Academic literature on the topic 'Immagini dipinte'

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Journal articles on the topic "Immagini dipinte"

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Rotondi, Armando. "Werner Schroeter e Vincent Monnikendam: Il sangue di Napoli da una prospettiva straniera tra tradizione e internazionalismo." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 52, no. 2 (March 16, 2018): 537–51. http://dx.doi.org/10.1177/0014585818764112.

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Abstract:
Scopo del contributo è analizzare le differente immagini e “anime” di Napoli così come ritratte da due registi stranieri, il tedesco Werner Schroeter e il documentarista olandese Vincent Monnikendam, che hanno dedicato al “sangue di Napoli” due tra i loro lavori più importanti e celebri. In Neapolitanische Geschwister (1978), Schroeter crea una interessante saga familiare che va dal 1942 sino agli anni ’70, mescolando folklore napoletano, realismo, espressionismo ed elementi ella grande tradizione teatrale napoletana (come Raffaele Viviani), ma anche Bertolt Brecht, e una poetica tipica della produzione di Schroeter. In tempi relativamente più recenti, Vincent Monnikendam, nel documentario Zielen van Napels (2005), è interessato invece alle differenti anime della città e dei suoi cittadini, prendendo le mosse—nella sua descrizione—da suggestioni musicali e dall’arte di Caravaggio. Le immagini di Napoli dipinte dai due registi sono, allo stesso tempo, legate alla tradizione—ma vista da occhi esterni—in una prospettiva internazionale, lontana dalla visione oleografica e stereotipata della città.
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Piepoli, Luciano. "Paesaggi dipinti." Eikon / Imago 9 (July 3, 2020): 499–526. http://dx.doi.org/10.5209/eiko.73344.

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Abstract:
In questo articolo si esaminano le immagini relative a strade, insediamenti ed elementi del paesaggio dell’Apulia et Calabriaraffigurate nei segmenti 5,2-5 e 6,1-2 della Tabula Peutingeriana, carta stradale picta redatta tra la metà e la fine del IV secolo. L’Apulia et Calabria – regio istituita da Augusto e trasformata in provincia alla fine del III secolo – si sviluppava su un territorio corrispondente sostanzialmente a quello dell’odierna Puglia (Italia meridionale). Il repertorio iconografico è stato analizzato alla luce della documentazione storica, archeologica ed epigrafica nota sull’unità amministrativa romana e degli studi pregressi di carattere generale incentrati sulle peculiarità stilistiche e sull’interpretazione delle immagini raffigurate sulla Tabula.
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Senna, Paolo. "Quasi “una cosa sola”: Ragazza che precipita di Dino Buzzati fra racconto e immagine dipinta." Quaderns d’Italià 26 (December 3, 2021): 199–214. http://dx.doi.org/10.5565/rev/qdi.500.

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Abstract:
La relazione tra parola e immagine in Buzzati si esprime con i tratti di un marcato polimorfismo che prevede un ventaglio cospicuo di possibilità realizzative: da parole o blocchi di testo inseriti in quadri e disegni, a veri e propri rifacimenti in pittura di nuclei narrativi omogenei precedentemente trattati in un testo scritto o, viceversa, rielaborazioni in chiave narrativa di immagini preesistenti. Tra i diversi casi di tali “riscritture” o “rifacimenti”, Ragazza che precipita appare significativo per osservare da vicino l’officina buzzatiana. Al racconto, uscito in prima istanza sul Corriere della Sera nel 1960 (e da qui ripreso in Il colombre nel 1966), Buzzati fece seguire nel 1962 un dipinto dal medesimo titolo. L’articolo presenta un’analisi sinottica delle due realizzazioni evidenziandone le sovrapposizioni e i significativi scostamenti, ponendo in evidenza i valori costitutivi e i richiami intertestuali.
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Pace Gravina, Giacomo. "L'Arcadia di Vincenzo Simoncelli." LawArt 1, no. 1 (January 30, 2020): 180–205. http://dx.doi.org/10.17473/lawart-2020-1-7.

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Abstract:
Il saggio indaga un trittico, opera del pittore scandinavo Christian Meyer Ross del 1898, per identificare le molteplici connessioni tra Arte, Storia e Diritto celate nel dipinto. Le immagini della Madonna, del Bambino Gesù e di S. Rocco, infatti, velano l’identità di importanti giuristi e di loro congiunti, consentendo all’autore di mettere in luce personaggi ed eventi rilevanti per la storia giuridica.
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Delledonne, Nicola. "L’arte del realismo onirico: architettura, pittura e letteratura nell’opera di Arduino Cantàfora." Quaderni d'italianistica 38, no. 1 (October 18, 2018): 223–50. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v38i1.31167.

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Abstract:
Il presente contributo critico interpreta l’opera di Arduino Cantàfora (1945) — architetto, pittore e scrittore — attraverso la nozione di realismo onirico, coniata per evidenziare la propensione dell’artista milanese a trasfigurare gli elementi della realtà secondo un processo tipico del mondo dei sogni. Tra l’inizio degli anni Settanta e la fine degli anni Ottanta del Novecento, egli affina una tecnica di lavoro destinata a diventare una peculiarità del suo modo di operare: prima progetta architetture, poi le dipinge e, infine, ne trae spunti per componimenti letterari. La sua è una ricerca che sottende una riflessione sullo spazio e sul tempo, ma, soprattutto, sulla frammentazione di queste due entità e sulla ricomposizione dei frammenti spaziali e temporali in un nuovo contesto. In ogni opera — per lo più racconti accompagnati da dipinti di architettura, ma anche grandi tele per mostre di pittura nonché libri di narrativa — ne sortisce un effetto straniante che sembra voler avvertire il lettore o l’osservatore dell’esistenza di una realtà onirica accanto a quella fattuale. È la realtà del ricordo che, trasformato dal trascorrere del tempo, diviene materiale per la creazione artistica. Il ‘ricordare’ così concepito, però, non è il risultato di una nostalgia insoddisfatta, bensì lo strumento attraverso cui l’artista avanza le sue personali idee di architettura, pittura e letteratura. Ecco allora che dietro l’apparenza malinconica delle immagini e le narrazioni allucinate prende corpo un’idea di città fatta di molte sedimentazioni storiche, nella quale il ricordo personale diviene memoria collettiva. Non solo. Esso diventa anche la testimonianza di una lotta per la città nel momento in cui la città si appresta a scomparire, subissata dalla metropoli, dalla megalopoli o, più banalmente, dal territorio diffuso. Tutte le opere menzionate nell’articolo suonano come un monito a non dimenticare quella città. Forse anche a sognarla.
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Milani, Matteo. "I quadri poetici di «Generale» di Francesco De Gregori." Carte Romanze. Rivista di Filologia e Linguistica Romanze dalle Origini al Rinascimento 10, no. 2 (December 23, 2022): 377–400. http://dx.doi.org/10.54103/2282-7447/18730.

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Abstract:
Con Generale (singolo di apertura dell’album De Gregori, 1978), Francesco De Gregori dipinge «un mare di immagini di altissimo linguaggio poetico in canzone, violente, esplosive, immediate, da non starci a pensare su». Questa struggente successione di quadri poetici e musicali (la collina, il treno, il Natale, le lacrime e il ritorno), una delle piú intense della tradizione cantautoriale italiana, trova la sua guida testuale e ritmica in un delicato, ma saldo equilibrio di strutture metriche, figure retoriche e scelte lessicali, interne alle singole strofe e trasversali all’intero componimento: la loro decodifica può aiutare a comprendere la forza incalzante di questa «gran canzone di pace» (Roberto Vecchioni).
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Tronina, Antoni. "Biblijne przesłanie obrazu Miłosierdzia Bożego." Verbum Vitae 3 (January 14, 2003): 255–66. http://dx.doi.org/10.31743/vv.1968.

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Abstract:
La presente meditazione mostra lo sfondo biblico della immagine della Misericordia Divina, dipinta secondo le visioni di Santa Faustina. Il Cristo glorioso si fa vedere come un sacerdote, anzi il sommo sacerdote del’Antico Testamento. Dalla tradizione giudaica (Flavio Giuseppe e alcuni scritti esseni) sappiamo, che il pettorale del sommo sacerdote radiava durante la liturgia del Giomo dell’Espiazione. Nel Nuovo Testamento la Lettera agli Ebrei ci mostra il Mistero Pasquale della morte e risurrezione di Gesii Cristo come un antitipo del rituale biblico. I due raggi usciti dal cuore di Gesu simboleggiano la sua misericordia verso gli uomini e la sua fedelta al Padre (cf. Ebr 2, 17).
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Dunlop, Anne. "Pinturicchio and the pilgrims: devotion and the past at Santa Maria del Popolo." Papers of the British School at Rome 71 (November 2003): 259–85. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200002464.

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Abstract:
PINTURICCHIO E I PELLEGRINI: LA DEVOZIONE E IL PASSATO A SANTA MARIA DEL POPOLOQuesto studio esamina le cappelle dei Cardinali Domenico e Girolamo Basso della Rovere in Santa Maria del Popolo a Roma, chiesa ricostruita sotto il pontificato di Papa Sixtus IV della Rovere negli anni Settanta del XV secolo. Le cappelle datano rispettivamente all'inizio e alla metà degli anni Ottanta del XV secolo, e sono attribuite all'artista umbro Pinturicchio, uno dei favoriti della curia della Rovere. Gli studi precedenti delle cappelle si sono prevalentemente occupati dell'abilità dell'artista nel realizzare architetture fittizie e dell'uso esteso di grottesche, ma non si sono mai soffermati a lungo sulle scene devozionali all'interno di esse. Questo articolo riconsidera l'opera dei della Rovere nella ricostruzione della chiesa, inclusa la sua importanza come luogo di pellegrinaggio, per sostenere che la distinzione moderna tra immagini votive e architetture fittizie mal rappresenta l'idea del Quattrocento di dipinti ‘classici’ innovativi, mentre potrebbero entrambe derivare da bisogni ben precisi della Chiesa.
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Mackie, Gillian. "Warmundus of Ivrea and episcopal attitudes to death, martyrdom and the millennium." Papers of the British School at Rome 78 (November 2010): 219–63. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200000878.

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Abstract:
Sommarii:Warmundo, vescovo di Ivrea nella seconda metà del X secolo, è conosciuto per i suoi ampi successi come patrono dell'architettura e del volume illustrato. Fu anche poeta. Questo articolo si focalizza sull'ultimo periodo della vita di Warmundo, quando ha fornito nuovi libri liturgici per la sua cattedrale. Le illustrazioni che scelse per il suo Sacramentario rivelano che in vecchiaia la sua attenzione era rivolta alia morte, sia del semplice Cristiano sia dei martiri della fede. Due serie di miniature dal Sacramentario sono senza un confronto tra i manoscritti del suo tempo sopravvissuti. Un gruppo di dieci miniature illustra, in sequenza, le preghiere liturgiche da usare nella malattia e nella morte, mentre un'unica serie di tre miniature a piena pagina accompagna il testo per il giorno di Tutti i Santi e dipinge la sofferenza dei martiri con dettaglio grafico. lo esamino le possibili fonti per queste immagini nei manoscritti e nell'arte monumentale, e anche nella lerteratura, in particolare nelLiber Peristephanondi Prudentio. Possibili influenze sulla scelta dell'immaginario di Warmundo comprendono la sua età avanzata, il clima politico scombussolato e pericoloso dei suoi giorni e l'approccio al regno millenario, con associate le sue paure che la fine del mondo fosse vicina. Tutti questi fattori sono esaminati nel contesto delle illustrazioni che egli sceglie per i suoi manoscritti. I suoi interessi, come dimostrato in queste illustrazioni, possono ben essere stati condivisi con altri vescovi della sua era meno ben documentati, il cui lavoro non è sopravvissuto.
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Albrile, Ezio. "Tingere l’anima." ARYS: Antigüedad, Religiones y Sociedades, no. 13 (October 5, 2017): 189. http://dx.doi.org/10.20318/arys.2017.3846.

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Abstract:
Resumen: Una piccola chiesa nell’Italia del nord (a Valdurna-Durnholz, nei pressi di Bolzano) esibisce dei dipinti risalenti al XV secolo in cui si ripresentano antichi motivi gnostico-alchemici. In essi un angelo lava l’anima e le impartisce un battesimo celeste, una immagine che troviamo anche in un testo della biblioteca di Nag Hammadi, il Vangelo di Filippo, in cui la purificazione dell’anima e descritta nei termini di un lavaggio e di una immersione in una sostanza detergente; un lessico che trae origine dalle operazioni di lavaggio e di tintura dei tessuti, in particolare dalle manipolazioni di natura alchimica. Ermetismo alchemico, gnosticismo e cristianesimo condividono infatti un comune intento soteriológico che si e trasmesso all’Occidente in forme spesso difficili da decifrare.Abstract: In a little church of northern Italy (in Valdurna-Durnholz, near Bolzano) we can find paintings from the fifteenth century where we have ancient Gnostic-Alchemical themes, again. These works, show an angel washing a soul and gives it the heavenly baptism, something that we find also in a Nag Hammadi text as the Gospel of Philip. In this text, the soul’s purification is described as an act of washing and dipping in a cleansing substance; this is a lexicon coming from the washing and the dying of clothes, and particularly from the Alchemical manipulations. Alchemical Hermeticism, Gnosticism and Christianity share a common soteriological view which has been passed to the West in ways often difficult to understand.Parole chiave: Arte cristiana, Gnosticismo, Testi di Nag Hammadi, Alchimia, ErmetismoKey words: Christian Art, Gnosticism, Nag Hammadi texts, Alchemy, Hermeticism
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Dissertations / Theses on the topic "Immagini dipinte"

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De, Marchi Laura <1984&gt. "Mari dipinti e immagini sacre nella cartografia : per una storia di carte, atlanti e planisferi miniati a Venezia nel XIV e XV secolo." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10357.

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Abstract:
La tesi prende in esame gli esemplari di cartografia nautica eseguiti a Venezia tra il secondo decennio del XIV secolo e la metà del secolo XV, concentrando l’attenzione sull’aspetto artistico di questi manufatti, spesso miniati. L’obiettivo è quello di evidenziare e chiarire la nascita di un ramo dell’arte della miniatura dedicato alla cartografia nautica, caratterizzato da una propria iconografia e iconologia.
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ZAPPASODI, EMANUELE. "Sorores reclusae: spazi di clausura e immagini dipinte in Umbria fra XIII e XIV secolo." Doctoral thesis, 2015. http://hdl.handle.net/2158/1008402.

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PANIZON, ERMANNA. "Figure senza nome nelle storie dipinte del Cinquecento italiano." Doctoral thesis, 2014. http://hdl.handle.net/2158/870721.

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Abstract:
La ricerca indaga il problema della fedeltà al testo sacro nella pittura del Cinquecento italiano attraverso lo studio della letteratura artistica coeva e delle opere pittoriche analizzando in particolare il problema dell'inclusione di figure e scene non pertinenti al soggetto iconografico e la marginalizzazione della storia principale in favore delle scene di contorno.
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Books on the topic "Immagini dipinte"

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Ricciardi, Maria Luisa. Biblioteche dipinte: Una storia nelle immagini. Roma: Bulzoni, 1996.

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Visioni dipinte: Immagini della contemplazione negli affreschi di Bawit. Roma: Viella, 2000.

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Storie dipinte e immagini parlate: Echi ticinesi di iconografia carliana. Busto Arsizio (VA): Nomos edizioni, 2022.

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La scuola di Spoleto: Immagini dipinte e scolpite nel Trecento tra Valle Umbra e Valnerina. Perugia: Quattroemme, 2015.

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Anna, Modena, ed. Alfonso Gatto: Poesia e pittura : manoscritti, immagini,documenti, dipinti. Varzi: Guardamagna, 1993.

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Marco, Fagioli, and Marini F, eds. Immagini del tempo passato: Una raccolta toscana di dipinti antichi. Firenze: AIÓN, 2005.

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Raineri-Seith, Roberto. Ticino graffiti: Immagini dell'ultimo Ticino scritto e dipinto sui muri. Locarno: Edizioni ZETA, 1992.

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Tiziani, Giannino. Le immagini della Vergine: Dipinti del territorio della Diocesi di Viterbo. Viterbo]: Edizioni ArcheoAres, 2014.

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9

Boskovits, Miklós. Immagini da meditare: Ricerche su dipinti di tema religioso nei secolo XII-XV. Milano: Vita e pensiero, 1994.

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10

Il Monte Calvario di Colomba da Rieti: Immagini a stampa e legno dipinto a Perugia (1501). Spoleto: Fondazione Centro italiano di studi sull'alto Medioevo, 2019.

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