Academic literature on the topic 'INDIRIZZO SCIENZE DELL'INTERPRETAZIONE E DELLA TRADUZIONE'

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Journal articles on the topic "INDIRIZZO SCIENZE DELL'INTERPRETAZIONE E DELLA TRADUZIONE"

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Nitti, Paolo, Helena Bažec, and Elena Ballarin. "ITALOFONIA NELL’ISTRIA SLOVENA: IL CASO DELL’UNIVERZA NA PRIMORSKEM." Italiano LinguaDue 14, no. 2 (January 18, 2023). http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/19603.

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Abstract:
Nell’Università del Litorale, a Capodistria, sono riuniti 6 istituti e la lingua italiana è offerta nella forma di corsi presso tutte le facoltà (solo in quella di Studi Umanistici, però, costituisce la disciplina caratterizzante un corso di laurea). I corsi di studio organizzati su tre livelli di formazione: un corso di studio quadriennale, due corsi annuali e un corso di dottorato. Al primo livello, il corso di studio quadriennale “Italijanistika” (Bachelor Degree) consente l'apprendimento di una conoscenza adeguata della lingua, della letteratura e della comunicazione linguistica e interculturale italiana, con la possibilità di proseguire gli studi nei corsi di laurea di secondo livello con indirizzo pedagogico oppure linguistico. Al secondo livello, il primo corso di studio annuale “Italijanistika (pedagoški študijski program) - Master of Arts - in Italian Studies (pedagogical programme)”, ha l'obiettivo di formare laureati e laureate di I livello, provenienti da un corso di studio di carattere non pedagogico-didattico in italianistica. Il secondo corso di II livello annuale “Italijanistika - Master of Arts - in Italian Studies” è il percorso linguistico (linguistics) in cui si approfondisce la formazione nelle scienze letterarie.È presente, inoltre, il dottorato di ricerca (PhD) in “Jezik in medkulturnost” (Lingua e Interculturalità) in cui si approfondisce lo studio delle lingue (italiano, inglese, francese), della mediazione linguistica e della traduzione. L'Università del Litorale svolge un’importante funzione socioculturale (oltre che formativa) e rappresenta un ponte di ragguardevole rilievo tra la comunità italiana e quella slovena. A Summary of Italian-speaking population of the Slovenian Istria: the example of Univerza na Primorskem The Univerza na Primorskem of Capodistria University brings together six institutes and the Italian language is offered in the form of courses at all faculties (but only the Humanistic Studies, however, represents a degree course).The study courses are organized on three course levels: a 4 year course, two annual courses and a doctoral one. The first level, the 4 year course study “Italijanistika” (Bachelor Degree), provides the students an adequate knowledge of the Italian language, literature, linguistic and intercultural communication, in addition to the possibility to continue their studies in the second level degree courses with a pedagogical or linguistical address. The second level (the first annual course study) in “Italijanistika (pedagoški študijski program) - Master of Arts - in Italian Studies (pedagogical programme)”, aims to train first level graduates from a non-pedagogical-didactic course of study in Italian. The second course (the second annual level) “Italijanistika - Master of Arts - in Italian Studies” is linguistics in which literary sciences are deeply explored. There is also a research doctorate (PhD) in “Jezik in medkulturnost” (Language and Interculturality) in which an extensive study of foreign languages such as Italian, English and French, as well as Linguistic Mediation and Translation is deepened. Univerza na Primorskem plays an important socio-cultural (as well as educational) function and represents a bridge of considerable importance between the Italian and Slovenian communities.
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Dissertations / Theses on the topic "INDIRIZZO SCIENZE DELL'INTERPRETAZIONE E DELLA TRADUZIONE"

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Quinci, Carla. "Translators in the Making: An Empirical Longitudinal Study on Translation Competence and its Development." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3353174.

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Abstract:
A partire dalla seconda metà del XX secolo, la ricerca sulla competenza traduttiva ha conosciuto un forte sviluppo, che portato all’individuazione di abilità specifiche ai fini della traduzione. La competenza traduttiva viene generalmente concepita come un’abilità non innata (Shreve, 1997, p. 121) e distinta dalla competenza bilingue (PACTE 2002, p.44–45); quest’ultima, nella sua forma embrionale, rimane una condizione necessaria ma non sufficiente allo sviluppo di una competenza traduttiva di tipo professionale (Englund Dimitrova 2005, p. 12). Fatte salve queste premesse, la natura e la struttura della competenza traduttiva rimangono ancora da definire. Nel tentativo di individuarne le componenti, la ricerca ha prodotto un’ampia varietà di termini e concetti simili e spesso sovrapponibili. Dalla metà degli anni ’80, un significativo contributo allo studio della competenza traduttiva è giunto dalla ricerca empirica, grazie alla quale è stato possibile sviluppare e testare alcuni dei modelli e delle definizioni proposti (ad es., PACTE 2003; Göpferich 2009). Gli studi empirici sulla competenza traduttiva hanno generalmente adottato un approccio orientato al processo, ovvero volto a individuare le caratteristiche comportamentali e procedurali di traduttori più o meno esperti che potessero essere associate a determinati livelli di qualità del testo tradotto. Allo scopo di fornire un approccio complementare a quello appena citato, è stato progettato uno studio empirico volto ad indagare la traduzione principalmente come testo tradotto, ma anche, in seconda battuta, come processo. Obiettivo principale dell’analisi è osservare se traduttori con livelli di competenza ed esperienza simili producono traduzioni con caratteristiche simili e/o seguono gli stessi modelli procedurali, così da definire la competenza in base alle tendenze eventualmente emerse dall’analisi sia del testo, sia del processo traduttivo. A questo scopo, l’indagine ha monitorato per tre anni la performance traduttiva di un campione di traduttori professionisti e di studenti dei corsi di Laurea triennale e magistrale in traduzione presso l’Università di Trieste. Sono state svolte in tutto sei prove di traduzione (due per anno accademico), che consistevano nella traduzione di un testo non specialistico dall’inglese all’italiano (la lingua madre dei partecipanti), seguita dalla compilazione di un questionario sul processo traduttivo. Lo studio ha adottato un approccio sincronico e diacronico principalmente di tipo descrittivo e rivolto all’analisi lessicale e sintattica del testo tradotto e dei dati relativi ai tempi di consegna e agli aspetti procedurali analizzati attraverso le risposte al questionario. È stata inoltre svolta un’analisi qualitativa delle traduzioni basata sulla valutazione dell’accettabilità del testo tradotto e degli errori di traduzione, così da associare le tendenze individuate nell’analisi descrittiva a specifici livelli di qualità. I risultati dell’indagine hanno permesso di tracciare il profilo di tre stadi nel processo di sviluppo della competenza traduttiva (‘principiante’, ‘intermedio’ e ‘professionista’) e di sviluppare delle linee guida per docenti e studenti che possono aiutare a prevedere e prevenire errori procedurali e ad accelerare il processo di apprendimento.
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Quinci, Carla. "Translators in the Making: An Empirical Longitudinal Study on Translation Competence and its Development." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2015. http://hdl.handle.net/10077/10986.

Full text
Abstract:
2013/2014
ABSTRACT. In the last few decades, research on translation competence (TC) has been quite productive and fostered the conceptualisation and analysis of translation-specific skills. TC is generally assumed to be a non-innate ability (Shreve 1997, 121), which is “qualitatively different from bilingual competence” (PACTE 2002, 44–45) and, as a “basic translation ability[,] is a necessary condition, but no guarantee, for further development of a (professional) competence as a translator” (Englund Dimitrova 2005, 12). However, apart from these agreed-on assumptions, the definition and modelling of TC still remain open questions and have resulted in a wide variety of concurrent (near-synonymic) terms and conceptual frameworks aiming to identify the essential constitutive components of such competence. From the mid-1980s, empirical studies have considerably contributed to the investigation of TC and, in some cases, led to the development of empirically validated definitions and models (e.g. PACTE 2003; Göpferich 2009). However, most empirical analyses focus on the translation process, i.e. the behavioural and procedural features of (un)experienced translators, and aim to identify possible patterns which might be conductive to high (or poor) translation quality. To provide a complementary perspective to this approach, an empirical longitudinal study was designed which is mainly product-oriented but also encompasses process-related data. The aim of the study is to observe whether different levels of competence reflect on different linguistic patterns and common procedural practices, which might be used to define TC and the stages of its development. The study monitored the performances of a sample of professional translators and BA- and MA-level translation trainees, who carried out six translation tasks over a three-year period. Each translation task involved the translation of a non-specialist English source text into the participants’ L1 (i.e. Italian) as well as the compilation of a post-task questionnaire inquiring on their translation processes. The synchronic and diachronic analysis of data mainly adopted a descriptive perspective which considered both product-related data, i.e. mainly lexical and syntactical features, and the process-related data concerning delivery time and the participants’ responses to the post-task questionnaires. Moreover, the assessment of translation acceptability and errors allowed for the association of specific descriptive trends with the different levels of translation quality which have been identified. The findings led to the profiling of three different stages in the acquisition of TC (i.e. novice, intermediate, and professional translator) and to the development of training guidelines, for both translation trainers and trainees, which may help anticipating and preventing possible unsuccessful behaviours and speeding up the learning process.
RIASSUNTO. A partire dalla seconda metà del XX secolo, la ricerca sulla competenza traduttiva ha conosciuto un forte sviluppo, che portato all’individuazione di abilità specifiche ai fini della traduzione. La competenza traduttiva viene generalmente concepita come un’abilità non innata (Shreve, 1997, p. 121) e distinta dalla competenza bilingue (PACTE 2002, p.44–45); quest’ultima, nella sua forma embrionale, rimane una condizione necessaria ma non sufficiente allo sviluppo di una competenza traduttiva di tipo professionale (Englund Dimitrova 2005, p. 12). Fatte salve queste premesse, la natura e la struttura della competenza traduttiva rimangono ancora da definire. Nel tentativo di individuarne le componenti, la ricerca ha prodotto un’ampia varietà di termini e concetti simili e spesso sovrapponibili. Dalla metà degli anni ’80, un significativo contributo allo studio della competenza traduttiva è giunto dalla ricerca empirica, grazie alla quale è stato possibile sviluppare e testare alcuni dei modelli e delle definizioni proposti (ad es., PACTE 2003; Göpferich 2009). Gli studi empirici sulla competenza traduttiva hanno generalmente adottato un approccio orientato al processo, ovvero volto a individuare le caratteristiche comportamentali e procedurali di traduttori più o meno esperti che potessero essere associate a determinati livelli di qualità del testo tradotto. Allo scopo di fornire un approccio complementare a quello appena citato, è stato progettato uno studio empirico volto ad indagare la traduzione principalmente come testo tradotto, ma anche, in seconda battuta, come processo. Obiettivo principale dell’analisi è osservare se traduttori con livelli di competenza ed esperienza simili producono traduzioni con caratteristiche simili e/o seguono gli stessi modelli procedurali, così da definire la competenza in base alle tendenze eventualmente emerse dall’analisi sia del testo, sia del processo traduttivo. A questo scopo, l’indagine ha monitorato per tre anni la performance traduttiva di un campione di traduttori professionisti e di studenti dei corsi di Laurea triennale e magistrale in traduzione presso l’Università di Trieste. Sono state svolte in tutto sei prove di traduzione (due per anno accademico), che consistevano nella traduzione di un testo non specialistico dall’inglese all’italiano (la lingua madre dei partecipanti), seguita dalla compilazione di un questionario sul processo traduttivo. Lo studio ha adottato un approccio sincronico e diacronico principalmente di tipo descrittivo e rivolto all’analisi lessicale e sintattica del testo tradotto e dei dati relativi ai tempi di consegna e agli aspetti procedurali analizzati attraverso le risposte al questionario. È stata inoltre svolta un’analisi qualitativa delle traduzioni basata sulla valutazione dell’accettabilità del testo tradotto e degli errori di traduzione, così da associare le tendenze individuate nell’analisi descrittiva a specifici livelli di qualità. I risultati dell’indagine hanno permesso di tracciare il profilo di tre stadi nel processo di sviluppo della competenza traduttiva (‘principiante’, ‘intermedio’ e ‘professionista’) e di sviluppare delle linee guida per docenti e studenti che possono aiutare a prevedere e prevenire errori procedurali e ad accelerare il processo di apprendimento.
XXVII Ciclo
1985
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Brambilla, Emanuele. "THE QUEST FOR ARGUMENTATIVE EQUIVALENCE.An Interpreting-oriented Argument Analysis of Political Source Texts on the Economic Crisis." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2015. http://hdl.handle.net/10077/10985.

Full text
Abstract:
2013/2014
L’interpretazione ha spesso luogo in situazioni argomentative, vale a dire eventi comunicativi miranti alla “soluzione” di una divergenza di opinioni in merito a una specifica questione. Nel tentativo di difendere o delegittimare determinate posizioni, gli oratori fanno solitamente ricorso a tecniche argomentative che determinano la forza pragmatica del discorso. In questo senso, l’argomentazione è essenzialmente relativa, poiché dipende da convenzioni culturali, vincoli contestuali e fattori soggettivi. La relatività delle tecniche argomentative complica il compito interpretativo, soprattutto considerando che, nelle situazioni argomentative, la qualità dell’interpretazione è determinata dall’abilità dell’interprete di trasmettere lo scopo argomentativo del testo di partenza. L’equivalenza passa, cioè, per il rispetto delle convinzioni dell’oratore, senza il quale l’interpretazione è destinata a produrre un testo non equivalente all’originale a livello pragmatico. Guidato anche dall’intenzione di sopperire, seppur in misura minima, alla scarsa considerazione che le teorie dell’argomentazione godono nella ricerca in interpretazione, il presente progetto di ricerca circoscrive lo studio delle situazioni argomentative all’analisi dell’argomentazione in ambito politico, perseguendo due obiettivi principali: la definizione di una metodologia appropriata per l’analisi descrittiva dell’argomentazione nei testi di partenza e la valutazione empirica della relatività delle tecniche argomentative, mirante alla formulazione di indicazioni per l’interpretazione di discorsi politici. Lo studio si basa su un corpus comparabile multilingue denominato ARGO. Il corpus contiene trecentotredici discorsi politici sull’attuale crisi economico-finanziaria, pronunciati da Barack Obama, David Cameron, Nicolas Sarkozy e François Hollande. L’analisi di ARGO è mirata all’individuazione e alla descrizione di schemi argomentativi, “ragionamenti” stereotipati che vengono spesso usati in ambito politico per legittimare o screditare determinate posizioni. Alla luce della natura relativa dell’argomentazione, la presenza di schemi argomentativi estremamente eterogenei è stata ipotizzata sin dall’inizio del progetto. I risultati dell’analisi contrastiva confermano l’ipotesi iniziale, poiché Obama, Cameron, Sarkozy e Hollande fanno ricorso a diversi schemi argomentativi che richiedono l’utilizzo di diverse strategie interpretative a seconda dell’oratore in questione, del destinatario del discorso e del contesto in cui il discorso viene pronunciato. I risultati trovano pertanto utile applicazione in ambito didattico, poiché, insieme ad ARGO, forniscono materiale e indicazioni teoriche per sensibilizzare gli studenti a concetti argomentativi pertinenti all’interpretazione nella prospettiva di un graduale sviluppo della competenza argomentativa, intesa come l’abilità di anticipare le argomentazioni degli oratori. In maniera più generale, i risultati confermano la natura relativamente prevedibile dei discorsi politici; di conseguenza, avvalorano le implicazioni positive dell’analisi argomentativa dei testi di partenza in ambito interpretativo, il cui utilizzo sistematico è destinato a fornire risultati sempre più consistenti, affidabili e utili per promuovere la ricerca dell’equivalenza argomentativa nei testi interpretati.
Interpreting activity is frequently performed in argumentative situations, i.e. communicative events whose purpose is the discursive “solution” of a conflict between different standpoints regarding one specific question. In their attempts at defending and attacking standpoints, speakers generally resort to argumentative techniques which determine the pragmatic force of speeches. In this respect, argumentation is essentially relative, as it depends on cultural conventions, contextual constraints and subjective factors. The relativity of argumentation compounds the interpreting task, as the quality of the interpreter’s performance within argumentative situations is determined by his/her ability to convey the argumentative purpose of the source text by reproducing the speaker’s convictions. Failure to do so is bound to lead to the production of pragmatically inequivalent interpreted texts. Guided also by the intention partially to cater for the marked neglect of argumentation theories in interpreting research, the present research project focuses on political argumentation and pursues two main objectives: streamlining a suitable analytical methodology for the descriptive study of source-text argumentation in interpreting research and empirically assessing the relative nature of argumentation techniques with a view to providing suggestions for the interpretation of political speeches. The study is based on a multilingual comparable corpus named ARGO. It is composed of three hundred and thirteen political speeches on the current financial and economic crisis, delivered by Barack Obama, David Cameron, Nicolas Sarkozy and François Hollande. The analysis focuses on the identification and description of content-related argumentation schemes, i.e. stereotypical patterns of reasoning recurrently exploited by politicians to legitimise or delegitimise given courses of action. In the light of the relative nature of argumentation, the presence in the corpus of significantly different argumentation schemes was hypothesised at the outset. The findings of the contrastive analysis corroborate the initial hypothesis, as Obama, Cameron, Sarkozy and Hollande generally resort to extremely different argument schemes, which call for the adoption of specific interpreting strategies according to the speaker in question, the communicative context of speech delivery and the relevant audience. The results, thus, find useful application in interpreter training, in that, together with ARGO, they provide material and theoretical indications to sensitise students to relevant argumentation concepts with a view gradually to enhance their argumentative competence, understood as the ability to anticipate speakers’ arguments. More broadly, the results shed light on the predictability of political speeches and, consequently, foster the systematic adoption of argumentation analysis as a source-text research methodology, which could yield increasingly substantial findings paving the way for argumentative equivalence in interpreted argumentative situations.
XXVII Ciclo
1985
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Peruzzo, Katia. "Terminological Equivalence and Variation in the EU Multi-level Jurisdiction: A Case Study on Victims of Crime." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2013. http://hdl.handle.net/10077/8592.

Full text
Abstract:
2011/2012
Il progetto di ricerca ha lo scopo di analizzare la terminologia giuridica in lingua inglese e italiana relativa alla figura della vittima di reato e radicata nello spazio giuridico europeo, caratterizzato dalla coesistenza dell’ordinamento giuridico sovranazionale dell’Unione europea (UE) e degli ordinamenti giuridici nazionali del Regno Unito e dell’Italia. Secondo l’ipotesi principale alla base del progetto, il linguaggio giuridico è intrinsecamente caratterizzato da un certo grado di dinamismo terminologico, che si esprime sia a livello linguistico, con una serie di termini utilizzati per riferirsi a uno stesso concetto, sia a livello concettuale, dove si riflettono le diverse concettualizzazioni della stessa area del diritto. Poiché la terminologia giuridica analizzata nella presente tesi si colloca in uno spazio giuridico che vede il sovrapporsi di vari ordinamenti, si presume che detto dinamismo si manifesti in due diversi contesti linguistici. Nel primo contesto, che è di tipo intralinguistico, viene presa in considerazione la terminologia utilizzata nelle varianti nazionale e sovranazionale della stessa lingua, mentre nel secondo contesto, di tipo interlinguistico, la terminologia è esaminata da una prospettiva multilingue. Al fine di verificare la veridicità di tale ipotesi, è stata sviluppata una metodologia per l’analisi della terminologia giuridica in cui la distinzione tra genotipi e fenotipi introdotta da Sacco (1991) si unisce ai principi metodologici proposti da Cabré (1999a) per il lavoro terminografico. Per poter applicare detta metodologia è stato necessario costruire un corpus bilingue di testi dell’Unione europea e una collezione di testi di origine nazionale, entrambi incentrati sulla figura della vittima di reato. L’analisi della terminologia estratta ha rivelato che, nel primo contesto linguistico, il dinamismo intralinguistico si riflette nella variazione terminologica, che può interessare sia la sfera linguistica della terminologia (variazione denominativa) sia la sfera concettuale (variazione concettuale). La variazione denominativa consiste nell’esistenza di più unità terminologiche per designare uno stesso concetto, che però non comporta modifiche sostanziali nei relativi fenotipi. Nel caso della variazione concettuale, invece, è possibile riscontrare un certo anisomorfismo nei fenotipi. In entrambi i casi, tuttavia, tutti i termini interessati dal fenomeno della variazione terminologica mantengono la relazione con uno stesso genotipo. Si è proposta una classificazione della variazione denominativa prendendo in considerazione quattro variabili, ossia il livello di specializzazione, il periodo temporale, l’ordinamento giuridico e la valenza giuridica. Visto l’approccio metodologico adottato nel presente progetto di ricerca, in cui la terminologia giuridica dell’Unione europea è presa come punto di partenza ai fini dell’analisi terminologica e della strutturazione preliminare del sistema concettuale relativo al dominio, la variazione concettuale è stata riscontrata con minor frequenza rispetto alla variazione denominativa. Nell’analisi del secondo tipo di variazione terminologica, ossia della variazione concettuale, è stata presa in considerazione un’unica variabile, ovvero l’ordinamento giuridico. In base a tale variabile, la variazione concettuale è stata classificata come intra-sistemica, qualora sia riscontrata nell’ambito dello stesso ordinamento giuridico, ed inter-sistemica, qualora l’ordinamento sovranazionale e quello nazionale elaborino due fenotipi concettualmente diversi che, a prescindere dalle divergenze concettuali, possono essere ricondotti allo stesso genotipo. Nel secondo contesto linguistico, ovvero quello multilingue, la terminologia giuridica si è dimostrata caratterizzata da diversi gradi di equivalenza interlinguistica. Essendo la terminologia esaminata radicata in tre sistemi giuridici diversi, sono stati individuati due diversi tipi di equivalenza terminologica, ossia l’equivalenza intra- e inter-sistemica, e tre diversi gradi di equivalenza terminologica, ovvero l’equivalenza assoluta, l’equivalenza relativa e la non equivalenza. Altro scopo della presente tesi era quello di registrare le informazioni terminologiche raccolte in una base di conoscenza terminologica orientata alla traduzione giuridica. Giacché la terminologia esaminata è caratterizzata da un alto tasso di dipendenza dall’ordinamento giuridico a cui fa riferimento, la base di conoscenza terminologica MuLex è stata concepita specificamente come ausilio alla traduzione giuridica. MuLex ha quindi lo scopo di esplicitare le differenze riscontrate tra i sistemi giuridici esaminati e spiegare le peculiarità dell’uso di tale terminologia giuridica agli utenti finali. Al fine di ottimizzare la rappresentazione della conoscenza soggiacente la terminologia giuridica, le schede terminografiche in MuLex sono dotate di uno strumento di visualizzazione che consente la rappresentazione grafica delle strutture relazionali concettuali che raffigurano i concetti analizzati registrati nella base di conoscenza stessa.
The research project aims at studying the English and Italian legal terminology related to the area of law of victims of crime and embedded in the multi-level jurisdiction provided by the supranational legal system of the European Union (EU), on the one hand, and the British and Italian national legal systems, on the other. The main hypothesis is that legal language is inherently characterised by terminological dynamism, which emerges both at the linguistic level – with different terms used to refer to individual legal concepts – and at the conceptual level, where different conceptualisations of the same legal domain are reflected. Since the bilingual legal terminology that has been examined occurs within a judicial space in which several legal systems are interconnected, such dynamism is expected to manifest itself in two different linguistic settings. In the first, the terminology in a national and an EU variety of the same language is taken into consideration, while in the second setting, terminology is studied from a multilingual perspective. In order to verify the main hypothesis, a methodological framework has been set out, on the basis of both the methodological premises for terminological analysis proposed by Cabré (1999a) and the distinction between genotypes and phenotypes introduced by Sacco (1991). Such a methodology required the compilation of a bilingual corpus of EU legal texts and a collection of national legal texts focusing on the figure of the victim of crime. The examination of the terminology extracted has shown that in the first linguistic setting envisaged, intralingual dynamism is reflected in terminological variation, which can affect either the linguistic layer (denominative variation) or the conceptual layer (conceptual variation) of terminology, with denominative variation consisting in the co-existence of several terminological units in which no substantial difference in the phenotypes involved is produced, while in conceptual variation anisomorphism among the phenotypes can be observed. In both cases, all the terms affected by the phenomenon of terminological variation are related to the same genotype. A classification of denominative variation has been proposed based on four variables, i.e. degree of specialisation, time span, legal system, and legal force. Due to the methodology adopted in this research project, in which the EU legal terminology has been taken as the starting point for both the terminological analysis and the preliminary conceptual structuring of the legal area of the study, conceptual variation has emerged to be less frequent than denominative variation. By taking the legal system as a variable in the analysis of conceptual variation, such variation has been subdivided into intra-systemic variation, occurring within a single legal system, and inter-systemic variation, when the supranational and the national legal systems elaborate two conceptually different phenotypes which, in spite of their conceptual anisomorphism, can be linked to the same genotype. In the second linguistic setting, where terminology is studied from a multilingual perspective, legal terminology has turned out to be characterised by different degrees of interlingual equivalence. On account of the embeddedness of the legal terminology examined in three different legal systems, different types and degrees of terminological equivalence have been identified and discussed: the types of terminological equivalence are intra-systemic and inter-systemic equivalence, while the degrees of equivalence are absolute equivalence, relative equivalence and non-equivalence. Another aim of this thesis was to record the collected terminological data in a legal translation-oriented terminological knowledge base (TKB). The terminology under discussion is characterised by a high degree of dependency on the legal system it refers to and the MuLex terminological knowledge base was specifically designed for helping the work of legal translators. This TKB aims at capturing the differences among the legal systems involved in the study and showing the peculiarities in the usage of legal terminology in such legal systems to its end users. For optimising the representation of the domain-specific knowledge implied by legal terminology, in MuLex terminographic entries integrate a tool enabling the graphic representation of the conceptual relational structures among the concepts analysed and recorded in the TKB.
XXV Ciclo
1982
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5

Valli, Paola. "Concordancing Software in Practice: An investigation of searches and translation problems across EU official languages." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2013. http://hdl.handle.net/10077/8591.

Full text
Abstract:
2011/2012
The present work reports on an empirical study aimed at investigating translation problems across multiple language pairs. In particular, the analysis is aimed at developing a methodological approach to study concordance search logs taken as manifestations of translation problems and, in a wider perspective, information needs. As search logs are a relatively unexplored data type within translation process research, a controlled environment was needed in order to carry out this exploratory analysis without incurring in additional problems caused by an excessive amount of variables. The logs were collected at the European Commission and contain a large volume of searches from English into 20 EU languages that staff translators working for the EU translation services submitted to an internally available multilingual concordancer. The study attempts to (i) identify differences in the searches (i.e. problems) based on the language pairs; and (ii) group problems into types. Furthermore, the interactions between concordance users and the tool itself have been examined to provide a translation-oriented perspective on the domain of Human-Computer Interaction. The study draws on the literature on translation problems, Information Retrieval and Web search log analysis, moving from the assumption that in the perspective of concordance searching, translation problems are best interpreted as information needs for which the concordancer is chosen as a form of external support. The structure of a concordance search is examined in all its parts and is eventually broken down into two main components: the 'Search Strategy' component and the 'Problem Unit' component. The former was further analyzed using a mainly quantitative approach, whereas the latter was addressed from a more qualitative perspective. The analysis of the Problem Unit takes into account the length of the search strings as well as their content and linguistic form, each addressed with a different methodological approach. Based on the understanding of concordance searches as manifestations of translation problems, a user- centered classification of translation-oriented information needs is developed to account for as many "problem" scenarios as possible. According to the initial expectations, different languages should experience different problems. This assumption could not be verified: the 20 different language pairs considered in this study behaved consistently on many levels and, due to the specific research environment, no definite conclusions could be reached as regards the role of the language family criterion for problem identification. The analysis of the 'Problem Unit' component has highlighted automatized support for translating Named Entities as a possible area for further research in translation technology and the development of computer-based translation support tools. Finally, the study indicates (concordance) search logs as an additional data type to be used in experiments on the translation process and for triangulation purposes, while drawing attention on the concordancer as a type of translation aid to be further fine-tuned for the needs of professional translators. ***
Il presente lavoro consiste in uno studio empirico sui problemi di traduzione che emergono quando si considerano diverse coppie di lingue e in particolare sviluppa una metodologia per analizzare i log di ricerche effettuate dai traduttori in un software di concordanza (concordancer) quali manifestazioni di problemi di traduzione che, visti in una prospettiva più ampia, si possono anche considerare dei "bisogni d'informazione" (information needs). I log di ricerca costituiscono una tipologia di dato ancora relativamente nuova e inesplorata nell'ambito delle ricerche sul processo di traduzione e pertanto è emersa la necessità di svolgere un'analisi di tipo esplorativo in un contesto controllato onde evitare le problematiche aggiuntive derivanti da un numero eccessivo di variabili. I log di ricerca sono stati raccolti presso la Commissione europea e contengono quantitativi ingenti di ricerche effettuate dai traduttori impiegati presso i servizi di traduzione dell'Unione europea in un concordancer multilingue disponibile come risorsa interna. L'analisi si propone di individuare le differenze nelle ricerche (e quindi nei problemi) a seconda della coppia di lingue selezionata e di raggruppare tali problemi in tipologie. Lo studio fornisce inoltre informazioni sulle modalità di interazione tra gli utenti e il software nell'ambito di un contesto traduttivo, contribuendo alla ricerca nel campo dell'interazione uomo-macchina (Human-Computer Interaction). Il presente studio trae spunto dalla letteratura sui problemi di traduzione, sull'estrazione d'informazioni (Information Retrieval) e sulle ricerche nel Web e si propone di considerare i problemi di traduzione associati all'impiego di uno strumento per le concordanze quali bisogni di informazione per i quali lo strumento di concordanze è stato scelto come forma di supporto esterna. Ogni singola ricerca è stata esaminata e scomposta in due elementi principali: la "strategia di ricerca" (Search Strategy) e l'"unità problematica" (Problem Unit) che vengono studiati rispettivamente usando approcci prevalentemente di tipo quantitativo e qualitativo. L'analisi dell'unità problematica prende in considerazione la lunghezza, il contenuto e la forma linguistica delle stringhe, analizzando ciascuna con una metodologia di lavoro appositamente studiata. Avendo interpretato le ricerche di concordanze quali manifestazioni di bisogni d'informazione, l'analisi prosegue con la definizione di una serie di categorie di bisogni d'informazione (o problemi) legati alla traduzione e incentrati sul singolo utente al fine di includere quanti più scenari di ricerca possibile. L'assunto iniziale in base al quale lingue diverse manifesterebbero problemi diversi non è stato verificato empiricamente in quanto le 20 coppie di lingue esaminate hanno mostrato comportamenti alquanto similari nei diversi livelli di analisi. Vista la peculiarità dei dati utilizzati e la specificità dell'Unione europea come contesto di ricerca, non è stato possibile ottenere conclusioni definitive in merito al ruolo delle famiglie linguistiche quali indicatori di problemi, rispetto ad altri criteri di classificazione. L'analisi dell'unità problematica ha evidenziato le entità denominate (Named Entities) quale possibile oggetto di futuri progetti di ricerca nell'ambito delle tecnologie della traduzione. Oltre a offrire un contributo per i futuri sviluppi nell'ambito dei supporti informatici alla traduzione, con il presente studio si è voluto altresì presentare i log delle ricerche (di concordanze) quale tipologia aggiuntiva di dati per lo studio del processo di traduzione e per la triangolazione dei risultati empirico-sperimentali, cercando anche di suggerire possibili tratti migliorativi dei software di concordanza sulla base dei bisogni di informazione riscontrati nei traduttori.
XXV Ciclo
1984
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6

Dal, Fovo Eugenia. "SIMULTANEOUS INTERPRETATION ON TELEVISION: THE CASE OF THE QUESTION/ANSWER GROUP IN THE 2004 U.S. PRESIDENTIAL DEBATHON." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2014. http://hdl.handle.net/10077/10078.

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Abstract:
2011/2012
The doctoral thesis focuses on the output of interpreters translating the 2004 U.S. presidential debathon for Italian television (DEB.04 corpus). The contrastive qualitative analysis conducted on the corpus items aimed at identifying the infotainment elements characterising presidential debates as television genre and verifying their presence in the interpreted texts (ITs) broadcast on Italian television. More specifically, the analysis focused on discourse elements operationalising conflict (Contest-like dimension) in the question/answer group in terms of DEGREE OF CONFLICTUALITY – i.e., conflict elicitation, validation and mitigation, in both the original texts (OTs) and the ITs. The doctoral thesis was conducted within the CorIT (Italian Television Interpreting Corpus) project (Straniero Sergio & Falbo 2012) of the Department of Legal, Language, Interpreting and Translation Studies (University of Trieste). The compilation, elaboration and classification of the corpus of analysis (DEB.04) aims at providing a template for the elaboration and classification of CorIT items, using DEB.04 as a training corpus to test specific dedicated softwares.
Il presente progetto di ricerca si incentra sullo studio delle interpretazioni dei dibattiti presidenziali americani del 2004 trasmessi dalla televisione italiana (DEB.04 corpus). L’analisi contrastiva di tipo qualitativo ha avuto come obiettivo principale quello di individuare le caratteristiche del genere televisivo ‘dibattito presidenziale’ che maggiormente ne definiscono l’aspetto di ‘televisione di informazione e intrattenimento’ (infotainment television) e verificarne la presenza nel testo interpretato (TI). Nello specifico ci si è proposti di individuare gli elementi discorsuali tramite i quali l’elemento di intrattenimento (conflitto, competizione) viene operativizzato nel gruppo domanda/risposta quale cardine dell’evento comunicativo, in termini di iniziazione, mantenimento e mitigazione del grado di conflittualità dello stesso, sia a livello di testo originale (OT) che a livello di TI. La tesi dottorale si inserisce nel progetto CorIT – Corpus di Interpretazione Televisiva (Straniero Sergio & Falbo 2012) del Dipartimento di Scienze Giuridiche, del Linguaggio, dell’Interpretazione e della Traduzione, e si propone altresì di fornire una base metodologica per l’elaborazione e la catalogazione degli item di CorIT, utilizzando il corpus d’analisi, DEB.04, come training corpus per i software dedicati impiegati.
XXV Ciclo
1983
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Pontrandolfo, Gianluca. "La fraseologìa en las sentencias penales: un estudio contrastivo español, italiano, inglés basado en corpus." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2013. http://hdl.handle.net/10077/8590.

Full text
Abstract:
2011/2012
La presente tesis doctoral abarca el complejo universo de la fraseología en su acepción más amplia, desde una perspectiva contrastiva (español-italiano-inglés), cuantitativa y cualitativa. El objetivo principal del trabajo ha sido realizar un estudio empírico sobre las unidades fraseológicas especializadas empleadas en un género judicial específico (la sentencia penal), con el propósito último de proporcionar a los traductores jurídicos que se ocupen de derecho procesal penal una herramienta multifuncional que tenga un impacto positivo sobre el proceso y el producto de traducción. En particular, esta herramienta se propone ayudar a los traductores jurídicos (o a los expertos en ese campo) a desarrollar su competencia fraseológica a través de la producción de textos “naturales”, exponiéndolos a (con)textos auténticos en los que dichas unidades fraseológicas se emplean. La compilación e interrogación de un corpus trilingüe comparable (Corpus de Sentencias Penales, COSPE) mediante programas de concordancias (sobre todo WordSmith Tools v. 5.0) ha permitido extraer y analizar las principales unidades fraseológicas. El estudio se centra en cuatro tipologías de fraseologismos que desempeñan un papel central en COSPE: locuciones prepositivas, dobletes y tripletes léxicos, colocaciones léxicas y fórmulas estereotipadas.
La presente tesi di dottorato si addentra nel complesso universo della fraseologia, nella sua accezione più ampia, da una prospettiva contrastiva (spagnolo-italiano-inglese), quantitativa e qualitativa. L’obiettivo principale del presente lavoro è stato condurre uno studio empirico sulle unità fraseologiche specializzate in uso in un tipo specifico di genere giudiziario (la sentenza penale), con lo scopo finale di offrire ai traduttori giuridici che si occupano di procedura penale uno strumento multifunzionale che abbia un impatto positivo sul processo e prodotto di traduzione. Nello specifico, tale strumento è concepito affinché possa assistere i traduttori giuridici (o esperti del settore) a sviluppare la loro competenza fraseologica finalizzata al raggiungimento di “naturalezza” nella redazione, attraverso l’esposizione a (con)testi autentici in cui tali unità fraseologiche vengono effettivamente utilizzate. Attraverso la compilazione e interrogazione di un corpus trilingue comparabile di sentenze penali (Corpus di Sentenze Penali, COSPE), si sono estratte e analizzate le principali unità fraseologiche mediante software progettati per il supporto all’analisi testuale digitalizzata (concordancers), soprattutto WordSmith Tools v 5.0. Lo studio si incentra su quattro unità fraseologiche ricorrenti in COSPE: locuzioni prepositive, coppie e triplette lessicali, collocazioni lessicali, formule standardizzate.
The present thesis deals with the complex universe of phraseology in its broader sense, from a contrastive (Spanish-Italian-English), quantitative and qualitative perspective. The main goal of the research has been performing an empirical study of specialised phraseological units in a specific type of judicial genre, i.e., criminal judgments, with the final aim of providing legal translators dealing with criminal procedure with a multifunctional tool having a positive impact on the translation process and product. More specifically, it aimed at assisting legal translators (as well as legal experts) to develop their phraseological competence, guiding them to achieve ‘naturalness’ in their texts through their exposure to real, authentic (con)texts in which these phraseological units are used. A trilingual, comparable corpus of judicial texts has been built, i.e. the Corpus of Criminal Judgments (COSPE), from which phraseologisms have been extracted and analysed by means of concordancers (mainly WordSmith Tools v 5.0). Emphasis has been placed on four key types of recurrent phraseological units in COSPE: complex prepositions, lexical doublets and triplets, lexical collocations and routine formulae.
XXV Ciclo
1984
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
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