Academic literature on the topic 'Incertezza e interazione socio'

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Journal articles on the topic "Incertezza e interazione socio"

1

Davino, Chiara, and Lorenza Villani. "Territori di interazione. Per una socio-ecologia del co-abitare." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 3 (January 2022): 15–26. http://dx.doi.org/10.3280/es2021-003002.

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Abstract:
Il 60% del territorio italiano è costituito dalle cosiddette "Aree Interne", oggetto, dal Secondo dopoguerra, di un forte processo di marginalizzazione rispetto ai centri urbani. L'abbandono graduale di queste aree e la più recente dislocazione dei circuiti di accoglienza nelle aree remo-te, hanno contribuito al ripopolamento di questi territori da parte di migranti e richiedenti asilo. A partire da una breve analisi delle principali politiche nazionali in materia di aree interne e di accoglienza, il saggio intende argomentare come sia possibile superare le polarizzazioni terri-toriali e le dicotomie sociali attraverso nuove narrazioni e forme di co-abitare sostenibili. L'indagine si focalizzerà sul modo in cui la rigenerazione delle aree interne possa legarsi alla presenza di migranti e richiedenti asilo, generando spazi di interazione e innovazione sociale, come dimostrano i progetti Welcoming Spaces e IT.A.CÀ, attivi nel territorio nazionale.
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2

Santangelo, Saverio, and Francesca Perrone. "La pianificazione di area vasta tra promesse energetiche e scenari di sviluppo. Riflessioni sul caso Basilicata." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 131 (November 2021): 143–65. http://dx.doi.org/10.3280/asur2021-131-s1007.

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Abstract:
In Basilicata lo sfruttamento di giacimenti di petrolio da oltre due decenni non ha frenato l'esodo della popolazione, producendo poca occupazione e forte esposizione a rischi ambientali e di declino socio-culturale. Incertezza economica e inefficacia della pianificazione territoriale richiedono il rilancio del "governo del territorio", attraverso una maggiore condivisione delle scelte di sviluppo da parte delle comunità e un diverso approccio politico e culturale a livello regionale e nazionale.
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3

Curci, Francesco, and Gabriele Pasqui. "Territori fragili e pandemia: una sfida per le culture del progetto." TERRITORIO, no. 97 (February 2022): 7–10. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-097-supplementooa12921.

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Abstract:
La pandemia da Covid-19 ha agito da acceleratore di processi territoriali e transcalari che erano già evidenti. Tra questi, un ruolo centrale assume la questione ecologica, con tutte le sue implicazioni politiche e con la sfida che essa pone alle culture della pianificazione e della progettazione in un contesto di incertezza radicale e di crescenti disuguaglianze socio-spaziali. L'articolopropone alcune chiavi di lettura trasversali dei contributi di questa Special Issue, identificando nelle diverse declinazioni un approccio al ridisegno dei territori capace di promuovere progetti e politiche antifragili e basate su criteri di preparedness. Le tre chiavi di lettura che introducono questa riflessione collettiva su pandemia e fragilità territoriali sono dunque state: le interpretazioni dei fenomeni in corso e la riflessione sulle forme di razionalità; l'attenzione alle geografie e alle specificità dei luoghi; le prospettive progettuali e di policy.
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4

Tononi, Marco. "Nature urbane. Rinaturalizzare la città (post)industriale, l'esempio di Brescia." RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no. 2 (June 2021): 102–18. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa2-2021oa12035.

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Abstract:
Il processo di reintroduzione della natura in ambito urbano viene analizzato in questo contributo attraverso l'ottica della social nature e dell'urban political ecology (UPE), ricostruendo le dinamiche di interazione fra città e natura per andare oltre la dicotomia che le ha sempre caratterizzate. In particolare si ricostruisce lo sviluppo teorico della UPE in merito all'urbanizzazione della natura e al metabolismo urbano, caratterizzato da processi socio-ecologici strettamente interconnessi. Si ripercorrono quindi brevemente alcune teorieurbane che, dal primo novecento ad oggi, analizzano come la natura entri in gioco nelle diverse fasi di sviluppo della città industriale e postindustriale. L'approccio teorico è poi applicato al caso studio di Brescia, come esempio di città (post)industriale italiana, per valutare le dinamiche di rinaturalizzazione nella città lombarda.
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5

Lewanski, Rodolfo. "Istituzionalizzare la partecipazione deliberativa: la politica della Regione Toscana." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 1 (April 2011): 11–31. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-001002.

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Abstract:
Una delle risposte alla crisi delle istituzioni rappresentative che attraversa molti paesi democratici viene ricercata nella riscoperta del "potere del popolo", ovvero in un maggior coinvolgimento dei cittadini nelle scelte e nelle politiche pubbliche. In particolare la partecipazione viene declinata secondo la specifica accezione della teoria dialogicodeliberativa, i cui tratti salienti sono: interazione discorsiva dialogica, basata sull'ascolto attivo; deliberazione, ovvero ponderazione attenta delle diverse opzioni e delle loro implicazioni; informazione adeguata e bilanciata; inclusione, ovvero consentire a tutte le "voci" di farsi sentire; partecipazione di campioni casuali stratificati di cittadini rappresentativi sotto il profilo socio-demografico. La democrazia deliberativa ha espresso numerose "promesse": decisioni migliori in quanto capaci di incorporare informazioni, conoscenze tecnico-scientifiche e preferenze, scelte condivise e percepite come legittime, maggiore legittimazione del sistema politico in generale, crescita del capitale sociale, solo per citarne alcune. Tale promesse vanno peraltro empiricamente verificate. La teoria deliberativa č stata applicata in numerose esperienze in numerosi paesi. Forse oggi uno dei "laboratori" piů interessanti in questo campo č oggi rappresentato dalla Toscana, dove é stata approvata alla fine del 2007 la l.r. 69, verosimilmente la prima normativa al mondo che mira a promuovere pro-attivamente la partecipazione alle decisioni locali e regionali ispirandosi almeno sotto alcuni aspetti alla teoria deliberativa.
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6

D’Ambrosio, Maria, and Giovanni Laino. "Educatori come designer degli spazi perFormativi. Asili nido come ‘fabbriche' di cittadinanza e innovazione sociale." WELFARE E ERGONOMIA, no. 1 (June 2020): 39–57. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-001005.

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Abstract:
Il saggio apre uno spazio di riflessione sul tema della povertà educativa attraverso una pro-posta teorica e metodologica che investe le politiche e i servizi per l'infanzia di un ruolo stra-tegico nel ridisegno di un ecosistema territoriale in grado di qualificare in chiave pedagogica gli spazi e le attività rivolte ai minori e alla genitorialità. Una qualità pedagogica che passa per i professionisti dell'educazione, quindi per la loro formazione e per la loro postura da ricercatori in situazione, e anche per una pianificazione urbanistica strategica in grado di coniugarsi con una ‘visione' di città che contenga l'idea di spazio urbano e di relativa comu-nità educante, attenta alla complessità delle dinamiche che producono diseguaglianze, mar-ginalità e le molte forme di povertà. In questo senso, e recuperando una responsabilità istitu-zionale connessa alla responsabilità di ciascun professionista, il saggio fa emergere anche quanto pensato e sperimentato nell'attuazione del progetto IRIS (Interventi per Riqualificare e Innovare la Scuola) riferito agli asili nido e ai servizi per l'infanzia del Comune di Napoli. Politiche socio-educative e politiche urbane vengono lette come strumenti per connettere e articolare in chiave pedagogica, emancipativa, trasformativa, le azioni strutturali e integrate in grado di rispondere ai bisogni dell'infanzia e al ruolo dei professionisti dell'educazione, perché proprio a partire da questi professionisti si possa nutrire e potenziare la loro capacità/necessità di partecipazione alla vita e alla costruzione-rigenerazione dei legami sociali/territoriali, in chiave di contrasto alla povertà educativa. Si tratta cioè di recuperare per le professioni socio-educative e per i decisori istituzionali e i pianificatori delle politiche e dei servizi educativi, quella ‘sensibilità' e quella operosità, e quindi quella Vita Activa, rintraccia-ta dalla Arendt (1958) come specifica della condizione umana. Una condizione, quella sensi-bile e activa, quindi altamente interattiva e partecipativa, che ciascuno è chiamato a recupe-rare e a nutrire, proprio attraverso una qualità del gesto e della pratica educante che va ben oltre gli ‘spazi' destinati all'educazione. "L'educazione non è un'isola", sosteneva Jerome Bruner (1996), e in questo senso le politiche e i servizi educativi si devono riconnettere a una più estesa e complessa cultura dell'educazione che emerge proprio dalle dinamiche urbane, sociali, culturali, e trova nello spazio extra-quotidiano dell'educativo una possibilità concreta di innovazione e di nuova traiettoria. La qualità (pedagogica) dei servizi educativi in un qua-dro istituzionale di Welfare, è dunque quella possibilità della policy di tradursi in agency e di generare innovazione sociale ovvero variazioni sul piano della povertà educativa e dei feno-meni con cui si manifesta. La qualità (pedagogica) ha necessità di prendere corpo e di farsi spazio rigenerandosi in nuove pratiche che lavorino proprio sul nesso tra corpi e spazi, e sulla loro reciproca capacità di interazione. Lo scritto è dunque attraversato da un evidente sguardo epigenetico che tiene insieme rifles-sione epistemologica e sua istanza metodologica e qualifica le pratiche educative come ‘pale-stre' di cittadinanza e di coesione sociale in chiave trasformativa e rigenerativa, sia sul piano individuale che su quello politico e delle politiche, così da far emergere la metodologia ‘em-bodied' (Bongard-Pfeifer, 2007) come approccio bio-politico al governo ‘sensibile' del ‘vivente': perché l'educazione e la politica possono insieme ridisegnare un nuovo ecosistema per il process generativo della creatura vivente/living creature (Dewey, 1934).
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Prada, Massimo. "LETTURE MULTIMODALI PER L’EDUCAZIONE LINGUISTICA." Italiano LinguaDue 14, no. 2 (January 17, 2023): 85–130. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/19651.

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Abstract:
L’articolo propone di introdurre l’uso dei testi multimodali nei curricula di educazione linguistica nella scuola secondaria, soprattutto in quella di secondo grado. L’uso di documenti di questo tipo presenta numerosi vantaggi: consente alla scuola di formare all’analisi, alla produzione e all’uso critico di questi artefatti sempre più pervasivi, rispondendo così alle sollecitazioni che provengono dalla Comunità Europea e contribuendo alla formazione professionale e civile dei degli studenti; rende possibile arricchire il patrimonio di modelli testuali in possesso degli studenti, affiancando a quelli letterari solidamente impiantati nei sillabi e a quelli professionali che vi sono in parte entrati da alcuni anni, testi nuovi per concezione, particolari per dinamismo e fondamentali per impatto socioculturale e per la forza modellizzante; promuove la descrizione scalare delle competenze di ricezione e di produzione in un campo ancora poco esplorato. Il contributo si articola in tre sezioni: la prima e la seconda forniscono informazioni sui testi neomediali e modelli per la loro interpretazione; la terza propone attività che implicano interazione telematica. I primi paragrafi, dunque, affrontano alcuni concetti fondamentali per l’analisi dei testi multimodali e descrivono sommariamente le caratteristiche dei testi multimodali, soffermandosi con particolare attenzione su quelli di un ben noto ambiente di condivisione di risorse audio e video; quelli centrali propongono la lettura multimodalmente orientata di alcune pagine tipologicamente differenti del servizio; l’ultimo suggerisce un esercizio applicativo. Multimodal readings for language education The article proposes to introduce the use of multimodal texts in language education curricula in secondary school, especially in upper secondary school. The use of documents of this type has numerous advantages: it allows the school to train in the analysis, production and critical use of these increasingly pervasive artefacts, thus responding to the to the solicitations that come from the European Community and contributing to the professional and civil training of students; it makes it possible to enrich the heritage of textual models in the possession of students, combining the literary ones solidly implanted in the sillabuses and the professional ones that have partly entered them some years now, with those of texts new in conception, particular for their dynamism and fundamental for their socio-cultural impact and for their modeling force; it promotes the scalar description of reception and production skills in a field that is still sparely explored. The paper is divided into three sections: the first and the second provide information on neomedial texts and models for their interpretation; the third proposes activities that involve telematic interaction. The first paragraphs, therefore, address some fundamental concepts for the analysis of multimodal texts and briefly describe the characteristics of multimodal texts, focusing on those of a well-known environment for sharing audio and video resources; the central ones propose the multimodally oriented reading of some typologically different pages of the service; the last suggests an application exercise.
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8

Frangiotti, Graziele. "O estímulo ao diálogo colaborativo a partir de tarefas baseadas em corpus: uma experiência no ensino de italiano/LE." Revista Italiano UERJ 12, no. 1 (September 5, 2021): 29. http://dx.doi.org/10.12957/italianouerj.2021.62092.

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Abstract:
RESUMO: Neste trabalho é discutido o papel da interação em sala de aula de língua italiana/LE a partir de tarefas construídas com dados provenientes de corpus. Como pressupostos teóricos, trabalhamos, sobretudo, com os conceitos de tarefa (Ellis, 2009), bem como com as noções de diálogo colaborativo e languaging, cujas bases fundamentais se ancoram na teoria sociocultural vygotskyana, mas que encontram respaldo mais recente nos trabalhos de Swain (2005, 2006) e Figueiredo (2019). Do ponto de vista prático, a pesquisa examina os áudios e as transcrições de interações de 11 aprendizes de nível B1 que frequentaram um curso de extensão na Universidade de São Paulo ao longo do segundo semestre de 2017. Como resultados principais, observamos que as tarefas propiciaram o aparecimento de processos conectivos complexos, como o noticing, o teste de hipótese, o scaffolding, entre outros, o que nos permitiu avançar a hipótese de que essas atividades promoveram o diálogo significativo e, por conseguinte, a produção de languagings que contribuem decisivamente para a construção do conhecimento da língua estrangeira.Palavras-chave: Ensino de língua italiana/LE. Tarefa. Corpus linguístico. Diálogo colaborativo. Interação. ABSTRACT: In questo lavoro viene discusso il ruolo dell’interazione nell’aula di lingua italiana/LS a partire dalla proposizione di task costruiti sulla base di dati provenienti da corpus. Come presupposti teorici, lavoriamo, soprattutto, con i concetti di task (Ellis, 2009), così come con le nozioni di dialogo collaborativo e languaging, le cui basi si fondano sull’approccio socioculturale di Vygotskij, ma che di recente trovano supporto nelle riflessioni di Swain (2005, 2006) e Figueiredo (2019). Da un punto di vista pratico, la ricerca prende in esame le registrazioni audio e le trascrizioni di interazioni tra 11 apprendenti di livello B1 che hanno frequentato un corso presso l’Università di San Paolo durante la seconda metà del 2017. Come risultati centrali, abbiamo osservato che i task hanno stimolato processi cognitivi complessi come il noticing, la verifica di ipotesi e lo scaffolding, il che ci ha consentito di avanzare l’ipotesi secondo cui queste attività favoriscono il dialogo e, di conseguenza, la produzione di languagings che contribuiscono alla costruzione della conoscenza in lingua straniera. : Parole chiave: Insegnamento di italiano/LS. Task. Corpus linguistico. Dialogo collaborativo. Interazione. ABSTRACT: In this work, the role of interaction in the Italian language / LE classroom is discussed, based on tasks constructed with data from corpus. As theoretical assumptions, we work, above all, with the concepts of task (Ellis, 2009), as well as with the notions of collaborative dialogue and languaging, whose fundamental bases are anchored in Vygotskian socio-cultural theory, but which find more recent support in the works of Swain (2005, 2006) and Figueiredo (2019). From a practical point of view, the research examines the audios and interaction transcripts of 11 B1 level learners who attended a course at the University of São Paulo during the second half of 2017. As main results, we observed that the tasks provided complex connective processes, such as noticing, hypothesis testing, scaffolding, which allowed us to advance the hypothesis that these activities promoted significant dialogue and, therefore, the production of languagings that contribute decisively to the construction of knowledge of the foreign language.Keywords: teaching of Italian as foreign language. Task. linguistic corpus. collaborative dialogue. Interaction.
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Cubeddu, Raimondo, and Raimondo Cubeddu. "Tempo, incertezza e istituzioni. Conseguenze dell’innovazione e ruolo della politica." REVISTA PROCESOS DE MERCADO, March 19, 2021, 185–203. http://dx.doi.org/10.52195/pm.v4i2.328.

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Abstract:
1. La mia relazione muove dalla riflessione che se per secoli, e per lo meno negli ultimi della vita dello stato moderno, abbiamo considerato la politica prevalentemente come una modalità di accelerazione di alcuni, o della generalità, dei processi sociali verso un fine che, in qualche o vario modo, era ritenuto possibile ed auspicabile, ora dobbiamo iniziare a riflettere sull’opportunità di continuare a farlo. Dobbiamo infatti chiederci se: a) il fatto che il lasso di tempo che intercorre tra una qualsiasi scoperta scientifica e la sua diffusione sociale tende da decenni a restringersi sempre di più; b) la circostanza che il tempo impiegato dalla politica a compiere delle scelte collettive è in costante e generale crescita; c) la tendenza delle aspettative individuali a formarsi in contesti socio-culturali che finiscono per avere sempre minori relazioni con quelli in cui si esprimono politicamente; e, d) il fatto che la grandi innovazioni e modificazioni riguardanti la vita individuale e sociale tendono a realizzarsi fuori dalla sfera pubblica, siano fenomeni che hanno trasformato e che muteranno ulteriormente tanto il tradizionale modo di intendere tanto la politica, quanto il modo e le forme istituzionali in cui si esprime. Di conseguenza —sempre che tutte queste assunzioni siano vere— non possiamo evitare di chiederci quale saranno i futuri ruoli della politica e dello stato, e se uno dei due potrà sopravvivere, ed eventualmente in quale forma, alla scomparsa dell’altro. Da secoli, infatti, siamo così avvezzi a identificare la teoria politica con lo stato (negli ultimi decenni, per di più, molti studiosi hanno compiuto anche un altro passo, per così dire, ‘in avanti’, scambiandola con la costituzione, e lasciando aperta soltanto l’opzione se si tratti di quella nazionale o di qualchedun altra) che fatichiamo ad immaginare la possibilità della politica senza lo stato. A mio avviso si tratta di una possibilità con la quale è il caso di misurarci per il fatto che —per lo meno per quella parte della filosofia politica che non dimentica i classici (o che almeno non pensa che tutti i classici siano tedeschi)— mentre lo stato è una forma storica di organizzazione politica, per ora (e mi associo a quanti se ne dispiacciono), la possibilità che si possa fare a meno della politica non è stata dimostrata in maniera convincente.
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Dissertations / Theses on the topic "Incertezza e interazione socio"

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Vecchiato, Silvia. "Value coffee chain anlysis e convention theory, applicazioni nel minas gerais: il terroir nello sviluppo strategico caffeicolo." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2008. http://hdl.handle.net/10077/2703.

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Abstract:
2006/2007
Questa tesi indaga, sotto il riferimento teorico della Value Chain Analysis e della Teoria delle Convenzioni, i dispositivi di qualificazione di prodotto e le corrispondenti forme di coordinamento che gli attori del contesto produttivo caffeicolo brasiliano e del Minas Gerais hanno, nel corso della storia, adottato come strategia di sopravvivenza prima e, in seguito, di crescita. In questa analisi, particolare rilevanza viene data allo spazio e al ruolo della referenza territoriale, quale dispositivo di qualificazione del prodotto caffè e strategia di sviluppo nella storia caffeicola brasiliana. Il fine ultimo è di analizzarne una sua specifica dimensione, quella del terroir, presentandone concetti, definizioni, e mettendo in luce, in via descrittiva, possibili approcci per la sua caratterizzazione pedologico - spaziale. Chiude un’indagine conoscitiva di caratterizzazione climatico – produttiva del terroir di una zona rinomata per la produzione caffeicola del Minas Gerais.
XIX Ciclo
1979
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2

GAZZOTTI, SIMONA. "Madri adolescenti e sviluppo socio-emotivo infantile: sperimentazione di un modello di intervento preventivo." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2011. http://hdl.handle.net/10281/19822.

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Abstract:
Many studies show that motherhood in adolescence constitutes a risk factor for the establishment of an appropriate relationship between mother and child (Aiello e Lancaster, 2008; Osofsky, Hann e Peebles, 1993; Reid e Meadows-Oliver, 2007; Secco, Profit, Kennedy, Walsh, Letourneau e Stewart, 2007) and for a positive development of socio-emotional communication and attachment during infancy (Osofsky, 1992; Broussard, 1995; Frodi, Grolnick, Bridges e Berko, 1990; Ward e Carlson, 1995; Moran, Forbes, Evans, Tarabulsy e Madigan, 2008). However, the styles of emotional regulation adopted by adolescent mothers and their children during the first year of life are few investigated. In this perspective, the thesis presents an intervention project with young mothers and their children, in collaboration with the San Paolo Hospital and coordinated by Prof. Riva Crugnola. We present two different studies using data collected during treatment with observed mothers. In the first study we compare the styles of interaction and emotion regulation of adolescent and adult mothers at 3 months of life of their children. Dyads with teen mothers are less responsive than those with adult mothers and less able to share positive emotions: showing less positive states (mothers and children) and more negative states (mothers). In the second study we evaluated the effectiveness of the intervention with adolescent mothers, noting a decrease of maternal intrusiveness. Finally, two cases are illustrated to highlight the treatment technique.
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3

AZZOLIN, FABIO. "L'oro blu del lago Parón. Interazione tra capitale(i) sociale(i) e conflitto socio-ambientale nel territorio andino della comunità rurale Cruz de Mayo: subcuenca Parón-Llullán, Huaylas, Perú." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2018. http://hdl.handle.net/11567/929145.

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MANZI, FEDERICO. "'MATERIALITY AND THE CONSTRUCTION OF INTERSUBJECTIVITY. HUMAN-ROBOT INTERACTION IN TYPICAL DEVELOPMENT AND THE USE OF THE OBJECTS IN ASD CHILDREN'." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/84495.

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Abstract:
Gli obiettivi della presente tesi sono di analizzare, nei bambini con sviluppo tipico e atipico, la costruzione dell'intersoggettività attraverso l'uso di oggetti nello sviluppo atipico (ASD) e attraverso l'interazione con un robot umanoide nello sviluppo tipico. Per quanto riguarda i robot umanoidi, il problema è osservare la possibile attribuzione di caratteristiche simili all'uomo a un robot che possa rendere l'interazione uomo-robot simile all'interazione uomo-uomo che è una classica interazione intersoggettiva per la presenza di due soggetti umani. Questo scopo viene indagato considerando due quadri teorici: 1) la Teoria della Mente che spiegano la costruzione dell'intersoggettività attraverso l'attribuzione di stati mentali ad altri; 2) Prospettiva socio-materiale che postula che in molti casi la costruzione dell'intersoggettività sia mediata dagli oggetti. Quindi, la domanda che sorge in questa dissertazione sui robot umanoidi è: cosa succede quando l'oggetto mediatore (il robot) è anche il partner interattivo. Per raggiungere questo scopo, la presente tesi investiga due temi principali: 1) i modelli di interazione con e l'attribuzione di una mente a un robot da parte di bambini con sviluppo tipico; 2) i modelli di interazione nello sviluppo atipico - bambini autistici - in un'interazione bambino-adulto mediata da oggetti. Il primo tema viene analizzato in una prospettiva teorica e un approccio metodologico innovativi, che porta a una comprensione dell'interazione bambino-robot. La prospettiva teorica collega il ruolo della Teoria della Mente alll'HRI; l'approccio metodologico osserva le strategie decisionali dei bambini nell'HRI, confrontando questi modelli comportamentali quando i bambini interagiscono con un essere umano e con un robot. Il secondo tema della tesi riguarda il ruolo dell'oggetto come mediatore della relazione tra bambini autistici e adulti. Questo viene studiato attraverso la prospettiva socio-materiale che suggerisce che le caratteristiche materiali degli oggetti e le loro qualità sociali intrinseche siano strettamente connesse.
The aims of the present dissertation are to analyse, in children with typical and atypical development, the construction of the intersubjectivity through the use of objects in atypical development (ASD) and through the interaction with a humanoid robot in typical development. About the humanoid robots, the issue is to observe the possible attribution of human-like features to a robot that can make the human-robot interaction similar to the human-human interaction that is a classic intersubjective interaction because of the presence of two human subjects. This purpose is investigated considering two theoretical frameworks: 1) Theory of Mind that explain the construction of the intersubjectivity through the attribution of mental states to others; 2) Socio-material perspective which postulates that the construction of the intersubjectivity is mediated by objects in many cases. Thus, the question arises in this dissertation about the humanoid robot is: what happen when the mediator object (the robot) is also the interactive partner. To achieve this purposes, the present thesis studies two main topics: 1) the interactional patterns with and the attribution of a mind to a robot by typically developing children; 2) the interactional patterns in atypical development - autistic children - in a child-adult interaction mediated by objects. The first topic is analysed in an innovative theoretical perspective and a through novel methodological approach, leading to an innovative understanding of the child-robot interaction. The theoretical perspective connects the role of Theory of Mind in HRI; the methodological approach observes children’s decision-making strategies in the HRI, comparing these behavioural patterns when children interact with a human and with a robot. The second issue of the thesis is about the role of the object as mediator of the relationship between autistic children and adults. This is studied through the Socio- material perspective that hypothesised that material features of the objects and their intrinsic social qualities are strictly connected.
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MANZI, FEDERICO. "'MATERIALITY AND THE CONSTRUCTION OF INTERSUBJECTIVITY. HUMAN-ROBOT INTERACTION IN TYPICAL DEVELOPMENT AND THE USE OF THE OBJECTS IN ASD CHILDREN'." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/84495.

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Abstract:
Gli obiettivi della presente tesi sono di analizzare, nei bambini con sviluppo tipico e atipico, la costruzione dell'intersoggettività attraverso l'uso di oggetti nello sviluppo atipico (ASD) e attraverso l'interazione con un robot umanoide nello sviluppo tipico. Per quanto riguarda i robot umanoidi, il problema è osservare la possibile attribuzione di caratteristiche simili all'uomo a un robot che possa rendere l'interazione uomo-robot simile all'interazione uomo-uomo che è una classica interazione intersoggettiva per la presenza di due soggetti umani. Questo scopo viene indagato considerando due quadri teorici: 1) la Teoria della Mente che spiegano la costruzione dell'intersoggettività attraverso l'attribuzione di stati mentali ad altri; 2) Prospettiva socio-materiale che postula che in molti casi la costruzione dell'intersoggettività sia mediata dagli oggetti. Quindi, la domanda che sorge in questa dissertazione sui robot umanoidi è: cosa succede quando l'oggetto mediatore (il robot) è anche il partner interattivo. Per raggiungere questo scopo, la presente tesi investiga due temi principali: 1) i modelli di interazione con e l'attribuzione di una mente a un robot da parte di bambini con sviluppo tipico; 2) i modelli di interazione nello sviluppo atipico - bambini autistici - in un'interazione bambino-adulto mediata da oggetti. Il primo tema viene analizzato in una prospettiva teorica e un approccio metodologico innovativi, che porta a una comprensione dell'interazione bambino-robot. La prospettiva teorica collega il ruolo della Teoria della Mente alll'HRI; l'approccio metodologico osserva le strategie decisionali dei bambini nell'HRI, confrontando questi modelli comportamentali quando i bambini interagiscono con un essere umano e con un robot. Il secondo tema della tesi riguarda il ruolo dell'oggetto come mediatore della relazione tra bambini autistici e adulti. Questo viene studiato attraverso la prospettiva socio-materiale che suggerisce che le caratteristiche materiali degli oggetti e le loro qualità sociali intrinseche siano strettamente connesse.
The aims of the present dissertation are to analyse, in children with typical and atypical development, the construction of the intersubjectivity through the use of objects in atypical development (ASD) and through the interaction with a humanoid robot in typical development. About the humanoid robots, the issue is to observe the possible attribution of human-like features to a robot that can make the human-robot interaction similar to the human-human interaction that is a classic intersubjective interaction because of the presence of two human subjects. This purpose is investigated considering two theoretical frameworks: 1) Theory of Mind that explain the construction of the intersubjectivity through the attribution of mental states to others; 2) Socio-material perspective which postulates that the construction of the intersubjectivity is mediated by objects in many cases. Thus, the question arises in this dissertation about the humanoid robot is: what happen when the mediator object (the robot) is also the interactive partner. To achieve this purposes, the present thesis studies two main topics: 1) the interactional patterns with and the attribution of a mind to a robot by typically developing children; 2) the interactional patterns in atypical development - autistic children - in a child-adult interaction mediated by objects. The first topic is analysed in an innovative theoretical perspective and a through novel methodological approach, leading to an innovative understanding of the child-robot interaction. The theoretical perspective connects the role of Theory of Mind in HRI; the methodological approach observes children’s decision-making strategies in the HRI, comparing these behavioural patterns when children interact with a human and with a robot. The second issue of the thesis is about the role of the object as mediator of the relationship between autistic children and adults. This is studied through the Socio- material perspective that hypothesised that material features of the objects and their intrinsic social qualities are strictly connected.
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Jolivet, Anne. "La participation des citoyens à la fonction de juger en France et en Italie : une étude socio-anthropologique du jury populaire en cour d’assises." Thesis, Lyon 2, 2012. http://www.theses.fr/2012LYO20127.

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Abstract:
L’objectif de cette recherche est de comparer les jurys criminels français et italien à travers une étude socio-anthropologique de la pratique judiciaire observable dans les cours d’assises. Il s’agit de rendre compte des différents aspects de l’expérience vécue par les jurés en étudiant minutieusement le rituel judiciaire ainsi que les interactions et relations qui se jouent entre les profanes et les professionnels de la justice le temps d’une session. Quels sont les résultats principaux qui émergent de la comparaison des jurys populaires français et italien ? Ils sont essentiellement de trois ordres. Premièrement, l’observation du « droit en mouvement » révèle que, malgré les similitudes des deux systèmes étudiés sur le plan théorique, la mise en œuvre pratique de la participation des citoyens au jugement des crimes est différente entre la France et l’Italie. Il est alors possible d’en détailler les mécanismes de fonctionnement au regard de la culture juridique de chacun des pays étudiés et en retour, les caractéristiques de chacun des jurys nous apportent des informations sur les mœurs démocratiques française et italienne. Deuxièmement, le jury populaire apparaît comme une « institution de sociabilité » pour les individus appelés à siéger temporairement à la cour d’assises. Cette dimension socialisante influence de manière décisive l’« expérience authentique » vécue par les jurés, et en fait une « expérience directe » de la souffrance d’autrui et du fonctionnement de la démocratie. Troisièmement, la comparaison des jurys criminels français et italien permet de rappeler la modernité et les enjeux actuels liés à la présence des profanes au sein de l’institution judiciaire. Le jury populaire peut être considéré comme une « institution bonne » capable à la fois de redonner de la crédibilité à l’institution judiciaire, de fournir aux acteurs professionnels la possibilité de « ré enchanter » leur quotidien, et enfin d’orchestrer une prise de conscience individuelle pour les jurés sur l’importance de leur participation pour le maintien du lien social
The purpose of the research is to compare French and Italian juries through a socio-anthropological study of judicial practice in criminal courts. It reports on the different experiences of jurors by carefully studying court procedure, as well as the interactions and relations between laymen and legal professionals within a session.What are the main findings that emerge from comparing French and Italian juries? They can broadly be divided into three parts. Firstly, observation of "the law in motion" reveals that, despite the theoretical similarities between the two systems, the practicalities of involving citizens in judging crimes are different in France and Italy. It is then possible to examine the mechanics in view of the legal culture in both countries and, in return, the characteristics of their juries give us an insight into France and Italy’s democratic values. Secondly, juries appear to be a "socializing institution" for individuals who are required to attend court. This element of socialization has a decisive influence on the "authentic experience" of jurors, making it a "direct experience" of the suffering of others and the functioning of democracy. Thirdly, comparing French and Italian juries provides an opportunity to reflect on modern times and the current issues surrounding the presence of laymen within the judiciary. Juries may be seen as a "worthy" institution able to restore the credibility of the judicial system, stimulate legal professionals and raise individual awareness amongst jurors of the importance of their participation in maintaining social cohesion
L’obiettivo di questa ricerca è di mettere a confronto la giuria popolare francese con quella italiana sviluppando uno studio socio-antropologico basato sulla pratica giudiziaria osservabile nelle corte d’assise. Si è cercato di mostrare le differenze nel modo di vivere l’esperienza di giurato osservando accuratamente, per ciascuno dei due contesti, il rituale giudiziario, le interazioni e le relazioni tra componenti laici e togati presenti durante una sessione. Quali sono i principali risultati che emergono del paragone delle giurie popolari francesi e italiane? Ne emergono soprattutto tre. Primo, sebbene ci siano delle somiglianze dell’impianto teorico su cui si fondano i due sistemi della giuria popolare, l’osservazione del “diritto in movimento” rivela quanto il loro funzionamento pratico sia diverso. Si descrivono nei dettagli i meccanismi del funzionamento della giuria popolare mettendoli in rapporto con la cultura giuridica di ogni paese mostrandoci, allo specchio, le caratteristiche dei loro costumi democratici. Secondo, la giuria popolare appare come un’“istituzione di sociabilità” per chi vi prende parte. La dimensione sociale influisce sull’“esperienza autentica” vissuta dai giurati agendo direttamente sul modo di percepire la sofferenza altrui e del funzionamento dei processi democratici. Terzo, il confronto tra giuria francese e italiana ci permette di porre l’accento sull’attuale modernità di questa istituzione e sulle sue implicazioni nella procedura penale. La giuria popolare può essere considerata come un’”istituzione buona” in grado di contribuire all’attendibilità del procedimento giuridico, di conferire autorevolezza alla pratica quotidiana dei magistrati togati e di indurre la consapevolezza, in ogni giudice popolare, dell’importanza della sua partecipazione attiva per il mantenimento del legame sociale
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Imanzadeh, Saber. "Effets des incertitudes et de la variabilité spatiale des propriétés des sols et des structures sur le dimensionnement des semelles filantes et des conduites enterrées." Phd thesis, Université Sciences et Technologies - Bordeaux I, 2013. http://tel.archives-ouvertes.fr/tel-00803563.

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Le sol présente une variabilité spatiale des propriétés physiques et mécaniques dont les effets sur des structures légères avec semelles filantes et sur les conduites enterrées ne sont pas bien pris en compte dans leur dimensionnement. Cette variabilité naturelle peut être très importante dans le cas de ces ouvrages car elle induit des tassements différentiels, dont les conséquences peuvent être dommageables : fissures dans les murs, les poutres ou encore des fuites dans les réseaux d'assainissement. La variabilité naturelle du sol et l'incertitude liée à la connaissance imparfaite des propriétés du sol et/ou du béton ou de l'acier de la structure sont les principales sources d'incertitude dans le choix des paramètres de calcul pour le dimensionnement de ces structures. Dans cette thèse, une approche analytique avec les méthodes probabilistes (FOSM et SOSM) et le modèle de Winkler, puis numérique avec le couplage de la méthode des éléments finis avec des approches géostatistiques ont été successivement menées pour modéliser le comportement des semelles filantes et des conduites enterrés lorsque les incertitudes sur les propriétés mécaniques du sol et de la structure sont prises en compte dans leur dimensionnement. Il apparait ainsi, l'importance du comportement longitudinal de ces ouvrages et du poids des incertitudes dans leur dimensionnement.
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