Dissertations / Theses on the topic 'Identità di Genero'

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Hochdorn, Alexander. "Talking Gender: La costruzione con-testuale delle Identità di Genere." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3423030.

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Abstract:
The topic of the following research is focused on discursive positioning amongst social actors, whose gender falls somewhere between or outside of the sexual dualism, and contexts, characterised by a dominant heteronormative imprint. The edges of agency have been investigated, according to which a person, who passes amongst genders, claims a self representation, with regard to the peculiar symbolical and normative structure of specific contexts of interaction. In order to isolate the processes, throughout which develops a self-representation as gender, the rank of agency has been analysed, according to practices of positioning within three contexts: prison reality, workplaces and family environment. The study, therefore, aims to understand how transgender reproduce certain genderized Ideal-types, with regard to the symbolical coordinates of the context, the situativity of everyday interaction, as well as the linguistic meta-artefacts, circumscribing zones of meanings, which move in a feminine or masculine direction. The representations of self and others, within a socio-constructive perspective, are articulated along discursive productions in relation to everyday interactions and cultural and normative superstructures. Discourse, according to this approach, could be considered as a mediation artefact, which generates social meanings. The corpus of data, therefore, consists in gathering discursive material within the following contexts: - six semistructured interviews with staff members of the Sollicciano prison near Florence - five in-depth interviews with transprisoners detained in the same institute - seven in-depth interviews with transgender in private and work contexts - three diaries, written by transgender, contacted by socio-political associations in north and central Italy. These textual datas have been studied according to two methodological perspectives: Critical Analysis of the ideological matrix of discourse, with regard to the production of implicit meanings. The symbolic repertoires have been associated to conceptual macro-categories, adopting the software Transana for computer assisted discourse analysis Quali-quantitative analysis of semantic content and lexical organisation with the program for textual data analysis Alceste Results show that the constitutive elements of discursive production (lexicon, semantics, semiotics) generate narrative repertoires, with similar structure and affine representations of self and others. These units of meanings constitute the research goals of this study, focused on positioning between gender and (con)text. There emerged a sequential intersectionaliy amongst the following variables: Gender dualism ➔ Asymmetry of power ➔ Inequalities ➔ Discrimination ➔ Reified representation of gender From this process emerged different normative, structural as well as interactive practices, which, throughout universes of sense and systems of actions, socially recognised, culturally legitimised and discursively institutionalised, produce genderized Ideal-types and meanings, embedded within temporal horizons, relational sceneries and contextual limelights. With regard to prison context the edges of positioning are relegated within the institutional parameters of the penitentiary system. Language, especially, assumes a reifying function, by the moment, that semantic categories define normative links between self and context. Gender identity, actually, is circumscribed by precise discursive borders. With regard to family and workplaces, self-representation as transgender changes, according to situated symbolic coordinates. Normative superstructures influences discourse mainly on an implicit level. Agency within processes of gender identity affirmation depend from specific contexts and different modalities of positioning amongst self and others
L’argomento della presente ricerca è incentrato sul posizionamento discorsivo tra attori sociali, la cui identità di genere si discosta da una prospettiva dicotomica dei sessi, e contesti caratterizzati da accezioni prevalentemente eteronormative. Sono stati indagati i margini di agency, entro cui una persona in transizione tra i generi rivendica una rappresentazione di sé, rispetto alle peculiari strutture simboliche e normative di specifici contesti d’interazione. Al fine di cogliere i processi, attraverso cui si sviluppa una rappresentazione di sé come identità genderizzata, è stato analizzato il grado di agentitvità rispetto alle pratiche di posizionamento in tre contesti: realtà carceraria, mondo del lavoro ed ambiente famigliare. L’obbiettivo dello studio è di comprendere quanto le/i transgender riproducono certi idealtipi genderizzati, rispetto alle coordinate simboliche del contesto, alla situatività delle interazioni quotidiane, nonché alla specificità dei meta-artefatti linguistici che circoscrivono zone di significati declinati al femminile o al maschile. Le rappresentazioni di sé e dell’altro, in un ottica socio-costruzionista, sono articolate lungo produzioni discorsive tra interazioni quotidiane e sovrastrutture culturali e normative. Il discorso secondo questa prospettiva è inteso in quanto artefatto di mediazione che genera significati condivisi. Il corpus dei dati consiste perciò nella raccolta di materiale discorsivo nei seguenti contesti: - sei interviste semi-strutturate con i testimoni privilegiati che a diverso titolo prestano servizio presso il Nuovo Complesso Penitenziario di Sollicciano (FI) - cinque interviste in profondità con le detenute transgender recluse presso lo stesso istituto - sette interviste in profondità con persone transgender in contesti privati e lavorativi - tre diari scritti da persone transgender, contattati presso associazioni socio-politiche nel centro e nord Italia. Questi dati testuali sono stati studiati attraverso due prospettive metodologiche: Analisi critica della matrice ideologica del discorso, in riferimento alla produzione di significati impliciti. I repertori simbolici sono stati associati a macro-categorie concettuali, tramite il software per l’indagine computer assisted delle strutture discorsive Transana Analisi quali-quantitativa del contenuto semantico e dell’organizzazione lessicale con il programma per l’elaborazione di dati testuali Alceste Dai risultati è emerso che gli elementi costituenti la produzione discorsiva (lessico, semantica, semiotica) generano repertori narrativi simili nella struttura ed affini rispetto alla rappresentazione di sé e dell’altro. Queste unità di significato rispondono alla domanda conoscitiva della presente ricerca, focalizzata su posizionamento di genere e (con)testo. È stata, pertanto, individuata l’intersezionalità sequenziale tra le seguenti variabili: Dualismo di genere ➔ Asimmetria di poter ➔ Disuguaglianza ➔ Discriminazione ➔ Rappresentazione di genere reificata. Da questo processo sono emerse differenti pratiche normative, strutturali e d’interazione, le quali, attraverso universi di senso e sistemi d’azioni socialmente condivisi, culturalmente legittimati e discorsivamente istituzionalizzati, producono significati ed idealtipi genderizzati, annidati entro orizzonti temporali, scenari relazionali e ribalte contestuali. Per quanto riguarda il contesto carcerario i margini di posizionamento sono relegati entro i parametri istituzionali del sistema penitenziario. Il linguaggio, in particolare, assume una funzione reificante dal momento che le categorie semantiche definiscono i vincoli normativi tra sé e contesto. L’identità di genere, pertanto, risulta essere circoscritta da precisi confini discorsivi. Rispetto alle realtà famigliari e lavorative, le rappresentazioni di sé come transgender variano a seconda delle coordinate simboliche situate nel qui ed ora. Le sovrastrutture normative permeano il discorso a livello per lo più implicito. L’agency nel processo di affermazione della propria identità di genere dipende dalla specificità del contesto e dalle diverse modalità di posizionamento tra sé e l’altro
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Guzzardo, Daniela. "Lingua e identità di genere." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10806/.

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Abstract:
Con questo elaborato si è voluta fornire una panoramica generale dei comportamenti linguistici discriminatori ancora presenti nella lingua italiana dal punto di vista del genere. È stato innanzitutto esaminato il concetto di identità di genere ed è stato in seguito analizzato il suo rapporto con la lingua, includendo nel discorso anche le nuove identità di genere.
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Petrillo, Marianna. "Ectogenesi e identità di genere." Thesis, Universita' degli Studi di Catania, 2011. http://hdl.handle.net/10761/360.

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Abstract:
Il saggio ha per oggetto l'analisi degli aspetti etici, giuridici, sociali e antropologici dell'ectogenesi, futuribile tecnologia che potrebbe consentire una gravidanza extracorporea all'interno di un utero artificiale, dall'inizio alla fine della gestazione. Pur nei limiti di un tema, allo stato attuale, assolutamente teorico, sono state approfondite le eventuali ricadute di questa tecnologia sull' identita' femminile, sulla struttura della famiglia e sulla psicologia e dignita' del nascituro. Uno spazio della ricerca e'dedicato anche al valore simbolico della gravidanza e agli aspetti esistenziali della relazione madre-figlio durante la gestazione.
The thesis is devoted to the analysis of ethical, legal, social and anthropological aspects of ectogenesis, namely a future-oriented technological process whereby an embryo or foetus is biologically nurtured outside of a mother's body for the length of the entire gestational process, from conception to birth. Even if within the limits of a still merely theoretical topic, the thesis deals with the possible upshots of this technology on the female identity, on the structure of family and on unborn child' s psychology and dignity. Within the thesis, a research space has been provided also for the symbolic value of pregnancy and for the existential aspects of the relationship mother-child during the gestational process.
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PENA, DIAZ FRANCISCO DE ASIS. "'LOS DERECHOS DE LOS SOLICITANTES DE ASILO LGBTI TRAS LA AGENDA EUROPEA DE MIGRACIÓN'." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2020. http://hdl.handle.net/2434/699332.

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Abstract:
Since its inception, International Human Rights Law has been concerned with protecting those most exposed to violence and discrimination. However, their development in the aftermath of World War II ignored LGBTI people. The acknowledgment of this group as subjects of human rights has progressed slowly but inexorably. A good example of this is the 1950 European Convention for the Protection of Human Rights and Fundamental Freedoms. Although its provisions do not mention LGBTI people, it has eventually included them in its scope thanks to the case-law of the Court of Strasbourg. The same tendency is echoed in the 1951 Convention relating to the Status of Refugees. As a result, the refugee definition has evolved to accommodate persons who are very different in all probability from the people conceived by its drafters. Since the 1980s, LGBTI asylum-seekers have gradually acceded to refugee status. This is no small achievement. All too often, the violence suffered by these people is perpetrated while national authorities remain impassive or even participate in the oppression. Against this backdrop, many LGBTI people are forced to flee their countries of origin seeking the protection their States cannot or refuse to provide. However, the definition of refugee of the Geneva Convention fails to address issues of gender, sexual orientation, gender identity or expression and sexual characteristics, being more suitable to protect a male, European, cisgender and heterosexual refugee than an LGBTI asylum seeker. Although persecution on the grounds of sexual orientation or gender identity is now widely accepted in International Refugee Law, LGBTI asylum applications present a high degree of complexity, leading to many and varied issues affecting every element of the refugee definition. A sizeable number of these refugees flee to European States, whose societies portray themselves to the outside world as the strongest bulwarks of the LGBTI. However, European States are currently caught up in a primarily securitarian logic that sees refugees and irregular migrants as threats to their security, stability and "European way of life". As a result, regulations governing asylum status and procedures have been developing in an increasingly repressive way. The crisis of the Common European Asylum System that followed the arrival of large numbers of asylum seekers has led to a "new normal" in which the limitation of the rights of asylum seekers is not only legitimate and possible, but also desirable. In this thesis, we examine how this approach to migration affects LGBTI asylum seekers.
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CEREDA, AMBROGIA. "Immagini dei corpi. Modificazioni e identità di genere." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/180.

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Abstract:
La ricerca tratta il tema delle modificazioni del corpo (piercing, tatuaggio, scarificazione, chirurgia estetica) nelle sue implicazioni con la questione dell'identità di genere. Attraverso uno studio sul campo condotto con metodo etnografico e interviste in profondità, vengono indagate in chiave etnometodologica le procedure attraverso cui i soggetti elaborano ed esprimono il proprio self in relazione alle rappresentazioni sociali condivise relative alla mascolinità e alla femminilità.
This research is about body modification techniques (piercing, tattooing, scarification, aesthetic surgery) in relation to gender identity. By means of a fieldwork carried out with ethnographies and in depth interviews, procedures of elaboration and expression of individual self are investigated, via an etnomethodological approach, and in a relation to social representations of femininity and masculinity.
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Antonelli, Valentina. "Genere e identità: analisi comparativa tra l'inglese e l'italiano." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/12696/.

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Abstract:
Questo elaborato prende in esame, l’apparizione nella lingua inglese e in quella italiana di nuovi strumenti morfologici utilizzati da coloro che rivendicano un’identità di genere che non sia quella maschile o femminile. Il dibattito intorno alla creazione dal basso di tali strumenti è molto acceso nel mondo anglofono, soprattutto su piattaforme di microblogging quali Tumblr. È proprio su quest’ultimo sito che è possibile rendersi conto di quanto le persone appartenenti alle comunità transgender, genderqueer e non-binary anglofone, o che gestiscono i loro blog in inglese, ricorrano in modo massiccio all’uso di strumenti grammaticali inediti per riferirsi a se stesse. Oltre a fornire un inquadramento teorico che si propone di spiegare alcuni concetti chiave legati alla transessualità e al binarismo di genere, si è voluto chiedere direttamente a utenti trans, genderqueer e non-binary di madrelingua inglese e italiana quali soluzioni linguistiche abbiano trovato per far fronte alle difficoltà nell’esprimere la propria identità. Le dieci persone anglofone e le sei italofone sono state contattate sul sito Tumblr e sono state poste loro le stesse domande. Le rispettive risposte sono poi state messe a confronto per evidenziare le differenze tra l’ inglese e l’italiano nel consentire o nell’ostacolare l’espressione di identità altre da quella maschile o femminile. Dai risultati si evince che il campione anglofono ricorre all’uso di pronomi personali di terza persona quali they/them e nuovi pronomi, mentre il campione italiano, non avendo questa possibilità, è costretto a modificare i suffissi di genere tramite asterischi e altri segni grafici. Si vedrà infatti come le due lingue differiscono nella morfologia, essendo l’inglese una lingua isolante e l’italiano una lingua flessiva. La varietà di risposte fornite sia dai campioni intervistati è estremamente interessante in quanto indica tutte le complessità, linguistiche e socio-culturali, che implica il rivendicare un’identità non riconosciuta a livello sociale e istituzionale.
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Neri, Jessica. "Identità in trasformazione. Processi di costruzione narrativa dell'identità e della diagnosi nei percorsi di transizione di genere." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3426698.

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Abstract:
The research moves from a postmodern paradigm and from the theoretical perspectives of Symbolic Interactionism (Mead, 1934; Blumer, 1969) and of Social Constructionism (Gergen, 1985; Berger e Luckmann, 1966). According to this theoretical framework, the different aspects related to identities and gender are considered plural and mutable processes of construction, historically and culturally situated and interconnected to the dimensions of the discourse and narratives, of doing and of the performance in every context of daily life (West e Zimmerman, 1987; Denzin, 2003; Salvini, 2011). There are three main objectives of the research and they concern the analysis of the discursive processes of construction of the identity related to the biographies and the narratives of gender transitions; the analysis of the discursive processes connected to the mental health professionals’ practices related to gender transitions, the diagnostic process and the psychological services, as well as possible attributions of sense on the interlocutors’ biographies by mental health professionals; and the reflection on the implications of such discursive processes and narratives in the psychological and psychiatric practices and in the processes of negotiation of meanings among professionals and people in transition, on the light of the complexity of the narratives and the exigencies of people. Narrative interviews (Hermanns, 2004) with 25 people in transition and episodic interviews (Flick, 2007) with 11 professional figures have been deployed. Both types of interviews allow to highlight points of view and personal theories used by the participants to give sense to the process of gender transition and the own experience, told and reconstructed in the dialogue. The methods for the analysis have included discourse analysis (Potter e Wheterell, 1987) and narrative analysis, in particular the version of dialogic-performative analysis (Riessman, 2008), through the identification of interpretive repertoires and self-positions. Narrative and discursive processes have been analyzed underlying the pragmatic and performative elements and the multivoiceness, mine included, as researcher in relation to the others. From the analysis of the interviews, different voices and discourses related to the own biography, as well as to the practices by the professionals, emerge. For the first objective, different narrative and discursive modalities underlie the impact and the pragmatic effect of some dimensions of meaning, such as those related to the ideal or reconstructed “normality”, to the “right-wrong body”, to the deterministic “nature”, to the interpersonal “recognition”, to “pathology” or “deviance” and finally, to the agency and the idiosyncraticity in the construction of the identity. For the second objective, it is possible to underlie the impact and the pragmatic effect of other dimensions of meaning, such as “gender dysphoria” as an ambiguous category, the “adaptation to reality” as an assumption in the transition, “subjectivity versus objectivity”, the “non-binary people” as a dilemma and finally, the “responsibility” and the “power” as critical and relevant aspects in the clinical practice. This research can contribute to highlight the narrative specificities and the exigencies of both groups, and in particular of the people in transition. This can be useful in order to inform and to offer further elements for the comprehension of trans experiences and life stories in the clinical field, problematizing the concept of diagnosis. Finally, the results can contribute to a reflexive knowledge of the clinical work for the gender transition, referring to the different modalities of signify both the diagnosis and the relationship and their pragmatic effects.
La ricerca muove da un paradigma epistemologico postmoderno e assume le prospettive dell’interazionismo simbolico (Mead, 1934; Blumer, 1969) e del costruzionismo sociale (Gergen, 1985; Berger e Luckmann, 1966) come cornici teoriche generali della ricerca. I diversi aspetti legati alle identità̀ e al genere sono letti come processi di costruzione plurali e mutevoli, storicamente e culturalmente collocati e legati alle dimensioni del discorso e delle narrazioni, del fare e della performatività in ogni contesto della vita quotidiana (West e Zimmerman, 1987; Denzin, 2003; Salvini, 2011). Tre sono gli obiettivi principali della ricerca e riguardano l’analisi dei processi discorsivi di costruzione dell’identità̀ legati ai percorsi di transizione di genere e alle biografie da parte delle persone in transito; l’analisi dei processi discorsivi legati alle pratiche dei/lle professionisti/e inerenti ai percorsi di transizione di genere, il processo diagnostico e i servizi psicologici, nonché́ possibili attribuzioni di senso sulle biografie degli interlocutori da parte dei/lle professionisti/e della salute mentale e infine, la riflessione sulle implicazioni di tali processi discorsivi nelle pratiche e nei processi di negoziazione di significati tra professionisti e persone in transito, alla luce della complessità̀ delle narrazioni ed esigenze di questi ultimi. Sono state condivise interviste narrative (Hermanns, 2004) con 25 persone in transito e interviste episodiche con 11 professionisti/e della salute mentale (Flick, 2007). Entrambe le forme di intervista consentono di mettere in luce i punti di vista soggettivi e le teorie personali usate dalle persone per dare senso ai diversi aspetti del proprio percorso e della propria esperienza, raccontati e ricostruiti nel dialogo. I metodi di analisi scelti in questa ricerca hanno compreso l’analisi del discorso (Potter e Wheterell, 1987) e l’analisi dialogico-performativa (Riessman, 2008), attraverso l’individuazione di repertori interpretativi e posizionamenti identitari. I processi narrativi e discorsivi sono stati analizzati mettendone in risalto gli aspetti pragmatici e performativi, sottolineandone la multivocalità̀, compresa la mia voce come ricercatrice in relazione. Dall’analisi delle interviste emerge come diverse siano le voci e i discorsi che le persone raccontano e che mettono in relazione alla propria biografia, così come alle pratiche da parte dei/lle professionisti/e. Per la prima linea di indagine, diverse modalità̀ narrative e discorsive emergenti mettono in luce la portata e gli effetti pragmatici di diverse dimensioni di senso, ad esempio, relative alla “normalità̀” ideale o ricostruita, “al corpo giusto-sbagliato”, alla “natura” determinante, al “riconoscimento” interpersonale, alla “malattia” o alla “devianza” e infine, alla scelta intenzionale e alla soggettività̀ nella costruzione della propria identità. Per la seconda linea di indagine si possono mettere in luce la portata e gli effetti pragmatici di altre dimensioni di senso, ad esempio, la “disforia” come categoria ambigua, “l’adattamento alla realtà̀” come presupposto della transizione, “soggettività̀ versus oggettività̀”, la “non binarietà̀ come dilemma” e infine, “la responsabilità̀ e il potere” come aspetti critici e rilevanti nella pratica operativa. Questa ricerca può̀ pertanto contribuire a mettere in luce le specificità̀ narrative e le esigenze di entrambi i gruppi, e in particolare delle persone in transito. Ciò̀ può̀ essere utile al fine di informare e offrire elementi ulteriori per la comprensione delle esperienze delle persone in transito nell’ambito clinico, problematizzando il costrutto della diagnosi. Infine, i risultati possono contribuire ad una comprensione riflessiva del lavoro clinico per la transizione di genere, in riferimento ai diversi modi di significare sia la diagnosi sia la relazione e ai loro effetti pragmatici.
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Previti, Ylenia <1994&gt. "I diritti delle minoranze di genere nel Giappone contemporaneo. Analisi sociogiuridica del “Gender Identity Disorder Act”." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16689.

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Abstract:
La popolazione transgender è una delle minoranze più visibili agli occhi del pregiudizio, meno a quelli della protezione legale e dell’accesso alla salute. Negli ultimi decenni le persone transgender hanno potuto godere di una graduale accettazione sociale a livello globale, ma la loro esperienza varia ancora notevolmente a seconda del paese e del contesto socioculturale in cui si trovano. Mano a mano che lo stigma sociale cede il passo ad una maggiore comprensione, le leggi nazionali di diversi paesi si modificano, riconoscendo progressivamente maggiori diritti e tutele a favore di questa minoranza. Tuttavia, in molti paesi, la procedura di riconoscimento legale del genere rimane ancorata a modelli obsoleti, che portano avanti pratiche discriminatorie e contrarie ai principi internazionali sui diritti umani. È il caso del Giappone, dove l’adeguamento del genere è regolato dalla Legge 111/2003 (il cosiddetto GID Act) che disciplina il percorso necessario al fine di ottenere la riattribuzione anagrafica del sesso sul registro di famiglia. La legge è indirizzata ai soggetti con disforia di genere che desiderano adeguare il proprio corpo alla propria identità di genere, e per tale obiettivo richiede che vengano soddisfatti una serie di prerequisiti, sia sul piano familiare che sul piano fisico. Attraverso l’esposizione e la discussione degli elementi critici che caratterizzano questa Legge, l’analisi metterà in luce come la procedura di adeguamento del genere avvenga secondo un approccio restrittivo e standardizzato, che non è focalizzato sul benessere dei cittadini, bensì sulla loro omologazione. Nello specifico, particolare attenzione sarà data al requisito dell’assenza dei figli minori, attualmente unico nel panorama giuridico globale, e al requisito fisico, che conduce alla sterilizzazione forzata dei soggetti; questi aspetti verranno approfonditi seguendo un’ottica umanitaria in riferimento alle norme di diritto internazionale. Successivamente, verranno analizzati alcuni esempi di casi giuridici portati dinanzi alla Corte Suprema, che hanno sollevato la questione dell’illegittimità costituzionale della Legge, a causa di contrasti con l’articolo 13 e l’articolo 14 della Costituzione giapponese (relativi, rispettivamente, alla ricerca della felicità individuale e al principio di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge). Nel suo insieme, la tesi si pone l’obiettivo di motivare le ragioni per cui si rende necessaria una modifica del GID Act, a favore di una più netta separazione tra l’iter giudiziario di rettificazione anagrafica del genere e il processo di transizione fisica, che attualmente sono trattati congiuntamente. A tale scopo, è necessario innanzitutto esaminare il modo in cui la Legge mette in atto una serie di pratiche discriminatorie per l’individuo, il modo in cui essa rappresenta una violazione dei diritti umani, e quali possibili soluzioni si possono adottare per migliorarla. Infine, attraverso un’analisi socioculturale, si rifletterà sulle condizioni attuali delle persone transgender nella società giapponese, in contesti sociali differenti.
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Dalla, Costa Marica <1977&gt. "Identità di genere e differenza sessuale nel femminismo teorico statunitense." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2006. http://hdl.handle.net/10579/129.

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D'Inca', Laura <1987&gt. ""Soggetti Nomadi". Identità artistiche e di genere negli anni Novanta." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3642.

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Mogno, Ornella <1996&gt. "Danzare per lo schermo. Identità di genere e serie televisive." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20286.

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Abstract:
La tesi analizza alcune recenti serie televisive di Netflix ambientate in accademie di danza o nella cultura delle Ball e il mondo del voguing per comprendere come attraverso la danza si contribuisca a rappresentare o a mettere in crisi le identità di genere. La prima parte del lavoro è dedicata alla presentazione e all'analisi della serialità televisiva e delle modalità con cui la danza viene proposta in televisione, mentre i due casi studio, rispettivamente su "Tiny Pretty Things" (2020) e "Pose" (2018 – in corso), offrono l’occasione per una riflessione più ampia su come la danza possa diventare uno strumento utile a trattare questioni di centrale importanza per la società e favorire una maggiore inclusione sociale.
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Di, Giamberardino Alice. "Stereotipi di genere nella letteratura per l'infanzia: analisi di tre albi illustrati." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
I primi studi sul sessismo nei libri per l’infanzia in Italia risalgono agli anni Settanta. Da quel periodo in poi, molte ricerche si sono concentrate sull'importanza dei primi anni di vita per la formazione dell’identità di genere di bambini e bambine e sul ruolo cruciale svolto dalla letteratura per l’infanzia nella comprensione e interpretazione del mondo da parte di piccoli lettori e lettrici. L’obiettivo dell’elaborato è di indagare le modalità in cui mascolinità e femminilità vengono rappresentate negli albi illustrati. Nel primo capitolo si fornisce una panoramica generale sull'influenza dei condizionamenti sociali nella letteratura per l’infanzia, si prosegue nel secondo capitolo esponendo gli schemi ricorrenti negli albi che concorrono a fornire una rappresentazione stereotipata di maschi e femmine e infine nel terzo capitolo si procede all'analisi di tre albi illustrati e all'esame della narrazione che viene proposta delle figure femminili e di quelle maschili.
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Pozzi, Sonia <1978&gt. "Appartenenze, identità e ruoli di genere negli adolescenti di origine immigrata. Uno studio qualitativo nel territorio di Monza e della Brianza." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2205/1/pozzi_sonia_tesi.pdf.

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Abstract:
Starting from the contexts on which the researches about migrant minors and adolescents have been concentrated so far, school, free time, friends, family, society integration, this work puts attention on gender dimension, supporting the ideas that socialization is a life-long process, that gender and gender roles are a cultural construction and the subject has multiple identities. The research aim to understand if being male or female, related with ethnic and cultural origin, influences the identity construction, the gender belonging and roles, the behaviours, in a different way, in interaction with the different everyday contexts. The research points out how being male or female affects: - daily choices, expectations and behaviours inside peer group, family and school; - future expectations as adult inside family, work and society; - idea about the adolescence and the self-decription as adolescent, female, male and immigrant. The analysis highlights that the gender belonging, as the ethnic and cultural belonging, doesn’t drive behaviours, attitudes, expectations totally to tradition or totally to “western way”, in the different everyday contexts. There is rather a combination of these ways, choosing the one or the other way in the different contexts according to be in a position in which there are more or less contacts with the society they live in. Differently, the self perception as adolescent and as individual is relatively independent from gender and ethniccultural belonging, over which prevail the idea of “ peer normality”. Above all, it is important to put in evidence that they are experiencing a very high level of complexity and change as adolescent and migrant or migrant’ son. Personal, cultural and social transitions can explain a large part of variability and our difficulty to construct high defined classifications.
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Pozzi, Sonia <1978&gt. "Appartenenze, identità e ruoli di genere negli adolescenti di origine immigrata. Uno studio qualitativo nel territorio di Monza e della Brianza." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2205/.

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Abstract:
Starting from the contexts on which the researches about migrant minors and adolescents have been concentrated so far, school, free time, friends, family, society integration, this work puts attention on gender dimension, supporting the ideas that socialization is a life-long process, that gender and gender roles are a cultural construction and the subject has multiple identities. The research aim to understand if being male or female, related with ethnic and cultural origin, influences the identity construction, the gender belonging and roles, the behaviours, in a different way, in interaction with the different everyday contexts. The research points out how being male or female affects: - daily choices, expectations and behaviours inside peer group, family and school; - future expectations as adult inside family, work and society; - idea about the adolescence and the self-decription as adolescent, female, male and immigrant. The analysis highlights that the gender belonging, as the ethnic and cultural belonging, doesn’t drive behaviours, attitudes, expectations totally to tradition or totally to “western way”, in the different everyday contexts. There is rather a combination of these ways, choosing the one or the other way in the different contexts according to be in a position in which there are more or less contacts with the society they live in. Differently, the self perception as adolescent and as individual is relatively independent from gender and ethniccultural belonging, over which prevail the idea of “ peer normality”. Above all, it is important to put in evidence that they are experiencing a very high level of complexity and change as adolescent and migrant or migrant’ son. Personal, cultural and social transitions can explain a large part of variability and our difficulty to construct high defined classifications.
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Meniconi, Martina <1997&gt. "Migrazione, accudimento e identità di genere: la narrazione del lavoro di cura delle donne migranti nella Cina contemporanea." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21550.

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Abstract:
La Cina post-maoista ha conosciuto delle sostanziali trasformazioni di ordine politico, economico e sociale che hanno determinato una decisa ridefinizione dei confini fra popolazione urbana e rurale. La migrazione interna dalla campagna alla città è infatti stata un fattore determinante per la crescita urbana e industriale cinese e le donne hanno partecipato, e partecipano tuttora, al fenomeno in maniera attiva. Tuttavia, la migrazione femminile in Cina ha un impatto significativo non solo sul fenomeno di urbanizzazione, ma anche sulla definizione dei ruoli familiari: la migrazione della donna, principale figura preposta al lavoro di cura, ha infatti condizionato sensibilmente gli equilibri della famiglia tradizionale e, di conseguenza, della società cinese. L’elaborato, dopo aver definito il concetto teorico di cura e il fenomeno di migrazione femminile in Cina, tenta di indagare le modalità in cui le donne migranti rispondono alla sfida familiare posta dalla migrazione e in cui i ruoli dei componenti familiari vengono ridefiniti in assenza della figura femminile. Infine, si tenterà di analizzare il modo in cui la narrazione ufficiale descrive la relazione fra la migrazione femminile e le dinamiche familiari a livello mediatico, attraverso l’analisi critica di una serie televisiva cinese dal titolo Wo de meili rensheng 我的美丽人生.
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INAUDI, CHIARA MARCELLA. "NULLIPARE: RACCONTI DI DONNE TRA MATERNITÀ E MUTAMENTI DELL'IDENTITÀ DI GENERE." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2013. http://hdl.handle.net/2434/219169.

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Abstract:
Feminine identity has been historically and culturally built around motherhood. However, there are women who in some way choose not to have children. The phenomenon of childlessness is now qualitatively different from the past, seems to be quantitatively increasing and needs to be read in the frame of the ‘culture of choice’. This thesis is a first explorative study on women without children in Italy conducted with a qualitative method. Results of the analysis of 35 life narratives within in-depth interviews with women without children between 35 and 45 years are presented. The thesis analyses all issues and aspects of life related to childlessness, which are held as more relevant by the respondents. This work provides a critical analysis of the concepts of childless, childfree and choice, while offering several ideas for further studies.
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García, Martina Ailén. "Consapevolezza e sensibilizzazione della comunità universitaria alla violenza di genere: proposta di traduzione di un corso online dell'Università di Montréal." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
Così come gli studi di genere sono multi- e interdisciplinari, anche la violenza di genere non può essere trattata come una questione isolata dal resto né da un punto di vista mono-disciplinare. Attraverso questo elaborato si cercherà dunque di allargare i confini, affrontando le tematiche di genere da diverse prospettive e accennando a diversi campi che sono coinvolti dalla questione della violenza di genere. L’elaborato, pertanto, si focalizzerà in primis sulle pluralità di violenze esistenti e i traumi ad esse correlati, con particolare attenzione alla necessità di un’educazione su ciò che è bene accettare nelle relazioni e ciò che non si dovrebbe tollerare, e segnalando sia gli impatti negativi sulla società, sia i risultati positivi di una gestione ponderata della situazione suggerendo alcuni dei supporti efficienti che si possono offrire a chi subisce violenza. Il primo capitolo è seguito dalla proposta di traduzione dal francese in italiano di un corso canadese online sulla violenza a sfondo sessuale offerto dall’Università di Montréal. Il terzo capitolo verte invece sugli aspetti problematici riscontrati nella traduzione del testo e sulle strategie e soluzioni adottate. Il linguaggio utilizzato per la stesura dell’elaborato è inclusivo e non sessista.
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Marsigli, Alice. "Il linguaggio inclusivo dal punto di vista del genere in italiano, portoghese e spagnolo." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/23621/.

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Abstract:
Il presente elaborato affronta il tema del linguaggio inclusivo e/o neutro secondo una prospettiva di genere in italiano, portoghese e spagnolo. Il primo capitolo presenta i metodi attualmente usati in Italia per rendere il linguaggio non sessista e inclusivo nei confronti delle donne e delle persone la cui identità di genere è non binaria. In particolare, si concentra sull’uso del simbolo schwa (ə) come desinenza di sostantivi e aggettivi, e sul dibattito che ha avuto luogo negli ultimi anni sui “femminili di professione”, sostantivi femminili che si riferiscono a professioni tradizionalmente svolte da uomini. Il secondo capitolo consiste in un’analisi delle proposte per l’uso di un linguaggio neutro in Brasile, Portogallo e nei paesi ispanofoni, dove la riflessione sul linguaggio neutro riguarda le desinenze di sostantivi e aggettivi e la possibilità di cominciare a usare anche pronomi personali che non diano indicazioni sul genere della persona alla quale si riferiscono. Successivamente, nel terzo capitolo, si affronta il tema della traduzione inclusiva e queer. Dopo una riflessione sull’importanza dell’identità di chi traduce, si traducono dal portoghese in italiano alcuni dialoghi della serie televisiva brasiliana Todxs Nós, in cui il personaggio con il ruolo di protagonista è una giovane persona dall’identità non binaria che usa desinenze e pronomi neutri per parlare di sé. Infine, nel quarto capitolo, si elencano alcune delle iniziative realizzate negli ultimi anni, a livello internazionale e in Italia, per promuovere l’uso di un linguaggio non sessista.
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ANZANI, ANNALISA. "Transgender Health: A Minority Stress Perspective On The Clinical Work With Transgender Individuals." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2020. http://hdl.handle.net/10281/273355.

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Abstract:
Il presente lavoro di tesi ha lo scopo di comprendere come l'ambiente sociale e le interazioni interpersonali influenzino la salute mentale e il benessere degli individui gender-variant, affrontando alcune delle questioni rilevanti nel campo dal punto di vista della psicologia sociale e clinica. I primi tre studi presentati nella tesi adottano la prospettiva della psicologia sociale per studiare le esperienze di discriminazione affrontate dagli individui transgender in contesti di salute mentale. Esamineremo il problema da due diversi punti di vista: quello degli psicoterapeuti e quello dei clienti transgender che si sono avvicinati ai servizi di salute mentale. Il primo studio mira a studiare il ruolo del pregiudizio anti-transgender nella valutazione psicologica dei pazienti transgender (vs. cisgender) in un campione di campione di psicoterapeute esperte. Il secondo studio è volto a indagare un campione di psicoterapeuti sia microaggressivo nei confronti di clienti lesbiche o transgender (rispetto a una cliente eterosessuale cisgender). Il terzo studio assume la prospettiva delle persone transgender che accedono ai contesti di salute mentale. Al fine di fornire una maggiore comprensione delle esperienze delle persone transgender che accedono a un servizio di psicoterapia, lo studio si propone di indagare le loro esperienze positive di microaffermazione dell’identità all'interno di una relazione terapeutica. Gli ultimi due studi saranno focalizzati sulle conseguenze del minority stress per la salute mentale e il benessere degli individui transgender. Il quarto studio è intrinsecamente clinico e si focalizzerà sull'indagine della personalità di uomini e donne transgender medicalizzati, valutando sia i domini di personalità dimensionali proposti dal Modello Alternativo di Disturbi della personalità sia le diagnosi categoriche del Disturbo di personalità DSM-IV . Il quinto studio esaminerà gli effetti delle norme sociali di genere in un diverso dominio psicologico, cioè la sessualità. In particolare, lo studio si concentrerà sull'immaginario e sulla fantasia sessuale, che sono aspetti chiave della sessualità umana in quanto associati all'eccitazione e alla risposta sessuale.
The present work is aimed at understanding how social environment and interpersonal interactions influence the mental health and well-being of gender-diverse individuals, approaching some of the relevant issues in the field from the perspective of both social and clinical psychology. The first three studies presented in the thesis adopt the perspective of social psychology to investigate the experiences of discrimination faced by transgender individuals in mental health contexts. We will look at the problem from two different viewpoint: the one of psychotherapists and the one of transgender clients that approached mental health services. The first study aims at investigating the role of anti-transgender bias in the psychological assessment of transgender (vs. cisgender) patients in a sample of female sample of licensed psychotherapists. The second study aims at investigating whether microaggressions are perpetrated by psychotherapists when confronted to lesbian or transgender fictitious clients (vs. cisgender heterosexual). The third study assumes the perspective of transgender people accessing mental health contexts. In order to provide an understanding of transgender peoples’ help-seeking experiences, the study aimed to investigate their positive experiences of identity microaffirmations within a therapeutic relationship. The last two studies will be focused on the consequences of minority stress for the mental health and well-being of transgender individuals. The fourth study is inherently clinical and will be focused on the investigation of personality patterns of medicalized transgender men and women, by evaluating both the dimensional personality domains proposed by the Alternative Model of Personality Disorders and the categorical DSM-IV personality disorder (PD) diagnoses. The fifth study will look at the effects of societal gender norms in a different psychological domain, that is sexuality. In particular, the study will focus on sexual
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NIRI, VIRGINIA. ""Con questo nemico ci facevamo l'amore”. L’autocoscienza come metodo politico di costruzione di nuove identità nel lungo Sessantotto italiano." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2020. http://hdl.handle.net/11567/1007294.

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Abstract:
Il neofemminismo italiano degli anni Settanta si è potuto avvalere di una modalità politica nuova e inedita: l'autocoscienza. Ereditato dalle militanti statunitensi e francesi, ma modificato e fatto proprio in realtà nazionali e locali, il metodo autocoscienziale ha creato un nuovo paradigma di pensiero e permesso alle femministe di indagare su tematiche che fino a quel momento non avevano avuto agibilità politica. Tra queste, il tema della sessualità: non più rivoluzione sessuale al maschile, come era stato nel “lungo Sessantotto”, ma liberazione del proprio corpo e di un piacere coniugato al femminile, fino a quel momento del tutto inedito. La tesi si muove tra storia emozionale, storia di genere e storia della sessualità, con una metodologia ibrida che unisce le fonti orali all'indagine in archivio.
Italian neo-feminism of the 1970s took advantage of a new and unprecedented political modality: consciousness raising. Inherited from the American and French militants, but modified in national and local experiences, the conscoiusness raising method has created a new paradigm of thought. With that, feminists investigated issues that had not had political viability until then. Among these, the theme of sexuality: no longer a male sexual revolution, as it had been in the “long Sixty-eight”, but an original liberation of bodies and a pleasure conjugated to the female. The thesis adresses emotional history, gender history and history of sexuality, with a hybrid methodology that combines oral sources with archival research.
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DEGAN, CRISTINA. "Le parole delle donne. Modalità del discorso di genere e costituzione dell'identità femminile." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2011. http://hdl.handle.net/10281/23933.

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Abstract:
How women speak: Gender discourse and female identity construction. I would like to tackle some theoretical questions raised by feminist thought, particularly on the subject of gender discourse, in an effort to offer a wider re-thinking of the variables in play. We must not forget that life conditions for women everywhere are still marked by great disparities of treatment and opportunities. Gender difference is not totally biologically determined, but develops through unavoidable bio-cultural input. The “difference” question, then explores the meaning of this difference in its specificity, as it results from a complex biological and cultural process. This involves research in different fields, such as cultural anthropology and psychoanalysis, provided one does not forget to take into consideration, cautiously and determinedly, the material characteristics of each historical identity. The identity of women is historically unstable across cultures, which makes it necessary to give recognized legitimacy to individual identity, without invoking metaphysical categories but also without disembodying it. Individual, gendered, identity is the result of a long process of biological and cultural interactions buried in history. Now that neuroscience has given an important contribution to this debate, the principle of individuation has taken on dimension both scientific and cultural. A definition of difference can be based on this intersection between psychological and material cognition. This paper is aimed at identifying at least a descriptive outline of all the different issues raised by the question of gender, also through a review of the feminist positions of the 60’s, but keeping in mind the fact that the very tools of feminism have been “contaminated” by contributions from specialized fields , in particular the discovery of mirror neurons. It would be interesting to see if one could speak of “female” mirror neurons (for example, through breastfeeding) that would determine a “specialized” care-giving behavior . Women can generate a discourse no longer exclusively dependent on conceptual, asexual strictures, but open to metaphor and narrative . Along these lines we can start to build a common world, where a place is made for a“ feminine logic” that repudiates a generic neutrality of thought, and looks, instead, for the “sexed” character of each of all ideas.
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Tiberi, Flavia. "The Frequency of Compassion di Merc Fenn Wolfmoor: Proposta di traduzione e riflessioni sull’uso di un linguaggio più inclusivo." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
Questo elaborato si incentra su due temi principali: il primo è la traduzione dall’inglese del racconto The Frequency of Compassion di Merc Fenn Wolfmoor e i relativi problemi traduttivi; il secondo è un’analisi delle difficoltà che si hanno in Italia nel parlare di chi non rientra nel binarismo di genere uomo-donna e di alcune possibili soluzioni.
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CASTELNOVO, GIULIA. ""MALE FEMMENE". ONORE PERDUTO, PECCATO ESPIATO, CORPI AMMANSITI. INDISCIPLINATE, PROSTITUITE, MALMARITATE RINCHIUSE NEI CONSERVATORI PER CONVERTITE FRANCESI E ITALIANI TRA XVI E XVII SECOLO." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2014. http://hdl.handle.net/2434/235847.

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Abstract:
A partire dalla prima età moderna cominciarono a nascere istituzioni nuove volte al recupero e alla redenzione delle donne considerate "irregolari". Il lavoro di ricerca indaga la storia di questi istituti chiamati conservatori per convertite e le donne che vi entrarono, attraverso lo studio di fonti d'archivio sia francesi che italiane.
During the modern era new institutions started to rise in order to rescue and redeem women considered as “ irregular”. This work of research investigates the history of these institutions called « conservatori per convertite » and the women belonging to it, through the study of archive sources, both italian and french.
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Moine, Cecilia <1984&gt. "Un velo di silenzio : l’identità delle comunità monastiche femminili nel tardo Medioevo." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4631.

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Abstract:
The title of this research is “A veil of silence”, because it aims to investigate the identity and daily life of female religious communities in Italy from an archaeological point of view. Usually, traditional historical studies are based on written sources, often elaborated in an official contexts by religious authority. This kind of documentation describes nunneries from the outside. The chronological range is between the late Middle Ages and the Early Modern Age, from the 13th to the 16th century, when the social role of nuns deeply changed. The “religious women affaire” literally exploded in the 16th century, at the dawn of the Council of Trento, when all nunneries were permanently conformed through standardized and detailed norms, in particular concerning the closure. The area of investigation is the Po Valley and the Adriatic Coast in Northern Italy. The research is based on different sources: historical and archaeological studies, late medieval and early modern texts, archival records, archaeological finds and sequences. Open-source GIS projects had been realised to manage the information.
Il titolo di questa ricerca, “Un velo di silenzio”, è ispirato dalla volontà di indagare l’identità e la vita quotidiana delle comunità femminili attraverso la cultura materiale, facendo emergere gli aspetti particolari, altrimenti taciuti dale fonti tradizionali. I testi scritti dell’epoca infatti erano redatti principalmente da esponenti della gerarchia ecclesiastica, che potevano osservare le dinamiche sociali di questi gruppi, solo dall’esterno. I limiti cronologici sono compresi tra il XIII e il XVI secolo, un epoca in cui il ruolo delle monache cambiò profondamente, attraverso la normative promulgate dal Concilio di Trento. Lo spazio geografico della ricerca è compreso tra la valle del Po e l’Arco Alto Adriatico. L’approccio è multidisciplinare. La gestione di una molteplicità di fonti è stata realizzata grazie a progetti GIS open-source.
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RODOGNA, Adele. "Permanenze e mutamenti nella struttura della famiglia molisana tra il 1880 e il 1924 alla luce delle implicazioni storiche, sociali ed economiche delle pratiche migratorie sulle relazioni familiari." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2017. http://hdl.handle.net/11695/86337.

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Abstract:
Attraverso l'analisi delle strutture parentali, la tesi svela i cambiamenti che si sono manifestati nella famiglia molisana tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento, nel quadro del balzo migratorio dell'epoca. Sulla base dell'analisi e dell'interpretazione dei fascicoli penali, si ricostruisce il fenomeno delle "vedove bianche", con la conseguente evoluzione dei rapporti tra i generi, all'interno di diverse fisionomie di sviluppo: la struttura della famiglia, la distribuzione della ricchezza tra produzione-riproduzione della forza lavoro, partenze migratorie, conflittualità e gerarchie sessuali.
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Di, Silvestre Olga. "Rappresentazioni LGBTQI+ nelle serie televisive americane: i casi di ‘Transparent’, ‘Pose’ e ‘The L World: Generation Q’." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
La tesi tratta di come le rappresentazioni LGBTQI+ si siano evolute all'interno delle serie televisive americane. Attraverso una prima parte teorica ed una seconda parte analitica è stato evidenziato in che modo si è passati da un'assenza di rappresentazione ad una rappresentazione vera e propria di questa comunità. Tale evoluzione è stata possibile grazie al cambiamento a cui sono state sottoposte sia la televisione che la società nel corso degli anni. Le tre serie analizzate: Transparent, Pose e The L Word: Generation Q, hanno avuto il compito di mostrare in che modo le serie televisive contemporanee trattino i diversi aspetti delle vite delle persone LGBTQI+, arrivando a naturalizzare i loro personaggi, processo che in passato era considerato impensabile.
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Schreiber, Paula Rebecca. "Sprachliche Rekontextualisierung in globalen und lokalen Popkulturen. Hip Hop Linguistics und „Resistance Vernacular” im italienischsprachigen Rap. Ricontestualizzazione linguistica di “Popular Culture”. Hip Hop Linguistics e “Resistance Vernacular”. Il caso del rap italiano tra globalizzazione e localizzazione." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2019. http://hdl.handle.net/11572/245432.

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Abstract:
Hiphop è il nome di un movimento giovanile che nasce negli anni settanta nei quartieri del Bronx, del Queens e di Harlem a New York City. Negli anni ottanta la musica e la cultura hiphop si diffondono in Italia e si sviluppano in tre diverse generazioni: la prima negli anni 1987-1999, la seconda negli anni 2000-2007, la terza negli anni 2008-2017. Queste generazioni condividono caratteristiche identitarie e valori come il rispetto, la pace, l'uguaglianza. Il lavoro presenta un’analisi linguistica dei testi italiani delle canzoni rap prodotte nel terzo periodo. A tale scopo la tesi è organizzata in sei capitoli. Il primo (La cultura hiphop) inquadra la nascita della cultura hiphop, le sue invenzioni artistiche, la sua globalizzazione e la sua ricezione in Italia. Sono presentati in particolare i/le pionieri/e della scena hiphop italiana e le tendenze che emergono nelle diverse scene locali. Il secondo capitolo (Ricerche sull’hiphop) presenta un quadro generale relativo alle ricerche sull’hiphop compiute negli ultimi trent’anni nell'ambito di più discipline tra cui la filosofia, la pedagogia, la storia dell’arte, l’economia e la sociologia. Uno spazio particolare è dedicato agli studi linguistici sul rap italiano, distinti in tre filoni caratterizzati da una diversa prospettiva di analisi: il rap come varietà linguistica e il rap come discorso. Gli studi sul rap come varietà si concentrano sulle influenze linguistiche di varietà globali, locali, scritte, orali e diafasiche, quelli focalizzati sul rap come codice analizzano invece le scelte linguistiche dei testi come espressioni di identità. Infine gli studi sul rap come genere mettono a confronto tipologie testuali e tipologie discorsive. Il terzo capitolo (Progettazione del corpus) illustra il metodo impiegato per la raccolta e la selezione dei testi, che si basa sui network e sulle piattaforme digitali con riconoscimento nella cultura hiphop italiana. Il riferimento presente negli articoli, nei commenti, nelle interviste e nelle recensioni di network e piattaforme digitali a “artisti riconosciuti nella scena”, “recensioni positive di album o canzoni singole”, “stile stimolante” e “influenza sulla scena rap italiana” ha portato a una selezione di 1000 canzoni rap, datate tra il 2008 e il 2017. Il quarto capitolo (Caratteristiche lessicali e stilistiche) presenta l'analisi di caratteristiche lessicali, di strutture ritmiche e metriche, di figure retoriche e di aspetti testuali che hanno particolare rilievo nel corpus. Dopo una prima riflessione sulla “Frequenza lessicale” nel primo paragrafo viene analizzata la ricorrenza di determinate parole e singoli fenomeni lessicali. Il secondo paragrafo “Struttura ritmica e metrica” affronta poi il tema del cosiddetto flow, che consiste nell'elaborazione delle rime verso schemi complessi e nella loro accentuazione/non-accentuazione a tempo (on-beat vs. off-beat) come mezzo stilistico. Nel paragrafo “Aspetti retorici” viene evidenziato, tramite diversi esempi, l'uso di alcune tendenze stilistiche (addizione, omissione, trasposizione, sostituzione) e forme retoriche tramandante oralmente come il Signifyin(g), caratteristica cruciale dell’African American Vernacular English. Nel paragrafo “Tipologia dei testi” si illustrano alcune modalità discorsive dei testi rap (self-referential speech, listener-directed speech, boasting, dissing, localizing e representing), presenti nelle canzoni del corpus. Nel quinto capitolo viene affrontata la relazione tra aspetti linguistici globali e locali (Un linguaggio “glocale”? – «Quello che siamo è solo spazio, parole»), in cui è adottata la prospettiva del rap e delle varietà linguistiche nei paragrafi “HipHop Speech Community”, “Artistic Code-Mixing – Repertorio di una comunità linguistica hip hop italiano?” e “Oralità e scrittura”. Il mistilinguismo e il code-switching tra dialetti, altri sistemi linguistici e diverse varietà dell’italiano sono degli strumenti fondamentali e distintivi per la struttura dei testi rap italiani e possiedono sia caratteristiche espressive, sia identitarie. Partendo dalla composizione scritta dei testi vengono aggiunti appositamente tipici elementi dell’oralità per dare un’impostazione spontanea, discorsiva e dialogica alla canzone. Questa relazione tra scrittura e oralità si può trovare anche nella tradizione della canzone popolare italiana. Nel sesto e ultimo capitolo del lavoro (Resistance Vernacular – «Ma io penso diverso, ostinato e contrario») vengono esaminati i ricorrenti elementi linguistici che nei testi svolgono una funzione di critica e autocritica, provocazione, espressione identitaria e che permettono di riconoscere i testi delle canzoni rap come parte del genere comunicativo della resistance vernacular. Inoltre vengono analizzati tratti discorsivi e dialogici dei testi studiati e il coinvolgimento del destinatario, variabile a seconda dell’uso e della frequenza di questi tratti. Il primo paragrafo, “Formazione del contesto”, prende in esame sia forme deittiche sia riferimenti intra-testuali e extra-testuali, i quali sono elementi chiave per la comprensione del contesto da parte del destinatario. Nel paragrafo “Dialogicità” sono analizzati gli elementi che marcano un carattere interazionale, come allocuzioni ai destinatari e segnali discorsivi con funzioni interazionali. Nell'ultimo paragrafo, infine, viene descritta il Resistance Vernacular come genere comunicativo del rap italiano. Vengono analizzate quindi le strategie verbali usate per contrastare e contraddire, attraverso la presa di distanza da riflessioni ironiche, esempi provocatori di confronto verbale, suggerimenti di circostanza e per mezzo anche dell’ esplicitazione di possibili identificazioni. Il lavoro fornisce dunque un ampio panorama della produzione di testi rap in Italia nell'ultimo decennio che si inseriscono nell'ambito di due note tradizioni narrative, una locale (la canzone popolare italiana) e l'altra non locale (l'Afro American Vernacular English). L’analisi condotta su un corpus testuale selezionato ed esaminato secondo criteri quantitativi e qualitativi si concentra su aspetti semantici, pragmatici, testuali e infine sull'impiego di diverse varietà linguistiche, che diventano veicolo fondamentale per l'espressione identitaria sia di autori sia di destinatari. Vengono analizzati perciò i principali tratti distintivi che caratterizzano il neo-plurilinguismo, che è forma performativa e comunicativa di un Resistance Vernacular.
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Varnauskas, Jacob. "Homoerotisk sensibilitet : Byggandet av homosexuell identitet genom konsthistorien." Thesis, Uppsala universitet, Konstvetenskapliga institutionen, 2020. http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:uu:diva-432918.

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Abstract:
The question of homoerotic sensibility is, in the purpose of this thesis, a matter of visual language connected to the portrayal of male bodies. By identifying this sensibility throughout the western art canon the essay seeks to understand its origins, development and function in relation to expressions of power. With the introduction of theorists such as Alois Riegl, Laura Mulvey, Abigail Solomon-Godeau and Raewyn Connell, the aim is to deconstruct homosexual masculinity. Adapting formal analysis and parts of visual semiotics, the focus lies on the visual expression of power through the homoerotic gaze, and asks what consequences it has in forming homosexual identity. Greek antiquity is home not only to the ideals that foster western art history, but is also where we find early examples of same-sex affection being portrayed in the arts. Hence classical antiquity is so important for the homoerotic: whenever the classical language of style is popular throughout history, we are sure to find homoerotic sensibility. For reasons mentioned, the main periods analyzed are the Italian Renaissance, the French Neoclassicism and then, naturally the late 20th century onwards as this is the period of gay liberation and modern homosexual identity.  By identifying classical acceptance of homosexual relations only in the form of a clear social hierarchy, we soon discover how homosexuality has appropriated the idea of binary difference within its masculinity throughout history. Accepting relationships only between erastes and eromenos, or man and ephebe, homosexuality is forced to exist only on the terms of difference of power. With classical ideals, these tendencies are recurring in the visual representation of male homosexuality, and becomes a big part of the liberation and forming of a modern identity in the late twentieth century. As a result of objectification of the male body, in combination with idealized and sexualized power, modern gay culture has in many ways embraced a destructive culture shaped by misogynist ideas of hegemonic culture, where sexual violence exists, but is not spoken of.
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Caliandro, A. "IL LAVORO AFFETTIVO DEI CONSUMATORI VOLTO ALLA CO-CREAZIONE DI VALORE SUI SOCIAL MEDIA: UN' INDAGINE NETNOGRAFICA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2012. http://hdl.handle.net/2434/172622.

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Abstract:
The affective labor of consumers in regards to the co-creation of value onto social media: a netnographic enquiry This work is, ideally, divided in two part. In the first one I address some theoretical issues, basically reflecting upon the concept of affective labor featured by Autonomist Marxism and Elisabeth Wissinger. In the second one I address some methodological issues, basically re-elaborating the netnographic method of Robert Kozinets. The aim of my thesis has been to study and understand in a systematic way the affective labor performed by consumers onto the social media, intended as a leading practice of co-creation of value. On one hand I define ‘affective labor’ as the ability of a social group, situated in a contingent social context, to arouse an affective flow and to fix it in transient shapes (emotions), in order to channel it toward a productive purpose. On the other hand I considered the ‘co-creation of value’ onto social media as an activity which pertains to the discourse of consumers rather than to the consumers per se. Therefore my guiding hypothesis: ‘Since the Internet is a discourse-created phenomena, it is hypnotizable that it would be a certain dynamic of consumer discourse at creating value, rather than the bodies of consumers’. Following this hypothesis I actually discovered that online co-creation of value not only depends on the discourse but also on a specific discursive dynamic hinged on as system of communicative frictions. As it is well-known online consumers create value since their communicative interactions are systematically monitored by companies, which (by means of techniques and devices for Sentiment Analysis) transform them in product innovation and brand reputation. Therefore my cognitive question: How do online consumers perform affective labor? Or, thorough which kind of practices online consumers do manage their affective investment in order to create that flux of information that companies harness and capitalize? In order to answer this qualitative question a drew on the netnographic method, basically developing a personal declination of it rather than just applying it. In order to do so I elaborated a ‘practice-based netnographic approach’, mainly drawing on Richard Rogers’ epistemological motto: ‘Follow the medium’. My empirical research has produced two key heuristics: the concepts of web tribe and narrations of self. On one hand, differently from classical tribal marketing, I conceive of a web tribe as a social space rather than a social group made out of people ‘in love with’ a particular brand. Specifically I define a web tribe as a flux of communication that: a) flows through and springs from specific ‘places’ of the 2.0 web (forums, blogs, social networks, etc); b) converges on specific brands or products; c) converges on specific topics of conversation. On the other hand I conceived of ‘narrations of self’ as common discursive practices through which the members of a web tribe valorise the brand and themselves. In this way online consumers interacting within a ‘tribal space’ come to converge on some shared practices by which defining the brand value and their identities, rather than on a specific brand value and on common definition of identity per se. Thus, I finally came out to the conclusion that the web tribe is a dispositif that catalyses and formalizes the affective flow of consumer; in this way the ‘tribal dispositive’ governs the affective labor of consumers organizing it in a form that is suitable to be harnessed and exploited by companies and brands.
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Berardi, Ada, Giuliana Mocchi, and Ines Crispini. "Soggetta di genere. Ricostruzione tematica del dibattito filosofico contemporaneo sulla soggettività femminile." Thesis, 2013. http://hdl.handle.net/10955/160.

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RECCHI, Simonetta. "THE ROLE OF HUMAN DIGNITY AS A VALUE TO PROMOTE ACTIVE AGEING IN THE ENTERPRISES." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251122.

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Abstract:
Ogni azienda che si riconosca socialmente responsabile deve occuparsi dello sviluppo delle carriere dei propri dipendenti da due punti di vista: quello individuale e personale e quello professionale. La carriera all’interno di un’azienda coinvolge, infatti, la persona in quanto individuo con un proprio carattere e una precisa identità e la persona in quanto lavoratore con un bagaglio specifico di conoscenze e competenze. L’azienda ha, quindi, il compito di promuovere carriere professionalmente stimolanti che si sviluppino in linea con i suoi stessi valori, la sua visione e la sua missione. Nel panorama moderno, aziende che sviluppano la propria idea di business nel rispetto dei lavoratori proponendo loro un percorso di crescita, si mostrano senza dubbio lungimiranti. Un tale approccio, però, non basta a far sì che vengano definite socialmente responsabili. I fattori della Responsabilità Sociale d’Impresa sono infatti numerosi e, ad oggi, uno dei problemi principali da affrontare è quello del progressivo invecchiamento della popolazione. Dal momento che la forza lavoro mondiale sta invecchiando e che si sta rispondendo al problema spostando la linea del pensionamento, tutte le aziende sono obbligate a mantenere le persone il più a lungo possibile attive e motivate a lavoro. L’età è spesso visto come un fattore di diversità e di discriminazione, ma nello sviluppare la mia argomentazione, cercherò di dimostrare che una politica del lavoro che supporti l’idea dell’invecchiamento attivo può trasformare questo fattore da limite in opportunità. Il rispetto degli esseri umani, a prescindere dalle differenze legate all’età, dovrebbe essere uno dei valori fondanti di ogni impresa. Nel primo capitolo della tesi, svilupperò il tema della dignità umana così come è stato concepito a partire dalla filosofia greca fino alla modernità. La dignità intesa come valore ontologico, legato all’essenza dell’uomo, diventerà con Kant il fattore di uguaglianza tra tutti gli esseri viventi, la giustificazione del rispetto reciproco. Il concetto di dignità verrà, poi, definito nel secondo capitolo come il principale valore che deve ispirare l’azione sociale delle imprese, come l’elemento che garantisce il rispetto di ogni dipendente che prima ancora di essere un lavoratore è un essere umano. La dignità è ciò che rende l’essere umano degno di essere considerato un fine in se stesso piuttosto che un mezzo per il raggiungimento di un fine esterno. Nell’era della globalizzazione, dove il denaro è il valore principale, gli esseri umani rischiano di diventare un mezzo al servizio dell’economia. A questo punto, il rispetto della dignità deve divenire il fondamento di un ambiente di lavoro che promuove la crescita e la fioritura dell’essere umano. Nel secondo capitolo cercherò quindi di dimostrare come l’idea di dignità possa promuovere un management “umanistico” centrato sul rispetto dell’essere umano. Un’impresa socialmente responsabile può promuovere il rispetto di ogni lavoratore se fa propri i valori di dignità e uguaglianza. Attraverso la teoria dello Humanistic Management che veicola tali valori, il lavoro diventa un luogo in cui l’uomo può esprimere se stesso, la sua identità, le sue conoscenze e competenze. Inoltre, dal momento che la popolazione sta invecchiando, le aziende devono farsi carico della forza lavoro più anziana, come è emerso sopra. A questo punto, nel terzo capitolo, il concetto della Responsabilità Sociale d’Impresa sarà analizzato nel suo legame con i temi dell’invecchiamento attivo e della diversità sul posto di lavoro. Conosciamo diverse ragioni di differenza a lavoro: genere, cultura, etnia, competenze, ma qui ci concentreremo sul fattore età. È naturale che i lavoratori anziani abbiano un’idea di lavoro diversa da quella dei giovani e che le loro abilità siano differenti. Ma questa diversità non deve essere valutata come migliore o peggiore: essa dipende da fattori che analizzeremo e che l’impresa socialmente responsabile conosce e valorizza per creare un ambiente di lavoro stimolante e collaborativo, eliminando possibili conflitti intergenerazionali. Alcune delle teorie che permettono di raggiungere tali obiettivi sono il Diversity Management e l’Age Management: ogni impresa può promuovere pratiche per valorizzare gli anziani, permettendo loro di rimanere più a lungo attivi e proattivi a lavoro e di condividere le proprie conoscenze e competenze. L’ultimo capitolo della tesi si concentrerà su un caso di azienda italiana che ha sviluppato uno strumento di valorizzazione di collaboratori over 65. Sto parlando della Loccioni, presso cui ho svolto la ricerca applicata e che promuove il progetto Silverzone, un network di persone in pensione che hanno conosciuto l’azienda nel corso della loro carriera e che continuano a collaborare con essa ancora dopo il pensionamento. Per capire l’impatto qualitativo e quantitativo che il progetto ha sull’azienda, ho portato avanti un’analisi qualitativa dei dati ottenuti grazie a due tipi di questionari. Il primo ha visto il coinvolgimento dei 16 managers della Loccioni a cui sono state sottoposte le seguenti domande: 1. Chi sono i silver nella tua area di business? Quali i progetti in cui essi sono coinvolti? 2. Qual è il valore del loro supporto per l’azienda? E, allo stesso tempo, quali sono le difficoltà che possono incontrarsi durante queste collaborazioni? 3. Qual è la frequenza degli incontri con i silver? 4. Perché l’azienda ha bisogno di questo network? Successivamente, ho sottoposto un altro questionario agli 81 silver della rete. Di seguito i dettagli: 1. Qual è il tuo nome? 2. Dove sei nato? 3. Dove vivi? 4. Qual è stato il tuo percorso formativo? 5. Qual è stata la tua carriera professionale? 6. Come e con chi è avvenuto il primo contatto Loccioni? 7. Come sei venuto a conoscenza del progetto Silverzone? 8. Con quali dei collaboratori Loccioni stai lavorando? 9. In quali progetti sei coinvolto? 10. Potresti descrivere il progetto in tre parole? 11. Che significato ha per te fare parte di questa rete? 12. Nella tua opinione, come deve essere il Silver? 13. Che tipo di relazioni hai con i collaboratori Loccioni? 14. Quali dimensioni umane (dono, relazione, comunità, rispetto) e professionali (innovazione, tecnologia, rete) emergono lavorando in questo progetto? Il progetto Silverzone è sicuramente una buona pratica di Age Management per mantenere più a lungo attivi i lavoratori over 65. I progetti in cui i Silver sono coinvolti hanno un importante impatto economico sull’impresa, in termini di investimento ma anche di guadagno. Ad ogni modo, qui la necessità di fare profitto, stando a quanto è emerso dai risultati delle interviste, è subordinata al più alto valore del rispetto dei bisogni umani che diventa garante di un posto di lavoro comfortable, dove si riesce a stringere relazioni piacevoli, collaborative e produttive.
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