Academic literature on the topic 'Indagini tributarie'

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Journal articles on the topic "Indagini tributarie"

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Durán Rojo, Luis, and Hugo Martín Arbieto Alfaro. "La prescripción de la acción de la administración tributaria para exigir el cobro de la deuda tributaria: ¿es inconstitucional el Decreto Legislativo 1421?" THEMIS Revista de Derecho, no. 76 (August 31, 2019): 129–44. http://dx.doi.org/10.18800/themis.201902.007.

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Abstract:
Luego de la entrada en vigencia del Decreto Legislativo 1113, surgió la discusión jurídica sobre la constitucionalidad de la prescripción de la acción de la Administración tributaria para cobrar las deudas tributarias. Ello a raíz de que el cómputo del plazo de prescripción habría empezado a computarse antes de la entrada en vigencia de esa norma. En este artículo, los autores indagan los fundamentos constitucionales de la prescripción, analizan la figura de la prescripción de la acción de cobro de la Administración tributaria, verifican la aplicación de esta norma en el tiempo y realizan un test de ponderación sobre los valores constitucionales en pugna.
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2

Arias Chavarría, Esteban. "ÉLITES, IMPUESTOS Y DESIGUALDAD SOCIAL EN LA COSTA RICA NEOLIBERAL." Revista de Ciencias Sociales, no. 173 (July 20, 2022): 41–64. http://dx.doi.org/10.15517/rcs.v0i173.51885.

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Abstract:
Este trabajo parte de las premisas y categorías de la sociología fiscal para analizar la relación entre impuestos, desigualdad social, conflictividad fiscal y élites empresariales. La metodología se basa en la comparación de tres coyunturas fiscales entre los años 2000-2018, así como la recopilación de información estadística relevante. Se indagan tres coyunturas fiscales y se observa de cerca la relación tributaria entre el Estado fiscal y las élites empresariales. Esto permite descubrir los factores macro-sociológicos detrás del régimen fiscal costarricense en el contexto neoliberal.
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3

Mauro, Mussini, Crosato Lisa, Mariani Paolo, and Zavanella Biancamaria. "L'abbinamento dei dati da fonti diverse: una proposta per integrare dati amministrativi e campionari a livello locale." RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO, no. 3 (December 2011): 87–114. http://dx.doi.org/10.3280/rest2011-003004.

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Abstract:
L'articolo affronta il tema dell'abbinamento di dati provenienti da fonti di diversa natura, amministrativa e campionaria, disponibili a livello locale. Si indagano gli aspetti metodologici dell'abbinamento dei dati provenienti dall'indagine sui consumi delle famiglie milanesi, condotta da Camera di commercio di Milano e Comune di Milano, con i dati dell'archivio del data warehouse AMeRIcA, che integra l'archivio tributario dell'Agenzia delle entrate e l'archivio dell'Anagrafe del comune di Milano. L'obiettivo conoscitivo dell'abbinamento č l'arricchimento delle informazioni separatamente contenute nei due archivi, creando un archivio integrato che abbini le informazioni sul reddito e i consumi. Per eseguire l'abbinamento si utilizza una tecnica di abbinamento quasi-esatto. Essa prevede l'impiego di vari criteri decisionali per stabilire se una coppia di record sia da abbinare. Questa strategia di abbinamento consente di evidenziare la capacitŕ identificativa delle variabili di abbinamento disponibili. I risultati della procedura confermano la fattibilitŕ dell'integrazione tra gli archivi delle due fonti considerate. L'archivio integrato risultante offre l'opportunitŕ di effettuare analisi statistiche dettagliate sulle famiglie, descrivendo ciascuna di esse in base a informazioni demografiche, reddituali e relative alle scelte di spesa. Inoltre, dal punto di vista metodologico, i risultati dell'esercizio di abbinamento assumono particolare rilievo in considerazione del fatto che l'esperienza condotta con riferimento all'area del comune di Milano potrebbe essere ripetuta in maniera analoga anche per altre realtŕ locali (comuni, province o cittŕ metropolitane), data la disponibilitŕ delle fonti utilizzate in questo studio.
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Dissertations / Theses on the topic "Indagini tributarie"

1

CARRETTO, NICCOLÒ. "Le indagini tributarie tra procedimento e processo." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2021. http://hdl.handle.net/10281/329265.

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Abstract:
Ricostruita la funzione dell’attività conoscitiva e di controllo dell’Amministrazione finanziaria nel contesto ordinamentale attuale, e definito il rapporto (di reciproca, ancorché relativa, autonomia funzionale e procedimentale) intercorrente tra i controlli e l’attività di accertamento, la tesi passa ad esaminare i caratteri essenziali dell’attività d’indagine tributaria, da intendersi quale attività amministrativa discrezionale, che si esplica mediante l’esercizio di veri e propri poteri amministrativi, suscettibili di incidere, ancor prima che sulla posizione fiscale del contribuente, sulla sfera di libertà e riservatezza del privato (sia esso il contribuente o un terzo) nei cui confronti detti poteri sono esercitati. Esaurita l’analisi dei caratteri e delle funzioni dell’attività conoscitiva e di controllo, si procede ad analizzare i profili disciplinari degli atti e dei procedimenti in cui tale attività si articola, per poi passare, nel terzo capitolo, ad esaminare le ipotesi di difformità delle indagini dal paradigma legale, e a definire le tutele esperibili dal privato, in una duplice prospettiva: da un lato, alla luce dei risultati raggiunti a proposito del rapporto intercorrente tra attività conoscitiva ed attività di accertamento, si indagano i riflessi che i vizi affliggenti le indagini possono riverberare sul successivo ed eventuale atto di accertamento del tributo; da altro lato, considerata l’attitudine delle attività conoscitive ad interferire immediatamente con posizioni soggettive diverse da quelle implicate dalle norme sulle prestazioni tributarie, si evidenzia la necessità di una tutela immediata del privato contro gli atti d’indagine lesivi dei suoi diritti e libertà individuali.
The thesis aims, first of all, to deepen the function of the investigation activity of the Financial Administration in the current tax system, and to define the relationship between the aforementioned activity and the assessment activity. Subsequently, we move on to examine the essential characteristics of the tax investigation activity, to be understood as a discretionary administrative activity, which is carried out through the exercise of administrative powers, likely to affect, even before the tax position of the taxpayer, on the sphere of freedom and confidentiality of the private individual (be it the taxpayer or a third party) against whom the aforementioned powers are exercised. Once the analysis of the characteristics and functions of the investigation activity has been completed, we proceed to analyze the acts and procedures in which this activity is divided, and then move on, in the third chapter, to examine the hypotheses of discrepancies of the investigations from the legal paradigm, and to define the judicial protections that can be experienced by the private sector, in a twofold perspective: on the one hand, in the light of the results achieved regarding the relationship between investigative activities and assessment activities (which is reconstructed in terms of reciprocal functional and procedural autonomy), the effects that the defects of the investigations can determine on the subsequent and eventual tax assessment act are investigated; on the other hand, given the aptitude of the cognitive activities to immediately interfere with subjective positions detached from the tax claim, the need for immediate judicial protection of the private individual against investigative acts damaging his individual rights and freedoms is highlighted.
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CANNAROLI, SIMONE. "L'antiriciclaggio e le indagini fiscali." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2010. http://hdl.handle.net/2108/1366.

Full text
Abstract:
La tesi si propone di mettere in luce i punti di contatto e di reciproca interazione fra la disciplina dell’antiriciclaggio e le indagini fiscali, evidenziandone i punti di forza e le criticità. Viene evidenziato come delle misure pensate per prevenire comportamenti criminali e per la tutela del sistema finanziario nel suo complesso possano influenzare significativamente - seppur indirettamente - le dinamiche dell’accertamento tributario. La grande mole di informazioni raggiunta e gestita nell’ambito delle procedure antiriciclaggio, infatti, può essere incrociata con gli altri dati di natura fiscale già a disposizione dell’amministrazione finanziaria offrendo un riscontro sulla veridicità della documentazione contabile e commerciale di un’impresa o sul tenore di vita palesato da una persona fisica. A questo si aggiunge il grande supporto offerto dalle disposizioni in tema di limitazione dell’uso del contante che, convogliando la maggior parte delle transazioni finanziarie in canali tracciati, contribuiscono a rendere visibile ciò che avrebbe potuto rimanere “sommerso”, esercitando anche un forte impatto psicologico in termini di deterrenza, attraverso la diffusione di una generale sensazione di controllabilità. Ciò nonostante, è certamente un errore attribuire all’antiriciclaggio una diretta valenza fiscale. Le tasse si pagano su ciò che si vede, e tracciare i trasferimenti contribuisce a rendere visibili i passaggi di “moneta”, ma nulla dice in merito alla ragione economica per cui questi siano avvenuti. Proprio per superare questo limite si è cercato di imporre ad una vasta categoria di soggetti (finanziari e professionali) uno specifico obbligo di collaborazione attiva, un onere di approfondimento “economico sostanziale” dell’operazione finanziaria e di segnalazione di quelle “sospette”. Ma sull’attendibilità di tali approfondimenti e sulla completezza delle informazioni a cui i collaboratori dello Stato possono accedere il dibattito è aperto, in fondo non si tratta né di organi di polizia, né di soggetti con particolari potestà “investigative”, si tratta solo di soggetti che devono intervistare dei loro clienti e registrarne le risposte. Spesso, peraltro, sarà proprio l’“intervistatore” a consigliare (in veste di consulente di fiducia) le risposte da fornire. Ma l’antiriciclaggio non è solo segnalazione, è soprattutto patrimonio informativo e cultura della trasparenza e della responsabilità (che si vorrebbe diffondere in tutti gli operatori economici e finanziari).
The dissertation aims to highlight the points of contact and mutual interaction between the discipline of anti-money laundering and tax investigations, especially underlining the strengths and weaknesses. It will be shown that measures designed to prevent criminal behavior and meant to protect the financial system as a whole can influence significantly - though indirectly - the dynamics of the assessment of taxation. In fact, the large amount of information collected and managed within the ambit of anti-money laundering rules and regulations can be cross-checked with further fiscal data already available for revenues authorities, in order to achieve a financial and commercial feedback on the accuracy of records in relation to an enterprise or with reference to the standards of living of an individual. Not to mention the great support given by the provisions concerning restrictions on the use of cash money that - conveying most of the financial transactions through predetermined channels - help to reveal what could have stayed "hidden"; furthermore, they exert a great influence in terms of psychological deterrence thanks to the dissemination of a general feeling of controllability. Nevertheless, it is certainly a mistake to attribute to anti-money laundering a direct fiscal value. Taxes are paid on what is apparent and, if on one hand tracing the transfers helps to make visible the money transfers themselves, on the other it says nothing about the economic reason why they occur. In order to get around this limit, it was made compulsory for a wide group of people both, financially and professionally speaking, to be actively cooperative; that is to say that they now have to develop a “substantial economic role” with reference to the financial operation and, at the same time, they are also asked to report of those that are considered "suspicious". It has to be said that the debate is open in relation to the reliability of such investigations and information completeness, to which State employees can have access. In the end, we are coping with neither police force nor subjects equipped with special powers of "investigation". It is only a matter of individuals which have to interview their clients and record their answers. And it will be just the 'interviewer' who -as a trustworthy advisor- will recommend what answer is to be given. But anti-money laundering is not just reporting, it is -first and foremost- informative heritage and culture of transparency and accountability (which would be desirable to spread among all economic and financial operators).
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CARTA, DAVIDE. "L’istruttoria tributaria sui dati finanziari. Dal segreto bancario alla trasparenza nei rapporti col fisco." Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11573/937983.

Full text
Abstract:
La ricerca è stata prioritariamente indirizzata all’approfondimento dei caratteri essenziali dell’istruttoria tributaria generalmente intesa, onde procedere, successivamente, allo studio delle indagini finanziarie quale categoria di poteri istruttori autonomamente classificabile. Nel lavoro di tesi sono state quindi analizzate le principali tappe del percorso evolutivo verso il superamento del segreto bancario, ed in forza del quale, ad oggi, l’istruttoria tributaria sui dati finanziari è divenuta una delle modalità ispettive maggiormente efficaci nel contrasto all’evasione. Dall’attività di ricerca è infatti da subito emerso come la vigente disciplina dell’attività di indagine sui dati finanziari ai fini fiscali, sia di per sé idonea a sublimare l’importanza nodale dell’istruttoria nel procedimento di imposizione. D’altro canto è evidente come le indagini finanziarie risultino un ausilio essenziale per la ricostruzione della verità fiscale prodromica all’accertamento, e si configurino, pertanto, come uno degli strumenti maggiormente idonei a garantire la preminenza dell’interesse erariale sui diritti dei singoli consociati. Proprio a tal riguardo, nel corso della trattazione è stata offerta una completa disamina della disciplina relativa all’istruttoria sui dati finanziari, onde evidenziare l’evoluzione di una normativa che ha sancito il superamento del segreto bancario, e ha inaugurato una nuova stagione caratterizzata della trasparenza nei rapporti col Fisco. È tuttavia palese come le ragioni sottese al reperimento del gettito non possano prescindere da un corretto bilanciamento tra autorità e libertà, nonché dal riconoscimento di un adeguato sistema di tutele al soggetto sottoposto a verifica. Si tratta, con tutta evidenza, dei presupposti imprescindibili per il legittimo esercizio di poteri istruttori così penetranti, in relazione ai quali emergono le criticità più manifeste della tematica oggetto della ricerca. Sotto tale profilo, è emerso come meccanismi presuntivi iuris tantum di cui agli artt. 32, 1°co., n. 2, del D.P.R. n. 600/1973, e 51, 2°co., n. 2, del D.P.R. n. 633/1972, volti alla determinazione inferenziale del reddito e/o dell’imponibile in base alle movimentazioni finanziarie imputabili al contribuente, abbiano destato molteplici perplessità, tanto da esser sottoposti più volte al vaglio della Corte Costituzionale. Gli ultimi interventi della Consulta in materia di indagini finanziarie, evidenziano una tendenza all’abolizione di quelle presunzioni legali che violino il canone della ragionevolezza. Proprio in tal senso si è infatti espressa la Corte Costituzionale con la pronuncia 6 ottobre 2014, n. 228, con la quale è stato ridotto l’ambito applicativo della presunzione sui prelevamenti, escludendone l’operatività in relazione ai professionisti. Tale impostazione, fortemente sostenuta anche dalla dottrina, è stata peraltro confermata dallo stesso Legislatore che con il D.L. 22 ottobre 2016, n. 193 (c.d. Decreto Fiscale) convertito nella L. 2 dicembre 2016, n. 225, ha recepito i principi già espressi dalla giurisprudenza costituzionale per i lavoratori autonomi, e ha altresì circoscritto l’ambito applicativo delle presunzioni sui prelevamenti per i percettori di reddito di impresa, alle sole operazioni per importi superiori a euro 1.000 giornalieri e, comunque, a euro 5.000 mensili. Dallo studio è tuttavia emerso come, nonostante i predetti interventi della Consulta e del Legislatore siano indirizzati verso una sempre maggior limitazione delle presunzioni legali nelle indagini finanziarie, non sia stata ancora fornita una risposta esaustiva ai molteplici dubbi ermeneutici sorti in relazione a una disciplina che continua a presentare molteplici profili di criticità, e ciò in particolar modo per quanto riguarda la tematica della tutela del contribuente. Quella della tutela dei diritti del soggetto sottoposto a verifica si configura, con tutta evidenza, come una tematica di grande attualità, specie alla luce del fenomeno della moltiplicazione delle fonti di prova di cui può disporre il Fisco per fondare la propria pretesa tributaria. A tal riguardo è stato infatti evidenziato come, ad oggi, l’Amministrazione disponga di una rilevantissima mole di dati finanziari. Si è infatti delineato uno scenario in cui l’istruttoria tributaria può trarre impulso, indifferentemente, sia dai dati raccolti ai sensi degli artt. 32, 1°co., n. 2, del D.P.R. n. 600/1973, e 51, 2°co., n. 2, del D.P.R. n. 633/1972, idonei a fondare le presunzioni iuris tantum più volte richiamate, sia dalle informazioni acquisite fuori dai predetti schemi normativi idonee a fondare delle presunzioni semplici, tra le quali rientrano quelle acquisite a seguito della mutua cooperazione amministrativa tra Stati. È stato quindi delineato un quadro d’insieme delle discipline della circolazione automatica tramite standard dei dati finanziari, così come delineati dal Foreign Account Tax Compliance Act (FATCA), e dal Common Reporting Standard OCSE (C.R.S.). Può infatti affermarsi come lo snello regime di circolazione transnazionale tramite standard dei dati finanziari attuato dagli Stati nell’ambito della mutua assistenza amministrativa, abbia delineato nuovi e assai interessanti scenari applicavi per l’attività istruttoria fiscale, di guisa che il percorso verso trasparenza nei rapporti col Fisco intrapreso negli anni ’50 del secolo scorso, risulta oggi esteso oltre i confini nazionali. É stato infatti sottolineato come, a prescindere dell’operatività delle citate presunzioni legali relative delineate dalla normativa nazionale, i dati finanziari possano in ogni caso assurgere a fattori indizianti cui fare ricorso nell’ambito dei metodi di accertamento per la ricostruzione induttiva del debito tributario ascrivibile al soggetto sottoposto a verifica, e ciò sia nell’ipotesi in cui gli stessi siano stati raccolti sul territorio nazionale, sia che gli stessi siano pervenuti all’Amministrazione a seguito dello scambio transnazionale di informazioni. A tal proposito, si è posto in rilievo come nanti all’importanza sempre più nodale assunta dall’istruttoria sui dati finanziari nel procedimento di imposizione, debba essere garantita l’effettività della tutela dei contribuenti sottoposti ad indagine, sia nei casi in cui dati finanziari siano stati acquisiti secondo le norme di diritto interno, sia per quanto riguarda le verifiche fondate sulle risultanze finanziarie ottenute per mezzo della mutua cooperazione tra Stati. Sul punto non può infatti negarsi come, in effetti, sia la normativa interna sulle indagini finanziarie, che quella pattizia e comunitaria sullo scambio di informazioni, presentino delle evidenti carenze per ciò che concerne la tutela dei diritti dei soggetti i cui dati finanziari siano posti al fondamento dell’attività di indagine degli Uffici. Proprio in tal senso è stato quindi affermato come la chiave di volta per superare le criticità che caratterizzano l’istruttoria sui dati finanziari, debba essere in primo luogo individuata nell’auspicato ingresso nel nostro ordinamento di una clausola generale sul contraddittorio anticipato. Il suindicato assunto risulta valido, sia nell’ipotesi in cui operino le presunzioni iuris tantum sopra citate, per le quali, a ben vedere, la partecipazione pre-contenziosa costituisce il parametro di conformità del meccanismo inferenziale all’art. 53 Cost., sia nel caso in cui i dati finanziari, acquisiti sul territorio nazionale o per mezzo dello scambio di informazioni tra Stati, debbano considerarsi alla stregua di meri fatti indizianti idonei a integrare delle presunzioni semplici. Non vi è infatti chi non veda, come la partecipazione difensiva del contribuente all’attività istruttoria si configuri come un imprescindibile baluardo di civiltà giuridica. È stato peraltro posto in rilievo come il necessario riconoscimento del contraddittorio endoprocedimentale nelle indagini tributarie sia affermato dagli stessi principi che promanano dall’ordinamento internazionale e comunitario, i quali, tuttavia, non risultano direttamente applicabili negli ordinamenti domestici a cagione della loro natura organizzatoria. In tal senso si è quindi auspicato che il Legislatore nazionale introduca ex novo una disciplina dell’istruttoria sui dati finanziari, riservando alla tematica dell’istruttoria sui dati finanziari un intervento maggiormente incisivo rispetto alla mera novella della normativa esistente, di recente operata con D.L. 22 ottobre 2016, n. 193, convertito nella Legge 2 dicembre 2016, n. 225. Se infatti, da un lato, possono condividersi le ragioni che hanno condotto al superamento del segreto bancario e all’affermazione della trasparenza nei rapporti col Fisco in materia finanziaria e creditizia, dall’altro non può negarsi che la disciplina delle indagini finanziarie necessiti di un intervento che vada ben oltre il semplice maquillage normativo, e ciò a cagione dell’incisività e della trasversalità dei poteri riconosciuti all’Amministrazione. In particolare dovrà essere superata l’astrusità degli attuali artt. 32, 1°co., n. 2, del D.P.R. n. 600/1973, e 51, 2°co., n. 2, del D.P.R. n. 633/1972, garantendo che le presunzioni legali, ove permangano nella struttura dell’impianto normativo, siano pienamente conformi al canone di ragionevolezza, e che, a prescindere dall’operare dei meccanismi inferenziali, sia assicurata l’effettività della tutela dei diritti del contribuente per mezzo del contraddittorio pre-contenzioso.
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Books on the topic "Indagini tributarie"

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Stufano, Sebastiano. La tutela del contribuente nelle indagini tributarie. 2nd ed. [Milano]: IPSOA, 2002.

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2

Toscano, Fabrizio. Il segreto bancario nelle indagini tributarie ed antiriciclaggio. Milano: Giuffrè, 2002.

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