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Journal articles on the topic 'Ingiustizia'

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1

Sago, Frane. "Dell' ingiustizia (De iniustitia): Posizione ontologica di legge secondo san Tommaso D'Aquino." Theoria, Beograd 48, no. 3-4 (2005): 95–107. http://dx.doi.org/10.2298/theo0504095s.

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Abstract:
(italijanski) Parlando sulli'idea della ingiustizia come una ordine categorica di legge e filosofia del diritto come la piu alta sintesi teoretica di legge Tommaso si designa ad un veramente a se stesso adequato discorso riguardando originalit? di un sistema scolastico e, sistematicamente e sostanziale filosoficarnente un discorso molto forte non soltanto riguardando teologia e filosofia ma naturalmente anche la legge e giuricit?, e poi questa idea ragiona, fa analisi e con i argomenti multiformi illustra in detagli tramite le forme di legge e relative domande e proposizioni fatte. Tomasse si ? avvicinato metodicamente e sostanzioso a questa idea categorica dell' ingiustizia, con molta cocezione e evidemente con le molte componente relevanti riguardando compatibilita dell'idea teologica, fisofica e teodiceana e cos? infatti l'idea giuridica nella categoria di determinazione di questa nozione di ingiustizia (De inustitia) si ? elevvata ad una istanza piu importante e molto sottile, una istanza "di valore fenomenale e ontologico" della percezione, di nozione e il sistema di definire questa idea in modo sistematico, perche ingiustizia si trova spesso esistendo nell sistema di legge e Tommaso l'ha giuridicamente e fenomenale riconosciuta come un fenomeno che tenga nascondere non etica nella legge riguardando tutti i valori che dobbiamo conoscere i eseguirli come quello fatto, cio' ? quella categoria che definisce in modo valoroso il punto di vista nella tutta la sua pienezza di "un essere d'esistenza" di legge.
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2

Bianchi, Claudia. "Linguaggio d’odio, autorità e ingiustizia discorsiva." Rivista di estetica, no. 64 (April 1, 2017): 18–34. http://dx.doi.org/10.4000/estetica.2059.

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3

Refolo, Pietro, Simona Giardina, and Antonio G. Spagnolo. "Ingiustizia epistemica tra medicina e società. Annotazioni in tempi di pandemia." Medicina e Morale 71, no. 1 (April 14, 2022): 55–68. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2022.1199.

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Abstract:
Provvisorietà di ogni forma di conoscenza e ineliminabilità del soggetto dal discorso scientifico rappresentano due acquisizioni fondamentali e – si potrebbe forse dire – oramai indiscutibili, del modo di concepire la scienza nella contemporaneità. La Medicina ha faticato non poco a metabolizzare questi passaggi. Se, in riferimento al secondo aspetto, sono oggi ravvisabili tentavi tangibili di superare la discriminazione epistemica di cui il paziente è stato da sempre vittima, in riferimento al primo aspetto, l’uso disinvolto del concetto di “evidenza”, così come una inesatta interpretazione dei risultati che la c.d. “Evidence-based medicine” (EBM) è in grado di garantire rischiano di far di risorgere i “miti” del verificazionismo e dell’oggettivismo nella scienza. In questo “gioco” di potenziamento e depotenziamento a cui è sottoposta la prospettiva del paziente, va da sé che si possano generare contraddizioni, le stesse alla base di alcune lacerazioni oggi presenti nella società, come quelle che stanno riguardano la limitazione delle libertà individuali, l’obbligo del green pass, l’obbligo del vaccino, ecc. Obiettivo del presente del contributo è quello di svolgere una breve disanima del ruolo delle evidenze e della prospettiva del paziente nell’epistemologia medica. Il fine ultimo è quello di provare ad offrire qualche suggerimento per superare alcune delle contraddizioni che si sono venute a determinare.
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Turri, Giancristoforo. "Giustizia mite o ingiustizia. Come devono essere gli ascolti nel penale per risultare miti." MINORIGIUSTIZIA, no. 1 (March 2015): 74–82. http://dx.doi.org/10.3280/mg2015-001009.

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5

Zanelli, Enrico. "Diritto, economia e giustizia. Da Pindaro a Amartya Sen." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 1 (September 2010): 175–82. http://dx.doi.org/10.3280/ed2010-001007.

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Abstract:
Spostandosi dal campo dell'economia a quello della filosofia etica e del diritto, Amartya Sen ha recentemente pubblicato una trattazione di ampio respiro, pur se non del tutto sistematica, sulla presenza o l'assenza della giustizia nel mondo (The Idea of Justice, 2009, ora anche in italiano). Negli ultimi decenni era risultata dominante la costruzione di John Rawls, che Sen respinge come "trascendentale", perseguendo invece l'obiettivo - non tanto pragmatico quanto ideologico (in netta contrapposizione anche ai liberisti Dworkin e Nozick) - di una giustizia da realizzare caso per caso con la rimozione di ogni singola ingiustizia sociale dovuta essenzialmente alle discriminazioni ed agli squilibri tra societŕ avanzate e paesi emarginati, troppo stridenti nel quadro della globalizzazione. Ne risulta complessivamente quella che si potrebbe definire non tanto un'idea di giustizia quanto una "teoria dell'ingiustizia". Il presente articolo rappresenta un'ampia integrazione di alcuni passaggi ripresi dal volume Diritto, economia e forse giustizia (2010).
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6

Minerva, Laura. "Partecipazione popolare e progettazione urbana: il caso del quartiere Gallaratese di Milano (1965-1975)." STORIA IN LOMBARDIA, no. 1 (July 2021): 90–111. http://dx.doi.org/10.3280/sil2020-001004.

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Abstract:
L'articolo evidenzia l'importanza della partecipazione popolare nella pianificazione urbanistica del quartiere Gallaratese di Milano nel decennio 1965-1975, ricostruendo le diverse fasi del confronto politico tra i cittadini e gli enti istituzionali. Dalle prime associazioni a carattere spon-taneo sino alla definizione di un organismo strutturato quale il Comitato popolare di quartiere, le iniziative dei residenti si sono inserite all'interno delle complesse dinamiche di trasformazione della realtà urbana, assumendo un ruolo decisivo nel dibattito politico con l'Amministrazione comunale. Il coinvolgimento diretto dei soggetti sociali ha permesso un'evoluzione positiva della realta` territoriale del quartiere, in termini sia di qualita` dello spazio fisico sia di complessiva funzionalita` dello stesso, evitando la riproposizione del classico schema di emarginazione e ingiustizia sociale proprio della dicotomia centro-periferia. L'esperienza del Gallaratese e` la dimostrazione di come l'intervento dell'attore pubblico nel governare i processi di trasformazione del paesaggio urbano abbia maggiore efficacia quando lo stesso accetti di confrontarsi, o sia in qualche modo costretto a farlo, con gli altri attori interessati.
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Arcidiacono, Caterina, Fortuna Procentese, Agostino Carbone, Maria Grazia Cerasuolo, and Alfredo Natale. "Il modello ecologico come strumento di analisi di una comunitŕ di migranti in una realtŕ locale." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 1 (September 2010): 41–52. http://dx.doi.org/10.3280/psc2010-001004.

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Abstract:
La ricerca ha voluto applicare il modello ecologico di Prilleltensky allo studio di una realtŕ locale. Lo scopo č stato individuare i fattori che caratterizzano la vita della comunitŕ di immigrati dell'agro aversano. La realtŕ presa in esame č San Marcellino, piccolo paese della periferia Casertana, terra di criminalitŕ, ingiustizia e immigrazione. Č in questo territorio che a trovare la propria dimora č la comunitŕ di musulmani maghrebini, che da anni risiede stabilmente in questi luoghi. Lo studio ha considerato molteplici livelli d'analisi, a partire da quello individuale a quello socio-ambientale, rintracciando i fattori promotori di benessere e all'opposto quelli di rischio. A tal fine, abbiamo utilizzato la Grounded Theory grazie alla quale siamo giunti a costruire teorie di riferimento a partire dalle interviste fornite dai partecipanti. Abbiamo poi considerato il ruolo del potere e della politica nell'informare il benessere di questa comunitŕ, rintracciando i fattori che ci permettono di analizzare questioni solitamente non indagate, come ad esempio, l'inaccessibilitŕ alle infrastrutture, una burocrazia rigida, assenza di tutele legislative. A fungere da supporto sociale č la presenza di associazioni di volontariato, e soprattutto, della moschea locale, luogo d'incontro, supporto e condivisione per eccellenza.
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8

Carrosio, Giovanni. "Ingiustizia ambientale nel bacino del Po: il conflitto tra il Polesine e la città di Milano per l'inquinamento delle acque." PARTECIPAZIONE E CONFLITTO, no. 1 (March 2013): 83–101. http://dx.doi.org/10.3280/paco2013-001005.

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Fermani, Arianna. "UN TENTATIVO DI ESPLORAZIONE DEI MOLTEPLICI NESSI DELLE NOZIONI ARISTOTELICHE DI GIUSTIZIA E INGIUSTIZIA, VIZIO E VIRTÙ, TRA PIANO ETICO E PIANO GIURIDICO." EDUCAÇÃO E FILOSOFIA 21, no. 41 (March 27, 2008): 169–211. http://dx.doi.org/10.14393/revedfil.v21n41a2007-259.

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Abstract:
Este artigo objetiva descobrir a multiplicidade de conexões entre justiça e virtude e entre injustiça e vício, bem como demonstrar como apenas o aceite da polivalência destas noções e a extrema adaptabilidade da relação entre elas permitem a co-existência nãocontradit ória da diferença e mesmo afirmações contrárias no interior do texto de Aristóteles. Por exemplo, é apenas usando todos os sentidos da noção de justiça que podemos entender como a afirmação segunda a qual o mesmo ato injusto, sob uma certa perspectiva, é vício, enquanto sob outra não é vício, é possível. Um complexo cenário, sublinhado pelo Estagirita, extremamante rico de articulações internas (que devem ser respeitadas contra cada tentativa de redução), que se torna ainda mais complicado pelo contínuo jogo de transposições e de comparações entre ética e legitimidade legal estabelecidas pelo Filósofo.
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Osti, Giorgio, and Luigi Pellizzoni. "Conflitti e ingiustizie ambientali nelle aree fragili. Una introduzione." PARTECIPAZIONE E CONFLITTO, no. 1 (March 2013): 5–13. http://dx.doi.org/10.3280/paco2013-001001.

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Prodi, Romano. "Uguaglianze/disuguaglianze nel mondo e in Italia." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 5 (December 2011): 228–36. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-005016.

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Abstract:
Questo inizio di millennio vede mutamenti profondi sia sotto il profilo demografico che sotto quello economico. In particolare nei Paesi emergenti (a cominciare dalla Cina e dall'India) che stanno facendo miracoli. Sarebbe ragionevole che questo grande sviluppo producesse maggiore giustizia. Sotto certi aspetti č cosě. La popolazione dei Paesi che hanno uno sviluppo crescente č di miliardi di persone, ma anche nell'ambito di questi Paesi le ingiustizie sono fortemente aumentate. Dagli anni Ottanta in poi il livello di disparitŕ nel mondo č cresciuto ovunque, eccetto che nei Paesi scandinavi e in Brasile. E ciň pone problemi drammatici all'interno dei singoli Stati e per l'intero pianeta.
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Hoffmann, Thomas Sören. "»Il maladetto fiore«. Zu Philosophie und Psychologie des Geldes bei Dante." Deutsches Dante-Jahrbuch 87-88, no. 1 (January 11, 2014). http://dx.doi.org/10.1515/dante-2013-0008.

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Abstract:
RiassuntoIl contributo mette in luce, attraverso una lettura dei passi relativi al tema nella Divina Commedia, il pensiero di Dante riguardo al denaro, e il sistema etico ed economico su cui si basa tale pensiero. Dante non conosce ancora una concezione sistemica dell’economia nel senso dell’epoca moderna; egli si attiene alla teoria, all’etica e alla psicologia del denaro com’era nota alla tradizione aristotelica, la quale vede già nell’istituzione del denaro in quanto tale un fattore di sopraffazione, ovvero di possibile ingiustizia. Tuttavia, Dante aggiunge a questo modello di pensiero il motivo della Fortuna, e inoltre la trasforma attraverso il tentativo di inserirvi il pauperismo francescano. Le riflessioni di Dante lasciano trasparire un concetto di »bene comune«, il quale aumenta proporzionalmente alla possibilità che hanno i singoli di parteciparvi
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Vischi, Alessandra. "Pedagogia dell’impresa ed economia civile, un dialogo epistemico per educare al lavoro." MeTis. Mondi educativi. Temi, indagini, suggestioni 10, no. 2 (December 2020). http://dx.doi.org/10.30557/mt00140.

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Abstract:
Lo scenario attuale, tra degrado dell’ambiente e dilagante ingiustizia sociale, tra innovazione tecnologica e fragilità lavorative, rappresenta una sfida per la pedagogia per ripensare e riprogettare un modello di sviluppo volto al pieno compimento umano e alla cura del creato. L’articolo, alla luce di una visione antropologica pedagogicamente connotata, accredita l’ipotesi che sia necessaria un’economia nella quale la produzione di beni e servizi sia funzionale alla fioritura umana e al bene comune. La pedagogia dell’impresa può contribuire, in dialogo con l’economia civile, a promuovere organizzazioni sostenibili e responsabili per un nuovo umanesimo, per risolvere i fallimenti professionali e far emergere la vocazione, tra processi formativi e politiche dell’educazione e del lavoro. Sollecita ad un patto educativo globale nel segno dell’ecologia integrale tra imprese, istituzioni e società civile per educarci nel lavoro (Vischi, 2020), tra relazioni e dono di sé.
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Maia, Elisa. "Spunti per la problematizzazione dell’educazione alla cittadinanza. Il caso di Libera." MeTis. Mondi educativi. Temi, indagini, suggestioni 10, no. 2 (December 2020). http://dx.doi.org/10.30557/mt00150.

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Abstract:
Seppure la società contemporanea sia attraversata da forti spinte individualistiche, sorrette da ideologie neoliberiste fondate sulla concorrenza e sull’efficienza, sempre più sono i cittadini impegnati per il bene comune, che promuovono i valori della solidarietà e della corresponsabilità sociale, strategici nella ritessitura di comunità ispirate a principi democratici e inclusivi. Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie da anni si impegna in percorsi di formazione e progettazione partecipata dei beni confiscati alla criminalità organizzata, sostenendo processi di sviluppo locale e coesione sociale. In tal senso, il lavoro di Libera offre spunti di riflessione al ripensamento dell’educazione alla cittadinanza, altresì nelle sue implicazioni economico-sociali, come pensiero che indaga le contraddizioni, teso al disvelamento delle ingiustizie e delle disuguaglianze, nella prospettiva di una coscienza glocale necessaria per la costruzione di legami di solidarietà globale.
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"Capitolo 5: La salute mentale delle popolazioni indigene." Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 11, S4 (March 2002): 37–46. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000526.

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Abstract:
Una rassegna della letteratura riguardante la salute mentale delle popolazioni indigene rivela che esistono pochi dati a riguardo. Per esempio, questa rassegna non ha evidenziato di fatto nessuna informazione sulle tribù dell'India ufficialmente registrate dal governo di quel paese, sulle minoranze nazionali della Cina, oppure sui popoli indigeni dell'Africa (6). Il lavoro delle organizzazioni come Cultural Survival, International Work Group for Indigenous Affairs, UN Working Group on Indigenous Populations, World Council of Indigenous Peoples e molti altri organismi locali documenta le privazioni e le ingiustizie sopportate dai popoli indigeni. Malgrado ciò poco di questo lavoro fa direttamente riferimento alla salute mentale. In molti casi è possibile soltanto fare delle congetture circa l'estensione e la natura dei disordini mentali nell'ambito di gruppi specifici di popoli indigeni. Pertanto le informazioni che seguono sono nella migliore delle ipotesi impressionistiche e preliminari, specialmente alla luce dei problemi metodologici già discussi.
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