattica. Analizzando le esperienze, è emerso che l’autismo del bambino creava all’insegnante difficoltà nel proprio lavoro. Quindi, per verificare se effettivamente fosse l’autismo del bambino ad impedire la didattica, si è ampliata la ricerca coinvolgendo anche gli insegnanti della scuola primaria che lavoravano nelle medesime scuole dei colleghi (precedentemente intervistati), ma non con studenti con autismo. Confrontando le esperienze, si è individuato che l’autismo del bambino permetteva agli insegnanti di interrogarsi maggiormente su di sé, come persone e come professionisti. Tuttavia c’era sempre la difficoltà di riuscire a trasformare le proprie “esperienze umane” in esperienze educative, limite che arrivava a minare il loro senso di autoefficacia. Per questo motivo si è teorizzato che occorreva investire sulla formazione degli insegnanti per permettere loro l’acquisizione di questa competenza. Durante le interviste, inoltre, è emerso che gli insegnanti ritenevano molto importante, per il loro lavoro e la loro formazione, sia il sostegno dei tecnici (compresi quelli del servizio sanitario che si occupavano del bambino), sia il contributo delle scienze dell’educazione, sia la prospettiva pedagogica. È nato quindi un ulteriore problema: poiché il contributo che potevano fornire le scienze dell’educazione era percepito dagli insegnanti come fondamentale, vi era ancora spazio per la pedagogia e per la didattica? Questo ha favorito la nascita della terza parte della tesi. Si è, perciò, costruito un questionario inviato online agli insegnanti della scuola primaria pubblica italiana per verificare i loro bisogni e desideri formativi, nonché per individuare il loro punto di vista sulle metodologie didattiche. L’analisi dei dati ha permesso di rilevare che vi è una cultura difforme sul territorio italiano e che, in generale, i docenti mostrano la necessità di avvalersi dei contributi delle scienze dell’educazione e della pedagogia per costruire una didattica sempre più personalizzata. Alla luce del lavoro effettuato nelle prime tre parti della trattazione, si è ideato un corso di formazione. Successivamente, grazie alla collaborazione di un servizio di neuropsichiatria infantile, si è fatta esperienza di tale formazione indirizzandola a operatori che già stavano lavorando con studenti con autismo, al fine di verificare se tale formazione potesse aiutare i professionisti nel loro lavoro con il bambino. I risultati positivi dell’esperienza hanno dimostrato che questa proposta aiuta gli operatori nel proprio lavoro e ne migliora anche il proprio senso di autoefficacia. Alla luce di ciò, si ritiene che favorire il punto di vista della pedagogia del personalismo possa migliorare l’azione didattica del professionista con tutti gli studenti (non solo quelli con diagnosi di autismo) contribuendo a ridefinire il senso della didattica stesso.
The objective of this thesis is to address the theme of “didactics and autism”, with the aim to making a theoretical and practical contribution for those working within the Italian schooling system with students diagnosed within the autism spectrum. The argument is divided into four sections.  In the first section it discusses how the education sciences have analyzed autism. After a historical construction that begins from diagnosis, contributions from psychology (psychoanalytic, behavioral and cognitive), genetics and Critical Autism Studies are analyzed. The section concludes arguing that until today science of education theories have not been able to consider the autistic person as a whole. Therefore these theoretical constructions and practices do not include the pedagogical perspective, which has not allowed the creation of a tested education for the individual of favored learning.  Contributions from those authors who have theorized education for autistic subjects through special pedagogy has also been analyzed, demonstrating how pedagogy of personalism approaches would allow the the person rather than their autism to be placed at the centre, making an ad hoc construction more feasible.  A pedagogical study is analyzed in section two, whose aim was to collect teaching experiences with autistic children in Italian primary education. The aim was to collect their individual narratives in order to discover their points of view on didactics. The analysis reveals that the child’s autism creates significant problems for the teacher. In order to determine if the autism was the major cause, further teachers within similar structures but without autistic children were interviewed.  Comparing results finds that the child’s autism allows the teacher to ask more questions of themselves, both as a person and as an individual. However there is the remaining problem of the difficulty found in transforming human experience into educational experience, a factor that undermines their sense of effectiveness. The argument is therefor made for the need to invest in training teachers to help them acquire these skills.  It emerged from the interviews that the teachers felt that the technical support (including those of the health services) as well as science of education and the pedagogic perspective contributions were extremely important.  This leads to another problem: if the contribution of the educational sciences is perceived as fundamental, how much space is left for pedagogy and didactics?  This question led to the formation of the third part of the thesis.  A questionnaire was prepared and sent online to the teachers working in the Italian primary school system to discover their educational needs and wishes, as well as their points of view on the didactic methodologies.  The analysis reveals that teachers across Italy use various methodologies, but in general feel the need for more contributions from the education sciences and pedagogy in order to construct a more personalized education approach. In light of the findings from these first three sections a course of training was proposed. Thanks to a child neuropsychiatric collaboration this training was trialled with a view of testing if such training would benefit the professionals in relation to their work with autistic children. This question has been presented in the fourth part. The positive experiences demonstrate that the proposal helps operators within their work and improved their sense of efficiency. Therefor I argue that a pedagogy of personalism could improve the didactic performance of professionals for all students and not only those autistic, contributing to redefining the sense of education itself.
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Ursoleo, Alessandra <1969&gt. "Immagine e storyboard nel digital storytelling per la formazione degli insegnanti : l’impatto del digital storytelling sull’autoefficacia e l'attitudine degli insegnanti in pre-servizio verso l'immagie, lo storyboard e la digital literacy nella narrazione digitale." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/10276.

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Abstract:
Il problema che si pone oggi alla scuola è quello di valutare che tipo di competenze (literacies) sono necessarie nel XXI secolo e come poterle sviluppare attraverso l’esperienza quotidiana. Le espressioni di “Digital Literacy” e quella correlata di “Digital Competence” si stanno ormai affermando a livello internazionale. Per promuovere a scuola lo sviluppo di competenze digitali, l’intenzionalità progettuale dell’insegnante diventa fondamentale per integrare gli elementi fisici/strumentali implicati nel processo di apprendimento con gli obiettivi prefissati – disciplinari e tecnologici – e le modalità o attività attraverso cui si pensa di raggiungerli. Questa ricerca sperimentale di natura quantitativa e qualitativa si occupa della formazione degli insegnanti in pre-servizio e del Digital Storytelling (DST o narrazione digitale) proposto come metodo innovativo nella didattica digitale. Le narrazioni digitali sono brevi storie di carattere personale o accademico che i digital storytellers trasformano in video della durata di pochi minuti, aggiungendo la propria voce a immagini, titoli, effetti e transizioni che scorrono sullo schermo, a volte accompagnati da suoni o musica. Il DST appare in grado di suscitare interesse e motivazione di docenti e studenti per promuovere le competenze narrative negli studenti, favorirne le attitudini a lavorare collettivamente, potenziare l'esperienza dell'apprendimento di lingue straniere, della matematica, della fisica e di altre discipline. Questa ricerca si propone l’obbiettivo di porre l’attenzione sulle competenze visive (Visual Literacy) necessarie ai docenti e agli studenti dell’era digitale, e analizza in particolare la relazione che esiste tra l’autoefficacia percepita dagli insegnanti in pre-servizio e le competenze digitali interessate nel processo di creazione di una storia digitale, e la relazione tra le attitudini e le predisposizioni al cambiamento da parte degli insegnanti in pre-servizio rispetto al DST e alla didattica digitale in generale. L’autoefficacia è stata definita come l’insieme delle convinzioni circa le proprie capacità di organizzazione ed esecuzione al fine di raggiungere uno scopo (Bandura, 1997). Essa si riferisce al giudizio rispetto alle proprie abilità e capacità possedute in uno specifico ambito. Siccome il senso di autoefficacia si basa su ciò che si crede e non su ciò che è oggettivamente vero (Bandura, 1997), è possibile influenzare le disposizioni verso un comportamento o un’attività se si aumenta il grado di autoefficacia percepita (Caprara, 2001). Dalla letteratura emerge che il DST è uno strumento efficace per esplorare le “capacità degli insegnanti di essere professionisti riflessivi” e quindi rappresenta uno strumento euristico per raccogliere dati sulle loro percezioni e riflessioni (Long, 2011, Banzato, 2014). Questa ricerca si propone quindi di promuovere una riflessione degli insegnanti in pre-servizio rispetto ai processi di insegnamento/apprendimento e in generale alla didattica digitale. Un totale di 49 insegnanti in pre-servizio ha partecipato allo studio e ha seguito il laboratorio di quattro mesi, durante il quale gli insegnanti hanno sperimentato in collaborazione il metodo del DST attraverso lezioni in presenza e online, e hanno condiviso il processo di creazione e il prodotto finale sulla piattaforma Moodle. I risultati della ricerca hanno rilevato che l’autoefficacia percepita e le attitudini sono in generale migliorate con l’esperienza del DST. In particolare per ciò che riguarda il prodotto video finale, il grado di autoefficacia percepita è aumentato, mentre i risultati della ricerca non rilevano differenze rispetto alle intenzioni degli insegnanti di utilizzare il DST in classe. In relazione poi alla collaborazione, i risultati rivelano l’aumento dell’autoefficacia percepita, dimostrando la significatività del DST come metodo di cooperative learning.
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GRION, VALENTINA. "Costruire identità professionale in ambienti narrativi on line. Una ricerca sulla formazione di insegnanti in servizio in contesto di CL in SFP." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3426062.

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Abstract:
Theoretical Framework Professional Identity is currently receiving increased attention in the field of teacher education (Korthagen, 2004; Alsup 2005; Korthagen, Verkuyl, 2007). Korthagen (2004, Korthagen & Verkuyl, 2007) considers the professional identity as a central dimension in search of the essence of the “good teacher”. Alsup (2005) thinks that forming a professional identity is a central process of becoming an effective teacher. Teachers need a teacher education that provides them with opportunities to develop a satisfactory professional identity: they have to take care of themselves first, in order to better take care of others later. For this, teacher educators must bring issues of identity into the methods class and must talk to preservice teachers about the difficulty of professional identity development (Alsup, 2005). Taking a discursive constructionist perspective (Holstein, Gubrium, 2008), we think that in telling and sharing their narratives, teachers and students construct and perform their identities. To narrate one’s own history is a process that involves the “reflection on”, the selection and the adaptation of the events so as to render them meaningful for those, who narrate and try to persuade those who listen, of their significance. To recount history is therefore an important job of identity construction (Watson, 2006). The deeper understanding of themselves as teachers leads to an auto-transformation that represents a form of professional empowerment (Zembylas, 2003). In this light, professional identity is a narrative and discursive construction that takes place within institutions, with the help of the narrative resources available in certain settings (Holstein, Gubrium, 2000; Søreide, 2007). This construction continues as an ongoing process of positioning in the discourse (Davies, Harré, 1990). As Harré and van Langenhove (1999) highlight: the individual emerges through the process of social interaction, not as a more or less unchanged endproduct but as one who is shaped and reshaped through a variety of discursive practices in which they participate. Aim The aim of the research is to explore how teacher identities can be constructed through narrative in the online educational context of discussion. Specifically, it examines which narrative resources the participants use, and how they position themselves within the discussions, engaging in the ongoing process of identity construction. Methodology Participants. 13 in-service teachers with at least 4 years’ experience as teachers, enrolled in the online workshop during the second year of the Teacher Education University Course. Activities. Teacher-students were required to work individually or in 2 groups of 7 and 6 participants, for about three months on an asynchronous website. They were engaged in two kinds of activity: an individual activity in which they made a self presentation, defined the qualities of a “good teacher” and recounted their professional choice; a group activity where they discussed their stories and experiences as teachers. Data collection and analysis. The data comprised all the writings of the two groups: a) the texts that students wrote individually; b) the sequences of web-forum messages. With reference to Positioning theory (Harré, van Langenhove, 1999) we conducted a discourse analysis using the qualitative data analysis software AtlasTi: Findings In the 4 corpora of analysis, the participants made reference to a multitude of subjective positions, i.e. to emphasize different aspects of the understanding of oneself and one’s profession. Through analysis of the processes of identification and distancing from such subjective positions, brought into existence by the participants in the course of the narrations and interactions, have been emerging the identities that would seem to have greater significance for the teaching participants in the laboratory. Five identity constructs have been characterized: - the teacher in relation, strong identity construct, emerging from the narrations of the participants of both groups A and B, both in the individual phase and in group. It is the identity of the teacher engaged in an articulate series of relations with the various members of the scholastic reality. - the maternal teacher, less articulate and complex construct than the precedent, but emerging, in a less diffused way in the writing of the participants; it is the identity of the teacher who sees the educational relationship as “taking care” of the children, who represent the compass of their didactic action. - the teaching professional, an identity that takes shape in a clearly more defined way defined and in the two bodies of individual texts; it is an identity characterized by multiple dimensions, of which most important and common to the two groups, are those tied to the ability to collaborate and motivate the students. - the teacher in crisis, that emerges from the narrations shared by group A (of the two, that composed by the teachers with more years of service), and in particular by the body of the forum; it is the identity of the teacher in danger of burnout, tired and worn out, from their own working activity. - the teacher-person, defined by the minimum number of different subjective positions, but emerging with particular “urgency” and need to show oneself. It is the identity that takes form in the fluctuating, unstable and ambiguous space that is created between their personal identity and their professionalism. To all these identities, some participants have made reference in some way, from which, in some way, they were distanced. The individual construction process of the professional identity has been come about as a process of positioning and negotiation between the various possible identities emerging in the discursive context. It was added to verify how the emergent identities have space to overlap one another. The possibility of understanding the processes and the structures through which such constructions happen and in which images, beliefs, practices and reflections are included represents an important potentiality and an instrument of work for those who are engaged in the field of teacher training like those of scholastic policy and administration. In this sense the research throws light on possible training models for teachers in service. Throwing light on the resources and construction of narrative processes of the professional identity of the teacher in service, the search has shown other important implications. In the first place, the results confirm the idea already expressed by many investigators and widely discussed in the previous chapters of this work, that it does not make sense to propose to teachers in training a pre-manufactured and universal model of professional identity to adhere to since the professional identity construct is flexible, continuously constructed and reconstructed. In the second place they contribute to offer us uno glance, albeit limited, but also always meaningful, at today's scholastic reality, allowing the emergence of theoretical approaches, diffused beliefs, meaningful practices, that they represent the dominant value systems in the present school institution, or better, in daily scholastic life experienced by the participants. A reading of the data from the strictly more pedagogical point of view leads to finding that both the activities proposed in the on line laboratory, individual and group, can be considered meaningful since they have allowed the participants to make explicit and explore, at narrative level, one’s own professional and personal life in the search for a greater knowledge of oneself as teachers, is highlighted the value of the collective dimension of the forum as a place/tool most adequate for the carrying out of processes oriented towards a deeper knowledge of one’s own professional identity. In this general context is revealed that the search results have shown a kind of evolution of the two communities in the passage between the narration activity individual to that shared in the forum. The narrative sharing leads the participants to abandon some positions, probably the less meaningful for them, and to focus on a smaller number of aspects mainly shared. The interaction in the forum - sometimes enriched by oppositive type dynamics that have contributed to put into doubt little explored constructs, affirmations taken for granted - thus favours a greater elaboration of constructs and therefore a better exploration than any subjective position and definition of the identity construct.
In ambito di ricerca di formazione degli insegnanti un crescente interesse è dimostrato nei confronti del tema dell’identità professionale. Korthagen (2004, Korthagen & Verkuyl, 2007) considera l’identità professionale come dimensione particolarmente rilevante nella ricerca dell’essenza del “buon insegnante”. Alsup (2005) ritiene che formare un’identità professionale sia un processo centrale per assumere pienamente l’habitus d’insegnante. Gli insegnanti perciò necessitano di una formazione che offra loro opportunità per sviluppare soddisfacenti identità professionali: essi devono prendersi cura di sé, prima di poter meglio farsi carico degli altri. Per questo i formatori degli insegnanti dovrebbero porre le tematiche relative all’identità professionale al centro delle proprie proposte formative. Essi dovrebbero inoltre fare chiarezza con i formandi, sulle difficoltà che comporta raggiungere una soddisfacente e consapevole identità professionale. Assumendo una prospettiva discorsiva costruzionista (Holstein, Gubrium, 2008), si ritiene che raccontando e condividendo le proprie storie, gli insegnanti costruiscano e mostrino le loro identità. Narrare la propria storia è un processo che coinvolge la “riflessione su”, la selezione e l’adattamento degli eventi in maniera da renderli significativi per colui che narra e per cercare di persuadere della loro significatività colui che ascolta. Raccontare storie è perciò un importante lavoro di costruzione identitaria (Watson, 2006). La comprensione più profonda di sé come insegnanti conduce ad un’auto-trasformazione che rappresenta una forma di empowerment professionale (Zembylas, 2003). In questa prospettiva, l’identità risulta un costrutto narrativo e discorsivo che prende forma all’interno delle istituzioni, attraverso le risorse narrative disponibili in certi setting. (Holstein, Gubrium, 2000; Søreide, 2007). Questa costruzione si realizza come continuo processo di posizionamento nel discorso (Davies, Harré, 1990). Harré e van Langenhove (1999) sottolineano che l’individuo emerge, attraverso il processo d’interazione sociale, non come prodotto più o meno stabile, ma come costruito e ricostruito attraverso una varietà di pratiche discorsive alle quali egli partecipa. L’obiettivo della ricerca è quello di esplorare come l’identità professionale può essere costruita attraverso l’uso delle risorse narrative disponibili nel contesto di discussione on line. Specificamente si vogliono esaminare quali risorse narrative usano i partecipanti e come essi si posizionano all’interno del contesto, mentre sono impegnati nel processo di costruzione identitaria professionale. I partecipanti alla ricerca sono stati 13 insegnanti di scuola primaria o dell’infanzia, frequentanti il laboratorio on line di Tecnologie dell’istruzione nell’ambito del CL in Scienze della Formazione Primaria dell’Università di Padova. I soggetti sono stati divisi in 2 gruppi individuati in base all’età di servizio: il gruppo A formato dalle insegnanti con 8-10 anni di servizio nella scuola (insegnanti esperti) e il gruppo B formato dalle insegnanti con 4-5 anni di servizio nella scuola (insegnanti qualificati). I partecipanti hanno interagito fra di loro esclusivamente on line, in modalità testuale e asincrona, utilizzando una piattaforma specificamente realizzata. Le attività, che si sono svolte durante un lasso di tempo di circa tre mesi e sono state suddivise in una fase individuale, durante le quale essi hanno prodotto una presentazione di sé e descritto la propria visione del “buon insegnante”, e una di gruppo in cui hanno condiviso la propria scelta e i propri vissuti professionali. I dati hanno compreso gli scritti dei due gruppi: a) i testi che ciascuno studente ha scritto individualmente; b) le sequenze dei messaggi in forum. Utilizzando la Positioning Theory (Harré, van Langenhove, 1999), è stata condotta un’analisi del discorso con l’ausilio del software di analisi qualitative AtlasTi: Nei 4 corpora d’analisi le partecipanti hanno fatto riferimento a una moltitudine di posizioni soggettive, a sottolineare i differenti aspetti della comprensione di sé e del proprio lavoro. Attraverso l’analisi dei processi d'identificazione e distanziamento dalle posizioni soggettive espresse dai pari, sono andate emergendo le identità che sembrano avere avuto maggiore significatività per le insegnanti partecipanti al laboratorio. Sono stati individuati 5 costrutti identitari: - l’insegnante in relazione, costrutto identitario forte, emergente dalle narrazioni delle partecipanti di entrambi i gruppi A e B, sia in fase individuale, che in quella di gruppo. E’ l’identità dell’insegnante impegnato in una serie articolate di relazioni con i diversi componenti della realtà scolastica; - l’insegnante materna, costrutto meno articolato e complesso del precedente, ma emergente in modo diffuso negli scritti delle partecipanti; è l’identità dell’insegnante che intende il rapporto educativo come un “prendersi cura” dei bambini, i quali rappresentano la bussola della sua azione didattica; - l’insegnante professionista, un’identità che prende forma in modo nettamente più chiaro e definito nei due corpora dei testi individuali; è un’identità caratterizzata da molteplici dimensioni, di cui le più rilevanti e comuni ai due gruppi, sono quelle legate alla capacità di collaborare e di motivare gli allievi; - l’insegnante in crisi, che emerge dalle narrazioni condivise del gruppo A (fra i due, quello composto dagli insegnanti con più anni di servizio), e in particolare dal corpus del forum; è l’identità dell’insegnante in pericolo di burnout, stanco e logorato dalla propria attività lavorativa; - l’insegnante-persona, definita da numero minimo di diverse posizioni soggettive, ma emergente con particolare “urgenza” e bisogno di manifestarsi. E’ l’identità che prende forma nello spazio fluttuante, instabile e ambiguo che si crea fra la propria identità personale e la professionalità. A tutte queste identità, ciascuna partecipante ha fatto in qualche modo riferimento, da tutte vi si è, in qualche modo, distanziata. Il processo di costruzione individuale dell’identità professionale si è realizzato come processo di posizionamento e di negoziazione fra le varie possibili identità emergenti nel contesto discorsivo. Si è giunti inoltre a verificare come le identità emergenti abbiano spazi di sovrapposizione l’una all’altra. La possibilità di capire i processi e le strutture attraverso le quali tali costruzioni avvengono e quali immagini, credenze, pratiche, riflessioni vi siano comprese rappresenta un’importante potenzialità e uno strumento di lavoro per coloro che sono impegnati nel campo della formazione degli insegnanti, così come in quello dell’amministrazione e della politica scolastiche. In tal senso la ricerca getta luce su possibili modelli formativi per gli insegnanti in servizio. Focalizzando sulle risorse e sui processi di costruzione narrativa dell’identità professionale dell’insegnante in servizio, la ricerca ha mostrato altre importanti implicazioni. I risultati confermano, innanzitutto, l’idea, già espressa da molti ricercatori e ampiamente discussa nei precedenti capitoli di questo lavoro, che non abbia senso proporre agli insegnanti in formazione un modello preconfezionato e universale di identità professionale cui aderire, poiché il costrutto identitario professionale risulta flessibile, continuamente costruito e ricostruito, sempre situato. In secondo luogo essi contribuiscono ad offrirci uno squarcio, seppure limitato, ma pur sempre significativo, sull’odierna realtà scolastica, permettendo l’emergere di approcci teorici, credenze diffuse, pratiche, significati, che rappresentano i sistemi valoriali dominanti nell’attuale istituzione scuola, o meglio, nelle quotidianità scolastiche vissute dai partecipanti alla ricerca. Una lettura dei dati dal punto di vista più strettamente pedagogico conduce a rilevare che entrambe le attività proposte nel laboratorio on line, quella individuale e quella di gruppo, possono essere considerate significative poiché hanno permesso alle partecipanti di esplicitare ed esplorare, a livello narrativo, i propri vissuti professionali e personali in una crescente consapevolezza di sé come insegnanti. Va messo in luce il valore strategico del forum come luogo/strumento collettivo privilegiato alla realizzazione di processi orientati ad una più profonda consapevolezza della propria identità professionale. Va rilevato inoltre che i risultati della ricerca hanno mostrato una sorta di evoluzione delle due comunità (gruppi A e B) nel passaggio fra l’attività di narrazione individuale a quella condivisa nel forum. La condivisione narrativa conduce le partecipanti ad abbandonare alcune posizioni, probabilmente le meno significative per loro, e a focalizzarsi su un numero minore di aspetti maggiormente condivisi. L’interazione in forum - arricchita a volte da dinamiche di tipo oppositivo che hanno contribuito a mettere in discussione costrutti poco esplorati, affermazioni date per scontate - favorisce invece una maggiore elaborazione dei costrutti e perciò una migliore esplorazione di ciascuna posizione soggettiva e definizione del costrutto identitario.
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CATTANEO, AGNESE. "SAPERE D'AZIONE E COSTRUZIONE DELLA CONOSCENZA. LO SVILUPPO PROFESSIONALE DEGLI INSEGNANTI DI RICERCA, PRATICA RIFLESSIVA E INNOVAZIONE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/324.

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Abstract:
In relazione all'insegnamento, pare opportuno concentrare l'attenzione su di una peculiare forma di conoscenza prodotta nella e per la pratica professionale, il sapere d'azione, oggetto di studio soprattutto nel contesto francofono. L'ipotesi generale di ricerca che fonda il presente studio risulta incentrata sull'analisi, in prospettiva pedagogica, di tre dimensioni-chiave (la ricerca, la pratica riflessiva e la diffusione delle innovazioni e del cambiamento in ambito scolastico) che concorrono alla costruzione di tale sapere, considerato componente essenziale nello sviluppo professionale degli insegnanti. la riflessione su questi temi orienta la messa a punto di un sistema di analisi e descrizione delle iniziative di formazione continua attuate in sinergia fra il mondo della scuola e quello della ricerca scientifica.
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CATTANEO, AGNESE. "SAPERE D'AZIONE E COSTRUZIONE DELLA CONOSCENZA. LO SVILUPPO PROFESSIONALE DEGLI INSEGNANTI DI RICERCA, PRATICA RIFLESSIVA E INNOVAZIONE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/324.

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In relazione all'insegnamento, pare opportuno concentrare l'attenzione su di una peculiare forma di conoscenza prodotta nella e per la pratica professionale, il sapere d'azione, oggetto di studio soprattutto nel contesto francofono. L'ipotesi generale di ricerca che fonda il presente studio risulta incentrata sull'analisi, in prospettiva pedagogica, di tre dimensioni-chiave (la ricerca, la pratica riflessiva e la diffusione delle innovazioni e del cambiamento in ambito scolastico) che concorrono alla costruzione di tale sapere, considerato componente essenziale nello sviluppo professionale degli insegnanti. la riflessione su questi temi orienta la messa a punto di un sistema di analisi e descrizione delle iniziative di formazione continua attuate in sinergia fra il mondo della scuola e quello della ricerca scientifica.
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Spagnolo, Camilla. "Valutazione formativa in matematica. Strumenti di rilevazione delle abilità in matematica nei video del progetto FAMT&L." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10899/.

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Abstract:
Questa tesi espone il mio lavoro all'interno del progetto di ricerca del FAMT&L, progetto sviluppato dal dipartimento di Matematica e dal dipartimento di Scienze dell'Educazione sulla valutazione formativa in matematica, finanziato dall'Unione Europea e svolto in collaborazione con Francia, Svizzera, Olanda e Cipro. Questo progetto di ricerca è centrato sulla formazione degli insegnanti alla valutazione formativa. L'obiettivo è quello di formare gli insegnanti a fare valutazione formativa in matematica. Lo strumento scelto è quello di lavorare su video di situazioni in classe. Il mio lavoro di tesi è consistito nell'analizzare le situazioni dei video per trovare delle categorie relative ai contenuti, alle competenze matematiche e alle caratteristiche dell'apprendimento della matematica. Questi materiali saranno utilizzati come materiale nella formazione insegnanti.
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Nicolodi, Suzana Cini Freitas. "Práticas e processos de mediação pedagógica em cursos de pedagogia na modalidade EAD." Universidade do Vale do Rio dos Sinos, 2012. http://www.repositorio.jesuita.org.br/handle/UNISINOS/3120.

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Abstract:
Submitted by Maicon Juliano Schmidt (maicons) on 2015-03-24T13:26:58Z No. of bitstreams: 1 Suzana Cini Freitas Nicolodi.pdf: 920240 bytes, checksum: ca95ccad3a16aaac8e1470f696c5a1a3 (MD5)
Made available in DSpace on 2015-03-24T13:26:58Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Suzana Cini Freitas Nicolodi.pdf: 920240 bytes, checksum: ca95ccad3a16aaac8e1470f696c5a1a3 (MD5) Previous issue date: 2012-12-20
Nenhuma
Data la forte crescita e sviluppo dell'istruzione a distanza negli ultimi dieci anni in Brasile ed è stato l'opzione modalità dello Stato di offrire, e interiorizzare democratizzare l'accesso a un'istruzione di qualità, portando ad una carenza di insegnanti in formazione di base, l'inchiesta attuale, Pratiche e processi aventi diritto corsi mediazione pedagogici in modalità a distanza, ha cercato di capire come le pratiche sono sviluppati e dei processi di mediazione pedagogica nei contesti formativi in modalità formazione a distanza, utilizzando le tecnologie digitali. Preso come riferimento Pedagogia Corsi di UAB offerti da istituti di istruzione in Paraná. Incluso il contributo delle quattro istituzioni partner che offrono i corsi di Pedagogia UAB in modalità a distanza. La prima fase dello studio è stata rivolta ai coordinatori dei corsi, utilizzando interviste semistrutturate, sperando di capire come il progetto è stato costruito corsi pedagogici, pratiche di insegnamento che sono le più utilizzate e significate in queste modalità , e il valore che attribuiscono alla didattica e alla formazione degli attori che partecipano alla realizzazione dei corsi. La seconda fase della ricerca, rivolta a studenti di un istituto, ha cercato di condurre focus group, delucidare i concetti di formazione, la mediazione e la qualità che questi ragazzi costruirono lungo i sentieri dell'esperienza vissuta nella formazione a distanza. L'approccio di ricerca assunto qualitativa, utilizzando la descrizione e dialogo con i dati nel processo. Come risultati principali si possono citare: un punto di riferimento forte nei progetti fisici aula di educazione pedagogica dei corsi censiti, le pratiche pedagogiche usano ancora il paradigma centrale dell'insegnamento, con l'insegnante come il centro principale del processo, l'importanza di una formazione specifica per gli insegnanti agire in questa modalità, il riconoscimento della conoscenza relativa al lavoro collettivo necessarie sono indicate nel DL, e anche come questi temi sta influenzando la formazione e la valutazione degli studenti che fanno i loro corsi.
Dado o forte crescimento e desenvolvimento da EaD na última década no Brasil e tendo sido a modalidade a opção do Estado para oferecer, democratizar e interiorizar o acesso à uma educação de qualidade, levando em o déficit de docentes na educação básica, a presente investigação, intitulada Práticas e Processos de Mediação Pedagógica em cursos de Pedagogia na Modalidade EaD, buscou compreender como são desenvolvidas as práticas e os processos de mediação pedagógica em contextos formativos na modalidade EaD, que utilizam as tecnologias digitais. Tomou como referente os Cursos de Licenciatura em Pedagogia da UAB ofertados por Instituições de Ensino paranaenses. Contou com a contribuição de quatro Instituições parceiras da UAB que ofertam os Cursos de Pedagogia na modalidade a distância. A primeira etapa do estudo foi direcionada aos coordenadores dos Cursos, usando entrevistas semiestruturadas, na intenção de compreender como o projeto pedagógico dos cursos foi construído, que práticas pedagógicas são mais utilizadas e significadas na modalidade, e o valor que atribuem à formação docente e dos atores envolvidos na realização dos Cursos. A segunda etapa da pesquisa, direcionada aos estudantes de uma das Instituições, procurou, através da realização do Grupo Focal, desvendar as concepções de formação, qualidade e mediação que estes sujeitos construíram ao longo dos percursos formativos vividos na experiência de EaD. A abordagem da pesquisa assumiu caráter qualitativo, usando a descrição e o diálogo com os dados no decorrer do processo. Como principais achados podem ser mencionados: a forte referência do ensino presencial físico nos projetos pedagógicos dos cursos pesquisados; as práticas pedagógicas ainda utilizam a centralidade do paradigma do ensino, tendo o professor como principal centro do processo; a importância da formação específica dos docentes para atuar na modalidade; o reconhecimento dos saberes relativos ao trabalho coletivo são apontados necessários na EaD e, ainda, como estas questões vem impactando na formação dos estudantes e a avaliação que fazem dos seus Cursos.
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LAI, GIAMPAOLO. "L'insegnamento della meccanica quantistica nella scuola secondaria: fondamenti, problemi, proposte." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2015. http://hdl.handle.net/11584/266375.

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Abstract:
Quantum mechanics isn’t just the theory that explains the atomic and subatomic world, but also a great adventure of the human thinking: since the beginning of the Twentieth Century it has deeply changed the world view of scientists and philosophers. On these and other reflections is based the importance of teaching modern physics in the high school. By these considerations comes out a complicated problem of research in physics education: the possibility and the way we could teach modern physic in the period that comes before academic studies. The problem has become more urgent since some latest changes in the education law in Italy. The hypothesis of this project of research is that teaching and learning of quantum mechanics meet some obstacles that make difficult to implement the didactic proposals developed by researchers. In the matter of students’ difficulties, are mainly studied the formal obstacles and the possibility of developing didactic proposals with mathematic tools accessible for the students. In the matter of teachers’ difficulties, is studied their view of the problem, by means of an investigation into a teachers group of a local high school and a wide investigation into a group who participated in an important experience of nationwide training. From the results of investigations arise very interesting reflections about teachers training in modern physics education.
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SININI, GLORIA. "La didattica 2.0 e le competenze dell'insegnante. Verso un modello." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1375.

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Abstract:
La società digitale e l’incremento degli spazi informali di apprendimento richiedono agli insegnanti di divenire digitalmente competenti. I più recenti sviluppi digitali, identificati con l’avvento del web 2.0, creano nuove sfide educative per la scuola. Questo studio, sviluppato in collaborazione con il CREMIT (Università Cattolica di Milano), intende sviluppare un modello per la competenza digitale che possa orientare la formazione degli insegnanti. Il modello intende essere costruito a partire da una ricognizione bibliografica sul concetto di competenza sviluppata da Guy Le Boterf. Questo frame teorico ha orientato la ricerca etnografica sul campo condotta attraverso interviste in profondità e osservazioni partecipanti di insegnanti che utilizzano le tecnologie in classe. Le “best practices” emerse saranno sistematizzate in un modello di competenze digitali volto a fornire le linee guida per l’utilizzo delle ICT nell’educazione e nella didattica.
The digital society and the increasing of informal learning spaces require teachers to become digitally competent. The latest digital trends identified with 2.0 web, create new educational challenges in school. This study, developed in collaboration with CREMIT (Catholic University in Milan), aims to develop a digital model competence that could pave the way for teachers training. The model is going to be built from a bibliographic recognition about the competence concept developed by Guy Le Boterf. This theoretical frame has oriented an ethnographic research on field consisted in deep interviews and participant observations of teachers using technology in class. The best teaching practices will be used to build a competence model giving the guidelines for using ICT in education and didactic.
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SININI, GLORIA. "La didattica 2.0 e le competenze dell'insegnante. Verso un modello." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1375.

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Abstract:
La società digitale e l’incremento degli spazi informali di apprendimento richiedono agli insegnanti di divenire digitalmente competenti. I più recenti sviluppi digitali, identificati con l’avvento del web 2.0, creano nuove sfide educative per la scuola. Questo studio, sviluppato in collaborazione con il CREMIT (Università Cattolica di Milano), intende sviluppare un modello per la competenza digitale che possa orientare la formazione degli insegnanti. Il modello intende essere costruito a partire da una ricognizione bibliografica sul concetto di competenza sviluppata da Guy Le Boterf. Questo frame teorico ha orientato la ricerca etnografica sul campo condotta attraverso interviste in profondità e osservazioni partecipanti di insegnanti che utilizzano le tecnologie in classe. Le “best practices” emerse saranno sistematizzate in un modello di competenze digitali volto a fornire le linee guida per l’utilizzo delle ICT nell’educazione e nella didattica.
The digital society and the increasing of informal learning spaces require teachers to become digitally competent. The latest digital trends identified with 2.0 web, create new educational challenges in school. This study, developed in collaboration with CREMIT (Catholic University in Milan), aims to develop a digital model competence that could pave the way for teachers training. The model is going to be built from a bibliographic recognition about the competence concept developed by Guy Le Boterf. This theoretical frame has oriented an ethnographic research on field consisted in deep interviews and participant observations of teachers using technology in class. The best teaching practices will be used to build a competence model giving the guidelines for using ICT in education and didactic.
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Martins, Filho Altino José. "Minúcias da vida cotidiana no fazer-fazendo da docência na educação infantil." reponame:Biblioteca Digital de Teses e Dissertações da UFRGS, 2013. http://hdl.handle.net/10183/72780.

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Abstract:
Questa tesi consiste nella presentazione dei risultati di un sondaggio condotto in un istituto di prima infanzia si trova in un comune situato nella regione di Florianópolis / SC, nel corso del 2010. Lo studio ha lo scopo di descrivere e analizzare le varie minuzie della vita quotidiana nella professione di insegnante, mettendo in evidenza gli elementi di constituidores fanno fare gli insegnanti. Nel sondaggio cercato legami più stretti tra Pedagogia dell'Infanzia e Sociologia della vita quotidiana, alla ricerca di interfacce interdisciplinari come un modo per comprendere l'insegnamento nel corso della vita di tutti i giorni, e di contribuire alla costruzione di un punto di vista socio-pedagogico dell'infanzia e dell'educazione. I percorsi di indagine, seguendo le ipotesi della ricerca qualitativa mi hanno portato alla realizzazione di un approccio interpretativo, la creazione di un caso di studio. I docenti di questo istituto sono stati i miei interlocutori e mi hanno messo in evidenza, attraverso narrazioni orali, le dinamiche delle diverse routine fare facendo l'insegnamento. Io uso anche racconti scritti da uno degli insegnanti, messa a fuoco della ricerca, e ancora record in campo notebook basato sull'osservazione con la partecipazione al corso di un anno. La scelta di concentrarsi insegnante ha seguito alcuni criteri precedentemente elaborati, il cui requisito fondamentale era che erano un professionista di presentare un "insegnamento di successo". Il contributo principale di questo studio sta nel comprendere che l'azione riflessiva intorno alle varie minuzie della vita quotidiana, soprattutto per quanto riguarda far fare il giorno di insegnamento al giorno, permette di comprendere la complessità della vita vissuta in collettiva istituzione educativa. Hanno mostrato, inoltre, che le minuzie, intesi da alcuni insegnanti come attività didattiche e pedagogiche relative alla cura precoce e educazione - che guidano le dimensioni specifiche di insegnamento nell'educazione della prima infanzia - non sono visti come tali dalla istituzione più professionale.
A presente tese consiste na apresentação dos resultados de uma pesquisa realizada em uma instituição de educação infantil localizada em um município situado na região da Grande Florianópolis/SC, no decorrer do ano de 2010. O estudo teve como objetivo descrever e analisar as diferentes minúcias da vida cotidiana no exercício da docência, destacando os elementos constituidores do fazer-fazendo das professoras. Na pesquisa procurei estreitar os elos entre a Pedagogia da Infância e a Sociologia do Cotidiano, buscando interfaces interdisciplinares como forma de compreender a docência no decurso da vida cotidiana, e de contribuir na construção de uma perspectiva sociopedagógica de infância e de educação. Os caminhos investigativos, seguindo pelos pressupostos da pesquisa qualitativa, conduziram-me à realização de uma abordagem interpretativa, configurando-se um estudo de caso. As professoras da referida instituição foram minhas interlocutoras e me permitiram evidenciar, por meio de narrativas orais, a dinâmica das diferentes rotinas no fazer-fazendo da docência. Também utilizei narrativas escritas de uma das professoras, foco da pesquisa, e ainda registros em caderno de campo com base na observação com participação, no percurso de um ano. A escolha da professora foco seguiu alguns critérios previamente elaborados, cujo requisito essencial era o de que se tratasse de uma profissional que apresentasse uma “docência bem sucedida”. A principal contribuição deste estudo situa-se na compreensão de que a ação reflexiva em torno das diferentes minúcias da vida cotidiana, especialmente no que tange ao fazer-fazendo no dia a dia da docência, possibilita entender a complexidade da própria vida vivida no coletivo da instituição educativa. Evidenciou-se também que as minúcias, entendidas por algumas professoras como atividades educacional-pedagógicas relacionadas ao princípio de cuidado e educação - dimensões norteadoras da especificidade da docência na educação infantil -, ainda não são vistas como tal por grande parte das profissionais da instituição.
The present thesis is about the result presentations of a research held in an infantile education institution placed in a municipality in Florianópolis/SC in 2010. The study aims to describe and analyze different details of everyday life concern to teaching, highlighting the constitutor elements of make-making of teachers. In the research was tried to narrow the links between Childhood Pedagogy and Everyday Life Sociology, searching for interdisciplinary interfaces as a way to understand teaching along everyday life and to contribute in the construction of a childhood and education socio-pedagogy perspective. The investigative ways, following by the qualitative research presumptions have led to hold an interpretative approach, configuring a case study. The teachers from that institution were interlocutors and allowed proving, through oral reports, the different routine dynamics of make-making of teaching. It was also used written reports of one of the teachers, focus of the research, and also records in notebook based on observation with participation, along the year. The choice of the focused teacher followed some criteria previously elaborated and the essential requisite was that the professional had a “successful teaching”. The main contribution of this study is placed on the understanding that the reflexive action surrounded by detailed differences of everyday life, specially, concerned to make-making of teaching everyday life, allows understanding the complexity of life lived in the educative institution collectivity. It was evidenced also that the details, understood by some teachers as educational-pedagogical activities related to care and education principle – dimensions that lead to specific teaching in infantile education -, are still not seen as such for most professionals of the institutions.
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PETTI, LIVIA. "Dalla laurea alla professione di insegnante: caso di studio di formazione continua attraverso una comunità on line." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2011. http://hdl.handle.net/10281/18770.

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Abstract:
This work is based on a three-year experiment and describes and analyses a case study of ongoing training through an online community of teachers. The idea of creating this space came from former Primary Education students who are now teaching at nursery and primary schools in the Lombardy Region. The space is hosted on a Web 2.0 platform, Socialgo, and has the peculiarity that, in addition to Primary Education graduates, its members also include professors and advisers from the degree course. This thesis is organised in five chapters. Chapter I: the theoretical framework The first chapter outlines a theoretical framework that discusses the concept of community: in particular, it reviews several of the most important uses of the term in a sociological, philosophical, psychological and pedagogical context. Then, it examines the different types of communities to define peculiarities and differences: communities of practice, practice networks, virtual communities and learning communities. Chapter II: the framework of context The second chapter outlines the framework of context of the research: it moves from a description of the current teaching profession in the information society and supports the important of ongoing education and informal learning. The chapter continues with an analysis of several communities of teachers (in Italy and abroad) on the Web. Chapter III: the research: methodology in the case of the Bicocca In-Formazione community The third chapter describes the quali-quantitative methodology used: on the one hand, it provides a description of the research tools used (observation, focus groups, interviews and questionnaire) and, on the other, it outlines the design of the research. Chapter IV: the research: first stage - building the community The fourth chapter describes the first stage of the research, i.e., building the Bicocca In-Formazione community. This chapter can be divided into two parts: - the first part investigates the needs of degree candidates and graduates for a space to share knowledge and information, constituting a framework for the needs analysis; - the second part deals with the process of building the community. This second part contains: a description of the spaces that comprise the online environment; the selection and training of the moderators; the procedures used for the start-up and launch stages of the teacher community. Chapter V: the research: second stage - monitoring the community The fifth chapter deals with monitoring the community and it can, in turn, be divided into three parts: - using a purely qualitative methodology, the first part studies the evolution of the community and describes both the modifications made to the online environment and the changes in communication strategies; the second part determines the most suitable definition for the type of the “Bicocca In-Formazione” community. The second part can be divided into two sections: the first is more descriptive, examining the reality of the community and analysing its characteristics and structural data; - the second starts from the experimental aspect, implemented through the administration of a questionnaire to degreed members of the community for the purpose of revealing their image of the online community in relation to several main dimensions: goals, participation, responsibilities, relational dynamics and learning; - finally, the third part starts from an analysis of discussions taking place in the forums in an attempt to deduce how the degree course affects the teaching profession, the extent to which the degreed members of the community demonstrate the education imprinting of the Primary Education course followed at Milano-Bicocca University. The debates that developed in the forum are analysed to trace a profile of the teachers participating in the community. Subsequently, in-depth interviews were conducted with several professors of the degree course, examining several discussions related to each instructor's discipline, in order to determine if there were elements in common with the teacher profile drawn. Finally, the data emerging from the qualitative measurements was compared with several items of quantitative data that emerged from the questionnaire. The objective was to understand the relationship between the profession and the Primary Education degree course. The work concludes with an appendix that includes all the models of the tools used.
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Zapparrata, Maria Valentina. "LE COMPETENZE EMOTIVE E RELAZIONALI NELLA PROFESSIONE DOCENTE. UN LABORATORIO PER LO SVILUPPO DELLE LIFE SKILLS NEL CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2017. http://hdl.handle.net/10447/239971.

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MOLTENI, PAOLA. "AUTISMO E SCUOLA: DIMENSIONI EDUCATIVE DEL LAVORO DI RETE TRA ESPERIENZE LOCALI E PROSPETTIVE INTERNAZIONALI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6171.

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Abstract:
La ricerca svolta ha messo chiaramente in evidenza alcune criticità e potenzialità del lavoro a scuola con alunni con autismo in un’ottica di rete unitaria e multidisciplinare. L’esperienza con alunni autistici vissuta dagli insegnanti ed educatori è stata percepita positivamente dalla maggioranza dei partecipanti alla ricerca qui descritta e gli aspetti negativi evidenziati sono emersi soprattutto in relazione alle difficoltà di lavorare in equipe e di poter contare su un organico scolastico adeguato. Ciò che rende più faticoso il lavoro in classe è strettamente legato alle caratteristiche fondamentali del disturbo, ovvero alle modalità di relazione, comunicazione e comportamento manifestate dell’alunno. La relazione con i compagni è stata sottolineata come complessità principale e tale fattore può essere relativo alla capacità dell’insegnante di realizzare attività condivise in piccolo e grande gruppo, alla strutturazione di un percorso esplicativo del disturbo che sia di facile comprensione per i compagni e, soprattutto, alla formazione pratica e strumentale a supporto della realizzazione di un contesto inclusivo. La comunicazione è emersa come seconda difficoltà percepita dal campione e questo può essere dovuto al fatto che un ampio numero di professionisti utilizza strategie comunicative giudicate non pienamente efficaci per l’alunno, in particolare la modalità verbale; inoltre il discreto uso di tecniche alternative, come ad esempio la Comunicazione Aumentativa Alternativa e i supporti tecnologici, può condizionare significativamente le capacità espressive e comprensive dell’alunno. Infine, il comportamento problematico e stereotipato è un ulteriore elemento evidenziato come problematico, tuttavia la capacità di gestione dell’alunno in classe e delle manifestazioni del suo disagio sono, come già detto, tra degli aspetti più difficoltosi nell’autismo. È rilevante sottolineare come solo una piccola parte del campione ha rilevato peculiarità sensoriali, le quali influiscono direttamente sul comportamento e sulla capacità del ragazzo di essere presente in aula al meglio delle proprie capacità. Le riflessioni emerse dai risultati ottenuti hanno offerto nuove chiavi di lettura alla problematica dell’autismo all’interno del contesto di riferimento, permettendo di delineare successivi percorsi progettuali e di ricerca: attraverso la ricerca svolta dalla dottoressa Molteni, è stata affermata la necessità di riflettere su come la scuola italiana riesca a rispondere alla presenza di alunni con autismo all’interno delle proprie classi. L’analisi dei dati raccolti attraverso la ricerca sviluppata dalla dottoranda ha messo in luce gli aspetti peculiari dell’esperienza scolastica dei professionisti che lavorano con alunni con autismo ed ha permesso la definizione di ipotesi progettuali a supporto del lavoro di rete già in atto nel territorio scolastico di Monza e Brianza, attraverso proposte operative che prevedono attività su scala locale ed internazionale.
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MOLTENI, PAOLA. "AUTISMO E SCUOLA: DIMENSIONI EDUCATIVE DEL LAVORO DI RETE TRA ESPERIENZE LOCALI E PROSPETTIVE INTERNAZIONALI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6171.

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Abstract:
La ricerca svolta ha messo chiaramente in evidenza alcune criticità e potenzialità del lavoro a scuola con alunni con autismo in un’ottica di rete unitaria e multidisciplinare. L’esperienza con alunni autistici vissuta dagli insegnanti ed educatori è stata percepita positivamente dalla maggioranza dei partecipanti alla ricerca qui descritta e gli aspetti negativi evidenziati sono emersi soprattutto in relazione alle difficoltà di lavorare in equipe e di poter contare su un organico scolastico adeguato. Ciò che rende più faticoso il lavoro in classe è strettamente legato alle caratteristiche fondamentali del disturbo, ovvero alle modalità di relazione, comunicazione e comportamento manifestate dell’alunno. La relazione con i compagni è stata sottolineata come complessità principale e tale fattore può essere relativo alla capacità dell’insegnante di realizzare attività condivise in piccolo e grande gruppo, alla strutturazione di un percorso esplicativo del disturbo che sia di facile comprensione per i compagni e, soprattutto, alla formazione pratica e strumentale a supporto della realizzazione di un contesto inclusivo. La comunicazione è emersa come seconda difficoltà percepita dal campione e questo può essere dovuto al fatto che un ampio numero di professionisti utilizza strategie comunicative giudicate non pienamente efficaci per l’alunno, in particolare la modalità verbale; inoltre il discreto uso di tecniche alternative, come ad esempio la Comunicazione Aumentativa Alternativa e i supporti tecnologici, può condizionare significativamente le capacità espressive e comprensive dell’alunno. Infine, il comportamento problematico e stereotipato è un ulteriore elemento evidenziato come problematico, tuttavia la capacità di gestione dell’alunno in classe e delle manifestazioni del suo disagio sono, come già detto, tra degli aspetti più difficoltosi nell’autismo. È rilevante sottolineare come solo una piccola parte del campione ha rilevato peculiarità sensoriali, le quali influiscono direttamente sul comportamento e sulla capacità del ragazzo di essere presente in aula al meglio delle proprie capacità. Le riflessioni emerse dai risultati ottenuti hanno offerto nuove chiavi di lettura alla problematica dell’autismo all’interno del contesto di riferimento, permettendo di delineare successivi percorsi progettuali e di ricerca: attraverso la ricerca svolta dalla dottoressa Molteni, è stata affermata la necessità di riflettere su come la scuola italiana riesca a rispondere alla presenza di alunni con autismo all’interno delle proprie classi. L’analisi dei dati raccolti attraverso la ricerca sviluppata dalla dottoranda ha messo in luce gli aspetti peculiari dell’esperienza scolastica dei professionisti che lavorano con alunni con autismo ed ha permesso la definizione di ipotesi progettuali a supporto del lavoro di rete già in atto nel territorio scolastico di Monza e Brianza, attraverso proposte operative che prevedono attività su scala locale ed internazionale.
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Hack, Cássia. "Formação de professores e professoras de educação física no Brasil e o embate de projetos no campo de conhecimento da saúde: contribuições da teoria pedagógica histórico-crítica." Faculdade de Educação, 2017. http://repositorio.ufba.br/ri/handle/ri/25354.

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CAPES
Esta tese compõe o conjunto de estudos realizados na Universidade Federal da Bahia, a partir do Programa de Pós-Graduação em Educação, Linha de Pesquisa Educação, Cultura Corporal e Lazer. Insere-se especificamente nos estudos realizados pelo Grupo de Estudo e Pesquisa em Educação Física, Esporte e Lazer (LEPEL/PPGE/FACED/UFBA) e responde a perguntas científicas relacionadas à pesquisa matricial sobre “Problemáticas significativas do Trabalho Pedagógico, da Produção do Conhecimento, das Políticas Públicas e da Formação de Professores de Educação Física e Esporte”. Tem como objeto de estudo o trato com o conhecimento na formação de Professores de Educação Física. Delimita como pergunta de investigação quais as contribuições da Psicologia Histórico-Cultural, da Pedagogia Histórico-Crítica e, da Abordagem Crítico-Superadora do Ensino da Educação Física para enfrentar as contradições presentes no currículo de formação de professores referentes à negação do conhecimento e, o trato com o conhecimento a partir de abordagens biologicistas, naturalistas, mecanicistas, que fragmentam corpo-mente e teoria-prática. A hipótese tratou do enfrentamento do projeto de formação de professores que defende a divisão dos cursos de Educação Física, dando ênfase à questão da saúde, a partir das possíveis contribuições de um conjunto teórico baseado na referência marxista e, da experiência pedagógica no ensino da Biomecânica Aplicada à Educação Física, conteúdo do eixo dos Fundamentos, da área da Saúde relacionado com o Eixo do Conteúdo Específico da Cultura Corporal do Curso de Licenciatura em Educação Física, de caráter ampliado, da Faculdade de Educação da Universidade Federal da Bahia. Os dados levantados e sistematizados foram coletados: (a) na bibliografia sobre os pressupostos teóricos; (b) na legislação, nos bancos de dados do MEC e, em dissertações e teses; (c) in locus, na experiência pedagógica desenvolvida no ensino da disciplina Biomecânica Aplicada à Educação Física na FACED/UFBA. Os procedimentos de investigação foram: análises de conteúdo; descrição densa em relatórios de campo; e elaboração de sínteses estabelecendo nexos e relações que permitiram a conclusão da tese. A tese apresenta como pressupostos, epistemológico a teoria do conhecimento Materialista Histórico Dialético, do desenvolvimento humano a Teoria Histórico Cultural, pedagógico a Teoria Pedagogia Histórico-Crítica e, no ensino da Educação Física, a Abordagem Crítico-Superadora. O objetivo diz respeito às contribuições dos pressupostos teóricos no trato com o conhecimento, em especial da área da saúde, no currículo de formação de professores de Educação Física, na perspectiva da superação de contradições e, de contribuições para consolidar uma consistente formação teórica, fundamentada na teoria do conhecimento do Materialismo Histórico Dialético. Conclui-se, apresentando, a partir dos pressupostos de referência marxista, elementos teórico-práticos, em que destacamos os sistemas de complexos, no trato com o conhecimento, no currículo de formação de professores de Educação Física, no marco de um curso único, de licenciatura ampliada.
ABSTRACT This thesis composes the set of studies performed at the Federal University of Bahia, through the Graduate Program in Education, Research Line on Education, Body Culture and Leisure. It is specifically inserted in the studies performed by the Study and Research Group in Physical Education, Sport and Leisure (LEPEL/PPGE/FACED/UFBA), and answers scientific questions related to the matrix research on “Significant issues on Pedagogical Work, Knowledge Production, Public Policies, and Formation of Physical Education and Sport Teachers”. Its object of study is the treatment of knowledge in the formation of Physical Education Teachers. It delimits as its research question what are the contributions of the Historical-Cultural Psychology, the Historical-Critical Pedagogy, and the Critical-Overcoming Approach of Physical Education Teaching to face the contradictions present in the teacher formation curriculum that refer to the knowledge denial, and the treatment of knowledge through biological, naturalistic, mechanistic approaches that fragment body-mind and theory-practice. The hypothesis dealt with the confrontation of the teacher formation project that defends the division of the Physical Education undergraduate programs, emphasizing the health matter, through the possible contributions of a theoretical set based on the Marxist reference, and the pedagogical experience in the teaching of Biomechanics Applied to Physical Education, subject of the Fundamentals of the Health area axis, related to the Axis of the Specific Content of Body Culture of the Physical Education Undergraduate Program, with extended character, of the College of Education in the Federal University of Bahia. The systematized data were collected: (a) in the bibliography about the theoretical assumptions; (b) in legislation, in the MEC databases, and in dissertations and theses; (c) in locus, in the pedagogical experience developed in the teaching of the Biomechanics Applied to Physical Education course at FACED/UFBA. The investigation procedures were: content analysis; dense description in field reports; and elaboration of syntheses establishing links and relations that allowed the conclusion of the thesis. The thesis presents as its assumptions: epistemologically, the Historical Dialectical Materialism theory of knowledge; on human development, the Cultural Historical Theory; pedagogically, the Historical-Critical Pedagogy Theory; and on the teaching of Physical Education, the Critical-Overcoming Approach. The objective concerns the contributions of the theoretical assumptions to the treatment of the knowledge, especially of the health area, in the curriculum of Physical Education teachers’ formation, with the perspective of overcoming contradictions, and of contributions to consolidate a consistent theoretical formation, based on the Historical and Dialectical Materialism theory of knowledge. It was concluded, presenting, through the assumptions of Marxist reference, theoretical-practical elements, where we highlight the systems of complexes, in the treatment of knowledge, in the curriculum of Physical Education teachers’ formation, within the framework of a single, extended degree.
RESUMEN Esta tesis compone el conjunto de estudios realizados en la Universidad Federal de Bahía, a partir del Programa de Postgrado en Educación, Línea de Investigación Educación, Cultura Corporal y Ocio. Se inserta específicamente en los estudios realizados por el Grupo de Estudio e Investigación en Educación Física, Deporte y Ocio (LEPEL / PPGE / FACED / UFBA) y responde a preguntas científicas relacionadas con la investigación matricial sobre "Problemáticas significativas del trabajo pedagógico, de la producción del conocimiento, de las Políticas Públicas y de la Formación de Profesores de Educación Física y Deporte. Tiene como objeto de estudio el trato con el conocimiento en la formación de Profesores de Educación Física. En el caso de la enseñanza de la educación física, se debe tener en cuenta que las contribuciones de la Pscicología Histórico-Cultural, de la Pedagogía Histórico-Crítica y del Enfoque Crítico-Superadora de la Enseñanza de la Educación Física para enfrentar las contradicciones presentes en el currículo de formación de profesores referentes a la negación del conocimiento y, trato con el conocimiento a partir de enfoques biologicistas, naturalistas, mecanicistas, que fragmentan cuerpo-mente y teoría-práctica. La hipótesis trató del enfrentamiento del proyecto de formación de profesores que defiende la división de los cursos de Educación Física, dando énfasis a la cuestión de la salud, a partir de las posibles contribuciones de un conjunto teórico basado en la referencia marxista y de la experiencia pedagógica en la enseñanza de la Biomecánica Aplicada a la Educación Física, el contenido del eje de los Fundamentos, del área de la Salud relacionado con el Eje del Contenido Específico de la Cultura Corporal del Curso de Licenciatura en Educación Física, de carácter ampliado, de la Facultad de Educación de la Universidad Federal de Bahía. Los datos levantados y sistematizados fueron recolectados: (a) en la bibliografía sobre los presupuestos teóricos; (b) en la legislación, en los bancos de datos del MEC y en disertaciones y tesis; (c) in locus, en la experiencia pedagógica desarrollada en la enseñanza de la disciplina Biomecánica Aplicada a la Educación Física en la FACED/UFBA. Los procedimientos de investigación fueron: análisis de contenido; descripción densa en informes de campo; y elaboración de síntesis estableciendo nexos y relaciones que permitieron la conclusión de la tesis. La tesis presenta como presupuestos, epistemológico la teoría del conocimiento Materialista Histórico Dialéctico, del desarrollo humano la Teoría Histórico Cultural, pedagógica la Teoría Pedagogía Histórico-Crítica y, en la enseñanza de la Educación Física, el Enfoque Crítico-Superadora. El objetivo se refiere a las contribuciones de los presupuestos teóricos en el trato con el conocimiento, en especial del área de la salud, en el currículo de formación de profesores de Educación Física, en la perspectiva de la superación de contradicciones y de contribuciones para consolidar una consistente formación teórica, fundamentada en la teoría del conocimiento del materialismo histórico dialéctico. Se concluye, presentando, a partir de los presupuestos de referencia marxista, elementos teórico-prácticos, en que destacamos los sistemas de complejos, en el trato con el conocimiento, en el currículo de formación de profesores de Educación Física, en el marco de un curso único, de licenciatura ampliada.
SOMMARIO Questa tesi compone l'accumulo degli studi effettuati presso l'Università Federale di Bahia, a partire dal Programma Post-Laurea in Educazione, Linea di Ricerca, Educazione, Cultura Corporale e Ricreazione. E 'specificamente inserito nell'analisi del Gruppo di Studio i Ricerca sull'Educazione Fisica, Sport i Ricreazione (LEPEL / PPGE / FACED / UFBA) e risponde a domande scientifiche relative alla ricerca di base su i "Problemi significativi del Lavoro Pedagogico, Produzione della Conoscenza" , delle Politiche Pubbliche e della Formazione degli Insegnanti di Educazione Fisica e Sport ". Ha come oggetto di studio il contatto con la conoscenza nella formazione degli insegnanti di Educazione Fisica. Delimita come una domanda di analisi quali sono i contributi della Psicologia Storico-Culturale, della Pedagogia Storico-Critica e dell'Approccio Critico-Superadora dell'Insegnamento dell'Educazione Fisica per affrontare le contraddizioni presenti nel curriculum di formazione degli insegnanti relativo alla negazione della conoscenza e, al contatto con la conoscenza di approcci biologicisti, naturalistici, meccanicistiche, che frammentano mente-corpo e teoria-pratica. L'ipotesi ha esaminato il confronto del progetto di formazione degli insegnanti che difende la divisione dei corsi di Educazione Fisica, sottolineando il problema della salute, basato sui possibili contributi di uma compilazione teorica basata sul riferimento marxista e, dell'esperienza pedagogica nell'insegnamento della Biomeccanica Applicata all'Educazione Fisica, contenuto dell'asse dei Fondamenti, dell'area della Salute relativa all'Asse del Contenuto Specifico della Cultura Corporale del Corso di Laurea in Educazione Fisica, di carattere estensivo, della Facoltà di Educazione dell'Università Federale di Bahia. I dati raccolti e sistematizzati sono stati ripresi: (a) nella bibliografia sulle ipotesi teoriche; (b) nella legislazione, nelle banche dati MEC, nelle dissertazioni e nelle tesi; (c) in locus, nell'esperienza pedagogica sviluppata nell'insegnamento della disciplina Biomeccanica Applicata all'Educazione Fisic nel FACED/UFBA. Le procedure investigative erano: analisi del contenuto; descrizione spesse negli articoli di campo; ed elaborazione di sintesi che stabiliscono collegamenti e relazioni che hanno permesso la conclusione della tesi. La tesi presenta come presupposti, epistemologici la teoria della conoscenza Materialista Storica-Dialettica, dallo sviluppo umano alla Teoria Storica Culturale, pedagogica alla Teoria Pedagogica Storico-Critica e, nell'insegnamento dell'Educazione Fisica, l'Approccio Critico-Superadora. L'obiettivo è di contribuire ai presupposti teorici nel trattamento della conoscenza, specialmente nell'area della salute, nel curriculum per la formazione degli insegnanti di Educazione Fisica, al fine di superare le contraddizioni e contribuire a consolidare una coerente formazione teórica, basata sulla teoria della conoscenza del Materialismo Storico Dialettico. Si conclude, presentando, basato su presupposti di riferimento marxista, elementi teorico-pratici, in cui si evidenziano i sistemi di complessi, nel trattamento della conoscenza, nel curriculum per la formazione degli insegnanti di Educazione Fisica, nell'ambito di un corso di laurea unico e prolungato.
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Perricone, Carmela, and Giuseppe Spadafora. "Professione insegnante : storia della formazione degli insegnanti in Italia dalla legge Casati alla S.S.I.S." Thesis, 2012. http://hdl.handle.net/10955/108.

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BOLASCO, CHIARA. "Formazione e sviluppo professionale online degli insegnanti. Studio di un gruppo di insegnanti su Facebook." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11573/1196431.

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Abstract:
Come evidenziano importanti ricerche in ambito internazionale e nazionale (TALIS 2013, Indire 2015/2016) la partecipazione degli insegnanti italiani ad iniziative di sviluppo professionale in contesti di natura formale, quali corsi e laboratori, conferenze, seminari, è tra le più basse in Europa ed in costante decrescita, mentre emerge uno spiccato interesse per attività di ricerca individuale e in gruppo e la propensione a individuare le opportunità di sviluppo professionale all’interno di comunità di pratica che, costituendosi come occasioni di confronto tra colleghi, consentono di ancorare l’attività di formazione permanente alle peculiarità dei singoli contesti educativi e di superare una condizione di "isolamento" frequentemente denunciata nel contesto scolastico. Diverse indagini sottolineano come tali opportunità si possano trovare oggi all’interno di spazi di socialità virtuali o online, quali ad esempio i Social Network, i forum o più in generale gli ambienti del Web 2.0 (Trentin 2004; Ellerani, 2010; Petti 2010; Ranieri & Manca, 2013; Ranieri, et al., 2012; Diggins et al., 2011; Scimeca, 2012; Munoz et al. 2013; Rehm & Notten 2016; Kelly & Antonio 2016; Fox & Bird 2017; Macià & Garcìa 2017). Il settore di ricerca sulla partecipazione degli insegnanti in contesti di sviluppo professionale online, risulta allo stato attuale largamente alimentato dalle percezioni degli insegnanti stessi (raccolte tramite interviste, surveys, questionari). L'analisi vuole contribuire all’avanzamento della ricerca e del dibattito sulle opportunità insite nei Social Network di sostenere e alimentare lo sviluppo professionale degli insegnanti, avvalendosi oltre che di metodologie di natura quantitativa e qualitativa, di strumenti di analisi del contenuto lessicale e testuale. In particolare lo studio indaga le dinamiche relazionali e comunicative che hanno luogo all’interno di una peculiare struttura comunitaria costituitasi su Facebook: il gruppo di insegnanti "La Classe Capovolta”.
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MICHELETTA, SILVIA. "Il video nella formazione degli insegnanti: bilanci e prospettive nel Web 2.0." Doctoral thesis, 2016. http://hdl.handle.net/2158/1035870.

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Abstract:
Il presente elaborato, frutto di tre anni di ricerca, nasce dall’intenzione di riflettere, studiare e ricercare più approfonditamente gli usi formativi ed educativi della tecnologia video per la formazione insegnanti. L’applicazione del video in questo ambito non è nuova – il microteaching è una pratica di formazione insegnanti nata diversi decenni addietro –, ma torna oggi, in una forma relativamente diversa e assai più potenziata, ad essere oggetto di grande interesse e attenzione. Grazie ai recenti sviluppi tecnologici si assiste ad una vera e propria esplosione del video – sia fruito che prodotto – che sta minando il predominio, finora indiscusso, del tradizionale canale verbale, costringendo ad interrogarsi sui possibili risvolti educativi di questo fenomeno. Questo lavoro intende illustrare le nuove prospettive formative ed educative del video applicato alla formazione degli insegnanti e fornire un quadro di suggerimenti operativi a chi intenda cimentarsi in esperienze di questo tipo, rispondendo essenzialmente a due quesiti: (i) quali potenzialità e criticità emergono dalla possibilità di introdurre i video nella formazione degli insegnanti, e (ii) quali scenari si stanno sviluppando oggi nell’ambito della formazione degli insegnanti supportata dal video. A questo scopo sono state raccolte diverse tipologie di fonti: (i) una ricca rassegna del panorama contemporaneo attivo sul web, e (iii) due ricerche sul campo, una svolta nel contesto di appartenenza e l’altra in contesto internazionale, alla University of California-Irvine.
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MONACO, Annarita. "Problemi matematici e convinzioni degli insegnanti di scuola primaria." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11573/1213376.

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Abstract:
L’interesse per il tema scelto nella ricerca trae origine dalla constatazione che i “cosiddetti” problemi proposti nella scuola primaria spesso non sono null’altro che esercizi e ben poco mettono in gioco le componenti noetiche, strategiche, comunicative e semiotiche dell’apprendimento matematico. La ricerca si connota come uno studio di tipo esplorativo-qualitativo, in termini lumbelliani e ha l’intento di mettere a punto ipotesi operative significative per successivi percorsi di ricerca. I partecipanti alla ricerca sono stati 45 insegnanti di scuola primaria ai quali è stata sottoposta una lunga intervista al fine di indagare: le convinzioni dei docenti sui problemi matematici e sul proprio ruolo nel gestirne la pratica didattica, le abitudini d’uso delle Indicazioni Nazionali e l’analisi di alcuni concetti chiave presenti nella premessa al documento. L’analisi qualitativa del contenuto delle interviste è stata effettuata con l’aiuto del software NVIVO 11. Sono state rilevate convinzioni diverse dei docenti intervistati rispetto a sette problemi proposti e anche concezioni diverse sulla gestione delle difficoltà e del successo degli allievi. L’analisi dei dati ha mostrato anche differenze di interpretazione dei concetti chiave proposti all’attenzione: chiarezza, discussione, argomentazione, autenticità, significatività, vita quotidiana. I risultati potranno ispirare la definizione di percorsi per la formazione dei docenti, che ha un ruolo cruciale di mediazione tra documenti istituzionali, convinzioni e atteggiamenti dei docenti e pratica didattica sui problemi in aula.
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