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Journal articles on the topic 'Insegnamento informale e formale'

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Giuseppe De Simone. "Un approccio ecologico-culturale per definire il Mobile Learning." IUL Research 1, no. 1 (July 24, 2020): 118–25. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v1i1.40.

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Abstract:
Al giorno d'oggi, il Mobile Learning è spesso considerato come un modo possibile per creare ambienti di apprendimento virtuali e offre molte opportunità per produrre e condividere contenuti multimediali e promuovere l'educazione a distanza. Inoltre, i progetti di formazione e le iniziative sulle tecnologie mobili stanno aumentando in tutto il mondo, quindi ciò dimostra che esiste un interesse diffuso in questa area di studio che va oltre il campo delle tecnologie di insegnamento della ricerca educativa. Tuttavia, il Mobile Learning è ancora un fenomeno relativamente nuovo, e difficile da decifrare, a causa dell'aggiornamento “quotidiano” delle tecnologie digitali e di telecomunicazione che producono nuove caratteristiche e vantaggi per ogni utente. Questo lavoro cercherà di fornire una chiara definizione di Mobile Learning e una guida ragionata per definirla attraverso un approccio culturale-ecologico per evidenziare i suoi benefici e limiti nell'istruzione quotidiana sia formale che informale.
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Merkel, Wolfgang, and Aurel Croissant. "Formale und informale Institutionen in defekten Demokratien." Politische Vierteljahresschrift 41, no. 1 (March 2000): 3–30. http://dx.doi.org/10.1007/s11615-000-0002-9.

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3

Esposito, Emiliano, and Francesco Chiodelli. "Le regole dell'informalità abitativa. Il caso del subentro illegale negli alloggi di edilizia pubblica a Napoli." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 131 (August 2021): 113–36. http://dx.doi.org/10.3280/asur2021-131006.

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Abstract:
L'articolo presenta i risultati di una ricerca etnografica condotta nel complesso di case popolari del rione De Gasperi a Ponticelli, nell'area orientale di Napoli, dove la pratica di occupare informalmente un alloggio pubblico e fortemente radicata da decenni. Il saggio indaga una forma peculiare, il "subentro informale", di cui viene analizzato il funzionamento. L'obiettivo e mostrare l'informalita abitativa come risultato di un sistema di influenze reciproche tra sfera formale e sfera informale.
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Palmisano, Antonio Luigi. "La jirga e la giustizia informale in Paktia." FUTURIBILI, no. 1 (March 2011): 153–77. http://dx.doi.org/10.3280/fu2011-001011.

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Abstract:
L'Autore, nell'ambito del rapporto generale tra diritto informale e diritto formale, e cioč tra diritto della comunitŕ e dei valori e diritto dello stato, affronta la giustizia informale gestita direttamente dalledei pashtun e delle pene previste dal diritto informale per i delitti compiuti. Lesono una sorta di assemblea degli "anziani", operanti a livello locale, e parallelamente alle corti primarie, secondarie e d'appello di Kabul. L'Autore illustra come sono composte e operano tali. Una seconda parte dell'articolo riporta analiticamente le pene per ogni singolo delitto, secondo le categorie giuridiche del, dele del. Nel caso le parti non accettino la decisione delle, allora interverrŕ la corte statale. L'Autore conclude chee stato rappresentano un equilibrio tra comunitŕ locale e stato, che prende le mosse dalla querela discussa a livello di, che cosě si configura come una sorta di giudice di pace.
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Guenther, Claudia. "Requisiti dei lavoratori non qualificati e semi-qualificati nel settore alimentare." QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no. 98 (December 2012): 77–85. http://dx.doi.org/10.3280/qua2012-098007.

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Abstract:
Questo articolo analizza la situazione socio-lavorativa dei lavoratori con bassi livelli di qualifica (al di sotto del livello 4 dell'EQF), le esigenze di qualifica richieste dalle imprese, la trasparenza delle qualifiche tra i vari paesi partner ed il riconoscimento delle competenze e delle capacitŕ acquisite attraverso l'apprendimento non formale ed informale.
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Kipar, Andreas. "Abitare la regione urbana. Il progetto MILU. Paesaggi urbani e paesaggi di periferia tra Milano e Lugano: proposte per una sintesi sostenibile." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 99 (April 2011): 23–49. http://dx.doi.org/10.3280/asur2010-099003.

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Abstract:
Promuovere una nozione allargata dell'abitare significa assegnare valore alle peculiaritŕ dei luoghi, considerare l'esistente come risorsa da mettere a sistema e favorire nuove forme di percezione e comunicazione. Tale logica vale per lo piů per le aree periferiche. Seguendo questo approccio, i Raggi Verdi esprimono una strategia di pianificazione informale, legata a quella formale esistente, alla scala locale come a quella territoriale. Il progetto strategico MILU applica questi principi all'asta territoriale che collega Milano, Varese e Lugano.
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Ruggieri, Stefano, and Simona Viola. "Le nuove tecnologie al servizio della comunicazione formale e informale all'interno dell'amministrazione pubblica." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 3 (October 2015): 130–43. http://dx.doi.org/10.3280/sa2015-003010.

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Tonarelli, Annalisa. "Trasformazioni dell'esperienza operaia, tra regolazione formale e informale. Il caso della siderurgia a Piombino." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 139 (September 2015): 71–81. http://dx.doi.org/10.3280/sl2015-139006.

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Colombo, Maddalena. "Apprendimenti non formali ed informali in un contesto educativo formale integrato con le arti performative in quattro scuole elementari del Canton Ticino." Swiss Journal of Educational Research 36, no. 3 (September 20, 2018): 407–34. http://dx.doi.org/10.24452/sjer.36.3.5105.

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Abstract:
Il saggio riporta alcune considerazioni scaturite nell’ambito del progetto “Teatro e Apprendimento”, svolto dalla Scuola Teatro Dimitri di Verscio in Canton Ticino con il sostegno del FNS. Il progetto ha introdotto delle pratiche di apprendimento “qualitativo”, ovvero informale, secondo un approccio olistico, per il quale è molto rilevante la dimensione socio-culturale. In questa prospettiva il teatro fornisce una chiave d’accesso privilegiata al patrimonio culturale. Il piano di ricerca ha incluso: un percorso formativo con gli insegnanti di 4 scuole elementari ticinesi; dei laboratori di movimento, canto e musica, lavoro sul testo d’autore, recitazione, drammatizzazione e improvvisazione; 4 messe in scena con protagonisti i soli bambini. La raccolta e analisi dei dati qualitativi da parte di un’équipe scientifica, ha seguito alcune ipotesi circa il rapporto tra teatro e apprendimento, messe a punto per meglio descrivere il procedimento riflessivo informale (apprendere dall’esperienza): Ipotesi della motivazione, della differenziazione, dell’affinamento tecnico, dell’integrazione, dell’interezza, dell’efficacia comunicativa o dell’emozione. Il materiale narrativo raccolto (schede personali, diari di bordo, interviste qualitative) mostra come gli apprendimenti più significativi sono riconducibili alla accresciuta capacità dei bambini di portare a termine un apprendistato formale nelle discipline artistiche. L’attività sperimentale ha favorito l’espressione emozionale e la creatività, l’integrazione dei partecipanti nel gruppo, tra originalità e ripetizione, tra razionalità e corporeità.
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Mittica, M. Paolo. "Attraversare il silenzio. I presupposti impliciti del diritto." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 2 (July 2012): 105–25. http://dx.doi.org/10.3280/sd2012-002006.

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Abstract:
L'articolo affronta il tema del silenzio come componente del diritto sullo sfondo della riflessione critica svolta nell'ambito dei Critical Legal Studies dagli anni ‘80 fino agli apporti piů recenti di Law and the Humanities, laddove il silenzio viene messo in rapporto al diritto nelle sue implicazioni filosofiche, psicologiche e relazionali. L'analisi procede dalle prospettive della sociologia e dell'antropologia giuridiche, utili a osservare le normativitŕ escluse dalla legge e per riflettere sulle voci, emerse da altri spazi di regolazione e aspettative, che il diritto positivo tace. L'ulteriore obiettivo č di addentrarsi attraverso il silenzio nei presupposti impliciti che sono alle radici di qualunque normazione relazionale, sia essa formale o informale, al fine di assegnare una valenza alle componenti sentimentali ed emotive che entrano in gioco nel campo giuridico come in qualunque contesto dell'azione umana, affinché il ragionamento sulla realtŕ del diritto possa farsi piů complesso.
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Lieto, Laura. "Dal recycling al welfare autoprodotto. il Bottle Bill di New York come assemblaggio di formale e informale." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 106 (April 2013): 142–50. http://dx.doi.org/10.3280/asur2013-106013.

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Gemünden, Hans Georg, Katharina Hölzle, and Christopher Lettl. "Formale und informale Determinanten des Innovationserfolges: Eine kritische Analyse des Zusammenspiels der Kräfte am Beispiel der Innovatorenrollen." Schmalenbachs Zeitschrift für betriebswirtschaftliche Forschung 58, S54 (January 2006): 110–32. http://dx.doi.org/10.1007/bf03372945.

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Cerroni, Antonio, and Monique Carbone Cintra. "Lusofonia/e: limiti e possibilità di un'unione." Revista Letras Raras 9, no. 4 (December 30, 2020): 117. http://dx.doi.org/10.35572/rlr.v9i4.1955.

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Abstract:
Il presente lavoro ha come obbiettivo principale quello di analizzare la situazione della Lusofonia e del ruolo della lingua portoghese all’interno della stessa. Si analizzeranno le varie considerazioni in merito alla Lusofonia, dando particolare importanza alle “forze” che agiscono in tale ambito. Queste forze – a volte politiche, etniche e linguistiche - sono generalmente di due tipi: convergenti e, soprattutto, divergenti. Lungo il presente articolo dialogheremo con le opinioni di linguisti ed intellettuali – tanto portoghesi quanto brasiliani – che discorrono della Lusofonia, con il fine di fare luce su un possibile equilibrio da raggiungere. Da sottolineare saranno le considerazioni dei portoghesi Ivo Castro (2010) e Eduardo Lourenço (1999), mentre per la controparte brasiliana si terrà conto degli studi intrapresi da Gilvan Müller de Oliveira (2013) e Carlos Alberto Faraco (2012). Quando pensiamo alla lusofonia, ci riferiamo anche a contesti transnazionali e internazionali dove la lingua portoghese acquista nuovi contorni dimensionali e alcune delle sue norme si "trovano" in modo articolato nelle produzioni dei non madrelingua e, in questo senso, tessiamo alcune riflessioni sull'insegnamento-apprendimento di PLS in contesti di insegnamento formale. Si analizzeranno quindi le contraddizioni all’interno della Lusofonia, dove i due centri maggiori –Portogallo e Brasile- mettono in dubbio il concetto stesso di “unione nella diversità”.
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Calloni, Angelo. "Le squadre irregolari di "polizia" nell'aeronautica nazionale repubblicana. Milano 1944-1945." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 295 (May 2021): 39–67. http://dx.doi.org/10.3280/ic2021-295002.

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Abstract:
Lo studio si prefigge lo scopo di indagare le squadre irregolari di "polizia" che si formarono nell'Aviazione repubblicana, a Milano durante la Rsi, fra il 1944 e il 1945, con l'obiettivo di praticare lo squadrismo. Si tratta di una ricerca prettamente d'archivio, basata sui documenti dell'Ufficio storico dell'aeronautica militare, sul fondo Corte d'assise straordinaria di Milano e sui fondi dell'Archivio cen-trale dello stato di Roma. L'analisi si inserisce quindi negli studi sulle squadre di polizia della Repubbli-ca sociale italiana ma, allo stesso tempo, cerca di avviare un filone di ricerca specifico, che riguarda un tipo di polizia "informale", volontaria e autonoma, nata in un contesto militare, formale e istituzionalizza-to. L'esposizione descrive brevemente la condizione dell'Aeronautica di Salò, per poi entrare nello spe-cifico delle squadre oggetto di studio, analizzandone la genesi, la composizione, la struttura, le peculiari-tà. Una parte della ricerca espone quindi gli eventi storici, focalizzandosi su come queste squadre eserci-tarono il ruolo di polizia in chiave anti-partigiana. Un ampio spazio dello studio è dedicato a valutare le responsabilità dei vertici militari, mentre un altro indaga il volontarismo e le aspirazioni personali degli avieri. Ne esce un quadro oggettivo che offre ampi spunti per continuare a studiare il fenomeno delle polizie irregolari nei corpi militari, anche in chiave comparativa, soprattutto riguardo i casi analoghi con protagonista la Wehrmacht tedesca o l'esercito francese di Vichy, oltre che altri corpi italiani di stanza in luoghi percorsi da attività partigiana.
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Matteucci, Paolo. "La didattica dell’italiano a distanza: un case study." Revista Italiano UERJ 12, no. 1 (September 5, 2021): 19. http://dx.doi.org/10.12957/italianouerj.2021.62148.

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Abstract:
ABSTRACT: Questo saggio si propone il fine di misurare l’impatto della transizione dalla didattica in aula a quella a distanza nel contesto dei corsi di italiano per principianti offerti, nel semestre autunnale 2020, dal Programma di Italiano dell’università canadese Dalhousie. Prendendo simultaneamente in considerazione i risultati del feedback formale e informale fornito dagli allievi, i dati raccolti tramite la ricerca-azione e l’osservazione dei corsi da parte di specialisti esterni, e una molteplicità di parametri valutativi, il presente intervento mira a delineare alcuni vantaggi e svantaggi dell’insegnamento a distanza dell’italiano come lingua straniera.Parole-chiave: Didattica dell’italiano. Glottotecnologie. Ricerca-azione. RESUMO: Este artigo analisa o impacto da transição das aulas presenciais ao formato virtual, especificamente no contexto das três seções do curso “Italiano para Iniciantes” oferecido no segundo semestre de 2020 pelo Programa de Italiano da Universidade de Dalhousie, Canadá. Justapondo os feedbacks formais e informais dos alunos, os dados recebidos da observação de terceiros através de pesquisa-ação e as avaliações de diversos indicadores de sucesso, este artigo visa delinear algumas vantagens, bem como os principais desafios, do ensino a distância do italiano enquanto idioma estrangeiro.Palavras-chave: Didática do italiano. Glototecnologias. Pesquisa-ação. ABSTRACT: This paper scrutinizes the impact of the transition from face-to-face teaching to online instruction, in the context of the Italian for Beginners courses offered in the fall semester 2020 by the Italian Program at Dalhousie University, Canada. By juxtaposing the student’s formal and informal feedback, the input received from third-party observation via action-research, and the assessment of a variety of indicators of success, this paper aims at outlining some advantages, as well as the main challenges, inscribed into at-distance teaching of Italian as a foreign language.Key words: Teaching Italian as a foreign language. At-distance instruction. Action-research.
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Iavarone, Maria Luisa, and Luigi Aruta. "Digital skills between soft and hard. The Media Educator among critical issues and opportunities." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no. 3 (December 31, 2022): 242–51. http://dx.doi.org/10.36253/form-13763.

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Abstract:
This era is marked by a profound mutation in the forms and expression of human life that reflects a substantial alteration of the traditional coordinates of space and time, axes of thought con-fused into a third dimension imposed by the digital environment: immediacy. This transition implies a reflection on educational potential of technologies in response to contemporary emergencies and fragilities. Therefore, in this historical-cultural context, it might be appropriate to rethink digital skills no longer as hard skills, i.e., as mere technical-computational skills, but as soft skills, i.e., cognitive-operational skills, , indispensable for inhabiting in onlife era. Hence, the need to have Media Educators with a strong educative and cultural, as well as technological, identity, who know how to operate especially in the non-formal and informal sphere, in the third sector and in the territories of risk, moving effectively and efficiently, between criticalities and opportunities, in the living platforms of digital, a potential place for the development of digital soft skills. Le digital skills tra soft e hard. L’Educatore Mediale tra criticità e opportunità. L’epoca che viviamo sembra attraversata da una profonda mutazione nelle forme e nell’espressione della vita umana che riflettono una sostanziale alterazione delle coordinate tradizionali di spazio e tempo, assi del pensiero con-fusi in una terza dimensione imposta dall’ambiente digitale: l’istantaneità. Questa transizione implica una riflessione circa le potenzialità educative delle tecnologie in risposta alle emergenze e alle fragilità contemporanee. Quindi, in questo contesto storico-culturale, potrebbe essere opportuno ripensare le competenze digitali non più come hard skills, ossia come mere abilità di natura tecnico-computazionale, bensì come soft skills, ossia abilità cognitivo-operazionali, indispensabili per abitare in epoca onlife. Di qui, la necessità di disporre di Educatori Mediali con una forte identità educativo-culturale, oltre che tecnologica, che sappiano operare soprattutto in ambito non formale e informale, nel terzo settore e nei territori del rischio, muovendosi con efficacia ed efficienza, tra criticità e opportunità, nelle piattaforme abitative del digitale, potenziale luogo di sviluppo delle digital soft skills.
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Premrl, Mirjam. "Commento delle scelte delle forme verbali nei cloze degli studenti di Italianistica e di Traduzione: (identificazione dei punti critici e confronto tra i gruppi)." Linguistica 49, no. 1 (December 29, 2009): 161–203. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.49.1.161-203.

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Abstract:
Nel presente contributo l'autrice si concentra sull'osservazione e sul commento delle scelte delle forme verbali nei cloze degli studenti del 2., del 3. e del 4. anno del corso di laurea in Lingua e letteratura italiana, del 2. e del 3. anno del corso di Laurea in Mediazione interlinguistica e del 4. anno del corso di laurea in Traduzione. Il punto in comune di tutti e tre i corsi è l'insegnamento esplicito delle caratteristiche e del funzionamento del sistema verbale italiano, anche se nell'ambito di Italianistica la quantità di ore dedicate a questo tipo di insegnamento è superiore rispetto a quella prevista nell'ambito di Traduzione, mentre nell'ambito di Traduzione una quantità maggiore di lezioni concerne esercitazioni di traduzione e composizione di testi. Per gli scopi della ricerca è stato elaborato un test composto da cinque testi autentici brevi ma completi e da un brano tratto dal romanzo Il giardino dei Finzi-Contini di Giorgio Bassani, trasformati in seguito nei cloze. Ma visto che la scelta della forma verbale nei cloze dipende non soltanto dalla conoscenza degli usi, bensì anche dall'interpretazione felice del mondo testuale, i cloze sono stati completati da attività quali sottolineare espressioni sconosciute, tradurre il testo in sloveno, completare i cloze preceduti dalla versione slovena del testo. Dai risultati traspare che gli studenti non hanno problemi particolari nella comprensione del mondo testuale, mentre incontrano difficoltà nell'interpretazione attiva delle sue caratteristiche e nell'applicazione degli usi alla realtà extralinguistica. Per la quantità di usi inappropriati si rivelano come i più critici fenomeni quali l'anteriorità nell'ambito delle frasi indipendenti e relative, l'espressione della temporalità relativa nell'ambito dei costrutti sintattici complessi e nel discorso indiretto libero, il preludio, la scelta tra il perfetto e l'imperfetto e l'espressione di notizie riferite su azioni passate con il condizionale composto. Si è scoperto, però, che la criticità di uno stesso fenomeno varia in dipendenza dalla sua riconoscibilità nel co- e contesto. I risultati hanno inoltre confermato - eccetto che per un gruppo - il miglioramento della prestazione con il progredire degli studi. Al tempo stesso si è potuta notare l'importanza dell'insegnamento esplicito e dell'osservazione attiva degli usi delle forme verbali, dato che né le preconoscenze, acquisite spesso in modo informale e utili soprattutto nella ricostruzione del mondo testuale, né l'esperienza relativa alla composizione di testi possono eliminare l'influsso dell'interferenza. Data la presenza implicita della madrelingua nella produzione linguistica del discente in un'altra lingua straniera, l'autrice propone delle attività in classe che prendano come spunto i testi in madrelingua. Per superare le difficoltà di applicazione delle nozioni teoriche ai casi pratici gli studenti dovrebbero essere esposti ancora di più alla lettura e all'analisi dei vari tipi testo in lingua straniera. Gli studenti dovrebbero essere inoltre incitati a un processo consapevole di ricostruzione del mondo testuale.
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Tassani, Thomas. "L'Agenzia delle entrate di fronte al trust." gennaio-febbraio, no. 1 (February 3, 2022): 17–25. http://dx.doi.org/10.35948/1590-5586/2022.46.

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Abstract:
TesiL’Agenzia delle Entrate, con la bozza di circolare pubblicata ad agosto 2021, ha annunciato un importante mutamento interpretativo per quanto attiene la fiscalità dei trust, nelle imposte sui trasferimenti, accogliendo la tesi della tassazione “in uscita”, così come definita dalla giurisprudenza della Corte di Cassazione. Il nuovo paradigma teorico si fonda sull’apprezzamento del trust (e dei “vincoli di destinazione”) quale fattispecie “a formazione progressiva”; la fattispecie, infatti, non risulta completa al momento della segregazione patrimoniale, essendo destinata ad evolvere e mutare nello sviluppo della vicenda negoziale, fino a perfezionarsi con l’attribuzione definitiva al beneficiari. Ciò determina rilevanti conseguenze dal punto di vista dell’an, del quantum e del quando dell’imposizione. Se alcuni di questi aspetti sono correttamente individuati nella bozza di circolare, altri risultano invece ignorati. In particolare, l’Agenzia non chiarisce quale sia la dimensione formale della attribuzione rilevante ai fini della tassazione. L’applicazione dei principi del tributo donativo deve però condurre ad affermare l’imposizione solo qualora l’attribuzione risulti da un atto soggetto ad obbligo di registrazione, quindi escludendola nell’ipotesi di attribuzione c.d. informale, per la quale la tassazione sarà solo eventuale e successiva secondo le regole dell’art. 56-bis, TUSD. Non appare invece condivisibile la scelta interpretativa dell’Agenzia, compiuta nella bozza di circolare, di estendere l’ambito soggettivo della titolarità effettiva, ai fini degli obblighi di monitoraggio fiscale, a tutti i beneficiari “individuati o facilmente individuabili” di trust opachi non residenti. Infatti, in base al dato normativo vigente, può essere riconosciuto come titolare effettivo solo il beneficiario che vanta posizioni giuridiche vested, ossia colui che ha il diritto di pretendere dal trustee l’assegnazione del reddito o del patrimonio.The author's view The Italian Revenue Agency, with the draft circular published in August 2021, has announced an important change with regard to the taxation of trusts. The new paradigm is based on the appreciation of the trust as a case of "progressive formation"; the situation covered by the tax rule is not complete at the time of the segregation of assets, since it is destined to evolve and change, until the final allocation to the beneficiaries. This has important consequences in terms of taxation. The Agency does not clarify what is the formal dimension of the attribution relevant for taxation purposes. The application of the principles of the gift tax must, however, lead to affirm the taxation only if the attribution results from a deed subject to registration, thus excluding it in the hypothesis of the so-called informal attribution, for which the taxation will be only possible according to the rules of art. 56-bis, TUSD. On the other hand, the Agency's decision to extend the concept of beneficial owner, for the purposes of tax monitoring obligations, to all 'identified or easily identifiable' beneficiaries of discretional non resident trusts is not accetable. In fact, under the current legal framework, only the beneficiary who has vested legal positions, i.e. the one who has the right to claim the allocation of income or assets from the trustee, can be recognised as a beneficial owner.
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"L’EDUCAZIONE INTERCULTURALE: STIMOLO PER UNA CITTADINANZA EUROPEA E DEMOCRATICA." Studia Polensia 01, no. 01 (November 15, 2012): 111–22. http://dx.doi.org/10.32728/studpol/2012.01.01.08.

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Abstract:
In questo lavoro, entro l’ambito dell'interculturalità, si vuole off rire una panoramica delle fi nalità dell'insegnamento e dell'educazione ad una cittadinanza europea, un quadro della competenza interculturale di base necessaria alla formazione dei futuri cittadini europei, come pure una breve sintesi delle esperienze croate avviate in questi campi. Educare all’interculturalità signifi ca, innanzitutto, acquisire e comprenderne i concetti chiave, rispettare i principi dell’interculturalità, capire le conseguenze della discriminazione, dei pregiudizi e degli stereotipi, nonché permettere agli alunni l’applicazione attiva del sapere, delle abilità e della competenza interculturale, oltre a quelle generali, indispensabili in una società democratica e culturalmente pluralistica. L’educazione alla cittadinanza europea si sviluppa nel corso dell’intera esistenza del singolo individuo e si manifesta in tutte le sue sfere (lifelong e lifewide learning) attraverso la realizzazione di un'educazione formale, non formale ed informale. Il dialogo interculturale è un fattore indispensabile e di estrema importanza per una cittadinanza europea in una società fondata sui valori.
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Di Rienzo, Paolo, Aline Sommerhalder, Massimo Margottini, and Concetta La Rocca. "Apprendimento permanente, saperi e competenze strategiche: approcci concettuali nel contesto di collaborazione scientifica tra Brasile e Italia (Lifelong learning, knowledge and Strategic Competence: conceptual approaches in the context of scientific collaboration between Brazil and Italy)." Revista Eletrônica de Educação 12, no. 3 (October 7, 2019). http://dx.doi.org/10.14244/198271993584.

Full text
Abstract:
This essay aims to show some approaches in the understanding of the lifelong learning concepts, knowledge, competence, from a literature review with the contributions of Dewey, Bruner, Freire, Schon and Tardif among others. Coming from theoretical studies carried out by Italian researchers and a Brazilian researcher, through their Research Centers/Laboratories and international collaborative partnership between Brazilian and Italian Universities, this text addresses from the undertake scientific literature, key terms which support the held studies. From the considerations, it is highlighted the regular understanding around lifelong learning concept, which considers the human condition for the permanent learning and valuing experiences from different contexts, such as family and school (basic and higher education). In view of this, the approximation between the concepts of competence and knowledge was also highlighted, recognized and valued as fundamental elements for the learning process and for the development of critical and reflexive thinking, and consequently transforming daily problems and challenges. The task reinforces the research network, pursuing the improving theoretical knowledge to subsidize the scientific research production in the educational field, besides Brazilian or Italian academic walls.SommarioQuesto saggio ha l’obiettivo di presentare gli approcci sulla definizione dei concetti di apprendimento permanente, saperi e competenze, partendo da una revisione della letteratura, con i contributi,tra gli altri, di Dewey, Bruner, Freire, Schon e Tardif. A partire dall’analisi teorica condotta da ricercatori italiani e una ricercatrice brasiliana, mediante i loro centri di ricerca/laboratório, e l’accordo di collaborazione internazionale tra l’università brasiliana e italiana, questo testo affronta, in base alla letteratura scientifica, i termini chiave che supportano gli studi realizzati. Dalle argomentazioni espresse, emerge la posizione comune sul concetto di apprendimento permanente o per tutta la vita, che considera l’approccio umanistico e la valorizzazione delle esperienze provenienti da diversi contesti come la famiglia e la scuola (in particolare di base e superiore). In questa prospettiva, si mette in evidenzia anche l'approssimazione semantica tra i concetti di competenza e saperi, riconosciuti e valorizzati come elementi fondamentali per il processo di apprendimento e per lo sviluppo del pensiero critico e riflessivo, e di conseguenza trasformatore rispetto ai problemi e alle sfide quotidiane della vita. Il presente contributo rafforza la rete di ricerca congiunta, con l'obiettivo di migliorare le conoscenze teoriche per supportare lo sviluppo di ricerche in campo educativo, al di là delle mura accademiche brasiliane o italiane.Keywords: Lifelong learning, Knowledge, Strategic competence, Reflexive competence.Parole chiave: Apprendimento permanente, Saperi, Competenze strategiche, Competenze di riflessione.Palavras-chave: Aprendizagem permanente, Conhecimento, Competência estratégica, Competência reflexiva.ReferencesALBERICI, A. La possibilità di cambiare. Apprendere ad apprendere come risorsa strategica per la vita. Milano: Franco Angeli, 2008.ALBERICI, A.; DI RIENZO, P. Learning to learn for individual and society. In: R. Deakin CRICK, C. S.; K. REN (Eds), Learning to Learn. International perspectives from theory and practice. New York: Routledge, 2014, p. 87-104.BALDACCI M. Trattato di pedagogia generale, Roma: Carocci Editore, 2002.BANDURA A. 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