Academic literature on the topic 'Infermità'

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Journal articles on the topic "Infermità"

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Botter, Barbara. "Contesto biologico e implicazioni etiche della malattia nel Timeo di Platone." Daímon, no. 82 (January 1, 2021): 81–97. http://dx.doi.org/10.6018/daimon.339751.

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Abstract:
A partire dall’analisi di alcuni passi del Timeo, il testo propone lo studio delle cause e dei tipi di infermità che affliggono la salute umana al fine di mostrare che la maniera in cui il filosofo concepisce le malattie è una chiave per approfondire l’antropologia e l’etica dell’ultimo Platone. Presupposto della ricerca è la visione olistica che caratterizza il Timeo, in cui la condizione umana influenza il livello socio-politico e il livello cosmico, i quali, a loro volta, condizionano e sono condizionati dalla presenza dell’uomo. Per finalizzare lo studio abbiamo circoscritto l’analisi ai passi 69c-90c del Timeo. Starting with the analysis of some Timaeus passages, the text proposes the study of the causes and of the types of infirmity that afflict human health in order to demonstrate that the way the philosopher conceives illnesses is a key to get a deeper knowledge of the anthropology and ethics of the last Plato. Premise of the research is the holistic vision that characterizes the Timaeus, in which the human condition affects the socio political level and the cosmic level which, in their turn, affect and are affected by the human presence. To finalize the study, we analyzed the pages 69c-90c of the Timaeus. A partire dall’analisi di alcuni passi del Timeo, il testo propone lo studio delle cause e dei tipi di infermità che affliggono la salute umana al fine di mostrare che la maniera in cui il filosofo concepisce le malattie è una chiave per approfondire l’antropologia e l’etica dell’ultimo Platone. Presupposto della ricerca è la visione olistica che caratterizza il Timeo, in cui la condizione umana influenza il livello socio-politico e il livello cosmico, i quali, a loro volta, condizionano e sono condizionati dalla presenza dell’uomo. Per finalizzare lo studio abbiamo circoscritto l’analisi ai passi 69c-90c del Timeo.
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2

Kosuch, Carolin. "Hygiene, Rasse und Zukunftstechnik. Paolo Mantegazzas Beiträge zur Italianità." Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, no. 1 (December 1, 2017): 316–38. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2017-0015.

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Abstract:
Riassunto Il contributo è concepito come caso studio sul raccordo tra il movimento igienista e cremazionista italiano nel XIX secolo da una parte e il nazionalismo italiano nato in epoca risorgimentale dall’altra. Si dimostra che l’idea dell’italianità, considerata finora piuttosto sul piano linguistico e culturale, era altrettanto inerente al progetto di una modernità basata sulle scienze naturali. Il paradigma delle scienze naturali, corrente all’epoca, si diffuse in prima linea attraverso le opere divulgative e belletristiche dell’antropologo e medico Paolo Mantegazza (1831–1910). Mantegazza si sentiva investito, accanto ai suoi colleghi, di contribuire alla formazione del „carattere italiano“ e di creare – con i propri strumenti – l’uomo nuovo che, libero da ogni infermità fisica e sano sul piano mentale e psicologico, si sarebbe distinto per la sua produttività e la sua cultura avanzata. La sua visione era permeata da idee eugeniche estreme che contemplavano anche l’annientamento delle „vite indegne di vita“ in un crematorio.
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Calabi, Francesca. "Lingua e voce di Dio." Revista Archai, no. 27 (September 1, 2019): e02708. http://dx.doi.org/10.14195/1984-249x_27_8.

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Abstract:
L’articolo si interroga sulla relazione tra parole divine, semplici, monadiche e il dire degli uomini legato alla corporeità, privo di chiarezza e di univocità. Perché la parola divina sia colta dagli uomini è necessaria una sorta di trasformazione. Si può ipotizzare l’esistenza di un linguaggio archetipico, primordiale, ad imitazione dell’essenza delle cose. È la lingua di Adamo per cui, data la perfezione di un’anima ancora pura, non intaccata da infermità, malattia o passione, il progenitore coglieva le impressioni immediate, afferrava il significato delle cose le cui nature potevano essere insieme enunciate e pensate. È la lingua perfetta originaria ed era forse comune ad uomini ed animali se nel giardino dell’Eden le parole del serpente erano comprese da Eva. Si passa dal linguaggio di Adamo, mimetico rispetto al linguaggio di Dio, alla lingua mosaica in cui interviene la traduzione del linguaggio divino in linguaggio umano. Questo, nonostante che, anche per Mosè sia detto che i nomi corrispondono alla descrizione delle cose. Un ulteriore passaggio avviene con la traduzione da una lingua in un’altra. Vi è un trascorrere tra comunicazioni di Dio che si volge all’interlocutore in maniera differente a seconda delle sue possibilità. Si tratta di “traduzione” di una lingua noetica che può esprimersi monadicamente – ed è il caso della comunicazione a Mosè – o assumere già la forma di nomi e verbi propria del linguaggio umano – ed è quanto avviene con i Settanta, traduttori al pari di Aronne.
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Webster, Ted. "Prefazione." Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 11, S4 (March 2002): 17–19. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000472.

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Abstract:
L'esame generale sulla salute mentale delle popolazioni indigene effettuato dal dr. Alex Cohen si inserisce a pieno titolo tra gli sforzi dell'Organizzazione Mondiale della Sanità nel promuovere la salute mentale, prevenire i principali disturbi mentali e neurologici, assicurare l'offerta di cure appropriate particolarmente ai soggetti più vulnerabili e bisognosi di servizi sanitari.Presentando questo lavoro in un contesto più ampio può essere utile richiamare uno dei principi costitutivi dell'OMS, che “il godimento del più elevato standard di salute raggiungibile è uno dei diritti fondamentali di ogni essere umano senza distinzione di razza, religione, fede politica, condizione economica o sociale”. L'Organizzazione Mondiale della Sanità considera la salute come “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non meramente l'assenza di malattia o infermità”.Inoltre questo resoconto giunge a noi nel punto centrale dello svolgimento del programma International Decade of the World's Indigenuos People. Tale programma è patrocinato dall'Alto Commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite e dal Gruppo di Lavoro sulle Popolazioni Indigene (Working Group on Indigenous Populations-WGIP) che riferiscono i risultati raggiunti all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite attraverso la ECOSOC, la Commissione sui Diritti Umani e la sub-Commissione sulla Prevenzione della Discriminazione e Protezione dei Minori. Al WGIP è assegnato il compito di analizzare gli sviluppi riguardanti le attività di promozione e protezione dei diritti umani e fondamentalmente la libertà delle popolazioni indigene, ponendo particolare attenzione all'evoluzione degli standard relativi ai diritti di queste popolazioni. Al WGIP è stata richiesta la stesura della Dichiarazione sui diritti delle Popolazioni Indigene del mondo che al momento è in discussione e la cui conclusione è attesa nel corso del programma decennale.
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5

Góralski, Wojciech, and Piotr Wiśniewski. "Sprawowanie sakramentu namaszczenia chorych w uchwałach synodów polskich po Soborze Watykańskim II." Prawo Kanoniczne 41, no. 1-2 (June 15, 1998): 93–113. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1998.41.1-2.04.

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Abstract:
Fra le numerose disposizini dei decreti dei sinodi diocesani celebrati in Polonia dopo il Concilio Vaticano II un luogo assai principale occupano i sacramenti, tra l'altro il sacramento di unzione degli infermi. L'analisi della legislazione sinodale riguardante questo sacramento permette constatare che i legislatori diocesani prima di tutto cercano di cambiare la mentalità dei fedeli nel comprendere il ruolo del suddetto sacramento nalla vita degli infermi. I sinodi indicano il nuovo stile della amminist­razione del sacramento, prescritta nel nuovo libro rituale. Gli autori nello loro studio presentano gli elementi della unzione degli infermi (la materia, la forma, il tempo e il luogo della celebrazione), le cerimonie e l'amminist­razione del sacramento (il modo individuale, durante la messa, in numerosa assamblea liturgica), il viatico.
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6

Pegoraro, V. "Report on: “Urologica] surgery in elderly patients: Age or biological limits?”. Introduction." Urologia Journal 59, no. 4 (August 1992): 7–8. http://dx.doi.org/10.1177/039156039205900401.

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Abstract:
The request for surgery for the elderly is increasing from year to year. In fact a longer average age has brought about the necessity to study the physiology of the ageing process. Increasing knowledge has led to a deeper understanding of geriatric physiopathology, so that 65 years is no longer considered the age limit to define a person “elderly”. On the other hand the elderly no longer accept being marginalized due to their infermity. On the contrary they ask for the same therapeutical measures which are used for younger people.
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7

Paolella, Francesco. "Alle origini del manicomio criminale." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 1 (April 2011): 33–42. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2011-001003.

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Abstract:
Ci siamo riferiti in questo lavoro al periodo in cui, fra gli anni Settanta e Novanta dell'Ottocento, maturň in Italia l'idea della necessitŕ di istituire i manicomi criminali. Ci hanno interessato in particolare gli interventi di diversi fra i maggiori psichiatri e criminologi (come Cesare Lombroso, Augusto Tamburini e Gaspare Virgilio) a favore di questa nuova istituzione. Vi emerge l'esigenza di predisporre luoghi di custodia sia per i condannati impazziti in carcere sia per le persone prosciolte per infermitŕ mentale, ma anche per tutta una serie di criminali pericolosi e recidivi. E tutto questo in nome del principio della sicurezza della societŕ da garantire.
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Ptak, Robert. "Sakrament namaszczenia chorych – teologiczno-prawne aspekty kanonów 998-1007 KPK/1983." Prawo Kanoniczne 52, no. 3-4 (December 10, 2009): 303–16. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2009.52.3-4.15.

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Abstract:
Il Codice di diritto canonico (1983) contiene le norme circa il sacramento dell’unzione degli infermi che riguardano: il modo di celebrare, il ministro ed i destinatari di questo sacramento. Dieci canoni (998-1007) però non esauriscono tutta la realtà connessa con il dono del sacramento dell’unzione affidato alla Chiesa come la continuità della missione salvifica di Gesù che consiste fra altro nel guarire gli infermi (cf. Mc 6,13). Bisogna dunque approfondire i sopra menzionati canoni con lo sguardo teologico, per sottolineare, che: a) i ministri del sacramento dell’unzione sono soltanto i sacerdoti (vescovi e presbiteri); b) il destinatario di questo sacramento è il malato grave, che incomincia ad essere in pericolo di morte per malattia o per vecchiaia; c) la materia del sacramento è l’olio di oliva o, secondo l’opportunità, un altro olio vegetale; d) l’unzione si fa sulla fronte e sulle mani con la formula sacramentale dove parola e sacramento costituiscono un tutto inseparabile. Gli effetti del sacramento dell’unzione invece sono: l’unione alla passione di Cristo, in quanto la sofferenza diventa partecipazione all’opera salvifica di Gesù; la grazia del conforto, della pace e del coraggio, della fede e fiducia nel Signore, della fortezza contro le tentazioni di scoraggiamento e di angoscia; una grazia ecclesiale, dal momento che la Chiesa intercede per il bene del malato; la guarigione dell’anima del malato e anche quella del corpo se tale è la volontà di Dio; il perdono di eventuali peccati e finalmente la preparazione all’ultimo passaggio di coloro che stanno per uscire da questa vita. I punti nodali dell’articolo: 1. Cristo nel sacramento dell’unzione degli infermi. 2. Il compito della Chiesa. 3. I destinatari del sacramento. 4. Gli effetti del sacramento dell’unzione.
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9

Dolhai, Lajos. "Lo Spirito Santo nell’Unzione degli Infermi. (Studio sul rito attuale)." Teologia w Polsce 15, no. 2 (January 27, 2022): 81–94. http://dx.doi.org/10.31743/twp.2021.15.2.03.

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Abstract:
Il rinnovamento liturgico sanzionato dal Concilio Vaticano II ha come centro la Sacra Liturgia: esso già di per sé – come dice la Costituzione Sacrosactum Concilium (SC 43) – è una grazia dello Spirito Santo. Uno dei frutti più significativi di questo rinnovamento può essere considerato il nuovo ”Ordo” dell’Unzione degli infermi. Infatti, il nuovo Rituale, con la sua articolazione e ricchezza di prospettive presenta una nuova visione di questo sacramento. La modifica più importante riguarda il suo nome che da sacramento dei moribondi (sacramentum exeuntium) diventa quello degli ammalati (unctio infirmorum). Meta della mia ricerca è l’approfondimento della presenza dello Spirito Santo nell’Unzione degli infermi attraverso uno studio del rito attuale. Analizzeremo il Rituale dal punto di vista pneumatologico per poi giungere ad una sintesi dottrinale. Il metodo da me utilizzato sarà anche comparativo, perché vorrei mettere in rilievo le differenze tra i testi dell’antico Rituale (1614) a quelli della liturgia attuale (1972). La domanda principale è questa: Come viene espressa nel nuovo Ordo la presenza e l’azione dello Spirito Santo.
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Kosuch, Carolin. "Hygiene, Rasse und Zukunftstechnik. Paolo Mantegazzas Beiträge zur Italianità." Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, no. 1 (December 20, 2017): 316–38. http://dx.doi.org/10.1515/qfiab-2017-0015.

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Abstract:
Riassunto Il contributo e concepito come caso studio sul raccordo tra il movimento igienista e cremazionista italiano nel XIX secolo da una parte e il nazionalismo italiano nato in epoca risorgimentale dall’altra. Si dimostra che l’idea dell’italianità, considerata finora piuttosto sul piano linguistico e culturale, era altrettanto inerente al progetto di una modernita basata sulle scienze naturali. Il paradigma delle scienze naturali, corrente all’epoca, si diffuse in prima linea attraverso le opere divulgative e belletristiche dell’antropologo e medico Paolo Mantegazza (1831-1910). Mantegazza si sentiva investito, accanto ai suoi colleghi, di contribuire alla formazione del „carattere italiano“ e di creare - con i propri strumenti - l’uomo nuovo che, libero da ogni infermita fisica e sano sul piano mentale e psicologico, si sarebbe distinto per la sua produttivita e la sua cultura avanzata. La sua visione era permeata da idee eugeniche estreme che contemplavano anche l’annientamento delle „vite indegne di vita“ in un crematorio.
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Dissertations / Theses on the topic "Infermità"

1

Volpatti, Giulia. "Imputabilità e neuroscienze: problematiche e prospettive." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2013. http://hdl.handle.net/10077/8634.

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Abstract:
2011/2012
L’imputabilità rappresenta uno degli istituti più importanti, ma anche più controversi del nostro diritto penale. Identificata come la capacità di intendere e di volere, essa non trova nel codice penale una definizione in positivo, ma viene descritta attraverso le c.d. cause di esclusione dell’imputabilità, di cui agli artt. 88 e seguenti del codice (vizio di mente totale e parziale, ubriachezza ed intossicazione da stupefacenti, sordomutismo e minore età). Uno degli aspetti più problematici dell’imputabilità è la sua collocazione nella sistematica del reato; la dottrina, infatti, non è unanime nel considerarla quale presupposto della colpevolezza in quanto vivide sono ancora le correnti di pensiero che, coerentemente con la scelta codicistica operata dal legislatore, identificano l’imputabilità con una condizione del soggetto, uno status dell’uomo. Ciononostante, accantonate le divergenze di opinione su questo primo snodo (ritenute, peraltro, da alcuni superate a seguito della presa di posizione della Corte di Cassazione), di difficile soluzione risultano anche i rapporti tra l’imputabilità ed il vizio di mente, che ne rappresenta la principale causa di esclusione. In particolare, il concetto di vizio di mente ha subìto nel corso dei decenni numerose interpretazioni: il suo legame diretto con la scienza psichiatrica ne ha inevitabilmente influenzato l’evoluzione. Ed analogamente, anche la crisi della scienza ha svolto un ruolo fondamentale nel dibattito relativo a cosa debba intendersi con il concetto di infermità mentale. Abbandonata la convinzione che la scienza sia connotata da infallibilità e paragonabile a verità assoluta, viene così a mancare quel sicuro punto di riferimento a cui era solito rivolgersi il giudice al fine di trovare ausilio in tema di vizio di mente. Oggigiorno, pertanto, le incertezze scientifiche si riverberano nel processo penale quando l’interrogativo è capire se un soggetto era capace di intendere e di volere al momento in cui ha commesso una fattispecie di reato. Tanto la crisi si è fatta sentire, tanto da trasformarsi in vera e propria crisi dell’imputabilità, al punto da far sollevare voci in merito alla possibilità di eliminarne dal nostro codice il concetto stesso. Proposte inaccettabili considerata in primis la valenza costituzionale dell’imputabilità (come presupposto della colpevolezza) ed, in secundiis, il contrasto con i principi di tassatività e determinatezza. In questo quadro, alcuni neuroscienziati propongono, quale strumento per sopperire alle lacune ed ai limiti delle metodologie tradizionali in tema di perizia psichiatrica, l’utilizzo delle recenti tecniche di neuroimaging. Trattasi di un gruppo di discipline scientifiche che studia il funzionamento del cervello e del sistema nervoso; vengono analizzati la comprensione del pensiero umano, le emozioni ed i comportamenti biologicamente correlati, attraverso cui si manifesta o non manifesta il pensiero stesso, mediante l’utilizzo di strumenti altamente scientifici, atti ad esaminare molecole, cellule, reti nervose. Queste nuove metodologie hanno permesso ai neurologi di giungere a scoperte che, da alcuni punti di vista non possono non dirsi davvero interessanti (e per certi versi anche sensazionali): si pensi alla correlazione tra comportamento aggressivo e geni o alla possibilità di prevedere le scelte che il paziente farà grazie all’osservazione del funzionamento dei suoi neuroni. Non con altrettanto entusiasmo, però, i giuristi hanno accolto le neuroscienze come nuove alleate nella risoluzione delle difficoltà interpretative legate al concetto di vizio di mente e, quindi, di imputabilità. Tutt’altro. Si può affermare che l’opinione dominante serba un atteggiamento diffidente ed alle volte anche di totale rigetto di queste nuove tecnologie. La motivazione risiede nella paura che le nuove scoperte, se amplificate e portate agli estremi, possano cancellare il principio del libero arbitrio dell’uomo, possano portare all’assurdo di considerare gli uomini come tutti inimputabili perché dominati dal cervello ed incapaci, quindi, di autodeterminarsi nel mondo esterno. Come sempre, il punto di vista più corretto per valutare gli effetti e le conseguenze di una novità è quello che non si arrocca agli estremi, bensì prende le medesime distanze dagli stessi. Così come nei confronti delle neuroscienze: nessuna rivoluzione copernicana, l’uomo resta sempre l’essere libero e capace di muoversi tra motivi antagonistici operando delle scelte consapevoli, senza essere dominato dal suo sistema nervoso. Le tecniche di neuroimaging, però, e questo non lo si può e non lo si deve negare, apportano un grande ausilio nella redazione della perizia psichiatrica. La complessità e particolarità dei nuovi test introdotti permette di avere una visione più completa e più attendibile sulle condizioni mentali dell’individuo. Se accostate ai metodi tradizionali, il giudice dalle stesse potrà fruire, in fine, di una perizia più attendibile e completa, giovandosene così in sede di decisione e successiva motivazione.
XXIV Ciclo
1982
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2

SCHIANCHI, MATTEO. "La dette symbolique. Une étude d'histoire de l'infirmité (Milan, 1860-1915)." Doctoral thesis, Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales, Parigi, 2017. http://hdl.handle.net/10281/218493.

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Abstract:
Cette recherche traite la question de l’infirmité en tant qu’objet historique et d’analyse. Le terrain et l’époque choisis représentent un banc d’essai afin d’analyser la longue sédimentation et le renouvellement de certains mécanismes fondés sur l’infériorisation de l’infirme. La biographie et les parcours sociaux de certains individus provenant de différents milieux sociaux constituent des instruments pour saisir quelques mécanismes parmi ceux qui m’ont conduit à formuler la notion de dette symbolique. Inspirée par la sociologie de P. Bourdieu et par son concept de violence symbolique, cette notion est utile pour saisir la longue histoire des lectures sociales et de l’imaginaire qui infériorisent l’infirme par un mécanisme de renversement des causes et des effets. Ce n’est pas le déficit corporel qui produit cette infériorisation, mais plutôt cette vision infériorisante qui lit le fait corporel en décrétant le statut d’infériorité de l’individu. Cette lecture, cherche et trouve, dans l’objectivité corporelle de l’infirme des appuis qui la justifient. Dans la deuxième partie, nous nous confrontons à certains mécanismes, entre pratiques et discours, qui nous mettent face au renouvellement de ces schémas de pensée et d’action. D’abord, un certain nombre de cas de dispenses pour irrégularités par défaut corporel à laquelle doit se soumettre le prêtre qui, à cause de son infirmité, devient indigne et irrégulier dans l’exercice de son ministère. La construction religieuse de l’infirmité est également analysée à partir de la médecine pastorale, discipline du cursus de formation des prêtres, ainsi que de l’élaboration théologique. Les silences qui entourent les individus rendus infirmes par les accidents à l’intérieur du système industriel, associés à l’opacité et à l’insuffisance du développement des dispositifs qui devraient fournir les premières formes de réparation, constituent, au cours de la période historique retenue, de nouvelles formes qui contribuent à l’infériorisation du statut de l’infirme. La troisième partie porte sur l’analyse de certaines pratiques discursives avec un fort pouvoir pour construire l’opinion publique et un imaginaire sur l’infirmité : les chroniques d’un quotidien et un corpus de plus de cents textes littéraires. Dans les conclusions, se pose à nouveau la question de la construction de l’objet de recherche au sein du champ d’études du handicap, un champ très articulé, très conflictuel et aussi très orienté par l’action et l’engagement.
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3

Tallarico, Elio. "Vulnerabilità sismica dell'ospedale degli Infermi di Faenza." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amslaurea.unibo.it/1343/.

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4

Torino, Giacomo. "Il Palazzo del Merenda. Progetto di recupero funzionale e miglioramento sismico dell’Ospedale Casa di Dio per gli Infermi a Forlì." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022.

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Abstract:
L’edificio oggetto del presente lavoro di tesi venne progettato nel 1722 da Giuseppe Merenda al fine di riorganizzare in un’unica sede le funzioni di assistenza ai malati e agli infermi ed è uno degli edifici più rappresentativi della città di Forlì. Il Palazzo è organizzato attorno a tre cortili interni porticati e tre grandi corsie per i degenti. Nei primi decenni del XIX secolo l’edificio ha subito importante modifiche e ampliamenti. Negli anni ’20 del XX secolo venne adibito a biblioteca (funzione che svolge tutt’ora), Pinacoteca e Musei civici. Nonostante la sua valenza testimoniale e storico-artistica e la sua posizione di crocevia tra il Campus Universitario e l’asse urbano principale del centro storico forlivese (Via Emilia), oggi il Palazzo versa in condizioni di degrado ed è in gran parte inagibile per via di alcuni dissesti statici e dell’insufficiente resistenza di alcuni solai. Al fine di individuare gli interventi progettuali più appropriati, il presente progetto prende le mosse alla ricerca storica, dall’analisi delle tecnologie costruttive del periodo di edificazione e delle trasformazioni subite. In tale modo si è studiato l’edificio per individuarne le vulnerabilità, che sono state modellate numericamente per macroelementi, secondo l’approccio consigliato dalle Linee Guida ministeriali. Le scelte progettuali sono guidate dai criteri di reversibilità, compatibilità e minimo intervento e mirano a sanare le criticità individuate, al fine di restituire l’edificio alla città affinchè possa essere un punto di incontro tra parti della città e della popolazione che non sono ancora in comunicazione tra loro.
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Books on the topic "Infermità"

1

Nuccitelli, Giuseppe. Il contagio filosofico: L'odissea ideativa di Nietzsche attraverso la lunga infermità. Milano: Guerini e associati, 1996.

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2

Mazzocato, Giuseppe. Malattia della mente o infermità del volere?: Psicologia, teologia morale e formazione. Milano: Glossa, 2004.

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3

Leandro, Mais, and Pusceddu Tiziana, eds. Giuseppe Garibaldi: il destino della salma: La lunga infermità, la sofferta agonia, la definitiva sepoltura. Sassari: Carlo Delfino editore, 2014.

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4

Fioravanti, Laura. Le infermità psichiche nella giurisprudenza penale. Padova: CEDAM, 1988.

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5

Napoli, Emilio Vito. L' infermità di mente, l'interdizione, l'inabilitazione. Milano: Giuffrè, 1991.

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6

Biagini, Carlo, ed. L'Ospedale degli Infermi di Faenza. Florence: Firenze University Press, 2007. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-8453-591-7.

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Abstract:
In view of its inevitable implications at an individual and collective level, in all historic periods hospital building has represented the most advanced level of elaboration of architectural models aimed at the optimal synthesis of form, function and technique. Consequently, the typological and morphological reading of the Ospedale degli Infermi of Faenza, in the wake of a campaign of architectural surveys and archive research, represents an opportunity for verifying the relationship between technical culture and design and building practice through which it is possible to identify the typological and semantic values of the architecture. Designed and constructed by the master builders Raffaele and Giovanbattista Campidori in the middle of the eighteenth century, the various phases in the transformation of the Hospital are analysed down to our own times, positing tools and methods of investigation designed to optimise operations for the rehabilitation and conservation of the most ancient part of the building.
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Aimonetto, Maria Gabriella. L' incapacità dell'imputato per infermità di mente. Milano: A. Giuffrè, 1992.

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8

Mutta, Ruggero Dalla. Liturgia degli infermi: Studio storico- teologico. Città del Vaticano: Libreria editrice vaticana, 2012.

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9

Grassi, Leonardo. Infermità di mente e disagio psichico nel sistema penale. Padova: CEDAM, 2003.

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10

Carlo, Biagini, ed. L' Ospedale degli infermi di Faenza: Studi per una lettura tipo-morfologica dell'edilizia ospedaliera storica. Firenze, Italy: Firenze University Press, 2007.

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