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Journal articles on the topic 'Inibitoria'

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1

Casadonte, Annamaria, and Alberto Guariso. "L'azione civile contro la discriminazione: rassegna giurisprudenziale dei primi dieci anni." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 2 (July 2010): 59–85. http://dx.doi.org/10.3280/diri2010-002004.

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Abstract:
Sommario:1. L'evoluzione normativa2. Il diritto alla parità di trattamento nella cornice dei diritti fondamentali3. Il "combinato disposto" degli artt. 43 TU n. 286/1998 e 2-3 d.lgs. 215/20034. La casistica giurisprudenziale: a) la c.d. emergenza nomadi; b) cittadinanza e lavoro pubblico5. I profili processuali: a) natura del procedimento; b) giurisdizione; c) legittimazione ad agire; d) interesse ad agire; e) poteri del giudice e provvedimento conclusivo: inibitoria e risarcimento; f) impugnazione
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2

Francesconi, Marco. "Ricordi in attesa di un pensatore. Memoria, trauma e ambiguitŕ." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 2 (July 2012): 75–98. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2012-002005.

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Abstract:
L'articolo si propone di esaminare il modello di memoria che emerge dai primi scritti freudiani, in particolare il "Progetto per una psicologia scientifica" e "L'interpretazione dei sogni", raccordandolo con alcune visioni delle neuroscienze. Freud appare assai moderno quando afferma la prioritŕ dell'elemento mnestico sulla percezione, la natura solo inibitoria dell'Io, rappresentato come sistema di rinuncia e controllo di fronte alla spontanea comparsa di ricordi/allucinazioni come prima risposta al bisogno-desiderio. I concetti freudiani di identitŕ percettiva e identitŕ di pensiero, antesignani della necessitŕ di correlazione e di continua ricategorizzazione della memoria sembrano un utile strumento nella elaborazione di un modello di mente che integri questi apporti a quanto le neuroscienze definiscono con maggiore rigore scientifico. Attraverso i concetti di ambiguitŕ e di metamorfosi si cerca inoltre di fornire una serie di spunti per meglio comprendere la portata dell'impatto traumatico sulla mente: viene discusso quanto si possa parlare di "irrappresentabilitŕ" dell'evento traumatico o quanto, piuttosto, si riattivino forme di rappresentazione arcaica appartenenti a funzionamenti primitivi della mente che non escludono la presenza di "fantasie inconsce". Attraverso i concetti di Sé alieno e Sé a nuclearitŕ indifferente, vengono, infine, proposti richiami a "stati primigeni della mente" che potrebbero essere visioni significative dello stato iniziale del pensiero, quando appare piů vulnerabile alle situazioni traumatiche.
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3

Stallone, G., B. Infante, and L. Gesualdo. "Malattia renale policistica autosomica dominante. Nuovi approcci terapeutici “Ottimisti per diritto”." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 22, no. 3 (January 24, 2018): 48–54. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2010.1233.

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Abstract:
La malattia renale policistica autosomica dominante (Autosomal Dominant Polycystic Kidney Disease, ADPKD), è la più comune forma di malattia renale cistica e rappresenta, nel mondo, la causa di terapia sostitutiva emodialitica nel 7–10% dei pazienti. Sono noti due tipi di malattia policistica: il tipo I è causato da mutazioni del gene PKD1, che codifica per la policistina-1, è la forma più diffusa e aggressiva e colpisce soggetti di età giovane; il tipo II è causato da mutazioni del gene PKD2 che codifica per la policistina-2 e rappresenta il 10–15% dei casi, a evoluzione più lenta. Clinicamente, le cisti si svilup-pano a livello renale, epatico, pancreatico e intestinale. Il dolore cronico, la chirurgia palliativa, l'insufficienza renale, la dialisi, il trapianto, come anche la morte, sono tutte conseguenze di questa malattia genetica che non ha ancora una terapia medica per rallentare o arrestare la sua progressione. Di grande interesse per il suo potenziale terapeutico, è la dimostrazione che la Policistina-1, formando un complesso con la tuberina (la proteina la cui mutazione causa la sclerosi tuberosa), agisce come un inibitore endogeno dell'attività del mammalian Target of Rapamycin (mTOR). Se mutato, come nell'ADPKD, tale meccanismo inibitorio viene compromesso e ciò favorirebbe lo sviluppo delle cisti. I recenti discordanti risultati di alcuni studi nell'uomo sull'uso di un inibitore di mTOR in pazienti affetti da ADPKD, possono generare interrogativi e confusione, ma diverse e molteplici possono essere le ragioni per cui tali studi hanno portato a conclusioni diverse fra di loro. A questo punto, è d'obbligo porsi l'interrogativo se questi risultati siano la fine o possano essere l'inizio di nuovi studi. Agli Autori piace considerare la seconda ipotesi, in quanto tutti gli studi di biologia molecolare, quelli preclinici, e su animali, hanno confermato la “bontà” del percorso intrapreso. Questa rassegna viene proposta per fare chiarezza sui risultati di tali studi e per dare una speranza concreta, secondo l'opinione degli Autori, sulla possibilità di riuscire a scoprire una cura per tale patologia.
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Nervo, Alice, Valentina D’Angelo, and Emanuela Arvat. "Ipofisite da inibitori dei checkpoint immunologici." L'Endocrinologo 22, no. 3 (May 13, 2021): 244–46. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-021-00868-7.

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5

Patti, Luca, Laura Musso, Diego Ferone, and Manuela Albertelli. "Inibitori dei checkpoint immunitari e patologia tiroidea." L'Endocrinologo 23, no. 2 (March 29, 2022): 125–32. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-022-01038-z.

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Abstract:
SommarioGli inibitori dei checkpoint immunitari (ICIs) causano frequentemente eventi avversi immuno-correlati di tipo endocrino. La tiroide, in particolare, è l’organo maggiormente interessato e l’ipotiroidismo risulta essere la disfunzione più comune durante la terapia con ICIs. È importante, quindi, effettuare un adeguato monitoraggio clinico e biochimico nei pazienti trattati con ICIs, in modo da ridurre le complicanze e ottenere una maggiore aderenza terapeutica al trattamento oncologico.
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Andrulli, S., S. Mancuso, M. C. Bigi, A. Granata, F. Logias, F. Floccari, and L. Di Lullo. "La prevenzione primaria e secondaria dell'ipertensione arteriosa: il punto di vista del nefrologo." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no. 1 (January 24, 2018): 29–33. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1112.

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Abstract:
La prevenzione primaria e secondaria della insufficienza renale cronica da nefroangiosclerosi è rappresentata dallo stretto controllo dei valori pressori e dalla riduzione della proteinuria. In presenza di proteinuria, il controllo pressorio va ottenuto con il blocco del sistema renina-angiotensina anche in pazienti con importante riduzione della funzione renale. La terapia di associazione di ACE inibitore con sartano non sembra portare vantaggi aggiuntivi ma può essere saggiata in pazienti selezionati con proteinuria persistente superiore al grammo/die. L'associazione ACE inibitore con antialdosteronico sembra promettere bene ma occorrono ulteriori studi, possibilmente multicentrici.
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Le Bars, D., and J. C. Willer. "Plasticità del dolore: ruolo dei controlli inibitori diffusi." EMC - Neurologia 8, no. 2 (January 2008): 1–18. http://dx.doi.org/10.1016/s1634-7072(08)70530-0.

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8

Puxeddu, Efisio. "Effetti collaterali endocrinologici degli inibitori dei checkpoint immunitari." L'Endocrinologo 17, no. 4 (August 2016): 224–25. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-016-0218-6.

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Scicali, Roberto, Antonino Di Pino, Salvatore Piro, Agata Maria Rabuazzo, and Francesco Purrello. "Nuovi farmaci ipolipemizzanti: anticorpi monoclonali inibitori di PCSK9." L'Endocrinologo 20, no. 3 (May 24, 2019): 148–52. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-019-00575-4.

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Parenti, Gabriele, and Mario Serio. "Meccanismo d’azione degli inibitori del sistema renina-angiotensina." L'Endocrinologo 1, no. 2 (September 2000): 79–83. http://dx.doi.org/10.1007/bf03344374.

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Pessolano, Giuseppina, Vincenzo De Biase, Diana Zarantonello, Chiara Caletti, Paola Tomei, Antonio Lupo, and Gianluigi Zaza. "Polmonite interstiziale secondaria a trattamento con everolimus in un paziente portatore di trapianto renale: un case report." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no. 1 (November 3, 2013): 32–36. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.999.

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Abstract:
Gli inibitori di mTOR (mTORi, mammalian target of rapamycin; sirolimus ed everolimus) sono stati introdotti in clinica nel tentativo di migliorare le strategie terapeutiche in corso di trapianto d'organo, garantendo un adeguato potere immunosoppressivo ed evitando la nefrotossicità propria degli inibitori delle calcineurine. Inoltre, nel corso del tempo, è emerso dalla letteratura un buon potenziale antineoplastico e cardioprotettore di questa categoria farmacologica. Comunque, come altri immunosoppressori, tali farmaci sono accompagnati da effetti collaterali, spesso dose dipendenti, reversibili dopo minimizzazione o sospensione del farmaco. A tal proposito, sono sempre più evidenti le segnalazioni di quadri polmonari patologici correlati all'uso degli mTORi. Di seguito viene riportato il caso di una giovane donna nefrotrapiantata, in follow-up presso il nostro Centro e ricoverata per un quadro clinico caratterizzato da febbre e tosse persistente non responsivi alla terapia antibiotica. La TC Torace, al momento della ammissione nel nostro reparto, evidenziava un quadro molto suggestivo di polmonite organizzata o infiltrati interstiziali (BOOP), verosimilmente iatrogeno secondario all'uso cronico di everolimus. Sulla base della suddetta diagnosi abbiamo ridotto significativamente la posologia dell'mTORi raggiungendo trough level stabili di 2.5–3 ug/L. Dopo alcuni giorni dalla modifica terapeutica abbiamo assistito al miglioramento del quadro clinico con la defervescenza della paziente e la riduzione della sintomatologia polmonare. Inoltre, le ricerche microbiologiche e neoplastiche effettuate su broncoaspirato sono risultate negative. In 15^ giornata, la paziente eseguiva una nuova TC Torace di controllo che evidenziava, dopo confronto con la precedente, notevole attenuazione delle multiple aree di addensamento. A distanza di tre mesi, il quadro polmonare è ulteriormente migliorato, la funzionalità renale è stabile e le condizioni cliniche della paziente sono buone. Il nostro caso clinico descrive una verosimile Lung Syndrome correlata all'uso di everolimus risolta soltanto con significativa riduzione della posologia del farmaco. La nostra esperienza potrebbe essere utile per il trattamento delle complicanze polmonari sempre più frequenti nei pazienti nefrotrapiantati trattati con inibitori di mTOR.
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Bosso, Giorgio, Mariarosaria De Luca, and Ugo Oliviero. "SGLT2 inibitori: dalla prevenzione al trattamento dello Scompenso Cardiaco." Cardiologia Ambulatoriale 29, no. 1 (May 30, 2021): 23–29. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2021-1-4.

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Abstract:
Gli inibitori del Costrasportatore Sodio-Glucosio 2 (SGLT2i) o gliflozine rappresentano i farmaci più innovativi nel trattamento del Diabete Mellito di tipo 2. Sono attualmente disponibili quattro molecole: Canagliflozin, Dapagliflozin, Empagliflozin and Ertugliflozin. La loro azione è basata sul blocco del Costrasportatore Sodio-Glucosio 2, che aumenta l’escrezione renale di glucosio, con conseguente natriuresi e diuresi, proporzionali ai livelli di glicemia plasmatica, ma indipendenti dall’azione insulinica. Il principale effetto collaterale è l’aumentata incidenza di infezioni del tratto urogenitale. Le gliflozine hanno mostrato straordinari benefici nei grandi trials di outcome cardiovascolare in pazienti con documentata malattia cardiovascolare o multipli fattori di rischio, con una riduzione significativa delle ospedalizzazioni per scompenso cardiaco. Questo effetto è stato confermato anche in pazienti affetti da scompenso cardiaco, con e senza diabete, collocando gli SGLT2i nell’armamentario terapeutico dei pazienti con insufficienza cardiaca. Diverse teorie sono state proposte per spiegare gli effetti benefici cardiovascolari degli SGLT2i eppure il preciso meccanismo d’azione non è ancora ben definito.
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Molino, A. "Nuovo ruolo degli inibitori dell’aromatasi: Impiego in terapia adiuvante." European Journal of Cancer Supplements 6, no. 14 (October 2008): 115–16. http://dx.doi.org/10.1016/j.ejcsup.2008.06.031.

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Falcetta, Pierpaolo, Francesco Saverio Indovina, Alberto Coppelli, Giuseppe Daniele, and Stefano Del Prato. "Inibitori di SGLT-2 e chetoacidosi euglicemica: conoscere per prevenire." L'Endocrinologo 20, no. 6 (November 13, 2019): 336–40. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-019-00646-6.

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Meli, Maria, Renato Malta, Luigi Aprea, Andrea Pasquale, Concetta La Seta, Salvatore Di Rosa, and Natale D’Alessandro. "Uso degli inibitori di pompa protonica in un Policlinico universitario." Italian Journal of Medicine 6, no. 3 (September 2012): 202–9. http://dx.doi.org/10.1016/j.itjm.2012.06.001.

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Cilotti, Antonio, Giovanna Danza, and Mario Serio. "Terapia della calvizie e dell’irsutismo con inibitori della 5α-riduttasi." L'Endocrinologo 1, no. 1 (June 2000): 3–12. http://dx.doi.org/10.1007/bf03344364.

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Peri, Alessandro. "Alterazioni tiroidee in pazienti trattati con inibitori di morte cellulare programmata (PD-1): la pregressa terapia con inibitori delle tirosino-chinasi è un fattore predisponente?" L'Endocrinologo 21, no. 2 (March 10, 2020): 148–49. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-020-00686-3.

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Martoni, Andrea, Enrico Mini, Carmine Pinto, Annalisa Gentile, and Teresita Mazzei. "Combinazioni Con Inibitori Della Timidilatosintetasi: Due Studi Di Fase Ii Consecutivi." Tumori Journal 87, no. 6 (November 2001): 25–26. http://dx.doi.org/10.1177/030089160108700655.

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Peri, Alessandro, and Elena Margherita Presotto. "Tireopatie in corso di terapia con inibitori dei check-point immunitari." L'Endocrinologo 20, S1 (April 1, 2019): 52–53. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-019-00555-8.

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Brunocilla, E., P. Buli, G. Martini, B. Marchesini, F. Fiore, E. Tiozzi, A. G. Palumbo, R. Rusconi, and A. Martelli. "Attualità Diagnostiche in Tema Di Calcolosi Renale: Il Ruolo Degli Inibitori." Urologia Journal 54, no. 2 (April 1987): 165–72. http://dx.doi.org/10.1177/039156038705400210.

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Aucella, F. "L'ipertensione arteriosa nel Rene Policistico Autosomico Dominante (ADPKD)." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 23, no. 1 (January 24, 2018): 50–56. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2011.1464.

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Abstract:
L'ipertensione arteriosa è il sintomo più frequente nei pazienti affetti da ADPKD e uno dei principali fattori che contribuisce alla progressione della malattia renale cronica nonché alla morbilità e mortalità cardiovascolare. Le caratteristiche cliniche più rilevanti dell'IA nella ADPKD sono l'elevata frequenza, la precocità d'esordio, l'associazione con altre patologie cardiovascolari, il riscontro anche in età pediatrica e la familiarità. L'obiettivo della terapia antipertensiva in questi pazienti è rappresentato da valori pressori < 120/80 mmHg e dalla somministrazione precoce di inibitori del RAAS in caso di riscontro microalbuminuria o ipertrofia ventricolare sinistra. Un trattamento precoce ed efficace, preferibilmente con farmaci che bloccano il RAAS, può favorevolmente influire sulla prognosi. (airp)
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Cappagli, Virginia, and Eleonora Molinaro. "La gestione degli effetti collaterali della terapia con farmaci inibitori delle tirosino-chinasi." L'Endocrinologo 21, S1 (May 2020): 36–38. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-020-00703-5.

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Lorusso, Vito, and Agnese Maria Fioretti. "Vincere il tumore e proteggere il cuore." Cardiologia Ambulatoriale 2, no. 2 (September 30, 2020): 81–87. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2020-2-1.

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Abstract:
La moderna sfida dei cardiologi è affrontare le più efficaci terapie antitumorali senza causare complicanze cardio-logiche. Il tumore è la seconda causa di morte nel mondo occidentale ed è tuttoggi una malattia curabile grazie alle più recenti terapie come la targeted therapy, gli inibitori del ckeck point e le più tradizionali come chemioterapia, radioterapia ed ormonoterapia. Il paziente oncologico guarito di oggi non deve diventare il paziente cardiopatico di domani, infatti per tale ragione sono possibili diverse strategie. Questa presentazione è focalizzata sull’uso della doxorubicina non peghilata, un nuovo tipo di antraciclina efficace quanto la tradizionale ma dotata di maggiore sicurezza cardiologica, da somministrare da sola o in combinazione ad altre terapie antitumorali e, soprattutto, anche in pazienti ad alto rischio cardiologico perché già sottoposti in precedenza ad antracicline con indicazione a rechallenge.
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Nimbi, Filippo Maria, and Francesca Tripodi. "Non uno per tutti. Variabili in gioco nella scelta degli inibitori della PDE-5." RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no. 1 (November 2016): 55–57. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2016-su1013.

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Longo, Flavia, and Giovanni Mansueto. "La Terapia Endocrina Come Terapia Causale: Ruolo Degli Inibitori Dell'aromatasi nel Carcinoma Della Mammella." Tumori Journal 89, no. 6 (November 2003): 21–28. http://dx.doi.org/10.1177/030089160308900622.

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Pani, Fabiana, and Stefano Mariotti. "Disfunzioni tiroidee in pazienti con tumori solidi trattati con farmaci inibitori delle tirosino-chinasi." L'Endocrinologo 18, no. 6 (November 27, 2017): 257–64. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-017-0366-3.

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Negrini, Cristina, F. Daniele, M. E. Mancuso, G. F. Rivolta, and A. Tagliaferri. "Implicazioni economiche del trattamento dei pazienti emofilici con inibitori: una revisione sistematica della letteratura." PharmacoEconomics Italian Research Articles 8, no. 1 (January 2006): 33–44. http://dx.doi.org/10.1007/bf03320556.

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Kuch, David, Lothar Schermelleh, Susanne Manetto, Heinrich Leonhardt, and Thomas Carell. "Synthese von hantelförmigen DNA-Inibitoren für die humane DNA-Methyltransferase Dnmt1." Angewandte Chemie 120, no. 8 (February 8, 2008): 1538–41. http://dx.doi.org/10.1002/ange.200702055.

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Parrini, Iris. "Follow up cardiologico a lungo termine post terapia oncologica potenzialmente cardiotossica." Cardiologia Ambulatoriale, no. 3 (November 30, 2020): 179–82. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2020-3-6.

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Abstract:
I pazienti guariti dal cancro hanno un rischio maggiore di eventi cardiovascolari tardivi dopo un trattamento con chemioterapia e/o radioterapia. L’attuale terapia oncologica comprende molteplici agenti i cui effetti cardiaci avversi possono essere additivi o sinergici. La disfunzione cardiaca può essere irreversibile e derivare da agenti come le an-tracicline, o da agenti che sembrano influenzare transitoriamente la contrattilità ventricolare sinistra come il trastu-zumab. La cardiotossicità da radioterapia può indurre un danno miocardico, malattia coronarica, valvulopatie e coinvolgi-mento del pericardio con una latenza di 10-20 anni. Inoltre, numerosi farmaci come il cisplatino, gli inibitori dell’aromatasi e la terapia anti-androgenetica aumentano i fattori di rischio coronarico incrementando il rischio di infarto miocardico e stroke. Una attenta modifica dello stile di vita, un trattamento aggressivo dei fattori di rischio coronarico e una adeguata modalità di sorveglianza è determinante nel ridurre le complicanze cardiovascolari e la mortalità.
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Lo Faro, Antonio. "Responsabilitŕ e sanzioni per sciopero illegittimo: cambia qualcosa in Italia dopo Laval?" GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 131 (August 2011): 419–32. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2011-131005.

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Abstract:
Il saggio prende lo spunto dalla decisione assunta dalla Corte del lavoro svedese nel seguito nazionale diper interrogarsi sugli effetti che la giurisprudenza comunitaria potrebbe determinare sulla disciplina italiana dei rimedi disponibili in caso di sciopero illegittimo. Dopo aver evidenziato che la disciplina nazionale in materia č essenzialmente rivolta a regolamentare lo sciopero effettuato nell'ambito dei servizi pubblici essenziali, si sostiene che la peculiare natura dei rimedi previsti in caso di illegittimitŕ dei suddetti scioperi, ne impedisce l'applicabilitŕ alla ipotesi dello sciopero comunitariamente illecito. Il saggio si sofferma quindi sulla residualitŕ tradizionalmente propria del rimedio risarcitorio nell'ordinamento nazionale, cercando di individuarne le ragioni, per passare poi ad indicare il rimedio in grado di garantire in ambito nazionale il principio di effettivitŕ del diritto comunitario: ovvero, il provvedimento cautelare a carattere inibitorio. L'A. auspica, in conclusione, un mutamento della giurisprudenza comunitaria in materia, anche alla luce degli orientamenti manifestati dalla Corte europea dei diritti dell'uomo.
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Longo, Flavia, and Giovanni Mansueto. "Nuove vie di trattamento del carcinoma del colon-retto: Dalla chemioterapia orale agli inibitori dell'angiogenesi." Tumori Journal 92, no. 1 (January 2006): 1–15. http://dx.doi.org/10.1177/030089160609200119.

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Bitonti, M. B., R. Cozza, S. Biondi, and N. Bagni. "Effetto di Inibitori Della Biosintesi Delle Poliammine: Uno Studio Cito-Istologico in Radici diHyoscyamus Muticus." Giornale botanico italiano 130, no. 1 (January 1996): 406. http://dx.doi.org/10.1080/11263509609439638.

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Montanari, Paolo. "Gastroprotezione con inibitori di pompa protonica in ospedale: oltre all’(ab)uso, anche eventi avversi?" Italian Journal of Medicine 4, no. 1 (March 2010): 51–56. http://dx.doi.org/10.1016/j.itjm.2009.09.005.

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Lucioni, Carlo, and S. Mazzi. "Realtà prescrittiva versus standard di consumo nel campo degli inibitori della pompa protonica in Italia." PharmacoEconomics Italian Research Articles 5, no. 1 (March 2003): 3–10. http://dx.doi.org/10.1007/bf03320599.

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Locci, Giorgio. "Ipertensione Arteriosa da Anti VEGF: un problema da gestire." Cardiologia Ambulatoriale, no. 3 (November 30, 2020): 187–90. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2020-3-8.

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Abstract:
I farmaci che inibiscono il Vascular Endothelian Growth Factor (Anti VEGF) hanno come effetto collaterale l’Iper-tensione Arteriosa fino a circa il 40% dei casi. Questo effetto sembra favorito dalla riduzione della densità dei capillari e delle arteriole, dal blocco della NO-sintetasi e dall’aumento di Endotelina, che determina un’alterazione dell’equi-librio tra vasodilatazione e vasocostrizione a favore di quest’ultima; essi inoltre possono determinare fenomeni trombotici con ischemia miocardica e, anche se raramente, scompenso cardiaco. Nei pazienti trattati con questi farmaci bisogna fare una Stratificazione del Rischio Cardiovascolare a 10 anni applicando la tabella dello SCORE come indicato nelle Linee Guida Europee ESC/ESH 2018. Per la terapia mirata anti-ipertensiva si possono usare i Beta bloccanti, gli Ace-Inibitori, i Sartani ed i Calcio antagonisti diidropiridinici. Mentre sono da evitare i calcio-antagonisti non diidro-piridinici come il Diltiazem ed il Verapamil per la loro Interferenza con il Citocromo p450. I diuretici vanno sconsigliati per gli effetti sull’equilibrio idroelettrolitico spesso compromesso in molti pazienti neoplastici.
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Ba Aqeel, Sheeba Habeeb, Prasanth Lingamaneni, Shristi Upadhyay Banskota, Muhammad Zain Farooq, Rayli Pichardo, Ishaan Vohra, and Ankit Mangla. "Cardiotoxicity associated with immune checkpoint inibitors: A systemic review and meta-analysis." Journal of Clinical Oncology 38, no. 15_suppl (May 20, 2020): e15131-e15131. http://dx.doi.org/10.1200/jco.2020.38.15_suppl.e15131.

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Abstract:
e15131 Background: Immune checkpoint inhibitors (ICI) are associated with multiple immune related adverse events (irAE). Cardiotoxicities are rare but fatal complications. Since PD-1 and PD-L1 are expressed on human cardiomyocyte, there is an increased risk of cardiotoxicity with use of ICI. We performed a systematic review and meta-analysis to assess cardiotoxicities associated with PDL1 and CTLA4 inhibitors. Methods: The Embase, Ovid, Pubmed and Scopus were searched from inception to 2019 by two independent reviewers. All Phase II and III clinical trials reporting cardiotoxicities with the combination of, or monotherapy with anti-PD-1/PD-L1 and/or anti-CTLA4 were included. Our primary outcome was assessment of cardiotoxicity of all grades that included, hypertension, arrythmias, pericardial effusion, myocardial infarction, myocarditis, cardiomyopathy and cardiac arrest. Statistical heterogeneity was quantified using I2 statistics. The publication bias was assessed with Eggers regression test. The estimates were reported as odds Ratio (OR) with 95% confidence intervals (CI) using random effect model. Results: A total of 2,876 trials retrieved in the initial database search were analyzed according to PRISMA guidelines. Twenty trials met the inclusion criteria and were included in the final analysis. A total of 8,905 patients were included in these trials. There was no statistically significant difference in reported overall cardiotoxicity with ICI compared to placebo or standard of care (OR 0.953 95% CI 0.542-1.675, I2 89.49 p < 0.001). Also, no statistical significance associated with myocardial infarction (OR 0.76, 95% CI 0.76-3.298 I2 0%, P = 0.83), pericardial effusion (OR 1.44, 95% CI 0.72-2.90. I2= 0%, P = 0.613) or hypertension (OR 0.543, 95% CI 0.219-1.346. I2 = 94.98, P < 0.001). Myocarditis was reported in 8 patients with a statistically non-significant increased risk compared to standard of care or placebo (OR 2.16, 95% CI 0.719-6.828 I2= 0%, P = 0.885). Other reported cardiac irAE included cardiac arrest in 4 patients, QT prolongation in 2 patients and cardiac tamponade in 1 patient. Conclusions: The overall risk of cardiac related irAE is not significantly higher with ICI when compared with placebo or standard of care. The reported events of severe cardiac irAE like myocarditis and cardiac arrest are very low in the reported trials.
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Vernieri, Claudio, Pietro Indelicato, and Giuseppe Capri. "Efficacia della combinazione lapatinib-capecitabina in una paziente con carcinoma mammario HER2-positivo metastatico e con resistenza primaria a due linee di terapia con agenti anti-HER2." AboutOpen 3, no. 1 (December 29, 2017): 125–29. http://dx.doi.org/10.19156/abtpn.2017.0029.

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Abstract:
La sovraespressione dell’oncoproteina HER2 (human epidermal growth factor receptor 2), spesso sostenuta dall’amplificazione del corrispondente oncogene HER2, si verifica in circa il 15-20% dei carcinomi mammari ed è associata a una rapida crescita tumorale e a un comportamento clinico aggressivo. L’introduzione di farmaci capaci di inibire l’attività biologica di HER2, come trastuzumab, pertuzumab, trastuzumab emtansine (T-DM1) e lapatinib, ha drasticamente migliorato la prognosi delle pazienti affette da questo tipo di neoplasia. La combinazione dei due inibitori di HER2, trastuzumab e pertuzumab, insieme con un taxano (paclitaxel o docetaxel), è attualmente considerato il trattamento di prima scelta per pazienti affette da carcinoma mammario metastatico HER2-positivo, mentre il T-DM1 viene ritenuto il trattamento da preferire dopo il fallimento della terapia di I linea. Viene qui presentato il caso di una donna di 56 anni affetta da carcinoma mammario HER2-positivo con secondarismi ossei ed encefalici, resistente sia al doppio blocco trastuzumab-pertuzumab che a T-DM1, ma sensibile alla combinazione lapatinib-capecitabina in III linea e a vinorelbina-trastuzumab in IV linea. (Oncology)
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Prete, Alessandro, Rossella Elisei, and Antonio Matrone. "Nuovi farmaci inibitori selettivi di RET (selpercatinib e pralsetinib) nei pazienti con carcinoma midollare della tiroide avanzato." L'Endocrinologo 22, no. 6 (November 5, 2021): 574–75. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-021-00992-4.

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Onda, Kenji, Kazuhiro Ohta, Chen Pan, Kazuki Ebina, Mei Yokosawa, Mariko Kawakami, and Toshihiko Hirano. "Influence of Proton Pump Inibitors on Preelcampsia-like Syndrome by Anti-Angiogenic Agents." Placenta 114 (October 2021): 147. http://dx.doi.org/10.1016/j.placenta.2021.08.032.

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Di Marco, Stefania. "Discovery and optimization of inibitors of hepatitis C virus: a structure-based approach." Acta Crystallographica Section A Foundations of Crystallography 65, a1 (August 16, 2009): s25. http://dx.doi.org/10.1107/s0108767309099553.

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Silva, Kaltz V. S., Maria I. O. Lima, Gustavo N. Cardoso, Aldeir S. Santos, Gezaíldo S. Silva, and Fillipe O. Pereira. "Inibitory effects of linalool on fungal pathogenicity of clinical isolates ofMicrosporum canisandMicrosporum gypseum." Mycoses 60, no. 6 (February 15, 2017): 387–93. http://dx.doi.org/10.1111/myc.12606.

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Antoncecchi, Ettore, and Enrico Orsini. "Cardiologia 2020. Cosa c’è di nuovo." CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 29, no. 1 (May 30, 2021): 1–13. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2021-1-1.

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Abstract:
Il panorama scientifico 2020 è stato dominato dalla pandemia CoViD, che ha quasi del tutto as-sorbito l’interesse e le energie della ricerca, in ogni branca della medicina. La cardiologia non ha fatto eccezioni. Non vi è stata piattaforma web, congres-so o meeting, rivista internazionale o nazionale, che non si sia occupata in larga misura dei rapporti fra CoViD-19 e malattie cardiovascolari. Il risultato è stata la povertà di reali novità nella produzione scientifica in ambito cardiovascolare. Anche l’atte-sissimo progetto ISCHEMIA, pubblicato nel 2020, che peraltro non ha apportato reali novità nel trat-tamento della cardiopatia ischemica cronica, non ha suscitato il dibattito scientifico che sarebbe stato ne-cessario, soffocato purtroppo dalla tragedia CoViD che il mondo ha vissuto in questo anno. Una delle poche eccezioni dell’anno 2020 è stata la inarrestabi-le conferma degli inibitori SGLT2, che hanno ormai travalicato il semplice ruolo di farmaci antidiabetici, per collocarsi a pieno titolo fra gli agenti dotati di uno spiccato ruolo protettivo verso gli outcomes cardiovascolari. Come ogni anno, abbiamo concentrato la nostra attenzione su alcuni temi, che riteniamo particolar-mente significativi per l’interesse dei lettori.
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Sagar, P. K., Nabneet, and R. K. Paliwal. "Antibacterial Potential Of Karanja Pongamia pinnata (Vent.)." Environment Conservation Journal 7, no. 1&2 (June 21, 2006): 75–77. http://dx.doi.org/10.36953/ecj.2006.071213.

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Abstract:
The in vitro antibacterial activity of seed and root extracts of Pongamia pinnata has been investigated against Escherichia coli, Staphylococcus aureus, Salmonella typhi, Klebsiella pneumoniae, Pseudomonas sp. and Hygrobacterium sp. The plant shows strong activity against E. coli, S. aureus, S. typhi and no activity against K. pneumoniae in seed extract. The root extract was found to be effective against E.coli, S. aureus, S. typhi, K. pneumoniae and was not effective against Pseudomonas sp. and Hygrobacterium sp large as the one produced by one unit concentration of the antibiotic oxytetracycline. The ethylalcohol (95%) extract gave a light yellow colour and orange red colour in methanol (95%) extract. The ethyl alcoholic extract of seeds shows a higher inibitory effect on S. aureus followed by E. coli, and S. typhi (Jain and Aggarwal, 1978).
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Ceci, Adriana, Paola Baiardi, Simona Ravera, Emilia Chiò, Pellegri Cristiana, Cristina Negrini, Giorgio Capitelli, et al. "Impiego degli Inibitori della Pompa protonica (IPP) in Piemonte: indagine sulle abitudini prescrittive dei Medici di Medicina Generale." Farmeconomia. Health economics and therapeutic pathways 5, no. 2 (June 15, 2004): 103–15. http://dx.doi.org/10.7175/fe.v5i2.791.

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Abstract:
Proton Pump Inhibitors (PPIs) (Omeprazole, Lansoprazole, Pantoprazole, Rabeprazole and Esomeprazole), one of the most commonly prescribed classes of medications in the primary care setting, are considered a major advance in the treatment of acid-peptic diseases. In Italy PPIs are reimbursed by National Health Service on the basis of CUF (Commissione Unica del Farmaco) 1 and 48 Notes. In 2002 and 2003 a significant increase in PPIs consumption and expenditure have been documented, showing differences between regions. The aim of this study is to investigate and monitor, at regional level, type and entity of PPIs use through a drug utilization study, evaluating prescribing behaviour and compliance of PPIs treatments with CUF Notes indications. The study has been carried out on a sample of 436 General Practitioners belonging to 22 Piemonte’s ASL (Aziende Sanitarie Locali). The data analysis shows that acid-related pathologies are significantly more common in patients with at least 50 years of age and the most frequent condition is represented by gastroesophageal reflux disease. Despite the general conditions of PPIs use by General Practitioners in terms of duration and dosage of therapy result in most cases (from 49% to 80% for duration and from 54% to 97% for dosage) compliant with what proposed by CUF Notes, in some cases the same CUF Notes indications seem to be not observed. Consequently the Piemonte Region has decided to plan a guideline on PPIs rational use. Such guideline, expected to be introduced in the regional area, may also be considered as an instrument able to lead to a more appropriate expenditure for this drug class. Moreover, in order to control PPIs expenditure, pharmacoeconomic methodologies can be applied allowing to identify the most cost - effective active substance and therapeutic scheme, overcoming CUF Notes which consider all PPIs use under the same reimbursement conditions.
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Dardano, Angela, Giuseppe Daniele, and Stefano Del Prato. "I nuovi farmaci per il diabete: gli inibitori del co-trasportatore sodio-glucosio di tipo 2 (SGLT-2i)." L'Endocrinologo 17, no. 5 (October 2016): 259–61. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-016-0241-7.

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Lucioni, C., S. Mazzi, and C. Negrini. "Le conseguenze sulla spesa farmaceutica pubblica di un nuovo inibitore di pompa protonica: esomeprazolo." Farmeconomia. Health economics and therapeutic pathways 3, no. 1 (March 15, 2002): 5–14. http://dx.doi.org/10.7175/fe.v3i1.739.

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Abstract:
Aim of the present study is to check the economic advantage of esomeprazole, a new proton pump inhibitor that suppresses gastric acid secretion. The efficacy and tolerability of esomeprazole have been already demonstrated, now the pharmacoeconomic studies must investigate the possible savings for the SSN in case of esomeprazole immission on the Italian market. In this paper the authors present two pharmacoeconomic evaluations, the first based on cost/efficacy analysis, the second based on cost minimization analysis. For both analyses, the term of comparison is omeprazole, “gold standard” in the treatment of acid reflux-related pathologies. The effect in terms of volumes (DDD) and costs of the introduction of esomeprazole in the italian market has also been simulated.
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Jovanovic, Mirna, Miodrag Dragoj, Sofija Jovanović Stojanov, Ana Kostić, Jelena Dinić, Marija Nešović, Milica Pešić, and Ana Podolski-Renić. "Novel anti-cancer compound – inibitor of TrxR distress GSH system in glioma cells." Free Radical Biology and Medicine 177 (December 2021): S97. http://dx.doi.org/10.1016/j.freeradbiomed.2021.08.137.

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Schröppel, Bernd. "HIF-PH-Inhibitoren in der Therapie der renalen Anämie." Dialyse aktuell 26, no. 10 (December 2022): 453–59. http://dx.doi.org/10.1055/a-1924-3492.

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Abstract:
ZUSAMMENFASSUNGDie bisherige Standardbehandlung der renalen Anämie umfasst die Sicherstellung ausreichender Eisenspeicher und die Verabreichung von Erythropoetin-Stimulanzien (ESA). Eine medikamentöse Alternative zu ESA sind nun Wirkstoffe, die HIF-PH (HIF: Hypoxie induzierbarer Faktor; PH: Prolylhydroxylasen) inhibieren. Denn Prolylhydroxylasen vermitteln den sauerstoffabhängigen Abbau von HIF und regulieren so die zelluläre Antwort auf Hypoxie in der Anämie und eine Reihe anderer chronischer Erkrankungen. HIF-PH-Inibitoren (HIF-PHI) sind eine neue Klasse oraler Medikamente, die HIF aktivieren und durch mehrere Mechanismen die Erythropoese steigern. HIF-PHI erhöhen nicht nur die Produktion von Erythropoetin und optimieren den Eisenmetabolismus, sondern besitzen durch die Vielzahl an HIF-regulierten Genen weitere zielgerichtete Wirkungen. Basierend auf den Daten zur Korrektur der renalen Anämie und zur Sicherheit bei dialysepflichtigen und nichtdialysepflichtigen Patienten mit chronischer Nierenerkrankung (CKD: „chronic kidney disease“) ist diese neue Wirkstoffklasse eine Alternative zu ESA. Die Europäische Arzneimittel-Agentur (EMA) hat Roxadustat im August 2021 für die klinische Anwendung in der Europäischen Union zugelassen.
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Colombo, Giorgio L., and Andrea Muzio. "Gli inibitori della pompa protonica nelle patologie acido correlate: il ruolo di rabeprazolo in una strategia di cost-minimisation." Farmeconomia. Health economics and therapeutic pathways 4, no. 1 (March 15, 2003): 17–24. http://dx.doi.org/10.7175/fe.v4i1.762.

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Abstract:
The clinical management of acid-related diseases incurs the consumption of a relevant part of the health resources in Italy, as indicated by the fact that PPIs (proton pump inhibitors) represented the first pharmacological class in terms of drug expenditures in 2002, making up 6,3% of the total. It’s therefore of primary importance to evaluate the economical consequences of their utilization, beyond the clinical outcomes. In the present article a cost-minimization analysis is performed, basing on drug consumption data and focusing on the new reference-price based criteria introduced by the Italian Ministry of Health for the reimbursement of pharmaceuticals. A model for the economical evaluation of the use of PPIs was developed, based on the assumption that all the active substances in this class share the same clinical benefit, and following a stepdown approach, in which the PPIs are administered full-dose for a month, followed by a one year maintenance period at half-dose. The model yielded the following results: rabeprazole is the most cost-saving drug of this class in the Italian setting, permitting important savings on an hypothetical 1.000 patient population, ranging from 13.000 euro, when compared to omeprazole, to 279.000 euro, if related to the most expensive substance, esomeprazole. In other terms, on the basis of the assumed equal effectiveness of the considered alternatives, the costs incurred for the treatment of 1.000 patients with esomeprazole would be sufficient to treat 1.769 patients with rabeprazole.
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Rosati, A., E. Bertoni, A. Larti, L. Di Maria, M. Zanazzi, L. Moscarelli, G. Rosso, S. Farsetti, C. Conte, and M. Salvadori. "L'utilizzo degli inibitori del segnale di proliferazione (PSI) nel trapianto renale come terapia di conversione. Indicazioni e possibili complicanze." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 20, no. 1-2 (January 24, 2018): 37–41. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2008.1535.

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