Academic literature on the topic 'Immaginario sociale'

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Journal articles on the topic "Immaginario sociale"

1

Liviabella Furiani, Patrizia. "Le donne eschilee in guerra tra immaginario e realtà sociale." Euphrosyne 18 (January 1990): 9–22. http://dx.doi.org/10.1484/j.euphr.5.126492.

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2

Scavarda, Alice, Raffaella Ferrero Camoletto, and Vulca Fidolini. "Stranieri a tavola? Ridefinire i confini identitari attraverso le narrazioni alimentari." MONDI MIGRANTI, no. 2 (August 2021): 135–48. http://dx.doi.org/10.3280/mm2021-002008.

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Abstract:
Attraverso l'analisi di tre casi di studio che utilizzano tre approcci qualitativi diversi (l'intervista, la photovoice, l'etnografia virtuale), il presente articolo mostra come l'alimentazione nell'esperienza migratoria possa fungere da spazio, sociale e vir-tuale, reale e immaginario, per rivendicare confini simbolici che possono essere costruiti in modo nostalgico o riaffermati in quanto tratto distintivo che differenzia chi migra dall'autoctono. Allo stesso tempo, il cibo può operare come terreno di incontro e di ibridazione di tradizioni diverse, disvelando versanti talvolta insoliti o nascosti dei processi migratori.
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3

Manghi, Sergio. "Liberi, liberi. Tra violenza e fraternitŕ." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 14 (September 2010): 55–68. http://dx.doi.org/10.3280/eds2010-014005.

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Abstract:
Dal 1945 ad oggi, le nostre societŕ e il nostro immaginario collettivo sono cambiati profondamente. Ed č cambiato anche il modo di significare la violenza smisurata che ha fatto il suo ingresso nella storia con le bombe di Hiroshima e Nagasaki, nel frattempo proliferate. All'immaginario postbellico, caratterizzato da aspettative di forte integrazione sociale e da un rapporto protettivo, "pater-materno", tra individui e istituzioni, č seguito l'immaginario degli anni '60 e '70, caratterizzato dal dilagare del desiderio "filiale" di indipendenza e di libertŕ. A partire dai primi anni '80, la spinta libertaria č stata incorporata, trasformata e sublimata dall'immaginario "neo-liberale" del capitalismo tecnonichilista (Magatti). Con questa inedita configurazione sociale, caratterizzata dal convergere delle spinte libertarie - radicalmente individualizzate, frammentate ed estetizzate ("godimento cinico": "i"ek) - e degli apparati tecnologici sviluppati in tutti gli ambiti della vita, incluso quello militare, ormai potentemente nuclearizzato, il nichilismo profetizzato da Nietzsche tende a permeare l'immaginario collettivo. Nelle nostre relazioni, dal livello internazionale a quello interpersonale, emerge una nuova sfida: la sfida della fraternitŕ. La sfida del riconoscimento reciproco tra i "figli" in uscita - auspicabilmente - dall'adolescenza della libertŕ.
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4

Palmisano, Danilo. "Per una critica della vittima. Percorsi di accoglienza fra immaginario vittimario e politica del sospetto." WELFARE E ERGONOMIA, no. 2 (January 2021): 20–30. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-002003.

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Abstract:
L'articolo presenta alcune osservazioni nate da analisi teoriche e esperienze on field avute dall'autore negli ultimi dieci anni grazie a una ricerca di dottorato condotta dal 2015 al 2018 sulle migrazioni di minori stranieri non accompagnati, oltre a osservazioni sul campo rac-colte durante l'esperienza dell'autore come operatore sociale nei centri di accoglienza dal 2010 al 2015. L'approccio adottato è di tipo qualitativo con l'utilizzo di storie di vita e di os-servazioni partecipanti. L'articolo analizza il sistema di accoglienza che i migranti incontrano una volta arrivati sul territorio italiano: un contesto poroso, con finalità molteplici, in cui istanze securitarie e istanze umanitarie si saldano. In questo quadro il riconoscimento delle vittime della violenza migratoria avviene in un contesto problematico, costantemente in tensione tra stereotipi vitti-mari e politiche del sospetto.
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5

Mazzoli, Gino. "Senza corpo né tempo. Avventure della psiche individuale e sociale nell'epoca delle nuove tecnologie." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 2 (September 2020): 7–31. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2020-002002.

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Abstract:
La rivoluzione delle nuove tecnologie non ha l'aria di essere una delle tante svolte nella storia dell'umanità. È come se l'invenzione della ruota, del treno, dell'elettricità e del computer si fossero unificate come forza d'impatto e moltiplicate per un numero infinito di volte. Non stiamo parlando di una singola invenzione, ma di una catena di invenzioni a getto continuo. La velocità con cui vengono introdotte queste innovazioni impedisce un adattamento emotivo e cognitivo sul piano sia individuale che sociale. In particolare, le due variabili essenziali dell'esperienza umana (spazio e tempo) sembrano venire espulse. Questa rivoluzione impatta un immaginario collettivo dominato dalla bulimia di esperienze, beni e diritti che viene espanso all'ennesima potenza dalla performatività tecnologica. E tuttavia questa scena (vissuta in modo inconsapevole, a prezzo di nuovi disturbi psichici come la depressione che è diventata la malattia più diffusa nell'Occidente) è stata sospesa dal Covid, uno stop globale che ha consentito a tutti di vedere il brodo culturale in cui eravamo immersi e di nominare i problemi che ci attraversano. In particolare, la tenuta psichica dell'individuo può essere posta come un nodo politico che riguarda tutti. Una considerazione disincantata della scena può consentire di vedere il virtuale come veicolo non solo di manipolazione e bilocazione fuorviante in realtà aumentate e second life, ma anche come sviluppo della dimensione interiore. Proprio al culmine di una deriva antiumana si apre dunque uno spazio per far transitare nel nuovo mondo in arrivo la specificità e la complessità della nostra specie.
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6

Prina, Federico. "«Amnesia in Fancy Dress»: il pageant in Between The Acts di Virginia Woolf e in Wigs on the Green di Nancy Mitford." ACME 74, no. 1 (November 26, 2021): 181–200. http://dx.doi.org/10.54103/2282-0035/16797.

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Abstract:
Il saggio si pone come obiettivo l’analisi della rievocazione storica, il pageant, e del suo significato all’interno di due romanzi inglesi dell’interwar period: Between the Acts (1941) di Virginia Woolf e Wigs on the Green (1935) di Nancy Mitford. Il pageant ha rivestito un ruolo di primo piano nell’Inghilterra degli anni compresi fra le due guerre, assurgendo a simbolo della tradizione inglese e della Englishness,e trovando, inoltre, un forte riscontro nella letteratura di quel periodo. In Between the Acts, la rievocazione storica messa in scena da Miss La Trobe nel cuore della campagna inglese, sul prato di Pointz Hall, è il riflesso del caos ineluttabile che contraddistingue la condizione umana nel mondo moderno e del profondo senso di solitudine e di isolamento della società inglese sull’orlo della Seconda Guerra Mondiale. Mitford utilizza invece il pageant come strumento per smascherare l’inconsistente ideologia nazionalista del fascismo inglese di quegli anni, considerata dalla scrittrice solo vuota retorica priva di uno scopo concreto, e rappresentata, in Wigs on the Green, dal personaggio di Eugenia Malmains, la più ricca ereditiera inglese – versione romanzesca della sorella della scrittrice, la fascista Unity Valkyrie – fervente sostenitrice di Captain Jack e delle Union Jackshirts, partito fascista immaginario basato sulla British Union of Fascists di Sir Oswald Mosley. Partendo da una breve introduzione del pageant e del ruolo che riveste nella letteratura inglese degli anni ’30, si passa poi alla sua contestualizzazione all’interno delle opere di queste due scrittrici, focalizzandosi, in particolare, sul significato che assume in relazione al quadro storico-politico, culturale e sociale.
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Giuffrč, Martina. "Immagini dell'Altrove a Capo Verde: Terra Longe e Terra Mamaizinha." MONDI MIGRANTI, no. 3 (March 2011): 131–45. http://dx.doi.org/10.3280/mm2010-003009.

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Abstract:
L'immigrazione č un elemento strutturale della societŕ capoverdiana attorno al quale č stato costruito un diffuso immaginario sia in campo letterario-poetico che nel corpus di racconti tradizionali. In questo saggio metterň in luce come il fenomeno migratorio sia, per coloro che restano a Capo Verde, un processo fortemente polisemico e ambivalente tanto nelle pratiche sociali quanto sul piano simbolico. In particolare tratterň del potere aggiunto che viene attribuito alle persone e alle cose che provengono da fuori, dell'immaginario che si costruisce attorno all'Altrove (Terra Longe) e al luogo d'origine (Terra Mamaizinha) e dei cambiamenti che questo immaginario ha subito da quando l'altrove č diventato terreno di pratiche femminili.
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8

Ridgway, David. "Theorizing Pontecagnano - MARIASSUNTA CUOZZO, REINVENTANDO LA TRADIZIONE. IMMAGINARIO SOCIALE, IDEOLOGIE E RAPPRESENTAZIONE NELLE NECROPOLI ORIENTALIZZANTI DI PONTECAGNANO (Pandemos s.r.l., Via Magna Grecia, 84063 Paestum 2003). Pp. 280, pls. 12, figs. 36, 10 loose folded pls. ISBN 88-87744-02-5. Eur. 65." Journal of Roman Archaeology 18 (2005): 451–55. http://dx.doi.org/10.1017/s1047759400007480.

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9

Musarň, Pierluigi. "Oltre la mappa. Spazio urbano e prosumerismo creativo in rete." SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE, no. 43 (September 2012): 120–34. http://dx.doi.org/10.3280/sc2012-043008.

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Abstract:
Illustrando i risultati del progetto di ricerca interdisciplinare Self-Mapping, il saggio analizza il ruolo delle nuove tecnologie e dei processi sociali di costruzione partecipata dell'immaginario turistico, con particolare attenzione allo studio delle modalitŕ di fruizione e attraversamento dello spazio urbano. Muovendo dalla rappresentazione cartografica, il saggio evidenzia come alcune pratiche di prosumerismo creativo possano animare lo spazio urbano, facendolo diventare una rete di luoghi e comportamenti significativi, e creando un immaginario del luogo che viene alimentato dallo storytelling e dalla relazionalitŕ sui blog e sui social network.
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Zanolin, Giacomo. "La natura e l' immaginario: le aree protette come costruzioni sociali." RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no. 2 (June 2021): 85–101. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa2-2021oa12034.

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Abstract:
L'articolo propone alcune riflessioni sul significato delle aree protette nella prospettiva teorica della social nature. A partire dall'idea che la natura non ha valore in sé, ma è un costrutto culturale, viene qui presentata una discussione teorica basata su tre temi chiave, che offrono l'occasione per riflettere sul potenziale ruolo delle aree protette come elementi di una realtà costruita socialmente e come strumenti funzionali alla territorializzazione contemporanea. Le finalità teoriche sono perseguite attraverso l'analisi sintetica di un caso di studio: il Sistema Parchi dell'Oltrepò Mantovano. Il progetto innovativo che hagenerato questa esperienza singolare e il peculiare approccio alla preservazione e alla promozionedel patrimonio che la contraddistinguono, offrono pertanto spunti di riflessione utili a sostenere e rafforzare l'idea che le aree protette possono assumere un ruolo chiave nella costruzione e nella promozione di una visione alternativa di ciò che è naturale, contribuendo alla produzione di un immaginario collettivo fondato sull'ibridazione tra società e natura.
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Dissertations / Theses on the topic "Immaginario sociale"

1

JABER, LEMA ABDULMUTTALEB YOUSEF. "THE ROLE OF IMAGINARIES IN SHAPING POWER RELATIONS IN URBAN PLANNING PROCESSES." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2022. http://hdl.handle.net/10281/378152.

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Abstract:
Questa ricerca ha l'obiettivo di esplorare il ruolo degli immaginari sociali in un contesto urbano con un obiettivo strategico per contribuire alla teoria della pianificazione urbana, specialmente con i suoi attuali sforzi dedicati ad affrontare le sfide urbane esistenti. Il significato delle relazioni di potere nel processo di pianificazione, che sono ancora ambigue, è un elemento chiave quando si interpreta l'impatto dei processi di pianificazione urbana. Si sostiene che il luogo in cui un processo di pianificazione viene attuato sia un potente fattore di stabilizzazione per quanto riguarda le pratiche sociali e l'identità del luogo. Quindi, i luoghi non sono volumi fisici; essi portano caratteristiche intangibili attraverso la stabilizzazione dell'identità e dell'attività sociale. In altre parole, hanno un immaginario collettivo. L'urbanistica si occupa del luogo come oggetto di pianificazione escludendo alcune delle sue caratteristiche particolari come le sue specifiche, il suo tipo, la sua identità, le pratiche sociali che si svolgono in un luogo e i suoi regolamenti. Questa ricerca mira a mappare e comprendere gli immaginari sottostanti di un luogo sottoposto a un processo di pianificazione urbana nel contesto urbano del Sud globale. Sostiene che un fenomeno come quello dei venditori ambulanti può essere meglio spiegato e analizzato quando gli immaginari del luogo sono in gioco per spiegare i cambiamenti nelle relazioni di potere.
This research has an objective of exploring the role of social imaginaries in an urban context with a strategic goal to contribute to the urban planning theory especially with its current dedicated efforts to facing the existing urban challenges. The significance of power relations in the planning process, which are still ambiguous is a key element when interpreting the impact of urban planning processes. The place where a planning process is implemented is claimed to be a powerful stabilizing factor with regards to social practices and place identity. Therefore, places are not physical volumes; they carry intangible characteristics through stabilizing the identity and social activity. In other words, they have collective imaginary. Urban planning deals with place as a planning object excluding some of its particular characteristics such as its specifications, its type, its identity, the social practices that are held in a place and its regulations. This research aims for mapping and understanding the underlying imaginaries of a place undergoing an urban planning process in the Global South urban context. It argues that a phenomenon such as street vending can be better explained and analyzed when place imaginaries are at play to explain the changes in power relations.
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RIVA, FEDERICA. "Agri-culture della montagna e paesaggi di genere nel Garhwal Himalaya." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2010. http://hdl.handle.net/10281/196449.

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Abstract:
La tesi “Agri-culture della montagna e paesaggi di genere nel Garhwal Himalaya” è uno studio sulle dimensioni sociali dell’agricoltura himalayana con particolare attenzione alle dinamiche di genere che la caratterizzano. Pratiche agricole, rituali connessi alla produttività, modelli di sviluppo, immaginari collettivi e movimenti sociali sono le lenti attraverso cui viene analizzata la trasformazione radicale delle culture contadine dell’India Nord-occidentale.
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3

SMALDONE, ALBERTO. "La narrazione politica tra i media: il contratto sociale nella società della comunicazione." Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11573/1247583.

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Abstract:
La narrazione politica nella società della comunicazione assume un ruolo rilevante nella costituzione simbolica della sfera pubblica. Tale performance narrativa sviluppa potenzialità infinite attraverso metodi di affabulazione sempre più pervasivi. L’habitat mediale contemporaneo abilita un discorso politico che agisce su due piani strettamente complementari: forma e contenuto. Nel primo caso la messa in scena politica compone un’enunciazione sia a livello di canale mainstream classico (Stampa, televisione), sia avventurandosi nella dimensione del web e nei social network sites creando uno spazio di mediazione con l’elettorato in grado di costruire e decostruire determinati significati. La liquefazione dei sistemi esperti e la compresenza di infinite narrazioni costituiscono un campo di azione ermeneutica dove la politica deve necessariamente adattarsi enunciando meta-narrazioni in grado di raffigurare un tema specifico per costruire la propria identità ed agire nello spazio simbolico dell’immaginario per la creazione di un percorso politico pertinente. Nel secondo caso, la narrazione politica diventa un progetto definitivo di storytelling: la realizzazione di un’architettura narrativa, una storia potenzialmente infinita e serializzata che presenta per l’elettorato di riferimento un ambiente di mediazione simbolico-culturale accessibile attraverso molteplici punti di ancoraggio narrativo. La narrazione della classe dirigente rappresenta un’esperienza proiettata nell’effervescenza dell’immaginario, dalla forte vocazione simbolica; la messa in scena dello spazio politico consolida un political drama basato su un principio di spettacolarizzazione dei temi politici. Le modalità del racconto dirigenziale dipingono il Paese orientato al presente presentando un conflitto serializzato tra i protagonisti politici che diventano personaggi carismatici, tesi a duellare all’interno dell’arena mediatica in base al topic della puntata quotidiana di riferimento, ridistribuendo un capitale simbolico in grado di orientare il dibattito pubblico all’interno di frames definiti. Obiettivo del lavoro è indagare le modalità di rappresentazione della classe politica nella postmodernità delineando una separazione tra rappresentazione ed essere della classe dirigente. Il lavoro opera un’analisi dello storyelling delle rappresentazioni politiche dell’Italia contemporanea partendo dal referendum costituzionale del 2016 e approdando alle elezioni del 4 marzo del 2018. Scopo della ricerca è condurre un’analisi delle rappresentazioni dei gruppi di potere partecipanti al conflitto elettorale per elaborare determinate strutture universali in grado di decodificare l’immaginario del populismo composto dall’archetipo élite- popolo. Tale struttura narrativa diventa volano portante del lavoro in grado di suggerire le stereo tipizzazioni dei protagonisti del viaggio antro politico, mettendo in scena un conflitto tra i rappresentanti di un potere consolidato e parassitario (“casta”) contro un tragitto antropologico costituito da promesse di ricostituzione retro topiche basate sul superamento di minoranze di potere, accusate d’impedire al “popolo sovrano” di generare un comando attivo su determinate attività politiche. In tale scenario mediatico la politica rappresenta se stessa come un genere ben definito in grado di concettualizzare il viaggio di un eroe, leader delle masse per tratteggiare una riformulazione del contratto sociale con l’elettorato all’interno di una cornice intepretativa che espande il proprio valore nella produzione immaginale. L’immaginario politico diventa il corpo della ricerca da interrogare, vivisezionare e osservare per evidenziare strutture narrative performanti dell’azione politica in grado di generare una relazione con l’elettorato attraverso un’immagine specifica. Il patto finzionale diventa la relazione della maschera politica da stabilire con l’elettorato di riferimento in grado di modellare un ponte narrativo da attraversare per la realizzazione del consenso. Il lavoro espone mediante un approccio ermeneutico le modalità di narrazione delle élite governative all’interno di un contesto di destrutturazione dei sistemi esperti, di meta narrazioni e di post-partiti politici che ricorrono ad una serie di immaginari predefiniti per riformulare una connessione con il proprio elettorato seguendo dinamiche post-fattuali. Lo storytelling diventa metodo di affabulazione e chiave intepretativa in grado di analizzare le forme della funzione politica come struttura narrativa dedita alla creazione di comunità immaginate all’interno di un percorso postfattuale.
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4

PISTONE, FRANCESCA. "Made in Casaletto. Itinerari etnografici tra i “fatti” comunicativi e gli immaginari socio-sanitari locali di un Servizio Disabili della ASL." Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11573/1190586.

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Abstract:
Documentare la disabilità in un particolare contesto istituzionale, archiviando e descrivendo pratiche, rappresentazioni ed esperienze di una comunità di “cura” è l’itinerario principale che seguo lungo le tre parti di questa tesi. Nella Parte I, con l'Introduzione, dopo aver mostrato la pertinenza di un approccio antropologico al tema, evidenzio le cornici teoriche che utilizzo nella descrizione dell'accadimento-disabilità (in un’ottica necessariamente trans-disciplinare), sull'onda dell'orizzonte comunicativo e discorsivo del suo farsi, situandola storicamente e promuovendo tra le righe un’attività interpretativa come forma di cittadinanza istituzionale. Nella Parte II della tesi viene descritta la dinamica del processo istituzionale di presa in carico (dal costrutto linguistico culturale su cui si basa, agli effettivi scambi corporei che avvengono dentro le stanze del Servizio Disabili) e l'organizzazione del centro diurno in quanto spazio pubblico abitato, dentro una pratica di cura socio-riabilitativa che cerco di delineare nelle sue componenti spazio-temporali e relazionali. Nella Parte III l'etnografia si muove parallela ad uno sguardo più critico che anticipa le conclusioni analitiche e propositive di questa tesi, per arrivare a proporre un salto linguistico da una concezione bio-psico-sociale della disabilità ad una sua ulteriore calibrazione culturale, che pone l’accento sul suo farsi e disfarsi in un certo luogo. Dentro i percorsi del visual activism, racconto quindi la nascita del brand “Made in Casaletto” e il suo possibile uso per muoversi tra i luoghi simbolici e reali della disabilità, come metafora visuale per ipotizzare percorsi formativi a partire dal patrimonio narrativo del Casaletto.
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Books on the topic "Immaginario sociale"

1

D, Breschi, ed. L' Immaginario mafioso: La rappresentazione sociale della mafia. Bari: Dedalo, 1986.

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2

Dallo Stato sociale allo Stato immaginario: Critica della "ragione funzionalista". Torino: Bollati Boringhieri, 1994.

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3

Maher, Vanessa. Dalle parole ai fatti: Il linguaggio fra immaginario e agire sociale. Torino: Rosenberg & Sellier, 2014.

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4

Sorlin, Pierre. Gli italiani al cinema: Immaginario e identità sociale di una nazione. [Mantua, Italy]: Tre lune, 2009.

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5

Gli italiani al cinema: Immaginario e identità sociale di una nazione. [Mantua, Italy]: Tre lune, 2009.

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6

Maurizio, Agamennone, ed. I poeti contadini: Introduzione all'ottava rima popolare : immaginario poetico e paesaggio sociale. Roma: Bulzoni, 1986.

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7

Maggio, Sebastiano. L' immaginario percettivo: L'organizzazione sociale ed economica dello spazio terrestre in Sicilia. Catania: Cooperativa universitaria editrice catanese di magistero, 1988.

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8

Reinventando la tradizione: Immaginario sociale, ideologie e rappresentazione nelle necropoli orientalizzanti di Pontecagnano. Paestum (Salerno): Pandemos, 2003.

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9

Torino, Università di, and Nov bulgarski universitet. I︠U︡goiztochnoevropeĭski t︠s︡entŭr za semiotichni izsledvanii︠a︡, eds. Immaginario. Roma: Aracne, 2011.

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10

Olivieri, Achille. Immaginario e gerarchie sociali nella cultura del '500. Verona: Libreria universitaria editrice, 1986.

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Book chapters on the topic "Immaginario sociale"

1

Dardi, Marco. "Il fascismo immaginario di Odon Por." In Studi e saggi, 119–48. Florence: Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-455-7.05.

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Abstract:
A minor but frequent editorialist and contributor to the Fascist press over the 1930s, Odon Por reached the apex of his visibility when he joined Ezra Pound in the attempt to promote policies based on Major Douglas’s Social Credit and Silvio Gesell’s Stamp Scrip. Drawing on various archival sources, the chapter reconstructs Por’s international background, the political protections that allowed him to occupy comfortable positions in the regime’s institutions, and his ideological itinerary from revolutionary syndicalism to guild socialism and from here to a fascism which was more imagined than real. His case is a typical illustration of the appeal that the Italian corporatist model held for anti-capitalist movements in inter-war Europe.
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2

Altobelli, Dario. "L’inconscio sociale e la dimensione urbana. Utopia, immaginario e temporalità della città nell’adesso pandemico." In La città e l’inconscio nell’era globale. Germanistica in dialogo multidisciplinare, 33–60. Milano University Press, 2023. http://dx.doi.org/10.54103/milanoup.92.93.

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Reports on the topic "Immaginario sociale"

1

Vallerani, Sara, Elizabeth Storer, and Costanza Torre. Considerazioni chiave: equità e partecipazione nella promozione della vaccinazione per il covid-19 tra le persone razzializzate e senza documenti. SSHAP, May 2022. http://dx.doi.org/10.19088/sshap.2022.025.

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Abstract:
Questo documento espone alcune considerazioni a proposito della promozione dei vaccini per il SARS-CoV-2 e delle strategie per garantirne un’equa distribuzione tra gli immigrati senza documenti residenti in Italia e, in particolare, a Roma. Quanto emerge dal caso italiano può essere in parte applicabile ad altri contesti in cui la somministrazione del vaccino è stata legata al dispositivo del “passaporto vaccinale”, ovvero il certificato COVID digitale dell'UE, in Italia Green Pass. Nell’organizzazione della campagna vaccinale alcune categorie sociali sono state identificate come “difficili da raggiungere” (hard to reach) e per cui è necessario immaginare interventi specifici.1 In questo testo si sceglie di parlare di persone razzializzate e illegalizzate poiché senza documenti per riferirsi a persone immigrate che non hanno cittadinanza, permesso di soggiorno e status di rifugiato. Questo documento esplora il contesto quotidiano delle vite delle persone illegalizzate e come l’esperienza della pandemia di COVID-19 abbia esacerbato le difficoltà che queste persone incontrano, 23 mettendo in luce il collegamento tra le vulnerabilità, consolidate ed emergenti, con la percezione dei vaccini. Si suggerisce come l’orientamento e la percezione dei vaccini si inseriscano all’interno dei contesti di vita delle persone, in cui molto spesso la priorità è data al sostentamento economico. In molti casi, l’accettazione della vaccinazione è motivata dalla necessità di continuare ad avere un lavoro retribuito piuttosto che a una preoccupazione connessa alla salute o a una fiducia nei confronti delle istituzioni sanitarie. Il seguente documento si pone l’obiettivo di esaminare come i vaccini possano essere distribuiti in modo equo e capace di aumentare la fiducia e i processi di inclusione nella società post-pandemica. Il testo si basa principalmente sulla ricerca etnografica e le testimonianze raccolte attraverso interviste e osservazioni con persone razzializzate e illegalizzate nella città di Roma, insieme a rappresentanti della società civile e operatori socio-sanitari tra dicembre 2021 e gennaio 2022. Questo documento è stato sviluppato per SSHAP da Sara Vallerani (Università di Roma Tre), Elizabeth Storer (LSE) e Costanza Torre (LSE). È stato revisionato da Santiago Ripoll (IDS, Università del Sussex), con ulteriori revisioni da parte di Paolo Ruspini (Università Roma Tre) ed Eloisa Franchi (Université Paris Saclay, Università di Pavia). La ricerca è stata finanziata dalla British Academy COVID-19 Recovery: G7 Fund (COVG7210058). La ricerca si è svolta presso il Firoz Lalji Institute for Africa, London School of Economics. La sintesi è di responsabilità di SSHAP.
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