Academic literature on the topic 'Insegnanti - Formazione'

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Journal articles on the topic "Insegnanti - Formazione"

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Parri, Monica, and Andrea Ceciliani. "Riflettere sul genere, una proposta formativa per gli insegnanti di educazione fisica." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (November 2020): 21–39. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa9285.

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Abstract:
Le pratiche degli/delle insegnanti di educazione fisica, possono riflettere assunti e credenze sul genere sviluppatisi normalmente in contesti eterosessuali e che non considerano visioni alternative di genere. La ricognizione sulle proprie influenze socio-culturali, richiede un processo riflessivo che indirizzi la decostruzione degli stereotipi di genere e le azioni didattiche. Ma la riflessività è un "habitus" che può essere acquisito e migliorato attraverso la pratica. L'obiettivo del presente contributo è quello di delineare una proposta di formazione/apprendimento per insegnanti o futuri/e insegnanti di educazione fisica, a partire da un approccio riflessivo sul genere. Nella letteratura relativa all'insegnamento delle scienze motorie e degli sport, gli studi sulla pratica riflessiva sono in aumento, ma è necessario arricchire la riflessione critica della dimensione etica e politica dell'insegnamento/apprendimento, inclusa la dimensione di genere. La formazione alle pratiche riflessive nei curricula universitari e nella formazione per futuri/e insegnanti aumenta la consapevolezza nei confronti delle pratiche e dei discorsi sul genere ed è riconosciuta nel processo di riforma del genere in educazione. L'idea pedagogica di un laboratorio riflessivo per gli insegnanti di educazione fisica e scienze motorie merita quindi un'attenta considerazione
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Cera, Rosa. "Un'indagine comparativa: formazione degli insegnanti in Svezia e Italia, STEM education, TIC, ruolo e funzioni delle universit&." EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, no. 2 (December 2021): 5–22. http://dx.doi.org/10.3280/exioa2-2021oa13015.

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Abstract:
La finalità della ricerca comparativa è di individuare gli aspetti peculiari dei percorsi formativi degli insegnanti delle scuole secondarie in due diversi Paesi: Svezia e Italia. Per la formazione iniziale, sono stati posti a confronto i due differenti percorsi necessari al conseguimento del titolo utile all'insegnamento e le relative riforme attuate. Per la formazione continua sono state, invece, comparate le attività di coaching (Talis, 2018), in quanto in grado di promuovere il senso di auto-efficacia e l'identità dell'insegnante, oltre ad agevolare l'integrazione della teoria e delle attività di pratica nei percorsi formativi. Due sono gli obiettivi specifici: investigare le competenze degli studenti nelle discipline STEM, al fine di comprendere l'abilità dei relativi insegnanti e rilevare le competenze di questi ultimi nell'utilizzo delle TIC; il secondo indagare le attività svolte dalle università svedesi e italiane nella formazione degli insegnanti, individuandone le rispettive aree critiche. Attraverso i dati PISA 2018 è stato possibile confrontare le abilità degli studenti nelle discipline STEM, in particolare nella matematica e nelle scienze. In questo caso, si è preferito utilizzare i dati riguardanti gli studenti, in quanto considerati più attendibili, al fine di comprendere la preparazione degli insegnanti. Per comparare le abilità dei docenti nell'utilizzo delle TIC in classe sono stati, invece, utilizzati i dati Talis 2018. Attraverso la revisione scientifica della letteratura internazionale è stato, infine, possibile individuare le attività svolte dalle università svedesi e italiane nella formazione degli insegnanti. I risultati dell'indagine hanno evidenziato marcate differenze nel ruolo che gli universitari svedesi e italiani svolgono nel formare gli insegnanti, oltre ad una divergenza nelle competenze degli insegnanti nella STEM education e nell'utilizzo delle TIC.
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Alessandro Graffi, Paola Parravicini e. "La formazione iniziale degli insegnanti di scuola: verso un modello sostenibile." Società e diritti 6, no. 12 (February 14, 2022): 363–73. http://dx.doi.org/10.54103/2531-6710/17356.

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Abstract:
L’Università degli Studi di Milano è tradizionalmente impegnata nelle attività di formazione degli insegnanti e, perquanto attiene alla formazione iniziale, ha partecipato con puntuale dedizione alle attività richieste dai vari governiche si sono succeduti nel tempo. E non solo. Il Comitato per la Formazione degli insegnanti, attivo da tempo in senoall’Ateneo lombardo, ha contribuito in modo proattivo alla definizione di modelli di formazione e ha partecipato aidibattiti che si sono sviluppati sia all’interno dell’Accademia italiana che negli ambienti ministeriali, scolastici,sindacali. Tutto ciò è avvenuto per una ragione principale: la possibilità di sfruttare vere e proprie economie di retepositive connesse con la dimensione e, quindi, l’eterogeneità di un ateneo di grandi dimensioni.In questo lavoro, in particolare, verrà presentata l’esperienza dell’Università degli Studi in relazioneall’ottenimento della certificazione prevista dal Decreto Legislativo n.59 del 2017: attraverso i dati raccoltiattraverso quest’ultima esperienza, sarà infatti possibile proporre una serie di considerazioni circa i più differentiprofili dei candidati all’insegnamento nei prossimi anni per giungere una proposta di un modello di formazioneiniziale degli insegnanti efficiente, efficace e sostenibile.
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Agrusti, Gabriella. "Gaston Mialaret e la formazione degli insegnanti." CADMO, no. 2 (January 2017): 9–28. http://dx.doi.org/10.3280/cad2016-002002.

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Cappa, Carlo, Orazio Niceforo, and Donatella Palomba. "La formazione iniziale degli insegnanti in Italia." Revista Española de Educación Comparada, no. 22 (July 29, 2013): 139. http://dx.doi.org/10.5944/reec.22.2013.9327.

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Domenici, Gaetano, Valeria Biasi, and Anna Maria Ciraci. "Formazione e-learning degli insegnanti e pensiero creativo." ECPS - Educational, Cultural and Psychological Studies, no. 10 (December 2014): 189–218. http://dx.doi.org/10.7358/ecps-2014-010-dome.

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Pajer., Flavio. "LA FORMAZIONE DEGLI INSEGNANTI DI RELIGIONE NELL’UNIONE EUROPEA." Revista Diálogo Educacional 5, no. 16 (July 17, 2005): 167. http://dx.doi.org/10.7213/rde.v5i16.7988.

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Abstract:
Il processo di unificazione economica e politica dell’Europa - in atto ormai da quasi 50 anni se si considera il Trattato di Roma (1957) come l’evento fondante – non può e non deve produrre, almeno a breve termine, un livellamento delle istituzioni nazionali per uniformarle a un comune standard transnazionale. Questo è vero soprattutto per i vari sistemi educativi nazionali. Essi sono troppo ancorati alla storia e alla cultura delle rispettive nazioni, troppo diversi per lingua, per struttura e organizzazione, al punto che una loro armonizzazione risulterebbe un insulto allo specifico e irriducibile patrimonio culturale e storico delle varie nazioni europee.
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Simona Baggiani. "Lo sviluppo professionale degli insegnanti in Europa. Modelli, partecipazione, status e pianificazione a livello scolastico." IUL Research 3, no. 5 (June 20, 2022): 357–72. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i5.274.

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Abstract:
La crisi provocata dalla pandemia rappresenta una sfida senza precedenti per le comunità educative chiamate a dare una notevole prova di impegno, creatività e collaborazione tra pari per garantire la continuità dell’apprendimento e fornire a tutti gli studenti un’istruzione di qualità. Per affrontare tale sfida è necessario investire nella formazione degli insegnanti, affinché sviluppino competenze sempre più in linea con l’attuale contesto. Questo contributo tratterà più specificamente il tema dello sviluppo professionale continuo degli insegnanti in Europa, basandosi sull’analisi dei dati Eurydice 2020 e TALIS 2018. Si passeranno in rassegna modelli e partecipazione degli insegnanti allo sviluppo professionale, evidenziandone anche lo status nella normativa centrale e la sua pianificazione a livello scolastico.
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Vinci, Viviana. "Le competenze imprenditoriali degli insegnanti: sfide per la formazione." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 1 (June 2020): 398–425. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2020oa9496.

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Abstract:
L'imprenditorialità è una competenza chiave nell'ambito del quadro europeo considerata un potente volano della crescita economica, dell'innovazione e dell'emancipazione sociale. Il contributo presenta le risultanze di un'indagine esplorativa, condotta all'interno del Corso di sviluppo professionale DidaSco La progettazione europea nella scuola dell'autonomia (2019/2020). L'indagine, condotta attraverso la somministrazione di un questionario elaborato secondo l'European Entrepreneurship Competence Framework EntreComp (Bacigalupo et al., 2016), mira a comprendere le rappresentazioni degli insegnanti sulle competenze imprenditoriali del docente e sulle variabili che agevolano lo sviluppo dell'imprenditorialità a scuola, oltre che a individuare i bisogni di formazione percepiti dai docenti. I risultati mostrano l'importanza di costruire ecosistemi multidimensionali di apprendimento. Si avverte inoltre la necessità di valorizzare il ruolo del Dirigente scolastico nel supportare l'educazione imprenditoriale come processo di sviluppo dell'intero contesto scolastico.
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Agrusti, Gabriella, and Valeria Damiani. "Lessico e comprensione della lettura nella formazione degli insegnanti." CADMO, no. 1 (July 2014): 7–24. http://dx.doi.org/10.3280/cad2014-001003.

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Dissertations / Theses on the topic "Insegnanti - Formazione"

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ABBIATI, GIOVANNI. "LA FORMAZIONE DEGLI INSEGNANTI IN ITALIA. LA VALUTAZIONE DI DUE POLITICHE DI FORMAZIONE PROFESSIONALE PER INSEGNANTI DI SCUOLA MEDIA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2013. http://hdl.handle.net/2434/219121.

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Abstract:
This dissertation aims at providing empirical evidence on the effectiveness of two training programs for math teachers in southern Italy (M@t.abel+ and PQM). The programs are structured as content focused, one year lenght blended training sessions. Exploiting similarities and differences in the training (mainly, on organization of tutoring sessions and the presence on incentives), the analysis show positive effects of the training on both students outcomes and teacher short and medium term behaviours. Implications for policy are discussed.
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Napoli, Stefania. "La formazione dell'insegnante competente." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2012. http://hdl.handle.net/10556/367.

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Abstract:
2010 - 2011
I rapidi cambiamenti che hanno investito la società negli ultimi decenni hanno coinvolto anche il corpo insegnante in servizio e i futuri maestri a cui sono richieste, già nell’ambito della formazione iniziale, sempre maggiori competenze. Già da tempo il personale docente ha dovuto modificare il suo modo d’insegnare per adeguarsi al passaggio da una scuola della conoscenza a una scuola della competenza. Quindi non più la semplice trasmissione di nozioni dal docente al discente ma una formazione che stimoli attraverso la scoperta, il lavoro di gruppo, l’ausilio delle nuove tecnologia, l’acquisizione di competenze. Questo nuovo ruolo dell’insegnante richiede una formazione specifica orientata all’acquisizione di tecniche e strategie didattiche adatte a relazionarsi con studenti sempre più eterogenei, che in particolar modo nella scuola primaria presentano marcate differenze culturali, di capacità, d’interessi e di valori. Studenti che si approcciano alla scuola con modalità totalmente differenti gli uni dagli altri. Gli insegnanti quindi si trovano di fronte ad una scuola di massa che deve rispondere ad una pluralità d’esigenze. Nodo cruciale è la formazione dei docenti che deve iniziare con un adeguato percorso universitario e continuare lungo tutto il corso di vita, al fine di acquisire in primis le competenze di base da arricchire costantemente con un patrimonio di conoscenze, pratiche, tecniche e modelli d’azioni in costante evoluzione grazie alla ricerca. In realtà, la formazione degli insegnanti è un percorso che continua lungo tutto il tragitto personale e professionale in quanto nuove competenze devono essere sviluppate costantemente per far fronte alle sfide che il mondo della scuola pone quotidianamente innanzi. Questo richiede una formazione iniziale di qualità e un successivo percorso che permetta di essere costantemente aggiornati.The rapid changes of last decades have deeply affected our society and as well as the in-service and future teachers to whom are required already in the initial training specific competences. For-back the teaching staff has had to change their way to teach in order to adapt to the transition from a school of knowledge to a school of competence. Therefore, not more a mere transmission of notions by a teacher to a learner but a training that sharpens the acquisition of skills through the discovery, the teamwork and the use of new technologies. This new role of the teacher requires a specific training oriented to the acquisition of techniques and teaching strategies suited to interact with students always more heterogeneous who in particular in Primary School show marked cultural differences, skills, interests and values. Students who approaches to the school in a completely different manner from each other. Because of these differences teachers find themselves to face with a mass education that must respond to a variety of needs. In order to achieve these results teachers have to make use of tools offered by the autonomy of didactics, research, and development. The training of teachers becomes a crucial issue, because it has to start with an appropriate degree course and continue throughout the whole life, in order to acquire the first basic skills which later need to be constantly enriched with a heritage of knowledge, practices, techniques and models of 'actions constantly changing thanks to the research. [a cura dell'autore]
X n.s.
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ZECCA, LUISA. "I laboratori pedagogico-didattici nella formazioni iniziale degli insegnanti. Il caso di scienze della formazione primaria di Milano-Bicocca." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2014. http://hdl.handle.net/10281/53436.

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Abstract:
La ricerca si compone di una parte teorica di ricognizione della letteratura sulla formazione iniziale degli insegnanti primari, e sui Laboratori Pedagogico-Didattici (LPD). La seconda parte è invece un’indagine naturalistica, che si ispira alla Grounded Theory e al metodo fenomenologico. Presso Scienze della Formazione Primaria dell’Università di Milano-Bicocca sono state realizzate interviste semi-strutturate in profondità con docenti responsabili di 4 aree disciplinari (psico-pedagogica, scientifico-matematica, storico-geografica, motoria-artistica e musicale), 16 studenti laureandi o appena laureati e 8 insegnanti ex studenti. Obiettivi della ricerca sono verificare l’efficacia, già provata da precedenti studi, del metodo laboratoriale in ambito universitario e capirne in profondità le metodologie, evidenziando punti di forza e criticità. Criteri fondamentali dell’approccio sono: apprendere dalla propria esperienza e costruire e immaginare possibili ‘pratiche’ da sperimentare in classe. Le competenze attese sono: imparare a interrogarsi su di sé come persona e sulle proprie rappresentazioni d’infanzia, dell’insegnamento e apprendimento, imparare ad ascoltare e osservare, a problematizzare e a riflettere sull’esperienza. Gli studenti individuano due tipi di Laboratori: ‘teorici’ e ‘pratici’; i primi sono valutati ‘inutili’ e le teorie sono percepite come poco connesse alle pratiche. I secondi sono al contrario utili e corrispondono all’approccio proposto dai docenti responsabili. Fattore determinante per un laboratorio di qualità è il ruolo del conduttore. Il conduttore di qualità sa gestire situazioni di apprendimento esperienziale ed è in grado di tenere legate ‘teoria’ e ‘pratica’. Una criticità emerge durante il Tirocinio o all’inizio della vita professionale: la scuola ‘reale’ viene percepita come molto ‘distante’ da quella ‘ideale’. Nella scuola reale è poco praticata una didattica laboratoriale, in cui piccoli gruppi cooperativi imparano facendo ricerca. Questa discrasia invita a intraprendere nuove strade di ricerca sulla formazione dei conduttori di LPD e su dispositivi formativi che connettano le scuole e l’università.
The present research envisages a theoretical section that recognizes previous studies carried out on Primary Teacher Education and on on-campus laboratories (LPD pedagogical-didactical laboratories). The second section is empiric and relates to a naturalistic case-study, based both on the phenomenological method and on the Grounded Theory. The experience of Milano-Bicocca involved teachers from four curriculum areas (psycho-pedagogical, scientific-mathematical, historical-geographical, motor-artistic and musical), 16 graduating or newly graduated students and 8 former-student teachers, that have all been involved in broad semi-structured interviews. The aim of the research is to verify the effectiveness, already proved through different studies, of on-campus laboratories, and fully understand their methodology, highlighting strengths and weaknesses. Experiental Learning is used in the LPD (pedagogical-didactical laboratories) in order to comprehend curricular subject matters and a teaching method, to improve reflexivity and didactic based on social-constructivism. Core criteria of this approach are learning from one’s own experience, learning by doing and by reflecting on new pedagogical methodologies. The expertise to be gained is: learning to understand ourselves and our childhood representation, teaching and learning, listening and observing. Students have pointed out two types of laboratories: ‘theoretical’ and ‘practical’; the former are considered ‘useless’ because theories are not linked to practice; the latter are useful and reflect the teachers’ approach. In order to run a high quality laboratory the role of the person in charge is key. A skilled laboratory leader is capable of managing experimental learning situations and of linking ‘practice’ to ‘theory’. During apprenticeship or at the beginning of one’s professional career, a specific issue emerges: the actual real school is completely different from the ideal one. The real school seldom teaches through laboratory where small cooperating groups learn by researching. These issues open up new paths of research on LPD education leaders and on training devices aimed at better connecting schools and Universities.
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Vignato, Anna. "Le competenze dell'insegnante. Formazione e pratiche nelle sfide della contemporaneità." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2012. http://hdl.handle.net/11577/3425826.

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Abstract:
In the so-called "knowledge society" the crucial role of teachers in the education of new generations is emphasized at several levels, both by individual countries and at European Community level. Changes and innovations in our society are affecting every aspect of our daily lives, and are the main drivers of the introduction of new work patterns for teachers, particularly in primary schools. For instance, challenges such as the advent of new communication technologies, multiculturalism, and the heterogeneity of individuals that are gaining access to education create numerous complex situations that the teacher has to face during his life in the classroom. The suitability of his competences becomes paramount, as well as the quality of teachers’ training in a perspective of lifelong learning. The research aims to investigate the daily reality of professional primary school teachers, focusing on the issues that most define this profession, such as core competences, the problems faced in an ever-changing society, and the gap between expectations and the actual training received. Research questions are distributed on two strands of research, developed within two reference groups: a group of teachers in active service, including teachers of the Regione Veneto, in Italy, and the province of Lleida, in Catalonia, and a group of teachers in training, i.e. students of the degree course in "Scienze della Formazione Primaria" of the University of Padua. The theoretical framework includes an overview of research issues, from the characteristics of the knowledge society, to the definition of competence, and a teacher's professional profile. The choice of contents ranges from the most relevant European documentation to works of contemporary education theorists, thus offering an overview of the evolution of the analysis on these themes. The research perspective embraces the complexity of real-life situations and uses - in addition to examining a sample belonging to two different national realities - a mixed research methodology appropriate to the study of situations characterized by multiple factors. A first research step, called "quantitative phase", required the collection of quantitative data through a highly structured questionnaire. A second research phase, called "qualitative", aims at the study of data collected through focus groups with teachers. The data obtained was analyzed through the application of the appropriate software for social research, namely SPSS during the quantitative phase and Atlas.ti during the qualitative phase. The results of the survey provide an overview of the profession and of the status of the teacher, and also give an insight on his training needs in today's society. For this purpose, we developed some guidelines that might find an application in the design and management of training courses, both basic and continuous, for primary school teachers.
Nell’attuale realtà chiamata “Società della conoscenza” il ruolo fondamentale degli insegnanti nella formazione delle nuove generazioni viene ribadito a più livelli, sia dai singoli Paesi che a livello comunitario. I cambiamenti e le innovazioni legati all’attualità spaziano in ogni ambito del quotidiano e implicano l’introduzione di nuove modalità di lavoro per gli insegnanti, specialmente nella scuola primaria. Ad esempio, sfide come l’avvento delle nuove tecnologie per la comunicazione, la realtà multiculturale, l’accesso all’istruzione di una pluralità di soggetti hanno creato una serie di situazioni complesse che l’insegnante si trova ad affrontare nella vita in classe. Emerge con forza la questione dell’adeguatezza del suo profilo di competenze e, di conseguenza, di una sua formazione di qualità in una prospettiva di life long learning. La ricerca intende approfondire la realtà professionale degli insegnanti di scuola primaria, focalizzandosi sui nodi che contraddistinguono tale professione, ovvero il suo profilo di competenze, le problematiche che si trova ad affrontare nella società delle innovazioni e la formazione ricevuta e desiderata. Le domande di ricerca sono distribuite su due filoni d’indagine, sviluppati all’interno di due gruppi di riferimento: un gruppo di insegnanti in servizio, di cui fanno parte docenti della Regione Veneto e della Provincia di Lleida, in Catalunya, e un gruppo di insegnanti in formazioni, ovvero studenti del corso di laurea in “scienze della Formazione Primaria” dell’ateneo di Padova. Il framework teorico comprende una rassegna sulle tematiche di ricerca, dalle caratteristiche della Società della conoscenza al costrutto di competenza, al profilo professionale dell’insegnante. La scelta dei contenuti spazia dai documenti europei considerati più importanti alle opere di teorici dell’educazione contemporanei e non, offrendo una linea evolutiva dei concetti in analisi. La prospettiva di ricerca abbraccia la complessità della situazione reale e utilizza, oltre che soggetti appartenenti a due realtà nazionali diverse, una metodologia di ricerca mista, adeguata all’approfondimento di situazioni connotate da molteplici fattori. Un primo momento di ricerca, chiamato “fase quantitativa”, prevede la raccolta di dati quantitativi attraverso un questionario altamente strutturato. Una seconda fase di ricerca, chiamata invece “qualitativa”, mira all’approfondimento dei dati raccolti attraverso focus group con gli insegnanti. I dati ottenuti sono stati analizzati attraverso l’applicazione di software adeguati alla ricerca sociale, ovvero SPSS per la fase quantitativa e ATLAS.ti per la fase qualitativa. Gli esiti dell’indagine offrono una panoramica sulla professione e sulla condizione dell’insegnante, andando anche ad indagare i suoi fabbisogni formativi nella società attuale. A tale scopo, vengono messe in rilievo alcune linee guida che potrebbero trovare accoglimento nella costruzione e gestione dei percorsi formativi, sia di base che continuativi, per gli insegnanti della scuola primaria.
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SOLERTI, PAOLA. "L'EDUCAZIONE LINGUISTICA NELLA SCUOLA PRIMARIA: STATO DELL'ARTE E FORMAZIONE DEGLI INSEGNANTI. ESITI DI UN'INDAGINE IN LOMBARDIA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2020. http://hdl.handle.net/10280/71037.

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Abstract:
Questo lavoro si fonda su due presupposti principali. Il primo di essi è che l’educazione linguistica sia un processo che si dipana «come un continuum attraverso l’insegnamento/apprendimento della lingua materna, seconda, delle lingue straniere, classiche, etniche» (Bosisio, Chini, 2014:25). In questo senso, il costrutto di educazione linguistica implica: una visione globale del repertorio linguistico individuale; lo spostamento del focus dell'apprendimento/insegnamento linguistico dalle singole lingue allo sviluppo integrato dei processi che favoriscono lo sviluppo linguistico, comunicativo, relazionale e cognitivo dell’individuo; una concezione dell’apprendimento linguistico secondo la quale lo sviluppo integrato delle lingue e dei linguaggi è trasversale a tutte le discipline e dunque tutti gli insegnanti, indipendentemente dalla materia o disciplina insegnata, sono “educatori linguistici” o, in altre parole, insegnanti di lingua. Il secondo presupposto di questo studio è che le modalità di attuazione dell’educazione linguistica sono, in ultima istanza, affidate agli insegnanti e subiscono, quindi, il condizionamento di saperi, credenze, teorie implicite, opinioni e atteggiamenti - in una parola della teacher cognition (Borg, 2003, 2006) - dei docenti. In questi presupposti teorici trova origine l’indagine condotta tramite la somministrazione di un questionario e volta a esplorare saperi, credenze, teorie implicite, opinioni e atteggiamenti degli insegnanti di scuola primaria nei confronti dell’educazione linguistica, del proprio ruolo di educatori linguistici, dell’apprendimento/insegnamento delle lingue, plurilinguismo ed educazione plurilingue. Nella prima parte di questo lavoro si delinea il quadro teorico dell’indagine. Nel dettaglio, il primo capitolo ricostruisce l’evoluzione del costrutto di educazione linguistica in Italia e Europa, mentre il secondo è dedicato alla language teacher cognition. La seconda parte è suddivisa in cinque capitoli nei quali si illustra la metodologia e si esaminano i dati emersi dall’indagine. Il lavoro si chiude con la discussione dei dati e alcune riflessioni conclusive, in cui vengono brevemente delineati possibili percorsi di formazione dei docenti e tracciate alcune possibili linee di ricerca futura.
This work is based on two main assumptions. The first is that a broad definition of language education is a process that unfolds ‘as a continuum through the teaching/learning of the mother tongue and of second, foreign, classical and ethnic languages’ (Bosisio, Chini, 2014:25). In this sense, the construct of language education entails the following: a global view of the individual linguistic repertoire; the shift of the focus of language learning/teaching from individual languages to the integrated development of processes that promote the linguistic, communicative, relational and cognitive development of the individual; and a view of language learning according to which the integrated development of languages takes place across all disciplines and therefore all teachers, regardless of the subject or discipline taught, are ‘linguistic educators’, or language teachers. The second assumption of this study is that how language education is implemented is, ultimately, entrusted to teachers and is therefore conditioned by their knowledge, beliefs, implicit theories, opinions, and attitudes – in other words, their teacher cognition (Borg, 2003, 2006). These theoretical assumptions are the basis of this survey, conducted through the administration of a questionnaire aimed at exploring the knowledge, beliefs, implicit theories, opinions, and attitudes of primary school teachers towards linguistic education, their role as linguistic educators, language learning/teaching, multilingualism, and multilingual education. In the first part of this work, the theoretical framework of the survey is outlined. In detail, the first chapter reconstructs the evolution of the construct of language education in Italy and Europe, while the second is dedicated to language teacher cognition. The second part is divided into five chapters in which the methodology is explained, and the data from the survey examined. The work ends with a discussion section and some concluding reflections, in which some possible paths of teacher training are briefly outlined, as well as some possible lines of future research.
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Galletti, Filippo <1992&gt. "La formazione degli stati regionali italiani (secc. XIII-XV). Acquisizioni scientifiche e ricadute sui manuali di storia, tra formazione degli insegnanti e approcci metodologici." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amsdottorato.unibo.it/10464/4/ITA%20tesi%20filippo%20dottorato.pdf.

Full text
Abstract:
La ricerca intende indagare i rapporti tra le acquisizioni della ricerca scientifica nel campo della storia, con particolare riferimento al tema della formazione degli stati regionali italiani, e il suo insegnamento nella scuola secondaria di secondo grado. Nella parte dedicata al quadro teorico si sottolinea la sempre più stringente necessità di un insegnamento e apprendimento della storia di qualità nella società attuale, basati sul senso della partecipazione democratica attiva e allo sviluppo del pensiero critico, nonostante i documenti ufficiali ministeriali non sempre dedichino al tema la giusta importanza e i recenti risultati ottenuti grazie a un questionario somministrato a studenti universitari sembrino confermare una didattica ancora legata alla pratica tradizionale. A questo proposito, quindi, occorre rifondare e ricentrare l’importanza della storia grazie all’approfondimento del lessico specifico e delle premesse epistemologiche basilari della disciplina. A partire da queste premesse, nell’inquadramento empirico si analizza lo stato di avanzamento della ricerca scientifico-accademica recente nei confronti della formazione degli stati regionali italiani bassomedievali, si confronta il tema nei principali manuali scolatici adottati nell’area metropolitana di Bologna; e sono infine analizzate le concezioni circa la storia, la storia medievale e l’utilizzo del libro di testo degli insegnanti di storia di scuola secondaria di secondo grado grazie alle risposte derivate dalla somministrazione di un questionario sulla pratica docente. I risultati ottenuti permetteranno di cogliere eventuali scollature tra la ricerca accademica e l’insegnamento nella scuola secondaria della storia, della storia medievale e della formazione degli stati regionali, sottolineando, talvolta, la necessità sempre più urgente di una integrata formazione continua degli insegnanti.
The thesis aims to investigate the relationship between the findings of scientific research in the field of history, with particular reference to the theme of the formation of the Italian regional states in the late Middle Ages, and their teaching in secondary schools. In the part dedicated to the theoretical framework, it underlines the increasingly pressing need for quality teaching and learning of history in today's society, based on a sense of active democratic participation and on the development of critical thinking, despite the fact that official ministerial documents do not always devote due importance to the subject. In addition, recent results obtained through a questionnaire administered to university students seem to confirm didactics still linked to traditional practice. In this sense, therefore, it is necessary to refound and refocus the importance of history by deepening the specific vocabulary and the basic epistemological premises of the discipline. Starting from these issues, the empirical framework analyzes the state of progress of recent scientific-academic research on the formation of the Italian regional states of the late Middle Ages; compares the subject in the main school textbooks adopted in the metropolitan area of Bologna (Italy); and, finally, analyzes the conceptions on history, medieval history and the use of the textbook by secondary school history teachers thanks to the answers derived from the administration of a questionnaire on teaching practice. The results obtained will make it possible to detect possible gaps between academic research and the secondary teaching of history, medieval history, and the formation of regional states, sometimes underlining the increasingly urgent need for an integrated in-service training of teachers.
La tesis investiga las relaciones entre las averiguaciones de la investigación científica en el campo de la historia, con especial referencia al tema de la formación de los estados regionales italianos de la Baja Edad Media, y su enseñanza en los centros de secundaria. En la parte dedicada al marco teórico, se subraya la necesidad cada vez más acuciante de una enseñanza y un aprendizaje de la historia de calidad en la sociedad actual, basados en el sentido de la participación democrática activa y en el desarrollo del pensamiento crítico, a pesar de que los documentos ministeriales oficiales no siempre dediquen la debida importancia a la asignatura y de que los recientes resultados obtenidos a través de un cuestionario administrado a los estudiantes universitarios parezcan confirmar una didáctica todavía ligada a la práctica tradicional. En este sentido, por tanto, es necesario reenfocar la importancia de la historia profundizando en el vocabulario específico y en las premisas epistemológicas básicas de la disciplina. A partir de estos asuntos, el marco empírico analiza el estado de avance de la reciente investigación científico-académica sobre la formación de los estados regionales italianos de la baja Edad Media; compara el tema en los principales libros de texto escolares adoptados en el área metropolitana de Bolonia (Italia); y, por último, analiza las concepciones sobre la historia, la historia medieval y el uso del libro de texto de los profesores de historia de la escuela secundaria gracias a las respuestas derivadas de la administración de un cuestionario sobre la práctica docente. Los resultados obtenidos permitirán detectar posibles lagunas entre la investigación académica y la enseñanza secundaria de la historia, la historia medieval y la formación de los estados regionales, subrayando a veces la necesidad cada vez más urgente de una formación integrada en el servicio de los profesores.
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DEBE', ANNA. "MAESTRI "SPECIALI" ALLA SCUOLA DI PADRE GEMELLI. LA FORMAZIONE DEGLI INSEGNANTI PER FANCIULLI ANORMALI ALL'UNIVERSITA' CATTOLICA (1926-1978)." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2014. http://hdl.handle.net/10280/2994.

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Abstract:
La “Scuola per la preparazione del personale insegnante ed assistente degli anormali”, avviata da padre Agostino Gemelli nel 1926 presso l’Università Cattolica di Milano, fu uno dei primi tentativi italiani di formazione degli insegnanti dei fanciulli deficienti. La Scuola, oltre a rappresentare il percorso italiano verso l’inclusione scolastica dei fanciulli disabili, testimonia il lavoro di Gemelli nel campo dell’educazione speciale. L’attenzione al tema della disabilità da parte del frate francescano riflette l’interesse del mondo cattolico a lui contemporaneo per la formulazione di interventi guidati non solo da sentimenti caritatevoli, ma basati su solide fondamenta scientifiche. Inoltre, il lavoro evidenzia come la formazione dei docenti degli anormali sia cambiata dagli anni Venti agli anni Settanta del Secolo scorso, parallelamente al processo di progressivo abbandono delle scuole speciali in favore dell’inclusione scolastica dei disabili. La ricerca, che contribuisce a incrementare gli ancora scarsi studi italiani di storia della pedagogia speciale, è stata condotta attraverso un’approfondita indagine archivistica, con lo scopo di far luce su docenti, studenti, materiali e libri di testo della Scuola, dalle sue origini fino agli anni Settanta.
The “School for the special aids and assistants for disabled children”, opened in 1926 at the Catholic University of Milan by father Agostino Gemelli, was one of the very first in Italy to set up about disabled children teacher training. This School gives evidence of Gemelli’s work in the special education area and also represents the Italian path toward scholastic inclusion for disabled persons. The interest of Gemelli, one of the most famous psychologists in the XX Century Italian framework, towards disability reflects how the contemporary Catholic world cared about interventions for the weakest not only driven by a charity feeling but based on scientific studies. Moreover, the study highlights how teacher training has changed from the Twenties to the Seventies of the last Century, following the different way of looking at disabled children, from isolation in special schools to inclusion in common classes. The thesis contributes to improve Italian studies in the field of the history of special education, a subject that has, for the most part, to be written. The research is carried out through archival investigations with the purpose of shedding light on teachers, users, materials and textbooks of the School, since its origin until the Seventies.
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DEBE', ANNA. "MAESTRI "SPECIALI" ALLA SCUOLA DI PADRE GEMELLI. LA FORMAZIONE DEGLI INSEGNANTI PER FANCIULLI ANORMALI ALL'UNIVERSITA' CATTOLICA (1926-1978)." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2014. http://hdl.handle.net/10280/2994.

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Abstract:
La “Scuola per la preparazione del personale insegnante ed assistente degli anormali”, avviata da padre Agostino Gemelli nel 1926 presso l’Università Cattolica di Milano, fu uno dei primi tentativi italiani di formazione degli insegnanti dei fanciulli deficienti. La Scuola, oltre a rappresentare il percorso italiano verso l’inclusione scolastica dei fanciulli disabili, testimonia il lavoro di Gemelli nel campo dell’educazione speciale. L’attenzione al tema della disabilità da parte del frate francescano riflette l’interesse del mondo cattolico a lui contemporaneo per la formulazione di interventi guidati non solo da sentimenti caritatevoli, ma basati su solide fondamenta scientifiche. Inoltre, il lavoro evidenzia come la formazione dei docenti degli anormali sia cambiata dagli anni Venti agli anni Settanta del Secolo scorso, parallelamente al processo di progressivo abbandono delle scuole speciali in favore dell’inclusione scolastica dei disabili. La ricerca, che contribuisce a incrementare gli ancora scarsi studi italiani di storia della pedagogia speciale, è stata condotta attraverso un’approfondita indagine archivistica, con lo scopo di far luce su docenti, studenti, materiali e libri di testo della Scuola, dalle sue origini fino agli anni Settanta.
The “School for the special aids and assistants for disabled children”, opened in 1926 at the Catholic University of Milan by father Agostino Gemelli, was one of the very first in Italy to set up about disabled children teacher training. This School gives evidence of Gemelli’s work in the special education area and also represents the Italian path toward scholastic inclusion for disabled persons. The interest of Gemelli, one of the most famous psychologists in the XX Century Italian framework, towards disability reflects how the contemporary Catholic world cared about interventions for the weakest not only driven by a charity feeling but based on scientific studies. Moreover, the study highlights how teacher training has changed from the Twenties to the Seventies of the last Century, following the different way of looking at disabled children, from isolation in special schools to inclusion in common classes. The thesis contributes to improve Italian studies in the field of the history of special education, a subject that has, for the most part, to be written. The research is carried out through archival investigations with the purpose of shedding light on teachers, users, materials and textbooks of the School, since its origin until the Seventies.
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Celentin, Paola <1972&gt. "La formazione degli insegnanti di lingue via internet: modello di analisi delle interazioni formative nei web-forum secondo una prospettiva costruttivista." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2005. http://hdl.handle.net/10579/531.

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Galbusera, Barbara. "Pedagogia e autismo: per una formazione degli operatori alla didattica scolastica." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2018. http://hdl.handle.net/10446/102057.

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Abstract:
L’obiettivo di questa tesi è discutere del tema “didattica ed autismo”, allo scopo di fornire un contributo teoretico e pratico per gli operatori che lavorano nella scuola primaria italiana con studenti diagnosticati all’interno del disturbo dello spettro autistico. Per questo motivo la trattazione è stata divisa in quattro parti. Nella prima vi è lo studio di come alcune scienze dell’educazione hanno analizzato l’autismo. Quindi, dopo aver effettuato un backgroud storico a partire dall’individuazione della diagnosi, si sono analizzati i contributi della psicologia (psicoanalitica, comportamentale e cognitiva), quelli della genetica e, infine, quelli nati dalla nosografia e dai Critical Autism Studies. La trattazione si è conclusa sostenendo che, ad oggi, le teorizzazioni sorte dalle scienze dell’educazione non sono riuscite a prendere in considerazione la persona con autismo come «intero» e che il loro utilizzo, non sussunto attraverso una prospettiva pedagogica, spesso non ha permesso la costruzione di esperienze di educazione per la persona, né ha favorito la didattica. Sono stati, inoltre, analizzati i contributi di autori che si stanno occupando di teorizzare l’educazione della persona con autismo attraverso la pedagogia speciale. Si è, infine, dimostrato come lo sguardo della pedagogia del personalismo permetterebbe di rimettere al centro la persona più che il suo autismo e consentirebbe maggiormente la costruzione di una didattica ad hoc. Nella seconda parte si è studiato come strutturare un colloquio pedagogico per raccogliere le esperienze degli insegnanti della scuola primaria che hanno lavorato con questi bambini. Lo scopo è stato quello di raccogliere le loro narrazioni al fine di scoprire il loro punto di vista sulla didattica. Analizzando le esperienze, è emerso che l’autismo del bambino creava all’insegnante difficoltà nel proprio lavoro. Quindi, per verificare se effettivamente fosse l’autismo del bambino ad impedire la didattica, si è ampliata la ricerca coinvolgendo anche gli insegnanti della scuola primaria che lavoravano nelle medesime scuole dei colleghi (precedentemente intervistati), ma non con studenti con autismo. Confrontando le esperienze, si è individuato che l’autismo del bambino permetteva agli insegnanti di interrogarsi maggiormente su di sé, come persone e come professionisti. Tuttavia c’era sempre la difficoltà di riuscire a trasformare le proprie “esperienze umane” in esperienze educative, limite che arrivava a minare il loro senso di autoefficacia. Per questo motivo si è teorizzato che occorreva investire sulla formazione degli insegnanti per permettere loro l’acquisizione di questa competenza. Durante le interviste, inoltre, è emerso che gli insegnanti ritenevano molto importante, per il loro lavoro e la loro formazione, sia il sostegno dei tecnici (compresi quelli del servizio sanitario che si occupavano del bambino), sia il contributo delle scienze dell’educazione, sia la prospettiva pedagogica. È nato quindi un ulteriore problema: poiché il contributo che potevano fornire le scienze dell’educazione era percepito dagli insegnanti come fondamentale, vi era ancora spazio per la pedagogia e per la didattica? Questo ha favorito la nascita della terza parte della tesi. Si è, perciò, costruito un questionario inviato online agli insegnanti della scuola primaria pubblica italiana per verificare i loro bisogni e desideri formativi, nonché per individuare il loro punto di vista sulle metodologie didattiche. L’analisi dei dati ha permesso di rilevare che vi è una cultura difforme sul territorio italiano e che, in generale, i docenti mostrano la necessità di avvalersi dei contributi delle scienze dell’educazione e della pedagogia per costruire una didattica sempre più personalizzata. Alla luce del lavoro effettuato nelle prime tre parti della trattazione, si è ideato un corso di formazione. Successivamente, grazie alla collaborazione di un servizio di neuropsichiatria infantile, si è fatta esperienza di tale formazione indirizzandola a operatori che già stavano lavorando con studenti con autismo, al fine di verificare se tale formazione potesse aiutare i professionisti nel loro lavoro con il bambino. I risultati positivi dell’esperienza hanno dimostrato che questa proposta aiuta gli operatori nel proprio lavoro e ne migliora anche il proprio senso di autoefficacia. Alla luce di ciò, si ritiene che favorire il punto di vista della pedagogia del personalismo possa migliorare l’azione didattica del professionista con tutti gli studenti (non solo quelli con diagnosi di autismo) contribuendo a ridefinire il senso della didattica stesso.
The objective of this thesis is to address the theme of “didactics and autism”, with the aim to making a theoretical and practical contribution for those working within the Italian schooling system with students diagnosed within the autism spectrum. The argument is divided into four sections.  In the first section it discusses how the education sciences have analyzed autism. After a historical construction that begins from diagnosis, contributions from psychology (psychoanalytic, behavioral and cognitive), genetics and Critical Autism Studies are analyzed. The section concludes arguing that until today science of education theories have not been able to consider the autistic person as a whole. Therefore these theoretical constructions and practices do not include the pedagogical perspective, which has not allowed the creation of a tested education for the individual of favored learning.  Contributions from those authors who have theorized education for autistic subjects through special pedagogy has also been analyzed, demonstrating how pedagogy of personalism approaches would allow the the person rather than their autism to be placed at the centre, making an ad hoc construction more feasible.  A pedagogical study is analyzed in section two, whose aim was to collect teaching experiences with autistic children in Italian primary education. The aim was to collect their individual narratives in order to discover their points of view on didactics. The analysis reveals that the child’s autism creates significant problems for the teacher. In order to determine if the autism was the major cause, further teachers within similar structures but without autistic children were interviewed.  Comparing results finds that the child’s autism allows the teacher to ask more questions of themselves, both as a person and as an individual. However there is the remaining problem of the difficulty found in transforming human experience into educational experience, a factor that undermines their sense of effectiveness. The argument is therefor made for the need to invest in training teachers to help them acquire these skills.  It emerged from the interviews that the teachers felt that the technical support (including those of the health services) as well as science of education and the pedagogic perspective contributions were extremely important.  This leads to another problem: if the contribution of the educational sciences is perceived as fundamental, how much space is left for pedagogy and didactics?  This question led to the formation of the third part of the thesis.  A questionnaire was prepared and sent online to the teachers working in the Italian primary school system to discover their educational needs and wishes, as well as their points of view on the didactic methodologies.  The analysis reveals that teachers across Italy use various methodologies, but in general feel the need for more contributions from the education sciences and pedagogy in order to construct a more personalized education approach. In light of the findings from these first three sections a course of training was proposed. Thanks to a child neuropsychiatric collaboration this training was trialled with a view of testing if such training would benefit the professionals in relation to their work with autistic children. This question has been presented in the fourth part. The positive experiences demonstrate that the proposal helps operators within their work and improved their sense of efficiency. Therefor I argue that a pedagogy of personalism could improve the didactic performance of professionals for all students and not only those autistic, contributing to redefining the sense of education itself.
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Books on the topic "Insegnanti - Formazione"

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Maria, Corda Costa, and Meghnagi Saul, eds. Insegnanti: Formazione iniziale e formazione continua. Roma: La Nuova Italia scientifica, 1990.

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Mariani, Alessandro, ed. L'orientamento e la formazione degli insegnanti del futuro. Florence: Firenze University Press, 2014. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-419-6.

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Abstract:
Il volume analizza il nesso – cruciale e attuale – tra orientamento, formazione e professionalità docente. Collegandosi alla nuova regolamentazione in materia, i vari contributi si concentrano sul compito istituzionale e sul ruolo pedagogico svolto dall’orientamento e dalla formazione per una nuova fisionomia della professionalità docente: un orientamento iniziale, in itinere e in uscita accanto ad una formazione (personale/professionale) intesa come processo aperto e in progress. Due dispositivi indispensabili per cogliere la complessità dell’‘essere insegnanti’ e del ‘fare scuola’ – oggi – a cui si affianca il tirocinio, che in questo contesto viene esaminato attraverso il resoconto di un lavoro pluriennale.
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3

Agrusti, Teresa Russo. Conoscere l'insegnamento: Materiali per la formazione degli insegnanti. Scandicci, Firenze: La nuova Italia, 1992.

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4

Chistolini, Sandra. Educazione interculturale: La formazione degli insegnanti in Italia, Gran Bretagne, Germania. Italy: Euroma, 1992.

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5

Sandra, Chistolini, ed. Pedagogia della cittadinanza: Lo sviluppo dell'intercultura nella formazione universitaria degli insegnanti. Lecce: Pensa multimedia, 2007.

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Sandra, Chistolini, ed. Pedagogia della cittadinanza: Lo sviluppo dell'intercultura nella formazione universitaria degli insegnanti. Lecce: Pensa multimedia, 2007.

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Convegno "Modelli di aggiornamento e formazione continua degli insegnanti 150 ore" (1986 Frascati, Italy). Insegnanti 150 ore: Esperienze e prospettive di formazione : atti del Convegno "Modelli di aggiornamento e formazione continua degli insegnanti 150 ore," Villa Falconieri, 26/27 febbraio 1986. Frascati: Centro europeo dell'educazione, 1986.

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Mazzoncini, Bruna. La strada maestra: I disturbi di apprendimento e la formazione degli insegnanti. Roma: NIS, 1993.

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9

Solcà, Nicoletta. Ticinesi all'Università di Pavia: La formazione degli insegnanti di scuola maggiore 1964-1981. Milano: Cisalpino, 2009.

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10

Mezzadri, Marco. Italiano L2: Progetti per il territorio : modelli di formazione per alunni e insegnanti. Parma: UNI.NOVA, 2008.

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Book chapters on the topic "Insegnanti - Formazione"

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Balboni, Paolo E. "11 • Modelli operativi: tradurre la ricerca in materiali didattici." In Thesaurus di Linguistica Educativa: guida, testi, video. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-607-7/011.

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Abstract:
Ho sempre ritenuto che un glottodidatta dovesse rispondere alla natura teorico-pratica della linguistica educativa: fare ricerca a livello di approccio e metodo, e realizzare percorsi operativi a livello di metodo e di metodologia didattica.Per me ‘azione didattica’ ha significato due cose: formazione di futuri insegnanti e di insegnanti in servizio e realizzazione di materiali didattici. Creare materiali didattici è la verifica dell’impianto teorico, è il momento in cui le riflessioni devono diventare azione che coinvolge la vita di milioni di studenti consentendo loro di culturizzarsi, socializzare, autorealizzarsi.
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Gavagnin, Cristina. "La formazione degli insegnanti di italiano in Austria." In Studi e ricerche. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-227-7/011.

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Abstract:
This paper describes language teachers’ training in Austria where, following a 2013 law, in 2016-17 a new initial training system was implemented nationwide. The paper then focuses on the training of Italian teachers in Carinthia, where the new training system was first tested. In this region, cornered between Latin, German and Slav Europe, Italian is, notably, the second most studied foreign language after English. Finally, Austria’s old and new initial teacher trainings are compared, and particular attention is paid to the structure of the apprenticeship programs and to the way the guidelines set out in the EPOSTL and the EPLTE, the two EU documents on teacher training, are implemented.
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Balboni, Paolo E. "13 • Modelli di formazione dei docenti." In Thesaurus di Linguistica Educativa: guida, testi, video. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-607-7/013.

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Abstract:
La funzione dell’insegnante è cambiata nel tempo: come fonte di lingua corretta è stato sostituito dai sussidi e dalle fonti multimediali, ha perso il ruolo di ipse dixit, è un giudice ma non è più monocratico e incontestabile: è diventato il regista di quello che Bruner chiama Language Acquisition Support System, non una persona ma un sistema complesso: manuali, supporti multimediali, scambi internazionali, esperienze tandem ecc. Ho contribuito a diffondere questa visione del docente, impegnandomi come formatore dell’Associazione Nazionale degli Insegnanti di Lingue Straniere, ma soprattutto, nel 2020-21, a seguito della pandemia, proponendo di capovolgere la formazione, cioè arrivare al flipped training dei docenti di educazione linguistica.
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Balboni, Paolo E. "12 • Le microlingue scientifico-professionali e quelle disciplinari." In Thesaurus di Linguistica Educativa: guida, testi, video. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-607-7/012.

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Abstract:
Negli anni Ottanta esplode la formazione tecnico-scientifica nelle scuole superiori e nelle università e l’inglese settoriale diventa qualificante nel paniere delle competenze. Nasce quindi una forte richiesta di formazione da parte degli insegnanti e di materiali innovativi da parte degli editori. Ho studiato le varietà scientifico-professionale-disciplinari tra il 1982 e il 2000, quando ho scritto un libro di sintesi ‘conclusiva’, i cui principi sono poi stati assunti un po’ da tutti. Credo di aver offerto tre contributi originali alla discussione su queste varietà e il loro insegnamento: l’accentuazione del ruolo della microlingua come strumento di riconoscimento come membri di una comunità scientifica; l’impianto di una didattica cooperativa tra il docente – che conosce la lingua – e lo studente di ambito tecnico-scientifico, che conosce i contenuti; lo spostamento della logica CLIL dalle lingue straniere all’italiano L1.
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Salati, Enrico Mauro. "0.2 Lo scaffale delle meraviglie. Un’esperienza di organizzazione della formazione degli insegnanti nella scuola dell’infanzia." In Storie di scuola, 16–19. Editore XY.IT, 2014. http://dx.doi.org/10.4000/books.xy.576.

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Della Putta, Paolo. "Caratteristiche ed esiti di un corso di formazione per insegnanti volontari di italiano L2 Suggerimenti per favorire lo sviluppo di prassi didattiche efficaci." In Politiche e pratiche per l’educazione linguistica, il multilinguismo e la comunicazione interculturale. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2021. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-501-8/021.

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Abstract:
This paper presents the characteristics and outcomes of a training course for L2 Italian volunteer teachers (VTs). The aims of the course were: 1) to help VTs reflect upon their beliefs and past teaching experience; 2) to propose new teaching activities and work on them; 3) to analyse new perceptions and pedagogical practices that have developed as a result of the course. The outcomes were tested on 18 participants, whose psychological disposition towards their duties and improvement in grammar teaching were assessed using Guskey’s Teacher Training Evaluation Questionnaire. Classroom observations, conducted via a simplified version of the COLT scheme, allowed to further detect and analyse changes in teaching practices. Results show improvements in teaching and in pedagogical awareness.
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