Academic literature on the topic 'Indice di povertà educativa'

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Journal articles on the topic "Indice di povertà educativa"

1

Ferritti, Monya, Anna Grimaldi, and Anna Guerrieri. "Un argine contro la povertà educativa: le linee di indirizzo per il diritto allo studio degli alunni adottati." SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, no. 2 (September 2022): 92–106. http://dx.doi.org/10.3280/siss2022-002007.

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Abstract:
Nel 2014 il Ministero dell'Istruzione ha pubblicato le Linee di indi-rizzo per il diritto allo studio degli alunni adottati, un documento teo-rico-metodologico per favorire l'inclusione scolastica degli alunni adot-tati. Tuttavia, la diffusione è stata frammentata e l'attuazione ineffica-ce. A sei anni dalla redazione questo lavoro ne approfondisce i punti di forza e di debolezza, individua le aree di miglioramento e indica pro-poste per la promozione.
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2

Milani, Lorena. "Povertà educativa e Global Education. Riflessioni per uno scenario futuro." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (November 2020): 444–57. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa9598.

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Abstract:
L'approccio che noi proponiamo alla questione della povertà educativa intreccia sia gli obiettivi dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile (Onu, 2015) sia quella della Global Education (Council of Europe, 2019) e dei diritti dei minori dichiarati nella Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza (Onu, 1989). In questa prospettiva, indagheremo la questione della povertà educativa in termini non solo di mancanza di opportunità, di deprivazione e di qualità della vita, ma anche come deprivazione morale, di orientamenti e prospettive di vita, di qualità della proposta educativa e dei valori insiti in essa. Partendo dalla situazione attuale generata della pandemia del coronavirus, offriamo una lettura delle ricadute sulle povertà materiali e sulla povertà educativa, considerando anche le povertà altre. La prospettiva viene costruita attorno alla centralità dell'etica e all'ipotesi di un nuovo paradigma: il PEL (Prodotto Etico Lordo) cui è associata l'educazione alla sobrietà. In questa logica, la Global Education diviene approccio pedagogico per promuovere l'educazione alla cittadinanza globale per una vita degna e una dignità educativa
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3

Matutini, Elisa. "Lotta alla povertà educativa: il ruolo della promozione delle capacità e delle aspirazioni." WELFARE E ERGONOMIA, no. 1 (June 2020): 71–80. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-001007.

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Abstract:
Il presente saggio affronta alcuni aspetti teorici legati alla povertà educativa. Dopo una pri-ma sintesi del dibattito intorno al concetto e del legame esistente tra povertà economica e po-vertà educativa, il lavoro si sofferma sul contributo offerto dal Capability Approach nella concettualizzazione dell'idea di deprivazione educativa. Questa prospettiva, richiamata da alcune tra le più importanti definizioni di povertà educativa, offre indicazioni interessanti da un punto di vista conoscitivo, ma anche per la scelta dei principi che possono ispirare le misure di intervento.
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4

Rossi-Doria, Marco. "Povertà educativa e comunità educanti." SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, no. 2 (September 2022): 45–59. http://dx.doi.org/10.3280/siss2022-002004.

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Abstract:
Il concetto di "Povertà educativa" riunisce le diverse cause che creano "priva-zione della opportunità di apprendere, sperimentare, far fiorire capacità, talenti, aspirazioni". Nel 2014 un gruppo di studiosi ha costruito, insieme a Istat, l'indice di povertà educativa (IPE), che descrive il fenomeno con una prospettiva multi-dimensionale. La nozione di povertà educativa è anche il risultato di una battaglia culturale, scientifica, politica che considera la promozione dei diritti dei bambini/e (v. articoli 28 e 29 della Convenzione di New York) nella prospettiva delle social capabilities. In tale prospettiva, è necessario pervenire a comunità educanti fonda-te su stabili alleanze per la promozione dele competenze per la vita (life skills), per contrastare l'esclusione e le ineguaglianze in campo educativo.
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5

Zandonai, Flaviano, and Simona Taraschi. "Strategie e azioni di community building per contrastare la povertà educativa: gli apprendimenti del Gruppo Cooperativo CGM." WELFARE E ERGONOMIA, no. 1 (June 2020): 129–40. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-001012.

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Abstract:
Il contributo proposto si basa sulla presentazione analitica e di taglio valutativo di alcune azioni progettuali di contrasto alla povertà educativa realizzate negli ultimi anni e che hanno consentito sia di rafforzare il sistema di offerta sia di promuovere comunità capaci di eserci-tare una funzione autenticamente educante. Nello specifico con "Family Hub Mondi per Crescere" (capofila consorzio Co&So, Firenze) viene presa in considerazione la figura del case manager. Il progetto "Icam" (Istituto Caute-la Attenuata Madri Detenute - Comune di Milano, Ministero della Giustizia, cooperativa so-ciale Genera) ha ricreato un contesto di "normalità" per lo sviluppo armonioso dei bambini e delle loro mamme nell'ambiente carcerario. La cura e il coinvolgimento del territorio e del-la comunità come valore per contrastare la povertà educativa sono azioni del progetto "Co-munità Santa Cecilia" (cooperativa Paolo Babini, Forlì). Infine "Passi Piccoli" (capofila cooperativa Koinè, Milano) ha utilizzato come strumento per prevenire la povertà educativa il coinvolgimento e l'inclusione di spazi e soggetti della città. L'analisi scongiunta sui quattro progetti è svolta attraverso interviste e focus group con i project manager locali in modo da approfondire anche il ruolo dei "sistemi esperti" che a livello locale orchestrano reti di servizi e azioni di community building.
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6

De Vivo, Paola, and Ornella Fasano. "Diseguaglianza sociale e povertà educativa: un modello di intervento." WELFARE E ERGONOMIA, no. 1 (June 2020): 81–90. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-001008.

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Abstract:
L'articolo analizza il tema delle diseguaglianze sociali concentrandosi sul fenomeno della povertà educativa. La prima parte si pone come obiettivo di approfondire l'argomento dal punto di vista concettuale, indagandone prima la sfera definitoria, poi le misure d'intervento sul piano nazionale e sociale, soffermandosi inoltre sull'attivazione delle reti comunitarie nel-la lotta alla povertà educativa a partire dall'istituzione di un Fondo governativo rivolto al suo contrasto. Nella seconda parte si indaga su uno studio di caso che riguarda, nello specifico, l'analisi delle attività e i risultati ottenuti nell'ambito del progetto «Le 4C: Connessione, Cre-scita inclusiva, Cura, Capitale umano», che si sta realizzando in un comune dell'hinterland napoletano. Ciò che emerge è che la rete che si è costruita tra i partner e territorialmente ha innalzato i livelli di coordinamento tra tutti gli agenti educativi, facilitando i processi di inclusione, favorendo una cultura del benessere del minore e rafforzando allo stesso tempo il ruo-lo genitoriale.
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7

Cerbara, Loredana, and Maria Girolama Caruso. "Fragilità e rischio di povertà educativa negli adolescenti in Italia. I dati delle indagini del CNR-IRPPS." WELFARE E ERGONOMIA, no. 1 (June 2020): 119–27. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-001011.

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Abstract:
Se attraverso i dati ufficiali (ISTAT, MIUR e altre Istituzioni) si può analizzare dal punto di vista statistico il fenomeno della povertà educativa, costruendo graduatorie territoriali, na-zionali e internazionali, sono le indagini direttamente rivolte ai ragazzi, o anche agli educa-tori, a dare completezza al quadro complessivo del rischio di marginalizzazione a cui sono esposti i minori. Dal 2014 il CNR-IRPPS ha svolto una serie di indagini rivolte ai giovani delle scuole secondarie, sia inferiori che superiori, per approfondire la conoscenza sulla condizione giovanile. Si tratta di esperienze pratiche derivanti dalle attività di ricerca di due progetti del CNR-IRPPS, uno dedicato alla pratica dello sport come veicolo di integrazione sociale (IRPPS WPs n. 106 e 108), che è stato realizzato attraverso quattro survey distinte, e l'altro più specificamente dedicato allo studio della condizione giovanile (IRPPS WPs n. 107; Tintori e Cerbara, 2016) sia in contesti territoriali limitati che a livello nazionale. In entram-bi i progetti un team di ricercatori si è recato nelle scuole per effettuare, durante l'indagine, l'osservazione diretta del comportamento degli studenti ammessi nel campione, rivelando una serie di elementi importanti, in primo luogo per la scuola che è chiamata ad intervenire anche sulla povertà educativa, ma anche a livello di ricerca sociale più allargata. Partendo dal presupposto che la povertà educativa solo in parte coincide con la povertà eco-nomica, i dati raccolti dimostrano che, anche quando le condizioni economiche sono accetta-bili, può verificarsi la presenza di fattori di rischio di esclusione sociale che spesso si so-vrappongono, fino a determinare una vera e propria barriera che impedisce ai ragazzi di vedersi nello stesso modo dei propri pari. Vivere in una famiglia con background migratorio oppure con uno status culturale non elevato, ma anche essere donna, costituiscono elementi sufficienti perché i giovani rimangano vittime di condizionamenti sociali che impediscono lo-ro di scegliere il proprio futuro. E anche i comportamenti devianti (uso di sostanze pericolo-se, atti di violenza verbale o fisica, ecc.) possono essere determinati da situazioni di disagio correlabili con una povertà culturale che è più difficile da determinare ma che è altrettanto importante delle altre declinazioni di povertà. Alla voce degli studenti si aggiunge poi quella dei docenti che, attraverso le due indagini con-dotte dal CNR-IRPPS, hanno potuto esprimere il proprio parere sulla situazione dei giovani da un punto di osservazione particolare ed hanno dato alcune indicazioni su come la scuola potrebbe intervenire per limitare le situazioni di difficoltà nell'integrazione tra i giovani.
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8

Chiodo, Emanuela. "Generare legami. Inclusione sociale ed educativa in una periferia del Mezzogiorno." WELFARE E ERGONOMIA, no. 1 (June 2020): 29–38. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-001004.

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Abstract:
La povertà di bambini e adolescenti in famiglie deprivate del Mezzogiorno è sia la più invisi-bile, perché spesso occultata dalla più generale condizione di svantaggio del nucleo di appar-tenenza, sia la più estrema, per l'intensità con cui essa si lega a radicate disuguaglianze nella sfera dell'istruzione, della cultura e, in generale, nelle loro chances di vita al presente e nel futuro. In particolare, la povertà educativa è quella che meglio rappresenta lo svantaggio cumulativo che si genera a partire da condizioni di deprivazione materiale ed economica e trova nell'esclusione dall'accesso ad una formazione e a competenze adeguate, ma anche a spazi e ambienti di vita degni, a opportunità ludiche, culturali e di socializzazione più ampia le sue espressioni più evidenti. Napoli e le sue periferie più disagiate costituiscono un caso paradigmatico di tale scenario sia per la povertà multi-generazionale da cui sono interessate sia per l'elevata incidenza del-la popolazione minorile proprio nei quartieri più difficili. Ed è proprio nel contesto urbano e sociale della periferia est della città che l'articolo si cala per definire i contorni di quella «comunità educante» volta al contrasto della vulnerabilità sociale e dei rischi di esclusione per i tanti bambini e adolescenti in condizione di svantaggio economico e sociale. Alla luce della direttrice teorica sui legami sociali come fonte di protezione e riconoscimento (Paugam, 2008) e sulla base di un approccio di ricerca micro-sociologico basato su studi di caso, l'articolo descrive la qualità delle relazioni di social support (Meo, 1999) create, promosse, rafforzate da alcuni enti di terzo settore (associazioni e cooperative sociali) provando a sotto-linearne il valore embedded nel contrasto della povertà educativa. Già a partire dal recupero di spazi vuoti o abbandonati in cui le attività socio-educative promosse si radicano e realiz-zano le loro attività, i centri socioeducativi considerati nella ricerca appaiono in grado di ri-pristinare relazioni e significati plurimi. A partire dalle rappresentazioni raccolte tramite la voce e le parole degli attori intervistati la comunità educante prende forma nei vincoli e nelle risorse, nei limiti e nelle opportunità evidenziate da enti di terzo settore (associazioni e coo-perative sociali) che realizzano advocacy, affiancamento scolastico dei minori, accompagna-mento sociale per le loro famiglie. In particolare, nel testo si evidenzia come, non solo rico-noscendo la «responsabilità educativa» come principio cardine ma anche "agendo" tale principio come orientamento nella prassi concreta di intervento, organizzazioni diverse che abitano e animano la periferia est sono in grado di rendere permeabili tra loro sfere di inclu-sione diverse (culturale, educativa, sociale). Intervenendo nel contrasto della povertà minorile ed educativa tramite azioni di bridging con la famiglia, la scuola, i servizi sociali, le esperien-ze di affiancamento socio-educativo descritte interrogano e allo stesso tempo costruiscono il senso di quella «comunità educante e generativa», capace di «agire in comune» adottando «un modo di fare le cose inclusivo, integrativo e abilitante» (Magatti e Giaccardi, 2014).
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Petrella, Andrea, Luisa Capparotto, and Paola Milani. "La generazione di nuovi sostegni rivolti alla prevenzione della povertà educativa nella policy del Reddito di Cittadinanza." SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, no. 2 (September 2022): 244–57. http://dx.doi.org/10.3280/siss2022-002016.

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Abstract:
L'articolo fa riferimento all'esperienza formativa rivolta ai case manager del Reddito di Cittadinanza, realizzata dall'Università di Padova, nella quale sono stati realizzati 914 project work. L'analisi di quelli focalizzati sul contrasto alla povertà educativa e sui bisogni dei bambini fa emergere il potenziale preventivo di questa misura e l'importanza di risposte comunitarie, stabili e innovative a questi bisogni.
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10

Salvati, Armida. "Povertà educativa e scelte scolastiche: una ricerca nelle scuole di Bari." WELFARE E ERGONOMIA, no. 1 (June 2020): 59–70. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-001006.

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Abstract:
Il paper presentato è finalizzato a dimostrare l'esistenza di una relazione tra scelte scolasti-che e posizione sociale come caratterizzata da uno specifico modus di socializzazione che assume la lezione di Bourdieu allo scopo di cogliere le sfumature insite in concetti come habi-tus e capitale culturale. Coerentemente con i risultati di una ricerca svolta in due quartieri della periferia di Bari, che ha assunto, come quartiere di controllo, una zona caratterizzata da un più elevato standard socio culturale della popolazione residente, vogliamo argomentare il peso delle dinamiche familiari (come declinate secondo una modalità segregante), sulle decisioni di passaggio dal-la scuola media inferiore alla superiore. Queste, insieme alle influenze dettate dal gruppo di pari e dal sistema di opportunità espresso dal quartiere di residenza concorrono a dare forma alle motivazioni alla base delle scelte scolastiche
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Dissertations / Theses on the topic "Indice di povertà educativa"

1

FINETTI, SIMONA. "LA POVERTA' EDUCATIVA: UN'ANALISI IN PROSPETTIVA PEDAGOGICA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2022. http://hdl.handle.net/10280/118473.

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Abstract:
Il sintagma “povertà educativa”, introdotto in Italia da Save the Children nel 2014 e successivamente tradotto dalla stessa onlus come “educational poverty” in ambito internazionale, ha avuto un certo successo sul piano politico e istituzionale nel contesto italiano, contribuendo a catalizzare l’attenzione sulle povertà dei minori e, in particolare, su quelle immateriali. Negli anni è stato utilizzato per designare un complesso insieme di fenomeni, tuttavia dal punto di vista pedagogico è mancata una disamina critica che ne facesse emergere i significati latenti. Pur provenendo dall’ambito delle discipline economico-sociali, il costrutto di “povertà educativa” interpella in modo inequivoco la riflessione pedagogica, riferendosi evidentemente a dimensioni squisitamente pertinenti al mondo dell’educazione. La presente ricerca ne ha ricostruito le origini e ha cercato di delineare direzioni di senso utili alla definizione dello spettro delle diverse “povertà educative” e di possibili modi per prevenirle e contrastarle. Le fonti selezionate attingono a letteratura internazionale aggiornata a dicembre 2021. Ulteriore fonte sono le voci di adolescenti, raccolte durante un esercizio di ricerca qualitativa ispirato al movimento Student Voice e condotto con un approccio di derivazione fenomenologica.
The phrase “povertà educativa”, introduced in Italy by Save the Children Italia in 2014 and later translated internationally as “educational poverty” by the same organization, has been successful in Italy both politically and socially, contributing to drawing attention to child poverty and, in particular, to financing prevention projects and enforcement actions against non-material child poverty. Over the years it has been used to denote a complex set of phenomena, however a critical pedagogical examination was missing in order to bring out some of its implicit meanings. Even if it originated from the fields of economics and social sciences, the idea of an “educational” poverty unequivocally challenges the pedagogical reflection, clearly referring to dimensions that are uniquely relevant to the world of education, both in its formal and informal implications. The present research reconstructed its origins and tried to outline meaningful directions for defining both the spectrum of different "educational poverties" and possible ways of preventing and contrasting them. The selected sources were drawn from an international literature updated in December 2021. Furthermore, adolescent voices were collected during a qualitative research exercise inspired by the Student Voice movement and conducted with a phenomenological derivation approach.
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2

Brugnera, Giulia <1991&gt. "Sfide, opportunità e soluzioni innovative per affrontare situazioni di povertà educativa nel contesto italiano." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10860.

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Abstract:
I bambini che vivono in condizioni di povertà assoluta sono in aumento. In particolare, quest’anno, secondo i dati Istat, sono saliti a 1 milione e 292 mila, pari a 1 minore su 8, il 14% in più, ovvero 161 mila bambini in più rispetto al 2016. Quando pensiamo alla povertà ci viene in mente soprattutto l’aspetto materiale. Ma, nel caso della povertà minorile, accanto alla dimensione economica, determinata sulla base del reddito dei genitori, esistono anche altre dimensioni. In questo elaborato analizzeremo un disagio insidioso poco conosciuto e, troppo spesso, sottovalutato: l’impossibilità per un bambino di disporre di quanto gli serve per imparare, sperimentare, stimolare e far germogliare pienamente le proprie capacità, sogni, talenti e aspirazioni. Questa condizione è sintetizzata dall’espressione “povertà educativa”. Il presente lavoro si propone di conoscere e comprendere meglio il fenomeno della povertà educativa, prestando particolare attenzione alle dimensioni a esso collegate, ai contesti in cui si sviluppa e alle pericolose conseguenze che può determinare. La tesi si occuperà anche di illustrare alcune iniziative e progettualità, realizzate nel territorio italiano, che mirano a “illuminare” il futuro di molti bambini e ragazzi provenienti da contesti poveri e deprivanti. Un altro scopo che mi ero posta con questo elaborato è stato di formulare alcune ipotesi su come affrontare e risolvere il fenomeno della povertà educativa. In particolare, sono giunta alla conclusione che, per contrastare la povertà educativa, non bastino interventi settoriali ma serva una visione d’insieme, una programmazione ad ampia visione che consideri tutte le possibili implicazioni della povertà. Servono interventi e strumenti specifici, che siano elastici, aperti a valutazioni, aggiustamenti e cambiamenti così da avere una dinamicità utile e capace di adattarsi ai diversi soggetti, alle situazioni e alle criticità che possono sorgere. Verrà spiegato, infine, che per sconfiggere questo fenomeno sia importante lavorare stimolando i soggetti attivi nel sociale verso la creazione di una rete e una comunità responsabile ed educante. In questo modo si potrà disporre di più conoscenze e risorse possibili e avere una visione d’insieme che consideri i vari bisogni dei minori e le varie implicazioni della povertà. Non esiste un’unica ricetta per sconfiggere questo fenomeno ma occorre procedere con ipotesi, valutazioni e aggiustamenti continui, osservando le situazioni e restando aperti all’ascolto delle persone vulnerabili e di chi ha maturato esperienza in questo ambito.
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3

PIETROCARLO, ANNA. "Apprendimento senza barriere: qualità, equità e autonomia nel sistema scolastico in una prospettiva inclusiva. Analisi empirica e prospettive di ricerca." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2013. http://hdl.handle.net/10446/28666.

Full text
Abstract:
La ricerca si propone di indagare l’evoluzione dell’educazione inclusiva attraverso l’analisi di dati prevalentemente qualitativi raccolti in alcune scuole italiane della città e provincia di Bergamo. I problemi di fondo a cui il quadro teorico ha cercato di rispondere sono sostanzialmente due: 1. come si organizzano le scuole per superare i vincoli culturali e strutturali che impediscono di intraprendere un proficuo cambiamento verso il modello di educazione inclusiva; 2. come deve essere l’organizzazione di una scuola inclusiva. La scuola italiana ha conseguito notevoli risultati sul terreno dell’estensione della scuola dell’obbligo, dell’integrazione degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali. Ciononostante, non è un “posto per tutti”, come dimostrano i dati stabili (ISTAT, MIUR, OECD) sui livelli di dispersione scolastica, di abbandoni, di segregazione culturale e professionale. La ricerca è a carattere esplorativo con strategie di tipo interpretativo, pertanto il campione selezionato è non probabilistico ad elementi rappresentativi. Questa scelta ha permesso di selezionare scuole di ogni ordine e grado eterogenee per storia e conformazione favorendo, peraltro, la riflessioni sulla verticalizzazione scolastica. La ricostruzione teorica e l’analisi empirica (attraverso gli Index for inclusion) in prospettiva euristica hanno permesso di tracciare un quadro generale che sottolinea il carattere segmentato e non coordinato del sistema scolastico. In particolare, l’analisi ha mostrato che il processo di inclusione in Italia si presenta frammentato, perché legato a singoli progetti e alle singole volontà degli attori del mondo scolastico, e spesso estemporaneo e di breve durata anche a causa dell’elevato turn over dei docenti e delle carenze formative del personale a tempo indeterminato. Ciò perché le politiche inclusive e scolastiche sono state pensate quasi sempre in chiave solo normativa senza comprendere che esse richiedono una forte connessione, e volontà di trasformazione, tra le politiche dichiarate, le culture e le pratiche scolastiche.
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Books on the topic "Indice di povertà educativa"

1

Federighi, Paolo, ed. Educazione in età adulta. Florence: Firenze University Press, 2018. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-752-8.

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Abstract:
Il volume presenta l’esito di una serie di incontri e seminari che, a più livelli, hanno contribuito alla costruzione del Convegno Internazionale La ricerca sull’Educazione in età Adulta nelle università italiane tenutosi all’Università di Firenze il 23 e 24 novembre 2017. I vari contributi hanno provato a dare risposta alla domanda sull’origine e lo sviluppo dell’educazione degli adulti in Italia all’interno dei contesti accademici. Cosa significa occuparsi di tale ambito di ricerca? Le direttrici indagate hanno riflettuto su una molteplicità di approcci di ricerca e hanno ricostruito la varietà delle teorie, dei modelli, degli autori che hanno tratteggiato lo sviluppo della disciplina in Italia negli ultimi cinquant’anni. Tra i temi trattati: accrescimento della qualità educativa dei luoghi di lavoro, comprensione dell’educazione incorporata nei luoghi di lavoro, studio delle finalità dell’educazione nei luoghi formali e informali. Si è giunti così a un tema originalmente rilevato, ma non toccato dalla letteratura nazionale, ovvero la questione delle diseguaglianze e la povertà relativa, fenomeni importanti per comprendere lo sviluppo delle società del futuro.
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