Dissertations / Theses on the topic 'Il paesaggio'

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1

Bortolato, Ettore <1976&gt. "Semi di paesaggio." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14567.

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Abstract:
La ricerca verte sulle modalità di ritorno all'agricoltura e sulle motivazioni che stanno alla base di questo tipo di esigenza. Attraverso alcuni casi esemplari ho cercato di capire in che modo nascano nuove reti sociali e che ruolo abbiano nella costruzione di un nuovo immaginario ambientale. La tesi inizia con l'analisi del paesaggio e modificazioni che questo ha subito dal secondo dopoguerra ad oggi. Sia a livello nazionale ma focalizzando l'attenzione su quello che è successo in Veneto. Cerco di indagarne le motivazioni economiche e sociali e soprattutto di capire come in questi ultimi decenni queste trasformazioni siano state accettate. L'utilizzo del concetto di terzo paesaggio è stato importante per introdurre l'idea che attualmente siamo in una fase in cui un parte del nostro territorio è costituita da zone antropizzate oramai abbandonate. L'idea del recupero di queste aree mi ha portato ad analizzare come e da chi siano state avanzate queste istanze: ho portato due casi di studio su cui ho concentrato la ricerca sul campo e ho cercato di evidenziare in che modo si sia strutturata la rete che ha portato al recupero dei terrazzamenti di Valstagna e alla costituzione degli orti urbani di Padova. Mi sono infine concentrato sul tema dei semi che è fondamentale sia dal punto di vista simbolico che da quello estremamente concreto della tutela dei prodotti agricoli tipici e oramai quasi dimenticati.
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2

PESSOA, PEREIRA ALVES HENRIQUE. "Paesaggio nascosto, hidden landscape." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/11578/278174.

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3

Pizzo, Barbara. "Il paesaggio come costrutto strategico. A proposito del rapporto tra paesaggio e pianificazione." Doctoral thesis, La Sapienza, 2005. http://hdl.handle.net/11573/917197.

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Abstract:
A partire da una riflessione critica sul rapporto tra paesaggio e pianificazione e sulle implicazioni che ogni concezione di paesaggio porta con sé, la tesi si propone, quale contributo «potenzialmente operativo», di risolvere il nesso tra oggetto, disciplina e strumento. Perseguendo questo obiettivo sono stati circoscritti i campi all’interno dei quali si direbbe possibile rintracciare una soluzione ragionevole. Nella sua complessità, il paesaggio sembra potersi esprimere molto più attraverso politiche e pratiche di pianificazione «debolmente» codificate e istituzionalizzate. Le ragioni devono essere rintracciate in parte nella stretta connessione al tema delle politiche «come pratiche di “beni comuni”», in parte nella definizione stessa del loro campo di azione. Esse risultano le più congruenti con le definizioni di paesaggio proposte (anche) perché appartengono allo stesso paradigma: in sostanza, sono le sole a poterlo «comprendere». Nelle ragioni del riavvicinamento dei concetti di paesaggio e immagine, all’interno del discorso sul ruolo delle immagini come strumento di conoscenza, decisione e azione, sembra trovare giustificazione lo spostamento della dimensione paesistica verso quei modi della pianificazione che sono stati definiti della «concertazione territoriale». Il ricorso a tali pratiche inserisce i discorsi sul paesaggio in una dimensione costruttiva. Al suo interno, l’elaborazione di immagini di paesaggio come quadri di senso condivisi non va solo in direzione della formazione del consenso su obiettivi di sviluppo o di tutela, ma può essere intesa come un vero e proprio processo di costruzione (via rielaborazione) del paesaggio. Queste pratiche potrebbero trovare posto all’interno di processi di tipo strategico.
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Lazzeri, Sara. "Sarsina: il paesaggio diventa teatro." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/22082/.

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Abstract:
Sarsina, piccolo centro urbano dell’Appennino Romagnolo la cui origine risale al VI-IV sec. avanti Cristo, è la città natia di Plauto. Il suo forte legame con il teatro, ha contribuito alla nascita del Plautus Festival, la rassegna teatrale estiva a cui è stato dedicato l’Arena Plautina, il teatro all’aperto collocato alle pendici dell’antico Borgo di Calbano e che si apre sulla scenografica vallata antistante, incorniciando il Castello del Piano e quello di Casalecchio.Vista la necessità di ripensare gli spazi del teatro, unito all’analisi e allo studio dello sviluppo della città, da cui è emersa la necessità di collegare l’area del teatro con il centro storico, la Tesi, ha lo scopo di progettare un nuovo percorso immerso nel verde sulle antiche tracce delle mulattiere che un tempo permettevano di giungere fino al Borgo di Calbano. Il percorso che si snoda attraverso terrazze panoramiche ed edifici giunge all’interno del nuovo edificio costruito ai piedi del teatro, creandone la sua nuova scena fissa.
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Vecchio, Grazia Venera. "Il paesaggio nell'era della globalizzazione." Thesis, Università degli Studi di Catania, 2011. http://hdl.handle.net/10761/264.

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Abstract:
Il paesaggio, inteso sia dal punto di vista oggettivo che soggettivo, come manifestazione di strutture visibili e invisibili, negli ultimi decenni e' stato fortemente influenzato dagli effetti della globalizzazione che ha rivoluzionato la dimensione spazio-temporale, creando un nuovo modo di abitare la terra. Al fine di evidenziare in che modo il paesaggio e le sue teorie e rappresentazioni siano mutati sotto la spinta dei processi dell'attuale fase storica, nel presente lavoro dopo aver introdotto una griglia terminologica di riferimento si e' passati a indagare l'evoluzione del rapporto uomo e natura, a partire dalle creazioni mitiche fino all'ecologia del paesaggio. Il mutare dei paesaggi, da quello agrario a quello metropolitano, e' pero' nel contempo anche espressione di una societa' e della sua cultura per cui si esaminano i mutamenti delle strutture simboliche e semiotiche del paesaggio e la loro trasposizione nelle produzioni artistiche, per poi focalizzarsi sui mutamenti del paesaggio urbano, che viene considerato come quello in cui piu' la globalizzazione ha espresso le sue peculiarita', in direzione di una spazialita'  urbana diffusa. Alla luce di queste riflessioni infine si enucleano i tratti del paesaggio globale della post-modernita' analizzando alcune delle sue forme piu' specifiche, a cominciare dai non-luoghi e dalle eterotopie fino allo sprawl e al Terzo paesaggio.
In the last decades, landscape, intended both from the objective and subjective point of view as a manifestation of visible and invisible structures, has been greatly influenced by the effects of the globalization which has revolutionized the space-time dimension, thus creating a new way of dwelling on earth. With the aim of highlighting how landscape, its theories and representations have changed under the impulse of the processes of the current historic phase, in this paper after having introduced a reference terminology grid we passed on to inquire into the evolution of the relationship between man and nature, beginning from the mythical creations to landscape ecology. As the changing of landscapes, from the agrarian to the metropolitan one, is however at the same time also an expression of a society and its culture, here we first analyze the changes of the symbolic and semeiotic structures of landscape and their transposition in artistic works, to focus afterwards on the changes of the urban landscape, which is considered the one in which globalization has most expressed its peculiarity, in the direction of a diffuse urban spatiality. Finally, in the light of such reflections, the features of the post-modernity global landscape will be enucleated by analyzing some of its most specific types, beginning with the non-lieux and heterotopies until sprawl and Third Landscape.
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Lorenzi, Federica. "Il paesaggio nell'opera di Nico Orengo." Thesis, Université Côte d'Azur (ComUE), 2016. http://www.theses.fr/2016AZUR2029.

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Abstract:
Cette thèse est la première monographie sur l’œuvre de l’écrivain et journaliste italien Nico Orengo (Turin, 1944-2009), auteur de recueils de poèmes, de récits et de romans, de comptines et récits pour enfants. Bien que la critique ait reconnu la valeur et l’intérêt de son œuvre et qu’elle ait présenté Orengo comme étant l’une des voix les plus originales de la littérature italienne contemporaine, aucun travail d’interprétation et d’approfondissement ne lui avait encore été consacré. Ce travail aspire à combler ce vide en démontrant qu’Orengo a été un précurseur eu égard tant aux sujets traités qu’aux modalités d’écriture choisies. Tous ses textes ont été étudiés à l’aune du paysage. L’intérêt de cette perspective relève de la place primordiale accordé dans son œuvre à un paysage bien défini et reconnaissable, celui de la Ligurie occidentale, à la frontière entre France et Italie, terre d’origine de sa famille. Cela nous a permis de vérifier comment l’auteur exploite la réalité du paysage, comment il l’exprime dans son écriture et quelles significations il lui attribue ; cela, dans but d’éclairer la nature de l’écriture d’un paysage. Sur le plan méthodologique nous nous appuyons sur la notion de paysage telle qu’elle a été élaborée par Michel Collot. L’approche thématique, alliée des outils d’analyse à disposition par la linguistique, la stylistique et la phénoménologie, est à la base de notre travail
This thesis is the first monograph about the work of the Italian writer and journalist Nico Orengo (Turin, 1944-2009), the author of poetry collections, short stories and novels, nursery rhymes and children’s short stories. Even if critics have admitted the value and the interest of his work and despite portraying Orengo as one of the most original voices of contemporary Italian literature, not a single work of interpretation and analysis has yet to be written about him. This work aims to fill that void, showing that Orengo was a precursor for both the themes he approaches and the modalities of his writing style. All of his texts have been analysed through the landscape. The interest of this choice lies in the fact that Orengo, although a native of Turin, set almost all of his work in Liguria, focusing on a particularly defined and distinguishable landscape; the far west landscape, between France and Italy, the original region of his family. This allows us to show how Orengo uses this landscape reality, how he re-elaborates it in his writings and the meanings he gives to it, if he makes a coherent construction of it or, on the contrary, whether this construction changes over time and according to the genre of literature. The aim is to show what landscape writing consists of. Composed of three parts, this thesis is introduced by a preamble that defines the subject of this analysis, explaining the issues of research on the landscape in literature. On the methodological level, it is based on the perspective of landscape as proposed by Michel Collet and is inspired by his approach, appealing to thematic critics, but also to linguistics, stylistics and phenomenology
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Annibaletto, Matteo. "Il paesaggio suburbano di Iulia Concordia." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3426508.

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Abstract:
The aim of this study is the re-approach of a problem already scholarly analysed in different ways and from different point of view: the so called suburbium, i.e. the space located in between the town and its country. The significance of this concept is basically that of a mental place, that is to say the place where the aristocrats spend their time far from political and social business. The first step of this work has been the analysis of ancients writers that mentioned the suburbium; moreover a particular attention has been paid to the chronological evolution of the word and of its meaning. The second section is, instead, dedicated to the case study of Iulia Concordia, a Roman colonia in the eastern sector of the province of Venetia, chosen in order to verify in which measure the concepts expressed by the Latin litterature can by fitted into a real archaeological reality. A lot of information have been collected, both published or unpublished, in order to undertake a reconstruction of the natural and human enviroment, devoting a particular attention to aspects and evidence usually understimated. Finally all the data have been reinterpretated to connect the suburb of Iulia Concordia with the main historical events of its Roman and Late Antiquity history .
Con il presente lavoro si è voluto affrontare il tema del suburbio, già noto sia in ambito letterario, sia in quello archeologico. L’idea stessa di suburbio, infatti, deriva dalle fonti latine e assume connotazioni che solo parzialmente coincidono con il significato conferito nella mentalità moderna. Si è voluto pertanto analizzare il problema prima sotto il profilo letterario, prendendo in considerazione un grande numero di autori latini e greci e di fonti epigrafiche attraverso cui cercare di cogliere le modalità di origine e sviluppo dei termini e della spazialità suburbana. In particolare, una notevole attenzione è stata posta sul significato dei singoli vocaboli e sul loro utilizzo durante un lunghissimo arco temporale che va dalla fondazione di Roma alla Tarda Antichità. In un secondo momento ci si è rivolti alla realtà archeologica, prendendo in considerazione un caso di studio, quello di Iulia Concordia, colonia romana del I secolo a.C. collocata nella Venetia orientale. Dati alla mano, si è cercato di capire cioè in che misura le informazioni desunte dalla letteratura antica possano essere applicate ad una concreta realtà archeologica, differente da quella di Roma. Attraverso la raccolta di materiale edito e non, si è giunti a ricostruire i vari paesaggi ambientali e antropici che circondavano la città romana, proponendo ipotesi di lettura per molte evidenze fino ad oggi lasciate in secondo piano. Il lavoro si è chiuso con un tentativo di storicizzazione delle informazioni desunte a livello letterario e archeologico, compiendo un’analisi del suburbio inteso non come entità spaziale a sé, ma come parte di un tutto indiviso, per quanto caratterizzato da discontinuità interne, comprendente anche la città e il suo territorio in senso lato.
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TONI, ALBERTO. "Paesaggio e degrado del paesaggio nella poesia di Andrea Zanzotto (echi e ricadute nella poesia degli anni Zero)." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2015. http://hdl.handle.net/2108/201783.

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Bastoni, Margherita. "Jesolo - area "central park" architettura, paesaggio, identita." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8695/.

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Abstract:
La prima parte del volume raccoglie una serie di capitoli dedicati alla lettura ed all’analisi del territorio di Jesolo. I materiali sono stati elaborati all’interno del Laboratorio di Sintesi “I luoghi del tempo libero”, coordinato dalla prof.ssa Elena Mucelli nell’Anno Accademico 2013/14. La seconda parte del volume raccoglie i materiali dedicati all’approfondimento tematico ed alle proposte progettuali sviluppati dai singoli candidati.
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SALA, Francesco. "Disegno e Ricostruzione virtuale del paesaggio Medievale." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2022. http://hdl.handle.net/10446/220452.

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Abstract:
La presente ricerca propone un metodo di ricostruzione virtuale basato sulla relazione tra conoscenza storico-artistica, archeologica e sperimentazione di nuove rappresentazioni di paesaggi medievali mediante l’uso della grafica digitale. L’argomentazione si basa sull’esperienza maturata in più di quattro anni di sviluppo di strategie organizzative, metodi di traduzione e comunicazione dati all’interno di contesti di interesse archeologico. l’applicazione pratica dello studio, espressa mediante il contributo grafico, testimonia il consolidamento dei processi tradizionali di restauro e sviluppo ricostruttivo ricavando innovazioni sul piano tecnico e della ricerca interdisciplinare. L’argomentazione viene organizzata attraverso due parti principali: La prima parte ha come obbiettivo l’identificazione degli elementi che influiscono sull’immaginario quando si tratta di medioevo. Si inizierà affrontando il tema della narrazione della Storia all’interno del cinema; proseguendo con un confronto tra strumenti scientifici e artistici inquadrati all’interno dell’ambito della valorizzazione dei beni culturali e della divulgazione scientifica; successivamente si approfondirà il tema del paesaggio e della costruzione scenica propedeutici per affrontare i capitoli finali dedicati alla Virtual Archeology e alla Computer Graphic. Ogni argomento sarà trattato sulla base di un approccio interdisciplinare in cui si evidenzieranno le sinergie e i contrasti tra logiche di pensiero e di lavoro differenti. La seconda parte invece sarà caratterizzata da un’impostazione archeologica con cui si evidenziano i passaggi di analisi del reperto, dell’architettura e del paesaggio fino alla descrizione del processo della relativa ricostruzione virtuale. Ne deriva un prodotto scritto mediante l’uso frequente di riferimenti iconografici associato ad un’attenzione alla metodologia applicata.
This research proposes a virtual reconstruction method based on the relationship between historical-artistic and archaeological knowledge and experimentation with new representations of medieval landscapes through the use of digital graphics. The argument is based on the experience gained in more than four years of developing organizational strategies, methods of translation and data communication within contexts of archaeological interest.The practical application of the study, expressed through the graphic contribution, testifies to the consolidation of traditional restoration and reconstructive development processes, obtaining innovations on a technical level and interdisciplinary research. The argument is organized through two main parts: The first part aims to identify the elements that affect the imagination when it comes to the Middle Ages. We will begin by addressing the theme of the narration of history within the cinema; continuing with a comparison between scientific and artistic tools framed within the context of the enhancement of cultural heritage and scientific dissemination; subsequently the theme of the landscape and the scenic construction will be studied in depth in order to face the last chapters dedicated to Virtual Archaeology and computer graphics. Each topic will be treated on the basis of an interdisciplinary approach in which the synergies and contrasts between different thinking and work logics will be highlighted. The second part, on the other hand, will be characterized by an archaeological setting which highlights the steps of analysis of the find, architecture and landscape up to the description of the process of its virtual reconstruction. The result is a product written through the frequent use of iconographic references associated with attention to the applied method.
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ZENONI, STEFANO. "La patria artificiale : paesaggio, identità e confinismo." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/11578/278559.

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FILIPPI, LUCA. "Il paesaggio agrario italiano. Tecnologia e racconto." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/11578/293815.

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Abstract:
La tesi indaga attraverso l’opera di tre autori classici del riformismo agrario italiano – Simonde de Sismondi, Carlo Cattaneo, Emilio Sereni – una specifica forma di racconto geografico agrario del territorio. Un racconto declinato, nei tre autori, in tre differenti stili di analisi che condividono una centralità dell’approccio morfologico: la lettura elementarista e sistemica di Sismondi, la lettura stratigrafica di Cattaneo, lo sguardo paesaggistico e strutturalista di Sereni. La tesi decostruisce queste tre strategie analitiche e discorsive rintracciando in esse una medesima ipotesi di ricerca: indagare nelle forme della costruzione materiale e sociale del territorio il dispiegarsi di un determinato paradigma economico politico di sviluppo delle campagne. Paradigmi, ancora oggi centrali nel progetto e nella riflessione sullo sviluppo rurale, che i tre autori contribuiscono in maniera determinante a codificare attraverso la loro lettura ravvicinata di tre laboratori regionali: Toscana, Lombardia, Emilia. Accanto a questa marcata capacità di lettura delle forme della costruzione materiale e sociale dello spazio, emerge in questa tradizione analitica una specifica tensione alla figurazione in grado di produrre pervasive immagini della ruralità. Uno sforzo visivo che contribuisce a riflettere e veicolare precisi valori e temi ideologici agganciati al pensiero economico politico dei tre autori e conferisce una dimensione progettuale alla loro lettura territoriale. Un asse di questi racconti che la tesi indaga attraverso una analogia con la tradizione pittorica coeva decostruendo tre potenti e paradigmatiche immagini della ruralità – pervasive anche al di fuori della cultura italiana – che possono essere lette come fondative di una genealogia, tutta interna alla tradizione del riformismo agrario, della spessa iconografia del paesaggio agrario italiano. La tesi avanza infine alcune conclusioni circa l’attualità di questa caratteristica forma del racconto di territorio mettendola a confronto con le due opposte narrazioni che alimentano oggi la riflessione intorno alla transizione ecologica delle tecnologie e dei sistemi agrari: da un lato, una nuova ruralità contadina che recupera e aggiorna tecniche colturali e paesaggi storici, dall’altro lato, una inedita modernità ecologica che integra sviluppo tecnologico intensivo ed estesa rinaturalizzazione. Emerge in questo confronto una rimozione profonda di quella capacità del riformismo agrario di leggere nella materialità e spazialità di un determinato sistema agrario, nei rapporti sociali che ne governano la costruzione e riproduzione, nella dialettica storica e conflittuale di cui è esito, un complesso progetto insieme tecnologico, sociale ed estetico.
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SANTARELLI, PAOLO. "Percorsi lenti per nuove visioni nel paesaggio." Doctoral thesis, Università degli Studi di Camerino, 2014. http://hdl.handle.net/11581/401778.

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Abstract:
La ricerca si pone nel solco della riflessione disciplinare relativa al progetto di paesaggio, rinnovata nell'ultimo decennio dalla prospettiva della Convenzione Europea per il Paesaggio. L'oggetto di ricerca e' costituito dai percorsi lenti, ovvero i tracciati a carattere storico, culturale, naturalistico, che innervano il territorio. Il tema si riferisce al contesto disciplinare in quanto pratica di paesaggio che induce ad approfondire il tema della ''percezione dei paesaggi da parte delle popolazioni'', ed al contempo, indagare nuove strategie per i processi trasformazione dei territori. Obiettivo della ricerca e' affrancare i percorsi lenti dall'insieme generico delle percorrenze leggere, verificandoli come risorsa per il progetto dei paesaggi attraversati, capaci di tradurre la dimensione lenta, nel suo carattere ampio ed evocativo, in scenari strategici di trasformazione del territorio, orientati a prospettive di sviluppo sostenibile. La ricerca prende avvio da una lettura del rapporto fra dimensione lenta e veloce nel contesto attuale dei territori e nella storia della progettazione della citta', procedendo per antitesi e similitudini di casi. L'indagine dei casi studio permette di definire i caratteri dei percorsi lenti secondo una chiave di lettura spazio temporale. L'oggetto di ricerca viene interpretato secondo il modello di studio dell'ipertesto paesistico applicato al paesaggio, gia' proposto nel contesto disciplinare. Gli strumenti sono stati prevalentemente bibliografici ed in parte sopralluoghi sul posto. La ricerca ha preso in esame un insieme di casi utili per definire i contorni ed il metodo di lavoro. Ai fini della verifica dell'ipotesi di ricerca, si e' ritenuto necessario indagare i casi secondo una chiave di lettura spazio temporale. Dunque, la ricerca si e' concentrata su tre casi: Cammino di Santiago; High Line di New York; Raggi Verdi di Milano. La selezione e' stata fatta in funzione della loro particolare capacita' di esplicitare la relazione evolutiva, avvenuta nello spazio e nel tempo, fra percorso lento e paesaggi attraversati
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Ascenzi, Francesco. "Paesaggio e Architettura. Un nuovo paradigma progettuale." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2012. http://hdl.handle.net/11566/242016.

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Abstract:
All’interno del complesso scenario della ricerca architettonica degli ultimi decenni il presente studio individua ed indaga il filo rosso che lega, trasversalmente rispetto ai differenti stilemi linguistici, le teorie e le proposte intorno ad un’idea di paesaggio come paradigma teorico attraverso il quale la sperimentazione progettuale si è aperta a nuove configurazioni che riflettono maggiormente la mutevole, dinamica, e contraddittoria realtà della nostra epoca. In questa veste il paesaggio, grazie alla sua intrinseca natura interdisciplinare, è assunto come strumento di ricerca e modello di pensiero utilizzato in quanto, rispetto ad altri modelli consolidati, esso riesce a rappresentare e sintetizzare più efficacemente la sempre più multiforme ed articolata natura del progetto. Attraverso questa nuova alleanza si è aperta per l’architettura la possibilità di sperimentare nuovi percorsi di ricerca, nuove possibilità espressive, nuove categorie formali, nuove relazioni contestuali che hanno determinato profondi cambiamenti a partire dalla definizione dei suoi fondamentali concetti di spazio, forma e materia. La ricerca è stata suddivisa secondo quattro differenti sezioni: nella prima sono state individuate le matrici teoriche che sono alla base di tale nuovo paradigma, nella seconda sono stati identificati tre temi ricorrenti nell’ambito oggetto di studio, nella terza sono stati analizzati i percorsi progettuali di tre differenti - per cultura geografica e progettuale - architetti contemporanei di fama internazionale che attingono più o meno consapevolmente da tale modello di pensiero, nella quarta sono riportate alcune sperimentazioni progettuali svolte all’interno dell’Università di Ancona. L’insieme di tali materiali dimostra come la disciplina architettonica, attraverso il paesaggio, si apre al dialogo, al confronto, allo contaminazione, alla ibridazione con altri mondi, varcando nuove soglie che la rendono capace di aggiornare il proprio statuto rispetto ai nuovi temi ed alle nuove istanze della società e del mondo contemporaneo
Within the complex scenario of architectural research in recent decades, this study identifies and investigates the common thread that links, transversally compared to different linguistic styles, the theories and proposals around an idea of landscape as a theoretical paradigm through which design experimentation has opened up to new configurations that more effectively reflect the changeable, dynamic and contradictory reality of our era. Seen in this way, the landscape, with its intrinsically interdisciplinary nature, is treated as a research tool and a model of thought which is used insofar, compared to other consolidated models, as it manages more efficiently to represent and synthesize the ever more multiform and articulated nature of the project. By means of this new alliance, architecture has seen the creation of new research paths, new possibilities of expression, new formal categories and new contextual relations that have determined profound changes starting from its fundamental concepts of space, form and material. The research was subdivided into four different sections: the first presents the theoretical matrices at the base of this new paradigm, in the second three recurrent themes are identified in the context under scrutiny, the third sees an analysis of the design paths of three different – by geographical and design culture – internationally renowned contemporary architects that more or less consciously draw on this model of thinking, and in the fourth some design experiments are presented which were carried out at the University of Ancona. Together, this material demonstrates how architecture, through the landscape, opens up to dialogue, to comparison, to contamination, to hybridization with other contexts, crossing new thresholds that make it able to update its statute vis-à-vis the new themes and new applications of society and the contemporary world.
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Manzi, Lea <1985&gt. "MINIMALIA. Architettura sacra nel paesaggio rurale dell'Emilia." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amsdottorato.unibo.it/8044/1/Manzi_Lea_Tesi.pdf.

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Abstract:
Lo sguardo sul paesaggio emiliano racchiude in sé molti significati per una riflessione architettonica, paesaggistica ed antropologica sull'identità dell’Italia in un momento storico di crisi e declini, ripensamenti ed immobilità. La ricerca approfondisce il significato originale degli oratori rurali, architetture minime a carattere sacro e luoghi stratificati, paradigmi attraverso i quali aprire un interrogativo sul futuro dell’architettura rurale abbandonata nel territorio emiliano. Tali micro-architetture, quasi invisibili nel paesaggio di cui fanno parte, mostrano quell'agire silenzioso ed invisibile del tempo di mezzo in cui vivono, considerato quale premessa necessaria per avviare un nuovo ciclo di vita. Un atteggiamento pragmatico, che risulta interessante perché non si basa sulla condanna preventiva di ciò che non serve più, ma che interpreta altre sì il deposito materiale realizzato e più volte riscritto nel corso del tempo come lascito imprescindibile. Dunque base fisica a partire dalla quale è possibile sviluppare nuove immagini, modi di pensare il paesaggio e l'architettura stessa, partendo dal presupposto che il sistema attuale delle cose non rappresenta lo stato conclusivo di un lungo processo di modificazione e stratificazione ma solamente una sua fase. La prima parte della ricerca si è concentrata sull'analisi dell’architettura minima a carattere sacro e sulla sua relativa contestualizzazione all'interno del territorio della Bassa Modenese. Successivamente la ricerca è stata incentrata sull'analisi compositiva, a partire dalle imprescindibili relazioni che tali edifici stabiliscono con il sistema di cui fanno parte. L’ultima parte infine, costituisce l’esito della tesi con la reinterpretazione del tema oggetto di ricerca, individuando tracce e modelli di riferimento analoghi sintetizzate in due traiettorie, una attiva, l’altra immaginativa e mirando così ad una risignificazione dell’architettura attraverso adattamenti, manipolazioni, contaminazioni, propria di un’architettura incompiuta, transitoria e stratificata.
The overlook on the Emilian landscape offers us many causes for an architectural, landscaping and anthropological reflection about the identity of the Italian condition, in a time of crisis and decline, second thoughts and the longing for change. The research aims to open a question on the future of the rural abandoned landscape, focusing on hidden and less known things of our architectural tradition that are hanging in the balance between “not being anymore, not yet being”, an undefined condition very common in the contemporary times. The rural chapels theme of the research discovered in an abandoned state, tell us about that silent and invisible action of time, revealing the essence of the places not as a chronicle of a foretold death, but as a promise of a renewed life for every new cycle. The research considers, as a basis for the reflection, the original meaning of these stratified places where the current empty space is fertile and useful because it can bring out connections between things that would have been invisible in other ways. The work began photographing the presence rather than the absence, seeing the past as a fertile material, which let us perceive a future: the research coincided with a trip to the plains of Emilia - just as Luigi Ghirri and Gianni Celati did - to take a look back to the meaning of rural chapels, disconnected from their original function but still bounded to the territory that has been profoundly shaped and modified by the work of man. It was decided to inscribe this category of buildings as “architecture without architects”, a theme developed in the beginning of the twentieth century with a few awards and honours, that was cyclically proposed again over the years and today is still actual, although it is partly unexplored.
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Martelli, Cinzia. "Il paesaggio nella ridefinizione dello spazio dell'abitare." Doctoral thesis, Università di Catania, 2012. http://hdl.handle.net/10761/967.

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Abstract:
La Convenzione Europea del Paesaggio ha richiamato l attenzione di amministrazioni pubbliche, tecnici e cittadini sul fatto che tutto il territorio è paesaggio e merita pertanto attenzione paesistica. Il paesaggio diventa il quadro di riferimento per la definizione di scelte di governo capaci di migliorare la qualità dei territori e la competitività economica, al centro di un processo democratico di vasta portata che implica la partecipazione delle popolazioni alla costruzione e al miglioramento dei paesaggi del quotidiano, dell abitare e del tempo libero, influenzando in maniera decisiva la qualità della vita della popolazione. Agli strumenti di pianificazione, ed in particolare ai regolamenti edilizi rivisti in chiave sostenibile, si chiede di individuare una nuova metodologia progettuale e costruttiva finalizzata al raggiungimento degli obiettivi di qualità paesaggistica che consentono di contribuire al miglioramento della qualità della vita. Il paesaggio diviene il motore di un nuovo sviluppo qualitativo e sostenibile, con ripercussioni sull occupazione e sull intero sistema economico. Dopo un attenta analisi degli orientamenti e strumenti legislativi, del livello di definizione paesaggistica negli atti di pianificazione territoriale, della qualità dei luoghi dell abitare e dei dati forniti dall Onre, verranno passate in disamina le contraddizioni della pianificazione urbanistica in Sicilia e l esperienza positiva della Regione Puglia.
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VOLPE, GIULIANO. "Paesaggio agrario, produzione e scambi nell'Apulia tardoantica." Doctoral thesis, Università della Repubblica di San Marino, 1992. http://hdl.handle.net/1234/26285.

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Fregona, Laura <1987&gt. "Il fiume Piave come paesaggio culturale Unesco." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12935.

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Abstract:
Da tempo il Fiume Sacro alla Patria è oggetto di studio per essere inserito all'interno dei siti Patrimonio Mondiale UNESCO. Cogliendo la proposta del dott. Giuliano Vantaggi, responsabile del Comitato Piave UNESCO proponente la candidatura, si è deciso di dedicare uno studio ad hoc che vada ad integrare ed approfondire la proposta di riconoscimento del fiume come paesaggio culturale. Con il seguente elaborato si analizzano le attività che hanno caratterizzato l’economia del fiume, il suo sviluppo artistico ed il suo contesto storico. Particolare attenzione è riservata al concetto di “paesaggio culturale UNESCO” del quale si riportano alcuni emblematici esempi di siti fluviali patrimonio dell’umanità. A conclusione del lavoro si segnalano i potenziali competitors che possono inficiare la candidatura del fiume Piave.
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Cimarosti, Arianna Tae <1988&gt. "Arahama. Paesaggio e memoria dopo lo tsunami." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18554.

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Abstract:
Arahama è un piccolo paese costiero (circa 2000 abitanti) compreso nella città metropolitana di Sendai, nel nordest del Giappone. L’11 Marzo 2011 lo tsunami causato dal Grande Terremoto del Giappone Orientale ha distrutto il 98% degli edifici e causato circa 200 vittime. Nove mesi dopo, la municipalità competente ha dichiarato Arahama area a grave rischio tsunami e ha interdetto l’uso residenziale della zona. Gli abitanti sono stati trasferiti in altre zone di Sendai in base alle proprie preferenze e disponibilità, mentre la zona costiera è stata destinata ad uso commerciale e turistico (le strutture sono ancora in fase di costruzione). Questa ricerca si concentra su un gruppo di ex-residenti e su come essi siano riusciti a ricreare un senso di continuità tra la loro vita pre e post tsunami. Particolare attenzione è posta su aspetti legati allo spazio (ambiente) e al tempo (memoria).
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SERRA, VITTORIO. "La frammentazione del paesaggio: Teoria ed applicazioni." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2020. http://hdl.handle.net/11584/290546.

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Abstract:
The conviction that inspires the 'Landscape fragmentation theories and application project' is that today more than ever, it is vital to study and invest in issues related to the fragmentation of the landscape. The Landscape Fragmentation, i.e. the process in which habitats are divided into increasingly small and isolated portions, cannot be analyzed from a mono-specialist perspective. On the contrary, its study involves the development of multidisciplinary insights into both urban planning and environmental sciences and the necessary synthesis into a single overview. A special thanks for the development of this three years PhD goes to the Miur, which made available the grant destined to Innovative Doctorates with industrial characterization, in implementation of the measures in support of human capital provided by the PON Research and Innovation 2014-2020. This type of PhD has involved a classic period of research at a foreign university, a period of study and research at a company that deals with activities related to the project as well. As far as my project is concerned, I have carried out my research activity both abroad, at the University of Cardiff, and at the studio of associated professionals specialized in territorial, landscape and environmental planning "Criteria s.r.l.", based in Cagliari. During the six months spent at the School of Geography and Planning, University of Cardiff (UK), I was able to deepen my knowledge of environmental policy by attending the course "Principles and Practices of Environmental Governance", a module divided into three main components complementary to each other.The "Governance Tools" have been explored through a detailed overview of how particular environmental governance mechanisms are put into practice and tested "in the field" on the basis of international case studies. During the research period at the host company, I was able to apply some methods and tools for the quantification of landscape fragmentation to a real process of protected area planning, the management plan of the site of Community interest Campo di Ozieri and Pianure between Tula and Oschiri. During the research, I noticed that the current legislation on environmental planning lacks in terms of the application of tools able to quantify the Environmental Landscape Fragmentation, and in terms of the indication of methods and interventions able to prevent its effects. In ecology, the most straightforward unit of reference is the fragment or patch, which corresponds to a portion with its own spatial, ecological and structural characteristics. Contemporary landscapes, especially in intermediate urban-rural areas, are increasingly characterized by the presence of obstacles and barriers consisting of linear infrastructure and urbanized areas. These elements are among the main determinants of environmental landscape fragmentation (FPA). In my thesis, I experimented new methods of FPA measurement useful to support the planner in the activities (1) of analysis of fragmented landscapes and (2) of the definition of defragmentation strategies. The activities of my research were developed in different stages. In the first phase of the study, we reconstructed the scientific panorama concerning FPA and its consequences on the habitats of plant and animal species and the acquisition of methods able to quantitatively evaluate the evolution of FPA in space and time. Among these, some were selected for application to specific case studies. The calculation techniques used are of great importance in the construction of these new FPA measurement methods. The most innovative analysis tools based on the used of geographic information systems enabled me to achieve equally innovative results. Finally, within the perspective of a more and more territorial coordination planning, a further principal aim of the project was to test procedures, in which the evaluation.
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Raffaelli, Davide. "Archeologia, paesaggio, architettura: il museo archeologico di Verucchio." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/4070/.

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Girardi, Cristina <1978&gt. "Semiotica del paesaggio: da paraergon a genere moderno." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2176/1/girardi_cristina_tesi.pdf.pdf.

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Abstract:
Alla luce della vasta letteratura storico-artistica sorta, negli ultimi anni, sul paesaggio dipinto, sulla sua storia e sui suoi protagonisti, sulla filiera delle influenze e sulle varie declinazioni stilistiche che lo caratterizzano, uno studio sulle Origini del genere all’alba della modernità può sembrare destinato, non tanto ad aggiungere nuove informazioni, quanto a sistematizzare quelle sinora emerse. Eppure, il problema del paesaggio come oggetto semiotico deve ancora essere chiarito. Gli storici dell’arte si sono sostanzialmente limitati a rimuovere la questione, dietro l’idea che i quadri della natura siano rappresentazioni votate alla massima trasparenza, dove ha luogo “una transizione diretta dai motivi al contenuto” (Panofsky 1939, p. 9). Questo studio recupera e fa riemergere la domanda sul senso della pittura di paesaggio. Il suo scopo è proporre un’analisi del paesaggio in quanto produzione discorsiva moderna. Tra XVI e XVII secolo, quando il genere nasce, questa produzione si manifesta in quattro diverse forme semiotiche: l’ornamento o paraergon (cap. II), la macchia cromatica (cap. III), l’assiologia orizzontale del dispositivo topologico (cap. IV) e il regime di visibilità del “vedere attraverso” (cap. V). La prima di queste forme appartiene alla continuità storica, e la sua analisi offre l’occasione di dimostrare che, anche in qualità di paraergon, il paesaggio non è mai l’abbellimento estetico di un contenuto invariante, ma interviene attivamente, e in vario modo, nella costruzione del senso dell’opera. Le altre forme marcano invece una forte discontinuità storica. In esse, il genere moderno si rivela un operatore di grandi trasformazioni, i cui significati emergono nell’opposizione con il paradigma artistico classico. Contro il predominio del disegno e della figuratività, proprio della tradizionale “concezione strumentale dell’arte” (Gombrich 1971), il paesaggio si attualizza come macchia cromatica, facendosi portavoce di un discorso moderno sul valore plastico della pittura. Contro la “tirannia del formato quadrangolare” (Burckhardt 1898), strumento della tradizionale concezione liturgica e celebrativa dell’arte, il paesaggio si distende su formati oblunghi orizzontali, articolando un discorso laico della pittura. Infine, attraverso la messa in cornice della visione, propria del regime di visibilità del “vedere attraverso” (Stoichita 1993), il paesaggio trasforma la contemplazione del mondo in contemplazione dell’immagine del mondo. Il dispositivo cognitivo che soggiace a questo tipo di messa in discorso fa del paesaggio il preludio (simbolico) alla nascita del sapere cartografico moderno, che farà della riduzione del mondo a sua immagine il fondamento del metodo di conoscenza scientifica della Terra.
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Girardi, Cristina <1978&gt. "Semiotica del paesaggio: da paraergon a genere moderno." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2176/.

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Abstract:
Alla luce della vasta letteratura storico-artistica sorta, negli ultimi anni, sul paesaggio dipinto, sulla sua storia e sui suoi protagonisti, sulla filiera delle influenze e sulle varie declinazioni stilistiche che lo caratterizzano, uno studio sulle Origini del genere all’alba della modernità può sembrare destinato, non tanto ad aggiungere nuove informazioni, quanto a sistematizzare quelle sinora emerse. Eppure, il problema del paesaggio come oggetto semiotico deve ancora essere chiarito. Gli storici dell’arte si sono sostanzialmente limitati a rimuovere la questione, dietro l’idea che i quadri della natura siano rappresentazioni votate alla massima trasparenza, dove ha luogo “una transizione diretta dai motivi al contenuto” (Panofsky 1939, p. 9). Questo studio recupera e fa riemergere la domanda sul senso della pittura di paesaggio. Il suo scopo è proporre un’analisi del paesaggio in quanto produzione discorsiva moderna. Tra XVI e XVII secolo, quando il genere nasce, questa produzione si manifesta in quattro diverse forme semiotiche: l’ornamento o paraergon (cap. II), la macchia cromatica (cap. III), l’assiologia orizzontale del dispositivo topologico (cap. IV) e il regime di visibilità del “vedere attraverso” (cap. V). La prima di queste forme appartiene alla continuità storica, e la sua analisi offre l’occasione di dimostrare che, anche in qualità di paraergon, il paesaggio non è mai l’abbellimento estetico di un contenuto invariante, ma interviene attivamente, e in vario modo, nella costruzione del senso dell’opera. Le altre forme marcano invece una forte discontinuità storica. In esse, il genere moderno si rivela un operatore di grandi trasformazioni, i cui significati emergono nell’opposizione con il paradigma artistico classico. Contro il predominio del disegno e della figuratività, proprio della tradizionale “concezione strumentale dell’arte” (Gombrich 1971), il paesaggio si attualizza come macchia cromatica, facendosi portavoce di un discorso moderno sul valore plastico della pittura. Contro la “tirannia del formato quadrangolare” (Burckhardt 1898), strumento della tradizionale concezione liturgica e celebrativa dell’arte, il paesaggio si distende su formati oblunghi orizzontali, articolando un discorso laico della pittura. Infine, attraverso la messa in cornice della visione, propria del regime di visibilità del “vedere attraverso” (Stoichita 1993), il paesaggio trasforma la contemplazione del mondo in contemplazione dell’immagine del mondo. Il dispositivo cognitivo che soggiace a questo tipo di messa in discorso fa del paesaggio il preludio (simbolico) alla nascita del sapere cartografico moderno, che farà della riduzione del mondo a sua immagine il fondamento del metodo di conoscenza scientifica della Terra.
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MUSCI, ELENA. "Il paesaggio storico fra ricerca, comunicazione e didattica." Doctoral thesis, Università di Foggia, 2014. http://hdl.handle.net/11369/331762.

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Abstract:
Abstract in italiano Questo studio è centrato sugli aspetti del paesaggio storico legati alla comunicazione visiva e alla didattica. Il paesaggio è un consolidato argomento in campo geografico, e dal punto di vista storico può essere sottoposto a numerose domande. È un concetto dinamico che cambia e si sviluppa continuamente ed ha una storia che emerge attraverso le tracce delle attività umane del passato: città, case, edifici rurali, muretti a secco, mura, vie, sono segni complessi delle organizzazioni sociali del tempo storico. Sono questi segni che, manifestandosi sul territorio, lo rendono comprensibile come palinsesto e permettono di riconoscere i paesaggi che lo hanno caratterizzato nel tempo. In questo senso, il paesaggio contemporaneo è storico perché ha al suo interno tracce del passato, sia che si tratti di edifici sia che si tratti di coltivazioni o di sistemazioni agrarie. Nello stesso tempo esso è la immagine e l'espressione visiva sintetica, di questo processo. In questa lettura semiotica del paesaggio ogni singolo elemento o componente paesaggistica si relaziona con gli altri, nello spazio e nel tempo, fino a costruire un sistema. Partendo da questa prospettiva sono stati indagati alcuni campi della comunicazione visiva e della didattica scolastica del paesaggio storico. La parte innovativa e sperimentale ha riguardato due esperienze concrete, una rivolta ad un contesto classe avente per oggetto lo studio e la restituzione in una presentazione multimediale del paesaggio storico locale e l’altra basata sulla costruzione di un gioco didattico come metodo di fruizione culturale del paesaggio storico che ospita Castel del Monte, un castello voluto da Federico II sull’Alta Murgia, in Puglia. Il gioco, dal titolo Giallo murgiano, è basato sulla base delle carte di un processo del 1783 conservate presso l’archivio di Stato di Foggia e, attraverso un espediente narrativo e un mistero da risolvere, permette ai visitatori di scoprire gli elementi architettonici del castello e quelli significativi che da esso si scorgono nel paesaggio. La sua scrittura ha comportato lo studio delle carte d’archivio e della storiografia che si è occupata del fenomeno della transumanza istituzionalizzato nel regime della Regia Dogana della mena delle Pecore in Puglia nel contesto storico-geografico in oggetto. Analizzare le fonti e le componenti geomorfologiche del territorio ha permesso di individuare ed isolare gli elementi da offrire allo studio ludico del paesaggio. Per ricostruire le vicende narrate nel processo del 1783, i giocatori consultano carte storiche, dizionari e glossari che aiutano a decodificare termini tecnici e strutture insediative visibili dalle finestre dell’edificio. Queste attività sono un esempio di come lo studio di quadri, fotografie e della cartografia storica, permettono di conoscere il mondo come un complesso di segni storici e geografici e di dare significato agli elementi visivi che compongono la varietà del paesaggio. Gli obiettivi che questi progetti hanno inteso raggiungere sono stati quelli di dare agli studenti non solo conoscenze specifiche relative al paesaggio storico indagato, ma soprattutto di renderli capaci di leggere il passato e il paesaggio in cui gli essi stessi sono immersi. Cioè, in definitiva, rendere quel paesaggio significativo in termini storici agli occhi di chi lo ammira e lo vive. La conoscenza e la consapevolezza del valore di un territorio sono, infatti, presupposti fondamentali alla base della sua conservazione e valorizzazione. Questi stessi obiettivi caratterizzano anche i musei moderni che si occupano del paesaggio e del territorio. In modo particolare questo studio ha approfondito il rapporto fra museo e paesaggio nelle forme attuali diffuse in ambito europeo: l’ecomuseo di scuola francese così come recepito in Italia, il Centro di interpretazione così come studiato e proposto in Spagna, e il museo del paesaggio e del territorio così come presenti in Italia. L’istituzione museale e il concetto stesso di paesaggio sono legati alla costituzione dell’identità nazionale ad opera dello stato nazione e sono stati uno strumento di quel potere assoluto o nazionalistico il cui obiettivo era formare un’identità nazionale basata su valori ancorati ad un passato mitico. Entrambi, in modo differente, sono stati spazio di oggetti simbolici facenti parte di una etno-narrazione, ma si sono aperti, grazie al contributo delle discipline e sollecitazioni sociali più diverse, a una identità dinamica e poliedrica, aperta a tutti. Analizzare il modello di paesaggio recepito nei musei di nuova concezione comporta, dunque, indagare il modello di cittadinanza proposto e il rapporto fra cittadinanza e identità. Abstract in English This study focuses the aspects of the historical and cultural landscape related to visual communication and teaching. In the geographical studies, the landscape is a well established subject, and from historical perspectives it can be subject to numerous questions. It is a living process, never static: human beings have shaped and changed the landscape they live in, and the history of these changes emerges through the traces of past human activities. Cities, castles, houses, rural buildings, dry stone walls, streets, are signs of complex social organizations over the history: these are the traces that make the territory understandable as a palimpsest and allow to recognize the different features that characterized it over the centuries. At the same time it is the synthetic image and the visual expression of this process. From this semiotic perspectives every landscape's single element or component interacts with others, in space and time, to build a system. Understanding this system and making students able to read these signs and give them an historical significance, has been the objective of two educational experiences designed and tested with some schools. The first experience was targeted to students aged 13-14 who have studied the local historic landscape through paintings, photos and web pages and have afterwards created a multimedia presentation. The landscape iconographic method allows students to recognize in painted, photographed and personally watched landscapes, the evidence of evolution of agrarian forms, social subjects and technologies that operate on the landscape, the visual aspects of reality and the geographical processes. The second one consists of a mystery to the discovery of Castel del Monte, a medieval castle built by Frederick II on the Alta Murgia, Apulia. The game, Giallo murgiano ( Murgian mistery), is based on the proceedings of a trial that took place in 1783, now preserved in Foggia State Archives; through a narrative device and a mystery to solve, visitors are guided to the discovery of the architectural elements of the castle and of those that they can see in the surrounding landscape. In Order to reconstruct the events narrated in the trial of 1783, players consult historical maps and glossaries that help them to decode the settlement structures that are visible from the windows of the building. These two activities are examples of how the study of paintings, photographs and historical cartography, allows to know the world as a set of historical and geographical signs and give meaning to the visual elements that make up the variety of the landscape. These didactic experiences aim not only to teach the contents of the investigated historical landscape, but above all they want to enable students to read the past and the landscape that surrounds them. These purposes are the same of modern museums that deal with territory and landscape . In particular, this study investigated the relationship between the museum and the landscape in its present form widespread in the European context: the eco-museum of the French school , as it has been implemented in Italy, as well, the interpretation center as it is proposed and studied in Spain, and the museum landscape and territory as well as they are in Italy. Landscape and museum play a powerful role in the process of building national identity and they are given the task of transmitting socially shared values . They are in charge of the formation of national identity and so they allow us to point out at the characteristics that from generations to generations are recognized by a national community in terms of identity. From this perspective, they conjure. narration and information filtered by the social systems. Both, in different ways, have hosted symbolic value that were part of an ethno-story, but in recent years they have been opened to a dynamic and multi- faceted identity accessible to all, thanks to the contribution of different disciplines and societal solicitations. Therefore, analyzing the landscape model as it is perceived in new concept museums, implies the investigation on the proposed model of citizenship and the relationship between citizenship and identity.
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Rucco, Alessandro Alessio <1988&gt. "Il paesaggio comacchiese altomedievale tra topografia e geoarcheologia." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3705.

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Abstract:
Il presente lavoro va inteso come naturale prosecuzione di un progetto di ricerca sull'insediamento altomedievale di Comacchio avviato già da alcuni anni dall'Insegnamento di Archeologia medievale dell'Università Ca' Foscari di Venezia. Nello specifico, la ricerca si pone l'obiettivo di proporre una ricostruzione del paesaggio comacchiese tra VIII e X secolo d.C. Le metodologie utilizzate sono state quelle proprie della topografia tradizionale (studio della cartografia storica e della toponomastica, aerofotointerpretazione) e della geoarcheologia. Parte integrante del lavoro è stata rappresentata, infatti, da una serie di carotaggi effettuati nell'immediato entroterra comacchiese allo scopo di prelevare campioni di sedimento da datare tramite radiocarbonio. Il pregresso ed i dati acquisiti nell'ambito della ricerca sono stati dunque inseriti in una piattaforma GIS, che ne ha consentito, prima di tutto, un posizionamento preciso. La loro interpolazione attraverso i moduli di analisi spaziale offerti dal sistema informatico (gestito tramite il software open source Quantum Gis) e la loro constestualizzazione storico-archeologica ha portato, in conlusione, all'elaborazione di un modello ricostruttivo.
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Carecci, Andrea. "L'architettura delle infrastrutture nel paesaggio urbano di Borgo Panigale." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/19833/.

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Abstract:
Il quartiere Borgo Panigale situato ad ovest della città di Bologna, oltre il fiume Reno, viene tagliato dalla via Emila attorno a cui si sviluppa la sua espansione urbana, nel tempo viene poi invaso dalla costruzione dell’autostrada che ne devia lo sviluppo a sud lungo il fiume. Proprio in questa fascia urbana, cinta dalle infrastrutture, è necessario intervenire con una nuova visione in cui la ferrovia e il parco del Lungo Reno si trasformino da barriera ad opportunità per un risarcimento del paesaggio attraverso l’architettura delle infrastrutture e ad una nuova mobilità lenta che riconnetta il tessuto periferico con il resto della città. Grazie ad una analisi percettiva del luogo e con l’ausilio degli strumenti urbanistici del comune di Bologna, sono stati progettati vari interventi di riqualificazione volti a sciogliere questi aspri contrasti di convivenza tra paesaggio ed infrastruttura andando a svelare le potenzialità fin ora non sfruttate di alcune aree. Collante comune di quasi tutti gli interventi è la trasformazione della tratta ferroviaria in una linea tram-treno, che con il suo ritmo più a misura d’uomo e le sue nuove stazioni in stretto rapporto con il fiume e il parco, sancisce una moderna e personale espressione di paesaggio urbano.
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Borzani, Patrizia. "Dinamiche spazio-temporali di un paesaggio culturale. Un'analisi cartografica." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2263/.

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Sacchetti, Eleonora, and Foglio Marco Di. "Museografia, archeologia e paesaggio: le necropoli villanoviane di Verucchio." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/3603/.

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Abstract:
Progetto di un parco archeologico all'interno del territorio della Valmarecchia. Il progetto comprende un percorso museografico che mette a sistema il patrimonio storico e archeologico del territorio verucchiese.Vengono inseriti all'interno del percorso: un edificio polifunzionale identificato come unità introduttiva, un edificio posto sull'area di scavo e un edificio esplositivo che pone in mostra il patrimonio villanoviano.
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Fantini, Alberto. "Il paesaggio come risorsa: progetti per la città adriatica." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/5328/.

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Abstract:
La sostenibilità ambientale ed il risparmio energetico rappresentano temi di grande attualità,forse non ancora sufficientemente approfonditi nel contesto dei territori costieri con una vocazione prevalentemente turistica. Il paesaggio marittimo della costa adriatica, con particolare attenzione alle zone di Ravenna e Jesolo, viene riletto attraverso le esperienze didattiche raccolte e rielaborate in questa sede, come vera e propria risorsa. Nel primo caso (Laboratorio di progettazione architettonica I) dedicato alla valorizzazione della foce dei Fiumi Uniti a Ravenna, si sono utilizzati il paesaggio e le emergenze architettoniche del territorio come fonti di ispirazione per la realizzazione di un percorso didattico. La seconda esperienza (Laboratorio di costruzione dell’architettura I), il progetto di un’unità abitativa sviluppata secondo criteri di sostenibilità ambientale sul litorale pugliese, rappresenta un momento di approfondimento di alcuni aspetti tecnici della costruzione, per ciò che riguarderà la ricerca e l’uso dei materiali più performanti. L’ultimo contributo (Laboratorio di sintesi finale), il progetto per la riqualificazione di un’area presso la località di Jesolo, sintetizza al suo interno gli interessi e le conoscenze maturate nel corso delle precedenti esperienze progettuali. Le riflessioni progettuali elaborate all’interno del laboratorio di progettazione del primo anno e del laboratorio di sintesi finale oltre a rappresentare le esperienze di inizio e fine del mio percorso universitario, ne restituiscono bene l’evoluzione, mettendo chiaramente in risalto come la mia attenzione nei confronti del paesaggio sia mutata nel corso degli anni. Nel primo caso la volontà è stata quella di rispettare la memoria del luogo senza modificarne l’identità, per questo si è scelto di collocare lungo il corso dei Fiumi Uniti, dall’immaginaria sorgente, all’incontro tra il Montone ed il Ronco, fino alla foce presso Lido di Dante, una serie di padiglioni che rappresentano gli elementi salienti del territorio ravennate. Per quanto riguarda Jesolo, invece, a causa delle pregresse condizioni dell’area oggetto dell’intervento, si è proceduto in modo più deciso, azzerando il lavoro di urbanizzazione primaria già effettuato, al fine di realizzare un “parco della ricerca”, all’interno del quale sviluppare energia biochimica attraverso l’uso di materia micro-algale, con l’intento di garantire al progetto nel suo insieme tanto una sostenibilità ambientale, quanto economica. Tra queste due esperienze un approfondimento sul tema del risparmio energetico, con il progetto per un’unità abitativa sul litorale pugliese, mette in luce l’interesse ed il progressivo avvicinamento a tematiche legate alla sostenibilità ambientale in ambito architettonico.
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FORNASIERO, TOMMASO. "Jens Jensen, un solo paesaggio: tra frontiera e città." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/11578/278710.

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OUZOUNOV, DIMITAR HRISTOV. "Paesaggio funzionale della Sila Grande. Analisi fitosociologica e geosinfitosociologica." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2014. http://hdl.handle.net/11566/242714.

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Abstract:
Scopo della tesi è stato quello di fare fronte a problematiche di carattere applicativo relative alla gestione del territorio e alla conservazione della biodiversità utilizzando i metodi di analisi del paesaggio vegetale attraverso gli approcci della sinfitosociologia. Come area di studio è stata scelta la Sila Grande (Calabria), per la quale è stata avviata una esaustiva ricerca bibliografica e reperiti i dati cartografici. I dati spaziali e i diversi tematismi sono stati organizzati in un SIT e si è proceduto con una prima segmentazione (individuazione della tessere ambientale) basata sulle caratteristiche geomorfologiche, geologiche, uso del suolo, bioclima etc. E’ stata effettuata un’analisi delle comunità vegetali montane, basata su 1047 rilievi fitosociologici (di cui 554 originali) allo scopo di investigare i fattori paleogeografici, ecologici e antropici che influenzano la flora e la vegetazione. I dati provenienti dalla letteratura e da indagini di campo (1998-2013) sono stati analizzati criticamente per chiarire la posizione sin tassonomica dei principali tipi di vegetazione. Sono proposti 26 nuovi syntaxa (associazioni e sub associazioni) e viene presentato uno schema sin tassonomico aggiornato. Querco-Fagetea e Molinio-Arrhenetheretea sono le classi più rappresentate nell’area a causa dei fattori bioclimatici. Le comunità igrofile ((Isoeto-Nanojuncetea, Nardetea strictae, Scheuchzerio-Caricetea fuscae, Montio-Cardaminetea and Littorelletea uniflorae) hanno una significativa importanza biogeografia grazie ad un ricco gruppo di specie boreali. Questa “impronta nordica” della flora, vegetazione e paesaggio è particolarmente interessante e le sue peculiarità sono analizzate dal punto di vista ecologico e biogeografico. Gli elementi mediterranei prevalgono nei prati aridi e negli arbusteti. Vengono affrontati alcuni problemi sulle dinamiche della vegetazione come il ruolo delle pinete e le loro relazioni con le faggete, cercando di dare spunti per le strategie di conservazione e gestione.
Aim of thesis is to face practical problems related to the land management and biodiversity conservation, using methods of landscape analysis through approaches of synphytosociology. Studied area is Sila Grande (Calabria, S Italy), for which an exhaustive bibliographic analysis was carried out and cartographic materials collected. Spatial data and different themes were organized in a GIS, proceeding with a first segmentation (environmental patches identification) based on geomorphologic, geological land use, bioclimatic, etc. In addition an analysis of mountainous plant communities has been carried out, based on 1047 phytosociological relevés (554 original) in order to investigate paleo-geographic, ecological and anthropic factors that influence flora and vegetation diversity. Data from literature and field studies (1998-2013) have been critically analyzed in order to clarify syntaxonomic position of the main vegetation types. Twenty-six new syntaxa (associations and subassociations) are proposed and an updated sintaxonomic scheme is presented. Querco-Fagetea and Molinio-Arrhenetheretea are the most represented classes in the area due to the bioclimatic factors. Wet communities (Isoeto-Nanojuncetea, Nardetea strictae, Scheuchzerio- Caricetea fuscae, Montio-Cardaminetea and Littorelletea uniflorae) have a significant biogeographical importance thanks to a rich group of boreal species. This “Nordic imprint” of the flora, vegetation and landscape is of special interest and its peculiarities are analyzed from ecological and biogeographycal point of view. Mediterranean and sub-Mediterranean elements prevail in dry grasslands and shrublands. Some problems about dynamics of vegetation are discussed such as the role of black pine communities and their relations with beech forests, trying also to give clues for conservation strategies and management.
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Caruso, Giuseppe. "Il paesaggio vegetale della valle del Torrente Uria (Catanzaro)." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2014. http://hdl.handle.net/11566/242715.

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Abstract:
La Calabria è una delle regioni italiane meno conosciute dal punto di vista geobotanico. Scopo di questa ricerca è realizzare uno studio floristico, fitosociologico e sinfitosociologico del bacino idrografico del Torrente Uria (Catanzaro). L’area di studio (72,8 Kmq), presenta un range altitudinale 0-1300 m s.l.m., una complessa geomorfologia (faglie, pendii scoscesi, rupi, gole) ed una vasta diversità di substrati. La flora vascolare conta 846 specie (454 generi, 107 famiglie): 1/3 della flora regionale su 1/200 della superficie. Numerose sono le specie di interesse fitogeografico (Pteris cretica, Osmunda regalis, Paraceterach marantae, Woodwardia radicans, Ephedra distachya, Acer lobelii, Helianthemum jonium, Berteroa obliqua, Dianthus vulturius, Lomelosia pseudisetensis, Armeria brutia, Salix brutia, Tilia platyphyllos ssp. pseudorubra, Stipa oligotricha, Typha minima, Veronica anagalloides, Platanus orientalis). Tra le endemiche (4,6%) anche una specie (Centaurea calabra) recentemente descritta per questo territorio nell’ambito di questa ricerca. Il risultato dello studio fitosociologico è rappresentato dall’individuazione di numerose associazioni, serie di vegetazione e geosigmeti. Vengono segnalate associazioni rare, alcune per la prima volta in Calabria (Cheilantho maderensis-Notholaenetum marantae, Helianthemo jonii-Thymetum capitati, Petasiti hybridi-Platanetum orientalis) ed anche nuovi sintaxa (comunità a Dianthus vulturius e Centaurea calabra, Gypsophilo arrostii- Stipetum olotrichae, Gypsophilo arrostii-Hyperrhenietum hirtae, Anthyllido maurae-Lomelosietum pseudisetensis, Euphorbio arbusculae-Alnetum glutinosae, Drymochloo exaltatae-Platanetum orientalis). Nell’area di studio si riscontra la presenza di 14 habitat della Direttiva 43/92 CEE, i quali complessivamente occupano il 29,1% del bacino idrografico. Tra essi alcuni sono habitat prioritari (5230, 9180, 9210, 9530), mentre altri non risultano inclusi nella Rete Natura 2000 della Calabria (92C0 Foreste di Platanus orientalis e Liquidambar orientalis). A salvaguardia di un simile patrimonio naturale dalle minacce esistenti nell’area si propone l’istituzione ex-novo, su base geobotanica, del Sito di Interesse Comunitario “Valle del Torrente Uria”, primo nucleo di un futuribile Parco Naturale Regionale della Presila.
Calabria is one of the Italian region less known from geobotanical point of view. Aim of this research is to carry out a floristic, phytosociological synphytosociological study of the Uria Stream hydrographic basin (Catanzaro). Study area (72.8 square Km), has altitude ranging 0-1,300 m a.s.l., a complex geomorphology (faults, steep slopes, cliffs, gorges) and a wide substrata diversity. Vascular flora counts 846 species (454 genera, 107 families): 1/3 of the regional flora into 1/200 of the surface. Several are species of phytogeografical interest (Pteris cretica, Osmunda regalis, Paraceterach marantae, Woodwardia radicans, Ephedra distachya, Acer lobelii, Helianthemum jonium, Berteroa obliqua, Dianthus vulturius, Lomelosia pseudisetensis, Armeria brutia, Salix brutia, Tilia platyphyllos ssp. pseudorubra, Stipa oligotricha, Typha minima, Veronica anagalloides, Platanus orientalis). Among the endemics (4.6%) also a species (Centaurea calabra) recently described for this territory as part of this research. Outputs of the phytosociological study are a number of associations, series of vegetation and geosygmeta. Have been also recorded rare associations, some of which for the first time in Calabria (Cheilantho maderensis-Notholaenetum marantae, Helianthemo jonii-Thymetum capitati, Petasiti hybridi-Platanetum orientalis) and even new sintaxa (community with Dianthus vulturius and Centaurea calabra, Gypsophilo arrostii-Stipetum olotrichae, Gypsophilo arrostii- Hyperrhenietum hirtae, Anthyllido maurae-Lomelosietum pseudisetensis, Euphorbio arbusculae-Alnetum glutinosae, Drymochloo exaltatae-Platanetum orientalis). In the study area 14 habitats of the Directive 43/92 EEC have been found, covering 29.1% of the hydrographic basin. Among these some are priority habitats (5230, 9180, 9210, 9530), while other are not yet included into Natura 2000 network in Calabria (e.g. 92C0 Platanus orientalis and Liquidambar orientalis woods). In order to protect such a natural heritage from existing threats it has been proposed the ex-novo establishment, on a geobotanical basis, of the Site of Community Importance “Valle del Torrente Uria”, first unit of the futuristic Presila Natural Regional Park.
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Marletta, Giulia. "Il paesaggio nella rappresentazione cinematografica Caratteri, significati e suggestioni." Doctoral thesis, Università di Catania, 2012. http://hdl.handle.net/10761/1117.

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Abstract:
Introduzione Definire il paesaggio è come inseguire un fantasma: l immagine da afferrare è evanescente , pronta a svanire alla minima alterazione del punto di vista, a modificarsi al più vago mutamento temporale, a dissolversi nell atto stesso della sua definizione (Vitta M. , 2005). Ciò non sorprende, se si pensa al paesaggio come nulla più che una sensazione, un immagine instabile, un esperienza fuggevole e incerta. Citando Goethe, si arriva al cuore del problema, egli infatti descrive la natura fenomenologica del bello, il quale non si rivela mai per ciò che è in sé, ma si rispecchia in mille manifestazioni dello spirito, in una varietà e molteplicità di espressioni pari a quella della natura stessa. È proprio questa elusività del concetto di paesaggio che mi ha motivata nell analisi della maggiore forma di rappresentazione della realtà sociale: Il cinema, al fine di svelare il paesaggio e capire i numerosi nessi esistenti tra l utilizzo che ne viene fatto, i significati che esso veicola e la percezione dello spettatore cinematografico/ attore della realtà sociale. Il primo capitolo si articola in una analisi a tratti epistemologica del significato di paesaggio, partendo dalla filosofia greca, si analizzano poi le prime rappresentazioni pittoriche fino ad arrivare alla nascita, nelle arti visive, del concetto di paesaggio autonomo , dotato di un proprio significato, indipendente ed emancipato dalle vicende umane. Nel secondo capitolo si fa riferimento ad alcune teorie della geografia culturale che riconoscono nel paesaggio un elemento multidisciplinare che va considerato non come un entità ecologica o pittoresca ma come un fenomeno sociale e politico che cambia nel corso della storia . È proprio da qui che si sviluppa un analisi della rappresentazione filmica che rompe gli schemi del mondo/prigione appartenente alla fissa e stabile ontologia e mette in crisi anche le regole dell approccio epistemologico. In questo frangente Eisenstein si sofferma sul tormentato rapporto tra diegesi filmica e presenza del paesaggio/ ambientazione. Parte del valore delle definizioni del cineasta sovietico sta nella capacità delle stesse di appianare e rasserenare le relazioni tese e conflittuali tra paesaggio e narrativa. Si passa poi ad un attenta analisi del paesaggio cinematografico e della valenza simbolica e immaginifica che esso riveste. Il terzo capitolo offre un assaggio delle regole compositive applicate all immagine cinematografica, regole che, come noto, influiscono notevolmente sulla percezione dello spettatore, rendendo il regista artefice di precisi messaggi e significati veicolati attraverso il media cinematografico. Il quarto capitolo costituisce una speculazione cine esperienziale e si dipana da un analisi del movimento ( concetto insito nel cinema) attraverso un parallelo tra il rapporto uomo- spazio e quello testo ( reel) contesto ( real), per soffermarsi infine sull esperienza dello spettatore in termini di suggestioni e interattività. Il quinto capitolo traccia invece un analisi cine paesaggistica. Prendendo spunto dal lavoro di alcuni registi ( Pasolini, Antonioni, Godard, Ford) , si è studiato l approccio al paesaggio autonomo nelle sue tipologie di spazio diegetico ed extra diegetico. Infine, i due capitoli conclusivi esaminano e comparano i due generi di paesaggio cinematografico per eccellenza: il paesaggio urbano e il paesaggio rurale. Le chiare differenze esistenti tra le due tipologie menzionate, sia in termini di struttura topografica che di paradigmi sociali ed annessi stili di vita, si evidenziano nella metafora cinematografica la quale enfatizza significati e retaggi proprio delle due tipologie di paesaggio.
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Buffoni, Sol Carolina <1983&gt. "Vino e Paesaggio. La Valsana ai tempi della Glera." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2680.

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Abstract:
Il Paesaggio della Valsana descritto attraverso la sua storia, i diversi biotopi che lo compongono e recenti ricerche in ambito geografico che analizzano le percezioni sociali. Le trasformazioni economiche che hanno cambiato gli assetti territoriali, dalla piantata policolturale alla specializzazione monocolturale passando attraverso l'industria, un caso nel Veneto agropolitano. La storia locale della vite e il distretto del prosecco doc e docg. Il paesaggio del vino: la candidatura Unesco e le politiche locali di tutela paesistica. Associazioni ambientaliste e comitati cittadini costituiti contro l'uso dei pesticidi, percezione del rischio e del paesaggio, azioni. Non solo vino, pratiche altre legate al territorio, la valorizzazione della rete dei sentieri da parte degli escursionisti, piccole produzioni locali e le malghe. Paesaggio dell'abbandono o Terzo Paesaggio? Il destino del bosco.
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Frison, Alessandra <1985&gt. "L'arte fuori dal museo: itinerari tra scultura e paesaggio." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2913.

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Abstract:
La ricerca ha ad oggetto un recente fenomeno ancora poco conosciuto, che pone a diretto contatto l’arte contemporanea con l’ambiente: i parchi di scultura contemporanea. In particolare, sono stati analizzati tre itinerari italiani situati in territorio montano, approfondendo oltre l’interessante lato artistico, anche quello giuridico ed economico.
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Patuzzi, Francesca <1988&gt. "Geografia, territorio e paesaggio. Il caso della pedemontana bassanese." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4384.

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Abstract:
Il boom edilizio che ha interessato l’Italia negli anni Sessanta, a seguito del processo di sviluppo economico avviato nel decennio precedente, ha determinato anche nel Bassanese un altrettanto eccezionale sviluppo ed incremento della produzione edilizia. In particolare la città di Bassano del Grappa, il cui ruolo risulta trainante quale polo di centralità nei confronti dei comuni limitrofi, ha registrato in quegli anni, in assenza di un’efficace pianificazione urbanistica, una forte ed incontrollata espansione urbana che ha investito soprattutto le aree ai lati delle principali arterie di traffico. Si può quindi parlare di conurbazione bassanese e di città diffusa. Alla Regione Veneto spetta il triste primato del secondo posto, dopo la Lombardia, nella classifica delle regioni più fameliche di suolo. I problemi del consumo di suolo, del degrado dell’ambiente e del paesaggio veneto e, nello specifico, del Bassanese non sono più rinviabili soprattutto in un Paese che all’art. 9 della propria Costituzione pone, tra i principi fondamentali dello Stato, la tutela del paesaggio.
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Desantis, Ilaria <1990&gt. "Paesaggio di carta di Vasilij Aksënov. Traduzione e commento." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6396.

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Abstract:
Con questa tesi si propone una traduzione dal russo del romanzo Paesaggio di carta (1982) di Vasilij Aksënov con relativa presentazione dell'autore e delle sue opere e l'approfondimento di alcuni fenomeni culturali salienti del periodo storico in cui è ambientato il romanzo.
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Mazzoli, Luca. "Bogota - usme: Il paesaggio come risorsa. Lo stadio nelle cave." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/9936/.

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Abstract:
Il volume raccoglie al suo interno il risultato complessivo della progettazione di uno stadio per la città di Bogotà, e più specificatamente per la localidad di Usme. Il progetto rappresenta la sintesi architettonica del processo conoscitivo del luogo, rielaborato in maniera da offrire una soluzione coerente a problematiche di tipo urbano, sociale e archiettonico. L'intervento si configura come una riqualificazione ambientale e territoriale dell'area delle cave di Usme, nel tentativo di fornire alla città uno spazio sportivo e al contempo sociale, che comprenda al suo interno una struttura di servizi attualmente insufficienti nella zona, con l'obbiettivo di valorizzare il sito di progetto in maniera da sfruttarne tutte le potenzialità. La riqualificazione verrà operata ricercando il collegamento della cava alle zone adiacenti e attraverso l'inserimento dello stadio che andrà a costituire un polo attrattivo non soltanto per la localidad di Usme ma per l'intera Bogotà.
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Vullo, Claudia. "La custodia del paesaggio. Il parco delle arti di Jesolo." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/6322/.

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Abstract:
La tesi "La custodia del paesaggio.Il parco delle arti di Jesolo" rileva nel luogo del progetto una forte connotazione simbolica. La connotazione simbolica è legata alla presenza del Piave, "Fiume Sacro alla Patria". La proposta del Parco delle arti di Jesolo individua quale ragion d'essere di questo luogo e della sua trasformazione quel particolare livello di realtà che possiamo chiamare metafisico attraverso la riappropriazione della sua dimensione simbolica. Dimensione oggi di fatto solo latente. Il modo in cui, attraverso il progetto, viene prefigurata questa riappropriazione e rappresentazione simbolica dei luoghi attinge al mito delle acque originarie per dare forma a quei luoghi e a quelle architetture in cui sono favoriti i riti, gli eventi e i fatti dell'arte e dello spettacolo. Natura e destino sono i termini con cui è possibile rammemorare un'origine e reimmaginare un futuro e nuovi valori a cui ancorare il progetto per il Parco delle arti di Jesolo. A partire dal mutuo intreccio tra natura e destino il progetto riflette sul tema della natura in quanto sorgente nativa e sull'archetipo della circolarità. Facciamo riferimento alla circolarità mitica, attraverso le forme che evocano la presenza e la custodia delle acque primigenie; alla circolarità ritmica, attraverso i luoghi che celebrano e favoriscono l'esperienza e la custodia di un tempo del gioco e dell'arte; alla circolarità spirituale, attraverso le forme che richiamano i temi originari di emersione/immersione come vuoto custodente (forma uterina) e del rito come inizio e acquisizione della coscienza della natura dei luoghi (teatralità dei luoghi e delle architetture).
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Fontana, Andrea. "Architettura e paesaggio del fiume: Un progetto per il panaro." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/8016/.

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Abstract:
1_analisi sul territorio della bassa pianura modenese nell'area compresa tra Bomporto e Camposanto 2_abaco dei criteri di intervento per la ricostruzione post sisma, diviso su tre livelli: infrastrutture, architettura e paesaggio 3_masterplan e progetto di un percorso ciclo-pedonale sull'argine del fiume Panaro (centro abitato, corti crollate, corti produttivamente attive, sistema di edifici crollati, conservati e riconvertiti, interruzione del percorso, mitigazione delle infrastrutture, stazione ferroviaria)
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Florio, Sergio. "La protezione giuridica del paesaggio in Italia e in Francia." Thesis, Toulon, 2014. http://www.theses.fr/2014TOUL0080/document.

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Abstract:
Dans cette étude nous avons approfondi le statut de la protection juridique du paysage dans les deux pays. Le niveau constitutionnel de protection est plus ancien et spécifique en Italie, plus récent en France et voué généralement à l’environnement. Quant à la législation ordinaire, au-delà des Alpes on retrouve une multiplicité d’instituts de protection, différents selon le bien ou le territoire considéré. Les instruments administratifs et urbanistiques sont excessifs qui assurent souvent une protection seulement formelle et engendrent une incertitude. Toutefois la protection est élevée pour certains biens ou zones, et en particulier pour les zones du littoral ou pour celles soumises à la compétence des « Architectes des Bâtiments ». Le rôle des juges administratifs est prépondérant : En Italie, en revanche, les instituts fondamentaux (la contrainte, la planification et l’autorisation) gèrent généralement les biens et les territoires protégés. La planification a été peu et mal appliquée, tandis que l’autorisation a été gérée avec une extrême légèreté par les régions. Toutefois, même après la Convention Européenne paysagère, il apparaît dans les deux Pays un véritable droit dédié au paysage. Dans les conclusions, on propose notamment pour la France un système spécifique d’autorisations, la réduction des documents urbanistiques et environnementaux, l’introduction d’une discipline plus contraignante et un aménagement spécifique. Pour l’Italie la réalisation de l’aménagement du paysage est indispensable ou mieux encore, la planification du paysage pourrait être unifiée à l’aménagement urbanistique local, on créerait ainsi un lien qui n’existe pas. En outre, on propose que l’autorisation devienne exclusivement compétence de l’Etat. L’ensemble de ces règles pour protéger le paysage pourraient s’élever au rang de « domaine du paysage » compris non comme régime propriétaire mais comme statut engageant pour les biens d’une valeurs inestimable et d’utilité sous de multiples aspects
This thesis expands on the status of legal protection of landscape in the two Countries. The Constitutional level of landscape preservation is older and specific in Italy, in France it is most recent and environment based in general. In regards to the ordinary legislation, beyond the Alps, we find a large number of institutions of preservation, differing according to the asset or the considered territory. There are overabundant administrative/urban instruments, that often provide only a formal protection and create some doubts. However, the preservation is high for some assets or areas, such as those in charge of the “Architectes des Bâtiments” or for the coastal areas. It is important the role of the administrative judge. On the contrary, in Italy, the fundamental tools (constrains, urban planning and permission) work for assets and protected territories in a generalized way. The planning has been little and badly implemented, while the permission has been used by the Regions with ease. However, the absolute right to the landscape presents itself in both Countries. In the conclusion, in regard to France, we advance, amongst other things, a specific system of legal permissions, the reduction of urban/environment documents, the introduction of more binding regulations and a specific scheduling. In regard to Italy, we think it appropriate to create a landscape planning, or better, to unify the landscape planning to the local urban one, creating a coordination, missing for the time being. In addition, we advance that authorization will be on State exclusive jurisdiction. The regulations could rise to the higher rank of ”Landscape State Property”, to be considered not as property regimen but as binding statute of priceless value and eminent domain assets for several respects
La tesi intende approfondire la protezione giudica del paesaggio nei due Paesi. Senza trascurare il contributo offerto da altre discipline nel corso degli anni.Non è un caso che in Francia il paesaggio è considerato un tema di studi a parte intera. Fondamentale prendere in considerazione il livello costituzionale di tutela, avanzato e specifico in Italia, recente e relativo all’ambiente in generale in Francia. Interessante anche il contributo della Convenzione europea del paesaggio di Firenze e le definizioni di paesaggio offerte da diverse discipline. Il paesaggio è proiettato verso la qualificazione di vero e proprio diritto, anche fondamentale. Il lavoro continua con lo studio analitico di numerosi istituti che connotano la protezione nei due paesi. La Francia si caratterizza per un sistema che potremmo definire binario, uno dedicato alla generalità dei territori e l’altro alle numerose zone particolarmente sensibili. L’Italia presenta invece una certa omogeneità di protezione per tutti i territori presi in considerazione. Nel corso della tesi si effettua una comparazione dei due sistemi, pur tenendo conto delle evidenti differenze. Nelle conclusioni si sottolineano punti di forza e di debolezza e si prospetta qualche ipotesi di miglioramento dei due sistemi giuridici
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BUFFARINI, FEDERICA. "La città diffusa ed il paesaggio: il caso delle Marche." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2017. http://hdl.handle.net/11566/245314.

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Abstract:
Negli anni 90, l’esplosione del web ha annullato le distanze nel mondo fisico, pur non allontanandoci dalla città. Mentre in passato erano le città portuali ad assumere il ruolo di città gateway, cioè porte di accesso al continente, oggi sono considerati gateway tutti i luoghi d’accesso per via digitale. La città diffusa, vasto territorio urbanizzato dagli invisibili margini, dove l’alternanza tra rurale e urbano genera ampie distanze tra poli funzionali, necessita di realizzare nodi di scambio e di traffico, intercettando i flussi di persone, capitali, know-how che ogni giorno si muovono in maniera non efficiente su un territorio vasto, generando, spesso, sprechi di tempo e denaro. Essa deve commutarli sul territorio e trasformarli in risorse locali, generare così una mole di informazioni che è potenzialmente trasformabile in risposte attraverso le app urbane. I modi fino ad ora utilizzati per analizzare il processo di crescita della città diffusa, sviluppo urbano di gran parte delle città italiane, hanno messo in luce le criticità come il fenomeno della dispersione, rischiando di non coglierne le potenzialità che, se opportunamente progettate con nuove tecnologie, possono essere trasformate in punti di forza. All’urbanistica e alla forma stessa del piano tradizionale, spetta sempre e comunque il compito di regolare gli usi del suolo in rapporto alla comunità locale, consapevoli però che le funzioni di taluni suoli interagiscono con sistemi di interessi sempre più estesi e fisicamente lontani, con il fine di rendere dinamici e flessibili alle esigenze e alle risorse territori sempre più ampi. La ricerca, per rispondere alle esigenze gestionali e di pianificazione legate al territorio marchigiano, tratta dell’attuale necessità di elaborare piani strategici per programmare, grazie all’uso della tecnologia e della digitalizzazione. L’interdipendenza e la complementarità delle diverse vocazioni di queste aree così estese, che prescindono dai rigidi confini amministrativi, necessitano di sviluppare un metodo in grado di attivare forme di azione coordinata, basato su network di servizi e mobilità attraverso tecnologie digitali tali da far fronte agli sprechi nei bilanci comunali e rispondere efficientemente alla sempre più rapida trasformazione della vita sociale tramite la condivisione dell’informazione e la riduzione degli spostamenti fisici.
In the 90s, the explosion of the web has brought distances in the physical world, while not moving away from the city. While in the past they were the port cities to take on the role of gateway cities, ie gates to the continent, are considered gateway all access places digitally. The sprawling city, vast territory urbanized by the invisible margins, where the alternation between rural and urban generates large distances between functional centers, needs to realize nodes of exchange and trade, intercepting the flows of people, capital, know-how that every day move inefficiently over a vast territory, generating, often, time and money wasted. It must switch them on the land and turn them into local resources, thus generating a huge amount of information that is potentially convertible into with answers app urban. The methods used so far to analyze the growth process of urban sprawl, urban development of most of the Italian cities, have highlighted the critical issues like the phenomenon of dispersion, the risk of not grasping the potential that, if properly designed with new technologies, can be transformed into strengths. Urban planning and same shape as the traditional plan, always has the task of regulating land use in relation to the local community, however, aware that the functions of certain soils interact with the increasingly extensive interests systems and physically distant, with the order to make dynamic and flexible to the needs and resources increasingly larger territories. The research, to meet the operational needs and planning related to the Marche region, is the current need to develop a strategic plan to program, thanks to the use of technology and digitization. The interdependence and complementarity of the different vocations of these extensive areas, which ignore the rigid administrative borders, need to develop a method capable of activating forms of coordinated action, based on networks of services and mobility through digital technologies such as to cope against waste in municipal budgets and respond efficiently to the ever more rapid transformation of social life through the sharing of information and the reduction of physical travel.
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Marchetti, Elena <1980&gt. "Paul Flandrin (1811-1902), un nuovo sguardo sul paesaggio dell'Ottocento." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/6082/1/marchetti_elena_tesi.pdf.

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Abstract:
Questa ricerca ha l’obiettivo di dare nuovi contributi alla conoscenza della pittura di paesaggio francese nell’Ottocento attraverso lo studio dell’opera di Paul Flandrin (1811-1902). Flandrin si colloca al crocevia di esperienze fondamentali nella ricerca artistica di metà Ottocento: l’eredità di Camille Corot, l’insegnamento di Jean-Auguste Dominique Ingres, la pratica del lavoro en plein air, la tradizione del paesaggio neoclassico. Il corpus di opere del pittore lionese Paul Flandrin (1811-1902) ricostruito in questa tesi è frutto di una sistematica operazione di ricerca sul campo e viene in seguito analizzato alla luce dei recenti studi sulla pittura di paesaggio neoclassico in Francia nel XIX secolo. La ricerca si fonda su una grande quantità di materiale inedito: dipinti, disegni, taccuini di studio en plein air, corrispondenza con colleghi e amici. Da questa ricerca la fisionomia artistica di Paul Flandrin emerge ben individuata singolarmente e al tempo stesso ancorata al contesto storico-artistico attraverso le relazioni con i colleghi, l’utilizzo di determinate tecniche, la frequentazione di mete comuni ai paesaggisti suoi contemporanei, la decisa presa di posizione a favore del paesaggio neoclassico.
This research aims at improving the knowledge of landscape painting in France during the 19th century through the study of the work of the painter Paul Flandrin (1811-1902). Flandrin is situated midway different artistic experiences between 1840-1870: the neoclassical tradition, Camille Corot heritage, the teaching of Jean-Auguste-Dominique Ingres. This dissertation offers new original insights to the subject by examining a great amount of unpublished material. The leading lines of this research are: the use of the catalogue raisonné method; the analysis of the work process of a landscape painter from the oil sketch to the finished painting and from drawing to painting; the analysis of written sources, both letters between painters and archive documents or newspaper articles; the analysis of the artist’s cultural context, such as the relationship with colleagues, the influence of his master Ingres, the role he played as the most remarkable representative of 19th century landscape neoclassical school.
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Marchetti, Elena <1980&gt. "Paul Flandrin (1811-1902), un nuovo sguardo sul paesaggio dell'Ottocento." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/6082/.

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Abstract:
Questa ricerca ha l’obiettivo di dare nuovi contributi alla conoscenza della pittura di paesaggio francese nell’Ottocento attraverso lo studio dell’opera di Paul Flandrin (1811-1902). Flandrin si colloca al crocevia di esperienze fondamentali nella ricerca artistica di metà Ottocento: l’eredità di Camille Corot, l’insegnamento di Jean-Auguste Dominique Ingres, la pratica del lavoro en plein air, la tradizione del paesaggio neoclassico. Il corpus di opere del pittore lionese Paul Flandrin (1811-1902) ricostruito in questa tesi è frutto di una sistematica operazione di ricerca sul campo e viene in seguito analizzato alla luce dei recenti studi sulla pittura di paesaggio neoclassico in Francia nel XIX secolo. La ricerca si fonda su una grande quantità di materiale inedito: dipinti, disegni, taccuini di studio en plein air, corrispondenza con colleghi e amici. Da questa ricerca la fisionomia artistica di Paul Flandrin emerge ben individuata singolarmente e al tempo stesso ancorata al contesto storico-artistico attraverso le relazioni con i colleghi, l’utilizzo di determinate tecniche, la frequentazione di mete comuni ai paesaggisti suoi contemporanei, la decisa presa di posizione a favore del paesaggio neoclassico.
This research aims at improving the knowledge of landscape painting in France during the 19th century through the study of the work of the painter Paul Flandrin (1811-1902). Flandrin is situated midway different artistic experiences between 1840-1870: the neoclassical tradition, Camille Corot heritage, the teaching of Jean-Auguste-Dominique Ingres. This dissertation offers new original insights to the subject by examining a great amount of unpublished material. The leading lines of this research are: the use of the catalogue raisonné method; the analysis of the work process of a landscape painter from the oil sketch to the finished painting and from drawing to painting; the analysis of written sources, both letters between painters and archive documents or newspaper articles; the analysis of the artist’s cultural context, such as the relationship with colleagues, the influence of his master Ingres, the role he played as the most remarkable representative of 19th century landscape neoclassical school.
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Viani, Consuelo <1974&gt. "Paesaggio e spaesamento in Binswanger tra Husserl Heidegger e Freud." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1589.

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Fumagalli, Serena <1990&gt. "Paesaggio rurale e turismo: opportunità di sinergie in un'area lombarda." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6791.

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Abstract:
L’obiettivo dell’elaborato vuole essere quello di individuare le sinergie che possono scaturire dall’azione congiunta di istituzioni, imprese e attori locali nella valorizzazione del paesaggio rurale e del contesto territoriale, in grado di generare uno sviluppo economico, sociale e culturale. Sulla base di un’analisi delle convenzioni e delle politiche europee e nazionali volte alla tutela e alla valorizzazione del paesaggio, sono prese in esame le caratteristiche del paesaggio rurale della Regione Lombardia e analizzati alcuni progetti volti a valorizzarne il patrimonio ambientale, storico, e culturale. Il caso di studio “Distretto Rurale Valle dell’Adda”, situato tra le province di Lecco e Bergamo, è proposto come modello progettuale volto alla valorizzazione territoriale: le imprese aderenti al Distretto si prefiggono di attivare collaborazioni volte ad accrescere la propria competitività sul mercato favorendo processi di sinergie che intercorrono tra l’attività agricola e altri settori economici come quello turistico, artigianale e manifatturiero, con l’obiettivo comune di tutelare un insieme di valori legati al paesaggio, alle tradizioni e allo stile di vita del territorio. Nella seconda parte dell’elaborato sono proposti alcuni progetti di sviluppo turistico e di valorizzazione del patrimonio storico, culturale e paesaggistico tipico dei territori della Brianza, ideati in vista dell’evento di interesse mondiale di Expo Milano 2015: “Brianza che nutre”: un consorzio che si occupa di promuovere in maniera innovativa, con la collaborazione di istituzioni e imprese del territorio, le eccellenze culturali, storiche e agroalimentari del territorio; “EcoSmartLand, Lecco Eco Smart City. Verso e oltre Expo 2015”: un laboratorio territoriale che si pone l’obiettivo di aggregare gli operatori economici e gli attori locali in una strategia volta alla valorizzazione del territorio di Lecco e del Lago di Como al fine di migliorare la fruizione esperienziale; ed infine l’ “Ecomuseo del Distretto dei Monti e dei Laghi Briantei” che, nelle province di Lecco e Como, istituisce svariati itinerari turistici volti alla scoperta di memorie storiche, tradizioni, vedute paesaggistiche e prodotti tipici di uno dei territori più dinamici d’Italia.
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Bosco, Maria <1984&gt. "Il monastero di Leno: sito, ambiente e paesaggio nel Medioevo." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/12895.

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Abstract:
Il progetto si propone come obiettivo l’analisi del contesto archeologico collegato al monastero di Leno (BS) e lo studio dell’evoluzione dell’ambiente e del paesaggio attorno al monastero, in epoca medievale. La prima parte dell’elaborato si occupa delle evidenze materiali rilevate dalle ricerche intercorse, a partire dall’anno 2002, presso il sedime del cenobio maschile di S. Salvatore - S. Benedetto, fondato intorno alla metà dell’VIII secolo da re Desiderio. Accanto all’istituzione urbana di S. Salvatore-Santa Giulia, Leno ricoprì un ruolo strategico nel circuito dei monasteri medievali, anche a livello europeo. I risultati delle analisi specialistiche, eseguite su una serie di campioni botanici (macroresti vegetali e pollini), prelevati durante le più recenti campagne di scavo presso il sito (2014-2016), hanno fornito un quadro ricostruttivo del paesaggio vegetale naturale e del rapporto tra il paleoambiente e le attività antropiche. In ultima battuta, la sintesi tra i dati archeobotanici e quelli ricavati tramite gli strumenti classici dell’archeologia dei paesaggi (ricognizioni di superficie, toponomastica, studio di documenti d’archivio e della cartografia storica), ha permesso di proporre un’ipotesi dell’evoluzione del territorio attorno a Leno tra età romana e Medioevo e di analizzare lo sfruttamento delle risorse naturali da parte del monastero, attraverso la localizzazione topografica degli spazi agrari, dei boschi e delle aree umide.
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Menegazzi, Sara <1995&gt. "Il paesaggio naturale nella comunicazione visiva: indagine esplorativa sui Millennial." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16567.

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Abstract:
L’elaborato di tesi ha l’obiettivo di analizzare come la natura può generare benefici per l’uomo e di come l’uomo utilizzi questi paesaggi nelle pratiche di marketing. A tale scopo il primo capitolo percorrerà brevemente la nascita delle immagini fino ad approfondire la tematica dei paesaggi nel secondo capitolo. Nello specifico nel secondo capitolo si andranno ad analizzare le teorie di Ulrich e Kaplan le quali trattano rispettivamente la teoria della riduzione dello stress e il ripristino dell’attenzione. Nel capitolo successivo andremo ad analizzare la presenza dei paesaggi nella pubblicità e di come questi vengano utilizzati, analizzando anche brevemente l’interazione delle immagini su Instagram. Da ultimo, ma non per ultimo, ci soffermeremo sull’analisi di un questionario sottoposto agli studenti italiani per verificare e testare l’efficacia delle teorie precedentemente analizzate.
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Zangrande, Pietro <1996&gt. "Una etnografia del Paesaggio Linguistico del quartiere Arcella a Padova." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20516.

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Abstract:
Nella presente ricerca mi sono servito dell’approccio etnografico per riconoscere il potenziale euristico dello studio del paesaggio linguistico del quartiere dell’Arcella a Padova, per identificare come nell’arena pubblica prendano forma pratiche spaziali sociali, che decostruiscono e ricostruiscono il significato della lingua scritta nella quotidianità degli abitanti. L’oggetto della ricerca sono i frammenti di lingua scritta situati nello spazio urbano come insegne di negozi, cartelloni, segnali stradali e graffiti. Tali elementi sono stati studiati sia nella loro natura di segno, sia rispetto alle funzioni interazionali. L’approccio di ricerca che ho impiegato ha combinato l’analisi testuale e visuale ad interviste informali e osservazioni etnografiche. La scelta del quartiere Arcella a Padova come campo di studio si motiva in ragione della sua configurazione come ambiente urbano dotato di un paesaggio linguistico multilingue. La presente etnografia ha descritto quindi il paesaggio linguistico dell’Arcella inteso come il prodotto di scelte linguistiche, politiche e sociali, sia come il risultato di operazioni top-down da parte degli organi amministrativi o privati per fini commerciali, sia come frutto delle attività dal basso. Considerando tali dinamiche come potenziali rivelatrici di pratiche sociali complesse, sono state indagate le relazioni che avvengono attraverso le lingue esposte nel contesto del quartiere. La visibilità delle lingue nello spazio pubblico dell’Arcella è stata considerata non solo come una ‘spia’ dei cambiamenti sociali che danno forma al quartiere ma anche in grado di rivelare la costruzione simbolica dello spazio e le sue rappresentazioni da parte degli abitanti.
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IIRITI, GIANLUCA. "Flora e paesaggio vegetale del Sarrabus-Gerrei (Sardegna sud orientale)." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2007. http://hdl.handle.net/11584/265948.

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Abstract:
Le ricerche hanno riguardato lo studio della flora e del paesaggio vegetale del Sarrabus-Gerrei (Sardegna sud orientale), un’area che si estende per 160000 ettari nella provincia di Cagliari. Il territorio è caratterizzato in prevalenza da rocce intrusive granitiche del Carbonifero e metamorfiche devoniche e siluriane. Dal punto di vista bioclimatico i territori indagati sono compresi in termotipi variabili dal termomediterraneo inferiore al mesomediterraneo superiore e ombrotipi che vanno dal secco inferiore all’umido inferiore. Le ricerche sulla flora hanno permesso di censire 1447 unità tassonomiche comprese in 125 famiglie e 565 generi. Le endemiche sono risultate costituite da 112 taxa compresi in 68 generi e 30 famiglie. Relativamente alle misure di tutela e protezione 60 taxa risultano inseriti nelle Liste Rosse IUCN, 4 nella direttiva Comunitaria Habitat 92/43 e 17 nella CITES. Il paesaggio vegetale risultato costituito da numerose fitocenosi appartenenti alle seguenti classi: Quercetea ilicis, Querco-Fagetea, Nerio-Tamaricetea, Salicetea purpureae, Cisto-Lavanduletea, Rosmarinetea officinalis, Lemnetea, Potametea, Phragmito-Magnocaricetea, Ammophiletea, Helichryso stoechadis-Crucianelletea maritimae, Cakiletea maritimae, Ruppietea maritimae, Posidonietea, Crithmo-Limonietea, Juncetea maritimi, Saginetea maritimae, Salicornietea fruticosae, Arthrocnemetea, Thero-Suadetea, Asplenietea tricomanis, Paritarietea, Anondo-Polypodietea, Scrophulario-Helichrysetea italici, Helianthemetea, Artemisietea vulgaris, Polygono-Poetea annue, Stellarietea mediae, Thero-Brachypodietea, Poetea bulbosae.
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