Academic literature on the topic 'Insegnamento informale e formale'

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Journal articles on the topic "Insegnamento informale e formale"

1

Giuseppe De Simone. "Un approccio ecologico-culturale per definire il Mobile Learning." IUL Research 1, no. 1 (July 24, 2020): 118–25. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v1i1.40.

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Abstract:
Al giorno d'oggi, il Mobile Learning è spesso considerato come un modo possibile per creare ambienti di apprendimento virtuali e offre molte opportunità per produrre e condividere contenuti multimediali e promuovere l'educazione a distanza. Inoltre, i progetti di formazione e le iniziative sulle tecnologie mobili stanno aumentando in tutto il mondo, quindi ciò dimostra che esiste un interesse diffuso in questa area di studio che va oltre il campo delle tecnologie di insegnamento della ricerca educativa. Tuttavia, il Mobile Learning è ancora un fenomeno relativamente nuovo, e difficile da decifrare, a causa dell'aggiornamento “quotidiano” delle tecnologie digitali e di telecomunicazione che producono nuove caratteristiche e vantaggi per ogni utente. Questo lavoro cercherà di fornire una chiara definizione di Mobile Learning e una guida ragionata per definirla attraverso un approccio culturale-ecologico per evidenziare i suoi benefici e limiti nell'istruzione quotidiana sia formale che informale.
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2

Merkel, Wolfgang, and Aurel Croissant. "Formale und informale Institutionen in defekten Demokratien." Politische Vierteljahresschrift 41, no. 1 (March 2000): 3–30. http://dx.doi.org/10.1007/s11615-000-0002-9.

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3

Esposito, Emiliano, and Francesco Chiodelli. "Le regole dell'informalità abitativa. Il caso del subentro illegale negli alloggi di edilizia pubblica a Napoli." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 131 (August 2021): 113–36. http://dx.doi.org/10.3280/asur2021-131006.

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Abstract:
L'articolo presenta i risultati di una ricerca etnografica condotta nel complesso di case popolari del rione De Gasperi a Ponticelli, nell'area orientale di Napoli, dove la pratica di occupare informalmente un alloggio pubblico e fortemente radicata da decenni. Il saggio indaga una forma peculiare, il "subentro informale", di cui viene analizzato il funzionamento. L'obiettivo e mostrare l'informalita abitativa come risultato di un sistema di influenze reciproche tra sfera formale e sfera informale.
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4

Palmisano, Antonio Luigi. "La jirga e la giustizia informale in Paktia." FUTURIBILI, no. 1 (March 2011): 153–77. http://dx.doi.org/10.3280/fu2011-001011.

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Abstract:
L'Autore, nell'ambito del rapporto generale tra diritto informale e diritto formale, e cioč tra diritto della comunitŕ e dei valori e diritto dello stato, affronta la giustizia informale gestita direttamente dalledei pashtun e delle pene previste dal diritto informale per i delitti compiuti. Lesono una sorta di assemblea degli "anziani", operanti a livello locale, e parallelamente alle corti primarie, secondarie e d'appello di Kabul. L'Autore illustra come sono composte e operano tali. Una seconda parte dell'articolo riporta analiticamente le pene per ogni singolo delitto, secondo le categorie giuridiche del, dele del. Nel caso le parti non accettino la decisione delle, allora interverrŕ la corte statale. L'Autore conclude chee stato rappresentano un equilibrio tra comunitŕ locale e stato, che prende le mosse dalla querela discussa a livello di, che cosě si configura come una sorta di giudice di pace.
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5

Guenther, Claudia. "Requisiti dei lavoratori non qualificati e semi-qualificati nel settore alimentare." QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no. 98 (December 2012): 77–85. http://dx.doi.org/10.3280/qua2012-098007.

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Abstract:
Questo articolo analizza la situazione socio-lavorativa dei lavoratori con bassi livelli di qualifica (al di sotto del livello 4 dell'EQF), le esigenze di qualifica richieste dalle imprese, la trasparenza delle qualifiche tra i vari paesi partner ed il riconoscimento delle competenze e delle capacitŕ acquisite attraverso l'apprendimento non formale ed informale.
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6

Kipar, Andreas. "Abitare la regione urbana. Il progetto MILU. Paesaggi urbani e paesaggi di periferia tra Milano e Lugano: proposte per una sintesi sostenibile." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 99 (April 2011): 23–49. http://dx.doi.org/10.3280/asur2010-099003.

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Abstract:
Promuovere una nozione allargata dell'abitare significa assegnare valore alle peculiaritŕ dei luoghi, considerare l'esistente come risorsa da mettere a sistema e favorire nuove forme di percezione e comunicazione. Tale logica vale per lo piů per le aree periferiche. Seguendo questo approccio, i Raggi Verdi esprimono una strategia di pianificazione informale, legata a quella formale esistente, alla scala locale come a quella territoriale. Il progetto strategico MILU applica questi principi all'asta territoriale che collega Milano, Varese e Lugano.
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7

Ruggieri, Stefano, and Simona Viola. "Le nuove tecnologie al servizio della comunicazione formale e informale all'interno dell'amministrazione pubblica." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 3 (October 2015): 130–43. http://dx.doi.org/10.3280/sa2015-003010.

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8

Tonarelli, Annalisa. "Trasformazioni dell'esperienza operaia, tra regolazione formale e informale. Il caso della siderurgia a Piombino." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 139 (September 2015): 71–81. http://dx.doi.org/10.3280/sl2015-139006.

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9

Colombo, Maddalena. "Apprendimenti non formali ed informali in un contesto educativo formale integrato con le arti performative in quattro scuole elementari del Canton Ticino." Swiss Journal of Educational Research 36, no. 3 (September 20, 2018): 407–34. http://dx.doi.org/10.24452/sjer.36.3.5105.

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Abstract:
Il saggio riporta alcune considerazioni scaturite nell’ambito del progetto “Teatro e Apprendimento”, svolto dalla Scuola Teatro Dimitri di Verscio in Canton Ticino con il sostegno del FNS. Il progetto ha introdotto delle pratiche di apprendimento “qualitativo”, ovvero informale, secondo un approccio olistico, per il quale è molto rilevante la dimensione socio-culturale. In questa prospettiva il teatro fornisce una chiave d’accesso privilegiata al patrimonio culturale. Il piano di ricerca ha incluso: un percorso formativo con gli insegnanti di 4 scuole elementari ticinesi; dei laboratori di movimento, canto e musica, lavoro sul testo d’autore, recitazione, drammatizzazione e improvvisazione; 4 messe in scena con protagonisti i soli bambini. La raccolta e analisi dei dati qualitativi da parte di un’équipe scientifica, ha seguito alcune ipotesi circa il rapporto tra teatro e apprendimento, messe a punto per meglio descrivere il procedimento riflessivo informale (apprendere dall’esperienza): Ipotesi della motivazione, della differenziazione, dell’affinamento tecnico, dell’integrazione, dell’interezza, dell’efficacia comunicativa o dell’emozione. Il materiale narrativo raccolto (schede personali, diari di bordo, interviste qualitative) mostra come gli apprendimenti più significativi sono riconducibili alla accresciuta capacità dei bambini di portare a termine un apprendistato formale nelle discipline artistiche. L’attività sperimentale ha favorito l’espressione emozionale e la creatività, l’integrazione dei partecipanti nel gruppo, tra originalità e ripetizione, tra razionalità e corporeità.
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10

Mittica, M. Paolo. "Attraversare il silenzio. I presupposti impliciti del diritto." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 2 (July 2012): 105–25. http://dx.doi.org/10.3280/sd2012-002006.

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Abstract:
L'articolo affronta il tema del silenzio come componente del diritto sullo sfondo della riflessione critica svolta nell'ambito dei Critical Legal Studies dagli anni ‘80 fino agli apporti piů recenti di Law and the Humanities, laddove il silenzio viene messo in rapporto al diritto nelle sue implicazioni filosofiche, psicologiche e relazionali. L'analisi procede dalle prospettive della sociologia e dell'antropologia giuridiche, utili a osservare le normativitŕ escluse dalla legge e per riflettere sulle voci, emerse da altri spazi di regolazione e aspettative, che il diritto positivo tace. L'ulteriore obiettivo č di addentrarsi attraverso il silenzio nei presupposti impliciti che sono alle radici di qualunque normazione relazionale, sia essa formale o informale, al fine di assegnare una valenza alle componenti sentimentali ed emotive che entrano in gioco nel campo giuridico come in qualunque contesto dell'azione umana, affinché il ragionamento sulla realtŕ del diritto possa farsi piů complesso.
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Dissertations / Theses on the topic "Insegnamento informale e formale"

1

D'Acunto, Immacolata. "La mostra "Divertiesperimenti" come ponte tra l'apprendimento informale e il formale nell'insegnamento della fisica nella scuola secondaria." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2017. http://hdl.handle.net/10556/2674.

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Abstract:
2015 - 2016
The actual surveys highlight that teaching scientific disciplines it gives often-inadequate results, in Italy particularly, and it emerges that, in general, the educational aspects of the teaching of the Physics are not enough take in account. Usually, the students consider the physics a distant, incomprehensible and difficult discipline: I have verified with the present work as, on the other hand, the teaching of physics could be engaging and stimulating, and entertaining in discovery and fun activities. The research study is therefore based on the need: - To improve the knowledge and the skills related to the teaching and learning of scientific disciplines at school; -to experiment educational methodologies and strategies for teaching Physics more effectively. This topic is complex and it is not easy to transfer educational research in the real classroom, so this work cannot aspire to be complete and exhaustive. I tried to give a contribution to the physics educational research starting from the description of the main issue, as well as of the potentialities, taking account of the actual situation, also normative, in the Italian Secondary School. Then, I have experimented some psico-pedagogic methodologies and I have proposed some original models of good practices. I tried to answer to the question: What contribution can I provide starting from the informal learning, through a didactic laboratory centred on a mini University Science Center, for the construction of new competences in Physics of the students and the teachers? My work: • From the point of view of the methodological aspects was based on Laboratory teaching, and in particular using the Inquiry Based Science Education (IBSE) approach; the IBSE is a scientific inquiry that starts from exploration of phenomena, based on constructivism paradigm and experimental teaching. This methodology is among the most recommended for teaching science, for its applicability and for good educational outcomes. • From the point of view of the laboratory equipment, I mainly used the interactive experiments of the collection "DivertiEsperimenti"; "DivertiEsperimenti" (“Fun-experiments”) is the collection of interactive exhibits, I designed for the Department of Physics at the University of Salerno according to the model of the Exploratorium of San Francisco [1], [2]. This collection of experiments aims to enable the public, especially the school, to "manipulate" and familiarize themselves with many physical phenomena, through an informal and even entertaining approach. New way of teaching and learning the formalization of knowledge, to be effective, have to activate the motivation and creativity of the learners, just as the scientist does during his research. Informal and non-formal learning are therefore gaining more and more a prominent role. An important question remains how to use informal learning in science to build formal knowledge... [edited by Author]
XXIX n.s.
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2

Serbati, Anna. "Riconoscimento e certificazione delle competenze tra apprendimento formale, non formale, informale." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3426298.

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Abstract:
The research framework lies within the new lifelong learning scenario and focuses on the field of adult employed students who enter university study programmes with extensive knowledge and expertise gained in previous educational, professional and extra-professional contexts. The theoretical and political framework refers to the theories of experiential learning, to the development and application of the competence paradigm, to the approaches and tools for recognition and validation of prior experiential learning acquired in informal and non formal contexts and finally to the European and national directives in this field. The general aim of the research is to identify theories, models, methodologies and tools that respond to adult students’ need not only for the recognition and certification of qualifications, but also of competences. The specific objective is to design (following the relevant elements highlighted in the theories and models identified and analysed), apply and assess prototypal tools and procedures for recognising and certifying previously acquired competences within formal programmes that lead to academic qualifications. The main referential theories and practices for developing a model are the French Validation des acquis de l’experience - VAE and the English Accreditation of Prior Experiential Learning - APEL models, with specific focus on the educational value of the autobiographic reflective process and on the adviser’s methodological support. The empirical research context draws on a project - conducted by the Faculty of the Science of Education and Training of Padua University and located within a wider project of the Venetian Region - in the field of the certification of competences requiring adult employed students enrolled in Padua University to prepare a learning outcomes portfolio. This portfolio, which is the result of the description and documentation of experiences, the analysis of learning and the identification of competences to be recognized in terms of academic credits, is assessed by a specific Examination Board (composed of three lecturers) comparing the learning outcomes identified and demonstrated by the students with the learning outcomes expected at the end of the programme. The research strategy lies within the interpretativist paradigm and integrates quantitative and qualitative tools administered to all stakeholders involved, with a complementary purpose. The aim is to investigate, on the one hand, the practical elements, the strengths and weakness of the process in order to improve it, and, on the other hand, the model’s educational and professional implications, focussing on the development of adults’ wider comprehension and awareness of their own competences which is a necessary pre-requisite for obtaining external recognition. In the context of today’s uncertainty and the flexibilization of the socio-economic reality, the systematic exercise of identifying the main connecting thread and the coherence of individuals’ preceding personal pathway and the connections between formal, non formal and informal contexts may be an important strategy for developing autonomy and responsibility and for responding to educational, professional and personal transitions. The aim of the research, according to the European and national directives (particularly referring to the Italian Law 92/2012 and related to the legislative Decrees), is to propose a model which may be applied in analogous contexts and to suggest indications for building a University lifelong learning centre with services and processes for recognising prior experiential learning. In this way, Universities are called to fulfil a third mission, accepting the social challenge to propose educational, organisational and technological innovations that respond to the learning needs of adult and thereby interface with local networks of educational, training and professional systems.
La presente ricerca nasce nell’ambito del nuovo scenario di lifelong e lifewide learning e orienta il proprio campo d’indagine a lavoratori studenti, adulti che si avvicinano a percorsi formativi accademici portando con sé un bagaglio di saperi maturati nei contesti di vita formativa, lavorativa, extra-professionale. Il quadro teorico e politico fa riferimento alle teorie di apprendimento dall’esperienza, allo sviluppo e agli usi del paradigma della competenza, alle modalità di riconoscimento e validazione dei saperi acquisti in ambito non formale e informale e alle direttive europee e nazionali in materia. La finalità della ricerca è quindi quella di individuare teorie, modelli, metodologie e strumenti che possano rispondere all’esigenza dei lavoratori studenti di ottenere un riconoscimento e una certificazione non solo di titoli, ma anche di nuclei di competenze. L’obiettivo specifico perseguito è quello di progettare (sulla base degli elementi significativi riscontrati nei modelli e nelle teorie individuate e analizzate), applicare e valutare strumenti e procedure prototipali di riconoscimento e certificazione delle competenze precedentemente acquisite, perlopiù in contesti informali e non formali, all’interno di percorsi formali finalizzati all’ottenimento di un titolo universitario. Le teorie e pratiche di riferimento per l’elaborazione del modello sono quella francese di Validation des Acquis de l’Expérience – VAE e quella inglese di Accreditation of Prior Experiential Learning - APEL, con particolare approfondimento degli aspetti di valenza formativa della narrazione autobiografica e di supporto metodologico offerto dalla figura di supporto dell’accompagnatore metodologico. Il contesto empirico della ricerca trae spunto da un progetto della Facoltà di Scienze della Formazione di Padova - all’interno di una macro-azione della Regione Veneto sul tema della certificazione delle competenze - e prevede la realizzazione per lavoratori studenti iscritti a corsi di laurea dell’Ateneo Patavino di un portfolio dei risultati di apprendimento. Quest’ultimo, esito dell’esplicitazione e documentazione dell’esperienza, dell’analisi dei propri saperi e dell’individuazione delle proprie competenze affinché possano essere riconosciute in termini di crediti formativi universitari, è infine valutato da un’apposita Commissione di docenti del corso di laurea interessato sulla base di un confronto tra i risultati di apprendimento attesi al termine del corso e quelli analizzati e comprovati dal candidato. La strategia di ricerca adottata si richiama al paradigma interpretativista e integra strumenti quantitativi e qualitativi somministrati a tutti gli attori coinvolti, secondo una logica di complementarietà. Si vuole, infatti, indagare, da un lato, gli aspetti operativi, gli elementi di criticità e i punti di forza riscontrati in una prospettiva di miglioramento, e, dall’altro, le ricadute formative e professionali del modello, con focus sullo sviluppo di comprensione e consapevolezza più ampie sulle proprie competenze da parte degli adulti, condizione imprescindibile per l’ottenimento di un riconoscimento esterno. Nel contesto di flessibilizzazione e incertezza della realtà socio-economica odierna, l’esercizio sistematico di individuazione dei fili conduttori e della coerenza del proprio percorso pregresso e delle connessioni tra i contesti formali, non formali e informali può divenire uno strumento importante di autonomia e responsabilità per rispondere a situazioni di transizione formativa, professionale e personale. Volontà della ricerca, collocandosi nelle direttive europee e nazionali sul tema (in particolare con riferimento alla legge 92/2012 e ai suoi decreti attuativi), è quella di proporre un modello riproducibile in contesti analoghi e tracciare indicazioni per la costituzione di un servizio di Ateneo per il riconoscimento e la certificazione delle competenze. In questa direzione, l’Università è chiamata ad una terza missione, raccogliendo la sfida sociale di proporre innovazioni didattiche, organizzative e tecnologiche che rispondano alla domanda di apprendimento di un pubblico adulto e quindi di interfacciarsi con le reti territoriali degli attori dei sistemi di istruzione, formazione e lavoro.
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FRISO, CHIARA. "LA DIDATTICA DAVANTI AL BLOG: CONTESTI SCOLASTICI TRA FORMALE ED INFORMALE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/325.

Full text
Abstract:
L'obiettivo che questa tesi persegue è quello di analizzare il binomio blog/didattica, allargando il raggio di discussione e problematizzazione alle tecnologie di rete e all'educazione nei suoi aspetti di formalità e di informalità. Lo sguardo pedagogico-didattico viene eletto come guida del processo di riflessione e la scuola viene scelta come il campo di esplorazione privilegiato. L'approccio d'indagine assunto pone la didattica di fronte al blog riservando ad essa il compito di contestualizzare la tecnologia, di comprenderne potenzialità sfruttabili per sostenere processi di apprendimento formali ed informali e di rilevarne gli aspetti di vantaggio e di problematicità emergenti per progettare impieghi efficaci ed innovativi. La ricerca è strutturata lungo due direttrici: una teorico-fondativa destinata alla riflessione intorno ad alcuni nuclei tematici di sfondo (tecnologie educative, Rete e tecnologie emergenti, educazione formale ed informale) ed alla delineazione dello stato dell'arte in merito al blog ed alle sue applicazioni nella didattica; una empirica costituita dall'indagine sul campo finalizzata ad evidenziare e descrivere tendenze d'uso dei blog nei contesti scolastici italiani.
This thesis aims at analysing the blog/education binomial, extending its discussion and problematic nature to web technologies in the field of formal and informal educational methods. The teaching-learning question is selected as a guidance in the process under consideration and school is looked upon as the privileged field for research. This study places teaching and learning methods before blog and questions this new technique by examining it deeply in the afford to understand its potentiality in the formal and informal educational process. This study aims at putting into evidence possible advantages and problems arising from the application and planning possible innovations in the educational sphere. The research is based on two guiding lines: the theoretical-basic one referring to some background core topics (educational technologies, web, emerging methods, formal and informal education) and referring to the merits related to blog with its application to teaching; the empirical one based on a survey on the field aiming at bringing out and describing trends towards the use of blog in the Italian school environment.
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FRISO, CHIARA. "LA DIDATTICA DAVANTI AL BLOG: CONTESTI SCOLASTICI TRA FORMALE ED INFORMALE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/325.

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Abstract:
L'obiettivo che questa tesi persegue è quello di analizzare il binomio blog/didattica, allargando il raggio di discussione e problematizzazione alle tecnologie di rete e all'educazione nei suoi aspetti di formalità e di informalità. Lo sguardo pedagogico-didattico viene eletto come guida del processo di riflessione e la scuola viene scelta come il campo di esplorazione privilegiato. L'approccio d'indagine assunto pone la didattica di fronte al blog riservando ad essa il compito di contestualizzare la tecnologia, di comprenderne potenzialità sfruttabili per sostenere processi di apprendimento formali ed informali e di rilevarne gli aspetti di vantaggio e di problematicità emergenti per progettare impieghi efficaci ed innovativi. La ricerca è strutturata lungo due direttrici: una teorico-fondativa destinata alla riflessione intorno ad alcuni nuclei tematici di sfondo (tecnologie educative, Rete e tecnologie emergenti, educazione formale ed informale) ed alla delineazione dello stato dell'arte in merito al blog ed alle sue applicazioni nella didattica; una empirica costituita dall'indagine sul campo finalizzata ad evidenziare e descrivere tendenze d'uso dei blog nei contesti scolastici italiani.
This thesis aims at analysing the blog/education binomial, extending its discussion and problematic nature to web technologies in the field of formal and informal educational methods. The teaching-learning question is selected as a guidance in the process under consideration and school is looked upon as the privileged field for research. This study places teaching and learning methods before blog and questions this new technique by examining it deeply in the afford to understand its potentiality in the formal and informal educational process. This study aims at putting into evidence possible advantages and problems arising from the application and planning possible innovations in the educational sphere. The research is based on two guiding lines: the theoretical-basic one referring to some background core topics (educational technologies, web, emerging methods, formal and informal education) and referring to the merits related to blog with its application to teaching; the empirical one based on a survey on the field aiming at bringing out and describing trends towards the use of blog in the Italian school environment.
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Mulazzi, Martina. "Il teatro scientifico in didattica della fisica: una attività informale che diventa formale." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/19485/.

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Abstract:
Oltre a quelle formali a scuola, la società propone sempre più attività di educazione informale (mostre o spettacoli teatrali), cui si aggiungono attività non formali (seminari divulgativi o laboratori pomeridiani). Esistono studi di ricerca sull'efficacia di queste attività, mentre mancano ricerche che valutino le possibilità di integrare, in un percorso didattico coerente, attività informali e non formali in un contesto formale (a scuola). A nostra conoscenza, questa integrazione generalmente non avviene e le attività extrascolastiche sono spesso marginali al percorso conoscitivo. Questa tesi di laurea affronta il problema proponendo un esempio di percorso articolato dall'informale al formale sul tema dello spettro elettromagnetico (in particolare su visibile, UV e IR vicino e lontano). Esso parte dalla visione dello spettacolo teatrale "Luce dalle Stelle", di cui sono autori e attori M. Carpineti, M. Giliberti e N. Ludwig dell'Università Statale di Milano e si sviluppa attraverso l'attività non formale del laboratorio "I Colori invisibili ai confini dell'Arcobaleno" del PLS di Milano, nel quale gli studenti di scuola superiore affrontano il tema attraverso attività sperimentali con telecamere IR, UV e termocamere. Queste due attività sono inserite in un percorso formale di tipo "inquiry" per il triennio della scuola superiore per il quale è stato sviluppato in dettaglio un tutorial per gli insegnanti ed è programmata la sperimentazione in classe per la primavera 2020. Il lavoro di tesi è consistito in: analisi critica del copione dello spettacolo; partecipazione a 4 repliche; sviluppo di un questionario per valutare conoscenze e problemi sull'elettromagnetismo; partecipazione alla progettazione del laboratorio PLS gestendone uno in autonomia e 7 in compartecipazione; progettazione del percorso didattico e del tutorial per gli insegnanti; valutazione dell'efficacia di una attività non formale di teatro scientifico di 20 ore per studenti di scuola superiore.
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De, Angelis Gianluca <1982&gt. "Poste in gioco Lavoro e soggettività tra formale e informale, gratuito e remunerato." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7321/1/De_Angelis_Gianluca_tesi.pdf.

Full text
Abstract:
L’analisi proposta insiste sulle dinamiche di soggettivazione e impoverimento del lavoro a partire dalla torsione reticolare del capitalismo e dei suoi principi organizzativi. In mancanza di una consolidata tradizione analitica specifica sul lavoro gratuito, il ragionamento muove dalla relazione tra l’economia formale e informale. Tale prospettiva di analisi permette di individuare nell’estensione del terreno di cattura del capitalismo l’elemento chiave della svalutazione del lavoro e del suo mancato riconoscimento. Con il passaggio al nuovo paradigma del capitalismo, infatti, il processo di accumulazione del capitale si estende ad ambiti diversi da quelli tradizionalmente produttivi, sfumando i confini tra interesse e disinteresse, produttivo e improduttivo, ampliando le aree di compenetrazione tra economia formale e informale ed estendendo la produzione di valore anche oltre i confini del riconoscimento economico. Traducendo nel desiderio di realizzazione del sé del soggetto quello di riproduzione del capitale, infatti, il dispositivo soggettivante permette di enfatizzare gli aspetti passionali della produzione di valore. Alla maggiore opportunità di realizzazione del sé attraverso il lavoro, però, corrisponde anche una forte individualizzazione dei rischi. Mentre, quindi, da un lato il capitale accresce le proprie capacità di accumulazione penetrando sempre più nella soggettività, dall’altro aumentano, per quanti coinvolti, i rischi di impoverimento e di isolamento. Per indagare la relazione tra lavoro gratuito e remunerato, i regimi di giustificazione che la qualificano e i rischi individuali e organizzativi che ne derivano, sono stati sviluppati tre studi di caso: il primo in un laboratorio di ricerca pubblico, il secondo in una cooperativa sociale e il terzo sui volontari per Expo 2015. In questa prospettiva, il lavoro gratuito, economicamente non riconosciuto, diventa una condizione condivisa, giustificabile soggettivamente, ricorrendo alle grammatiche dell’autoterapia e della passione, quando il lavoratore guarda al presente, e della promessa e della scommessa, quando è rivolto al futuro.
This work aims to analyse subjectivation processes and impoverishment of work starting from understanding the reticular torsion of capitalism and its organizational principles. Scholars have traditionally not given enough attention to unpaid work, thus my considerations move from formal and informal dinamics of economy. This is because from this point of view, we can see why the expansion of fields of capitalist capture constitute one of the key factors at the origin of work devalutation and its lack of monetary recognition. The accumulation process, in the new capitalist paradigm, seems to concerns with new lands, different from the traditional ones of production. Borders between interest and disinterest, productive and unproductive get blurred, expanding areas of interpenetration between formal and informal economy and the production of value outside of the monetary recognition. In this way, the desire of capital reproduction is translated in the individual desire of self-realization. Effectively, the subjectyfing dispositive emphasizes passional aspects of value production, while growing the indvidualization of risks. Thus, on one hand the capital increase its own accumulation opportunities, through colonizing individual subjectivity, on the other hand, the same process increase impoverishment and isolation risks for those who are involved. In order to investigate the relation between paid and unpaid work with the giustificational regimes that qualify this relation and individual and organizational risks, I have used three case studies: the first one in a research laboratory managed by a governmental organization, the second in a social cooperative and the third on volunteer workers for the Universal Exposition 2015, Milan Expo. From these case studies emerges that unpaid work is a shared condition, but justified only at individual level, borrowing the grammar from self-therapy and affection, when the worker looks towards the present, while promise and bet grammars when the worker looks towards the future.
Ce travail présente les dynamiques de subjectivation et de gratuitisation du travail à partir de la torsion réticulaire du capitalisme et de ses principes organisationnels. Les raisonnements présentés sont puisés de l’évolution de la relation entre les dimensions formelle et informelle de l’économie. Cette perspective d’analyse permet de déterminer dans l’extension progressive du capitalisme un des éléments de la dévaluation du travail. Le processus d’accumulation du capital progresse et se développe sur des territoires différents des milieux traditionnels de production. Dans ce mouvement, les zones de compénétration entre l’économie formelle et informelle grandissent et on assiste à une production de la valeur qui se répand sans reconnaissance économique. Par la traduction du désir de reproduction du capital dans le désir de l’autoréalisation des sujets, le dispositif subjectivant permet d’emphatiser les aspects passionnels de la production. Il s’avère qu’à côté de l’opportunité de réalisation de soi par le travail, il y a surtout une grave individualisation des risques. En effet, pendant que le capital agrandit les opportunités d’accumulation en pénétrant dans la subjectivité, les risques de l’appauvrissement et d’isolation grandissent. Pour étudier la relation entre travail gratuit et rémunéré, les régimes de justification qui la qualifient et les risques individuels et organisationnels qui en dérivent, trois études de cas ont été réalisées : la première dans un laboratoire public de recherche, la deuxième dans une coopérative sociale et la troisième avec les bénévoles de l’Exposition Universelle 2015. Cette thèse montre que le travail gratuit est une condition de classe qu’on justifie subjectivement. Lorsque le regard du travailleur est tourné sur le présent, il fait recours aux grammatiques de l’auto-thérapie et de la passion. A l’inverse, lorsque le regard est tourné vers le futur, ce sont les rhétoriques de la promesse et du pari qui sont mises en avant.
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De, Angelis Gianluca <1982&gt. "Poste in gioco Lavoro e soggettività tra formale e informale, gratuito e remunerato." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7321/.

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Abstract:
L’analisi proposta insiste sulle dinamiche di soggettivazione e impoverimento del lavoro a partire dalla torsione reticolare del capitalismo e dei suoi principi organizzativi. In mancanza di una consolidata tradizione analitica specifica sul lavoro gratuito, il ragionamento muove dalla relazione tra l’economia formale e informale. Tale prospettiva di analisi permette di individuare nell’estensione del terreno di cattura del capitalismo l’elemento chiave della svalutazione del lavoro e del suo mancato riconoscimento. Con il passaggio al nuovo paradigma del capitalismo, infatti, il processo di accumulazione del capitale si estende ad ambiti diversi da quelli tradizionalmente produttivi, sfumando i confini tra interesse e disinteresse, produttivo e improduttivo, ampliando le aree di compenetrazione tra economia formale e informale ed estendendo la produzione di valore anche oltre i confini del riconoscimento economico. Traducendo nel desiderio di realizzazione del sé del soggetto quello di riproduzione del capitale, infatti, il dispositivo soggettivante permette di enfatizzare gli aspetti passionali della produzione di valore. Alla maggiore opportunità di realizzazione del sé attraverso il lavoro, però, corrisponde anche una forte individualizzazione dei rischi. Mentre, quindi, da un lato il capitale accresce le proprie capacità di accumulazione penetrando sempre più nella soggettività, dall’altro aumentano, per quanti coinvolti, i rischi di impoverimento e di isolamento. Per indagare la relazione tra lavoro gratuito e remunerato, i regimi di giustificazione che la qualificano e i rischi individuali e organizzativi che ne derivano, sono stati sviluppati tre studi di caso: il primo in un laboratorio di ricerca pubblico, il secondo in una cooperativa sociale e il terzo sui volontari per Expo 2015. In questa prospettiva, il lavoro gratuito, economicamente non riconosciuto, diventa una condizione condivisa, giustificabile soggettivamente, ricorrendo alle grammatiche dell’autoterapia e della passione, quando il lavoratore guarda al presente, e della promessa e della scommessa, quando è rivolto al futuro.
This work aims to analyse subjectivation processes and impoverishment of work starting from understanding the reticular torsion of capitalism and its organizational principles. Scholars have traditionally not given enough attention to unpaid work, thus my considerations move from formal and informal dinamics of economy. This is because from this point of view, we can see why the expansion of fields of capitalist capture constitute one of the key factors at the origin of work devalutation and its lack of monetary recognition. The accumulation process, in the new capitalist paradigm, seems to concerns with new lands, different from the traditional ones of production. Borders between interest and disinterest, productive and unproductive get blurred, expanding areas of interpenetration between formal and informal economy and the production of value outside of the monetary recognition. In this way, the desire of capital reproduction is translated in the individual desire of self-realization. Effectively, the subjectyfing dispositive emphasizes passional aspects of value production, while growing the indvidualization of risks. Thus, on one hand the capital increase its own accumulation opportunities, through colonizing individual subjectivity, on the other hand, the same process increase impoverishment and isolation risks for those who are involved. In order to investigate the relation between paid and unpaid work with the giustificational regimes that qualify this relation and individual and organizational risks, I have used three case studies: the first one in a research laboratory managed by a governmental organization, the second in a social cooperative and the third on volunteer workers for the Universal Exposition 2015, Milan Expo. From these case studies emerges that unpaid work is a shared condition, but justified only at individual level, borrowing the grammar from self-therapy and affection, when the worker looks towards the present, while promise and bet grammars when the worker looks towards the future.
Ce travail présente les dynamiques de subjectivation et de gratuitisation du travail à partir de la torsion réticulaire du capitalisme et de ses principes organisationnels. Les raisonnements présentés sont puisés de l’évolution de la relation entre les dimensions formelle et informelle de l’économie. Cette perspective d’analyse permet de déterminer dans l’extension progressive du capitalisme un des éléments de la dévaluation du travail. Le processus d’accumulation du capital progresse et se développe sur des territoires différents des milieux traditionnels de production. Dans ce mouvement, les zones de compénétration entre l’économie formelle et informelle grandissent et on assiste à une production de la valeur qui se répand sans reconnaissance économique. Par la traduction du désir de reproduction du capital dans le désir de l’autoréalisation des sujets, le dispositif subjectivant permet d’emphatiser les aspects passionnels de la production. Il s’avère qu’à côté de l’opportunité de réalisation de soi par le travail, il y a surtout une grave individualisation des risques. En effet, pendant que le capital agrandit les opportunités d’accumulation en pénétrant dans la subjectivité, les risques de l’appauvrissement et d’isolation grandissent. Pour étudier la relation entre travail gratuit et rémunéré, les régimes de justification qui la qualifient et les risques individuels et organisationnels qui en dérivent, trois études de cas ont été réalisées : la première dans un laboratoire public de recherche, la deuxième dans une coopérative sociale et la troisième avec les bénévoles de l’Exposition Universelle 2015. Cette thèse montre que le travail gratuit est une condition de classe qu’on justifie subjectivement. Lorsque le regard du travailleur est tourné sur le présent, il fait recours aux grammatiques de l’auto-thérapie et de la passion. A l’inverse, lorsque le regard est tourné vers le futur, ce sont les rhétoriques de la promesse et du pari qui sont mises en avant.
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8

Sattar, Majid. "Formale und informale Politik : Wandlungen des Legislativ-Exekutiv-Verhältnisses am Beispiel der parlamentarischen Kontrollfunktion im amerikanischen Regierungssystem /." Berlin : Duncker & Humblot, 2001. http://swbplus.bsz-bw.de/bsz094013047vlg.htm.

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9

Volontà, Lorena. "Scoprirsi competenti. Insegnamento per lo sviluppo di competenze come leva strategica per l’innovazione in campo educativo formale." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2019. http://hdl.handle.net/10446/128683.

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Abstract:
Partendo dall’osservazione della realtà odierna si sono considerati aspetti di difficoltà in cui la scuola si trova: la scarsa motivazione degli studenti, la distanza percepita dai ragazzi tra lo studio scolastico e la vita reale e da parte dell’istituzione la frammentazione della proposta didattica e culturale e la fatica ad ammettere e ad affrontare problematiche quali i Disturbi specifici di apprendimento e in generale i Bisogni Educativi speciali in un’ottica inclusiva. Il mondo del lavoro denuncia anche l’incapacità della scuola di formare persone in un’ottica capace di integrare sviluppo cognitivo, relazionale e pragmatico, promuovendo in realtà solo il primo aspetto. L’Europa insiste nelle sue linee guida per la formazione sullo sviluppo di competenze globali, prospettiva recepita in teoria anche nella normativa scolastica vigente in Italia, ma di fatto frenata da una pratica che non favorisce una reale autonomia. Questo lavoro intende analizzare delle possibili direzioni per affrontare le difficoltà sopra descritte, scegliendo alcuni riferimenti pedagogici ed esperienze di successo nell’innovazione didattica in Italia e in due paesi esteri. L’approfondimento realizzato fa emergere che l’obiettivo adeguato della proposta formativa deve essere il favorire lo sviluppo di competenze; la strada è quella della personalizzazione del percorso di apprendimento per intercettare bisogni e capacità degli studenti e orientarli. Per questo diventa anche necessario fare rete con agenzie formali, informali e non formali del territorio, perché la scuola viva della ricchezza del rapporto con la realtà che la circonda; porre al centro della proposta formativa lo studente utilizzando un’organizzazione scolastica flessibile, una molteplicità di metodologie e strumenti al fine di mobilitare talenti e capacità personali.
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10

Sattar, Majid [Verfasser]. "Formale und informale Politik. : Wandlungen des Legislativ-Exekutiv-Verhältnisses am Beispiel der parlamentarischen Kontrollfunktion im amerikanischen Regierungssystem. / Majid Sattar." Berlin : Duncker & Humblot, 2020. http://d-nb.info/1238314015/34.

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Books on the topic "Insegnamento informale e formale"

1

Freygang, Lars. Formale und informale Netzwerkstrukturen im Unternehmen. Wiesbaden: Deutscher Universitätsverlag, 1999. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-663-08502-7.

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2

Giornate di studio su Scritto e parlato, formale e informale, la comunicazione mediata dalla rete (2010 : Turin, Italy), ed. Formale e informale: La variazione di registro nella comunicazione elettronica. Roma: Carocci, 2011.

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3

Cerruti, Massimo, Elisa Corino, and Cristina Onesti. Formale e informale: La variazione di registro nella comunicazione elettronica. Roma: Carocci, 2011.

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4

Formale und informale Politik: Wandlungen des Legislativ-Exekutiv-Verhältnisses am Beispiel der parlamentarischen Kontrollfunktion im amerikansichen Regierungssystem. Berlin: Duncker & Humblot, 2001.

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5

Nigro, Giampiero, ed. Il commercio al minuto. Domanda e offerta tra economia formale e informale. Secc. XIII-XVIII / Retail Trade. Supply and demand in the formal and informal economy from the 13th to the 18th century. Florence: Firenze University Press, 2015. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-751-7.

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Abstract:
La distribuzione dei beni di consumo nell’Europa medievale e moderna era multiforme e coinvolgeva spazi e attori diversi. Nelle fiere e nei mercati, nelle botteghe più o meno grandi delle città si vendeva ogni tipo di derrate alimentari e di oggetti necessari alla vita quotidiana. Erano anche innumerevoli i piccoli ambulanti che tenevano banco per strada, i contadini che raggiungevano la città per offrire i prodotti dei loro orti o del pollaio, della caccia o della raccolta spontanea, passando di casa in casa. Mercanti ambulanti percorrevano con le loro balle e casse anche le vie meno frequentate, raggiungendo villaggi e frazioni disperse. Una grande molteplicità di attori economici che concorrevano assieme a raggiungere ogni tipo di consumatore, dai più agiati ai più umili. L’obiettivo del progetto di ricerca è stato quello di comprendere l’organizzazione economica e l’evoluzione di queste diverse forme di commercio al minuto. Sul piano dei risultati, i contributi raccolti in questo volume costituiscono la risposta storiograficamente più aggiornata ad alcune delle questioni proposte, come l’analisi dei legami tra le diverse scale spaziali (dalla bottega alle reti europee di mercanti ambulanti), del commercio formale e informale tra regola e pratica, della circolazione dei beni fra città e campagna, delle tensioni fra gli attori di questi scambi, le loro rivalità e i loro accordi, ma anche le attese dei consumatori e le esigenze dello stato, e degli effetti sull’organizzazione istituzionale e dei mestieri della distribuzione nel periodo compreso fra il Medioevo e il XVIII secolo.
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6

Istituto internazionale di storia economica F. Datini. Settimana di studio. Il commercio al minuto: Domanda e offerta tra economia formale e informale, secc. XIII-XVIII = Retail trade : supply and demand in the formal and informal economy from the 13th to the 18th century : selezione di ricerche. Firenze: Firenze University Press, 2015.

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7

Freygang, Lars. Formale und informale Netzwerkstrukturen im Unternehmen. Deutscher Universitäts-Verlag, 1999.

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8

Freygang, Lars. Formale und Informale Netzwerkstrukturen Im Unternehmen. Deutscher Universitäts Verlag, 2013.

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9

Paolis, Massimiliano de, and Loredana Valenzano. Educazione Scolastica Formale e Informale Dentro e Fuori Dall'aula: Nessuno Escluso. Lulu Press, Inc., 2017.

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10

Hartwich, Hans-Herman. Regieren in Der Bundesrepublik II : Formale Und Informale Komponenten Des Regierens in Den Bereichen Führung, Entscheidung, Personal Und Organisation: 2. VS Verlag für Sozialwissenschaften, 1991.

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Book chapters on the topic "Insegnamento informale e formale"

1

Freygang, Lars. "Einführung." In Formale und informale Netzwerkstrukturen im Unternehmen, 1–5. Wiesbaden: Deutscher Universitätsverlag, 1999. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-663-08502-7_1.

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2

Freygang, Lars. "Theoretischer Teil." In Formale und informale Netzwerkstrukturen im Unternehmen, 6–78. Wiesbaden: Deutscher Universitätsverlag, 1999. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-663-08502-7_2.

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3

Freygang, Lars. "Empirischer Teil." In Formale und informale Netzwerkstrukturen im Unternehmen, 79–123. Wiesbaden: Deutscher Universitätsverlag, 1999. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-663-08502-7_3.

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4

Freygang, Lars. "Resümee und Ausblick." In Formale und informale Netzwerkstrukturen im Unternehmen, 124–27. Wiesbaden: Deutscher Universitätsverlag, 1999. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-663-08502-7_4.

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5

Liska, Gerhard. "Formale und informale Wirkungen von Coaching im Organisationskontext." In Supervision und Coaching, 213–20. Wiesbaden: VS Verlag für Sozialwissenschaften, 2008. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-531-91190-8_18.

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6

Kalkowski, Peter, and Otfried Mickler. "2 Formale und informale Organisation." In Kooperative Produktentwicklung, 31–36. Nomos, 2015. http://dx.doi.org/10.5771/9783845271309-31.

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